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Chi li aiuta a decollare

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Chi li aiuta a decollare
Copertina
Indispensabili progetto
originale, idee chiare,
talento e tenacia.
Ma per trasformare
un garage in azienda
serve pure una mano.
E questi sono pronti
a darla | L. G. Benenati,
A. Nicoletti, G. Belloni
Chi li aiuta a decollare
P
er sviluppare un’idea di business
e trasformarla in impresa ci vogliono contatti, mentorship, soldi da investire. Le possibilità spaziano dai prestiti
bancari ai fondi pubblici, dagli incubatori
d’impresa alle grandi aziende che sostengono i progetti più brillanti e innovativi,
passando per i business angel e i venture
capitalist. Capital ha selezionato i più efficaci sostegni per trasformare un progetto
da garage in azienda che vende e cresce.
Incubatori, business angel, venture
Due requisiti sono fondamentali per uscire dal garage e far crescere una neoim-
presa: un posto migliore dove lavorare e i
fondi. Gli oltre 100 incubatori, 60 spazi di
coworking, 50 FabLab e 40 parchi scientifici censiti dalla School of management
del Politecnico di Milano (www.som.polimi.
it) formano un ecosistema in crescita, la legislazione ha eliminato ostacoli burocratici
e creato condizioni fiscali favorevoli. Ciò
che scarseggia ancora è il tesoro,anche se le
più importanti banche e altri finanziatori
sono impegnati a individuare e sostenere
i talenti emergenti. «I candidati sono tanti rispetto ai soldi in circolazione.Vanno
avanti i migliori, il che aiuta la selezione
ma spinge troppi giovani brillanti all’este-
Come raccogliere fondi online
L’equity crowdfunding, la raccolta online di fondi per una
neoimpresa in cambio di quote azionarie, ha vita tormentata
in Italia. Il decreto Investment compact del 20 gennaio
scorso punta a risollevare questo strumento potenzialmente
fenomenale, che finora è stato un flop. Obiettivo del
crowdfunding è aggirare i tradizionali canali di finanziamento,
come le banche, solitamente restie ad aprire la borsa se non
si ha uno storico creditizio solido alle spalle, e raccogliere
capitali freschi attingendo a una platea di investitori altrimenti
difficile da raggiungere. L’Italia è stata prima al mondo a
regolamentare la materia (decreto Crescita 2.0 del 2012), ma
ha posto una lunga serie di paletti, con conseguente stallo:
su 11 piattaforme di equity crowdfunding autorizzate da
Consob (tra cui Siamo Soci, network che fa incontrare start-up
e investitori), i progetti presentati sono stati solo 13 e di questi
solo quattro sono andati a buon fine, raccogliendo in tutto
1,3 milioni di euro. Briciole, soprattutto se si pensa alle risorse
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ro», conferma MarcoVilla, vicepresidente e cofondatore di Italian Angels for
growth, il maggior gruppo specializzato
in Italia, con 26 aziende in portafoglio e 25
milioni di euro sul piatto. La buona notizia
è che nel 2014 le neoimprese finanziate
entro i confini sono quasi raddoppiate, arrivando a quota 200. Come si fa a essere
della partita?
Ci sono parecchie porte a cui bussare
(una selezione a pag. 26) e quattro round
da vincere. Il primo è il più facile: con i
risparmi messi da parte più un piccolo aiuto da amici e parenti si arriva a qualche
migliaio di euro, sufficienti per partire. È
allora il momento di farsi notare e trovare un mentore. «Ogni anno incontriamo
un migliaio di squadre. Solo un centinaio,
però, entra nel nostro programma e alla
fine su cinque investiamo noi direttamente mentre altre cinque entrano negli acceleratori», racconta Gianluca Dettori,
fondatore di dPixel e ideatore del Barcamper, un programma di scouting sul
territorio, in collaborazione con l’Associazione Techgarage, che ha l’obiettivo
di scovare i talenti e presentarli a investitori
italiani. Dieci su mille: ecco la proporzione.
