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I farmaci nemici delle ossa mascellari
A colloquio con... Prof. Livio Gallottini Bellezza Salute a cura di Elisabetta Valeri Medico chirurgo. Specialista in Odontostomatologia. Dottore di ricerca in discipline odontostomatologiche I farmaci nemici delle ossa mascellari T utti i farmaci hanno un’indicazione terapeutica principale, ma possono avere anche delle contro-indicazioni e degli effetti collaterali fastidiosi. Una famiglia di farmaci, che viene recentemente molto prescritta dai medici, è rappresentata dai bifosfonati. I bifosfonati sono farmaci, che vengono utilizzati principalmente nella cura delle metastasi ossee e dell’osteoporosi nelle donne in menopausa, inibendo il riassorbimento osseo, e che vengono assunti per bocca o per via iniettiva (intra-venosa od intra-muscolare). Tali farmaci però presentano un grave effetto collaterale: in caso di estrazioni dentali possono causare una necrosi ossea della mandibola e delle ossa mascellari superiori. Il rischio è maggiore nell’assunzione per via intra-venosa, per un periodo di assunzione prolungato (maggiore di 3 anni), nella mandibola ed in particolare nei settori posteriori della bocca (zona dei denti molari). Tutti i pazienti, a cui andrebbero somministrati tali farmaci, dovrebbero essere sottoposti ad una visita specialistica odontoiatrica preventiva, al fine di valutare lo stato della salute della bocca ed eventualmente eseguire delle terapie odontoiatriche prima dell’inizio della terapia farmacologica con bifosfonati. In caso di necessità di cure odontoiatriche in un paziente che assume già bifosfonati, il paziente deve seguire un rigido protocollo al fine di eseguire eventuali estrazioni dentali e successivamente anche degli impianti dentali. Il paziente deve sospendere almeno per 3 mesi la terapia farmacologica con bifosfonati (“drug holiday” o “vacanza dal farmaco”), di comune accordo con il suo medico curante (valutando un’eventuale terapia farmacolo- GENNAIO 2015 gica alternativa sostitutiva), fare una particolare analisi del sangue (telopeptide C terminale - CTX -), fare prima dell’intervento chirurgico odontoiatrico una particolare terapia farmacologica antibiotica preventiva e sottoporsi a controlli periodici odontoiatrici sia clinici che radiografici. I pazienti che assumono bifosfonati possono anche essere sottoposti alla terapia implantoprotesica con successo, ma rispettando una determinata tempistica ed un rigido protocollo terapeutico. Il rischio di necrosi ossea è sempre presente, ma viene notevolmente ridotto se non quasi eliminato seguendo tali linee guida internazionali. E’ auspicabile che i medici curanti siano sensibilizzati su tale problematica e che richiedano prima di iniziare una terapia farmacologica con i bifosfonati un videat odontoiatrico. Dall’altre parte, il dentista deve valutare con molta attenzione clinicamente e radiograficamente il paziente atte- nendosi rigidamente alle procedure raccomandate e gestire i tessuti duri e molli della bocca con molta attenzione, delicatezza e scrupolosità. Prof. Livio Gallottini Medico Chirurgo, Specialista in Odontostomatologia Prof. Ruggero Ingletto Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia Duilio Litorale Romano 19