www.latramontana.org Vergemoli - Eccoci di nuovo qua, con l`uscita
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... ogni tre mesi a casa tua Anno 8 – N. 2 – Giugno 2012 Estate Dir. Resp.: Dott. Daniele Marchetti Comitato di Redazione: Marianna Assoggiu, Daniele Marchetti, Cesare Passigni Collaboratori: Aldo Bertozzi, Massimiliano Cia, Laura Giannini, Vania Lippi, Alessia Martini Stampa Tip. Gasperetti – Fornaci di Barga Aut. Trib. N. 814 del 18/02/05 www.latramontana.org Scorcio di strada Vergemoli-Grotta del Vento (FOTO ARCHIVIO GROTTA) Vergemoli - Eccoci di nuovo qua, con l’uscita estiva de La Tramontana, ed in effetti, al momento in cui scriviamo, ci stiamo godendo un anticipo d’estate fin troppo caldo (forse perché proprio oggi è il solstizio d’estate?!). Generalmente raccogliamo in questo editoriale i pensieri dei tre mesi appena trascorsi, spesso collegati ad eventi che hanno coinvolto il nostro territorio. Un primo pensiero, positivo, va alla solidarietà che da sempre si manifesta tra paesani ogni qualvolta una persona si trova impossibilitata a curare, per esempio, i propri campi o più semplicemente il proprio orticello... quando un infortunio o una malattia impediscono che ciò avvenga, è bello vedere come, nelle nostre piccole comunità, ognuno si prodiga per aiutare chi non può; fa piacere vedere che, almeno da noi, esiste ancora questo sentimento solidale, che spesso scatta senza che nemmeno debba essere richiesto, e questa spontaneità non fa che accrescere il valore del gesto stesso. Ci sono poi, purtroppo, riflessioni tristi su fatti che hanno toccato i nostri paesi nei mesi appena trascorsi: lo scorso 13 giugno la Corte d’Appello di Firenze ha ridotto da 30 a 16 anni la pena inflitta a Simone Baroncini per l’orrendo assassinio di Vanessa Simonini, uccisa a soli 20 anni l’otto dicembre del 2009. Vanessa aveva origini vergemoline, era una ragazza molto dolce e, sinceramente, siamo sconcertati da come sia stato possibile concedere le “attenuanti generiche” a chi si è reso autore di un simile, efferato gesto. Usando una frase spesso abusata, è come se Vanessa sia stata uccisa una seconda volta, e non ci riesce capire come i giudici di Firenze, autori della sentenza, possano sentirsi a posto con la propria coscienza e possano dormire serenamente quando arrivano alla sera. Probabilmente non hanno figli, ma non riteniamo che questo sia sufficiente per giustificarli. Per quanto concerne il nostro giornalino, ha visto la luce l’Associazione Culturale La Tramontana, che non appena espletate le ultime formalità di una burocrazia tipicamente italiana, potrà finalmente occuparsi di curare, preparare e far crescere La Tramontana nella più totale libertà, come si conviene ad un giornale che ha la prerogativa, fin dalla sua nascita, di essere il giornale di tutti. Ringraziamo fin da ora tutti coloro che ci hanno recentemente rinnovato il proprio sostegno economico, con un pensiero particolare per Urano Cipriani che vive in Canada. Tutte queste persone devono ignorare il bollettino prestampato che alleghiamo; a tutti gli altri ricordiamo che, con un contributo di 10 euro, potranno garantirsi il ricevimento del nostro giornalino fino alla prossima estate. Nel frattempo auguriamo a tutti i lettori una buona estate 2012. Potremmo definirli gli strani incroci della vita, di quando il destino si mette a giocare con le persone... Stavamo approntando un bell’articolo su due “giovanotte” di Calomini che, a distanza di poche settimane, avevano entrambe compiuto 95 anni: ed erano 95 anni portati davvero a testa alta, poiché sia Fernanda (foto a sinistra) che Virginia (foto a destra), nonostante i loro piccoli e grandi acciacchi, erano complessivamente in buona forma. Il 4 aprile era stato il compleanno di Fernanda, mentre l’1 giugno era stata la volta di Virginia. Poi, nel pomeriggio di martedì 12 giugno, il cuore malandato di Fernanda ha cessato di battere e così, con la discrezione che l’ha sempre contraddistinta, Fernanda ci ha salutato lasciando un gran vuoto nel paese, dove il suo sorriso dolce mancherà a tutti. La Redazione è vicina alle figlie, al figlio ed ai nipoti. 15 luglio Fornovolasco ore 9.30 7° SKY RACE ALPI APUANE 21 luglio Eremo di Calomini ore 18 CONCERTO DI MUSICA SACRA 5 agosto Vergemoli ore 15 41° BOCCABUGIA Lo scorso 14 gennaio, all’ospedale di Barga, è nato Samuele Bertellotti. Tanti auguri ai genitori Andrea e Teresa da parte degli zii del piccolo Samuele, Francesco e Katy, ai quali si unisce la nostra Redazione. Il 13 marzo è nato all’Ospedale di Pisa Gabriele Tardelli, figlio di Luca e Silvia Rondon, un bel bimbo che ha tutte le carte in regola per diventare un buon vergemolino! Tanti auguri ai nonni Sergio Tardelli e Maria Teresa di Pede, e agli zii Romano ed Alvaro, da parte della Redazione e di tutti i parenti vergemolini. 