Comments
Transcript
Taormina Film Fest taglia un bellissimo traguardo
T Gazzetta del Sud Sabato 14 Giugno 2014 . La serata inaugurale Ritorno al passato sulla mitica terrazza dell’Irrera a Mare un luogo storico per Messina Passerella di divi e vip Ospiti d’eccezione dall’icona Claudia Cardinale a Ben Stiller, da Melanie Griffith a John Turturro Una storia gloriosa I Quando Messina viveva il suo “spicchio di Hollywood” e Taormina era patria di star del cinema, intellettuali e artisti aormina Film Fest 14-21 giugno 2014 IERI OGGI Si festeggia l’edizione numero sessanta della rassegna (cominciata a Messina) Taormina Film Fest taglia un bellissimo traguardo Franco Cicero S essanta edizioni sono un traguardo più che lusinghiero per qualunque festival del cinema. Taormina (con Messina per la fase iniziale) può esserne più che orgogliosa: in Italia è seconda solo alla Mostra di Venezia, il festival più antico del mondo con 70 edizioni. In Europa, considerando solo le kermesse maggiori, è preceduta da Cannes (67) e Berlino (64). Il curriculum del Taormina FilmFest è quindi prestigioso, l’album dei ricordi è sicuramente cospicuo e la galleria delle personalità ospitate è di assoluto rilievo. Vero è che, anno dopo anno, è stato apportato qualche piccolo artificio: il FilmFest taorminese è figlio della Rassegna cinematografica di Messina e solo in questo modo si arriva a conteggiare 60 edizioni; tantissimi divi sono stati applauditi nel Teatro Antico non perché partecipanti al festival, ma perché premiati con i David di Donatello (fino al 1980) e poi fino ai giorni nostri con i Nastri d’argento. Fatto sta che – considerando Messina e Taormina un tutt’uno – dall’agosto 1955 è diventata abitudine consolidata l’appuntamento annuale con il cinema. Ma il consolidamento nella memoria collettiva non riesce ancora a trovare un altrettanto stabile corrispettivo nell’assetto organizzativo. E le questioni irrisolte sono ormai dilaganti. Non è stato sciolto il nodo dell’eventuale creazione di una fondazione “Taormina Arte” o di altro ente preposto. Esiste sempre il Comitato (nulla è più definitivo del provvisorio) composto dal Comune di Taormina, dal Comune di Messina e dalla Provincia peloritana. Ma la Provincia è destinata a sparire e si impongono nuovi enti locali come le città metropolitane e i liberi consorzi. Sarebbe pertanto saggio pensare per tempo a che fine farà il FilmFest e l’intera TaoArte. Inoltre si diffondono ormai anche in Sicilia le commissioni cinematografiche (con vezzo esterofilo chiamate “Film commission”) che andrebbero in qualche modo coordinate con la presenza del FilmFest. Prima o poi andrebbe pur fatta una riflessione sul legame tra Messina e Taormina, che attualmente risulta pressoché soltanto per finalità storico-statistiche. Andrebbe meditata anche la collocazione temporale festivaliera, che da agosto si è via via anticipata fino a metà giugno. Seconda in Italia solo alla Mostra di Venezia, e in Europa soltanto a Cannes e a Berlino Oltre all’unicità del Teatro Antico (che è il vero asso nella manica del FilmFest) si dovrebbe pur capire su quali altre strutture si possa far affidamento sia durante la kermesse (il Palacongressi perennemente “acciaccato”) sia in maniera permanente (un archivio o una videoteca). E l’elenco delle problematiche aperte sarebbe ancora lungo. Nei Paesi in cui dal cinema scaturisce un’autentica industria economico-culturale (Stati Uniti ma anche Francia) l’organizzazione di un festival è vissuta in maniera quasi solenne. In Italia, e in Meridione in particolare, invece prevale un’inspiegabile rilassatezza programmatica. Troppo tempo è stato assorbito dalla presunta contrapposizione tra divismo e cultura, cioè se il prestigio di un festival è dato dal “red carpet” o dalla qualità del programma. Si tratta di un falso problema perché è ormai storicamente pacifico che tutti i festival (non solo cinematografici) più anziani sono nati per motivi turistici (Venezia, Cannes, Messina-Taormina) o geopolitici (Berlino). Soltanto negli ultimi decenni del Novecento si sono affermati festival con intenti più direttamente cinefili (Torino). In ogni caso, al di là delle astrazioni teoriche, esistono precisi parametri di valutazione – basati sull’economia nel senso etimologico del termine – che aiutano a comprendere quanto vengano soddisfatte le esigenze collettive (di arricchimento culturale ma anche di intrattenimento intelligente) in base alle risorse impegnate. Parametri che sono ancor più sensibili in una fase, come quella attuale, di prolungata crisi finanziaria che ha ridotto al lumicino le possibilità di fruire di sovvenzioni pubbliche locali o nazionali e in assenza di una pianificata ricerca di finanziamenti privati o europei. Un esempio concreto è stato fornito due anni fa nel libro “I fe- stival del cinema - Quando la