Monitoraggio in continuo dei digestori in impianti di biogas
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Monitoraggio in continuo dei digestori in impianti di biogas
REPORT APPLICATIVO ANALISI DI LABORATORIO & ANALISI DA PROCESSO BIOGAS MONITORAGGIO DELL’IMPIANTO Impianto di biogas di Lellbach, 1,2 MWel (Fonte: EnerCess) Monitoraggio in continuo dei digestori in impianti di biogas Le energie rinnovabili stanno acquisendo un’importanza sempre maggiore. Uno dei metodi più utilizzati è lo sfruttamento del metano ottenuto dai processi di fermentazione negli impianti di biogas. Il sovraccarico di questi impianti con una biomassa eccessiva potrebbe avere drammatiche conseguenze economiche, tra cui addirittura la disattivazione della biomassa stessa, che richiederebbe un riavviamento estremamente dispendioso. D’altra parte, anche un carico insufficiente di biomassa avrebbe delle ripercussioni dal punto di vista finanziario: si produrrebbe infatti una minore quantità di elettricità e calore, con una conseguente perdita nei guadagni. Pertanto, tutti gli addetti a questi impianti, hanno tutto l’interesse a gestire i propri centri di biogas nel modo più efficiente possibile. A tal fine, è fondamentale un'analisi affidabile sul campo, in abbinamento con strumenti di valutazione in continuo del processo operativo. Autori Jürgen Wiese, EnerCess GmbH, Bad Oeynhausen, Germania Ralf König, HACH LANGE GmbH, Düsseldorf BIOGAS_INTRODUZIONE Controllo analitico dei processi fermentativi negli impianti di biogas Introduzione Nonostante il persistere dei combustibili fossili ed il controverso utilizzo del nucleare, le fonti di energia rinnovabile stanno progressivamente acquisendo importanza. Uno dei metodi più utilizzati è lo sfruttamento del metano ottenuto dai processi di fermentazione negli impianti di biogas. Grazie alla legge tedesca per le risorse energetiche rinnovabili [ErneuerbareEnergien-Gesetz], gli operatori in questo paese possono aumentare i propri utili in modo considerevole fornendo elettricità prodotta da materie prime rinnovabili alla rete nazionale (fino a 0,18 euro per kWh). Tutti gli addetti a questi impianti, pertanto, hanno tutto l’interesse a gestire i propri centri di biogas nel modo più efficiente possibile. Se, da una parte, il sovraccarico di questi impianti potrebbe avere drammatiche conseguenze economiche, tra cui la disattivazione della biomassa, che richiederebbe un riavviamento estremamente dispendioso, dall’altra, anche un utilizzo insufficiente dell'impianto a lungo termine può avere ripercussioni finanziarie, dato che una minore produzione di elettricità e calore provocano una riduzione dei guadagni. Un’analisi precisa e affidabile dei processi di fermentazione – tramite test fotometrici con cuvette e semplici titolatori (determinazione degli acidi organici volatili), nonché tecnologie di misurazione dei processi per un monitoraggio on-line – garantisce una gestione degli stessi e una maggiore efficienza dal punto di vista economico. Digestore principale Alimentatore dei solidi Biogas ➀ Co-substrato La struttura degli impianti di biogas In un impianto di biogas, la fermentazione naturale e i processi di decomposizione producono biogas, che viene utilizzato per ottenere elettricità con la massima efficienza possibile [2]. Nella prima fase, il substrato è reso disponibile, immagazzinato, trattato in conformità con i requisiti di legge e inserito nel bioreattore (Fig. 1). Nella seconda fase, si avviano i processi di fermentazione anaerobica, con la conseguente produzione di biogas. Nella terza fase, il gas è trattato, immagazzinato e utilizzato. Infine, nella quarta fase, vengono utilizzati i residui della fermentazione (p.es. come fertilizzanti in campo agricolo). Il principale componente del biogas è il metano (50-70 % circa). Un metro cubo Vasca di post-fermentazione Supporto gas ricoperto da membrana ➂ Biogas ➁ ➁ Agitatore Agitatore Stoccaggio residui fermentazione Co-substrato ➂ Calore Agitatore Biogas 2 Fossa di miscelazione Elettricità Motore Generatore Separatore condensa Acquirente: energia termica Calore Fig. 1: Esempio di un tipico impianto di biogas (CHP = calore ed energia combinati) ➀ Analisi eluato: Ntot, COD, NH4, metalli pesanti ➁ Analisi digestore: NH4, acidi organici, COD, capacità acidi ➂ Analisi processo online: pH, temperatura, redox e TS www.hach-lange.it