18 agosto Fornovolasco ore 20 9° FESTA DELLA TROTA Il 30 aprile è nata all’Ospedale di Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri, Firenze, Olivia Bertoncini, figlia di Americo e di Marta Mugelli. La bella bimba, assieme ai suoi genitori, è già venuta a trovarci a Vergemoli e speriamo di riaverla presto tra di noi. Auguri alla famiglia, alla bisnonna vergemolina Natalia Stefani, ai nonni Gloria e Giuliano, allo zio fiorentino Matteo e allo zio vergemolino David da parte di tutta la Redazione. Si ricordano gli orari di apertura al pubblico del Comune: MARTEDI’ E GIOVEDI’: 9.0013.00 SABATO: 9.00-12.00 Per incontri con i Responsabili si prega di prendere appuntamento (0583-764716). Si ricorda il nuovo orario dell’Ufficio Postale : LUNEDI’ E GIOVEDI’: 8.1513.45 - SABATO: 8.15-12.45 Sono terminati i lavori al campanile di Vergemoli finanziati da ARCUS S.p.a. e realizzati dalla ditta Sabato Leonardo di Potenza. I lavori hanno riportato la struttura all’originaria bellezza, oltre che averne rafforzato le strutture per scongiurarne l’imminente crollo, che aveva spinto il sindaco ad emettere un’ordinanza di chiusura di tutta la piazza. I lavori sono stati progettati e diretti dall’architetto Vanessa Verucchi e la sicurezza seguita dall’Ing. Massimo Cecchi. La ditta Sabato ha inoltre regalato al paese ed alla parrocchia i lavori di risanamento del muro di contenimento della piazza della chiesa, all’ingresso alla piazza stessa. Globalmente possiamo dire che tutto il centro storico di Vergemoli è oggi visibilmente rinnovato. Sono stati appaltati alla cooperativa Terra Uomini Ambiente alcuni lavori finanzati dal comune e dalla Protezione Civile Regionale di messa in sicurezza di un tratto di strada per la loc. Eremo di Calomini, che consistono nella posa di rete metallica a contatto lungo la parete rocciosa che sovrasta la strada stessa. È stata esperita la gara di appalto dei lavori di “Riqualificazione del centro storico di Calomini 1° stralcio” dell’importo totale del lotto di € 205.000, vinta provvisoriamente dalla ditta Terna Artigiani Edili. I lavori consisteranno nella realizzazione di nuova linea di acquedotto e di fognatura per l’asse principale di Calomini (Via della Torre) dall’Oratorio del paese alla chiesa di San Tommaso. Il Consiglio comunale ha deciso di intitolare il Centro Giovanile di Fornovolasco alla memoria di Giuseppe Nardini che è stato presidente del Parco Regionale delle Alpi Apuane dal 2004 fino all’improvvisa scomparsa, avvenuta nello scorso marzo. Verrà inoltre ceduta la proprietà della struttura per il 50% al Parco Regionale ed indetto un bando per la gestione dell’immobile. Il Parco Regionale delle Alpi Apuane ha appaltato i lavori per la realizzazione di un’area attrezzata alla sosta a servizio del Centro Giovanile di Fornovolasco, finanziato anche con il contributo del Comune. La nostra carissima ragioniera Marta Giovannetti alla fine del mese di giugno purtroppo cesserà di prestare servizio presso il Comune di Vergemoli in quanto è venuta meno la convenzione che ci legava con il comune di Fabbriche di Vallico, del quale lei è dipendente. L’Amministrazione comunale ed i colleghi porgono i propri calorosi saluti, ai quali si aggiunge la Redazione de La Tramontana. Dal primo luglio, infatti, il suo posto verrà occupato dalla ragioniera Giulietta Romei, dipendente del Comune di Piazza al Serchio a cui l’Amministrazione ed i colleghi porgono il benvenuto con la sicurezza che insieme verrà svolto un ottimo lavoro. La Terna Venieri, uno dei mezzi più importanti ed utili di proprietà dell’Amministrazione comunale, è tornata in uso dopo un lungo periodo di manutenzione. L’ufficio del catasto ha emesso alcuni accertamenti a carico di proprietari di terreni sui quali è stata riscontrata la presenza di fabbricati MAI dichiarati al catasto, i cosiddetti “fabbricati fantasma”. Sull’albo pretorio on line all’indirizzo www.comune.vergemoli.lu.it/index. php/165/ è possibile consultare l’elenco nominativo di coloro che sono stati “multati” dal catasto. Anche il Comune è stato “richiamato” e deve accatastare alcuni immobili “fantasma”: ampliamenti di cimiteri ed addirittura la sede comunale, realizzata