cultura rende” di Mario Abis (presidente della Makno) e Gianni Canova (preside della Facoltà di Comunicazione della Iulm di Milano). Lo stesso Abis ha spiegato: «Siamo partiti da una domanda: “Quanto rende la cultura in un territorio?” Siamo giunti alla conclusione che, investendo 1 euro, ogni festival restituisce 2,5 euro. E chi frequenta i festival è contento e il livello di soddisfazione è pari a 7-8». In attesa di aggiornare e verificare i dati e le prospettive non resta che brindare alle nozze di diamante della Rassegna di Messina col Taormina FilmFest.3 Dai David di Donatello ai Nastri d’argento: i più grandi del cinema e dello spettacolo son passati da qui II dal 14 al 21 giugno Sabato 14 Giugno 2014 Gazzetta del Sud Speciale Film Fest . In programma oltre cinquanta film e tanti eventi speciali Un’edizione tra passato e presente Apertura con la diva Claudia Cardinale, torna il Premio Manfredi, tra gli ospiti Ben Stiller Sergio Di Giacomo È stata un’icona del cinema italiano come Claudia Cardinale a presenziare all’inaugurazione del Taormina Film Fest 2014 nell’anteprima tutta messinese con il galà benefico organizzato dalla CIRS sulla terrazza dell’ex Irrera a Mare della Fiera di Messina, sede storica della prima “Rassegna” del 1955. Durante la serata è stato presentato il volume antologico che ripercorre la storia della manifestazione, realizzato dallo scrittore Roberto Gervaso con la prefazione del regista Giuseppe Tornatore e uno schizzo dello scenografo Dante Ferretti. Il libro contiene un testo di Gianluigi Rondi, al quale quest’anno il festival consegnerà un premio speciale. In questo contesto celebrativo a Taormina si terrà anche una mostra rievocativa della manifestazione, promossa dall’Istituto Luce. Il programma del festival prevede oltre cinquanta film, divisi nelle diverse sezioni, e punta sul mix tra horror, animazione e commedia, con alcuni focus (Argentina e Russia) e una rassegna dedicata a filmaker siciliani. Dopo l’apertura ufficiale con il film d’animazione “Dragon Trainer 2” in 3D, Cariddi alla carriera ai premi Oscar Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti, grandi artigiani del cinema che sarà proiettato stasera in anteprima al Teatro Antico, alla presenza del regista e sceneggiatore Dean DeBlois, toccherà domani al film “Jersey Boys” di Clint Eastwood, che riprende un celebre musical americano e ricostruisce la storia di quattro giovani della periferia di New Jersey, che formarono il gruppo rock icona degli anni ’60, “The Four Seasons”. Da non perdere (martedì 17) “Synecdoche, New York” di Charlie Kaufman con Philip Seymour Hoffman, l’attore americano recentemente scomparso, che in questa pellicola interpreta il ruolo di un regista teatrale frustrato e ipocondriaco, che vede la sua vita trasformarsi in modo sorprendente. Tra gli altri film, sono particolarmente attesi il musical inglese ambientato in Salento “Walking on Sunshine” di Max Giwa (mercoledì 18) e “Dans la cour” di Pierre Salvadori con la grande Catherine Deneuve (giovedì 19). Il Festival, quest’anno nel segno delle donne, premia con il “Cariddi alla carriera” i Premi Oscar per la scenografia Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti, maestri artigiani del cinema di ieri e di oggi, e con il premio “Kineo” Carla Fracci, mentre Eva Longoria riceverà l’Humanitarian Taormina Award per “The Eva Longoria Foundation”, la fondazione che aiuta le ragazze latino-americane attraverso l'istruzione e lo sviluppo di attività imprenditoriali. Atteso dai tanti fan italiani, arriverà uno dei protagonisti della commedia comica ame- Attenti alle donne Pronti al via. Un’immagine di “Dragon Trainer 2”, il film di animazione che stasera aprirà le proiezioni nel Teatro Antico di Taormina. Sotto, Ben Stiller e Claudia Cardinale (ieri e oggi), ospiti di prestigio L’edizione dei 60 anni è «nel segno delle donne». Con un imponente cast di nomi femminili. Per il terzo anno consecutivo sotto la guida di Mario Sesti, direttore editoriale, e Tiziana Rocca, general manager, il Taormina Film Fest prosegue poi nella sua filosofia, basata sul grande cinema al Teatro Antico, Masterclass e Campus per i giovani, Fright&Fun Brividi e risate (la sezione che propone commedie, thriller, horror), l’esplorazione delle nuove tendenze con le webserie, i Focus russo e argentino, il cinema dei filmaker siciliani, una serie di eventi speciali. ricana, Ben Stiller, mentre l’attrice spagnola Paz Vega riceverà il “Taormina Arte Award” e terrà una Tao Class in cui parlerà della sua recente partecipazione al cast di “Nao Pare, Na Pista”, il film che sta per uscire in Brasile, in cui interpreta il ruolo della fidanzata del popolare scrittore Paulo Coehlo. Tra le star cinematografiche internazionali attese a Taormina, troviamo attori di fama, alcuni dei quali già presenti in passato