Unità Block CHP Collegamento alla griglia 3 di biogas contiene sei kilowatt ora di energia disponibile ed è equivalente a circa 0,6 litri di petrolio in termini di valore calorifico medio [3]. Il calore generato durante la sua combustione è inserito nel processo di fermentazione come calore di processo o utilizzato per riscaldare in loco quartieri residenziali e industriali o allevamenti, oppure venduto a clienti esterni (ad es. gestori delle reti di riscaldamento locali). Sono principalmente due i tipi di impianti in cui si verificano processi di fermentazione per via umida: impianti che utilizzano materie prime rinnovabili e impianti di co-fermentazione. I primi sfruttano le materie prime rinnovabili come granoturco, fieno, intere piante di cereali e chicchi, a volte uniti a concime semiliquido. Negli impianti di co-fermentazione, si utilizzano substrati di materie prime non rinnovabili, come residui da separatori di grasso, di cibo, oli di galleggiamenti, prodotti ottenuti da rifiuti industriali (glicerina e olio usato) nonché rifiuti domestici. Si utilizza solitamente anche concime semiliquido. Il biogas è prodotto grazie a un processo estremamente delicato e complesso. In mancanza di strumentazioni, gli impianti di biogas sono molto spesso caricati in modo insufficiente e, di conseguenza, l’energia generata è inferiore al livello ottimale. Questo può avere pesanti ripercussioni dal punto di vista economico (cfr. Substrati polimerici (carboidrati, lipidi, proteine) Idrolisi Frammenti e polimeri disciolti Acidificazione H2 CO2 Acidi organici Alcol Acido acetico Acetogenesi Acido acetico Metanogenesi Biogas Fig. 2: Fasi di digestione anaerobica risultanti nella produzione di biogas [5] la Tabella 1, [4]). Gli effetti al contrario di un carico eccessivo sono particolarmente gravi. Una “sovralimentazione” accidentale rallenta o blocca il processo di fermentazione e può causare un grave malfunzionamento del sistema e rendere quindi necessario riavviare l'impianto, operazione molto dispendiosa. Il processo di fermentazione anaerobica. La fermentazione della biomassa è un processo di digestione anaerobica in quattro fasi, originato dall’attività complementare di diverse specie di batteri. Guadagni persi per sottoutilizzo Unità Impianto A Impianto B (sottoutilizzo) (confronto) Energia raccolta % 80 90 Produzione energetica annua kWh 3504000 3942000 Guadagni per energia (9.9 ct/kWh) €/a 346896 390258 Bonus materie prime rinnovabili (6 ct/kWh) €/a 210240 236520 Bonus per utilizzo di calore (2 ct/kWh) €/a 70080 78840 Guadagni annui €/a 627216 705618 Guadagni mensili €/a 52268 58802 Tab. 1: Guadagni persi per sottoutilizzo, per esempio in un impianto elettrico di biogas da 500 kW La prima fase è l’idrolisi (Fig. 2). In primo luogo, sostanze a catena lunga, carboidrati, proteine e lipidi sono frammentati in parti più piccole come zuccheri semplici, glicerina, acidi grassi e aminoacidi. Durante la seconda fase (acidificazione, acidogenesi), i microrganismi fermentativi convertono questi prodotti intermedi in acidi a catena corta come l’acido acetico, propionico e butirrico. Si ottengono anche acido lattico, alcol, idrogeno e anidride carbonica. La terza fase della formazione dell’acido acetico (acetogenesi) combina l’acidificazione precedente con la formazione di metano. I substrati di partenza sono una serie di prodotti finiti della fase di acidificazione, ovvero acidi grassi a catena corta, acido propionico, substrati polimerici (carboidrati, lipidi, proteine) e acido butirrico. Insieme all’acido lattico, agli alcol e alla glicerina, queste sostanze vengono trasformate dai microrganismi acetogenici in acido acetico, idrogeno e CO2. La fase finale vede la formazione di metano. I batteri metanogeni producono biogas, che contiene fino al 70 % di metano. Tutti i processi precedentemente descritti si verificano quasi simultaneamente in 4 BIOGAS_CONTROLLO PARAMETRI Controllo in continuo dei parametri per un'ottimizzazione del processo un impianto di biogas e tra loro esiste un delicato equilibrio, che dipende dal pH e dalla temperatura. Eventuali variazioni potrebbero avere un effetto negativo e provocare danni anche molto gravi al processo biogenetico nella sua totalità. Controllo dei parametri per un processo ottimale Per raggiungere un controllo ottimale del processo di degradazione in un impianto di