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www.latramontana.org Vergemoli - Eccoci di nuovo qua, con l`uscita
... ogni tre mesi a casa tua
Anno 8 – N. 2 – Giugno 2012
Estate
Dir. Resp.: Dott. Daniele Marchetti Comitato di Redazione: Marianna Assoggiu, Daniele Marchetti, Cesare Passigni Collaboratori:
Aldo Bertozzi, Massimiliano Cia, Laura Giannini, Vania Lippi, Alessia Martini
Stampa Tip. Gasperetti – Fornaci di Barga Aut. Trib. N. 814 del 18/02/05
www.latramontana.org
Scorcio di strada Vergemoli-Grotta del Vento (FOTO ARCHIVIO GROTTA)
Vergemoli - Eccoci di nuovo qua, con l’uscita estiva de La Tramontana,
ed in effetti, al momento in cui scriviamo, ci stiamo godendo un anticipo
d’estate fin troppo caldo (forse perché proprio oggi è il solstizio
d’estate?!). Generalmente raccogliamo in questo editoriale i pensieri dei
tre mesi appena trascorsi, spesso collegati ad eventi che hanno coinvolto il
nostro territorio.
Un primo pensiero, positivo, va alla solidarietà che da sempre si manifesta
tra paesani ogni qualvolta una persona si trova impossibilitata a curare,
per esempio, i propri campi o più semplicemente il proprio orticello...
quando un infortunio o una malattia impediscono che ciò avvenga, è bello
vedere come, nelle nostre piccole comunità, ognuno si prodiga per aiutare
chi non può; fa piacere vedere che, almeno da noi, esiste ancora questo
sentimento solidale, che spesso scatta senza che nemmeno debba essere
richiesto, e questa spontaneità non fa che accrescere il valore del gesto
stesso.
Ci sono poi, purtroppo, riflessioni tristi su fatti che hanno toccato i nostri
paesi nei mesi appena trascorsi: lo scorso 13 giugno la Corte d’Appello di
Firenze ha ridotto da 30 a 16 anni la pena inflitta a Simone Baroncini per
l’orrendo assassinio di Vanessa Simonini, uccisa a soli 20 anni l’otto
dicembre del 2009. Vanessa aveva origini vergemoline, era una ragazza
molto dolce e, sinceramente, siamo sconcertati da come sia stato possibile
concedere le “attenuanti generiche” a chi si è reso autore di un simile,
efferato gesto.
Usando una frase spesso abusata,
è come se Vanessa sia stata
uccisa una seconda volta, e non
ci riesce capire come i giudici di
Firenze, autori della sentenza,
possano sentirsi a posto con la
propria coscienza e possano dormire serenamente quando arrivano alla sera. Probabilmente non
hanno figli, ma non riteniamo
che questo sia sufficiente per
giustificarli.
Per quanto concerne il nostro
giornalino, ha visto la luce
l’Associazione Culturale La
Tramontana, che non appena
espletate le ultime formalità di
una burocrazia tipicamente italiana, potrà finalmente occuparsi di
curare, preparare e far crescere
La Tramontana nella più totale
libertà, come si conviene ad un
giornale che ha la prerogativa,
fin dalla sua nascita, di essere il
giornale di tutti.
Ringraziamo fin da ora tutti
coloro che ci hanno recentemente rinnovato il proprio sostegno
economico, con un pensiero particolare per Urano Cipriani che
vive in Canada. Tutte queste
persone devono ignorare il bollettino prestampato che alleghiamo; a tutti gli altri ricordiamo che, con un contributo di 10
euro, potranno garantirsi il ricevimento del nostro giornalino
fino alla prossima estate. Nel
frattempo auguriamo a tutti i
lettori una buona estate 2012.
Potremmo definirli gli strani incroci della vita, di quando il destino si mette a giocare con le persone...
Stavamo approntando un bell’articolo su due “giovanotte” di Calomini
che, a distanza di poche settimane, avevano entrambe compiuto 95 anni:
ed erano 95 anni portati davvero
a testa alta, poiché sia Fernanda
(foto a sinistra) che Virginia
(foto a destra), nonostante i loro
piccoli e grandi acciacchi, erano
complessivamente in buona
forma. Il 4 aprile era stato il
compleanno di Fernanda, mentre
l’1 giugno era stata la volta di
Virginia. Poi, nel pomeriggio di
martedì 12 giugno, il cuore
malandato di Fernanda ha cessato
di battere e così, con la
discrezione che l’ha sempre
contraddistinta, Fernanda ci ha
salutato lasciando un gran vuoto nel paese, dove il suo sorriso dolce
mancherà a tutti. La Redazione è vicina alle figlie, al figlio ed ai
nipoti.
15 luglio Fornovolasco
ore 9.30 7° SKY RACE
ALPI APUANE
21 luglio Eremo di Calomini
ore 18
CONCERTO DI
MUSICA SACRA
5 agosto Vergemoli
ore 15 41° BOCCABUGIA
Lo scorso 14 gennaio, all’ospedale di Barga, è nato Samuele Bertellotti.
