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La Terapia con Bifosfonati - International Myeloma Foundation

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La Terapia con Bifosfonati - International Myeloma Foundation
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La Terapia
con Bifosfonati
International Myeloma Foundation
12650 Riverside Drive, Suite 206
North Hollywood, CA 91607 USA
Telephone:
800 -452- CURE (United States and Canada)
818-487-7455
FAX:
818-487-7454
[email protected]
www.myeloma.org
1/07
Sommario
Introduzione
5
Che cosa sono i bifosfonati?
6
I bifosfonati sono un tipo di chemioterapia?
7
Chi può trarre beneficio dai bifosfonati?
8
Quali sono i diversi tipi di bifosfonati?
9
Quali sono i possibili effetti colloterali
dei bifosfonati?
11
Chi non dovrebbe assumere bifosfonati?
19
Come si somministrano i bifosfonati?
20
I bifosfonati possono essere somministrati
contemporaneamente ad altre terapie?
21
Quali sono gli altri approcci disponibili
per la cura delle patologie ossee?
21
Che cosa ci riserva il futuro?
22
Domande da fare al proprio medico curante 23
Sponsored by an unrestricted educational grant
from Novartis
©2007, International Myeloma Foundation,
North Hollywood, California
Informazioni sulI’lMF
24
Glossario
27
Introduzione
Molti pazienti affetti da mieloma sviluppano
patologie ossee, che possono assottigliare
e indebolire le ossa (osteoporosi), oppure
causare la comparsa di buchi (lesioni osteolitiche). L’osso, così indebolito, è particolarmente soggetto a fratture o ferite anche
a pressioni minime (frattura patologica).
Le ossa che possono essere maggiormente
colpite da tali patologie sono quelle dello
scheletro assiale (colonna, pelvi, coste, e
cranio), nonché la parte finale delle ossa
lunghe di braccia e gambe. Le cellule del
mieloma causano le patologie ossee inviando segnali a determinate cellule, chiamate osteoclasti, inducendole a rompere
l’osso. Oltre a causare l’insorgere di patologie ossee, tale processo implica anche il
rilascio di calcio; qualora tale processo
avvenga troppo rapidamente, si può verificare ipercalcemia. Tanto le patologie ossee
associate a mieloma quanto l’ipercalcemia
possono essere trattate con un gruppo di
farmaci chiamati bifosfonati.
Che cosa sono i bifosfonati?
I bifosfonati sono piccole molecole inorganiche che si legano a una sostanza
chiamata idrossiapatite sulla superficie delle
ossa danneggiate. Gli osteoclasti vengono
inibiti e distrutti sui siti stessi del danno
osseo. Poiché il danno osseo è causato da
un aumento del numero e dell’attività di
tali cellule ossee osteoclastiche, i bifosfonati sono in grado di ridurre il nuovo danno
osseo e dare un’opportunità di guarigione
all’osso.
I bifosfonati presentano pertanto svariati
effetti positivi, tra i quali:
I bifosfonati sono un tipo
di chemioterapia?
I bifosfonati non sono una chemioterapia.
Furono introdotti più di vent’anni fà come
additivo nella pasta dentifricia per ridurre la
carie dentaria. I bifosfonati sono in genere
altamente sicuri e non presentano i rischi o
effetti collaterali simili a quelli della chemioterapia, utilizzata per attaccare direttamente
il mieloma. I bifosfonati sono usati per trattare diversi tipi di patologia ossea, tra cui
l’osteoporosi nelle donne, nonché gli effetti di
assottigliamento dell’osso dovuti a trattamenti
steroidei.
■ Prevenzione di ulteriore danni ossei
■R
iduzione del dolore osseo e della
necessità di antidolorifici
■C
orrezione e prevenzione
dell’ipercalcemia (livelli di calcio
nel sangue più alti del normale]
■D
iminuzione della necessità di radioterapia
■R
iduzione delle fratture patologiche
dovute a mieloma (per es., frattura in un
punto indebolito dal mieloma)
■ Miglioramento dello qualità della vita
■A
umento delle possibilità di guarigione e
recupero di forza dell’osso.
della qualità della vita. Nel corso di tale
studio era stato somministrato il bifosfonato
denominato Aredia® (pamidronato).