al Festival, come Bo Dereck, Carmen Maura, Melanie Griffith, Matt Dillon, John Turturro, John Corbett, insieme a tanti protagonisti del mondo dello spettacolo e dello sport italiano, al centro del Campus e di alcune “lezioni di cinema”: Cristiana Capotondi, Marina Cicogna, Paola Cortellesi, Kim Feenstra, Isabella Ferrari, Vanessa Hessler, Fancesca Lo Schiavo, Margareth Madè, Vittoria Puccini, Valeria Solarino, Franca Sozzani, Barbara Tabita, Raoul Bova, Marco Bocci, Christian De Sica, Remo Girone, Stefano Dionisi, Ficarra e Picone, Silvio Soldini, Antonello Venditti, Antonio Cabrini. Momento sicuramente toccante e doveroso sarà l’omaggio al grandissimo Nino Manfredi, che nel decennale della sua scomparsa, avvenuta il 28 giugno 2004, verrà ricordato con il ritorno del Premio a lui dedicato nell’ambito dei “Nastri d’Argento” promossi dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici insieme con la moglie Erminia, di origini taorminesi, che sposò Manfredi nel 1955.3 III Gazzetta del Sud Sabato 14 Giugno 2014 Speciale Film Fest dal 14 al 21 giugno . Una lunga e appassionante vicenda che rende “umani” i personaggi del cinema internazionale Grandi stelle e piccole curiosità Quando nel 1957 Federico Fellini e Ingrid Bergman si riprendevano a vicenda sulla terrazza del San Domenico L’idea dei dirigenti locali dell’Agis e dell’Associazione Esercenti Cinematografici (Arena, Bellamacina, Bernava, Calvari, Carnabuci, Di Stefano, Starrantino, insieme al commendatore Michele Ballo) era quella, alquanto ambiziosa, di fare di Messina, città pioniera del cinema e sede di oltre sessanta sale cinematografiche - la “Venezia del Sud”, organizzando una manifestazione che voleva coniugare grande spettacolo, mondanità e turismo d’elite, all’interno del già mitico “Agosto Messinese” che rivaleggiava con l’Arena di Verona e anticipò il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Ecco allora che, dopo una serie anteprime in alcuni cinema cittadini, il 1. agosto del 1955 si inaugura la Amori e “dei greci” Tanti gli aneddoti attorno ai David di Donatello: Gian Luigi Rondi ricorda Joan Crawford, azionista della Pepsi Cola, che si innervosiva se vedeva una Coca Cola, Audrey Hepburn che ringrazia in italiano le colleghe «che in platea stanno certamente parlando di me», Alberto Sordi che recita una poesia nonsense come fosse Amleto. La produttrice Marina Cicogna non dimentica i sorrisi innamorati di Leslie Caron e Van Heflin, la serenità ritrovata di Romy Schneider e Vittorio Gassman che si isolava leggendo sulla sdraio, e appariva come «un dio greco nel suo elemento naturale: la Magna Grecia». prima “Rassegna della Nuova produzione cinematografica” di Messina, quella che diventerà la mitica “Rassegna Cinematografica Internazionale di Messina e Taormina”: grandi divi del cinema nella magnifica terrazza dell’Irrera a mare che faceva invidia al Lido veneziano. Qui i messinesi, in elegante “dinner jacket”, vivevano la magia di Hollywood e di Cinecittà, a tu per tu con gli amati divi, che poi si spostavano a Taormina per la serata finale dei David di Donatello, al Teatro Antico con la diretta Rai condotta da Mike Bongiorno. La Fiera di Messina, il San Domenico e il Timeo, il Casinò, la spiaggia di Mazzarò, il Corso diventavano per alcuni giorni il centro della mondanità cinematografica internazionale. Per avere una panoramica dei divi che sbarcavano a Messina e a Taormina tra gli anni ’50 e ’60 basta affidarsi agli albi storici curati da Nino Genovese, a “Messina anni ’50” di Geri Villaroel, alle memorie di Bernava, Uccello e Loteta, alle cronache della “Gazzetta del Sud” (firmate da Calarco, Modica, Belfiore, Cicciò, Cicero, ecc.), e soprattutto alle mitiche foto di Vizzini, ma anche a quelle di fotoreporter come Pintaldi, Lacava o Malambrì, capaci di rendere immortali volti e attimi ruggenti della manifestazione. Basti pensare a Susan Hayward nel 1959 davanti alla facciata della Fiera, agli sguardi di De Sica seduto accanto allo scrittore Tennessee Williams e al “mattatore“ Vittorio Gassman, premiato anche nel 1958 con l’“Olimpo” per il teatro, ai volti radiosi di Anna Magnani, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Monica Vitti, che tornava a Messina da attrice in ascesa dopo gli anni dell’infan- te della V Rassegna, fu costretta a disertare la premiazione del David a Taormina a causa di un’indigestione provocata dalle cozze che le erano state offerte dai “cozzari” di Ganzirri, fan dell’attrice di origine slava, dopo una sortita in spider ai laghi, insieme con l’amico Renato Rascel. Dal 1969 la Rassegna cambia veste e identità, e sulla spinta di alcuni intellettuali e amministratori (Rondi, Biraghi, Longo, Campione, Oliva, Anastasi, Natale, Calogero, Garipoli, Bolognari, Genovese, Panzera), si trasforma in luogo di sperimentazione, d’avanguardia e