biogas, è necessaria una dettagliata conoscenza dei principali parametri chimici e fisici. Temperatura La temperatura svolge un ruolo cruciale. Gli impianti di biogas sono di norma mesofilici o termofilici. Nel primo caso, la funzionalità è più efficiente a temperature fra 35 e 41 °C, mentre nel secondo si preferiscono i 57 °C. I batteri metanogeni in particolare sono estremamente sensibili alle variazioni termiche; la temperatura del processo di fermentazione dovrebbe pertanto essere mantenuta costante entro un massimo di ± 1 °C. Contenuto TS/oTS Il contenuto totale di sostanze solide (TS) o il contenuto totale di sostanze organiche solide (oTS) è utilizzato per valutare il carico volumetrico del digestore allo scopo di gestire i flussi di sostanze solide in ingresso. I digestori per via umida funzionano di norma con un contenuto di TS dell’8-10 %, mentre digestori speciali possono operare con un TS fino al 20 %. Il contenuto totale di sostanze organiche solide è molto importante per l’operatività dell’impianto: se è un valore troppo alto (p.es. > 3 kg oTS/(m3·d)), si corre il rischio di sovraccaricare il digestore. In questo caso, il substrato in entrata deve essere immediatamente ridotto. Potenziale redox Il potenziale redox di un digestore è una misura dell’ossidabilità o della riducibilità del suo contenuto. La produzione di biogas si ottiene in modo efficiente solo in un ambiente anaerobico, ovvero con un potenziale redox inferiore a -330 mV. In generale, l’uso di substrati per promuovere l’ossidazione, ovvero substrati che contengano gruppi di ossigeno, solfato o nitrato, può cambiare in modo significativo il potenziale redox e, pertanto, causare una variazione del pH. Un tale sviluppo negativo per il processo di fermentazione può essere innescato, per esempio, da un cambiamento del substrato. Misurazioni continue del redox forniscono un avviso tempestivo, prima che si verifichi la variazione del pH. pH Esattamente come per la temperatura, vi è più di un valore ottimale di pH. Durante l’idrolisi e l’acidificazione il pH ottimale si attesta fra 4,5 e 6,3, mentre il range ottimale del pH per la formazione del metano è estremamente limitato, fra 7,0 e 7,7. Una misurazione in continuo del pH fornisce una prima indicazione di ogni eventuale problema del processo. L’impianto, tuttavia, non può essere controllato in modo affidabile semplicemente sulla base del pH registrato. Ciò è particolarmente vero per gli impianti il cui digestore presenta un'elevata capacità tampone, poiché un'immissione eccessiva e non intenzionale di acidi organici non provoca necessariamente una diminuzione del pH. Capacità acida La capacità acida è una misura della capacità tampone del digestore: quanto maggiore è la capacità acida, quando meno rapidamente potrà aumentare o diminuire il pH. La capacità acida è misurata in mmol/l oppure mg/l CaCO3. Fig. 3: La stazione centrale di pompaggio di un impianto di biogas a Lelbach con sensore online www.hach-lange.it 5 COD La richiesta chimica di ossigeno è la quantità di ossigeno necessaria per ossidare i componenti ossidabili del substrato di fermentazione. Tutti i composti organici ossidabili sono ossidati chimicamente a CO2 e H2O. Il COD è un indicatore affidabile del potenziale energetico di un substrato di fermentazione. Acidi organici/Acidi grassi Gli acidi grassi con basso peso molecolare – in particolare l’acido acetico, il propionico e il butirrico – si formano durante la prima e seconda fase del processo di fermentazione. Se il processo di fermentazione è gestito in modo efficiente, i valori per questi composti, espressi come un quantitativo equivalente di acido acetico, si attestano fra 500 e 3.000 mg/l. In questo caso, i processi nel digestore – la produzione di acidi mediante l’idrolisi e la degradazione degli acidi con la metanogenesi – sono in equilibrio. Se la concentrazione di acido supera i 10.000 mg/l, il pH di norma è inferiore a 7. Secondo Bischofsberger [6], una diminuzione nel pH fino a 6,4, con una concentrazione di acido acetico di 1.000 mg/l, riduce la concentrazione di metano della metà. Le concentrazioni di acido acetico al di sotto di 1.000 mg/l dovrebbero essere determinate dal metodo titrimetrico (determinazione acidi organici volatili). Ammonio In particolare durante la degradazione fermentativa dei substrati ricchi in proteine, ad.es. foraggio