I bifosfonati sono particolarmente utili nei
pazienti trattati con steroidi, quali prednisone e desametasone. Gli steroidi riducono
la massa o la densità ossea. L’utilizzo dei
bifosfonati corregge tale effetto negativo
sulle ossa.
Quali sono i diversi tipi di bifosfonati?
Chi può trarre beneficio dai bifosfonati?
Si raccomanda la somministrazione di bifosfonati a tutti i pazienti affetti da patologia
ossea associata a mieloma. L’American
Society of Clinical Oncology ha stabilito
delle linee guida che raccomandano l’uso
continuato di bifosfonati in tutti i pazienti
affetti da mieloma con patologia ossea
documentata che abbia inizio a seguito di
trattamento sistemico del mieloma.
Uno studio randomizzato, pubblicato sul
New England Journal of Medicine nel 1996,
ha documentato una riduzione dei cosiddetti
“SRE” o “eventi scheletrici correlati” (come,
per es., nuovi danni ossei o fratture), nonché
una riduzione del dolore e un miglioramento
In commercio si trovano diversi bifosfonati;
nel corso degli anni la ricerca ha permesso
di mettere a punto prodotti sempre più efficaci nel tentativo di ottenere una migliore
guarigione dell’osso. I diversi farmaci disponibili hanno prodotto importanti benefici
“equivalenti” tra loro. Tali prodotti sono tuttavia associati a svariate differenziazioni di
notevole importanza, quali:
■S
omministrazione: endovenosa vs. orale
e lunghezza dei tempi dell’infusione
endovenosa
■E
ffetti collaterali potenziali: per es., febbre, possibile nefrotossicità, o malattia
della mascella.
■P
otenziali benefici a lungo termine:
bifosfonati nuovi e di maggiore efficacia
come Zometa possono apportare benefici a più lungo termine.
Aredia e stato approvato in base ai risultati
dello studio pubblicato nel 1996 sul New
England Journal of Medicine. La sommin-
istrazione di Aredia mediante infusione
endovenosa mensile è diventato lo standard
di cura per i pazienti affetti da mieloma.
È considerato un farmaco estremamente
sicuro e utile nel trattamento delle patologie
ossee associate a mieloma.
hanno a questo proposito un effetto equivalente. La principale differenza relativamente
a Zometa, è la diminuzione dei tempi di
infusione, 15 minuti rispetto a tempi di infusione variabili dalle 2 alle 4 ore con Aredia
(vedere paragrafi successivi).
Zometa® è stato approvato nel 2002 in
base a uno studio comparato dei risultati con Aredia. Zometa® produce una
riduzione più rapida e prolungata di livelli
elevati di calcio, qualora fossero presenti. I
risultati relativi agli effetti sugli SRE hanno
comunque dimostrato che Zometa e Aredia
Quali sono i possibili effetti collaterali
dei bifosfonati?
I bifosfonati sono generalmente ben tollerati. Gli effetti collaterali più comuni sono:
febbre, infiammazione venosa, dolori in
generale, disfunzioni renali, e l’osteonecrosi
della mascella.
Febbre
La febbre associata alia somministrazione di
bifosfonati è in genere leggera (compresa
per esempio tra i 37.8° e i 38.3°C), e si
verifica alcune ore dopo l’infusione endovenosa per durare al massimo qualche ora.
Tale stato febbrile può essere facilmente trattato o prevenuto con 1 o 2 aminoacetofene
(325 mg).
Irritazione venosa
L’infiammazione venosa (leggera flebite)
può verificarsi sul sito dell’infusione. E generalmente leggera e i pazienti solitamente
recuperano in un paio di giorni. Si raccomanda di effettuare attentamente l’infusione
per evitare perdite di farmaco intorno alla
vena. Una breve infusione salina alla fine
dell’infusione a base di bifosfonati può eliminare Aredia o Zometa dall’area e ridurre
l’eventualità di flebiti.
10
11
Dolori in generale
Tali effetti possono essere di breve durata
e manifestarsi in concomitanza con lo stato
febbrile.
Disfunzioni renali
La preoccupazione maggiore riguarda gli
effetti collaterali sulla funzionalità renale.