oltre 40 anni fa. Tutti coloro che risultano negli elenchi sono pregati di rivolgersi alla sede comunale per ritirare l’avviso. Dovranno, poi, recarsi dal tecnico di fiducia per esperire alcune pratiche necessarie a completare l’iter di accatastamento. I lavori alla frana sulla strada comunale Campolemisi - San Pellegrinetto, nelle vicinanze del bivio per Cortevecchia, sono conclusi e la strada è ora liberamente transitabile. Lo scorso aprile il tribunale di Lucca aveva ordinato il pignoramento fino al raggiungimento della somma di oltre 500.000 euro del conto bancario di tesoreria del Comune. Questo in conseguenza alla condanna di risarcimento alla sig.ra Benedetti a seguito dei danni subiti per un sasso che l’aveva colpita su una spalla all’Eremo di Calomini. Il 6 giugno c’è stata un’udienza in tribunale ed il giudice ha svincolato il conto corrente, ma il Comune ha pagato alla sig.ra Benedetti la somma di circa 115.000 euro a titolo di risarcimento danni. AVVISO A PARTIRE DA LUGLIO IL DOTTOR ROBERTO BUFO, ASSESSORE DEL NOSTRO COMUNE, SARA’ A DISPOSIZIONE TUTTI I GIOVEDI’ MATTINA DALLE 10.30 ALLE 12, NEGLI UFFICI COMUNALI, PER PROBLEMATICHE DI CARATTERE GIURIDICO-LEGALE. QUANTI SIAMO… al 31/5 resid. famiglie Vergemoli 143 Fornovolasco 79 Calomini 51 Campolemisi 37 S. Pellegrinetto 24 91 41 33 22 17 Totale: 334 residenti (204 famiglie) NATI: Isabella Vichi (22/02/2012) Alessio Viviani (13/03/2012) MORTI: Dario Venturelli (30/03/2012 90 anni) Si sono conclusi i lavori di ristrutturazione della torre campanaria alla chiesa parrocchiale di Vergemoli. Adesso il campanile è consolidato e restaurato, così come i muri che circondano la chiesa. Il risultato di questa ristrutturazione, ad opera della ditta Sabato di Avigliano, Potenza, ha lasciato tutti gli abitanti molto soddisfatti e le strutture murarie hanno acquisito nuovo splendore grazie alla malta antica usata, che risalta la bellezza delle pietre, alle leghe che rendono più sicuro il campanile e all’ottimo lavoro realizzato dalla ditta. L’orologio è stato ripulito e per un breve periodo è tornato pure a funzionare, fermandosi però purtroppo dopo pochi giorni; le campane suonano di nuovo ogni volta che viene celebrata la Messa e tutti quelli che arrivano a Vergemoli, a distanza di tempo, restano colpiti dalla bellezza ritrovata dalla nostra chiesa e dalla piazza che è davanti. Per la conclusione dei lavori è stata fatta una grande festa nel teatrino parrocchiale, occasione questa per festeggiare anche i lavoratori che hanno portato a termine il restauro. Antonio e Domenico (nella foto), durante i mesi di permanenza a Vergemoli, hanno rinnovato il rapporto di amicizia con l’intera comunità vergemolina, inserendosi perfettamente nei nostri ritmi e nelle nostre abitudini. Ed è dispiaciuto a tutti, loro compresi, doversi salutare. Speriamo che possano tornare presto a lavorare nel nostro paese. Stentano invece a proseguire i lavori di ristrutturazione di Palazzo Roni. Dai giorni antecedenti la Pasqua la ditta appaltatrice dei lavori è tornata sul cantiere poche volte, e nel frattempo si è reso necessario sgombrare la Biblioteca comunale, da pochi anni riordinata ed inaugurata, per far posto agli uffici postali, che vi troveranno una sede provvisoria. È stata sgombrata anche la sede della Pro loco, che era ospitata in un locale adiacente alla Biblioteca, per blindare finestre e porta, opere necessarie da effettuare prima del trasferimento della Posta dalla sede attuale. Peccato che i locali di Palazzo Roni non fossero ancora pronti! L’estate si sa è il periodo in cui stiamo più volentieri all’aria aperta, incontrando i paesani e godendo della nostra aria fresca e pulita che in tanti ci invidiano. E guardando i nostri monti e il verde che ci circonda, può nascere una poesia come quella che Selso Savoli ha creato e ha voluto condividere con noi. Il mio terrazzo di Vergemoli Quando l’estate calda si avvicina è bello e dolce il trovar riposo, alzarsi presto di mattina, ed innaffiare l’orto bisognoso. Mi adagio verso sera sul terrazzo, c’è un venticello fresco e inaspettato, il canto degli uccelli è ormai cessato, vien fatto di ammirare il bel creato. Si sente in lontananza un aeroplano, scompare tra il monte che circonda, e, mentre lui va assai lontano, nell’orecchio rimane il suon dell’onda. Lungo la strada del paese passan d’estate proprio in tanti, gente gentile e assai cortese, tornano al natio borgo gli abitanti. E dalla Pania l’aria fresca è scesa, spandendo intorno i profumi