lo sai che esistono 8 insospettabili nemici dei denti?
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lo sai che esistono 8 insospettabili nemici dei denti?
Anno IV – Numero 875 AVVISO Ordine 1. ORDINE: Corsi ECM 2. Ordine: Progetto “Un Farmaco per Tutti” 3. Corsi ECM: Maggio Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Lo sai che esistono 8 insospettabili nemici dei denti? 5. Cos’è la carnitina? 6. Insonnia, prima dei farmaci provare con la terapia cognitivocomportamentale 7. Che cos è il favismo? Prevenzione e Salute 8. “L’attività fisica riduce la fame”, vero o falso? 9. I risvolti della celiachia al femminile Quali sono i campanelli d’allarme Meteo Napoli Martedì 10 Maggio Variabile Minima: 18°C Massima: 22°C Umidità: Mattina = 56% Pomeriggio =49% Martedì 10 Maggio 2016, S. Antonino, Cataldo Proverbio di oggi….…….. Miètte speranza a rrecchie:campe assaje!. Spera in ciò che odi:vivrai a lungo. LO SAI CHE ESISTONO 8 INSOSPETTABILI NEMICI DEI DENTI? Apparentemente innocui, ma sono i peggiori nemici per la salute dei denti. Facendo il verso ad una pellicola di Tarantino, sono 8 gli odiosi cattivi che attentano al nostro sorriso. Si tratta di succhi di frutta, vitamine masticabili, thè, caffè nero, la frutta secca, il vino bianco ed il fumo e… anche l’insospettabile acqua minerale. Parliamo più approfonditamente con lo specialista di odontoiatria di Humanitas Medical Care: “La corretta igiene dentale rimane sempre la prima buona abitudine per aver una dentatura sana e forte. In secondo luogo, è bene, inoltre, limitare caramelle e altri cibi zuccherini… ma questo non basta! Nella nostra dieta quotidiana consumiamo infatti alimenti che rischiano di intaccare lo smalto dentale: solo conoscendoli possiamo dosarli”. In prima battuta il saccarosio. Presente in grandi quantità, nei succhi di frutta lo zucchero è un temibile nemico della dentina. Similmente, gli integratori vitaminici da masticare potrebbero procurare carie. Le bevande con caffeina e teina, invece, possono macchiare lo smalto e rovinare l’estetica di un sorriso smagliante. L’acidità del vino bianco, nel tempo scalfisce la copertura smaltata del dente, rendendolo vulnerabile. Non dimentichiamo poi il fumo, causa di sviluppo o peggioramento di patologie parodontali. “Suonerà strano – ma persino l’acqua oligominerale, sottoposta a lavorazioni industriali, si fa più acida (e quindi aggressiva verso i nostri denti) oltre ad essere povera di fluoro (alleato del sorriso)”. (Salute, Humanitas) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 875 PREVENZIONE E SALUTE “L’ATTIVITÀ FISICA RIDUCE LA FAME”, VERO O FALSO? Alcuni credono che l’attività fisica aiuti a ridurre il senso di fame. Vero o falso? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Manuela Pastore, specialista della Direzione Sanitaria dell’ospedale Humanitas. Praticare attività fisica, oltre a tonificare i muscoli, migliorare la forma fisica, far bene alla salute generale e favorire la prevenzione di molte malattie croniche, contribuisce anche a ridurre il senso di fame. Aspetto questo non irrilevante se si pensa che, talvolta, la fame non è vera necessità di cibo ma è dovuta a stati d’animo quali depressione, noia, ansia. Anche se può sembrare strano che un’attività fisica che brucia calorie ed energia possa anche ridurre il senso di fame, è invece confermato che, favorendo la produzione di endorfine, ossia un gruppo di sostanze prodotte dal cervello che migliorano il tono dell’umore e inducono uno stato mentale più positivo, l’attività fisica contribuisce a far perdere peso anche perché agisce sui meccanismi che inducono la sensazione di fame – spiega l’esperta. – Praticare sport e attività fisica con regolarità tende quindi a ridurre il senso di fame, ma dipende soprattutto da quanta e quale attività fisica viene praticata e dalle condizioni da cui si parte. Attenzione però a non pensare di poter praticare una qualsiasi attività fisica senza affiancarvi sani stili di vita: infatti, se da una parte l’attività fisica praticata in modo regolare aiuta a perdere peso perché consente di bruciare calorie e aiuta a ridurre il senso di fame, dall’altra è importante curare l’alimentazione che deve essere bilanciata per evitare di vanificare la fatica e l’impegno profusi nell’attività fisica. (Salute, Humanitas) VERO COS’È LA CARNITINA? La