conservato in silos o escrementi di pollame, si possono generare alte concentrazioni di ioni di ammonio. L’ammonio esiste in un equilibrio dipendente dal pH con ammoniaca, che è tossica per i batteri. Se il pH aumenta, l'equilibrio si modifica, favorendo l'ammoniaca. Controlli regolari del contenuto di ammonio del digestore garantiscono una perfetta operatività dell'impianto di biogas. Monitoraggio del processo in pratica L’idoneità delle sonde del processo è stata testata in un impianto di biogas a nord di Hesse, in Germania. Sono stati misurati parametri quali temperatura, solidi totali, pH e redox [7]. Misurazione pH/Redox Elettrodo digitale differenziale pHD utilizzato per misurare il pH e il redox è completamente protetto, in modo che non entri in contatto con il fluido in analisi. Uno speciale ponte salino, resistente allo sporco, entra in diretto contatto con il fluido per consentire la misurazione. A differenza dei tradizionali elettrodi a membrana, questo elettrodo può essere utilizzato anche per periodi estremamente prolungati e in fluidi con un contenuto di particolato rilevante (p.es. acqua del digestore). Gli intervalli fra le sessioni di pulizia sono particolarmente lunghi, e viene eliminato il rischio di inquinamento dovuto all’elettrodo, ad.es. con qualun- que H2S presente, e di una diluizione degli elettroliti. La figura 4 mostra alcuni esempi curve Time-Course ottenute da misurazioni di pH e redox. Grazie a un appropriato posizionamento nella zona di controllo di una stazione a pompa, le condizioni nel digestore o in una fase successiva possono essere accuratamente determinate e monitorate. Durante il periodo di prova (8 mesi), le misurazioni del pH sono rimaste in un range da 6,9 a 7,4. Nella fase post-digestore, la media è stata di 7,38, con un minimo di 7,20 e un massimo di 7,50. Questi risultati confermano che il pH in un digestore non è costante, ma è soggetto a fluttuazioni. Un risultato simile è stato ottenuto dalle misurazioni del potenziale redox: il valore medio è stato -392 mV, con fluttuazioni fra -250 e -476 mV. Questi valori dimostrano che il processo di fermentazione deve essere conosciuto e monitorato da vicino per garantire un'operatività ottimale e quindi economicamente vantaggiosa per l’impianto di biogas. Misurazione online del pH e del potenziale Redox [mV] pH — Potenziale redox — pH Fig. 4: Misurazioni dalla tubatura in pressione di un digestore di un impianto di biogas a nord di Hesse, Germania 6 BIOGAS_PROCESSO MONITORAGGIO Monitoraggio del processo in continuo Misurazione comparativa Sostanze solide totali TS [%] — Analisi di laboratorio — SOLITAX highline sc Fig. 5: Misurazioni comparative di campioni nel digestore e in fase post-digestore: SOLITAX highline confronto ad analisi di laboratorio gravimetriche (sostanze filtrabili) Sostanze solite totali (TS) Le curve Time-Course riportate nella Figura 5 sono state ottenute da alcune delle misurazioni comparative eseguite in un impanto di biogas per un periodo di sei mesi. Il contenuto di sostanze solide totali è stato determinato con precisione grazie alla sonda SOLITAX highline sc, che si avvale di un metodo di misurazione con doppia luce IR diffusa non dipendente dai colori. In parallelo alle misurazioni online, il contenuto di TS è stato determinato gravimetricamente da un laboratorio di riferimento esterno. A causa della variazione della distribuzione della dimensione delle particelle nei liquami, si è reso necessario l'utilizzo di un fattore di correzione specifico per ogni impianto al fine di calibrare la sonda TS. I valori di TS determinati si attestavano in un range compreso tra il 3,8 e il 10 % e i risultati ottenuti in laboratorio erano leggermente superiori a quelli della misurazione online eseguita sul posto. Entrambe le curve Time-Course riflette- www.hach-lange.it vano accuratamente le fluttuazioni del contenuto di TS all’interno del processo di fermentazione consentendo pertanto il monitoraggio e il preciso controllo dell’impianto. Fig. 6: Stazione di misurazione fotometrica: termostato HT 200S, test con fotometro DR 2800 Monitoraggio dei digestori con test fotometrici I parametri principali del processo di fermentazione che è possibile monitorare con metodi chimici o fotometrici sono gli acidi organici formatisi come sostanze intermedie, il COD e la concentrazione di ammonio. Fino ad ora, le