Tufti i bifosfonati sono potenzialmente tossici
per i reni. Poiché il mieloma può influire
sulla funzionalità renale (a causa, per es.,
di un danno proteico associato al mieloma
o ad alti livelli di calcio nel sangue), la
possibilità di effetti collaterali sui reni è di
particolare importanza.
Aredia e stato ampiamente utilizzato per
circa 10 anni, compreso il periodo di
sperimentazione iniziale. La principale tossicità emersa e un tipo di perdita proteica nell’urina (albuminuria o sindrome
nefrotica), verificatasi in particolare a dosi
maggiori di quelle raccomandate (per es.,
180 mg vs 90 mg) e/o somministrate
più frequentemente rispetto agli schemi di
dosaggio raccomandati (per es., ogni 2
settimane vs. una volta al mese). Si tratta di
un effetto collaterale solitamente reversibile
in base alla dose e/o con adeguamenti del
dosaggio o, in casi di rara gravità, interruzione del trattamento con Aredia. Sono stati
registrati rarissimi casi di danni irreversibili.
Al fine di prevenire eventuali danni renali
si raccomanda un monitoraggio periodico
(per es., ogni 3-6 mesi) dei livelli di proteina
nelle urine, con raccolta dell’urina durante
le 24 ore.
12
Anche Zometa è stato usato per 10 anni,
compreso il periodo di sperimentazione
clinica. La tossicità più preoccupante emersa
dall’uso di Zometa e un aumento della creatinina sierica, che indica una disfunzione
renale. I casi di aumento della creatinina e,
occasionalmente, di danni renali più gravi,
inducono a pensare che tale potente bifosfonato debba essere usato con maggiore
cautela rispetto alla funzionalità renale.
Per diminuire al minimo i problemi correlati alia funzione renale, il medico curante
dovrà seguire questi raccomandazioni:
■ Il medico curante sarà estremamente
cauto nell’utilizzo di Zometa in caso
di possibile insorgenza di disfunzioni
renali (per es., con il mieloma multiplo
di Bence Jones, diabete, pressione alta
13
da lungo tempo, o in pazienti anziani
e fragili). Zometa non dovrebbe essere
somministrato a pazienti con noto deterioramento renale, determinato da livelli
di creatinina superiori a 3 mg/dl.
■ It medico curante dovrebbe controllare il
livello di creatinina sierico del paziente
prima di ogni dose di Zometa.
•Q
ualora i valori di creatinina sierica aumentassero di 0.5 mg/dl in un
paziente con funzione renale normale
all’inizio della cura, il dottore sospenderà la dose successive fino a quando
i valori non saranno tornati entro un
10% dalla linea base.
•Q
ualora i valori di creatinina sierica
aumentassero di 1.0 mg/dl in un paziente con funzione renale anormale
all’inizio del trattamento, il dottore
sospenderà la dose successiva fino a
quando i valori non saranno tornati
entro un 10% dalla linea base.
paziente sarà a discrezione del medico
curante.
■ Il medico curante dovrebbe essere cosciente del fatto che taluni farmaci potenzialmente dannosi per la funzionalità renale
potrebbero esserlo ancora di più se somministrati contemporaneamente ai bifosfonati. Tra gli esempi possibili i farmaci
antinfiammatori non steroidei (FANS), il
thalidomide, e taluni antibiotici.
L’osteonecrosi della mascella
L’osteonecrosi della mascella (ONJ, per
OsteoNecrosis of the Jaws in inglese) è un
problema raro della mascella riscontrato
oggi in una piccola percentuale di pazienti
affetti da mieloma che assumono Aredia e
Zometa. Questa condizione provoca dolore, gonfiore, danni ossei che coinvolgono
• In un paziente che abbia sperimentato
un leggero aumento dei valori di creatinina sierica, rientrati al 10% salla
linea basale, il dottore potrà considerare l’opportunità di effetuare adeguamenti dello schema di trattamento.
Tali adeguamenti possono includere
l’aumento dei tempi di infuzione da
15 a 30 minuti o più, utilizzando un
volume maggiore di fluidi diluiti, o
ritardando la somministrazione della
dose successive. La scelta dell’opzione
più appropriate per ogni singolo
14
15
la cavità dentaria/alveolo dentario della
mascella.
