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Istituto Istruzione Superiore “ALESSANDRO VOLTA”di Frosinone

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Istituto Istruzione Superiore “ALESSANDRO VOLTA”di Frosinone
Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO
Istituto Istruzione Superiore “ALESSANDRO VOLTA”di Frosinone
Meccanica e Meccatronica – Elettronica ed Elettrotecnica – Informatica e
Telecomunicazioni – Chimica Materiali e Biotecnologie
Viale Roma s.n.c. 03100 Frosinone Cod. Mecc. FRIS01800E Cod.Fiscale Sedi aggr. ITIS “A.Volta” Cod. Mecc. FRTF018013
[email protected]
Tel. 0775 251511 / 2 - Fax: 0775 251393 - e-mail:
ITAS di Frosinone Cod. Mecc. FRTE018018
[email protected] [email protected] - web: www.voltafr.gov.it
PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE A.S. 2013/2014
"per una scuola inclusiva per tutti, nessuno escluso, nel rispetto delle differenze"
PREMESSO CHE:
•la Direttiva 27/1212012 del Ministero della Pubblica Istruzione "Strumenti d'intervento per alunni con
bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica",recita: " Gli alunni
con disabilità si trovano inseriti all’interno di un contesto sempre più variegato, dove la discriminante
tradizionale - alunni con disabilità / alunni senza disabilità - non rispecchia pienamente la complessa
realtà delle nostre classi. Anzi, è opportuno assumere un approccio decisamente educativo, per il quale
l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla base della eventuale certificazione, che
certamente mantiene utilità per una serie di benefici e di garanzie, ma allo stesso tempo rischia di
chiuderli in una cornice ristretta. A questo riguardo è rilevante l’apporto, anche sul piano culturale, del
modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la
persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento
e sull’analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES)
dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni. In questo senso, ogni alunno, con continuità o per
determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici,
fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta. Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche mediante
un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta
interazione tra tutte le componenti della comunità educante.
•la Direttiva definisce il ruolo che nel nuovo modello organizzativo dell'integrazione è dato ai Centri
Territoriali di Supporto (CTS) affidandogli un ruolo fondamentale quale interfaccia fra
l'Amministrazione e le scuole, e tra le scuole stesse nonché quale rete di supporto al processo di
integrazione, allo sviluppo professionale dei docenti e alla diffusione delle migliori pratiche;
•la Circolare Ministeriale 6 marzo 2013, n. 8 definisce il ruolo dei GLI (Gruppi di lavoro per
l'inclusione) che hanno il compito di elaborare una proposta di Piano Annuale per I'Inclusività riferito a
tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno);
•leggere le situazioni di alcuni alunni attraverso il concetto di Bisogno Educativo Speciale (B.E.S) può
far fare alla Scuola un significativo passo in avanti verso la piena inclusione;
•una Scuola che sappia rispondere adeguatamente a tutte le difficoltà degli alunni e sappia prevenirle,
ove possibile, diventa poi una Scuola davvero e profondamente inclusiva per tutti gli alunni, dove si
eliminano le barriere all’apprendimento e alla partecipazione di ognuno;
•il concetto di "Inclusione" si applica a tutti gli alunni, come garanzia diffusa e stabile di poter
partecipare alla vita scolastica e di raggiungere il massimo possibile in termini di apprendimenti e
partecipazione sociale;
•il concetto di Bisogno Educativo Speciale è una macrocategoria che comprende dentro di sé tutte le
possibili difficoltà educative-apprenditive degli alunni, sia le situazioni di disabilità riconducibili alla
tutela della L.104 all'articolo 3, sia i disturbi evolutivi specifici sia le altre situazioni di problematicità
psicologica, comportamentale, relazionale, apprenditiva, di contesto socioeconomico, ambientale,
linguistico-culturale …
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•il “Bisogno Educativo Speciale” non va visto come una diagnosi clinica, ma una dimensione
pedagogico-politica;
•l’estensione del diritto alla personalizzazione dei percorsi formativi e di valutazione anche ad alunni
non compresi prima nella legge 104/92 e poi nella Legge 170/2010, e’ una scelta importante che
favorisce politiche scolastiche più eque ed inclusive: alunni che prima non erano individuati come
portatori di bisogni e tutelati in questo senso, ora lo possono essere;
•l' estensione del diritto alla personalizzazione consente di “creare” di fatto una scuola pienamente
inclusiva (full inclusion), che implementa la tradizione italiana dell’integrazione scolastica, che
partendo dalla tutela delle situazioni di disabilità ha esteso la tutela agli alunni con DSA, e ora a quelli
con altre condizioni di svantaggio;
•le recenti disposizioni ministeriali sostengono e valorizzano il ruolo pedagogico e didattico del team
docenti e del consiglio di classe nell’individuazione dell’alunno come alunno con BES;
•ai docenti non è richiesto di fare diagnosi, ovviamente, ma di riconoscere una situazione di
problematicità.
•le recenti disposizioni ministeriali riconoscono agli insegnanti la possibilità di individuare l’alunno
con BES sulla base di “ben fondate considerazioni pedagogiche e didattiche” consentendo alla scuola
di riappropriarsi di un forte ruolo che le e’ proprio.