carnitina è un acido carbossilico a catena corta presente nei tessuti animali. Essa è piuttosto conosciuta nelle palestre per la sua funzione nel corpo umano. Infatti, favorisce la produzione di energia a partire da acidi grassi a catena lunga, trasportando questi ultimi nella “fabbrica di energia” umana: i mitocondri. Molto spesso la carnitina è assunta come integratore dalle persone sottoposte ad attività fisica intensa e prolungata in quanto, con uno sforzo fisico protratto nel tempo, oltre agli zuccheri vengono consumati intensamente anche gli acidi grassi. Inoltre sembra che la carnitina possa essere un valido strumento per la terapia ischemica miocardica e per mantenere costante e sufficiente la disponibilità energetica cellulare. Essendo presente principalmente nei tessuti animali, la somministrazione di carnitina può rivelarsi utile e consigliata in regimi ipocalorici o in diete vegetariane o vegane. Per chi, spesso, mi chiede consiglio invece sull’utilizzazione della carnitina come integratore per migliorare la prestazione fisica, rispondo, una volta sottolineato il ruolo di questa sostanza in questo contesto, di ricorrere principalmente ad una sana alimentazione che comprenda molte proteine animali ad alto valore biologico, carboidrati e grassi, limitandomi a consigliare l’integrazione alle persone vegetariane o con particolari deficit metabolici. (Alimentazione) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 875 SCIENZA E SALUTE INSONNIA, PRIMA DEI FARMACI PROVARE CON LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE Lo consiglia l'American college of physicians Prima di ricorrere ai farmaci, si può provare a curare l'insonnia cronica con la terapia cognitivocomportamentale per l'insonnia (Tcc-i). Questo approccio, infatti, ha meno probabilità di causare effetti indesiderati. Ad affermarlo è l'American college of physicians (Acp), l'organizzazione dei medici internisti statunitensi, nella nuova guida pubblicata sulla rivista Annals of internal medicine. Secondo gli esperti, se questo metodo non dovesse produrre gli effetti sperati, vi si potrebbe associare anche un trattamento farmacologico. La Tcc-i rappresenta la combinazione di interventi differenti: comprende tecniche cognitivo-comportamentali, misure di psico-educazione regole d'igiene del sonno. Le ricerche finora condotte hanno dimostrato che risulta efficace nel trattamento dell'insonnia primaria. Inoltre, rispetto alle cure farmacologiche, presenta meno rischi d'incorrere in effetti collaterali significativi. L'Acp raccomanda di sperimentare questa terapia nel trattamento iniziale dell'insonnia cronica. Se i risultati ottenuti dovessero risultare insufficienti, l'organizzazione invita i medici a discutere con i loro pazienti sull'opportunità di associare alla Tcc-i anche una terapia farmacologica. In questa circostanza, i dottori dovrebbero spiegare gli eventuali benefici, ma anche i rischi e i costi economici associati all'impiego dei medicinali. “La terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia è un trattamento efficace e può essere impiegato in un contesto di cure primarie. Anche se non abbiamo prove sufficienti per confrontare direttamente gli effetti della Tcc-i con il trattamento farmacologico, possiamo affermare che la Tcc-i ha meno probabilità di provocare danni. I farmaci per il sonno, infatti, possono determinare gravi effetti collaterali”. Lo specialista precisa, inoltre, che i medicinali possono essere utilizzati soltanto per un breve periodo, mentre la Tcc-i può essere seguita anche per molto tempo. “I farmaci dovrebbero essere utilizzati per non più di quattro o cinque settimane, mentre le abilità apprese con la Tcc-i possono aiutare a gestire l'insonnia nel lungo periodo. Prima di continuare la terapia farmacologica, i medici dovrebbero prendere in considerazione le cause secondarie trattabili dell'insonnia, come la depressione, il dolore, l'ingrossamento della prostata, i disordini associati all'abuso di sostanze e altri disturbi del sonno come l'apnea notturna e la sindrome delle gambe senza riposo”. (Salute, 24 Ore) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 875 SCIENZA E SALUTE I RISVOLTI DELLA CELIACHIA AL FEMMINILE QUALI SONO I CAMPANELLI D’ALLARME Un’inspiegabile anemia, qualche difficoltà a diventare mamme, segnali premonitori