Secondo round: un progetto richiede
a questo punto 100-300mila euro e strutture selettive, come Working Capital di
Telecom Italia, ideato e guidato da Salvo
Mizzi,o Digital Magics di Enrico Gasperini. Oppure H-Farm (nella foto in
alto, Riccardo Donadon) e Nuvolab,
messe in campo per avviare l’intero apparato. Fra i limiti più
forti della norma: la restrizione alle sole start-up innovative
iscritte nello speciale registro delle imprese. A gennaio, però, è
arrivata la correzione: l’Investment compact ha esteso l’utilizzo
dello strumento alle piccole e medie imprese innovative,
categoria che di fatto riguarda tutte le pmi, purché rispettino
almeno due di questi tre criteri: 1) 3% del valore maggiore
tra costi e ricavi riferibile alle attività di ricerca e sviluppo; 2)
1/3 dei dipendenti laureati o 1/5 dottori di ricerca, dottorandi
o ricercatori; 3) proprietà o licenza di un brevetto, di una
privativa industriale o di un software. Per essere riconosciuta
come innovativa, una pmi dovrà inviare un’autocertificazione
alla Camera di commercio. E basta. Il decreto diventerà legge
entro il 20 marzo e il numero di aziende che accederanno
all’equity crowdfunding dovrebbe crescere in misura
significativa.
Alternativa? Altre forme di crowdfunding. A cominciare da
di Francesco Inguscio, rispettivamente secondo e decimo nell’Ubi Index, la
più importante classifica al mondo stilata
dall’University associated business incubators di Stoccolma. La stessa classifica ha
incoronato I3P, l’incubatore universitario
del Politecnico di Torino (www.i3p.it),
come migliore in Italia, quinto in Europa
e quindicesimo al mondo. I3P ha avviato 171 start-up nei settori science-based e
ogni anno riceve circa 300 idee imprenditoriali e crea 15 neoaziende. «Gli investimenti stanno crescendo, nostro compito
è aiutare i vari attori a stare al passo», chiarisce il presidente Marco Cantamessa.
L’incubatore e acceleratore d’impresa promosso da Università Bocconi, Camera
di commercio e Comune di Milano si
chiama Speed Mi Up (www.speedmiup.
it). «Oltre agli spazi, mettiamo a disposizione percorsi di formazione, finanziamenti
agevolati e advisory board», spiega Fausto Pasotti, direttore dell’incubatore, che
a inizio febbraio ha accolto 11 neoimprese,
cinque delle quali ruotano intorno alle varie declinazioni di Expo 2015. «Durante
la prima lezione, mostro ai nostri imprenditori in erba l’immagine del garage di
Hewlett e Packard (a pag. 20, ndr). Noi li
aiutiamo a uscire da quel garage e li mettiamo in contatto con possibili investitori».
Luiss Enlabs (www.luissenlabs.com), acceleratore fondato da Luigi Capello e partecipato dall’Università Luiss di Roma,
ha da poco inaugurato Device Lab, dove
gli sviluppatori possono testare le loro app.
Il progetto formativo ha ricevuto più di
1.500 proposte, accogliendone 21, per un
totale di 3,3 milioni di euro di investimenti di LVenture Group e circa 11,2 milioni e
mezzo di finanziamenti effettuati assieme
ad altri investitori.
Una volta lasciato il garage, il grande
passo è quello che va dall’incubazione al
mercato. «In questa fase i migliori investitori sono i clienti. Ne bastano pochi per
dimostrare il valore del proprio business
model e meritare nuove iniezioni di capitali», riferisce per esperienza Cosimo
Palmisano, vicepresidente dell’italoamericana Decisyon. È proprio al terzo
round che entrano in gioco gli angel investor, finanziatori privati e informali disposti a rischiare di tasca propria. Gli angeli
preferiscono puntare sulle aziende hi-tech,
con ritorno sugli investimenti più elevato. C’è però chi, come gli imprenditori,
professionisti e manager piemontesi del
Club degli investitori (www.clubdeglinvestitori.it), investe anche in neosocietà tradizionali e locali. «Contiamo più di 90 soci,
ci consideriamo un po’ come l’X Factor
delle imprese: ogni anno valutiamo circa 500 progetti e incontriamo 200 team
imprenditoriali. Alla fine solo i migliori
10-12 progetti sono presentati alla platea
dei soci Se la business idea convince, scatta
l’investimento, di 100-500mila euro, e uno
di noi diventa lo sponsor dell’iniziativa»,
chiarisce il presidente Giancarlo Roc-
quella reward-based che prevede il finanziamento di un
progetto in cambio di premi solitamente non monetari,
proporzionali al contributo versato. Le piattaforme per la
raccolta sono centinaia, sparse in tutto il mondo. Le americane
sono molto funzionali e quelle su cui girano più quattrini. Fra
le più ambite dai neoimprenditori c’è Indiegogo, operativa
dal 2008 e disponibile in inglese, tedesco, francese e spagnolo.