Tanti auguri ai genitori Andrea e Teresa da parte degli zii del piccolo
Samuele, Francesco e Katy, ai quali si unisce la nostra Redazione.
Il 13 marzo è nato
all’Ospedale di
Pisa Gabriele
Tardelli, figlio di
Luca e Silvia
Rondon, un bel
bimbo che ha tutte
le carte in regola
per diventare un
buon vergemolino!
Tanti auguri ai
nonni Sergio
Tardelli e Maria
Teresa di Pede, e
agli zii Romano ed
Alvaro, da parte
della Redazione e
di tutti i parenti
vergemolini.
18 agosto Fornovolasco
ore 20 9° FESTA DELLA TROTA
Il 30 aprile è nata
all’Ospedale di Santa
Maria Annunziata a
Ponte a Niccheri,
Firenze, Olivia
Bertoncini, figlia di
Americo e di Marta
Mugelli. La bella bimba,
assieme ai suoi genitori,
è già venuta a trovarci a
Vergemoli e speriamo di
riaverla presto tra di noi.
Auguri alla famiglia, alla
bisnonna vergemolina
Natalia Stefani, ai nonni
Gloria e Giuliano, allo
zio fiorentino Matteo e
allo zio vergemolino
David da parte di tutta la
Redazione.
Si ricordano gli orari di apertura al pubblico del Comune:
MARTEDI’ E GIOVEDI’: 9.0013.00
SABATO: 9.00-12.00
Per incontri con i Responsabili
si prega di prendere appuntamento (0583-764716).
Si ricorda il nuovo orario
dell’Ufficio Postale :
LUNEDI’ E GIOVEDI’: 8.1513.45 - SABATO: 8.15-12.45
Sono terminati i lavori al campanile
di Vergemoli finanziati da ARCUS
S.p.a. e realizzati dalla ditta Sabato
Leonardo di Potenza.
I lavori hanno riportato la struttura
all’originaria bellezza, oltre che averne rafforzato le strutture per scongiurarne l’imminente crollo, che aveva spinto il sindaco ad emettere
un’ordinanza di chiusura di tutta la
piazza.
I lavori sono stati progettati e diretti
dall’architetto Vanessa Verucchi e la
sicurezza seguita dall’Ing. Massimo
Cecchi.
La ditta Sabato ha inoltre regalato al
paese ed alla parrocchia i lavori di
risanamento del muro di contenimento della piazza della chiesa, all’ingresso alla piazza stessa.
Globalmente possiamo dire che tutto
il centro storico di Vergemoli è oggi
visibilmente rinnovato.
Sono stati appaltati alla cooperativa
Terra Uomini Ambiente alcuni lavori
finanzati dal comune e dalla Protezione Civile Regionale di messa in
sicurezza di un tratto di strada per la
loc. Eremo di Calomini, che consistono nella posa di rete metallica a
contatto lungo la parete rocciosa che
sovrasta la strada stessa.
È stata esperita la gara di appalto dei
lavori di “Riqualificazione del
centro storico di Calomini 1°
stralcio” dell’importo totale del lotto
di € 205.000, vinta provvisoriamente
dalla ditta Terna Artigiani Edili. I
lavori consisteranno nella realizzazione di nuova linea di acquedotto e
di fognatura per l’asse principale di
Calomini (Via della Torre) dall’Oratorio del paese alla chiesa di San
Tommaso.
Il Consiglio comunale ha deciso di
intitolare il Centro Giovanile di
Fornovolasco alla memoria di
Giuseppe Nardini che è stato presidente del Parco Regionale delle Alpi
Apuane dal 2004 fino all’improvvisa
scomparsa, avvenuta nello scorso
marzo.
Verrà inoltre ceduta la proprietà della
struttura per il 50% al Parco Regionale ed indetto un bando per la
gestione dell’immobile.
Il Parco Regionale delle Alpi Apuane
ha appaltato i lavori per la realizzazione di un’area attrezzata alla
sosta a servizio del Centro Giovanile di Fornovolasco, finanziato anche con il contributo del Comune.
La nostra carissima ragioniera Marta Giovannetti alla fine del mese di
giugno purtroppo cesserà di prestare
servizio presso il Comune di Vergemoli in quanto è venuta meno la
convenzione che ci legava con il
comune di Fabbriche di Vallico, del
quale lei è dipendente. L’Amministrazione comunale ed i colleghi porgono
i propri calorosi saluti, ai quali si
aggiunge la Redazione de La Tramontana.
Dal primo luglio, infatti, il suo posto
verrà occupato dalla ragioniera Giulietta Romei, dipendente del Comune
di Piazza al Serchio a cui l’Amministrazione ed i colleghi porgono il
benvenuto con la sicurezza che insieme verrà svolto un ottimo lavoro.
La Terna Venieri, uno dei mezzi più
importanti ed utili di proprietà
dell’Amministrazione comunale, è
tornata in uso dopo un lungo periodo
di manutenzione.