necessarie misurazioni sono state eseguite in laboratori esterni, a costi sostenuti e sovente con notevoli ritardi fra il campionamento e la disponibilità dei risultati. Una risposta tardiva a un processo non ottimale nel digestore potrebbe provocare una sensibile inibizione della produttività del biogas, giungendo fino all’inattivazione della biomassa e portando l’intero impianto alla paralisi. Per questo motivo, si consiglia di monitorare il digestore direttamente e il più velocemente possibile con test fotometrici con cuvette, da anni ormai considerati all'avanguardia per il controllo delle acque reflue. L’adeguatezza di test fotometrici con cuvette per il monitoraggio di acidi organici, ammonio e COD è stata testata su diversi campioni provenienti da un impianto di biogas con co-fermentazione (1,5 MWel) nella Bassa Sassonia. Le analisi comparative sono state eseguite da un laboratorio esterno di un vicino impianto di smaltimento di rifiuti meccanici e biologici. Un fattore decisivo per la valutazione è stata la compatibilità dei risultati con quelli ottenuti grazie a metodi standard corrispondenti, nonché la coerenza dei risultati ottenuti da campioni diluiti e sottoposti a spike. I campioni estratti dal digestore possono rimanere biologicamente attivi, non è pertanto possibile escludere la possibilità che, dopo il campionamento, si formi dell’acido acetico. Per la comparabilità dei risultati dei due metodi, quindi, si è rivelato particolarmente importante il periodo che intercorre fra le analisi in loco (utilizzando test in cuvetta) 7 e l’analisi di laboratorio (utilizzando un metodo standard). Oltre a campioni da un impianto a biogas a cofermentazione, ne sono stati analizzati diversi altri provenienti da un centro per lo smaltimento di rifiuti meccanici e biologici. Sono state inoltre studiate le concentrazioni di acidi organici nei campioni provenienti da digestori di diversi impianti a biogas utilizzando la cromatografia ionica (IC) e il test fotometrico rapido, confrontando in seguito la somma dei singoli componenti determinati utilizzando l’IC con il totale degli acidi organici indicato dal test fotometrico. Preparazione dei campioni Per i test fotometrici sono necessarie soluzioni trasparenti e prive di colore. È quindi particolarmente importante che la preparazione dei campioni provenienti dal digestore, che presentano un elevato contenuto di particolato, sia eseguita con accuratezza e nel rispetto delle pratiche di laboratorio corrette. I campioni estratti dal digestore e dalle vasche di post-fermentazione sono stati diluiti 1:20. A tal fine, è stata tagliata la punta di una pipetta monuso e il volume desiderato è stato aggiunto in modo graduale (25 ml, 5 x 5 ml) in un matraccio da 500 ml di forma arrotondata. In seguito presso un laboratorio di riferimento il campione diluito è stato filtrato mediante un filtro a membrana in policarbonato da 0,45 µm a una pressione di 6 bar. Le analisi standard sono state eseguite sul filtrato. Per ogni test fotometrico in cuvetta, sono stati centrifugati 20 ml di campione filtrato in una centrifuga da tavolo per 10 minuti a 13.500 rpm, ottenendo circa 20 ml di centrifugato trasparente e quasi incolore, con il quale è stato eseguito il test in oggetto. Serie di diluizioni per acidi organici LCK 365 Equivalenti dell’acido acetico [mg/l] Diluzione Fig. 7: Serie di diluizioni per verificare la presenza di interferenti nelle analisi degli acidi organici nei campioni post-digestore Possibili interferenze Sono disponbili due metodi relativamente semplici per determinare l’eventuale presenza di interferenti: la diluizione e lo spiking [8]. Nel primo caso, è necessario preparare una serie di diluizioni partendo dal campione tal quale. Se in quest’ultimo vi fossero interferenze, il loro effetto diminuirebbe con l’aumentare del fattore di diluizione. La concentrazione nel campione tal quale può essere calcolata sulla base del dato nel campione diluito. La presenza di qualsiasi interferenza è rivelata da una significativa discrepanza fra la concentrazione del campione tal quale e le concentrazioni calcolate sulla base delle misurazioni nella serie di diluizioni. Una quasi totale assenza di deviazioni è indice di assenza di interferenti. Lo spiking (o soluzione additiva) si effettua aggiungendo aliquote crescenti di soluzione standard al campione misurato. La