•Il Gruppo di Lavoro per l’inclusione può aggiungere altro valore prezioso alle varie proposte di
progettazione di classe con PEI e PDP e questa e’ la seconda sfida strategica da cogliere;
VISTO CHE:
•la presenza di alunni con bisogni educativi speciali nell'I.I.S. “A. Volta” di Frosinone ha assunto una
dimensione strutturale ed una rilevanza numerica significativa;
•che si è potuto rilevare che nel territorio della Provincia di Frosinone è presente:
−una forte richiesta di formazione sulle nuove tecnologie a supporto dell'integrazione scolastica di
alunni disabili e più in generale di alunni con bisogni educativi speciali;
−una forte richiesta di formazione sulle metodologie didattiche inclusive;
una forte richiesta di concretizzare in processi, pratiche, strumenti quanto acquisito in sede di
formazione;
−la necessità di realizzare strumenti didattici innovativi finalizzati a creare le condizione per una reale
inclusione e per favorire processi di apprendimento funzionali non solo al soggetto con bisogni
educativi speciale, ma all’interno e all’intero gruppo classe;
CONSIDERATO CHE:
1. Nel P.O.F. della scuola deve essere esplicitato in modo chiaro il concreto impegno programmatico
per l’inclusione relativamente:
- all’insegnamento curricolare,
- alla gestione delle classi,
- all’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici,
- alle relazioni tra docenti, alunni e famiglie;
2. nel P.O.F. della scuola è doveroso fare riferimento ai criteri e alle procedure di utilizzo “funzionale”
delle risorse professionali presenti, privilegiando, rispetto a una logica meramente quantitativa di
distribuzione degli organici, una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione condiviso
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con famiglie e servizi sociosanitari, che recuperi l’aspetto “pedagogico” del percorso di apprendimento
e l’ambito specifico di competenza della scuola;
3. nel P.O.F. della scuola è esplicitato l’impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di
prevenzione concordate anche a livello territoriale.
4. la C.M. N° 8 del 6 marzo 2013 – in modo chiaro dichiara che la presa in carico dei BES debba essere
al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia.
5. la C.M. N° 8 del 6 marzo 2013 individua quale priorità la necessità di rilevare, monitorare e valutare
il grado di inclusività della scuola per:
- accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei
processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi;
- predisporre piani e processi per il miglioramento organizzativo e culturale;
- promuovere azioni, tempi e metodologie attente ai bisogni/ aspettative dei singoli;
6. l’inclusione necessità di un pensare “un progetto di classe”, dove il sistema classe sia percepito quale
luogo di “programmazione educativa” a cui si chiede di leggere e riflettere
“pedagogicamente” sulla realtà “classe” per poi impostare un serio lavoro di team, che, partendo dai
reali bisogni dei singoli/della collettività, sia in grado di fornire risposte realistiche ed adeguate a tutti e
ad ognuno;
7. ciascun docente dovrà predisporre il proprio piano di lavoro educativo e didattico, sulla base del
piano annuale d’Istituto, del POF e sulle scelte educative individuate dal consiglio di classe in base
all’analisi della situazione complessiva di partenza della classe stessa, in modo da dare risposte
concrete ai bisogni specifici evidenziati;
8. il PAI è, per l’Istituto, lo sfondo integratore, nonché la scelta pedagogica che intende concretizzare
per accogliere le numerose e variegate istanze provenienti dalla comunità educante, dalle famiglie e
dall’intero territorio;
9. il PAI è una scelta civile prima che pedagogica visto che l’Istruzione è un diritto sancito dalla
Costituzione la quale chiede che tale diritto sia garantito a tutti, anche attraverso azioni e processi
finalizzati a rimuovere “Ostacoli” di qualsiasi natura essi siano.
SI ELABORA IL SEGUENTE PIANO ANNUALE PER L'INCLUSIONE PER L'A.S. 2013/2014
Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità
A.
n°
Rilevazione dei BES presenti:
1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3)
¾ minorati vista
0
¾ minorati udito
1
¾ Psicofisici
11
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2. disturbi evolutivi specifici
¾ DSA
16
¾ ADHD/DOP
06
¾ Borderline cognitivo
03
¾ Altro
0
3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)
¾ Socio-economico
0
¾ Linguistico-culturale
15
¾ Disagio comportamentale/relazionale
13
¾ ospedalizzati
1
Totali 59
% su popolazione scolastica
N° PEI redatti dai GLHO
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria
16
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria
B.
Prevalentemente utilizzate in…
Risorse professionali specifiche
Insegnanti di sostegno
Attività individualizzate e di piccolo gruppo
SI
Attività laboratoriali integrate (classi aperte,
laboratori protetti, ecc.)
SI
SI/NO
AEC (Assistenti Educativi culturali)
NO
Assistenti alla comunicazione
NO
C.
Risorse professionali specifiche
Funzioni strumentali / coordinamento
Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES)
Didattica e inclusività
Coordinatori di classe
Coordinatori di Dipartimento disciplinari
Referente H
Referente DSA
SI
SI
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Psicopedagogisti e affini esterni/interni
Referente BES
ASL Centro di ascolto
SI
Docenti tutor/mentor
NO
Altro:
D.