L’ufficio del catasto ha emesso alcuni
accertamenti a carico di proprietari
di terreni sui quali è stata riscontrata
la presenza di fabbricati MAI
dichiarati al catasto, i cosiddetti
“fabbricati fantasma”.
Sull’albo pretorio on line all’indirizzo
www.comune.vergemoli.lu.it/index.
php/165/ è possibile consultare
l’elenco nominativo di coloro che
sono stati “multati” dal catasto.
Anche il Comune è stato “richiamato”
e deve accatastare alcuni immobili
“fantasma”: ampliamenti di cimiteri
ed addirittura la sede comunale,
realizzata oltre 40 anni fa. Tutti
coloro che risultano negli elenchi
sono pregati di rivolgersi alla sede
comunale per ritirare l’avviso.
Dovranno, poi, recarsi dal tecnico di
fiducia per esperire alcune pratiche
necessarie a completare l’iter di
accatastamento.
I lavori alla frana sulla strada
comunale Campolemisi - San Pellegrinetto, nelle vicinanze del bivio per
Cortevecchia, sono conclusi e la strada è ora liberamente transitabile.
Lo scorso aprile il tribunale di Lucca
aveva ordinato il pignoramento fino
al raggiungimento della somma di
oltre 500.000 euro del conto bancario di tesoreria del Comune. Questo
in conseguenza alla condanna di risarcimento alla sig.ra Benedetti a seguito
dei danni subiti per un sasso che
l’aveva colpita su una spalla all’Eremo di Calomini. Il 6 giugno c’è stata
un’udienza in tribunale ed il giudice
ha svincolato il conto corrente, ma il
Comune ha pagato alla sig.ra Benedetti la somma di circa 115.000 euro
a titolo di risarcimento danni.
AVVISO
A PARTIRE DA LUGLIO
IL DOTTOR ROBERTO
BUFO, ASSESSORE DEL
NOSTRO COMUNE, SARA’ A DISPOSIZIONE
TUTTI I GIOVEDI’ MATTINA DALLE 10.30 ALLE
12, NEGLI UFFICI COMUNALI, PER PROBLEMATICHE DI CARATTERE
GIURIDICO-LEGALE.
QUANTI SIAMO… al 31/5
resid. famiglie
Vergemoli
143
Fornovolasco 79
Calomini
51
Campolemisi
37
S. Pellegrinetto 24
91
41
33
22
17
Totale: 334 residenti (204
famiglie)
NATI:
Isabella Vichi (22/02/2012)
Alessio Viviani (13/03/2012)
MORTI:
Dario Venturelli
(30/03/2012 90 anni)
Si sono conclusi i lavori di ristrutturazione della torre
campanaria alla chiesa parrocchiale di Vergemoli. Adesso il
campanile è consolidato e restaurato, così come i muri che
circondano la chiesa. Il
risultato
di
questa
ristrutturazione,
ad
opera della ditta Sabato
di Avigliano, Potenza,
ha lasciato tutti gli
abitanti molto soddisfatti e le strutture
murarie hanno acquisito nuovo splendore
grazie alla malta antica
usata, che risalta la
bellezza delle pietre, alle leghe che rendono più sicuro il
campanile e all’ottimo lavoro realizzato dalla ditta. L’orologio è
stato ripulito e per un breve periodo è tornato pure a
funzionare, fermandosi però purtroppo dopo pochi giorni; le
campane suonano di nuovo ogni volta che viene celebrata la
Messa e tutti quelli che arrivano a Vergemoli, a distanza di
tempo, restano colpiti dalla bellezza ritrovata dalla nostra
chiesa e dalla piazza che è davanti. Per la conclusione dei
lavori è stata fatta una grande festa nel teatrino parrocchiale,
occasione questa per festeggiare anche i lavoratori che hanno
portato a termine il restauro. Antonio e Domenico (nella foto),
durante i mesi di permanenza a Vergemoli, hanno rinnovato il
rapporto di amicizia con l’intera comunità vergemolina,
inserendosi
perfettamente nei nostri ritmi e nelle
nostre abitudini.
Ed è dispiaciuto a
tutti, loro compresi, doversi salutare.
Speriamo che possano tornare presto a lavorare nel
nostro paese.
Stentano invece a
proseguire i lavori
di ristrutturazione di Palazzo Roni. Dai giorni antecedenti la
Pasqua la ditta appaltatrice dei lavori è tornata sul cantiere
poche volte, e nel frattempo si è reso necessario sgombrare la
Biblioteca comunale, da pochi anni riordinata ed inaugurata,
per far posto agli uffici postali, che vi troveranno una sede
provvisoria. È stata sgombrata anche la sede della Pro loco,
che era ospitata in un locale adiacente alla Biblioteca, per
blindare finestre e porta, opere necessarie da effettuare prima
del trasferimento della Posta dalla sede attuale. Peccato che i
locali di Palazzo Roni non fossero ancora pronti!
