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RIASSUNTO TESI DI LAUREA: IL DELITTO TENTATO ALLA LUCE

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RIASSUNTO TESI DI LAUREA: IL DELITTO TENTATO ALLA LUCE
RIASSUNTO TESI DI LAUREA:
IL DELITTO TENTATO ALLA LUCE DELLA GIURISPRUDENZA
DEGLI ULTIMI VENTI ANNI
Laura Carminati - Matricola 1014804
Laura magistrale a ciclo unico in giurisprudenza D.M. 270/04 - Classe N. LMG/01
Nello svolgimento della tesi in esame si è puntato l'accento sulle caratteristiche e sui
risvolti del delitto tentato alla luce degli orientamenti giurisprudenziali esistenti in
materia a partire dalla metà degli anni Novanta in poi.
In particolare, nel primo capitolo vengono analizzati i profili generali del delitto
tentato, esaminando il carattere autonomo dello stesso e la sua correlazione con il
reato consumato, con un cenno anche al regime di procedibilità.
Nel secondo e terzo capitolo, invece, sono esaminati in maniera approfondita
rispettivamente l'elemento oggettivo e l'elemento soggettivo del tentativo.
Per quanto riguarda l'elemento oggettivo, dopo una prima analisi dei profili generali
vengono delineati e studiati i requisiti necessari affinché possa dirsi presente il
tentativo. Tali requisiti sono:
a) l'idoneità degli atti a creare una situazione di pericolo attuale e concreto per
la lesione del bene protetto dalla norma incriminatrice;
b) l'univocità degli atti, i quali devono altresì risultare diretti in modo non
equivoco a commettere un delitto;
c) il mancato compimento dell'azione o il mancato verificarsi dell'evento.
Dopodiché si procede cercando di individuare l'inizio dell'attività punibile,
richiamando a tal fine la distinzione effettuata nel Codice Zanardelli del 1889 tra atti
preparatori, non punibili, e atti esecutivi, punibili e osservando come la
giurisprudenza si è evoluta in merito.
Nell'analisi dell'elemento soggettivo, invece, si è posto l'accento sulla compatibilità
(o incompatibilità) del tentativo con il dolo eventuale, il dolo diretto e il dolo
alternativo, analizzando anche la prova del dolo.
Nel capitolo quarto si è affrontato il rapporto tra tentativo e circostanze, analizzando
la distinzione tra tentativo circostanziato di delitto e tentativo di delitto
circostanziato ed esaminando tale rapporto con riferimento a determinate circostanze
concrete: in particolare, sono state prese in considerazione le circostanze di cui agli
artt. 61, n. 4, c.p.; 62, 1° co., n. 4, c.p.; e 62, n. 6, c.p.
Si è poi proceduto, nel capitolo quinto, a studiare il computo della pena e la
prescrizione del tentativo.
Nei capitoli sesto e settimo, invece, si è affrontato il tema della desistenza volontaria
e del recesso attivo: sono stati esaminati profili generali, natura giuridica ed elementi
costitutivi di questi due istituti.
Nel capitolo ottavo, si è poi trattata la configurabilità del tentativo in specifiche
tipologie di reati. In particolare, si è analizzato in quali categorie di delitti il tentativo
risulta compatibile e in quali risulta inammissibile, prendendo in considerazione le
seguenti tipologie di reati: contravvenzioni, delitti colposi e preterintenzionali, reati
omissivi propri, reati unisussistenti, reati a consumazione anticipata, reati di
attentato, reati di pericolo, delitti permanenti, reati aggravati dall'evento, delitti
continuati e reati abituali.
Nel capitolo nono, infine, è stato esaminato il reato impossibile nelle sue due
sfaccettature: reato impossibile per inidoneità dell'azione e reato impossibile per
inesistenza dell'oggetto, accennando anche al caso dell'agente provocatore e della
presenza delle Forze dell'Ordine.
A conclusione di tutto il discorso inerente il delitto tentato è stato fatto un capitolo
riassuntivo delle caratteristiche principali del tentativo emerse nello studio della
giurisprudenza.
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