sguardo verso un nuovo cinema. I grandi. (Dall’alto) Gregory Peck al Casinò di Taormina con il presidente della Rassegna Michele Ballo negli anni Sessanta. Sidney Poitier prende il sole su una terrazza fiorita. Una fascinosa Marlene Dietrich, ritratta nel 1962. Audrey Hepburn con il David. Ancora la Hepburn e la Loren a Taormina nel 1965 (David di Donatello) con Rex Harrison e Vittorio De Sica. Sotto, Cary Grant zia vissuti in città, alla “principessa” del cinema romantico Audrey Hepburn con uno dei suoi cappellini rotondi che facevano tanto glamour, circondata dai fan davanti al S. Domenico insieme a Anthony Perkins, il protagonista di “Psycho”. Cinema nel cinema La fotografia di Federico Fellini e Ingrid Bergman che nel 1957 si riprendono a vicenda con una piccola cinepresa sulla terrazza del San Domenico sembra un momento, sospeso e straordinario, di cinema nel cinema, così come le baruffe della coppia Liz Taylor - Richard Burton che facevano il giro del mondo, mentre Marlene Dietrich nel 1962 sembra uscita da un film degli anni Trenta. Che dire poi di Sordi, Antonioni (che tornava nella Taormina della sua “Avventura”), Walter Chiari, il grande Eduardo De Filippo, Nino Manfredi con la moglie taorminese Erminia, Cary Grant, Gregory Peck e Charlton Heston, divi di kolossal, western e dei drammoni hollywoodiani che si materializzavano in quelle serate dove ogni desiderio diventava realtà. In questo vorticoso via vai di protagonisti del grande cinema nostrano e mondiale, non mancavano curiosi episodi che venivano annotati puntualmente dalla “Gazzetta”, come quando, il 20 agosto 1959, la “rubacuori del cinema” Sylva Koscina, ospi- Retrospettive e rassegne Nascono retrospettive e rassegne critiche come la “Settimana del Film Nuovo” (che porta al cinema Odeon di Messina pellicole come “Easy Rider”),il “Festival delle Nazioni”, i “Globo d’Oro, la “Settimana del Cinema Americano”, “Laboratorio Città”, che dagli anni Settanta in poi lanciano un giovane Woody Allen con suo “Dittatore dello stato libero di Bananas”, il magico Alexander Jodorowski, Steven Spielberg con “Duel”, i nuovi, potentissimi autori del cinema tedesco (da Fassbinder a Wenders) e un giovane talento australiano, quel Peter Weir che vincerà il suo “Gran Premio delle Nazioni” nel 1976 con il poetico ed enigmatico “Picnic a Hanging Rock”, che tuttora presenta nei titoli di testa con orgoglio il premio di Taormina, segno di una gloria che poi si cercò di rinverdire con Taormina Arte, il Taormina FilmFest e i Nastri d’argento, passando da Enrico Ghezzi a Felice Laudadio, fino alla malinconica precarietà di oggi. 3 (s.d.g.) IV dal 14 al 21 giugno Sabato 14 Giugno 2014 Gazzetta del Sud Speciale Film Fest . Un po’ di storia fin dall’esordio sulla terrazza dell’Irrera a Mare Tutto era cominciato con la... cordialità Era questo il semplice obiettivo della rassegna, varata a Messina nel 1955. Ma il successo fu travolgente Franco Cicero Il legame tra Taormina e il cinema (e il mondo dell’arte e dello spettacolo in generale) è innato. Suggellato dalla naturale imponenza del Teatro Antico, luogo simbolo ideale per ospitare tutte le Muse, compresa la più giovane, la decima, trasformandosi in maniera pressoché spontanea nel più grande cinema all'aperto del mondo. Grazie a un simile scenario irripetibile era inevitabile che Taormina diventasse sede di un Festival cinematografico, capace di contemperare esigenze apparentemente opposte. Moda e cultura, mondanità e spettacolo, divismo e turismo, evoluzione sociale e mutamenti politici, tutto all'insegna Nel 1956 la gestione passò all’Ente provinciale per il turismo, che era presieduto da Michele Ballo del cinema: per questi motivi teoricamente inconciliabili - sono nati tutti i Festival. E il Taormina FilmFest, al momento di tagliare il traguardo della sessantesima edizione, lo dimostra con orgoglio, senza dover ricorrere a improvvisare giustificazioni sulla necessità di far convivere la continua evoluzione dell'arte delle immagini in movimento con la frivolezza delle sfilate sul tappeto rosso. Perché Taormina non ha bisogno di un luogo specifico dove posizionare il “red carpet”. È essa stessa un unico tappeto rosso che si srotola dal mare invitante all'Etna imponente, accompagnando lo sguardo su un innato grande schermo in Cinemascope. In realtà la storia del Taormina FilmFest (ovvero della “Rassegna cinematografica internazionale di Messina e Taormina”) era nata quasi per caso nella Messina della metà degli anni '50, quando Taormina era ancora una località quasi esclusiva per i pochi ma preziosi turisti stranieri che vi soggiornavano, soprattutto d'inverno grazie alla mitezza del clima. Bisogna calarsi nel contesto di una Messina con ancora ben presenti i segni del catastrofico terremoto del 1908 e dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, però