L’estate si sa è il periodo in cui stiamo
più volentieri all’aria aperta, incontrando i
paesani e godendo della nostra aria
fresca e pulita che in tanti ci invidiano. E
guardando i nostri monti e il verde che ci
circonda, può nascere una poesia come
quella che Selso Savoli ha creato e ha
voluto condividere con noi.
Il mio terrazzo di Vergemoli
Quando l’estate calda si avvicina
è bello e dolce il trovar riposo,
alzarsi presto di mattina,
ed innaffiare l’orto bisognoso.
Mi adagio verso sera sul terrazzo,
c’è un venticello fresco e inaspettato,
il canto degli uccelli è ormai cessato,
vien fatto di ammirare il bel creato.
Si sente in lontananza un aeroplano,
scompare tra il monte che circonda,
e, mentre lui va assai lontano,
nell’orecchio rimane il suon dell’onda.
Lungo la strada del paese
passan d’estate proprio in tanti,
gente gentile e assai cortese,
tornano al natio borgo gli abitanti.
E dalla Pania l’aria fresca è scesa,
spandendo intorno i profumi del giardino,
la luna mi ha lasciato, a gran sorpresa,
mentre mi è capitato un pisolino.
Ma è giunta l’ora di andar a dormire,
pensando al giorno ch’è terminato,
mi sento proprio di dovermi dire
che il mio terrazzo è da me molto amato.
Vi aspettiamo numerosi alla 41°
edizione del concorso di poesia
estemporanea Il Boccabugia,
che si terrà domenica 5 agosto
nell’area verde di Vergemoli. Vi
aspettano grandi sorprese, oltre
che il consueto duellare dei poeti a suon di rime. Chi volesse
partecipare con un banchetto di
prodotti artigianali alla ormai
consueta mostra-mercato, può
rivolgersi per l’iscrizione gratuita al numero 0583 764716.
Parlando degli avvenimenti che sono accaduti ai nostri
bimbi nel trimestre che separa l’uscita della scorsa
edizione del giornalino da quella odierna, ricordiamo che
il 3 giugno nella Chiesa di San Jacopo a Gallicano i
piccoli Marta Argentini e Sebastian Baldi hanno fatto la
Prima Comunione, circondati dall’affetto dei
genitori, dei parenti e
degli amici.
I più grandicelli, Luca Tamarri, Julia Graziani
ed Elena Argentini, il 25 luglio riceveranno il
Sacramento della Cresima, sempre nella
Chiesa di San Jacopo. Auguri quindi a tutti
loro, per un
cammino
di
fede proficuo.
E
vacanze
meritate e riposo per tutti
i
nostri
bambini e ragazzi!
L’anno
scolastico si è finalmente concluso e ora dobbiamo solo pensare
a divertirci! Speriamo che questa estate tutta
vergemolina sia ricca di occasioni e di feste
organizzate anche per i nostri bimbi!
Vogliamo ricordarvi ancora una volta i nostri contatti, invitandovi a
comunicarci qualsiasi notizia o a fare qualsiasi tipo di commento: potete
farlo all’indirizzo mail [email protected], oppure al numero
348/0148292. Potrete inoltre trovare aggiornamenti in tempo reale su fatti
o manifestazioni (cosa impossibile da fare col giornalino vista la sua cadenza
trimestrale) sul gruppo facebook “La Tramontana” (iscrivetevi!!) e sul
nostro sito www.latramontana.org, sul quale trovate anche tutte le vecchie
edizioni del nostro giornale.
La primavera calominese è corsa via leggera, alternando
periodi di bel tempo a giornate piovose e fresche, e chissà
che non sia stato un buon clima per le nostre viti ed i nostri
olivi, che ad oggi sembrano promettere un ottimo raccolto.
Come ormai è consuetudine, nel pomeriggio di Pasquetta
ci siamo ritrovati alla ex scuola per fare merenda tutti
insieme, chiudendo poi la festa con una tombolata tra i
presenti.
La domenica successiva, 15 aprile, pranzo paesano nei
soliti locali, e solita tombola che, a breve distanza
dall’altra, è stata motivo di rivincite per i perdenti di
Pasquetta.
Domenica 29 aprile, di prima mattina, ci siamo ritrovati tutti assieme, armati di decespugliatori e rastrelli, per pulire la vigna della
Chiesa parrocchiale, mentre i più esperti potavano e legavano le viti.
Peccato per la pioggia che, arrivata in tarda mattinata, ci ha impedito di
fermarci quanto
avremmo voluto,
non impedendoci
però di fare una
bella colazione con
la squisita spalla
di maiale che Giulio aveva vinto alla
tombolata e che ha
voluto condividere
con i paesani. Il
ciclo si è chiuso
nel pomeriggio di
venerdì 11 maggio quando, sempre nella vigna della
Chiesa, Luca ha preparato una squisita pizza per la gioia
dei molti paesani presenti.
