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Diapositiva 1 - Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale

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Diapositiva 1 - Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale
facoltà di architettura “luigi vanvitelli”
corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica
docente enrico formato
Fondamenti, modelli, tendenze. Lezione n.4 – Utopie + landscape movement . La città-giardino
> Howard e la codifica della “città giardino”
Ebenezer Howard (1850-1928)
chiude la linea di pensiero del
movimento utopista segnando il
confine tra la parte astratta delle
teorie urbanistiche ottocentesche
e le radicali ma operative ipotesi
del Movimento moderno.
Il movimento delle “città giardino”
è fortemente influenzato dalle
esperienze americane (Howard fu
negli Usa e fu molto impressionato
da Riverside a Chicago di Olmsted).
Esso propugna, in linea con le
ipotesi del geografo russo
Kropotkin, il
decentramento della
popolazione e delle
industrie in cittàsatellite immerse nel
verde della campagna.
Attraverso il suo libro “Garden
cities of Tomorrow” (1898-1902)
Howard fissa un modello
insediamento adattabile ai
vari contesti territoriali.
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enrico formato
> La“città giardino” come punto di equilibrio tra città e campagna
La “garden city” si fonda su un
equilibrio armonico tra residenza, industria e
agricoltura.
Si ispira al seguente motto di Kropotkin:
“Disseminare le industrie nelle campagne in modo
che l’agricoltura possa raccogliere tutti i vantaggi che
essa sempre ricava dalla sua alleanza con
l’industria”.
Questa concezione avrà largo seguito nelle
esperienze del New Deal americano, nell’Italia
fascista, nella ricerca corbusiana della “ferme
radoiuse”. Fino ai nostri giorni, con l’economia del
distretto (dove la fabbrica e le case sono “disperse”
nella campagna, senza però essere in equilibrio con
essa).
Nello schema territoriale di Howard un sistema di
città satelliti immerse nel verde , sufficientemente
distanziate per evitare di saldarsi, si dispongono a
corona di una città centrale.
Le città giardino sono pensate per essere
autosufficienti, con una popolazione di 32.000
abitanti.
Hanno struttura radiocentrica e sono collegate tra
loro da un sistema viario principale, da una rete di
canali e dalla ferrovia
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> La“città giardino” come punto di equilibrio tra città e campagna
La “garden city” di Howard è pensata per essere realizzata nel sistema economico presente, senza utopistiche ipotesi di
riforma sociale.
La realizzazione della città giardino passa attraverso la fondazione di una “società di scopo” che acquista i terreni (6000 acri)
e realizza la città su 405 ettari (1/6 dell’area) dell’area collettiva.
La società di scopo si finanzia mediante obbligazioni e resta proprietaria dei terreni dei quali cede solo i diritti di superficie.
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> Struttura della città giardino
Al centro della città è posto un giardino di 2,25 ha circondato dalle principali
attrezzature pubbliche (teatro, biblioteca, municipio, ospedale, etc.)
A corona si sviluppa un parco di 58 ha delimitato da un crystal palace che accoglie il
mercato permanente dei prodotti della città
All’esterno lungo la linea ferroviaria si trovano le industrie mentre le abitazioni
si dispongono su due fasce attestate su un grand avenue
Nella corona verde esterna (greenbelt) che stabilisce i limiti della città sono localizzati gli
edifici speciali come i sanatori e le fattorie
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> Struttura della città giardino
Lo schema di Howard da
luogo ad un insediamento di
Circa 2.400 ettari dei quali:
- 2000 ettari di
fascia agricola con una
densità media di 1 ab/ettaro
-400 ettari urbani con una
densità insediativa di 60 circa
ab/ettaro.
Il centro urbano ha forma
circolare con raggio di 1.200
metri.
L’assetto viario è costituito da
6 boulevard radiali
larghi 36 metri.
Le corone sono definite da
5 avenues (anulari), la terza
delle quali (grand avenue) è
larga 128 metri e lunga 5 km.
Le road con
andamento radiale collegano
le avenues mentre
le street collegano la grand
avenue con la linea
ferroviaria
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> “Visioni” dalla città giardino
Howard non è un architetto, si esprime sostanzialmente per diagrammi.
La sua proposta, aumentando di diversi gradi il livello di coordinamento delle
scelte, integra in un progetto unitario le funzioni in corso di segregazione per
opera dei coevi piani zonizzativi delle grandi città americane (Chicago, New
York, ecc.) ed europee (Berlino, Parigi, Roma, ecc.)