con tanta voglia di guardare avanti. Nell’agosto 1955 fu varata la “I Rassegna internazionale della nuova produzione cinematografica 1955-1956”. Sette pellicole (a inaugurare la serie fu “Fuoco verde” di Andrew Marton) proiettate in uno dei luoghi più incantevoli di Messina, la terrazza sullo Stretto di un locale, l'Irrera, rimasto proverbiale, anche oggi che non esiste più, per la prelibatezza della sua gelateria. Il semplice obiettivo era quello di dar vita a un “Festival della cordialità”. Divertimento e speranza nel turismo erano gli impulsi determinanti per lo sviluppo di un'iniziativa che entrò subito nell'immaginario collettivo della comunità. Il grande gioco di Hollywood Già nel '56 la gestione della Rassegna passò – fino agli anni Ottanta – all'Ente provinciale per il turismo, il cui presidente del tempo, Michele Ballo, si rivelò un impeccabile padrone di casa, fino al 1968. Per una settimana all’anno i messinesi si illudevano di partecipare al grande gio- co elitario ed esclusivo della mondanità hollywoodiana: le proiezioni si trasformavano in “soirée” ambite e desiderate. Dal 1957 il salto di qualità: alle proiezioni messinesi venne affiancata Taormina come sede della cerimonia della consegna dei David di Donatello. Quello scorcio d'epoca a cavallo tra gli anni 50 e 60 è stato immortalato da “L'avventura”, capolavoro di Michelangelo Antonioni girato nel 1960 anche tra le Eolie, Messina e Noto, il cui finale è suggellato da scenari taorminesi, dall’Hotel San Domenico alla baia di Naxos sullo sfondo. Ieri e oggi. Una serata delle primissime edizioni della Rassegna cinematografica a Messina, sulla terrazza dell’Irrera a Mare e, sotto, l’ingresso del locale, adiacente alla Fiera Campionaria. Accanto, la cerimonia di premiazione 2008 dei Nastri d’argento nel Teatro antico di Taormina Quelle candeline accese Per più di dieci anni la Rassegna cinematografica continuò a dividersi tra Messina e Taormina: prima solo per la “Notte delle stelle”, la serata di consegna dei David – ora dei Nastri d'argento – quando gli spettatori del Teatro Antico erano invitati ad accendere le candeline distribuite all'ingresso: un colpo d'occhio da brividi. Ne restarono ammaliati, tra i primi, Anna Magnani e Gina Lollobrigida, Tennessee Williams e Vittorio De Sica, Sam Spiegel e Vittorio Gassman. La Rassegna era ora un angolo della “dolce vita”, riecheggiando i fasti felliniani. E dal 1964 si svolgeva per la prima metà nel capoluogo e poi a Taormina. La punta più alta del divismo fu toccata quando, reduci da “Hollywood sul Tevere”, giunsero Liz Taylor e Richard Burton. Si scorgevano, però, i segnali del “vento del ’68”. La Rassegna, ribattezzata “Festival dell'amicizia”, attirava gli strali dei detrattori, che la definivano “Festival degli ombrelloni”. 3 Tratto dal volume celebrativo per i 60 anni della Rassegna V Gazzetta del Sud Sabato 14 Giugno 2014 Speciale Film Fest dal 14 al 21 giugno . Fasi d’incertezza, percorsi “blobbizzati” di Ghezzi, oggi si mettono insieme cultura e presenze eccellenti Dopo i David, alla scoperta di nuovi autori I venti del ’68 provocarono la svolta del direttore artistico Biraghi: spazio alle cinematografie emergenti Una svolta radicale nel Festival di Taormina avvenne nel 1969, con presidente della Rassegna Giuseppe Campione, attento ai fermenti giovanili e culturali. Nella “Settimana del filmnuovo” a Messina passavano film fondamentali: “Antonio das Mortes” di Rocha, “Easy rider” di Hopper, “If” di Anderson, seguiti da appassionati dibattiti animati dal critico Giulio Cesare Castello. Le serate mondane messinesi divennero oggetto di contestazioni, fino alla definitiva cancellazione nel '71. Ben più impetuoso fu l'impatto della temperie sessantottina sulla Mostra di Venezia, che per 10 anni (1969-1979) fu costretta a sopprimere la competizione. Anche a Taormina le cose stava- Il Festival lanciò l’allora sconosciuto Woody Allen, i Nastri rivelarono Tornatore e Benigni no cambiando, ma in positivo: nel 1970 fu creata una sezione competitiva della Rassegna, il “Festival delle nazioni”; primo vincitore “Non si uccidono così anche i cavalli?” di Sydney Pollack. La direzione artistica fu affidata a Gian Luigi Rondi, L'ambizione - non celata - era quella di far diventare Taormina la “Venezia del Sud”. La sfida, tutt'altro che semplice, fu raccolta nel 1971 da Guglielmo Biraghi, il direttore artistico che, finora, è stato più a lungo in carica nella kermesse taorminese. Biraghi ebbe la meritoria intuizione di riservare il concorso a film di cinematografie emergenti. Grazie a lui, il “Festival delle nazio- ni” riuscì a catalizzare l'attenzione su autori importanti ancora quasi sconosciuti, ma destinati a un fulgido futuro. Va ricordata almeno, già nel '71, la presenza a Taormina di Woody Allen, con “Il dittatore dello Stato libero di