CASA MIA Sorpresa dopo tanto d`un amore Credevo di averlo
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CASA MIA Sorpresa dopo tanto d`un amore Credevo di averlo
CASA MIA Sorpresa dopo tanto d'un amore Credevo di averlo sparpagliato per il mondo Giuseppe Ungaretti NOI 4 di Francesco Bruni Produzione: Italia 2013 – Soggetto e Sceneggiatura: Francesco Bruni - Fotografia: Arnaldo Catinari - Montaggio: Marco Spoletini - Musica: Lele Marchitelli - Scenografie: Roberto De Angelis - Costumi: Maria Cristina La Parola - Interpreti e Personaggi: Fabrizio Gifuni (Ettore); Ksenia Rappoport (Lara); Lucrezia Guidone (Emma); Francesco Bracci (Giacomo); Giulia Li Zhu Ye (Xiaolian); Raffaella Lebboroni (zia Nicoletta); Milena Vukotić (Alberta); Gianluca Gobbi (Roberto); Ivan Franek (Milos Weiss) - Durata: 93' Distribuzione: 01. LA STORIA Sono le sette del mattino, e Lara, Ettore, Emma e Giacomo Corsini si svegliano ognuno in un luogo diverso. Lara nel suo letto, Ettore sul divano di un amico, Emma in un teatro occupato e Giacomo a casa della zia. Anche se non sembra, sono una famiglia, sia pure un po’ scombinata. È il 13 giugno del 2013 in una Roma particolarmente afosa, caotica, assediata dal traffico, e per i quattro sta per cominciare una giornata speciale. Per il serio, timido e introverso Giacomo è il momento più atteso e temuto dell’anno: la prova orale degli esami di terza media. Ha preferito dormire a casa della zia per sottrarsi alle ansie di sua madre Lara, ingegnere edile impegnata nei lavori di costruzione della nuova linea della metropolitana, iperprotettiva nei suoi confronti e perennemente sull’orlo di una crisi di nervi per lo sforzo di conciliare il lavoro e la famiglia, dal momento che suo marito Ettore, di nobili origini e con la vocazione d’artista, è nullafacente, indolente e egocentrico, incapace di rispettare orari e impegni. Ettore e Lara sono separati. É stata lei a cacciarlo di casa, dopo averne scoperto l’infedeltà, e ora Ettore, che continua a dichiararsi innamorato della moglie, è ospite di Roberto, l’amico di sempre, che invano prova a procuragli colloqui di lavoro dai quali scappa regolarmente. La sorella maggiore di Giacomo, la ventitreenne Emma, aspirante attrice, che con un gruppo di colleghi ha occupato un teatro dismesso del centro, ha intrecciato una relazione con un regista ceco, di vent’anni più vecchio di lei, del quale teme di essere rimasta incinta, che la pianta in asso proprio quella mattina per tornarsene a Parigi. Emma è ai ferri corti con sua madre, colpevole a suo dire di aver cacciato di casa l’adorato papà, che difende a spada tratta. A causa del malore improvviso di un insegnante e la necessità di trovare un sostituto, l’esame di Giacomo viene spostato alle sei del pomeriggio, e la cosa manda tutti quanti in tilt. Così Lara si affanna a coordinare gli spostamenti e gli impegni di figlia, ex marito e cognata, per non far rimanere solo Giacomo fino a quell’ora, anche se egli, in realtà, farebbe volentieri a meno di tanta premura, perché deve riuscire a dichiarare il proprio amore a Xiaolian, una ragazza che frequenta la sua stessa scuola e ama in silenzio da tre anni, prima che le vacanze estive e il passaggio alle superiori lo divida per sempre da lei. E mentre Lara se la deve vedere con la complessità del sottosuolo romano, pieno di ritrovamenti archeologici che le impediscono di portare a termine il proprio lavoro, mandandola in bestia, e una visita medica a lungo rimandata, il povero Giacomo si trova sballottato fra Emma, che lo scarica subito, e suo padre, che dopo averlo portato a pranzo, su sua esplicita richiesta, al ristorante cinese di cui sono proprietari i genitori di Xiaolian, facendogli fare una figuraccia perché senza un soldo in tasca per pagare il conto, sparisce per un impegno con Roberto di cui si era scordato. Giacomo si precipita a casa per recuperare i propri risparmi e tornare al ristorante per saldare il debito, mentre Ettore questa volta la fa davvero grossa, rinunciando a un lavoro come scenografo per la Rai che gli aveva procurato l’amico, il quale va su tutte le furie e non lo vuole più a casa sua. Intanto Emma, in preda all’angoscia, chiama la madre per farsi aiutare a eseguire il test di gravidanza che da sola non riesce a fare; Lara si precipita da lei e finalmente la loro tensione si scioglie, tanto più che l’esito negativo del test farà tirare un sospiro di sollievo a entrambe. Sembrava impossibile, ma finalmente, alle diciotto, sono tutti riuniti a scuola. Giacomo supera brillantemente l’esame, ed esprime il desiderio di poter andare a fare un bagno al lago con tutta la sua famiglia. L’indomani mattina viene svegliato dal suono del campanello di casa. Ad attenderlo, di sotto, c’è Xiaolian, che lo invita a uscire. ANALISI CRITICA Quattro personaggi, una famiglia. Pieni di amore l’uno verso l’altro ma incapaci di stare insieme (”Ci siamo divisi per portare la bellezza nei quattro angoli del mondo”, dirà a un certo punto uno di loro). Immersi nello stress della vita quotidiana, storditi dalla voglia di rincorrere bisogni, desideri e aspirazioni, smarriti nelle loro incomprensioni e nostalgie, eppure alla costante ricerca dell’unità perduta. “Noi 4” si svolge tutto nell’arco di ventiquattro ore, tra incroci, scontri, inseguimenti e ritardi (di un esame scolastico, di un ciclo mestruale), sullo sfondo di una Roma caotica, rumorosa, affollatissima. Nella giornata speciale dell’esame di terza media del membro più giovane della squinternata famiglia, ciascuno dovrà affrontare una propria sfida personale: trovare il coraggio per dichiarare un amore, vincendo il timore di essere respinto, prendere delle decisioni a fronte di un’improvvisa gravidanza, ritrovare fiducia e autostima, accettare una volta per tutte le proprie responsabilità. Dopo il fortunato esordio con “Scialla!”, Francesco Bruni, sceneggiatore abituale di Paolo Virzì, per il quale ha scritto “Ovosodo”, “Caterina va in città”, “Tutta la vita davanti”, “La prima cosa bella”, “Tutti i santi giorni”, “Il Capitale Umano”, torna alla regia con un’opera molto contemporanea, di grande spessore emotivo e profondità psicologica, dalla scrittura lieve eppure profonda, che punta tutto sui suoi quattro protagonisti, lasciati agire individualmente e a coppie (madre e figlio, padre e figlia, marito e moglie, fratello e sorella, padre e figlio, madre e figlia) fino a quando si riuniscono, attraverso una sapiente costruzione di stampo teatrale, dove Roma fa da palcoscenico e da controcanto, con la sua bellezza e confusione, frenesia e mistero, al fascino e alla ricchezza di emozioni che traspaiono dalle molteplici dinamiche relazionali messe in atto. Attori di esperienza teatrale come Fabrizio Gifuni, Ksenia Rappoport e la giovane Lucrezia Guidone, nonché l’emergente e assai promettente Francesco Bracci rendono merito, con la loro interpretazione, a un film innovativo sul piano visivo e formale (è stato girato praticamente per strada, senza alcuna ricostruzione, in mezzo al traffico vero di Roma e fra la gente) e scritto benissimo, dai dialoghi ben strutturati, fluidi e credibili. “Noi 4” ha il pregio di essere un film sincero, partecipe, vivo, nella cui rappresentazione è possibile ritrovare qualcosa di se stessi e della propria esperienza famigliare, per la capacità di restituirne le sensazioni, le emozioni, gli stati d’animo. Tanto per cominciare, Emma e Giacomo non hanno preso bene la separazione dei loro genitori. Lei addossa ogni colpa alla madre e assolve completamente il padre, per il quale nutre una vera e propria adorazione; lui invece non si fida di questo eterno bambinone e difende la madre dagli attacchi della sorella. O meglio, Giacomo prova a difendere più se stesso dall’eccessiva ingerenza, per quanto affettuosa, dei suoi familiari, nessuno dei quali lo vede davvero com’è, ovvero un adolescente innamorato e pieno di dubbi, e non il “piccolo” di casa da coccolare e basta. Il fatto che Lara faccia costantemente sentire Ettore inadeguato e inutile, ed Ettore colpevolizzi Lara di essere troppo ansiosa e stakanovista, costringe i figli a prendere posizione, quand’essi invece, tutto sommato, vorrebbero semplicemente che i genitori se la vedessero fra di loro senza ulteriori coinvolgimenti, tanto da ritornare spesso con la memoria ai momenti magici dell’infanzia, quando erano un nucleo indissolubile e invincibile, un po’ come "Gli incredibili", richiamati non a caso dal manifesto appeso in camera di Giacomo. Per l’intero film ciascuno insegue il personale ricordo di una lontana vacanza a Bilbao come l’episodio più felice della loro vita familiare, senza però ricordare chi avesse davvero vinto l’orsacchiotto di peluche a una fiera, se Ettore oppure Lara, dando vita a versioni diverse. Naturalmente per Emma era stato il padre, per Giacomo la madre. Il mistero si svela alla fine, quando è Lara a rammentare al marito che erano stati entrambi. La prima parte del film è incentrata sulla presentazione e la definizione dei personaggi e del contesto in cui agiscono, dove ciascuno viene mostrato in diversi momenti e situazioni, evidenziando gli aspetti del proprio carattere in base a chi si trova davanti, mentre nella seconda assistiamo al momento della verità fra i quattro, smascherati oramai nelle loro contraddizioni e punti deboli, ma pronti a rimettersi in gioco insieme (“Ci siamo amati, ci siamo odiati, non ci resta che provare a sopportarci!”), grazie anche al contributo, più o meno consapevole, delle figure con le quali hanno interagito al di fuori del nucleo familiare. Senza la vecchia amica che l’ha “costretta” a farsi vedere da un chirurgo estetico, Lara avrebbe continuato a coltivare il proprio complesso verso le ragazze più giovani, perseguendo nella propria ossessione verso la forma fisica; senza la sfuriata di Roberto, Ettore non si troverebbe, forse per la prima volta, solo davanti a sé stesso e ai propri fallimenti; la squallida avventura con un uomo che l’aveva irretita e illusa, lasciandola forse nei guai, ha reso Emma più umile e matura, mentre Giacomo impara da Xiaolian che ogni tanto bisogna prendere l’iniziativa e non avere paura di uscire allo scoperto. La statuetta di un’antica divinità protettrice della pace domestica, che Lara aveva sottratto d’istinto, come se ne avesse avvertito il richiamo, rimessa con un bacio al proprio posto all’indomani di quell’estenuante e fondamentale giornata di giugno, forse ha davvero vegliato sulla sua famiglia, tenendo accesa la scintilla dell’amore che la tiene unita, nonostante tutto. SPUNTI DІ RIFLESSIONE E APPROFONDIMENTO - "Il film nasce da una riflessione problematica e, se vogliamo, dolorosa, di un paio di anni fa: sia io che mia moglie stavamo perdendo centralità rispetto ai figli che crescevano, non c'era più l'armonia di prima..." (da un’intervista al regista del film Francesco Bruni). Quali emozioni e riflessioni possono scaturire da queste parole del regista, sia in relazione al film che all’esperienza comune a ciascuno, legata ai cambiamenti che il passaggio dall’infanzia all’adolescenza dei figli comporta nell’assetto della famiglia? -“Volevo esplorare la famiglia contemporanea, così poco frequentata dal cinema che o gliene dà un’immagine o troppo edulcorata o troppo disperata” (da un’intervista al regista del film Francesco Bruni). Secondo voi il regista è riuscito nell’intento di descrivere una famiglia “normale” pur con i suoi problemi, e quanto, a vostro parere, è “normale” la famiglia del film? -Lara e Ettore sono profondamente diversi tra loro: tanto Lara è apprensiva e responsabile, quanto Ettore è pacifico e inaffidabile. Come valutate le figure dei genitori e il modo di rapportarsi con i figli? Quali sono, a vostro avviso, i pregi e i difetti dell’uno e dell’altra? -Come vivono Giacomo e Lara il rapporto con i genitori? Perché il ragazzo si sente più vicino alla madre mentre Emma al padre? -Come descrivereste il personaggio di Emma, il suo carattere e la personalità, le sue prese di posizione e le sue scelte? -Perché Emma è tanto ostile nei confronti della madre, di che cosa l’accusa? Quand’è che finalmente il loro conflitto si attenua? -Come reagisce Emma di fronte alla possibilità di una gravidanza? Come si comporta la madre, quando viene chiamata in suo soccorso? -Come descrivereste il personaggio di Giacomo? Ci sono degli elementi del suo modo di essere e di fare in cui vi siete identificati e/o riconosciuti? -Che cosa rimprovera principalmente Giacomo al padre? -Perché Giacomo fa così fatica a trovare il coraggio di dichiararsi a Xiaolian? -“Io sono una persona che cerca di vedere il meglio in tutti. Come scrittore ho assimilato una lezione da Suso Cecchi D’Amico e da Furio Scarpelli: cercare il positivo nei personaggi negativi e anche il negativo nei personaggi positivi... “ (da un’intervista al regista Francesco Bruni). Quali sono, a vostro avviso, i lati positivi e quelli negativi dei quattro i protagonisti del film? -Quale momento, scena, situazione del film vi ha particolarmente colpito, emozionato, fatto riflettere? -Quale personaggio del film vi è piaciuto maggiormente e per quali motivi? -Il film ha un finale aperto, nel senso che non viene detto se la famiglia subirà un nuovo cambiamento o troverà finalmente un equilibrio. L’intenzione del regista è quella di lasciare lo spettatore di interpretarlo liberamente. Voi come la vedete? -Un simbolo forte nel film è rappresentato dalla statuetta del Lare, per gli antichi romani nume protettore dell’unità familiare, ritrovata durante le escavazioni per la costruzione della metropolitana, che Lara alla fine ripone con un bacio, in una scena molto bella e suggestiva sul finale. Che cosa ha voluto esprimere secondo voi il regista con questa scena? Scheda realizzata da: Lucia Caratti Progetto: “Educare alla sessualità – Schermi del cuore” – Usl 9 Treviso – Responsabile dott.ssa Teresa Rando