del giardino, la luna mi ha lasciato, a gran sorpresa, mentre mi è capitato un pisolino. Ma è giunta l’ora di andar a dormire, pensando al giorno ch’è terminato, mi sento proprio di dovermi dire che il mio terrazzo è da me molto amato. Vi aspettiamo numerosi alla 41° edizione del concorso di poesia estemporanea Il Boccabugia, che si terrà domenica 5 agosto nell’area verde di Vergemoli. Vi aspettano grandi sorprese, oltre che il consueto duellare dei poeti a suon di rime. Chi volesse partecipare con un banchetto di prodotti artigianali alla ormai consueta mostra-mercato, può rivolgersi per l’iscrizione gratuita al numero 0583 764716. Parlando degli avvenimenti che sono accaduti ai nostri bimbi nel trimestre che separa l’uscita della scorsa edizione del giornalino da quella odierna, ricordiamo che il 3 giugno nella Chiesa di San Jacopo a Gallicano i piccoli Marta Argentini e Sebastian Baldi hanno fatto la Prima Comunione, circondati dall’affetto dei genitori, dei parenti e degli amici. I più grandicelli, Luca Tamarri, Julia Graziani ed Elena Argentini, il 25 luglio riceveranno il Sacramento della Cresima, sempre nella Chiesa di San Jacopo. Auguri quindi a tutti loro, per un cammino di fede proficuo. E vacanze meritate e riposo per tutti i nostri bambini e ragazzi! L’anno scolastico si è finalmente concluso e ora dobbiamo solo pensare a divertirci! Speriamo che questa estate tutta vergemolina sia ricca di occasioni e di feste organizzate anche per i nostri bimbi! Vogliamo ricordarvi ancora una volta i nostri contatti, invitandovi a comunicarci qualsiasi notizia o a fare qualsiasi tipo di commento: potete farlo all’indirizzo mail [email protected], oppure al numero 348/0148292. Potrete inoltre trovare aggiornamenti in tempo reale su fatti o manifestazioni (cosa impossibile da fare col giornalino vista la sua cadenza trimestrale) sul gruppo facebook “La Tramontana” (iscrivetevi!!) e sul nostro sito www.latramontana.org, sul quale trovate anche tutte le vecchie edizioni del nostro giornale. La primavera calominese è corsa via leggera, alternando periodi di bel tempo a giornate piovose e fresche, e chissà che non sia stato un buon clima per le nostre viti ed i nostri olivi, che ad oggi sembrano promettere un ottimo raccolto. Come ormai è consuetudine, nel pomeriggio di Pasquetta ci siamo ritrovati alla ex scuola per fare merenda tutti insieme, chiudendo poi la festa con una tombolata tra i presenti. La domenica successiva, 15 aprile, pranzo paesano nei soliti locali, e solita tombola che, a breve distanza dall’altra, è stata motivo di rivincite per i perdenti di Pasquetta. Domenica 29 aprile, di prima mattina, ci siamo ritrovati tutti assieme, armati di decespugliatori e rastrelli, per pulire la vigna della Chiesa parrocchiale, mentre i più esperti potavano e legavano le viti. Peccato per la pioggia che, arrivata in tarda mattinata, ci ha impedito di fermarci quanto avremmo voluto, non impedendoci però di fare una bella colazione con la squisita spalla di maiale che Giulio aveva vinto alla tombolata e che ha voluto condividere con i paesani. Il ciclo si è chiuso nel pomeriggio di venerdì 11 maggio quando, sempre nella vigna della Chiesa, Luca ha preparato una squisita pizza per la gioia dei molti paesani presenti. Nelle settimane scorse, il paesello si è arricchito di nuova segnaletica: all’ingresso del paese è stato posto il cartello “Paese della Befana” a testimoniare quanto la festa dell’Epifania, nella fattispecie la sera della vigilia, sia una festa tradizionale che, a Calomini, si tramanda da generazioni, senza mai aver perso quel sapore antico che la caratterizza e senza mai essere stata stravolta col passare degli anni. Peraltro, per non gravare sulle già poco floride casse comunali, il cartello è stato realizzato a spese del paese. Pochi metri più avanti, in località “La maestaina”, c’è un nuovo cartello per l’Eremo che dovrebbe essere d’aiuto alle decine di turisti che ogni anno giungono a Calomini convinti di trovarsi invece al Santuario dell’Eremita. Un ringraziamento caloroso a Valter, a Graeme, a Rocco e a tutti coloro che, nelle scorse settimane, hanno contribuito in svariati modi a tenere il paese pulito, tagliando l’erba al parco giochi e alla scuola, e ripulendo la strada comunale ed i suoi chiusini, rappresentando così un ottimo esempio per tutti. e sementi, ci vogliono paletti e rete per poter essere contadini perfetti! È tempo di raccolti e, come ogni anno, c’è sempre qualcuno che è felice di trovare cibo in