Attraverso…
Coinvolgimento docenti curricolari
Coordinatori di classe e simili
SI/NO
Partecipazione a GLI
SI
Rapporti con famiglie
SI
Tutoraggio alunni
SI
Progetti didattico-educativi a prevalente tematica
inclusiva
SI
Altro:
Docenti con specifica formazione
Altri docenti
E.
Coinvolgimento personale ATA
Partecipazione a GLI
SI
Rapporti con famiglie
SI
Tutoraggio alunni
SI
Progetti didattico-educativi a prevalente tematica
inclusiva
Altro:
SI
Partecipazione a GLI
SI
Rapporti con famiglie
SI
Tutoraggio alunni
SI
Progetti didattico-educativi a prevalente tematica
inclusiva
Altro:
SI
Assistenza alunni disabili
SI
Progetti di inclusione / laboratori integrati
NO
Altro: addetti all’accoglienza e ai bisogni
SI
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F.
Coinvolgimento famiglie
G.
Rapporti con servizi sociosanitari
territoriali e istituzioni deputate alla
sicurezza. Rapporti con CTS / CTI
H.
Rapporti con privato sociale e
volontariato
I.
Formazione docenti
Informazione /formazione su genitorialità e
psicopedagogia dell’età evolutiva
Coinvolgimento in progetti di inclusione
Coinvolgimento in attività di promozione della
comunità educante
Continuo coinvolgimento nel prendere decisioni
condivise
Accordi di programma / protocolli di intesa
formalizzati sulla disabilità
Accordi di programma / protocolli di intesa
formalizzati su disagio e simili
Procedure condivise di intervento sulla disabilità
SI
NO
SI
SI
SI
SI
SI
Procedure condivise di intervento su disagio e simili
NO
Progetti territoriali integrati
NO
Progetti integrati a livello di singola scuola
SI
Rapporti con CTS
NO
Progetti territoriali integrati
NO
Progetti integrati a livello di singola scuola
NO
Progetti a livello di reti di scuole
NO
Strategie e metodologie educativo-didattiche /
gestione della classe
Didattica speciale e progetti educativo-didattici a
prevalente tematica inclusiva
Didattica interculturale / italiano L2
Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva
(compresi DSA, ADHD, ecc.)
Progetti di formazione su specifiche disabilità
(autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…)
SI
SI
SI
SI
NO
ALUNNI IN PARTICOLARI CONDIZIONI DI SALUTE SCUOLA IN OSPEDALE E
ISTRUZIONE DOMICILIARE
La scuola ha esperienza di istruzione domiciliare presso strutture ospedaliere organizzata nell'ambito
del consiglio di classe dello studente ricoverato in lunga degenza
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Legge Quadro n. 104 del 5 febbraio 1992: “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone
handicappate”.
1997, Legge n. 285 del 28 agosto 1997, disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e per
l’adolescenza.
1997, Legge n. 440 del 23/12/1997, Istituzione del fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e
per gli interventi perequativi.
2003, Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196: Codice in materia di protezione dei dati personali.
2006 – 2009, CCNL Contratto Nazionale Comparto scuola
2011 – 2013, Piano Sanitario nazionale.
Il Nota prot.n. 4907 del 18 luglio 2013: Monitoraggio delle azioni e delle risorse assegnate per la scuola in
ospedale e l'istruzione domiciliare per l'a.s. 2012/2013 (ex L.440/1997)
Scelte metodologiche, processi e azioni finalizzati a promuovere interventi centrati
sulla persona.
L’Istituto “A. Volta” di Frosinone si propone di potenziare la cultura dell’inclusione per rispondere in
modo efficace alle necessità di ogni alunno che, con continuità o per determinati periodi, manifesti
Bisogni Educativi Speciali.
Nella legge 53/2003 si legge “Al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel
rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno e delle scelte educative
della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di
autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione... “ tale asserzione
assume un importante riferimento per una scuola che realmente vuole essere “inclusiva” ed attenta alle
tante “storie” dei tanti bambini e bambine, dei tanti ragazzi e ragazze, dei tanti giovani che,
nell’entrarvi, la colorano con i diversi modi di leggere ed interpretare il mondo che ognuno porta con sé.
Così come le Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico
sollecitano ancora una volta la scuola - nel contesto di flessibilità e di autonomia avviato dalla legge
59/99 – a porre al centro delle proprie attività e della propria cura la persona, sulla base dei principi
sanciti dalla legge 53/2003 e dai successivi decreti applicativi: “La definizione e la realizzazione delle
strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni
persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi
di sviluppo e di formazione. A tal proposito la norma individua “La didattica individualizzata per
mettere in atto attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate
abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del
metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale
in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico
consentite dalla normativa vigente.
La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel
Decreto legislativo 59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed
unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando
le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così, per lo studente,
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l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione l’accrescimento dei punti di forza di ciascun
alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento. Nel rispetto degli obiettivi
generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di
una varietà di metodologie e strategie didattiche,tali da promuovere le potenzialità e il successo
formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione
agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di
promuovere un apprendimento significativo.