Esistono necrosi dell’osso che possono provocare la caduta dei denti, schegge accuminate di osso esposto, speroni ossei, la
rottura di piccoli frammenti ossei o di osso
necrotico. I sintomi possono non essere così
espliciti e possono includere dolore, gonfiore, intorpidimento, sensazione di pesantezza della mascella, oppure caduta dei
denti.
Un consulto con un chirurgo specializzato
delle cavità orali o con un oncologo che sia
specializzato in osteonecrosi è fortemente
raccomandato per pazienti che sospettano
di poter essere affetti da osteonecrosi.
L a gestione di tale disagio senza l’aiuto
della chirurgia è raccomandata come il
primo passo fondamentale. Può essere
anche richiesto un intervento dentario secondario per ridurre processi ossei esposti
e accuminati oppure per rimuovere i tessuti danneggiati. Una protezione orale può
risultare utile.
Se vi è la presenza di infezioni è raccomandato un trattamento antibiotico. Il tipo
di terapia che verrà scelto dipenderà dal
tipo di infezione riscontrata. Possono anche
essere raccomandati sciaqui orali.
Se il problema persiste e/o la guarigione è
lenta, può essere presa in considerazione
l’interruzione della terapia con bifosfonati
per 2-4 mesi in modo da facilitare la guarigione della lesione.
Sebbene manchino risultati derivanti da
studi, esistono delle relazioni che documentano benefici riportati con l’interruzione di
trattamenti con Aredia e Zometa.
Se l’intervento chirurgico è indispensabile,
l’interruzione della terapia con bifosfonati è
assolutamente raccomandata. Dati recenti
dimostrano che vi sono pochi casi di guarigione in questo campo in associazione a
terapia continua con bifosfonati.
ossono essere utilizzate dentiere, ma molte
P
di queste necessitano riparazioni o regolazioni. L’uso di apparecchi dentari risulta
essere controindicato così come l’uso di
ossigeno iperbarico non sembra essere
d’aiuto.
16
17
Sono richiesti continui ed attenti controlli.
La prevenzione può aiutare i pazienti ad
evitare o ridurre il problema. Occorre
essere consapevoli ed informati dal proprio dentista circa i rischi potenziali per i
pazienti che assumono bifosfonati; inoltre,
risulta utile mantenere un’eccellente igiene
orale e sottoporsi a visite regolari dal proprio dentista.
Molto importante, se possibile, è anche
cercare di evitare estrazioni di denti e/o
qualsiasi intervento chirurgico della mascella. Se possibile, si consiglia di sottoporsi
a continue valutazioni da parte del proprio
dentista nonché a cure dentarie preventive
prima di intraprendere l’assunzione di terapia con bifosfonati.
Esistono tutte le ragioni per sperare che
con appropriate conoscenze e precoci trattamenti, i problemi legati alle ostecronesi
possano essere evitati.
Altri effetti collaterali
Generalmente l’insorgenza di altri effetti
collaterali è un’eventualità rara. Come per
la maggior parte dei farmaci, possono verificarsi reazioni occassionali, quali eruzione
cutanea, disturbi allo stomaco, visione disturbata, mal di testa, e difficoltà respiratorie. Le
reazioni allergiche gravi sono estremamente
rare, per quanto possibili.
Chi non dovrebbe assumere bifosfonaTI?
■ I pazienti non affetti da patologie ossee
documentate associate a mieloma non
dovrebbero assumere bifosfonati. Ciò significa che, in generale, i pazienti affetti da
gammopatia monoclonale di significato
indeterminato (MGUS) e mieloma asintomatico non accompagnati da patologie
ossee non necessitano o non traggono
beneficio dai bifosfonati. Questa rimane
tuttavia un’area di ricerca e di sperimentazione clinica ancora aperta.
■C
ome sopra menzionato, i bifosfonati devono essere usati con cautela nei
pazienti con malattia renale progressiva o
noto aumento dei valori di creatinina sierica, in particolare >3,0 mg/dl, nonché
qualunque altro valore sopra la media.
■ I pazienti che presentino reazioni allergiche o mostrino intolleranza al trattamento con bifosfonati non dovrebbero
assumerne.