Bananas”, e in seguito di Alexander Jodorowsky (“La montagna sacra”) e Theo Anghelopoulos (“La recita”). La “Notte delle stelle” Con diplomazia, Biraghi seppe affrontare una seria crisi organizzativa nelle edizioni del '78 e poi del '79, quando addirittura non si svolse il Festival competitivo; furono delineati i criteri che avrebbero dato vita a “Taormina Arte”, come raccordo di tutti gli eventi cinematografici, teatrali, musicali, di danza. Biraghi nell'81 aveva trasformato il “Festival delle nazioni” nel “Festival cinematografico internazionale di Taormina”, destinandolo a film opere prime o seconde. Accanto al concorso nacque la “Settimana del cinema americano”, coordinata da Mario Natale, destinata a film più commerciali per soddisfare la platea del Teatro Antico. E nell'83, la “notte delle stelle” fu dedicata alla consegna dei Nastri d'argento. Una delle chicche nelle cerimonie taorminesi dei Nastri fu nel 1987 quando i premi anticiparono due futuri premi Oscar, rivelando Giuseppe Tornatore che esordiva dietro la macchina da presa con “Il camorrista”, e Roberto Benigni che conquistava il primo Nastro come attore protagonista in “Daunbailò”. I Nastri d'argento rientrarono nell'89 a Roma per poi riapprodare a Taormina nel Coppie celebri. (Dall’alto) Carlo Ponti e Sophia Loren a Taormina nel 1960. Richard Burton e Liz Taylor si 2000. Intanto alla fine degli anni 80 baciano per la gioia dei fotografi nel 1966; qui sopra ancora i due attori sono con Carlo Ponti e Peter Biraghi fu chiamato a dirigere O’ Toole. A sinistra, Gina Lollobrigida e Tony Curtis e, sopra, , la maggiorata americana Jayne Mansfield Venezia. E Taormina visse una fase d'incertezza. Una prima provvisoria soluzione fu la creazione della carica di presidente della sezione cinema, affidata a Gian Luigi Rondi, per 1989 e 1990. Ma il guizzo ulteriore fu quello di chiamare nel '91 alla direzione artistica Enrico Ghezzi. In otto anni di lavoro Ghezzi ha trasferito nelle sale del Palazzo dei congressi e nel Teatro Antico i suoi percorsi “blobbizzati”. Edizioni spesso difficili, ma nelle quali Taormina ha ritrovato il gusto di svelare importanti registi emergenti. Perfino quando il Festival è stato costretto a edizioni ridottissime, prima nel '95 (senza concorso) e poi trasferito a fine dicembre nel '96, non sono mancate occasioni stimolanti: la mancata kermesse estiva del '96, ad esempio, fu trasformata in un’adunata degli stati generali del cinema italiano, al San Domenico con Marco Ferreri, Bernardo Bertolucci, Mario Martone, Dario e Asia Argento, Laura Betti e tanti altri. Dal 1999 al 2006 è toccato a Felice Laudadio l'incarico di lasciare l'impronta della propria direzione artistica al “Taormina FilmFest”, così da lui ribattezzato. Laudadio nel suo primo anno confermò lo schema consolidato, con proiezioni serali di richiamo al Teatro Antico e con la sezione dei film in concorso. Ma dal 2000 ha preferito abolire il concorso lanciando la formula del “made in english”, destinata a pellicole in lingua inglese, e instaurando un nuovo riconoscimento, il “Taormina Arte Diamond Award”. Momento clou, tra i più intensi di tutta la storia festivaliera, fu la presenza di Tom Cruise, giunto in elicottero col regista John Woo per il lan- cio europeo di “Mission: impossible 2”. Non competizione, si diceva, ma molti riconoscimenti all'insegna della stima verso grandi personalità alle quali tributare il “Taormina Arte Award for Cinematic Excellence”. Tra Campus e Masterclass Le prime avvisaglie dell'incombente crisi economica mondiale hanno condizionato anche il mondo del cinema e Taormina. Ma ancora una volta è emersa la vitalità della kermesse con un ennesimo cambio di pelle. Nel 2007 la direzione artistica viene affidata alla giornalista americana Deborah Young, che fino al 2011 ha seguito una linea ben precisa: dare un'identità al Film Fest nel segno della centralità mediterranea di Taormina, riportando la competizione, destinata a film provenienti dai Paesi del Mediterraneo. Senza dimenticare le esigenze del Teatro Antico. Sotto la sua gestione è nato il Campus per gli studenti, con le Lezioni di cinema di illustri protagonisti del grande schermo. Due nome su tutti: Robert De Niro e Oliver Stone. Dal 2012 è storia recente: il Taormina FilmFest punta su Tiziana Rocca direttore generale e su Mario Sesti direttore editoriale. Un'accoppiata vincente. Acuto critico e meticoloso selezionatore Mario Sesti, organizzatrice trascinante Tiziana Rocca. Le loro due prime edizioni hanno lasciato un'impronta precisa, tra efficaci Masterclass e pienoni per le spettacolari proiezioni al Teatro Antico, con egregie presenze (da Sophia Loren a Russell Crowe, da Meg Ryan a Jeremy Irons), che si arricchiranno per questa festosa sessantesima edizione. 