Nelle settimane scorse, il paesello si è arricchito di nuova segnaletica:
all’ingresso del paese è stato posto il cartello “Paese della Befana” a
testimoniare quanto la festa dell’Epifania, nella fattispecie la sera della
vigilia, sia una festa tradizionale che, a Calomini, si tramanda da generazioni, senza mai aver perso quel sapore antico che la caratterizza e
senza mai essere stata stravolta col passare degli anni. Peraltro, per
non gravare sulle già poco floride casse comunali, il cartello è stato
realizzato a spese del paese. Pochi metri più avanti, in località “La
maestaina”, c’è un nuovo cartello per l’Eremo che dovrebbe essere
d’aiuto alle decine di turisti che ogni anno giungono a Calomini convinti
di trovarsi invece al Santuario dell’Eremita.
Un ringraziamento caloroso a Valter, a
Graeme, a Rocco e a tutti coloro che,
nelle scorse settimane, hanno contribuito
in svariati modi a tenere il paese pulito,
tagliando l’erba al parco giochi e alla
scuola, e ripulendo la strada comunale ed
i suoi chiusini, rappresentando così un
ottimo esempio per tutti.
e sementi, ci vogliono paletti e rete per poter
essere contadini perfetti!
È tempo di raccolti e, come ogni anno, c’è sempre
qualcuno che è felice di trovare cibo in abbondanza. A causa dell’abbandono dei boschi,
cinghiali e istrici hanno difficoltà a procurarsi il
cibo, così si avvicinano sempre di più alle case. Il
problema è che ogni notte passano a fare razzia, e
alla fine siamo costretti a recintare i campi
coltivati per poter beneficiare, almeno in parte, del
tanto sudato lavoro. È più fortunato chi si imbatte
in un’istrice, perché se la cava con le patate... chi,
invece, deve far fronte ai cinghiali perde patate,
pomodori, insalata, e in pratica tutto l’orto, perché
scavano e distruggono tutto. Quindi, oltre a zappa
Campolemisi è situato in
una zona ad alto rischio
sismico, ma fortunatamente
sono state avvertite in maniera lieve le scosse di terremoto che hanno messo in
ginocchio l’Emilia. E tra i
più anziani subito è scattato
il ricordo e l’empatia per le
vittime emiliane. Nel 1985
anche Campolemisi è stata
colta di soprassalto dal
terremoto e la paura si è
subito rinnovata. A quel
tempo il Comune aveva
messo in allerta la popolazione consigliando di lasciare le case e di rifugiarsi
nelle capanne con il tetto di
paglia. Ad oggi questo è
impossibile, un po’ perché
non ci sono più capanne di
paglia, un po’ perché nessuno sarebbe più disposto a
dormirci... tutti a quel tempo hanno obbedito e sono
sfollati nelle capanne, e fortunatamente lo sciame sismico previsto non causò nessun danno. Chi lo ha vissuto però è stato
traumatizzato dal dover lasciare la casa. Per questo siamo nel
cuore di coloro che, oltre al terremoto, hanno visto crollare la
propria casa e i propri sacrifici per dover dormire nelle tende,
chissà poi per quanto tempo. Campolemisi, tramite la
Misericordia a cui molti sono associati, partecipa alla
ricostruzione grazie alla raccolta fondi, con la speranza che
ogni piccolo gesto contribuisca ad essere parte di un movimento più grande di soccorso e sostegno alle popolazioni
colpite.
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Il problema del Cinipide Galligeno, la malattia dei castagni che ha ormai invaso tutta la valle e che
abbiamo tristemente imparato a conoscere,
si fa sentire anche nel nostro comune. Ce
ne aveva parlato in anteprima la nostra
Alessia nel numero di giugno 2011, ma
adesso siamo arrivati ad un punto in cui,
sull’intero territorio comunale, che è molto
ricco di castagni, la malattia, con il germogliare delle foglie dei castagni, si è
mostrata in tutta la sua devastazione. Le
chiome dei castagni si riempiono infatti di
bacche rosse, come ciliegie, compromettendo lo sviluppo delle foglie e quello dei
frutti, le castagne. Purtroppo per contrastare questo problema l’unica soluzione è
mettere a punto un’arma biologica, cioè un
insetto parassitoide del Cinipide, il Torymus sinensis; in sostanza si tratta di introdurre nell’ambiente un insetto che si nutra del Cinipide, così da fermarne la diffusione e interrompere questa
disastrosa malattia del castagno. Nel 2010
in Toscana sono stati liberati i primi
Torymus in ben cinque siti; nel 2011 i siti
sono stati 26, di cui cinque in Mediavalle.
Un mese fa sono stati liberati Torymus in
altri 33 siti in tutta Italia, di cui sei in
Garfagnana e Mediavalle (Minucciano,
Piazza al Serchio, Fabbriche di Vallico,
Pescaglia, Villa Basilica e Careggine);
inoltre sono stati fatti due lanci al centro di
moltiplicazione Torymus, presso il Vivaio
La Piana di Camporgiano. La raccomandazione che viene fatta è quella di non
abbandonare i castagneti, di tenere gli
alberi potati e puliti e il prossimo anno,
grazie ad un progetto della Regione Toscana per incubare e allevare Torymus, saranno sparsi sul
territorio insetti riprodotti nei nostri luoghi.