Sulla base di quanto chiaramente espresso dalle norme sopra citate e dei dettami della moderna
pedagogia nutrita dagli apporti ricevuti dalle neuroscienze, nonché dalla psicologia si sono effettuate le
scelte metodologiche e di intervento didattico di seguito indicati. Le scelte effettuate individuano tre
principi per l’inclusione:
1) l’impostare processi di apprendimento realizzabili;
2) il rispondere ai diversi bisogni di apprendimento degli alunni;
3) il superare le barriere potenziali all’apprendimento ed alla valutazione per gli individui e gruppi di
alunni.
La sintesi che segue individua gli aspetti che possono essere di particolare rilevanza per gli alunni con
bisogni educativi speciali, anche se rimane valida per qualsiasi tipologia di studente.
Per quanto riguarda il primo principio, i docenti sono chiamati a realizzare percorsi rispondenti ai
singoli/alla classe e funzionali a dotare i singoli di competenze. In quest’ottica per gli insegnanti è
doveroso utilizzare il contenuto delle indicazioni curricolari come risorsa o per creare un contesto di
base nella pianificazione delle attività di apprendimento, che dovrebbero essere dunque adeguate all’età
e alle caratteristiche individuali degli alunni.
Sul secondo principio gli insegnanti DEVONO fissare aspettative e fornire opportunità raggiungibili
per tutti, soprattutto per i bisogni educativi speciali e mettere in atto delle misure specifiche per
rispondere alle esigenze degli alunni seguendo la maggior parte dei punti qui elencati:
- creare ambienti di apprendimento efficaci;
- garantire la motivazione e la concentrazione degli alunni;
- fornire pari opportunità attraverso diversi approcci didattici;
- utilizzare approcci di valutazione appropriati;
- definire obiettivi di apprendimento.
inoltre gli insegnanti devono mettere in atto azioni “specifiche” per
- fornire l’accesso all’apprendimento attraverso le seguenti attività:
- offrire maggiore comunicazione e sostegno al linguaggio e all’alfabetizzazione agli alunni che ne
hanno bisogno;
- progettare, in base alle necessità, per sviluppare la comprensione degli studenti attraverso un
coinvolgimento multisensoriale e multi esperienziale;
- progettare azioni funzionali a garantire la piena partecipazione degli alunni in attività di
apprendimento, anche attraverso attività fisiche e pratiche;
- supportare gli studenti nella gestione del loro comportamento e nella partecipazione attiva in modo
efficace e sicuro;
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- sorreggere gli studenti a gestire le proprie emozioni e ad avere maggiore consapevolezza dei propri
processi/azioni/esiti nell’apprendimento.
- promuovere metodologie di cooperative learning che implicano l’uso significativo delle conoscenze
(compiti autentici, didattica per progetti e problemi) al fine di permettere ai ragazzi di esercitare
competenze relazionali
- monitorare i personali percorsi di apprendimento disponendo di una gamma eterogenea di
strumenti di valutazione secondo i principi della valutazione autentica e i dettami della meta
cognizione.
E’ necessario chiarire che ogni intervento sarà calato nella realtà classe e “calibrato” alle richiesta di
apprendimento del soggetto apprendente. ma è bene sottolineare che è
- compito della scuola è prendere atto di tali diversità, facendo di tutto per evitare che esse si
trasformino in disuguaglianze sul piano sociale e civile;
- compito della scuola delineare percorsi che si adeguino alle capacità, ma in pari tempo le
sollecitino, le sostengano, le rafforzino per cercare di condurne lo svolgimento il più possibile verso
traguardi comuni o almeno simili...
- compito della scuola e del consiglio di classe offrire ad ogni fanciullo le opportunità di esperienze e di
risorse culturali di cui ha bisogno,in questo senso l'insegnamento/apprendimento dovrà essere per
quanto è possibile individualizzato/personalizzato attraverso l'impiego di metodologie, strumenti e
materiali adeguati.
- è dovere della scuola evitare che le "diversità" si trasformino in difficoltà di apprendimento ed in
problemi di comportamento e che eventuali difficoltà e ritardi richiedono l'utilizzazione di tutti i canali
della comunicazione oltre a quella verbale, per perseguire, attraverso una appropriata metodologia, una
sostanziale equivalenza di risultati
- compito dell'insegnante deve prendere atto di queste diversità e inserirle in un programma didattico
che tenga conto dei diversi punti di partenza (culturali, socio-ambientali ..), della diverse capacità di
trarre profitto, dei diversi stili di apprendimento e dei diversi stili cognitivi.
Obiettivo principale è la riduzione delle barriere che limitano l’apprendimento e la partecipazione
sociale attraverso l’utilizzo di facilitatori e l’analisi dei fattori contestuali, sia ambientali che personali.
DESTINATARI
Sono destinatari dell’intervento a favore dell’inclusione scolastica tutti gli alunni con Bisogni Educativi
Speciali comprendenti:
• disabilità (ai sensi della Legge 104/92, Legge 517/77);
• disturbi evolutivi specifici (Legge 170/2010, Legge 53/2003);
• alunni con svantaggio socio-economico; svantaggio linguistico e/o culturale.