concentrazione determi- nata dalla misurazione dei campioni con additiva, corretta per considerare il fattore di diluizione, in assenza di interferenti, dovrebbe poter essere correlata alla concentrazione nota di standard aggiunto. La figura 7 mostra i risultati ottenuti da una serie di diluizioni praparate a partire da un campione proveniente dal post-digestore di un impianto a biogas durante il corso di misurazioni comparative. Fatta eccezione per il risultato della diluzione 1:10, tutti gli altri rientrano all’interno del range di tolleranza, che è superiore per i campioni con un elevato contenuto di particolato rispetto, ad esempio, a quelli che non ne contengono affatto. Si tratta certo della conseguenza di un errore di diluizione inevitabile. Sebbene la causa del basso risultato ottenuto dalla diluizione 1:10 resti sconosciuta, potrebbe essere associata alla succitata incertezza in merito alla riduzione del volume. Si può BIOGAS_CONFRONTO ANALISI Analisi comparative Analisi additiva (spiking) con acido acetico Valore previsto sulla base della diluzione/ additiva [mg/l] 8 Standard Acqua dist. — Diluizione/additiva Lineare (diluizione/additiva) Valore medio dell’analisi [mg/l] Fig. 8: Analisi additiva per verificare la presenza di interferenti nelle analisi degli acidi organici nei campioni post-digestore comunque escludere la presenza di qualunque interferenza, dato che le fasi seguenti di diluizione non confermano una simile tendenza. L’analisi additiva è stata eseguita avvalendosi di un campione della fase postdigestore proveniente da un impianto di biogas a cofermentazione. Come soluzione di riferimento è stato usato l’acido acetico glaciale diluito con acqua distillata a una concentrazione di 1.000 mg/l. I valori di additiva più bassi e più alti si sono rivelati quelli dell’acqua distillata e della soluzione diluita con acido acetico glaciale. L’insieme dei valori misurati rispetto a quelli previsti si concretizza in una linea retta, con una correlazione di 0,999. Un tale rapporto quasi lineare indica che nel campione non vi sono interferenti (vd. Figura 8). Analisi comparative – metodi fotometrici e standard Le analisi comparative di test fotometrici in cuvetta e i corrispondenti metodi ufficiali sono stati eseguiti nei laboratori di un www.hach-lange.it impianto per lo smaltimento di rifiuti e dal laboratorio di riferimento locale.v Gli acidi organici sono stati analizzati utilizzando il metodo ufficiale tedesco DEV H21. Il laboratorio si è avvalso di Test in Cuvetta LANGE per acidi organici LCK 365 [9]. L’idrolisi necessaria per determinare gli equivalenti dell’acido acetico è stata eseguita mediante riscaldamento del campione per 10 minuti a 100 °C in un termostato a secco preriscaldato. Il campione, trasparente e non colorato, è stato poi raffreddato fino a temperatura ambiente prima di essere valutato con il test in cuvetta. Come per tutti i metodi fotometrici, particelle in sospensione e campioni colorati possono influenzare il risultato delle misurazioni e, quando necessario, devono pertanto essere rimossi, p.es. filtrando il campione attraverso un filtro da 0,45 µm o diluendolo ulteriormente. La concentrazione di ammonio di un campione in fase post-digestore è stata determinata mediante il Test in Cuvetta LANGE LCK 302 [10] e il metodo ufficiale fotometrico DEV E5. Il COD (fabbisogno chimico di ossigeno - chemical oxygen demand) è stato determinato con il metodo ufficiale tedesco DEV H44 e il Test in Cuvetta LANGE LCK 514 [11]. Entrambe le metodologie usano i medesimi reagenti, ma differiscono per il periodo di digestione. Un termostato in grado di raggiungere temperature particolarmente alte (HT 200S) riduce il normale periodo di digestione da 2 ore a 15 minuti. La figura 9 mostra le curve TimeCourse delle analisi comparative ottenute con il test in cuvetta e il metodo ufficiale. A causa dell’intervallo di analisi predefinito dei test in cuvetta e della concentrazione relativamente alta dei parametri misurati, i campioni analizzati con test fotometrici hanno dovuto essere diluiti. I campioni di COD e quelli per la determinazione degli acidi organici sono stati diluiti 1:20, centrifugati e analizzati. Dopo la centrifugazione, alcuni campioni di ammonio presentavano ancora una leggera colorazione intrinseca e sono stati quindi ulteriormente diluiti (1:50). Le analisi comparative