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che sfida cantare la mia
la toccante Storia Di Un Malato colpito Dalla ScleroSi laterale aMiotrofica che sfida cantare la mia Omar ha un sogno: che il suo brano sia interpretato da una voce famosa. E Oggi lancia l’invito: cantanti d’Italia, fatevi sotto! dalla nostra inviata Rita Cenni - foto Attilio Rossetti Assago (Milano), gennaio sogni. Restano soltanto quelli. E con i sogni resta la passione, l’illusione di poterli realizzare. Per il resto, sei immobile. Imprigionato nel corpo. Totalmente dipendente da una macchina, e dagli altri. Ma hai la sensazione di poter smuovere le montagne. Ancora». Il sogno di Omar Turati, 36 anni, musicista da sempre, maestro di chitarra, dal 2006 immobilizzato dalla Sla, è che un cantante famoso interpreti Solo libera l’anima, la canzone che ha scritto per raccontare la malattia. E per sostenere chi tenta di combatterla. Sla, come la sigla della malattia, Sclerosi late- «I toposto a tracheotomia; ma dopo u n momento, chi lo ascolta dimentica quel sottofondo, che finisce per assomigliare al suono del mare. Omar ti spiazza con un saluto che è un sorriso. Aperto: «Benvenuta nella dimora di un malato professionista». Poi, come ti leggesse nel pensiero, o quasi volesse giustificarsi, aggiunge: «La dipendenza dalle macchine è il prezzo per continuare a vivere. Ma la vita è ricca e bellissima anche da qui». UNA bANd scAteNAtA Assago (Milano). Omar il conflitto interiore Turati, 36, al centro, Omar ha un piglio da filosoattorniato dal caloroso fo. «La cosa importante è che affetto dei suoi amici. intorno a me non ci siano né Da sinistra, Filippo pena né indifferenza. Negli Bentivoglio (arrangiatore), ultimi sette anni Daniela Margini, perso, giorno Andrea Bellani (voce La chitarra è stata ho dopo g ior no, la solista), Cesare Amico il suo primo amore capacità di muo(chitarrista) e Letizia vere il mio corpo, Ferraro (violinista). rale amiotrofica, «ma anche ma il cervello e l’anima hanl’acronimo di come la si vive no c o m i n c i at o a c or r e r e dall’interno, perché ti resta... all’impazzata... Ho dovuto Solo libera l’anima». apprendere la differenza tra Dal suo letto ipertecnologirassegnazione e consapevoco, nella stanza ingombra di lezza». computer, libri e cd (che è diOmar non nasconde che non ventata il fulcro della casa è, e non è stato, facile. «La codei genitori, Giovanna e Besa più ardua è accettare una nito, 70 anni), Omar t’inchiomalattia così devastante. La da col suo sguardo verdazSla non provoca dolore. Ma zurro. Vivissimo. doverla accettare è una lotta Alza, a fatica, la punta di un continua. Il giorno in cui solo dito, l’indice destro, ma un medico mi disse “Non muove bene la testa sul cuso dirti quando, ma arscoltare scino e parla in modo comriverà un momento in Volete ae composta n prensibile. Le parole s’intreccui perderai ogni posla canzoostro Omar? dal n te sul sito ciano con l’ansimare del resibilità di movimenclicca spiratore che lo tiene in vita, to”, ebbene: ho vissuto dal 2007, quando è stato sotuna lapidazione a ❛ 56 OGGI i.it g g o . w ww vita alle prese con la sla! Muscoli e nervi non si parlano più ● Volendo tradurre per esteso l’etichetta «Sla», otterremmo una frase del genere: «indurimento» (Sclerosi) della porzione esterna (laterale) del midollo spinale e riduzione delle masse muscolari (amiotrofica). Un terremoto che s’innesca perché degenera quella struttura che si chiama «giunzione neuromuscolare», il ponte che permette il transito degli impulsi elettrici dalla fibra nervosa al tessuto muscolare. Così i muscoli e le cellule nervose del cervello e del midollo spinale che governano i movimenti non si parlano più. ● La patologia affligge circa 5 mila persone in Italia, e ogni anno annovera 1.500 nuovi casi. E.R. OGGI 57 UNA fAmigliA esemplAre Assago (Milano). A destra, Omar circondato dalla famiglia, che lo segue sempre con grande energia: da sinistra, la madre Giovanna, il padre Benito e la sorella Liana. Più a destra, Omar, appassionato di musica sin dall’infanzia, con la sua prima grande passione: la chitarra classica. mente serena». Il peggio, però, è stato quando ha capito che, per continuare, doveva dare un senso a quello che gli capitava. «C’è chi ricorre a Dio, chi al destino, chi a speculazioni scientifiche o filosofiche... Io vivo un tortuoso cammino di fede». aMici e “angeli cUStoDi” Di fronte al letto, la finestra