18
19
COME SONO SOMMINISTRATI I BIFOSFONATI?
Tanto Aredia quanto Zometa sono somministrati per via endovenosa su base mensile.
Aredia è somministrato mediante infusione
endovenosa di durata variabile dalle 2 a 4
ore e un trattamento previo con 1 o 2 aminoacetofene (325 mg) può essere d’aiuto.
Zometa è somministrato mediante infusione
endovenosa di durata variabile dai 15 ai 45
minuti; anche in questo caso un trattamento
previo può essere d’aiuto.
La tossicità associata a entrambi i farmaci,
in particolare la potenziale nefrotossicità,
è correlata alla dose, alla durata, e alla
frequenza di infusione. Qualora la nefrotossicità diventasse un problem a rilevante, la
durata di infusione di Aredia può essere
aumentato fino a 4 ore e quello di Zometa
da 15 minuti fino a 30–45 minuti.
Se per qualunque ragione vi fossero delle difficoltà relative alia somministrazione per via
endovenosa, si può considerare la possibilità di somministrare i bifosfonati oralmente.
Alcuni pazienti possono trarre beneficio da
un trattamento orale con bifosfonati, in particolare i pazienti che dimostrino intolleranza
alla somministrazione endovenosa, presentino nefrotossicità e/o stiano utilizzando contemporaneamente steroidi. I bifosfonati orali
possono causare esofagiti e/o problemi
gastrointestinali, che ne precludono l’uso.
20
I bifosfonati possono essere somministrati
contemporaneamente ad altre terapie?
In generale i bifosfonati possono essere somministrati in tutta sicurezza in concomitanza
con la maggior parte delle altre terapie. Il
medico curante può decidere di non somministrare Aredia o Zometa lo stesso giorno o
in prossimità del giorno previsto per la somministrazione di chemioterapia endovenosa.
La cautela relativa alla potenziale nefrotossicità dei bisfosfonati è già stata ricordata in
precedenza.
Quali sono gli altri approcci disponibili
per la cura delle patologie ossee?
La chifoplastica fornisce un nuovo strumento
che potrebbe avere un certo peso nella cura
delle patologie ossee nei pazienti affetti da
mieloma. Tale procedura prevede l’iniezione
di cemento osseo liquido mediante la tecnica
del palloncino nel tentative di dare sollievo
a dolori acuti e a migliorare l’integrità strutturale di vertebre o altre ossa danneggiate.
Sebbene non siano disponibili risultati di
studi di ampio respiro, in pazienti selezionati, tale procedura si è rivelata sicuro ed
efficace.
Si raccomandano alcune misure generali
volte a migliorare la salute delle ossa, quali:
■A
deguato controllo del dolore per consentire la deambulazione e l’esercizio fisico.
■ T erapia radiologica e/o chirurgia ortopedica per ripristinare l’integrità strutturale delle ossa e consentire il recupero
di una piena mobilità. La terapia
21
radiologica dovrebbe essere utilizzata
con cautela in caso di problemi acuti,
quali compressione del midollo spinale,
grave dolore refrattario, e trattamento
o prevenzione di fratture patologiche.
Poiché la terapia radiologica può impedire la guarigione in caso di problemi
ossei a livello locale, molti medici preferiscono utilizzare steroidi sistemici e/o altre
terapie antimieloma. Qualora si renda
necessario è auspicabile anche l’utilizzo
della chirurgia ortopedica.
■E
sercizio fisico, in particolare passeggiate e/o nuoto, per aumentare la forza,
la flessibilità, e la resistenza delle ossa.
■S
i raccomanda di evitare attività rischiose
(come salire le scale) che possono aumentare il rischio di cadute e/o fratture.
Domande da fare al proprio medico
curante
Alcune delle domande da porre al proprio
medico curante:
■P
er quanta tempo dovrò assumere
bifosfonati?
■ Come faccio a ripetere la prescrizione?
■D
i quali effetti collaterali dovrei essere
a conoscenza?
■C
’è qualcosa che devo evitare durante
l’assunzione dei bifosfonati?
■P
osso vedere un foglio informativo
relativo al farmaco che dovrò assumere?
■E
secuzione regolare di test di rivalutazione
e di follow-up delle ossa, mediante raggi
X/scansione/test di densità ossea al fine
di individuare nuove patologie ossee e
valutare l’impatto del trattamento.
Che cosa ci riserva il futuro?
Attualmente sono in corso importanti ricerche
sulle patologie ossee associate a mieloma.
Di particolare interesse sono i trattamenti
in grado di migliorare la funzione cellulare
ossea mediante l’attivazione di osteoblasti
per promuovere la guarigione dell’osso. Il
futuro appare promettente in quanto alla
nascità di nuovi trattamenti farmacologici di
particolare utilità.
22
23
Informazioni sull’ IMF
“Una persona può fare differenza,
due possono creare un miracolo.”
Brian D. Novis,
fondatore di IMF
Il mieloma è un cancro poco conosciuto,
complesso e spesso erroneomente diagnosticato che attacca e distrugge il tessuto osseo.
In Europa, circa 26.000 persone sono
affette da mieloma. Benché attualmente non
esista una cura per il mieloma, i medici
seguono svariari approcci per aiutare i
pazienti affetti da mieloma a vivere meglio
e più a lungo.
L’International Myeloma Foundation (IMF)
è stata stabilita nel 1990 da Brian e Susie
Novis poco dopo che Brian aveva ricevuto
una diagnosi di mieloma all’età di 33 anni.
Il suo sogno era quello di offrire a pazienti
futuri l’accesso a informazioni mediche e
un sostegno emotivo durante la loro lotta
contro il mieloma. L’lMF fu stabilita con i 3
principali obiettivi di trattamento, informazione, e ricerca, offrendo a pazienti, familiari,
amici, e assistenti un’ampia gamma di
servizi. Brian morì 4 anni dopo la diagnosi
iniziale, ma il suo sogno rimane vivo. Oggi
l’IMF conta oltre 125.000 soci ed è stata la
prima organizzazione dedicata esclusivamente al mieloma, e rimane tuttora la più
importante.
L’lMF fornisce programmi e servizi per assistere la ricerca, il trattamento, e la gestione
24
terapeutica del mieloma, per assicurare che
nessuno debba affrontare la lotta contro il
mieloma da solo.
Assistiamo i pazienti di oggi, con l’impegno
di trovare una cura futura.
Come può aiutarvi l’IMF?
INFORMAZIONI AI PAZIENTI
PACCHETTO INFORMATIVO
L’lMF offre un pacchetto gratuito contenente
informazioni esaustive sul mieloma, sulle opzioni di trattamento, la gestione della malattia
e i servizi forniti dall’IMF, nonche il nostro
acclamato Guida del Paziente.
ACCESSO MEDIANTE INTERNET
Sul nostro sito www.myeloma.org sono disponibili 24 ore al giorno informazioni sul
mieloma, sulI’lMF e sui programmi di assistenza
e didattici.
FORUM ONLINE SUL MIELOMA
Unitevi al gruppo di discussione IMF in Internet
presso www.myeloma.org/listserve.html per
condividere i vostri pensieri e le vostre esperienze.
MYELOMA MINUTE
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Viene inviato gratuitamente tramite e-mail.
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del mieloma per saperne di più relativamente
agli ultimi progressi in terapie e ricerca.
25
MYELOMA MATRIX
Questa pubblicazione, disponibile sia sul sito
Web che in formato cartaceo, e uno guida
esaustiva ai farmaci in corso di sviluppo per il
mieloma.
NOTIZIARIO MYELOMA TODAY
Il nostro bollettino informativo è disponibile
dietro abbonamento gratuito.
ASSISTENZA
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Chiamata gratuita negli Stati Uniti e nel Canada
per raggiungere specialisti.
GRUPPI Dl SOSTEGNO
Una rete di oltre 100 gruppi di sostegno
dedicati al mieloma tiene riunioni regolari per
coloro che sono interessati a questo tema. L’lMF
offre inoltre dei ritiri annuali per i capi dei
gruppi di sostegno.
RICERCA BANK ON A CURE®
Questa banca di DNA offre dati di ricerca
genetica sullo sviluppo di nuovi formaci.
INTERNATIONAL STAGING SYSTEM (ISS)
giovani scienziati nel campo del mieloma, i
quali sono rimasti attivi nel settore e continuano
il loro lavoro di ricerca per una cura per questa
malattia.
Glossario
Albuminuria: Eccesso di proteina sierica nelle urine.
Bifosfonato: Piccola molecola inorganica che si lega
alia superficie delle ossa danneggiate. La terapia
a base di bifosfonati è usata nei pazienti affetti da
patologie ossee per ridurre nuovi danni ossei e fornire
un’opportunita di guarigione alle ossa.
Chemioterapia: Farmaci usati per uccidere le cellule
cancerogene.
Chifoplastica: Iniezione di cemento osseo liquido
mediante la tecnica del palloncino. Tale procedura può
dare sollievo a dolori acuti e a migliorare l’integrità strutturale di vertebre o altre ossa danneggiate.
Creatinina: Composto escreto nel sangue e nelle urine.
Alti livelli di creatinina indicano la presenza di una disfunzione renale.
Esofagite: Infiammazione dell’esofago (il tubo che
trasporta il cibo dalla bocca allo stomaco).
Evento scheletrico correlato (SRE): Nuovo danno
osseo o frattura.
Questo modello prognostico per il mieloma consentirà ai medici di selezionare il trattamento
più idoneo per ciascun paziente.
Farmaco antinfiammatorio non steroideo
(FANS): Farmaco usato per ridurre febbre, gonfiori,
dolori, e arrossamenti.
SOVVENZIONI PER LA RICERCA
Frattura patologico: Fratfura dovuta a un indebolimento della struttura ossea causato da malattia.
Il Grant Program dell’IMF, il più importante
programma a livello internazionale per ricerca
collaborativa e che conta risultati straordinari,
sostiene ricercatori sia più giovani che con
maggiore anzianità impegnati in una vasta
gamma di progetti. L’lMF ha attratto molti
26
Flebite: Infiammazione di una vena.
Gammopatia monoclonale di significato indeterminate (MGUS): Una condizione benigna nella
qualle la componente monoclonale è presente ma non
c’è malattia sottostante (per es., anemia, insufficienza
renale, ipercalcemia e lesioni litiche).
27
Idrossiapatite: Composto trovato sulla superficie delle
ossa che conferisce loro rigidità.
Ipercalcemia: Livelli anormali di calcio nel sangue.
Lesioni litiche: Buchi nelle ossa.
Mieloma: Tumore delle plasmacellule presenti nel
midollo osseo.
Mieloma asintomatico: Tipo di mieloma caratterizzato da quantità comparativamente basse di livelli di
proteina associate al mieloma e plasmacellule di midollo
osseo nonché dall’assenza di determinati sintomi correlati al mieloma (per es., anemia, insufficienza renale,
ipercalcemia, e lesioni litiche).
Mieloma multiple di Bence Jones: Mieloma caratterizzato dalla presenza della proteina di Bence Jones,
uno proteina anormale nelle urine e nel sangue.
Nefrotossicità: Tossico o distruttivo per le cellule
renali.
Osteoblasto: Cellula immatura che quando matura si
associa alla produzione di tessuto osseo.
Osteoclasto: Cellula che distrugge il tessuto osseo.
Osteoporosi: Assottigliamento e indebolimento delle
ossa.
Scheletro assiale: Colonna vertebrale, pelvi, coste, e
cranio. Lo scheletro assiale è, insieme alle sezioni finali
delle ossa lunghe delle braccia e delle gambe, la parte
generalmente più colpita da fratture patologiche.
Sindrome nefrotica: Gruppo di malattie caratterizzato da un eccesso di proteina sierica nelle urine.
Steroide: Farmaco usato per ridurre gonfiore e infiammazione. Un effetto negativo di un trattamento a base di
farmaci steroidei è rappresentato dalla riduzione della
massa ossea.
Trattamento sistemico: Trattamento che utilizza sostanze che viaggiano attraverso la circolazione ematica
per raggiungere e interessare le cellule nel corpo intero.
28
Appunti
DataOraNote Importanti
Appunti
DataOraNote Importanti
Appunti
DataOraNote Importanti
Fly UP