sono state eseguite per diversi mesi. Nel caso della valutazione della presenza di ammonio e acidi organici, la correlazione fra i risultati ottenuti con i due metodi è stata molto simile dal punto di vista dell’accuratezza. Entrambi i test in cuvetta sono pertanto adeguati per il monitoraggio di questi parametri di controllo di estrema importanza nei processi a biogas. I risultati dei due metodi utilizzati per la valutazione del COD differiscono leggermente gli uni dagli altri. Quando confrontati, infatti, una curva si posiziona sopra all’altra. Riflettono tuttavia in modo accurato i cambiamenti nella concentrazione del carico organico nel digestore e in fase post-digestore. In questo caso è necessario introdurre un fattore di correzione specifico per ogni impianto. 9 Confronto con analisi in cromatografia ionica (IC) Il test in cuvetta per gli acidi organici e il metodo ufficiale (distillazione a vapore e titolazione degli equivalenti dell’acido acetico) determinano entrambi la somma delle singole sostanze, non fornendo tuttavia le concentrazioni di ognuna, ad.es. acido propionico, butirrico o acetico. Al fine di ottenere tali concentrazioni e di chiarire se la loro somma sia correlata con i risultati ottenuti utilizzando il test in cuvetta e la distillazione a vapore, diversi campioni prelevati dal digestore sono stati sottoposti a cromatografia ionica e i risultati sono stati confrontati con quelli del test in cuvetta. In considerazione del basso contenuto totale di sostanze solide (ben al di sotto del 10 %), la preparazione del campione è stata molto più semplice rispetto alle precedenti misurazioni comparative. Di norma è stato sufficiente l’utilizzo di un’apposita carta filtrante. Le analisi sono state eseguite dall’Ingenieurbüro Stahmer di Brema. Sono stati analizzati settimanalmente fino a 100 campioni provenienti dal digestore e sono stati determinati parametri quali ammonio, azoto, COD e acidi organici. La cromatografia ionica sul campione proveniente dal di gestore mostra un totale di quattro sostanze organiche singole: acetato, lattato, propionato e n-butirrato. La somma delle singole concentrazioni è 2.234,73 mg/l acidi organici (Tab. 2). Il test fotometrico ha dato una somma di 2.530 mg/l. La differenza è pertanto del 13 %. Considerando il già citato errore di diluizione associato a campioni contenenti un’elevata concentrazione di solidi, si può affermare che il risultato è soddisfacente. Le successive analisi in cromatografia ionica hanno fornito differenze decisamente inferiori. Tali risultati dimostrano che quelli ottenuti utilizzando il test in cuvetta per la Analisi comparative – test in cuvetta e metodi ufficiali [mg/l] COD NH4-N Acidi org. Fig. 9: Analisi comparative – test in cuvetta (rosso) e metodo ufficiale (blu) – campione da postdigestore di impianto di biogas Analisi in cromatografia ionica Fig. 10: Cromatografia ionica di un campione da digestore che mostra componenti singoli quali acetato, lattato, propionato e N-butirrato 10 BIOGAS_ANALISI TECNOLOGIA Tecnologia di analisi on-line per impianti di biogas Sistema a tergicristallo Campioni Concentrazione [mg/l] Acidi organici Test in cuvetta [mg/l] Campione I 1.768,7 Acetato 81,63 Lattato 296,4 Propionato 88 n-Butirrato 2.234,73 2.530 Totale Campione II 1.227,45 1.340 Campione III 3.937,93 4.130 Campione IV 1.941,69 2.070 Tab. 2: Risultati delle analisi con cromatografia ionica e test in cuvetta Differenza [%] 13 9 5 7 Campione contenente sostanze solide Sonda SOLITAX highline sc autopulente per la determinazione del contenuto di sostanze solide determinazione degli acidi organici hanno una diretta corrispondenza con i risultati del metodo ufficiale IC e che la somma delle singole sostanze determinata usando il metodo ufficiale IC si correla anch’essa molto bene con il risultato del test fotometrico e della distillazione a vapore. Sensore pHD sc per la determinazione di pH o redox Raccordi di sicurezza per il montaggio della sonda SOLITAX highline sc www.hach-lange.it Conclusioni La degradazione in un impanto di biogas a scopo commerciale è un processo microbologicamente molto delicato. È possibile ottenere una produzione di gas elevata e redditizia e un prodotto della fermentazione facilmente utilizzabile a scopo agricolo solo mediante uno scrupoloso controllo delle fasi di processo all’interno dell’impianto stesso. Le tecnologie di analisi on-line finora descritte per la valutazione di pH, redox, solidi totali e temperatura, insieme ai test fotometrici in cuvetta utilizzati nei laboratori, facilitano una valutazione dai costi contenuti, accurata e in tempo reale del processo di fermentazione affinché gli impianti di biogas possano essere controllati in modo efficace. L’investimento richiesto, inoltre, è relativamente contenuto se paragonato ai rischi legati a un processo di fermentazione non monitorato. 