Castagneti in zona San Pellegrinetto e Fornovolasco
A questo punto anche noi, provando a fare i giornalisti seri, abbiamo voluto chiedere lumi su questa
malattia, sul suo evolversi e sulle prospettive future. L’Unione dei Comuni della Garfagnana ci fa sapere
che, purtroppo, nei prossimi due/tre anni la situazione è destinata a peggiorare, e che l’unico rimedio
attuabile è, appunto, il lancio del Torymus sinensis (foto a destra). Peccato che la popolazione del Cinipide
(foto a sinistra) è fatta di sole femmine, peraltro molto
prolifiche, diversamente dal Torymus che è un insieme di
maschi e di femmine, purtroppo non troppo prolifiche.
Prima di vedere cambiamenti in positivo dovrà essere
ricomposto l’equilibrio tra preda e predatore, e speriamo
che
ciò
avvenga in
tempi relativamente
rapidi. Nel
frattempo
possiamo
consolarci
sapendo
che i castagni, per quanto attaccati dal Cinipide, non muoiono e,
nel giro di qualche anno, torneranno produttivi come prima,
cosa che sta già avvenendo in Piemonte dove, nelle prime
zone colpite dalla malattia, i castagni stanno recuperando in
pieno la loro vitalità.
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MI MERAVIGLIO, REVERENDO!
di Aldo Bertozzi
C’era una volta (non cominciavano così le vecchie fole?) nel paese di Fornovolasco un anziano
parroco che si chiamava don Odoacre. Non molto alto, di corporatura esile, con un’espressione del viso franca
ed aperta nella quale spiccavano due pomelli rubizzi sulle gote ed un grosso neo all’altezza della tempia
destra, era stato mandato a reggere la parrocchia molti anni prima ed aveva saputo conquistarsi i fedeli con la
sua dedizione pastorale e la sua disponibilità umana, sempre pronto com’era ad accorrere per assistere gli
infermi, consolare gli afflitti e mettere una buona parola per calmare gli animi e sedare gli inevitabili attriti che a
volte scoppiavano tra i paesani.
Non gli riconoscevano particolari debolezze verso l’altro sesso (si era preso come perpetua una
sorella più anziana di lui, al riparo da qualsiasi tentazione), non era dedito ai piaceri della tavola, non fumava e
non sapeva guidare l’automobile, per cui si spostava in corriera o, più spesso, chiedendo qualche passaggio ai
parrocchiani. Era andato qualche volta a caccia e a pesca, ma in entrambi i casi con scarsi risultati per cui
aveva finito con il trascurare anche queste attività, cosicché, a parte lo studio dei sacri testi, i suoi svaghi si
sostanziavano nel leggere il giornale, nell’ascoltare la radio e nel seguire le imprese sportive della sua squadra
del cuore, la Juventus.
Come si è detto, svolgeva con impegno la sua alta missione di parroco e teneva molto alla cura della
Chiesa e della Canonica, dove accoglieva volentieri i giovani, che però storcevano il naso per la sua eccessiva
parsimonia. Ecco, se don Odoacre aveva un limite era proprio quello di un’esagerata oculatezza nello spendere
(che i parrocchiani chiamavano ‘taccagneria’).
Questo suo aspetto però non si evidenziava quanto alle spese personali (l’uomo non aveva pretese
particolari; si accontentava di pasti frugali, beveva pochissimo e non aveva ambizioni di vestirsi in modo
elegante o raffinato; non possedeva apparecchi televisivi e si riscaldava con la legna ottenuta con il taglio
periodico di qualche albero di alcuni boschi di proprietà della parrocchia), ma si manifestava allorché sorgeva la
necessità di far fronte a spese necessarie per la Chiesa, la Canonica o la loro dotazione. In tali casi non si
peritava di chiedere ai suoi fedeli di intervenire mettendo a diposizione gratuitamente le proprie energie sia
fisiche che economiche, con un ragionamento certamente dotato di una sua logica.
“La Chiesa” egli diceva “appartiene a tutti i parrocchiani che vi si possono recare quando vogliono per
assistere ai riti del culto, per confessarsi, per pregare, per parlare con il prete e chiedergli consigli e
suggerimenti. Ora come nessuno, quando compie o fa compiere lavori di sistemazione o miglioramento in casa
propria chiede sovvenzioni o versa compensi ai familiari che vivono con lui e godono del bene comune, così è
doveroso che i parrocchiani sostengano gli sforzi fisici ed economici necessari alle riparazioni o all’abbellimento
della Chiesa, che è bene di tutti quanti”.