È stata utile a parecchi italiani. Due su tutti: Matteo Lai, ceo
di Empatia, e Marco Rizzuto, cofondatore di FabTotum. Il
primo per il lancio di Embrace, un braccialetto per chi soffre
di epilessia, ha raggiunto l’obiettivo di raccolta di 100mila
dollari in un solo giorno, arrivando a triplicarlo in poco più
di una settimana. Numeri da primato anche per Rizzuto di
FabTotum: nel 2013 per la sua stampante in 3D che permette
di eseguire anche lavori di fresa ha raccolto 586mila dollari in
60 giorni battendo il record europeo su Indiegogo. Quindi:
provateci, provateci, provateci. (Zornitza Kratchmarova)
L’emozione
dell’innovazione
È il libro di Intesa Sanpaolo
che racconta tre anni
di attività di Start Up
Initiative e narra
15 storie di successo.
chietti. Il Club ha investito fino a oggi
circa 3 milioni di euro.
Dal round con i business angel una
neoimpresa può arrivare a raccogliere fino a 1 milione di euro. Più in alto ancora
si entra nel mondo dei venture capitalist e si esce dal bozzolo. Qualche nome:
Principia Sgr, quelli di Banzai, fresca di
quotazione in borsa, oppure 360 Capital
Partners di Fausto Boni, Diana Saraceni, FrançoisTison ed Emanuele Levi, con
oltre 100 milioni di euro di portafoglio,
o ancora Tt Venture, 65 milioni di euro, guidato da Mauro Odorico e Nicola
Redi. Ma a quel punto non si deve più
parlare di aziende da garage, sono ormai
aziende di successo.
Le banche che danno una mano
Non si limitano semplicemente a erogare risorse finanziarie ma fanno scouting
e hanno servizi di incubazione e accelerazione delle idee. Le banche hanno iniziato a credere per davvero nelle aziende
che muovono i primi passi, anche grazie
al decreto Crescita 2.0 e successive leggi
di conversione, con una normativa ritagliata su misura. E si sono trasformate
Convincere i finanziatori in 10 mosse
I suggerimenti di Guy Kawasaki, guru della garage economy
1.Titolo: iI nome vostro,
dell’organizzazione, del
progetto
2. Descrivete il problema a
cui ponete rimedio
3. Spiegate come risolvete il
problema
4. Modello di business.
Indicate come pensate di
fare utili
5. Descrivete brevetto, idea,
ecc. su cui poggia il prodotto/
servizio
6. Descrivete quali sono le
modalità che utilizzerete per
raggiun­gere il vostro cliente
e come utilizzerete
il marketing
7. Concorrenza:
agli investitori interessa
sapere perché voi siete
forti, non perché
gli altri sono deboli
8. Fate team
9. Proiezioni finanziarie
e parametri chiave
10. Spiegate situazione
e prospettive del progetto,
e come impiegherete i fondi
che cercate di ottenere
01-02 2015
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Copertina
50 porte a cui bussare
Premi e competition
startcupml.net
Premio innovazione pnicube.it
innovactionlab.org
BollentiSpiriti.regione.puglia.it
PremioGaetanoMarzotto.org
IntesaSanpaolo startupinitiative.com
Il talento delle idee unicredit.it
Microsoft bizpark microsoft.it
WindBusinessFactor.it
Codemotion.it
Fulbright best BestProgram.it
MindTheBridge.org
Techgarage.eu
Frontiers of Interaction
Startup Business
Makefaire.com
Incubatori e acceleratori
I3P Politecnico di Torino I3P.it
Area science park area.trieste.it
TechNest unical.it
Polo Navacchio polotecnologico.it
Politecnico di Milano polihub.it
ToscanaLifeSciences.org
Working Capital wcap.tim.it
Barcamper.it
NanaBianca.it
Fino a 1 milione di euro
TheNetValue.com
H-Farm h-farmventures.com
Dpixel.it
ItalianAngels.net
Elleventure enlabs.com
DigitalMagics.it
Boox.it
Clubdeglinvestitori.it
Siamosoci.it