11 Spettrofotometro DR 2800 per analisi di laboratorio DR 2800 LT 200 Test in Cuvetta Spettrofotometro compatto e potente con un intervallo di lunghezze d’onda da 340 a 900 nm per analisi di routine e applicazioni utente; lettore codice a barre (IBR) per valutazione automatica dei test in cuvetta; display grafico retroilluminato con menu guida a touchscreen; collegamento alla rete elettrica e funzionamento a batteria. Termostato a secco per digestioni standard e speciali; preprogrammazione per digestioni per analisi di COD, totale N, totale P, TOC, acidi organici e metalli. Reagenti pronti all’uso per la massima sicurezza di utilizzo dell’operatore; estrema precisione; metodi garantiti; più di 80 parametri e range di analisi. Spettrofotometro DR 2800 con vari reagenti per l’analisi delle acque Installazione per misurazione on-line in una linea centrale di pompaggio SOLITAX highline sc pHD sc pH pHD sc ORP Controller SC 1000 Alternativa Controller SC 100 Sonda in acciaio inossidabile con processo a luce diffusa con assorbimento infrarossi combinato per misurazioni in-pipe di liquidi colorati e liquami. Range misura: 0,001....150,0 g/l TS Art. no. LXV 424.99.00200 Accessori: Raccordi di sicurezza LZX 337 (possono essere montati/ smontati senza svuotare la tubatura) Robusta sonda digitale differenziale per pH Sonda da processo; materiale: PEEK Range di misura: 0...14 pH Art. no. DPD 2P1.99 Accessori: staffa di montaggio per pHD, acciaio inossidabile, 6136800 Robusta sonda digitale differenziale per redox Sonda da processo; materiale: PEEK Range di misura: -2.000...2.000 mV Art. no. DRD 2P5.99 Accessori: staffa di montaggio per pHD, acciaio inossidabile, 6136800 Il sistema controller SC 1000 consiste di un singolo modulo display LXV 402 e uno o più moduli sonda LXV 400. Il controller è configurato modularmente nel rispetto delle specifiche del cliente e può essere ampliato con ulteriori stazioni di misurazione, sensori, input, output e interfacce BUS in qualunque momento. Ogni modulo controlla fino ad un massimo di otto sensori. Termostato a secco per tutte le digestioni standard Controlla fino a due sensori Test in Cuvetta LCK 365 per la determinazione degli acidi organici BIOGAS_BIBLIOGRAFIA Bibliografia Bibliografia [1] Erneuerbare-Energien-Gesetz (EEG) [2] Nawaro kommunal, Ausgangsmaterialien für die Biogasnutzung, 2004 [3] Wikipedia, freie Enzyklopädie, 2005 [4] Instrumentation, Control and Automation for full-scale manurebased biogas systems, Dr. J. Wiese * and Dr. M. Haeck, IWA publications 2006 [5] Biogasanlagen in der Landwirtschaft, AID Infodienst Verbraucherschutz, 2005 [6] Bischofsberger, W. et al.: Anaerobtechnik, Heidelberg 2005 [7] Dr. Jürgen Wiese, EnerCess GmbH, Robert-Bosch-Str. 7, 32547 Bad Oeynhausen, Tel. 05731/15339-0, Fax 05731/15339-30, email [email protected], Internet www.enercess.de [8] Analytische Qualitätssicherung in der Betriebs-Analytik, Anwendungsbericht Ch. No. 52, HACH LANGE, 1997 [9] Working procedure for the LCK 365 organic acids from HACH LANGE [10] Working procedure for cuvette test LCK 302 Ammonium, HACH LANGE [11] Working procedure for cuvette test LCK 514 COD, HACH LANGE Servizi HACH LANGE Supporto tecnico e assistenza analitica attraverso il nostro personale altamente qualificato. Seminari e workshop: aggiornamento continuo e scambio di know-how analitico. Assicurazione di qualità completa con soluzioni standard, rigorosi controlli strumentali e soluzioni di controllo ADDISTA. Assistenza tecnica qualificata per mantenere il vostro sistema analitico sempre efficiente con contratti di manutenzione personalizzati. Titolatore automatico per la determinazione volumetrica degli acidi organici Test in Cuvetta LCK 114 per la determinazione del COD DOC 040.57.00447.May07 www.hach-lange.it sempre aggiornato per informazioni, metodiche, offerte e anche per i vostri ordini!