abbondanza. A causa dell’abbandono dei boschi, cinghiali e istrici hanno difficoltà a procurarsi il cibo, così si avvicinano sempre di più alle case. Il problema è che ogni notte passano a fare razzia, e alla fine siamo costretti a recintare i campi coltivati per poter beneficiare, almeno in parte, del tanto sudato lavoro. È più fortunato chi si imbatte in un’istrice, perché se la cava con le patate... chi, invece, deve far fronte ai cinghiali perde patate, pomodori, insalata, e in pratica tutto l’orto, perché scavano e distruggono tutto. Quindi, oltre a zappa Campolemisi è situato in una zona ad alto rischio sismico, ma fortunatamente sono state avvertite in maniera lieve le scosse di terremoto che hanno messo in ginocchio l’Emilia. E tra i più anziani subito è scattato il ricordo e l’empatia per le vittime emiliane. Nel 1985 anche Campolemisi è stata colta di soprassalto dal terremoto e la paura si è subito rinnovata. A quel tempo il Comune aveva messo in allerta la popolazione consigliando di lasciare le case e di rifugiarsi nelle capanne con il tetto di paglia. Ad oggi questo è impossibile, un po’ perché non ci sono più capanne di paglia, un po’ perché nessuno sarebbe più disposto a dormirci... tutti a quel tempo hanno obbedito e sono sfollati nelle capanne, e fortunatamente lo sciame sismico previsto non causò nessun danno. Chi lo ha vissuto però è stato traumatizzato dal dover lasciare la casa. Per questo siamo nel cuore di coloro che, oltre al terremoto, hanno visto crollare la propria casa e i propri sacrifici per dover dormire nelle tende, chissà poi per quanto tempo. Campolemisi, tramite la Misericordia a cui molti sono associati, partecipa alla ricostruzione grazie alla raccolta fondi, con la speranza che ogni piccolo gesto contribuisca ad essere parte di un movimento più grande di soccorso e sostegno alle popolazioni colpite. TUSCANY DRIVERS s.r.l. di Daniele Azzarri Servizio di Noleggio Con Conducente . Via Giusti 36 Campi Bisenzio (Firenze) Il problema del Cinipide Galligeno, la malattia dei castagni che ha ormai invaso tutta la valle e che abbiamo tristemente imparato a conoscere, si fa sentire anche nel nostro comune. Ce ne aveva parlato in anteprima la nostra Alessia nel numero di giugno 2011, ma adesso siamo arrivati ad un punto in cui, sull’intero territorio comunale, che è molto ricco di castagni, la malattia, con il germogliare delle foglie dei castagni, si è mostrata in tutta la sua devastazione. Le chiome dei castagni si riempiono infatti di bacche rosse, come ciliegie, compromettendo lo sviluppo delle foglie e quello dei frutti, le castagne. Purtroppo per contrastare questo problema l’unica soluzione è mettere a punto un’arma biologica, cioè un insetto parassitoide del Cinipide, il Torymus sinensis; in sostanza si tratta di introdurre nell’ambiente un insetto che si nutra del Cinipide, così da fermarne la diffusione e interrompere questa disastrosa malattia del castagno. Nel 2010 in Toscana sono stati liberati i primi Torymus in ben cinque siti; nel 2011 i siti sono stati 26, di cui cinque in Mediavalle. Un mese fa sono stati liberati Torymus in altri 33 siti in tutta Italia, di cui sei in Garfagnana e Mediavalle (Minucciano, Piazza al Serchio, Fabbriche di Vallico, Pescaglia, Villa Basilica e Careggine); inoltre sono stati fatti due lanci al centro di moltiplicazione Torymus, presso il Vivaio La Piana di Camporgiano. La raccomandazione che viene fatta è quella di non abbandonare i castagneti, di tenere gli alberi potati e puliti e il prossimo anno, grazie ad un progetto della Regione Toscana per incubare e allevare Torymus, saranno sparsi sul territorio insetti riprodotti nei nostri luoghi. Castagneti in zona San Pellegrinetto e Fornovolasco A questo punto anche noi, provando a fare i giornalisti seri, abbiamo voluto chiedere lumi su questa malattia, sul suo evolversi e sulle prospettive future. L’Unione dei Comuni della Garfagnana ci fa sapere che, purtroppo, nei prossimi due/tre anni la situazione è destinata a peggiorare, e che l’unico rimedio attuabile è, appunto, il lancio del Torymus sinensis (foto a destra). Peccato che la popolazione del Cinipide (foto a sinistra) è fatta di sole femmine, peraltro molto prolifiche, diversamente dal Torymus che è un insieme di maschi e di femmine, purtroppo non troppo prolifiche. Prima di vedere cambiamenti in positivo dovrà essere ricomposto l’equilibrio tra preda e predatore, e speriamo che ciò avvenga in tempi relativamente rapidi. Nel frattempo possiamo consolarci