***
Questo ragionamento di don Odoacre trovava la gente concorde solo parzialmente. La maggioranza
dei fedeli infatti riteneva che le pretese del parroco fossero valide nel caso di prestazioni rientranti nella comune
attività delle persone ed effettuabili fuori dal proprio orario di lavoro, mentre ciò non potesse essere ove la
richiesta comportasse la necessità di affrontare spese, a volte anche di una certa rilevanza, per
approvvigionarsi delle materie prime, e ciò anche perché oggettivamente non c’era nessuno tra i parrocchiani
che navigasse nell’oro. Insomma si diceva: “Io posso anche mettere a disposizione della Chiesa gratuitamente
la mia attività lavorativa, ma se affronto delle spese, intendo mi venga pagato quanto ho sborsato in proposito”.
Quando perciò si presentava un’eventualità di quest’ultimo tipo si assisteva spesso ad una sorta di
originale balletto in cui il parroco chiedeva, sapendo di non ottenere e colui cui egli si era rivolto prometteva,
sapendo che non avrebbe mantenuto.
Ma una volta accadde un evento più grave del solito.
Un violentissimo temporale, con lampi e tuoni fortissimi, si era abbattuto sul paese ed un fulmine si era
scaricato contro la porta della Chiesa, danneggiandola irreparabilmente.
Era dunque assolutamente necessario rimediare al danno, installando un nuovo portale, non solo
perché l’edificio sacro era esposto alle intemperie, ma anche perché, aperto com’era, poteva costituire oggetto
di furti sacrileghi durante le ore notturne o quando mancava qualsiasi forma di sorveglianza.
Erano però tempi duri per tutti e le prediche con le relative invocazioni di aiuti economici rivolte da don
Odoacre ai fedeli durante le messe erano rimaste lettera morta.
Fu così che il povero parroco decise di rivolgersi a Cosimo, il falegname locale, incaricandolo di
provvedere a dotare la Chiesa di un’altra porta in luogo di quella distrutta dal fulmine.
Cosimo, conoscendo il carattere ed il modo di comportarsi di don Odoacre al riguardo, prima tergiversò, dicendo
di avere molto da fare, sostenendo che per un simile lavoro necessitava un operaio specializzato,
quale egli non era, ed arrivando, da ultimo, a parlare chiaro al parroco:
“Vede, don Odoacre, io potrei anche cercare di attivarmi, recuperando da qualche artigiano una porta
o facendone magari una io e poi installarla sulla Chiesa. Sarei anche disposto a non chiedere nulla per il mio
lavoro, ma io la conosco e so che lei pretenderebbe che mi accollassi anche le spese per le materie prime e ciò
non mi è proprio possibile, perché queste rappresentano la parte più rilevante del costo dell’opera di ripristino
ed io non posso permettermi di affrontarla”.
Don Odoacre cercò di intavolare il discorso sulla Chiesa come casa di tutti, ma Cosimo non ci sentiva
per cui alla fine disse al falegname: “Va bene, non si può fare a meno di quella porta. Tu falla e poi mandami il
conto delle spese. Vedrai che qualcuno ti pagherà”.
E Cosimo si mise al lavoro.
Un mese dopo la Chiesa di Fornovolasco aveva una bella porta nuova di legno massello, orgoglio di
tutti gli abitanti del borgo.
***
Cosimo però non era felice come i suoi compaesani.
A distanza di sei mesi don Odoacre, pur continuando a promettere un sollecito pagamento, non aveva
tirato fuori neanche una lira e così il nostro falegname si rivolse ad un avvocato che scrisse una lettera al
parroco in cui reclamava il pagamento, se non altro delle spese vive sostenute dal suo cliente, minacciando, in
difetto, di interessare della vicenda la Curia.
Vistosi messo alle strette, don Odoacre non poté far altro che far pervenire a Cosimo la somma
dovuta, ma volle prendersi una rivincita morale nei confronti del falegname ed accompagnò la rimessa in denaro
con un biglietto così concepito: “Ti mando quanto insistentemente richiestomi, ma sappi che sono soldi rubati!”.
Cosimo lesse il biglietto e si sentì offeso. Ma come, aveva lavorato con grande solerzia, trascurando altri
lavori, non aveva preteso niente per la sua attività, chiedendo solamente il ristoro delle spese vive affrontate ed
ora doveva subire anche una reprimenda ed un umiliazione morale?
Era troppo.
Così prese carta e penna e scrisse un biglietto al parroco di questo tenore: “Egregio don Odoacre, ho ricevuto
i suoi soldi e la ringrazio. Sappia inoltre che non mi importa il modo in cui se li è procurati. Certo, a dirle tutta la
verità, mi sembra che quello da lei trovato non sia il più degno per un sacerdote!”.
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Scuola a S. Pellegrinetto. Si riconoscono le maestre Roni e Pelletti e Don Felice.
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Sono passati ben 35 anni da quando, in una grotta nelle vicinanze di Calomini, il ritrovamento di resti umani e svariati
oggetti destò notevole interesse nella comunità scientifica locale. Noi vi riportiamo integralmente l’articolo che
apparve, senza essere firmato, sulla cronaca di Lucca de La Nazione di giovedì 17 novembre 1977. Lo abbiamo
trascritto solo per renderlo più facilmente leggibile. Ovviamente ringraziamo per averlo scrupolosamente conservato
ed avercelo recapitato la signora Rosetta Betti.
Altra fortunata scoperta in Garfagnana: presso Calomini, in una ristretta cavità alla base di una balza calcarea, è stato
rinvenuto un piccolo cimitero di quattromila anni fa. Ne dà notizia il gruppo lucchese di valorizzazione archeologica.
Il ritrovamento assume un’importanza determinante per la ricostruzione della storia della nostra vallata in quel
particolare momento in cui gli uomini dell’età del rame si spinsero dalle coste dell’Asia minore verso occidente alla
ricerca di minerali.
Quella di Calomini è la prima consistente traccia, riferibile a tale epoca, trovata nell’entroterra apuano, se si
eccettuano i manufatti raccolti nella Buca Tana di Maggiano la quale però, per essere vicina al litorale, può essere
considerata come un’appendice dei numerosi giacimenti presenti in Versilia. La mancanza di complessi eneolitici
nella valle del Serchio ha alimentato l’ipotesi che i primi minatori dell’antichità non vi fossero giunti. La scoperta di
Calomini, insieme con i recenti ritrovamenti
effettuati nella Buca delle Campore presso
Pescaglia, dimostra perentoriamente che la
predetta ipotesi non ha più ragione di essere.
Alla campagna di scavo hanno partecipato, in
rappresentanza di istituti e associazioni, specialisti
di discipline varie, il che ha permesso di
raccogliere il maggior numero possibile di dati e
di documentazioni. Ha diretto gli scavi l’archeologo dottor Adriano Maggiani, ispettore della
soprintendenza archeologica della Toscana,
avvalendosi della collaborazione degli antropologi
dottori Paoli e Formicola dell’istituto di antropologia di Pisa, del geologo professor Raggi dell’università di Pisa, dei
paletnologi professori Michelangelo Zecchini e Paolo Mencacci del centro di studi archeologici di Lucca, di Paolo
Notini, studioso di Garfagnana Antiqua. Agli scavi ha partecipato anche, in vista della eventuale presenza di tracce di
patologia ossea nei resti scheletrici, il professor Mario Nerli, direttore della divisione radiologica dell’ospedale
provinciale di Lucca.
Un contributo attivo è stato dato, inoltre, da Sauro Rossi, Bruno Bernicchi, Paolo Barsanti, Paolo Chiocchetti, Carlo
Angelini, membri del centro di studi archeologici di Lucca.
La scoperta della necropoli si deve a un operaio di Calomini, il signor Betti, il quale, raccolte alcune ossa e due
frammenti fittili all’interno della grotticella, li consegnò al parroco di
Brucciano, don Bertozzi. Quest’ultimo ebbe cura di conservare il materiale
finché il professor Paolo Mencacci, analizzati i reperti scheletrici, vi ravvisò
caratteri arcaici. Dopo un sopralluogo del dottor Adriano Maggiani, fu decisa
e programmata una campagna di scavo.
L’importanza archeologica della grotticella è apparsa fin dal primo
momento. Già i livelli superficiali restituivano ceramiche e un monile di
bronzo e offrivano la documentazione che il luogo era stato frequentato in
epoca protostorica. Ma la vera ricchezza dell’antro era nascosta dagli strati
sottostanti. Venivano in luce decine e decine di resti ossei umani (ossa
lunghe, mandibole, vertebre, falangi, eccetera) e, addossato alla parete, un
cranio ancora integro.
Secondo i risultati di un primo esame antropologico i resti umani
appartengono a individui adulti di sesso maschile e femminile e a bambini. Il
numero degli inumati dovrebbe aggirarsi sulla ventina di unità. I reperti osteologici giacevano ammassati, in
prossimità del fondo della caverna, senza una disposizione particolare e, comunque, non in connessione anatomica.
Proprio tale fatto dà l’impressione che quelle di Calomini siano disposizioni secondarie. In altre parole: secondo
consuetudini neppure oggi ignote a popolazioni di livello etnologico, gli eneolitici di Calomini sembrano aver
seppellito i loro morti dopo che era avvenuta una scarnificazione pressoché totale.
Insieme con i resti scheletrici umani, nella grotticella sono stati rinvenuti frammenti di ceramica, alcune cuspidi di
freccia, varie conchiglie forate, cilindretti di calcare, molte conchigliette fossili del genere dentalium che certamente
facevano parte di collane o monili.
Le prime analisi degli oggetti fittili, litici, ornamentali, fanno propendere gli studiosi per l’ipotesi che quello di
Calomini sia il cimitero di una comunità locale che ha avuto contatti con gruppi allogeni portatori di elementi tipici
della cultura settentrionale di Remedello. Costoro sarebbero giunti nella Garfagnana alla ricerca di quei minerali
cupriferi le cui tracce affiorano a non molta distanza dalla balza rocciosa in cui si apre la grotticella sepolcrale.
IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CPO DI LUCCA PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE
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