¾ Definizione di Bisogno Educativo Speciale
9 Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca
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Istituto Istruzione Superiore “ALESSANDRO VOLTA”di Frosinone
Meccanica e Meccatronica – Elettronica ed Elettrotecnica – Informatica e
Telecomunicazioni – Chimica Materiali e Biotecnologie
Viale Roma s.n.c. 03100 Frosinone Cod. Mecc. FRIS01800E Cod.Fiscale Sedi aggr. ITIS “A.Volta” Cod. Mecc. FRTF018013
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Tel. 0775 251511 / 2 - Fax: 0775 251393 - e-mail:
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Un bisogno educativo speciale è una difficoltà che si evidenzia in età evolutiva negli ambiti di vita
dell’educazione e/o apprenditivo. Si manifesta in un funzionamento problematico, anche per il
soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale; necessita di un piano educativo
individualizzato o personalizzato.
La Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 ricorda che “ogni alunno, con continuità o per
determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici,
fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta”.
ORGANIZZAZIONE
RISORSE
Risorse umane
Dirigente Scolastico
Referente GLI
Referente H
Referente DSA
Funzione Strumentale “Didattica e Inclusione”
Figura Strumentale “autovalutazione d’istituto e Qualità”
Docenti per le attività di sostegno
Coordinatori di classe
Coordinatori Dipartimenti disciplinari
Personale ATA
Assistenti all’autonomia e alla comunicazione
Organi collegiali:
¾ Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI)
L’Istituto” A. Volta” istituisce il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione ( GLI) al fine di realizzare appieno
il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni in situazione di difficoltà, come stabilito dalla D.M. 27
dicembre 2012 e dalla Legge 53/2003, attraverso la programmazione di un” Piano Annuale per
l’Inclusione”.
Compiti e funzioni del GLI
1. Rilevazione dei BES, monitoraggio e valutazione
2. Raccolta e documentazione degli interventi educativo-didattici
3. Consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie e metodologie di gestione delle classi
4. Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai G.L.H. operativi
5. Elaborazione di un “Piano Annuale per l’Inclusione”
6. Interfaccia con CTS e servizi sociali e sanitari territoriali per attività di formazione,
tutoraggio ecc.
Composizione del gruppo
E’ presieduto dal Dirigente Scolastico o da un suo delegato ed è costituto da:
Dirigente Scolastico
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Referente GLI
Referente H
Referente DSA
Funzione Strumentale “Didattica e Inclusione”
Funzione Strumentale “Autovalutazione d’istituto e Qualità”
Compiti e funzioni del Consiglio di Classe
1. Individuazione
Il Consiglio di classe ha il compito di indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l’adozione di
una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative e dispensative sulla
base di considerazioni pedagogiche e didattiche, e sulla base della eventuale documentazione clinica
e/o certificazione fornita dalla famiglia.
2. Coordinamento con il GLI
3. Comunicazione con la famiglia ed eventuali esperti
4. Predisposizione del PDP
Il Consiglio di classe deve predisporre un piano didattico personalizzato (PDP) che ha lo scopo di
definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli
apprendimenti per tutti gli alunni individuati in situazione di svantaggio scolastico, tranne nei casi di
disabilità. Il PDP deve essere firmato dalla famiglia, dal Consiglio di classe e dal Dirigente Scolastico.
Compiti e funzioni del GLH operativo
Il GLH operativo elabora il Piano Educativo Individualizzato in presenza della certificazione di
disabilità, come stabilito dalla legge 104/92.
Compiti e funzioni del Collegio dei Docenti
• All’ inizio di ogni anno scolastico discute e delibera la proposta di PAI predisposta dal GLI ;
• Al termine dell’anno scolastico verifica i risultati ottenuti e delibera la proposta di PAI
predisposta dal GLI per l’anno successivo.
Risorse strumentali
Nell’arco degli anni la scuola si è dotata di attrezzature e ausili informatici specifici che possano
rispondere in modo adeguato ai bisogni speciali dei nostri alunni con bisogni educativi speciali come
la lavagna interattiva multimediale, net-class, 2.0, aule informatiche, laboratori.
MODALITA’ D’INTERVENTO/PROCESSI
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L’istituto cerca di migliorare il proprio livello di inclusione coordinando tutti i progetti per
alunni con Bisogni Educativi Speciali in una strategia che accresca la capacità della scuola di
rispondere ai bisogni delle diversità con le seguenti modalità:
1) A livello di istituto
Organizzazione scolastica generale in:
• classi aperte (1D-E-F) (progetto classi aperte)
• compresenza
• sportello on-line (progetto sportello on-line)
• uso specifico della flessibilità
• Sensibilizzazione generale
• Promozione di attività di sensibilizzazione generale, attraverso cicli di film, letture ed altro, al
fine di evitare atteggiamenti pietistici e compassionevoli. (Progetto cinema)
• Articolazione degli spazi e delle posizioni
• accessibilità interna ed esterna
• ubicazione delle classi
• posizione dei banchi
• Alleanze extrascolastiche
• Intervento ASL (CIC) (Centro di ascolto)
• Incontri periodici con le famiglie
• Incontri con associazioni coinvolte nel sociale
• visite guidate di un giorno
• partecipazione a campionati sportivi a livello interprovinciale
• visite ad aziende dei diversi settori del curricolo
• cineforum con scrittura creativa: per leggere, comprendere altre forme di comunicazione, per
apprendere e comprendere la dimensione culturale del cinema, per trasferire su carta emozioni,
riflessioni e condividerle con il gruppo
• attivazione di laboratori con la predisposizione in ciascuna classe di una UDA per facilitare
l’incontro ed il lavorare insieme e rimuovere gli ostacoli propri di un apprendimento teorico
promuovendo senso di efficacia e, conseguentemente autostima. Nel “luogo del fare”, attraverso
l’attivazione di abilità operative si attivano abilità cognitive e comportamenti sociali, divenendo
così anche il “luogo del sapere”, in quanto permettono l’ accesso a un sapere critico, alla
consapevolezza di sé costruita con la metacognizione. (Progetti UDA tutti i Consigli di classe)
Formazione docenti
L’Istituto propone attività di aggiornamento e formazione che formino tutti i docenti ai temi
dell’educazione inclusiva e, in particolare, aiutino effettivamente a migliorare la loro capacità di
attivare le metodologie dell’apprendimento cooperativo e del peer tutoring.