3 (f.c.) VI dal 14 al 21 giugno Sabato 14 Giugno 2014 Gazzetta del Sud Speciale Film Fest . L’incontro con il cinema si inseriva in un fervore che voleva cancellare le ferite della guerra Ricordo d’una Messina in piena rinascita Gli appuntamenti con l’orchestra di Xavier Cugat e la voce di Abbe Lane segnavano la voglia di divertimento Geri Villaroel MESSINA Per ricreare l’atmosfera della Messina dei mitici Anni 50 bisognerebbe poter rivivere quelle estati in cui la città s’apriva a manifestazioni che la rendevano unica, meravigliosa, entusiasmante. Tutto contribuiva a farle riconoscere primati di palpitante fervore, delirante ebbrezza creativa. Tante le iniziative culturali e festaiole. Un tocco di classe internazionale era costituito dalla terrazza a mare dell’Irrera. Il ritrovo, una prosecuzione dell’omonimo bar di piazza Cairoli, dolce bivacco dei giovani leoni del tempo, costeggiava la Fiera internazionale. La Campionaria, senza se All’Irrera a Mare il ballo dovette essere “regolato” con coccarde di vari colori Ma che città! Messina negli anni Cinquanta era una città molto diversa da quella di oggi. Ferita gravemente dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, seppe trovare la forza per risollevarsi economicamente. La terrazza dell’Irrera a Mare, l’Agosto Messinese, la Dieci ore notturna di automobilismo e altre manifestazioni furono il contraltare “festaiolo” della faticosa ripresa. e senza ma, assieme al teatro dei “Dodicimila” in piazza Municipio, era uno dei fiori all’occhiello dell’allettante Agosto Messinese. La città rifioriva, malgrado la guerra avesse lasciato ferite profonde, mutilazioni e dolore. L’edilizia fu la prima a ridare volto alle deturpazioni, l’industria s’attivò in maniera prodigiosa, la cantieristica balzò all’attenzione mondiale. Probanti segnali di grande ripresa s’avvertivano dal commercio. Un clima di speranza Un clima di così larghe speranze convinse un gruppo di esercenti a creare a Messina la Rassegna internazionale della nuova produzione cinematografica. Al successo dell’iniziativa contribuì la scelta dell’Irrera a Mare, magico luogo d’incontro per le proiezioni. Sotto gli occhi di un pubblico che risorgeva da un passato recente e difficile, s’aprì il mondo fantasmagorico del cinema. I divi, non ancora resi prêt-à-porter e smitizzati dalla televisione, sembravano uscire dalla magica “arcivernice” di Lambicchi, noto fumettista del tempo. Nel locale, dopo le 22, si dava appuntamento la high society, smaniosa di divertimento. Molte signore trovarono marito e vissero momenti fatali. Col tempo fu tanto l’afflusso che il ballo dovette essere regolamentato da coccarde di colore diverso. L’ingresso costava 200 lire, sei volte in più un pasto nel raffinato ristorante su palafitte. Renato Irrera, gran patron del locale, rese di rigore l’abito da sera. Brividi di follia collettiva suscitavano le orchestre internazionali che fecero diventare la terrazza dell’Irrera a Ma- re il palcoscenico dello Stretto. I ferry boat in perenne transito accendevano il civettuolo faro di prua per illuminare le coppie che assiepavano le piste da ballo. A larghi sprazzi, quel turbinio di musiche allora inusitate dell’America latina mitigarono gli echi della guerra, spenti, ma ancora non sopiti. Al ritmo di suggestivi cha cha cha, mambo e samba, l’amore sbocciava facile tra i molti giovani che erano passati dai banchi di scuola alla trincea, dalla penna alla baionetta. Anche loro erano transitati sotto la grande scritta all’arrivo dei traghetti: “Benvenuto ai reduci di guerra”. Su due palcoscenici.(Dall’alto) Virna Lisi, Stefania Sandrelli, Gérard Depardieu e Pippo Baudo al Teatro Antico nel 1983. Eduardo De Filippo e Vittorio Gassman nel 1960. Pino Caruso e Roberto Benigni nel 1981. Renato Rascel e Lello Bersani a Messina nel 1960. Luciana Paluzzi e Domenico Modugno nel 1974. Alberto Sordi con il David di Donatello nel 1972 Quella gioia di vivere È irripetibile, assolutamente strabocchevole la gioia di vivere che pervase quelle generazioni. Solo chi scampa all’orrore di una catastrofe può capirlo appieno, quando il tuffo di un’innocente stella cometa ricordava la cascata di bombe, che ammorbava un cielo di piombo. È impossibile riprodurre l’emozione di coloro che, dal presagio di morte, annunciato dalla sirena d’allarme, passarono alle travolgenti melodie suonate da Armando Orefice and havana cuban boys con Ciquito, un cantante che entusiasmò le giovanissime. L’atmosfera del locale era resa intrigante, da cafè chantant, dalla seducente voce di Abbe Lane, accompagnata dalla famosa orchestra diretta dal marito, Xavier Cugat. La città dello Stretto, divenuta polo di smaniosa attrazione, non riusciva più a contenere la marea di turisti che l’affollavano. Era tutto il mondo a tirarsi su e Messina col mondo.3 VII Gazzetta del Sud Sabato 14 Giugno 2014 Speciale Film Fest dal 14 al 21 giugno . La Perla