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> Tentativi di Garden City: Letchworth
Nel 1902 Howard fonda la prima Società per
la realizzazione di una garden city e l’anno
successivo incarica l’architetto Unwyn di
progettare Letchworth, una cittadina
distante circa 50
km da Londra.
La cittadina si popola lentamente e 30 anni
dopo la sua fondazione ha meno della metà
dei 35.000 abitanti previsti.
La crescita è costante e nel 1973 raggiunge i
68.000 abitanti con una densità circa doppia
rispetto a quella indicata dal progetto.
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> Tentativi di Garden City: Letchworth
La struttura radiocentrica
è deformata dalle
preesistenze ed è
attraversata, anziché
lambita dalla ferrovia.
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> Tentativi di Garden City: Letchworth
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> Tentativi di Garden City: Letchworth
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> Tentativi di Garden City: Letchworth
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> Tentativi di Garden City: Letchworth
La tipologie edilizia residenziale è la casa unifamiliare
Aggregata a schiera o in “cluster” di piccole corti: allo schema innovativo di
Howard , associate alle ricerche ottocentesche sulla “casa operaia” realizzate
dall’edilizia “by law” e dalla companies town, danno luogo però a un paesaggio
urbano nostalgico, neo-comunitario e medievaleggiante
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> Tentativi di Garden City: Hampstead
Altro tentativo di garden city viene portata avanti, sempre con la guida
archiettonica di Unwin e Parker, ad Hampstead a partire dal 1905.
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> Tentativi di Garden City: Hampstead
Dalla legenda della tavola si nota il tentativo di coniugare Zoning e
Progetto di paesaggio , inteso sia come landscape che come
townscape
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> Tentativi di Garden City: Hampstead
Ciò che deriva da questa linea di tendenza è una sorta di “villaggio utopico” (paragonabile per molti versi alle “colonie”
settecentesche come San Leucio a Caserta) ben distante dalla dissoluzione urbana dei sobborghi di Olmsted in Usa (cfr. ad
esempio Pinehurst): siamo di fronte ad un tentativo di “misurata ed ordinata” città di fondazione.
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> Tentativi di Garden City: Hampstead
A Hampstead si usa per la prima volta in
maniera sistematica la composizione
urbana basata sulla strada a “cul-de-sac”:
così si supera l’isolato e si dà valenza
morfologica alla ricerca sulla gerarchia dei
percorsi iniziata in Usa a Central Park. In
questo caso questa ricerca produce la
definizione di “close”, sistemi di corti che
definiscono parti urbane di “vicinato”.
(R. Unwin, Town Planning in practice)
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> Tentativi di Garden City: Hampstead
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> Tentativi di Garden City: Welwyn
Ancora in Inghilterra, nel 1919: la
garden city di Welwyn progettata
da de Seissons.
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> Tentativi di Garden City: Welwyn
A Welwyn (come in tanti altri
esempi europei ed americani
degli anni ‘20) la lezione di Unwin
è appresa e sviluppata
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> Tentativi di Garden City: Welwyn
La “piazza”
La “strada”
Il “cul-de-sac”
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> Tentativi di Garden City: Radburn, NY
Anche negli Usa,
presso New York, nel
1928, viene
sperimentata la
realizzazione di una
città-giardino basata
sul sistema urbano del
“cul-de-sac” e sul
rapporto fisso ed
equilibrato tra
insediamento e
campagna.
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> Tentativi di Garden City: Radburn, NY
Studi del rapporto tra
il potere attrattivo dei
centri civici e
l’estensione
dell’insediamento
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> Tentativi di Garden City: Radburn, NY
Gerarchia dei tracciati: strade a fondo cieco e sentieri pedonali
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> Tentativi di Garden City: Radburn, NY
Oggi Radburn è assorbita dalla suburbia di NY, il carattere “rivoluzionario” dell’ideologia antiurbana della città giardino si è
disperso nella moltitudine di giardini individuali dello sprawl.
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Riferimenti bibliografici
Benevolo L., 1960, Storia dell’architettura moderna, Laterza, Bari (ed. consultata 2007)
Tafuri, M., Dal Co, F., Architettura contemporanea, Electa, Milano, 1976
Secchi, B., 2000, La città del XX secolo, Laterza, Bari
Viganò, P., 1999, La città elementare, Skira, Milano
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