2) A livello di Consiglio di classe e gruppo- classe
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• Utilizzo dei modelli di apprendimento cooperativo e di tutoring;
• potenziamento del metodo di studio soprattutto nelle classi prime durante il periodo dedicato
all’accoglienza e nel corso dell’intero anno. (Progetto classi prime extracurricolare: AllenaMenti in corsa.)
• recupero dei prerequisiti per le classi prime durante il periodo dedicato all’accoglienza;
• attivazione di percorsi inclusivi;
• elaborazione chiara dei livelli minimi attesi per le varie discipline (programmazione dei
dipartimenti disciplinari e dei singoli docenti).
• predisposizione Piano Didattico Personalizzato DSA con indicazione dell’azione formativa
individualizzata e personalizzata e degli strumenti compensativi e misure dispensative.
• predisposizione Piano Didattico Personalizzato BES con l’indicazione delle scelte didatticoeducative calibrate sui saperi irrinunciabili e strumenti e strategie didattiche.
• Predisposizione PEI per gli alunni con disabilità certificata ad opera del GLH operativo.
L’attivazione del PDP è deliberata in Consiglio di classe, firmato dal Dirigente Scolastico, dai docenti e
dalla famiglia. La famiglia autorizza in forma scritta il trattamento dei dati sensibili.
PROTOCOLLI
1. ALUNNI CON DISABILITA’ (ai sensi della Legge 104/92, Legge 517/77)
L’istituto accoglie gli alunni disabili organizzando le attività didattiche ed educative attraverso il
supporto dei docenti specializzati, degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione, di tutto il
personale docente ed Ata.
¾ Il docente specializzato.
Il docente di sostegno svolge una funzione di mediazione fra tutti le componenti coinvolte nel processo
di integrazione dell’alunno disabile, la famiglia, gli insegnanti curricolari, le figure specialistiche delle
strutture pubbliche. All’inizio dell’anno scolastico, in base alle esigenze emerse dopo un congruo
periodo di osservazione, stabilisce in accordo con il Dirigente scolastico un orario didattico
temporaneo. A tal fine, si individuano insieme al C.d.C., le discipline in cui intervenire. Il docente
specializzato cura i rapporti con i genitori e con la Asl di riferimento; redige congiuntamente con i
referenti del Servizio Sanitario Nazionale, con i genitori e il Consiglio di classe il PEI ed il PDP;
partecipa ai G.L.H.O., ai G.L.H. d’Istituto e alle riunioni del gruppo di lavoro per l’inclusione; tiene un
registro per le attività di sostegno; alla fine dell’anno scolastico riferisce il suo operato in una relazione
finale.
¾ GLH d’Istituto
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Composizione: Dirigente scolastico, referente dei docenti di sostegno, docenti per le attività di
sostegno, referente Asl, genitori degli studenti disabili, referente personale Ata, referente Enti locali,
operatori specialistici. Si riunisce due volte all’anno e/o ogni volta venga ritenuto necessario.
Compiti:
• Analizza la situazione complessiva dell’Istituto con riferimento alle strutture, alle risorse umane
e materiali, agli alunni in situazioni di disabilità.
• Cura i rapporti con le Asl e con le associazioni delle persone disabili.
• Formula proposte di tipo organizzativo e progettuale per il miglioramento dell’integrazione
degli alunni disabili nell’istituto.
• Propone le spese per l’acquisto di materiali ed attrezzature per le varie attività didattiche
previste per ciascun P.E.I.
¾ GLH operativi
Composizione: Dirigente scolastico, Referente GLH, Docente coordinatore, Docenti curricolari,
Docenti di sostegno dell’alunno disabile, Genitori dell’alunno disabile, Operatori Asl, A.E.C. se
richiesto, altro personale che opera con l’alunno disabile.
Nel caso in cui fosse necessario, si prevede la possibilità di riunire G.L.H. straordinari, concordando la
presenza degli operatori sanitari.
Compiti e funzioni:
• progettazione e verifica del PEI;
• stesura e verifica del PDF.
• individuazione e programmazione delle modalità operative, delle strategie, degli interventi e
degli strumenti necessari all’integrazione dell’alunno disabile.
¾ Consigli di classe
• Scelte metodologiche e didattiche
All’interno delle varie classi con alunni con disabilità si adottano strategie e metodologie favorenti
l’inclusione e il lavoro di gruppo come l’apprendimento cooperativo e il tutoring, le attività di tipo
laboratoriale, le lezioni differite. Per programmare gli interventi didattici in base alle esigenze degli
alunni si adotta, ove possibile, una programmazione per aree disciplinari.
• Verifica e valutazione: gli studenti diversamente abili sono valutati in base al PEI.
Il PEI può essere:
• curricolare
• globalmente riconducibile alla programmazione
• differenziato.
• Le verifiche, orali e scritte, concordate con i docenti curriculari, possono essere equipollenti e/o
prevedere tempi più lunghi di attuazione.
• Nella programmazione educativa individualizzata si promuoveranno itinerari che sollecitino
l’autonomia personale, sociale e didattica, limitando quanto possibile la dipendenza dell’alunno
dal docente per le attività di sostegno.
• Nel caso di adozione di programmazione differenziata si svilupperanno tutti i raccordi possibili
con la programmazione della classe in modo da favorire l’inclusione dell’alunno.
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•
Le attività di sostegno si svolgono prevalentemente in classe, solo in casi rari ed eccezionali si
possono prevedere attività in rapporto uno a uno.
L’istituto considera la continuità educativo-didattica come fattore facilitante il processo di
apprendimento dell’alunno con disabilità e per questo si creano le condizioni, affinché l’insegnante per
le attività di sostegno assegnato ad una classe permanga, per quanto possibile, anche negli anni
successivi.
¾ Procedure di accoglienza
• Il referente per le attività di sostegno incontra i docenti della scuola di provenienza
dell’alunno e i suoi genitori, nel mese di maggio, per formulare progetti per l’integrazione.
Il referente verifica la documentazione pervenuta e attiva risposte di tipo organizzativo per
accogliere l’alunno stesso (richiesta AEC, assistenza di base, trasporto, strumenti e ausili
informatici ecc…).
• Il docente per le attività di sostegno assegnato alla classe informa il Consiglio sulle
problematiche relative all’alunno, incontra i genitori all’inizio dell’anno scolastico, prende
contatti con gli specialisti della ASL, collabora con gli insegnanti curricolari al fine di
creare un clima di collaborazione e di inclusione per gli alunni diversamente abili.
• Il referente per le attività di sostegno predisporrà all’inizio dell’attività scolastica tutte le
attività volte ad accogliere l’alunno diversamente abile, assieme al docente referente
dell’accoglienza.
• Gli alunni con disabilità grave saranno affiancati da un alunno tutor.
• Durante l’accoglienza, il docente di sostegno assieme al C.d.C. proporrà attività di
orientamento volte a migliorare l’efficacia dello studio.
Orientamento in entrata
Le famiglie che vogliono conoscere l’offerta formativa dell’Istituto per gli alunni disabili possono
usufruire di un servizio di informazione e consulenza da parte del referente per le attività di sostegno, o
altro docente di sostegno delegato. In base ai diversi bisogni educativi evidenziati, ai colloqui con i
genitori e con i docenti della scuola di provenienza, si cerca di individuare il corso di studi più adatto
all’alunno.
Orientamento in uscita
In base al “progetto di vita” individuato nel P.E.I. l’alunno e la famiglia possono usufruire di varie
attività di orientamento. Tali attività vengono progettate in collaborazione con la figura strumentale
competente.
Alternanza scuola-lavoro
Il docente di sostegno, su delega del Consiglio di classe, collabora con la figura strumentale preposta a
tale attività, per individuare le attività che l’alunno con disabilità può svolgere, per facilitare
l’inserimento nell’attività di tirocinio e partecipare come tutor, se necessario.
Nell’ultimo GLH operativo del terzo anno e/o nel primo del quarto anno si stabiliscono le modalità più
adeguate per costruire un percorso di alternanza scuola-lavoro, che vengono riferite alla figura
strumentale; si tiene conto della compartecipazione degli Enti locali (soprattutto per i casi più gravi).
2. ALUNNI DSA (Legge 170 dell’ 8 ottobre 2010 e al D.M. 12 luglio 2011)
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I disturbi specifici di apprendimento (DSA) si distinguono in dislessia, disgrafia, disortografia e
discalculia; riguardano alcune specifiche abilità dell’apprendimento di alunni con capacità intellettive
adeguate all’età anagrafica.
La Legge 170/2010 dispone che le istituzioni scolastiche garantiscano “l’uso di una didattica
individualizzata e personalizzata” come strumento di garanzia del diritto allo studio introducendo
strumenti compensativi e misure dispensative.
Il processo di gestione e produzione della documentazione relativa agli alunni con DSA prevede due
articolazioni corrispondenti rispettivamente alla redazione del PDP per gli alunni DSA accertati e
all’individuazione di alunni a rischio DSA (screening DSA).
Entrambe le procedure sono gestite dal coordinatore di classe.
PROCEDURE
Redazione del PDP
La famiglia inoltra la documentazione alla segreteria didattica dell’istituto: all’atto dell’iscrizione o alla
formulazione della diagnosi, con o senza richiesta del PDP.
Assume la corresponsabilità del progetto educativo-didattico, collaborando alla stesura.
Si impegna ad avere colloqui mensili con i docenti del Consiglio di classe e il coordinatore di classe.
La certificazione
La diagnosi presentata dalla famiglia può essere rilasciata da una struttura privata in via provvisoria, in
attesa del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate.
Negli anni terminali le certificazioni dovranno essere presentate entro ilo 31 marzo (art.1 R.A. n.140
del 25 luglio 2012).
Segreteria didattica
Informa le famiglie della possibilità di richiedere il PDP alla consegna della documentazione.
Predispone l’elenco degli alunni DSA per il responsabile DSA della scuola.
Responsabile DSA
Consegna la documentazione al CdC, nel primo consiglio dopo il ricevimento della documentazione.
Provvede all’eventuale convocazione degli specialisti e dei genitori al C.d.c., su esplicita richiesta della
famiglia.
Consiglio di classe e coordinatore
Valuta la necessità di un PDP per l’alunno. Se richiesto dalla famiglia o ritenuto necessario dal
consiglio di classe, anche in assenza di esplicita richiesta, predispone il PDP su apposito modello
previsto dall’istituto e disponibile sul sito nell’area modulistica.
Consegna il PDP al Dirigente entro novembre.
Il CdC monitora il piano di studi personalizzato nel corso dell’anno, il coordinatore comunica alla
famiglia l’esito del monitoraggio.
Dirigente Scolastico
Prende visione del PDP e lo firma.
Referente DSA
Comunica con la famiglia:
• con incontri con le famiglie
• raccolta informazioni utili da sottoporre ai Consigli di classe
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•
condivisione del PDP con le famiglie che deve essere firmato dai genitori, dall’alunno e dagli
specialisti se presenti. Il PDP deve essere sottoscritto sia in caso di accettazione sia in caso di
rifiuto.
Accettazione
Il PDP diviene operativo. L’originale viene depositato in segreteria didattica e conservato nel fascicolo
dell’alunno.
Rifiuto
Il PDP non diviene operativo. L’originale viene depositato in segreteria didattica e conservato nel
fascicolo dell’alunno. Nel primo consiglio di classe utile si verbalizza che nonostante la mancata
accettazione da parte della famiglia il Consiglio di classe si riserva di riformularlo e di riproporne l’uso
in caso di necessità.
Screening DSA
La procedura è in fase sperimentale e nel suo primo anno di applicazione. Essa prevede:
•
Formazione dei docenti coinvolti nella somministrazione e correzione delle prove di screening.
•
Predisposizione del materiale per la somministrazione delle prove collettive, comprensivo delle
indicazioni per la somministrazione e la correzione, delle prove stesse e del modulo di autorizzazione
per le famiglie.
•
Consegna del materiale ai coordinatori di classe che provvedono alla distribuzione ai docenti
interessati e alla raccolta delle autorizzazioni che andranno in ogni caso depositate nel fascicolo
dell’alunno.
•
Somministrazione delle prove.
•
Correzione delle prove da parte dei ccl e compilazione del report per l’analisi dei dati che deve
riportare per ciascun alunno il numero di errori commessi in ogni prova.
•
Consegna dei report agli specialisti della ASL che collaborano con la scuola e analisi dei dati
per l’individuazione degli alunni a rischio DSA:
•
in caso di rischio elevato si consiglia alla famiglia il supporto di specialisti per l’eventuale
formulazione di una diagnosi corretta,
•
in caso di alunni borderline si provvede alla somministrazione delle prove individuali al termine
della quali si valuterà l’opportunità di effettuare la segnalazione alla famiglia.
3. ALUNNI CON SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E/O CULTURALE
1) Area dello svantaggio socioeconomico e culturale
Tali tipologie di Bes, fermo restando le procedure descritte precedentemente, dovranno essere
individuate sulla base di elementi oggettivi come, ad esempio, la segnalazione degli operatori dei
servizi sociali oppure di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.
Gli interventi predisposti potranno essere di carattere transitorio.
2) Area dello svantaggio linguistico e culturale.
Per quanto riguarda questa tipologia di alunni si fa riferimento al “PROTOCOLLO
ACCOGLIENZA DEGLI STUDENTI STRANIERI”.
RIFERIMENTI LEGISLATIVI
Legge 517/77
Legge 104/92
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Legge 503/2003
C.M. n.24 del 1/3/2006
Legge 170/2010
C.M. n.2 dell’8 gennaio 2010
D.M. 27 dicembre 2012
C.M. n.8 del 6 marzo 2013
Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA
FIRMA
Dirigente Scolastico Prof.ssa E. Lofrese
______________________________
Referente GLI Prof.ssa A. Iannarilli
______________________________
Referente H Prof. M. Gabriele
______________________________
Referente DSA Prof.ssa C. Murru
______________________________
Funzione Strumentale “Didattica e Inclusione”
Prof.ssa C. Murru
______________________________
Funzione Strumentale “Autovalutazione d’istituto e Qualità”
Prof. N. Spaziani
______________________________
Del. C.d.D. N. 16 del 18/10/2013
Del. C.I. N. 01 del 31/10/2013
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