P101.it
LVenture Group
Withfounders starthappy.it
Fino a 10 milioni euro
Principiasgr.it
Innogest.it
360CapitalPartners.com
Vertis.it
TTVenture.com
Atlante ventures imiinvestimenti.it
UnitedVentures.it
TimVentures.tim.it
ZernikeMeta Ventures
Connect Ventures
Panakes Venture
Associazioni
Aifi
ItalianStartup
ItalianBusiness
(a cura di Andrea Nicoletti, fonte Gianluca Dettori, dgil.uz)
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in piattaforme di lancio delle soluzioni
più innovative: dall’hi-tech al fashion, dal
biomedicale al food&beverage, dalle nanotecnologie alla robotica, con un occhio
di riguardo all’agricoltura. «Il punto focale
del nostro mestiere è individuare chi riuscirà a creare partendo da zero un’azienda capace di crescere sui mercati globali,
quotarsi in borsa oppure essere integrata nelle grandi realtà. Quando crediamo
in un’idea, ne acceleriamo le tappe dello
sviluppo, potenziamo il business model
e la scalabilità sui mercati ed eroghiamo
i capitali di rischio iniziali», spiega Livio
Scalvini, responsabile innovazione e crescita imprese del Centro Innovazione di
Intesa Sanpaolo, che finora ha investito in equity, grazie al sistema di fondi Atlante Ventures, 23 milioni di euro in 27
nuove aziende (tra cui Personal Factory,
Mosaicoon, ADmantX, Igea,Yogitech) e
attraverso la piattaforma Start Up Initiative (www.startupinitiative.com) ha messo in
contatto oltre 530 start-up con oltre 6mila
investitori, puntando su soluzioni di elevato contenuto tecnologico da applicare
anche in aziende mature. «Non valutiamo
esclusivamente l’unicità del progetto ma
soprattutto la qualità imprenditoriale del
team, e il potenziale di crescita sui mercati
che deve essere globale fin dal principio»,
ce, passando per il digital e l’innovative
made in Italy). Noi facciamo una prima
selezione e la sottoponiamo a commissioni esterne, composte dai più bei nomi
dell’imprenditoria italiana, che scelgono
le idee vincenti», spiega Paola Garibotti, head of country development plans
di UniCredit. Il primo finanziamento
in equity è stato erogato a dicembre, in
compartecipazione con LVenture Group,
uno tra i primi operatori di seed venture
capital quotati, unico sull’Mta di Borsa
italiana. «Fungiamo anche da acceleratori.
Per esempio, abbiamo creato il FinTech
Accelerator, che offre alle giovani aziende specializzate su tematiche di financial
technology, spazi fisici di coworking e
supporto a 360 gradi», aggiunge. La nuova call for ideas è in corso, per iscriversi
c’è tempo fino al 30 aprile.
A Biella, all’interno delle mura dello
storico Lanificio Maurizio Sella, Banca
Sella ha creato l’acceleratore d’idee SellaLab (www.sellalab.net), che è anche uno
spazio di coworking per neoimprese e
professionisti del digitale. In aggiunta, My
project (www.sella.it/ita/aziende/progetti/startup.jsp) è un mix di servizi bancari,
mentorship, networking e fundraising per
concretizzare progetti d’impresa. Anche
Ubi Banca punta sui giovani con Fi-
Per ottenere credito
• Avere in mano un’innovazione di prodotto o di processo con un
chiaro vantaggio competitivo sostenibile nel tempo. • Trovare
almeno un cliente: così il business case si dimostra da solo. • Presentarsi
in team: per gli investitori vale la regola «meglio una squadra di serie
A con un’idea di serie B che il contrario». • Dimostrare in massimo
dueci pagine che esiste una domanda, un mercato e un modello
di business per il prodotto. • Avere una vision di lungo termine.
precisa Scalvini.
Sta per festeggiare il suo primo compleanno UniCredit Start Lab (unicreditstartlab.eu), la piattaforma della banca
che offre coaching, servizi di incubazione
e risorse finanziarie. «La nostra è una piattaforma aperta, dove trovano posto più
di 70 fra aziende, società di consulenza
e studi legali che mettono a disposizione
dei giovani le loro competenze. Abbiamo ricevuto più di 800 candidature, con
relativo business plan, con un approccio
multisettoriale (dal cleantech al life scien-
nanziamento Start Up (www.ubibanca.
com/finanziamenti-start-up): il programma
ha finanziato in un anno 579 aziende,
per quasi 15,2 milioni di euro. Il gruppo
Credem a febbraio 2014 ha siglato un
accordo da 80 milioni per il sostegno delle pmi, garantiti al 50% dal Fei, il Fondo
europeo per gli investimenti, da erogare entro la fine del 2015 (www.credem.it).
Buona impresa è la proposta per i giovani imprenditori under 35 delle Banche di credito cooperativo, presente
in oltre 2mila sportelli di Bcc e cas-
Copertina
se rurali (www.buonaimpresa.it), mentre
Banca Marche punta su YouStartup
per finanziare nuove imprese (www.bancamarche.it).
Le imprese chioccia
Molte aziende consolidate prendono per
mano quelle appena nate,per farle crescere.
La pugliese MerMec investe in neoimprese affini al suo core business. Vito Pertosa,numero uno di MerMec,ha investito
6 milioni dal suo conto privato per dar vita
al fondo Angelo Investments: ed ecco sul
mercato Blackshape, tre società aerospaziali, AlmaSpace, Alta e Sitael (ha fornito
tecnologia alla sonda americana Curiosity),
Dreamslair (app) eVvn (software).
Edison, invece, ha lanciato Edison
Start (si chiamerà Edison Pulse), premio
dedicato a imprese innovative, e Micro,
Piccole Imprese, che distribuisce 100mila euro a ogni categoria in competizione e offre ai vincitori consulenza e tutoring dei manager Edison, insieme con
esperti dell’Università Bocconi e del Mip
Politecnico di Milano. Commenta Bruno Lescoeur, ad di Edison: «Vogliamo
promuovere una nuova logica di progettazione a valore condiviso e mettere le nostre competenze a disposizione di nuove
idee. Il premio dà a Edison l’opportunità
di svolgere il ruolo di good citizen che
ogni azienda dovrebbe avere in quanto
parte integrante della società». Sul podio,
un software per il monitoraggio dei parcheggi liberi, un programma di turismo
etico con al centro un immobile confiscato alla mafia e una traversina ferroviaria in
plastica e pneumatici riciclati (riquadro in
alto). Porsche Italia, in partnership con
H-farm e Porsche Consulting,ha promosso Ex Machina per cercare idee brillanti in
campo imprenditoriale.Al progetto hanno
aderito Amaranto Investment, Bonfiglioli
Riduttori, Brembo, Came cancelli automatici, Carraro, Flexform, Pulitori e affini e Salvatore Ferragamo. «Abbiamo promosso l’idea per concedere spazio a quei
tanti talenti desiderosi di mostrare ciò che
valgono», ha spiegato Pietro Innocenti,
dg Porsche Italia, «senza alcuna ambizione
di produrre posti di lavoro ma con l’aspirazione di creare stimoli per il futuro». A
vincere sono stati I Soci con il progetto
Texturization. La neoimpresa avrà il supporto di Porsche Consulting.
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Ho inventato l’ecotraversina ferroviaria
Ha iniziato da operaio nell’azienda del padre, che si occupa di costruzione e
manutenzione di materiali ferroviari. Ma le traversine di calcestruzzo al ventottenne
palermitano Giovanni De Lisi non andavano giù: poco rispettose dell’ambiente e con
una manutenzione troppo onerosa. Così ha messo a punto una soluzione innovativa:
traversine ricoperte di plastica riciclata e pneumatici fuori uso, che riducono rumori,
vibrazioni, costi di manutenzione e sono dotate di un sistema piezoelettrico integrato,
capace di produrre energia al passaggio dei convogli. «Nella metropolitana di Londra,
un chilometro di linea armata con queste traversine significherebbe il riciclo di circa 50
tonnellate di pneumatici, più altre 50 di plastica, e produrrebbe il
fabbisogno di energia di mille famiglie», calcola De Lisi. Nel 2012
De Lisi ha fondato Greenrail, soci gli amici Manfredi Inguaggiato,
Lorenzo Alessi e Fabio Guinci. Nel 2013 la società si è piazzata tra i
cinque finalisti del premio Gaetano Marzotto. L’anno successivo è
stata tra i vincitori di Intesa Sanpaolo Start-Up Initiative e di Edison
Start. Oggi Greenrail si sta aggiudicando il suo primo contratto:
1,5 milioni di euro, per 2.400 chilometri di alta velocità ferroviaria
a doppio binario in Kazakistan. (Alessandra Gerli)
50 garagisti al lavoro
In una rimessa o in un granaio, o negli spazi di coworking...
L’elenco sotto dà uno spaccato dell’Italia che ha iniziato o inizia ora
a intraprendere, nella manifattura e soprattutto nel mondo digitale
Daniel Amroch. Una cena a casa di amici, una
montagna di piatti sporchi: dove trovare una persona delle pulizie? È così che Daniel, Denny Nasato e
Andrea Rocco, tre studenti della Bocconi di Milano,
hanno avuto l’idea di EasyFeel, servizio di pulizie a
meno di 10 euro l’ora, da prenotare via smartphone,
computer o per telefono. Attivo a Milano, Torino, Firenze, Bologna, presto arriverà a Roma. Al trio spetta
il 30% del compenso delle/dei colf.
Enrica Arena. Insieme con Adriana Santonocito,
ha realizzato l’Orange Fiber, tessuto ricavato dalle
arance grazie alle nanotecnologie, con cui confezionare abiti che rilasciano sulla pelle i loro principi attivi.
Sono partite da un’idea nata in cucina.
Annalisa Balloi. È tra i fondatori e ad di Micro4you, azienda con una tecnologia innovativa che utilizza colonie di microbi per contrastare problematiche
in ambito ambientale e agroalimentare. Micro4You
ha vinto il Premio Gaetano Marzotto di 250mila euro.
Alessio Bertallot. Rai Radio2 gli cancella il programma ma lui decide di andare in onda lo stesso,
dalla sua casa milanese, creando, a 52 anni, la sua
web radio indipendente. Finanziata con una raccolta di fondi via internet, Casa Bertallot trasmette la
musica di qualità 24 ore al giorno.
Fabrizio Capobianco. La sua Funambol vende un
software per il personal cloud, su cui salvare da cellu-
lare/tablet foto, video e canzoni. Il quartier generale
è sulla baia di San Francisco, ma il centro di sviluppo
è a Pavia. Grazie ai suoi 3 milioni e mezzo di utenti
nel mondo, Funabbol è leader in Francia, Germania,
Turchia e Malesia. Aspira a conquistare il mercato
spagnolo e sudamericano.
Elena Carmagnani. Insieme con Emanuela Saporito ha realizzato OrtiAlti, la piattaforma per progettare e costruire giardini su edifici urbani disabitati
o utilizzati da piccole comunità.
Max Ciociola. MusiXmatch è l’app con il più
grande database al mondo di testi per canzoni. Grazie alla partnership con Spotify ha raggiunto 30 milioni di utenti in tutto il mondo con testi in 38 lingue.
Ha raccolto oltre 9 milioni di euro di finanziamenti.
Mattia Ciprian. s-Peek è la sua app per la valutazione delle aziende in 43 stati europei con un database di oltre 20 milioni di società (il concorrente di
punta è la multinazionale Compass).
Maurizio Costabeber. Il primo incontro con la prototipazione rapida, che sarebbe diventata la tecnologia 3D, avvenne in Giappone, agli inizi degli anni
Novanta. Tornato in Italia, Costabeber ha iniziato a
produrre stampanti 3D nel garage di casa, a Zanè
(Vi), inventando e brevettando gran parte delle tecniche e nuove tendenze. Oggi la sua azienda, Dws,
occupa più della metà delle sue risorse e dei suoi
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