offre a Omar l’inquadratura perfetta di u n campan ile svettante. Non ci sono ripensamenti. «Vale la pena di godersi ciò che resta, fino all’ultima goccia. Non è stato facile abituarmi alla mia nuova condizione, non ci si abitua mai; però a un certo punto ho capito che avevo ancora tante risorse. Per questo ho scritto la canzone. E sogno che Oggi mi aiuti a trovare l’interprete che la renda famosa, e la faccia ascoltare a tutti. Ovunque». Il nostro Omar ha composto Solo libera l’anima usando il computer. E i primi a cantarla sono stati il padre Benito, e Roberta, un’amica. Attorno a lui sono ricomparsi gli strumenti musicali, portati dagli amici. Andrea, cantante, Cesare, chitarrista, Fabrizio, bassista, Letizia, violinista, Mirco, batterista. Hanno dato vita a una band, «Gli Amici del Ramo» (il nome di Omar al contrario), solo per il gusto d’inciderla. Filippo 58 OGGI Bentivoglio, maestro e direttore di Shekinah, il coro della pastorale giovanile della diocesi di Milano, ne ha arrangiato una versione pop. Il coro l’ha registrata. «La canzone ha un doppio significato, descrive la mia situazione, con tutti i limiti oggettivi, ma esalta anche la libertà interiore. Per diffonderla, gli amici hanno anche realizzato un sito Internet, www.sololiberalanima.com, appena approdato in Internet». Un paSSato nelle note Sembra quasi un ritorno al passato, alla vita prima della malattia. Appassionato di Nuova luce sulle radici del male ● Sla. Ovvero Sclerosi laterale amiotroffca. Solo libera l’anima. Ma anche: «Scienza lanciata avanti». Perché se una manciata di anni fa su questa patologia pesavano solo punti interrogativi, oggi del puzzle stanno emergendo i (complicati) tasselli. Una recente ricerca, frutto della collaborazione di otto Paesi (Regno Unito, Stati Uniti, Olanda, Irlanda, Italia, Francia, Svezia e Belgio), ha illuminato una specifica regione del nostro patrimonio genetico (sul cromosoma 9) coinvolto nella Sla sporadica, la forma che abbraccia oltre il 90 per cento dei casi. E fresca è anche quest’altra acquisizione (tra gli autori, Adriano Chiò, del Centro Sla dell’ospedale Molinette di Torino): l’alterazione di un pezzetto di Dna (sempre sul cromosoma 9) può inceppare nel tessuto nervoso lo smaltimento dei riffuti cellulari. E innescare la neurodegenerazione. «Sono ricerche cruciali, perché solo attraverso questi passaggi obbligati potrà essere approntata una terapia per i pazienti», dice Vincenzo Silani (foto), direttore dell’Unità operativa di Neurologia e Laboratorio di Neuroscienze, «Centro Dino Ferrari» (Università di Milano e Istituto Auxologico Italiano), nonché una delle ffrme del lavoro internazionale citato. ● Nel frattempo? La terapia oggi mira a migliorare l’autonomia personale e la comunicazione, a evitare la denutrizione e ad aiutare il paziente a respirare. Ma lo sguardo di domani punta sulle «magiche» cellule staminali, destinate a restaurare i circuiti neuromuscolari interrotti. «Non si parla solo di trapiantarle», dice Silani, «la sffda è anche quella di attivare dall’esterno le nostre stesse staminali: stimolate adhoc (per esempio con fattori di crescita), potrebbero avviare un processo di autoguarigione». E.R. musica si n dal l’i n fa n zia, Omar ha preso il primo diploma in chitarra classica; poi s’è laureato in Scienze politiche, con una tesi di Sociologia della musica. Docente di chitarra, ha fondato Yanadi, un’associazione per il commercio equo e solidale, sostenuta dalla Caritas di Assago. D’estate, alternava alle vacanze con gli amici e la fidanzata, le settimane da volontario, come quando andò a insegnare musica ai bambini di un villaggio albanese. La ricchezza della sua vita di oggi si deve alla task force dei familiari e dei tanti «angeli» che l’hanno conosciuto dopo la malattia, e si presentano ogni giorno alla porta di casa: prima tra tutti Maria Grazia, fisioterapista, un’amica molto speciale. La Sla ha portato nella nuova vita di Omar anche presenze famose, come il campione di calcio Stefano Borgonovo, affetto anche lui dalla sclerosi laterale amiotrofica. «Ci siamo conosciuti nel 2006, quando eravamo ricoverati nella stessa stanza, al Centro Nemo, la struttura clinica dell’Ospedale Niguarda che segue entrambi. Stefano non riusciva a comunicare, si era chiuso, era profondamente arrabbiato... Poi è arrivato un apparecchio che gli ha permesso di esprimersi, e allora 2011: le promesse della medicina Test