di osteoporosi in giovane età e la predisposizione ad entrare in menopausa precoce. Nella donna, i segnali della celiachia potrebbero passare inosservati perché “atipici” rispetto alle manifestazioni classiche dell’intolleranza al glutine: un’inspiegabile anemia, qualche difficoltà a diventare mamme, segnali premonitori di osteoporosi in giovane età e la predisposizione ad entrare in menopausa precoce. Un profilo di intolleranza al glutine spesso non riconosciuto dalla donna in ampia percentuale, tanto che secondo le ultime stime fornite dalla Relazione al Parlamento sulla Celiachia del Ministero della Salute sono oltre 280 mila donne celiache ancora non diagnosticate. La FERTILITÀ «Molte donne non hanno neppure il sospetto di non tollerare il glutine – andando incontro a possibili gravi rischi e complicanze». Come la sterilità senza una causa apparente, perché la celiachia al femminile può colpire anche l’apparato riproduttivo, l’endometriosi, un menarca tardivo o una menopausa precoce, fino a alterazioni del ciclo mestruale e amenorrea, l’anemia da carenza di ferro, possibile in circa un caso su due, causate dalle alterazione dei globuli rossi. GRAVIDANZA: Non sempre la celiachia nega la maternità, ma può rendere la gravidanza molto più difficile del normale. «In caso di aborti ripetuti, ritardo di crescita intrauterino – prematurità, basso peso del nascituro o la necessità di ricorrere al taglio cesareo,è possibile ipotizzare una intolleranza al glutine che va confermata con indagini cliniche mirate da cui poi impostare un regime alimentare corretto. Nella quasi totalità dei casi, una dieta priva di questa proteina contribuisce alla remissione dei sintomi e consente alla donna di realizzare le aspettative di maternità». La relazione glutine-bebè è molto stretta: è stato infatti dimostrato che gli anticorpi antitrasglutaminasi presenti nella donna celiaca che consuma glutine, possono attaccare la superficie di alcune cellule della placenta e indurre una risposta immunitaria tra mamma e feto. Talvolta poi possono subentrare complicanze dovute a malassorbimento del ferro, la cui richiesta è duplice in gravidanza, e dare luogo a una importante anemia o alla difficoltà di “accettare” a livello intestinale l’acido folico, fondamentale per prevenire difetti del sistema nervoso nel feto. Rischi e implicazioni che potrebbero essere evitate: «I test sierologici di screening della celiachia – continua Silano – dovrebbero diventare una pratica di routine in tutte le donne in gravidanza». ANEMIA : Sospettare che l’emoglobina possa essere ben più bassa del normale ancora prima che venga accertata da un esame del sangue, è possibile: «Le donne celiache, rispetto all’uomo, sono maggiormente esposte a anemia – a causa delle perite di ferro indotte dal ciclo mestruale. I possibili segnali di anemia da non sottovalutare sono un eccessivo pallore cutaneo e delle mucose, la debolezza muscolare, la facile affaticabilità e la difficoltà a mantenere la concentrazione». PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 875 In passato l’associazione tra osteoporosi e celiachia era ricondotta soltanto alla incapacità dell’intestino di assorbire correttamente calcio e vitamina D. A questi fattori, secondo le più recenti ricerche, se ne aggiungerebbe un terzo: ovvero la produzione da parte del sistema immunitario di chi soffre di celiachia di anticorpi che attaccano una proteina chiave per la salute delle ossa, l’osteoprotegerina. «Seguire una dieta senza glutine, unita a terapia medica e stili di vita adeguati – conclude Silano riducono il rischio di fratture in donne celiache in maniera tanto più efficace quanto più si agisce precocemente». In pratica gli specialisti consigliano di garantire all’organismo un adeguato apporto di calcio, pari a circa 1 g/die, introdotto con una dieta che preveda latte e derivati, formaggi (in particolare il parmigiano), alcune verdure e erbe aromatiche come broccoli, cavolo nero, coste, erba cipollina, prezzemolo, spinaci e frutta tra cui arance, kiwi, lamponi, more e ribes nero. Non va neppure trascurato l’introito di vitamina D con la giusta esposizione al sole e all’aria aperta (mani e viso per almeno 10 minuti al giorno) e una integrazione dietetica con le poche fonti alimentari possibili: fegato e visceri di pesci, latte e derivati, uova. E come