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IMMAGINARE E COMUNICARE LA RINASCENTE
5 immaginare e comunicare la rinascente Ali Filippini [prima della Rinascente] 1865 - 1915 Colpiva soprattutto il nome (Aux Villes d’Italie) del gliore rete di trasporti urbani ed extraurbani. grande magazzino che nel 1879 i fratelli Luigi e FerI listini, nuovo ed efficace mezzo di comunicaziodinando Bocconi decisero di aprire sul sito di un ne, sono oggi un documento prezioso per rendersi ex albergo, dopo aver gestito per alcuni anni una conto del vasto assortimento delle merceologie, bottega, già di successo, in via Santa Radegonda. dai fiori ai mobili, che il negozio trattava. In queUn nome di chiara ispirazione gli anni, il grande magazzino francese che rimandava ai comincia così ad assumere grands magasins di Parigi, già la sua fisionomia ispirata a fenomeno di costume. Così una nuova tecnica di vendianche Milano, e poco dopo ta: non più un solo negozio, Roma, giungevano a conoma un insieme di commerscere il fascino dei nuovi luoci sotto un’unica insegna e ghi della vendita. gestione. Prezzi fissi, ingresso “Chi non ha visto quella splenlibero e segnaletica vistosa dida sala di stile gotico inglecompongono così la nuova se che i Magasins di Parigi inviimmagine del luogo di vendidiano a quelli di Milano?”, era ta urbano. il commento de “L’IllustrazioLe vetrine, in particolare, sane italiana”, che continuava ranno il trait d’union tra l’emagnificando l’assortimento sterno e lo spazio interno, delle merci: “Dall’abito da 8 completamente ridisegnato lire all’abito da 400 lire, daldalla presenza dei nuovi molo strofinaccio di cucina alla bili bassi, per permettere una splendida tovaglia operata visione totale. Di sera, le vetriInterni della Rinascente, Milano, 1940 circa di filo di Fiandra”. ne sono illuminate in maniera Queste merci, abbondantespettacolare (usando gli stesmente esposte su scaffali aperti ad altezza d’uosi riflettori che si usavano per i teatri, che con i nemo, che lasciavano lo sguardo libero di spaziare, gozi costituiscono il fulcro nell’applicazione dell’illue non più chiuse negli armadi a muro, sono le minazione elettrica proprio in quegli anni a Milano), medesime disegnate nei bei cataloghi periodidiventando un effetto di richiamo per l’architettura ci di corrispondenza: simili a vetrine che si poted’insieme del negozio. vano mandare a domicilio, i cataloghi venivano Il successo è tale che nel 1889, negli stessi anni in stampati e diffusi fuori Milano sfruttando una micui a Napoli aprono i Grandi Magazzini Mele, i fra- telli Bocconi decidono di costruire una nuova sede si intensifica, conferendo alla pubblicità un nuovo in piazza Duomo dove la nuova facciata, affianpotere di seduzione. Anche i listini vengono ridisecata dalle torri a cupola, dell’architetto Giovanni gnati, improntati a maggior chiarezza nella visualizGiachi diventerà il primo biglietto da visita di Alle zazione delle merci, descritte da chiare didascalie città d’Italia (come viene ribattezzato il grande e soprattutto affiancate in modo preciso da prezzi magazzino). e misure. Con il passaggio alla nuoSono gli stessi anni in cui Gio va proprietà, visto l’ingresso Ponti, con Lancia, progetta nel 1917 di Senatore Borletti, la linea di arredi moderni Doi magazzini dei fratelli Boccomus Nova, e il grande magazni diventano la dannunziana zino inizia a sperimentare le Rinascente; nel manifesto del collaborazioni con designer cartellonista francese Achille esterni che dopo la guerra Luciano Mauzan, realizzato costituiranno il fulcro della per l’inaugurazione, a una sua componente creativogran dama abbigliata ad progettuale. arte vengono offerte, su un In seguito all’incendio del cuscino di velluto, le chiavi 1918, la nuova Rinascente riche le apriranno le porte del sorgerà nel 1921 più immensa luogo: così l’immaginario di che mai. “L’ambiente è imraffinata eleganza dei grandi pressionante di ampiezza, di magazzini è servito. Sono gli ariosità, di colori sottilmente anni di massima attenzione diffusi. Si rimane estatici a conalla qualità e di ricerca di uno templarlo. Le gigantesche stile improntato al buon gusto vetrine a cristalli impeccabilche doveva uniformare l’inmente curvi scintillano talora Achille Luciano Mauzan, La Rinascente inaugura tera offerta. di raggi iridati”. Guardando i suoi magazzini, 1917 Ne sono testimonianza le sole fotografie delle vetrine defisticate e ariose illustrazioni gli anni Venti, l’impressione è che Marcello Dudovich (già artefice delle fortuquella di una sofisticata eleganza: all’interno comnate campagne per i Grandi Magazzini Mele), dai paiono composizioni di manichini a formare delle primi anni Venti ai Cinquanta, crea per pubblicizzaisole di presentazione delle merci, che rappresenre la Rinascente; anni in cui il ricorso alle immagini tano già l’adesione a display di vendita improntati a grande visibilità. Il tutto allestito con cura sotto il ripensato negli interni dall’architetto Carlo Pagagrande tetto in vetro che racchiudeva i quattroni, il lancio de la Rinascente è affidato alla sintesi cento metri quadrati del grande salone centrale. comunicativa di un giovane Max Huber (autore A potenziamento della comunicazione della sodel famoso monogramma), mentre Albe Steiner cietà, va ricordato anche l’house organ “Echi sarà negli stessi anni l’art director per la vetrinistidella Rinascente”, uscito tra ca con soluzioni innovative i primi in Italia nel 1929, che per la comunicazione: ad nel 1936 diverrà “La Famiglia esempio l’uso della grafica Rinascente-Upim” (quest’ulticombinata alla fotografia o ma inglobata nel 1934) quinil ricorso a soluzioni d’improndi “Cronache”, con il sottotita “neo-realistica” per fare tolo di “Rassegna di vita e di in modo che il passante foslavoro nei grandi magazzini”. se maggiormente coinvolto Sarà soprattutto nelle paginella messa in scena della ne di questo periodico, nato vendita. per i dipendenti, che dal Nei primi anni Cinquanta dopoguerra verranno publa Rinascente sarà la prima blicate le fotografie relative azienda in Italia a mettere alle campagne di comuniinsieme un ufficio pubblicità cazione e alla vita del grandove lavoreranno in seguito, de magazzino. Il dopoguerfino alla fine del decennio ra, infatti, vede la Rinascente successivo, i migliori nomi delimpegnata a divulgare con la comunicazione italiana. ogni mezzo la sua immagiAll’attenzione per la vetrinine. Negli anni successivi alla stica e i manifesti si affianca guerra, partecipano all’idela qualità del packaging proVeduta interna dei Grandi Magazzini azione delle vetrine artisti gettato da grafici come Mala Rinascente, Milano, 1931 come Bruno Munari, Erberto derna, Ferrario, Cappellato, Carboni, Marcello Nizzoli e Piaggio, diffuso dalle prime ancora Crippa o Brunetta, ovvero l’avanguardia riviste di industrial design italiano, come “Stile Indudella progettazione del design e della grafica itastria” di Alberto Rosselli, che ne evidenzia l’interesse liana del momento. Dal 1950, nel momento di riaall’interno di un più vasto progetto di propaganda pertura del grande magazzino in piazza Duomo, dell’azienda.