soffsticati proteggeranno mamme e bebè. E anche la salute futura del cervello I desideri della scienza medica per l’anno nuovo? Buone notizie: il 2011 porterà diagnosi più precise, cure innovative, tecnologie di prim’ordine al servizio dei pazienti. Ecco le scommesse per l’anno che verrà. AIDS. L’anno vecchio si è chiuso con una notizia incoraggiante. Il vaccino sviluppato dal team l’ho visto rifiorire. Stefano è un convinto testimonial della mia canzone». L’alt ra g ra nde f ig ura che Omar ha incontrato è il cardinale Carlo Maria Martini. «È venuto a trovarmi due volte, a casa, dopo uno scambio di e-mail. Le sue visite sono state davvero un dono inatteso. E ogni incontro che non mi fa sentire un malato è un dono d’amore». qUella Scelta crUciale Che ruolo ha la musica, nella tua vita? «È tutto. Nel 2007 ho dovuto decidere se effettuare la tracheotomia o rinunciare. Avevo ottimi motivi per entrambe le scelte: un buchetto in gola voleva dire continuare a vivere, trasformandomi in un peso per la famiglia; non farlo, significava finire presto i miei giorni. I medici dissero: “È una scelta terribile, ti consigliamo di farla per te stesso, non per la fidanzata o i genitori”. In una notte d’inferno, ho capito che la fidanzata avrebbe potuto lasciarmi, e i genitori avrebbero potuto ammalarsi. Allora, per quale motivo avrei dovuto continuare a vivere? E lì ho pensato al mio primo grande amore, la musica. E mi sono detto: finché avrei potuto ascoltarla, la vita avrebbe avuto senso». Rita Cenni RDE LLE CO AIDS A di Barbara Ensoli, dell’Istituto superiore di Sanità, funziona. Rafiorza il sistema immunitario e lo normalizza. Finanziamenti permettendo, gli scienziati contano di mettere ffnalmente in «scacco matto» il perffdo virus Hiv. CELLULE STAMINALI. Ai nastri di partenza importanti sperimentazioni che stabiliranno se, e quanto, l’iniezione di staminali sia in grado di rigenerare i tessuti malati. Due studi negli Stati Uniti metteranno alla prova le staminali embrionali per la distroffa maculare e la paralisi spinale. E in Italia, si punterà sulle staminali del midollo per combattere la distrofia muscolare di Duchenne. ATTESA A SICUR GRAVIDANZA. L’innovazione tecnologica entrerà in sala parto. Ricercatori del Cnr di Lecce hanno inventato un dispositivo, Amolab, per monitorare in modo non invasivo l’avanzamento del parto. Questa «ecografia del futuro» futuro misura in tempo reale dilatazione della cervice, contrazioni e posizione del feto. E meno donne faranno ricorso al cesareo. Altre CUORE H HI-TEC due novità per la dolce attesa: un test del sangue al posto dell’amniocentesi e una tecnica di diagnosi precoce per la talassemia, la celocentesi, in grado di fornire il responso già al secondo mese. cUore. Basterà una clip per riparare la valvola mitralica. Il «fermaglio» è inserito per via cutanea ed evita l’intervento chirurgico. Per i casi in cui il bisturi è indispensabile, c’è una tecnica più sicura: si chiama microdialisi cardiaca. L’ha sviluppata Marco Vola, 38 anni, valdostano, premiato come il miglior chirurgo di Francia. E chi sofire di scompenso cardiaco si sentirà più tranquillo con un mini-dispositivo wireless impiantabile per il monitoraggio a distanza della pressione nell’arteria polmonare. TRAPIANTI. Fresca la notizia del primo ENZA TI-DEM N A T S TE intestino fabbricato in laboratorio. Da qui al trapianto d’intestino, cuore o polmoni «in provetta» ce ne passa. Ma è già realtà l’impianto di cornea artiffciale. I primi pazienti che hanno ricevuto la lente sintetica sono tornati a percepire il mondo con i loro occhi. ALZHEIMER. Occhi puntati su un biomarcatore, una «spia» chiamata AV-45: potrebbe rivelarsi decisiva per sviluppare un test precoce, in grado d’identificare i primissimi segni dell’Alzheimer con 10-15 anni d’anticipo rispetto all’esordio dei sintomi. INFLUENZA. Un unico vaccino contro qualsivoglia ceppo influenzale. E addio rafireddori e malanni di stagione. Un sogno? Forse no. Sta per partire negli Stati Uniti la sperimentazione di un vaccino universale. Nel mirino, la proteina M2: un bersaglio presente praticamente su tutti i virus dell’influenza. BAMBINI. Mai più colonscopia. Anche i bimbi potranno beneffciare delle «videocapsule» da ingoiare. Grandi come una pillola, fotografano l’interno del tratto gastrointestinale con una microtelecamera. In maniera indolore. Daniela Cipolloni NO -VACCI R E P U : IL S ENZA INFLU OGGI 59