Diamo riscontro alla nota, di cui al riferimento, con la quale si
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Diamo riscontro alla nota, di cui al riferimento, con la quale si
INFERMIERI PROFESSIONALI ASSISTENTI SANITARI VIGILATRICI D'INFANZIA Protocollo P-848/III.01 E-mail 15 febbraio 2011 Data Rif. E-mail del 25/11/2010 Gent.ma Dottoressa …. E, p.c. Ai Collegi IPASVI LORO SEDI Oggetto Federazione Nazionale Collegi IPASVI 00184 Roma Via Agostino Depretis 70 Telefono 06/46200101 Telefax 06/46200131 Cod. Fisc. 80186470581 Diamo riscontro alla nota, di cui al riferimento, con la quale si chiedeva se era di competenza infermieristica impiantare e gestire il P.I.C.C. (Catetere Venoso Centrale a media permanenza per infusioni venose a bassa velocità di flusso ad inserimento ipercutaneo), facendo presente quanto segue. Come noto la legge 42/99 all’art. 1 comma 2 così letteralmente dispone: Il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 502, e successive modificazioni e integrazioni, è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonché degli specifici codici deontologici, fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario per l'accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea, nel rispetto reciproco delle specifiche competenze professionali In particolare le competenze del personale infermieristico sono disciplinate dal D.M. D.M. 14 settembre 1994, n. 739 sul “Regolamento concernente l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'infermiere”. Si evince chiaramente che non sussiste più un ‘mansionario’ che elenchi le attribuzioni del personale infermieristico, ma le competenze discendono direttamente dal Decreto sul profilo, dal curriculum studii e dal codice deontologico. Sarà quindi necessario procedere sempre ad una attenta valutazione della complessità e criticità della manovra richiesta e dai rischi connessi in relazione all’impatto diretto sul paziente e correlarle con le competenze formative acquisite dal professionista anche nel rispetto delle disposizioni del Codice Deontologico. Risulta evidente che l’implementazione del P.I.C.C. presenta elevati rischi e controindicazioni che presuppongono elevate competenze. Di conseguenza stante le caratteristiche e la complessità della procedura si ritiene opportuno che tale attività venga effettuata in un ambiente idoneo. Ad ogni modo a fronte di un serio e mirato percorso formativo appositamente istituito e validato e con la relativa costituzione di una congrua casistica di atti di implementazione effettivamente compiuti dal professionista infermiere, debitamente affiancato e senza incidenti, questa Federazione non vede elementi di opposizione all’atto in parola. Naturalmente deve altresì sussistere un chiaro consenso espresso all’interno delle varie figure professionali sanitarie coinvolte oltre che dal paziente. Una ulteriore attenta valutazione nel merito va fatta relativamente al fatto che la formazione prima e l’attività in se stessa poi, potrebbe distogliere in maniera significativa il personale infermieristico dai suoi compiti assistenziali a discapito comunque del paziente. Si sottolinea infatti che il mandato prioritario dell’Infermiere, come previsto dal Profilo professionale, è l’assistenza. Cordiali saluti.