sapendo che i castagni, per quanto attaccati dal Cinipide, non muoiono e, nel giro di qualche anno, torneranno produttivi come prima, cosa che sta già avvenendo in Piemonte dove, nelle prime zone colpite dalla malattia, i castagni stanno recuperando in pieno la loro vitalità. .. www.dormi-re.com Via Fondovalle Tel/Fax 0583 74696 GALLICANO LU MATERIALI EDILI SANITARI FERRAMENTA RIVENDITORE Via della Rena GALLICANO LU Tel. e Fax 0583 74647 B.G. di Tolaini & C. Loc. Pantaline Pieve Fosciana LU Largo Roma 12 BARGA (LUCCA) Tel. 0583 711421 www.lucchesiaviaggi.com [email protected] Ghivizzano LU Tel. 0583 77008 Fax 0583 77063 www.boscoegiardino.com 0583 641023 MI MERAVIGLIO, REVERENDO! di Aldo Bertozzi C’era una volta (non cominciavano così le vecchie fole?) nel paese di Fornovolasco un anziano parroco che si chiamava don Odoacre. Non molto alto, di corporatura esile, con un’espressione del viso franca ed aperta nella quale spiccavano due pomelli rubizzi sulle gote ed un grosso neo all’altezza della tempia destra, era stato mandato a reggere la parrocchia molti anni prima ed aveva saputo conquistarsi i fedeli con la sua dedizione pastorale e la sua disponibilità umana, sempre pronto com’era ad accorrere per assistere gli infermi, consolare gli afflitti e mettere una buona parola per calmare gli animi e sedare gli inevitabili attriti che a volte scoppiavano tra i paesani. Non gli riconoscevano particolari debolezze verso l’altro sesso (si era preso come perpetua una sorella più anziana di lui, al riparo da qualsiasi tentazione), non era dedito ai piaceri della tavola, non fumava e non sapeva guidare l’automobile, per cui si spostava in corriera o, più spesso, chiedendo qualche passaggio ai parrocchiani. Era andato qualche volta a caccia e a pesca, ma in entrambi i casi con scarsi risultati per cui aveva finito con il trascurare anche queste attività, cosicché, a parte lo studio dei sacri testi, i suoi svaghi si sostanziavano nel leggere il giornale, nell’ascoltare la radio e nel seguire le imprese sportive della sua squadra del cuore, la Juventus. Come si è detto, svolgeva con impegno la sua alta missione di parroco e teneva molto alla cura della Chiesa e della Canonica, dove accoglieva volentieri i giovani, che però storcevano il naso per la sua eccessiva parsimonia. Ecco, se don Odoacre aveva un limite era proprio quello di un’esagerata oculatezza nello spendere (che i parrocchiani chiamavano ‘taccagneria’). Questo suo aspetto però non si evidenziava quanto alle spese personali (l’uomo non aveva pretese particolari; si accontentava di pasti frugali, beveva pochissimo e non aveva ambizioni di vestirsi in modo elegante o raffinato; non possedeva apparecchi televisivi e si riscaldava con la legna ottenuta con il taglio periodico di qualche albero di alcuni boschi di proprietà della parrocchia), ma si manifestava allorché sorgeva la necessità di far fronte a spese necessarie per la Chiesa, la Canonica o la loro dotazione. In tali casi non si peritava di chiedere ai suoi fedeli di intervenire mettendo a diposizione gratuitamente le proprie energie sia fisiche che economiche, con un ragionamento certamente dotato di una sua logica. “La Chiesa” egli diceva “appartiene a tutti i parrocchiani che vi si possono recare quando vogliono per assistere ai riti del culto, per confessarsi, per pregare, per parlare con il prete e chiedergli consigli e suggerimenti. Ora come nessuno, quando compie o fa compiere lavori di sistemazione o miglioramento in casa propria chiede sovvenzioni o versa compensi ai familiari che vivono con lui e godono del bene comune, così è doveroso che i parrocchiani sostengano gli sforzi fisici ed economici necessari alle riparazioni o all’abbellimento della Chiesa, che è bene di tutti quanti”. *** Questo ragionamento di don Odoacre trovava la gente concorde solo parzialmente. La maggioranza dei fedeli infatti riteneva che le pretese del parroco fossero valide nel caso di prestazioni rientranti nella comune attività delle persone ed effettuabili fuori dal proprio orario di lavoro, mentre ciò non potesse essere ove la richiesta comportasse la necessità di affrontare spese, a volte anche di una certa rilevanza, per approvvigionarsi delle materie prime, e ciò anche perché oggettivamente non c’era nessuno tra i parrocchiani che navigasse nell’oro. Insomma si diceva: “Io posso anche mettere a disposizione della Chiesa gratuitamente la mia attività lavorativa, ma se affronto delle spese, intendo mi venga pagato quanto ho