sempre si raccomanda anche un po’ di moto, regolare e costante, con esercizi che siano bilanciati al peso corporeo e dove ossa e muscoli lavorano contro la gravità, come passeggiate, salire le scale, sollevare pesi leggeri. Infine occorre bandire i fattori di rischio che facilitano la perdita di calcio: pochi caffè, massimo due al giorno; niente alcool che pare avere una azione inibitrice sulle cellule che costituiscono il tessuto osseo e fumo. Non ultimo la “prevenzione clinica” che consigli di eseguire periodicamente, e sotto consiglio medico, gli esami per la definizione della densità minerale ossea (MOC) e laddove necessario di impostare le adeguate terapie. (Salute, Corriere) OSTEOPOROSI PREVENZIONE E SALUTE CHE COS’È IL FAVISMO? Il favismo è una forma di grave anemia diffusa in Italia soprattutto nel Sud e nelle isole, causata dall’ingestione di fave (Vicia faba) e di alcuni farmaci. La malattia è in relazione con la mancanza ereditaria di glucosio 6 fosfato deidrogenasi, un enzima del metabolismo del glucosio. La carenza di questo enzima può scatenare vere e proprie “crisi emolitiche” ovvero massicce distruzioni di globuli rossi con conseguente anemia. Stop alle fave. Non è chiaro come si sviluppi la crisi, ma uno dei fattori scatenanti è proprio l’ingestione di fave o l’inalazione del loro polline: sembra che l’anemia possa essere collegata alla quantità di divicina, sostanza presente in questo legume soprattutto quando è crudo o fresco. Per evitare il favismo è sufficiente eliminare le fave dalla dieta ed evitare i farmaci che scatenano la crisi. (Focus) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 875 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca ORDINE: Corsi ECM del Mese di MAGGIO Corsi ECM per il mese di Maggio 2016 Anche quest’anno, quest’Ordine metterà a disposizione di tutti i propri iscritti a titolo gratuito un’ampia ed articolata offerta formativa costituita da una serie di eventi ECM. Per poter accedere a questa iniziativa, ogni iscritto all’Ordine di Napoli Come PARTECIPARE non dovrà più contattare gli Uffici per prenotarsi agli eventi formativi prescelti tra quelli proposti ma può farlo comodamente mediante: 1. prenotazione online sul sito istituzionale www.ordinefarmacistinapoli.it 2. recarsi in sede prima dell’evento FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 7 Anno IV – Numero 875 ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTI” Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato. Inoltre si considerano anche farmaci acquistati in farmacia da un cittadino e immediatamente donati. Il tutto per finalità umanitarie ed assistenza socio-sanitaria. I farmaci raccolti all’interno delle farmacie resesi disponibili, previa catalogazione presso la struttura messa a disposizione dall’Ospedale dell’Annunziata, saranno poi smistati ai vari enti assistenziali che hanno aderito all’iniziativa. FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo: [email protected] FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci. http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/ne ws/1097-un-farmaco-per-tutti RACCOLTI FINORA PIÙ DI 8.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI AI SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI: La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, UNITALSI Campania, Stelle in Strada Per VISIONARE LA VIDEO INTERVISTA fatta dalla redazione del giornale “Il Mattino” sul progetto “Un Farmaco per Tutti”, basta cliccare il seguente link: http://video.ilmattino.it/primopiano/i_farmacisti_di_napoli _e_il_sociale_ecco_un_farmaco_per_tutti-1703604.html PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 875 ORDINE: Convegno sulla “MISERICORDIA nella PROFESSIONE del FARMACISTA” I Farmacisti Cattolici di Napoli, in collaborazione con l’Ordine hanno organizzato un convegno sulla “Misericordia nella Professione del Farmacista”. 28 Maggio ore 9.30 LA PARTECIPAZIONE AL CORSO EROGA 10 CF ECM-FAD VISITA alla FARMACIA degli INCURABILI: SABATO 28 MAGGIO, ORE 17.00 La visita alla Farmacia degli Incurabili è aperta a TUTTI gli Iscritti e non solo ai partecipanti al Convegno. COME PARTECIPARE : gli Iscritti che vogliono partecipare, possono: 1. Venire direttamente nel Cortile del complesso degli INCURABILI, ore 17.00. Alle ore 17.15, inizierà il percorso di visita guidata