dello Jonio nel dopoguerra era punto d’incontro d’intellettuali, artisti e viveur Taormina, provincia della “dolce vita” Il mondo del cinema alimentò la leggenda, dal San Domenico al locale notturno “Le Palmare” La Rassegna cinematografica si spostò prima parzialmente, poi definitivamente a Taormina. Altro giro, diversa suggestività, nuovo tono con i David di Donatello, realizzati in oro massiccio. L’atmosfera cambiò fascino, però senza perdere in emozioni, nel perenne e sconfinato asse tra Etna e Teatro antico. Il mitico San Domenico in cui, dal chiostro al giardino s’avvertivano vestigia conventuali, ospitava il quartier generale della Rassegna. Verso il calar del sole gli avventori dei bar passavano da sciatto-mare ad eleganza-Rassegna. I locali più affollati erano quelli della piazza principale: il Wunderbar con l’affaccio dei tavoli sullo stra- Indimenticabili le liti Taylor-Burton e le bevute di Peter O’ Toole e Rex Harrison Bagno di folla La vita mondana dei divi (e di tutti coloro che, a vario titolo, cercavano di entrare nel loro mondo) faceva da contrasto con il clima da festa popolare che si respirava nella notte dei David nel Teatro Antico. Una lunga passerella portava gli attori letteralmente in mezzo alle gente: un bagno di folla unico al mondo e inimitabile per qualsiasi festival. piombo a mare; il Mocambo che ha all’interno un murale del pittore francese Christian Bernard, che raffigura alcuni dei protagonisti della “dolce vita” taorminese. La “Disneyland del peccato”, così un giornale di Los Angeles definì la Taormina del dopoguerra, «frequentata da una colonia di stranieri, sempre più folta, chiassosa e sfrontata». Stelle, stelline e Nobel Altra storia, pur sempre densa di suggestività, “raccontava” l’albergo Timeo, che, a dire del proprietario, il cav. Lo Turco, aveva ospitato lo Zar. A ridosso del Teatro Antico divenne sede ideale per interviste, cocktail party e quant’altro fosse di supporto allo spettacolo. Al fascino d’insieme s’aggiungeva il terrazzo, luogo preferito per le meditazioni del premio Nobel André Gide. L’hotel a suo tempo aveva ospitato il barone tedesco von Gloeden, che amava fotografare sfacciati nudi maschili d’adolescenti, che mandarono in delirio i perversi salotti di Berlino. In un clima di suggestione e turbamenti, la manifestazione, già partita alla grande, crebbe al punto da diventare luogo d’incontro della stampa nazionale ed internazionale. Critici delle varie testate ambivano essere accreditati alla Rassegna. S’avvertì la necessità di costituire un comitato di giornalisti cinematografici siciliani, per scegliere nella sala Vaccà di Roma i film che sarebbero stati proiettati al Teatro Antico. Nel 1958, quando arrivarono i famosi David, ebbero i maggiori consensi i film “Arianna” e “Le notti di Cabiria”. L’atmosfera letteraria e godereccia s’addensava nel salotto d’ispirazione demodé d’una vecchia villa padronale dal giardino fiammante di gerani adattata a locale notturno: “Le Palmare”, quasi dirimpettaia al San Domenico. Tra gli avventori gente di cinema e di teatro, intellettuali, blasonati, ricche ereditiere a caccia d’emozioni. C’erano state Marlene Dietrich, Sarah Churchill, Svetlana Kruscev. Tra i bevitori incalliti, Rex Harrison e Peter O’Toole, mentre Richard Burton affogava nel whisky le furibonde liti con Liz Taylor, la bella e caparbia moglie. Ad accogliere gli ospiti in abito da sera era il proprietario, lo svizzero Fritz Metzger, snob e omosessuale dichiarato. Tra gli stravaganti avventori, il barone Agostino La Lomia, che esibiva un merlo indiano sulla spalla sinistra. Attori e “professori”. (Dall’alto) Russell Crowe riceve il “Taormina Arte Award” nel 2013. Tom Cruise nel 2000, premiato con il Nastro d’argento speciale. Giuseppe Tornatore ed Ennio Morricone con i Nastri d’argento 2013. Nanni Moretti nel 2011, quando ebbe ben sei premi su sette candidature. Robert De Niro, docente di cinema nel 2010. Il regista statunitense Oliver Stone, anche lui presente nel ruolo di insegnante, con il “Taormina Arte Award” del 2011, creato dall’orafo calabrese Gerardo Sacco Beautiful! Wunderbar! Altro locale dov’era possibile incontrare divi e personaggi d’ogni genere era “La Giara” sul corso Umberto. Il locale era perennemente sorvegliato dai fotoreporter con in testa l’onnipresente Michelangelo Vizzini. Tra gli habitué il giornalista della Rai Lello Bersani, che spesso s’accompagnava a “mammà”, Gian Luigi Rondi. Ogni suggestiva atmosfera trovava compendio nel botto finale con la notte delle stelle al teatro Antico. Lo spettacolo, ripreso dalla Rai, raggiungeva il parossismo quando ondeggiavano le candeline, accese dalla straripante folla. Lo stupore correva sul filo dei commenti: «Beautiful!», «Wunderbar!» o anche l’abusato «Molto pittoresco!». 3 (g.v.) VIII . Sabato 14 Giugno 2014 Gazzetta del Sud