sborsato in proposito”. Quando perciò si presentava un’eventualità di quest’ultimo tipo si assisteva spesso ad una sorta di originale balletto in cui il parroco chiedeva, sapendo di non ottenere e colui cui egli si era rivolto prometteva, sapendo che non avrebbe mantenuto. Ma una volta accadde un evento più grave del solito. Un violentissimo temporale, con lampi e tuoni fortissimi, si era abbattuto sul paese ed un fulmine si era scaricato contro la porta della Chiesa, danneggiandola irreparabilmente. Era dunque assolutamente necessario rimediare al danno, installando un nuovo portale, non solo perché l’edificio sacro era esposto alle intemperie, ma anche perché, aperto com’era, poteva costituire oggetto di furti sacrileghi durante le ore notturne o quando mancava qualsiasi forma di sorveglianza. Erano però tempi duri per tutti e le prediche con le relative invocazioni di aiuti economici rivolte da don Odoacre ai fedeli durante le messe erano rimaste lettera morta. Fu così che il povero parroco decise di rivolgersi a Cosimo, il falegname locale, incaricandolo di provvedere a dotare la Chiesa di un’altra porta in luogo di quella distrutta dal fulmine. Cosimo, conoscendo il carattere ed il modo di comportarsi di don Odoacre al riguardo, prima tergiversò, dicendo di avere molto da fare, sostenendo che per un simile lavoro necessitava un operaio specializzato, quale egli non era, ed arrivando, da ultimo, a parlare chiaro al parroco: “Vede, don Odoacre, io potrei anche cercare di attivarmi, recuperando da qualche artigiano una porta o facendone magari una io e poi installarla sulla Chiesa. Sarei anche disposto a non chiedere nulla per il mio lavoro, ma io la conosco e so che lei pretenderebbe che mi accollassi anche le spese per le materie prime e ciò non mi è proprio possibile, perché queste rappresentano la parte più rilevante del costo dell’opera di ripristino ed io non posso permettermi di affrontarla”. Don Odoacre cercò di intavolare il discorso sulla Chiesa come casa di tutti, ma Cosimo non ci sentiva per cui alla fine disse al falegname: “Va bene, non si può fare a meno di quella porta. Tu falla e poi mandami il conto delle spese. Vedrai che qualcuno ti pagherà”. E Cosimo si mise al lavoro. Un mese dopo la Chiesa di Fornovolasco aveva una bella porta nuova di legno massello, orgoglio di tutti gli abitanti del borgo. *** Cosimo però non era felice come i suoi compaesani. A distanza di sei mesi don Odoacre, pur continuando a promettere un sollecito pagamento, non aveva tirato fuori neanche una lira e così il nostro falegname si rivolse ad un avvocato che scrisse una lettera al parroco in cui reclamava il pagamento, se non altro delle spese vive sostenute dal suo cliente, minacciando, in difetto, di interessare della vicenda la Curia. Vistosi messo alle strette, don Odoacre non poté far altro che far pervenire a Cosimo la somma dovuta, ma volle prendersi una rivincita morale nei confronti del falegname ed accompagnò la rimessa in denaro con un biglietto così concepito: “Ti mando quanto insistentemente richiestomi, ma sappi che sono soldi rubati!”. Cosimo lesse il biglietto e si sentì offeso. Ma come, aveva lavorato con grande solerzia, trascurando altri lavori, non aveva preteso niente per la sua attività, chiedendo solamente il ristoro delle spese vive affrontate ed ora doveva subire anche una reprimenda ed un umiliazione morale? Era troppo. Così prese carta e penna e scrisse un biglietto al parroco di questo tenore: “Egregio don Odoacre, ho ricevuto i suoi soldi e la ringrazio. Sappia inoltre che non mi importa il modo in cui se li è procurati. Certo, a dirle tutta la verità, mi sembra che quello da lei trovato non sia il più degno per un sacerdote!”. A R C H I V I O R E N Z O L O M B A R D I . Scuola a S. Pellegrinetto. Si riconoscono le maestre Roni e Pelletti e Don Felice. . Sono passati ben 35 anni da quando, in una grotta nelle vicinanze di Calomini, il ritrovamento di resti umani e svariati oggetti destò notevole interesse nella comunità scientifica locale. Noi vi riportiamo integralmente l’articolo che apparve, senza essere firmato, sulla cronaca di Lucca de La Nazione di giovedì 17 novembre 1977. Lo abbiamo trascritto solo per renderlo più facilmente leggibile. Ovviamente ringraziamo per averlo scrupolosamente conservato ed avercelo recapitato la signora Rosetta Betti. Altra fortunata scoperta in Garfagnana: presso Calomini, in una ristretta cavità alla base di una balza calcarea, è stato rinvenuto un piccolo cimitero di quattromila anni fa. Ne dà notizia il gruppo lucchese di valorizzazione archeologica. Il ritrovamento assume un’importanza determinante per la ricostruzione della storia della nostra vallata in quel particolare momento in cui gli uomini dell’età del rame si spinsero dalle coste dell’Asia minore verso occidente alla ricerca di minerali. Quella di Calomini è la prima consistente traccia, riferibile a tale epoca, trovata nell’entroterra apuano, se si eccettuano i manufatti raccolti nella Buca Tana di Maggiano la quale però, per essere vicina al litorale, può essere considerata come un’appendice dei numerosi giacimenti presenti in Versilia. La mancanza di complessi eneolitici nella valle del Serchio ha alimentato l’ipotesi che i primi minatori dell’antichità non vi fossero giunti. La scoperta di Calomini, insieme con i recenti ritrovamenti effettuati nella Buca delle Campore presso Pescaglia, dimostra perentoriamente che la predetta ipotesi non ha più ragione di essere. Alla campagna di scavo hanno partecipato, in rappresentanza di istituti e associazioni, specialisti di discipline varie, il che ha permesso di raccogliere il maggior numero possibile di dati e di documentazioni. Ha diretto gli scavi l’archeologo dottor Adriano Maggiani, ispettore della soprintendenza archeologica della Toscana, avvalendosi della collaborazione degli antropologi dottori Paoli e Formicola dell’istituto di antropologia di Pisa, del geologo professor Raggi dell’università di Pisa, dei paletnologi professori Michelangelo Zecchini e Paolo Mencacci del centro di studi archeologici di Lucca, di Paolo Notini, studioso di Garfagnana Antiqua. Agli scavi ha partecipato anche, in vista della eventuale presenza di tracce di patologia ossea nei resti scheletrici, il professor Mario Nerli, direttore della divisione radiologica dell’ospedale provinciale di Lucca. Un contributo attivo è stato dato, inoltre, da Sauro Rossi, Bruno Bernicchi, Paolo Barsanti, Paolo Chiocchetti, Carlo Angelini, membri del centro di studi archeologici di Lucca. La scoperta della necropoli si deve a un operaio di Calomini, il signor Betti, il quale, raccolte alcune ossa e due frammenti fittili all’interno della grotticella, li consegnò al parroco di Brucciano, don Bertozzi. Quest’ultimo ebbe cura di conservare il materiale finché il professor Paolo Mencacci, analizzati i reperti scheletrici, vi ravvisò caratteri arcaici. Dopo un sopralluogo del dottor Adriano Maggiani, fu decisa e programmata una campagna di scavo. L’importanza archeologica della grotticella è apparsa fin dal primo momento. Già i livelli superficiali restituivano ceramiche e un monile di bronzo e offrivano la documentazione che il luogo era stato frequentato in epoca protostorica. Ma la vera ricchezza dell’antro era nascosta dagli strati sottostanti. Venivano in luce decine e decine di resti ossei umani (ossa lunghe, mandibole, vertebre, falangi, eccetera) e, addossato alla parete, un cranio ancora integro. Secondo i risultati di un primo esame antropologico i resti umani appartengono a individui adulti di sesso maschile e femminile e a bambini. Il numero degli inumati dovrebbe aggirarsi sulla ventina di unità. I reperti osteologici giacevano ammassati, in prossimità del fondo della caverna, senza una disposizione particolare e, comunque, non in connessione anatomica. Proprio tale fatto dà l’impressione che quelle di Calomini siano disposizioni secondarie. In altre parole: secondo consuetudini neppure oggi ignote a popolazioni di livello etnologico, gli eneolitici di Calomini sembrano aver seppellito i loro morti dopo che era avvenuta una scarnificazione pressoché totale. Insieme con i resti scheletrici umani, nella grotticella sono stati rinvenuti frammenti di ceramica, alcune cuspidi di freccia, varie conchiglie forate, cilindretti di calcare, molte conchigliette fossili del genere dentalium che certamente facevano parte di collane o monili. Le prime analisi degli oggetti fittili, litici, ornamentali, fanno propendere gli studiosi per l’ipotesi che quello di Calomini sia il cimitero di una comunità locale che ha avuto contatti con gruppi allogeni portatori di elementi tipici della cultura settentrionale di Remedello. Costoro sarebbero giunti nella Garfagnana alla ricerca di quei minerali cupriferi le cui tracce affiorano a non molta distanza dalla balza rocciosa in cui si apre la grotticella sepolcrale. IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CPO DI LUCCA PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE