Comments
Transcript
Il mio nuovo ginocchio - Azienda AUSL Piacenza
Dipartimento di Chirurgia Specialistica/Ortopedia Dipartimento di Chirurgia Specialistica/Ortopedia Direttore dr. Carlo Fioruzzi P. O. PIACENZA P. O. FIORENZUOLA D’ARDA P. O. CASTEL S. GIOVANNI Direttore: dr. C. Fioruzzi Direttore: dr. C. Fioruzzi Direttore: dr. G. Leddi Equipe medica dr. R. Alessandrini dr. M. Delfanti dr. G. Ghidoni dr. S. Giordani Equipe medica dr. S. Cervi dr. P. Isola dr.R.Bisaschi dr. S.Ruggeri Equipe medica dr. G.Barnabei dr. C.Gheduzzi dr.ssa S. Grecchi Equipe di fisioterapia M. Ghinelli S. Visconti Equipe di fisioterapia C. Bianchini N. Cremona F. Crevani M. Garatti G. Rebecchi Capo sala U.O. e Day Hospital G. Balogh Capo sala U.O. e Day Hospital P. Castellana Segreteria P. Chiappa L. Gazzola Capo sala U.O. Francesca Rocca Il mio nuovo ginocchio “Il mio nuovo ginocchio” vi accompagnerà passo dopo passo fino all’intervento di protesizzazione del ginocchio ed al vostro ritorno a casa. Le informazioni che ricevete vogliono essere un aiuto per aumentare la conoscenza sulla autonomia del ginocchio, apprendere le patologie che possono colpirlo e sapere cosa comporta un intervento di questo tipo. Vi saranno dati suggerimenti su come predisporvi all’intervento, come organizzare al meglio la degenza ed il successivo rientro a casa; vi saranno chiarite le possibili complicanze legate all’operazione; vi verranno dati consigli sui movimenti corretti che si possono eseguire una volta protesizzati tenendo però presente che le indicazioni del medico hanno sempre la precedenza e sono riferite al vostro caso specifico. Una maggiore consapevolezza sul vostro intervento contribuirà al buon esito dell’operazione chirurgica. L’articolazione del ginocchio L’anatomia del ginocchio sano Il ginocchio malato. La sostituzione del Ginocchio Il tuo ginocchio e’ da sostituire? Cos’e’ una protesi I materiali delle protesi La nuova articolazione I rischi e le complicazioni Cosa da fare prima dell’ intervento Preparate la casa per il rientro. Preparate voi stessi Preparate la vostra degenza L’intervento Preparazione all’intervento La procedura chirurgica Dopo l’intervento La degenza La convalescenza: alzarsi e muoversi Il ritorno a casa Riprende le attività quotidiane L’articolazione del ginocchio Il ginocchio sano Per comprendere qual’e’il motivo per cui sentire dolore al ginocchio è utile familiarizzare con la sua anatomia. Un’articolazione è il punto dove si uniscono due o più ossa. 1. Il femore: l’osso lungo che si trova nella coscia 2. La tibia: il robusto osso che collega il ginocchio alla caviglia; 3. La rotula o patella: un osso piatto relativamente piccolo che si trova nella parte frontale del ginocchio. Il femore si appoggia sulla tibia attraverso due strutture rotondeggianti, parallele una all’altra, dette condilli. Sono entrambi rivestiti di cartilagine, e si appoggiano Condilo sullo stesso materiale che riveste la parte Rotula femorale più alta (prossimale) della tibia, avente forma a capitello e chiamato patto tibiale. Le ginocchia consentono alle vostre gambe (sarebbe più corretto dire “arti Menisco inferiori”) di piegarsi a metà in modo da rendere possibile camminare ma anche di Piatto tibiale sedersi e, in generale, muoversi con agilità Tibia Il movimento principale e consentito dall’ articolazione del ginocchio è la flessione, I condili femorali ed il piatto tibiale la cui escursione è molto grande. In realtà sono ricoperte dalla cartilagine però, un ginocchio sano consente anche alla tibia di ruotare intorno al proprio asse di rispetto al femore (rotazione interna ed esterna) e di piegarsi, soprattutto a ginocchio esteso, in dentro od in fuori (movimenti di varo e valgo). Il ginocchio è quindi un’ articolazione che deve sopportare l’intero peso del Femore 4 del corpo e tutte le “fatiche” della vita quotidiana, e deve riuscire a farlo consentendo, come abbiamo visto,molti movimenti diversi, di cui uno, la flessione, in misura estremamente significativa. Inoltre, a differenza dell’anca, il ginocchio è un’articolazione molto “aperta”, proprio” per consentire questa gran varietà di movimenti: le due ossa principali che vi fanno capo, la tibia ed il femore, sarebbero completamente libere tra loro se non fosse per la presenza di ben 4 legamenti, che sono tessuti flessibili ma molto robusti e che agiscono come delle “corde”per “ tenere insieme”i capi articolati. Spesso, purtroppo, i legamenti sono rotti gravemente danneggiati, e quindi la loro funzione deve essere svolta da protesi speciali. Inoltre un ginocchio compie una grandissima quantità di cicli: ogni anno, in media, un ginocchio compie circa un milione e mezzo di passi, oltre a numerosi altri movimenti con un carico minore. Come è possibile quindi che un ginocchio duri così tanti anni nelle persone sane? Il segreto sta nelle proprietà della cartilagine articolare, che ha l’effetto di un cuscinetto lubrificato. La cartilagine, imbevuta da un liquido vischioso che si chiama liquido sinoviale, tiene separate le due ossa dell’ articolazione, consentendo un movimento fluido, scorrevole e privo di usura. Il ginocchio malato Il ginocchio può essere interessato da diverse malattie che rendono il movimento del femore sulla tibia doloroso e limitato, soprattutto quando l’articolazione sta portando il peso del corpo. La malattia più comune è l’artrosi del ginocchio o gonartrosi, la cui causa non è stata ancora identificata (idopatica).La cartilagine si usura od in certi punti scompare, così le ossa strisciano direttamente una sull’altra senza essere lubrificate, arrivando ben presto a consumarsi e Ginocchio artrosico deformasi. Questo provoca dolore e limitazione del movimento, sintomi che possono togliere alla persona il piacere nello svolgere le normali attività quotidiane. La gonartrosi può interessare uno od entrambi i comparti del ginocchio, cioè la parte “esterna” (laterale) o quella “interna” (mediale). E’ una malattia irreversibile ed i vari trattamenti non chirurgici possono solo ritardare lo sviluppo, ma non riescono ad arrestarla né a far guarire le parti già colpite. Esistono poi diversi tipi di deformità congenite, che possono portare ad un precoce deterioramento delle superfici articolari. Le più comuni sono il ginocchio varo (gambe ad “O”) ed il ginocchio valgo (gambe ad x), od i vizi di torsione per qui la tibia ha una rotazione rispetto al femore (piedi che “guardano in dentro” o ”guardano in fuori”). Spesso, poi, il ginocchio risente dei difetti dell’anca, che costringono a “lavorare male” con conseguenza precoce deterioramento. Tra le degenerazioni che intervengono durante la vita del paziente è importante ricordare l’artrite reumatoide, una malattia autoimmune tipicamente femminile che colpisce tutte le articolazioni. Ginocchio Valgo Ginocchio Varo La sostituzione del ginocchio Il tuo ginocchio è da sostituire? Quando vi presenterete al chirurgo per risolvere i disagi ed alleviare il dolore che ha colpito il vostro ginocchio egli esaminerà e valuterà l’articolazione: misurerà la forza e l’ampiezza del movimento articolare, vi osserverà camminare, vi domande per sapere dove sentite male e quali movimenti peggiorano la sensazione dolorosa, vi chiederà quali problemi o danni ha avuto in passato la vostra articolazione. In un primo tempo, per sollevarsi dalla sofferenza, il medico vi suggerirà tutti i metodi di trattamento non invasivo possibili: fisioterapia, impacchi, infiltrazioni, farmaci analgesici ed antinfiammatori; potrà anche consigliarvi l’uso di mezzi ausiliari come il bastone e le stampelle che vi aiuteranno a camminare. Quando il dolore limiterà a tal punto lo svolgimento delle normali attività quotidiane da non avere più alcun sollievo nemmeno quando riposate, ed i movimenti della vostra articolazione saranno fortemente ridotti, l’impatto di un articolazione artificiale sarà per voi l’unica soluzione possibile per ritornare ad nuova vita. L’intervento chirurgico può offrire la migliore risposta al vostro problema, in basa all’ età ed all’ entità del danno subito del ginocchio. Componente femorale Inserto Componente tibiale Piatto tibiale Cos’è una protesi Una protesi è un dispositivo artificiale che svolge le funzioni di una o più parti anatomiche. Nel vostro caso, la protesi di ginocchio dovrà sostituire quelle parti dell’articolazione danneggiate della malattia: i condili femorali ed il piatto tibiale, descritti in precedenza. La protesi di ginocchio è, concettualmente, una protesi di rivestimento, cioè va a rivestire le superfici danneggiate, che vengono precedentemente preparate per dare loro la forma che la protesi ha il suo interno, in modo da ottenere una fissazione stabile. La protesi è quindi composta almeno da due elementi principali :la componente femorale e la componente tibiale. Entrambi questi pezzi artificiali hanno una forma molto simile a quella delle estremità ossee che vanno a sostituire. Tuttavia la loro forma e la meccanica della protesi varia sensibilmente a seconda della possibilità di conservare i legamenti crociati: il legamento crociato anteriore viene generalmente rimosso, salvo casi molto particolari, mentre il crociato posteriore, se in buono stato, può essere conservato. A volte, anche i legamenti collaterali sono danneggiati, ed in questo caso è necessario utilizzare protesi più complesse e che offrono una minore articolarità, le cosiddette protesi ” a cerniera” o vincolate. In molti casi ,poi, la rotula viene conservata, e fatta quindi strisciare sullo “scudo” anteriore della protesi femorale. Sono però disponibili anche protesi di rotula: in questo caso, la protesi viene fissata alla rotula del paziente a cui è stata tagliata la “fetta”. Le protesi di ginocchio sono nate dopo quelle di anca, essenzialmente per due ragioni: la prima è che si tratta di un’articolazione dal movimento più complesso e che si affida significativamente alla funzione dei legamenti residui; la seconda è che con il ginocchio bloccato in posizione estesa (artrodesi) si può condurre una vita dalla qualità perlomeno tollerabile, cosa invece impossibile in caso di artrodesi diventate dell’anca, per questa ragione, le protesi di ginocchio sono diventate ragionevolmente popolari solo negli anni ’70, diffondendosi poi rapidamente fino a raggiungere, in alcuni paesi, numeri addirittura più elevati di quelle di anca. Oggi le protesi di ginocchio, in presenza di legamenti efficienti ,consentono una qualità di vita di ottimo livello e promettono durate davvero significative, vicine a quelle delle protesi d’anca. Nessuno è in grado di affermare con certezza quale può essere la durata di una protesi di ginocchio attuale. Le complicanze possono sempre verificarsi, soprattutto perché l’organismo ospite è vivo e quindi mutevole, possono insorgere malattie comunicanti dall’effetto negativo e le continue evoluzioni del corpo e delle ossa possono essere sfavorevoli (pensate per esempio all’ eventuale insorgere di malattie osteoporotiche, alla menopausa, a sollecitazioni e traumi di ogni genere). Certo che, con la continua evoluzione dei materiali, delle conoscenze biomeccaniche e delle tecniche chirurgiche, oggi a parità di condizioni del paziente da trattare, le protesi offrono prestazioni fino a pochi decenni or sono inimmaginabili. Se appena 20 anni or sono alla protesi di ginocchio si chiedeva di consentire al massimo la ripresa delle deambulazioni, oggi i protesizzati vogliono tornare ad una vita pienamente attiva, cosa resa possibile dalle protesi più moderne se la patologia è ancora ad uno stadio iniziale, se non vi sono deformità significative e se le strutture comunicanti sono efficienti. I materiali delle protesi Anche se può apparire incredibile, fino a non molti anni fa la frattura di una protesi per un carico eccessivo non era fatto eccezionale. Sembra davvero strano che si possono costituire ponti, dighe, razzi apparentemente indistruttibili e non si riesca a fare un pezzo di metallo che deve sopportare di una persona! Le difficoltà che si incontrano sono di due tipi: le dimensioni, che non possono superare quelle dell’osso a cui la protesi Lega Co-Cr Polietilene Acciaio dovrà fissarsi, ed i materiali, che devono essere compatibili con il corpo umano. Il materiale deve essere molto robusto e capace di sopportare i carichi, ma anche facilmente lavorabile. I materiali metallici offrono la migliore risposta a queste esigenze. In particolare, si utilizzano tre famiglie di metalli: 1. Gli acciai inossidabili, adatti per costruire protesi che vengono fissate all’osso con una speciale resina acrilica, comunemente chiamata”cemento osseo” 2. Le leghe di cobalto cromo, usate soprattutto per le parti che strisciano, come la componente femorale. 3. Il titanio e le sue leghe, che sono capaci di legarsi all’osso senza bisogno del cemento e hanno ottime doti di resistenza,ma non sono adatti a costruire superfici di scorrimento. Un altro materiale fondamentale nella fabbricazione di una protesi è il polietilene. Si utilizzano nelle protesi di ginocchio per rivestire il patto tibiale metallico e la rotula protesica nelle parti che sono destinate a strisciare nella componente femorale, che è sempre metallica, per lo più in lega cobaltocromo, in alcuni casi, il patto tibiale e la rotula possono anche essere interamente realizzati in polietilene, che viene allora “cemento all’osso”. La nuova articolazione Protesi non cementata o biologica Un chirurgo che si appresta a sostituire l’articolazione del ginocchio di un suo paziente con una protesi deve essere prima eseguire un vero e proprio “piano”. Il mercato offre numerosi modelli di protesi, ciascuna disponibile in varie taglie e particolarmente indicata per una certa patologia ed un certo livello funzionale:un paziente molto giovane e sportivo, per esempio vorrà avere una Protesi cementata protesi che gli consenta grande libertà di movimento e carichi elevati per lunghissimo tempo, anche se questo dovesse significare una rieducazione più lunga e pesante. Il chirurgo dovrà quindi scegliere una protesi adatta alla patologia, alle condizioni generali e all’età del paziente; verificare che sia disponibile una taglia che si adatti alla sua anatomia, cercare dei punti di riferimento per far si che l’arto protesizzato abbia la giusta torsione(per esempio non aver il piede che guarda fuori o dentro), garantire il corretto allineamento tra la parte femorale e la parte tibiale, cosa estremamente importante per la sopravvivenza della protesi a lungo termine. Per realizzare tutto questo il chirurgo ha disposizione alcun i”pezzi modulari” con cui realizzare un montaggio appropriato, vari strumenti chirurgici e di misurazione e soprattutto le sue mani e la sua arte. Come abbiamo visto, realizzare un impianto di protesi di ginocchio ottimale richiede un grande lavoro di preparazione; ma perché l’operazione abbia veramente successo ,non basta che sia eseguita in modo impeccabile con i migliori materiali disponibili: occorre che duri nel tempo. Il primo aspetto da curare perché ciò avvenga è un corretto ancoraggio all’osso ospite. Oggi sono sostanzialmente disponibili due tipi di protesi: quelle che richiedono l’utilizzo di una speciale resina acrilica (polimetilmetacrilato, PMMA, comunemente noto come “cemento osseo”) e quelle che si affidano alla crescita diretta dell’ osso sull’ impianto protesico, fino ad inglobarlo e reggerlo saldamente (osteointegrazione, protesi non cementate). La corretta valutazione del tipo di fissazione ottimale per il singolo paziente è, naturalmente, compito del chirurgo operatore. I rischi e le complicanze Anche se vengono prese tutte le precauzioni del caso, negli interventi chirurgici si può incorrere in alcuni rischi e complicanze di cui dovete essere ben consapevoli. Siete invitati a parlarne con il vostro medico curante. Eccome alcuni tra i più comuni: 1. Anestesia: il medico anestesista vi spiegherà quali sono i rischi associati all’anestesia e le precauzioni che vengono prese; 2. Infezioni (superficiali o profonde): l’infezione e’ un rischio associato alla procedura chirurgica. Lo staff infermieristico vi terrà sotto stretto controllo e vi somministrerà un’adeguata profilassi antibiotica. Dovrete interpellare il chirurgo immediatamente qualora vi fosse l’ insorgenza di febbre una volta dimessi dall’ ospedale. 3. Emboli: vi è il rischio di emboli durante o appena dopo l’intervento. Comunque, possono essere gestiti con anticoagulanti-medicinali per fluidificare il sangue. Se dovesse insorgere un dolore al polpaccio o del gonfiore, mettervi immediatamente in contatto con il chirurgo. 4. Ematomi: per ridurne il rischio vengono generalmente posizionati dei drenaggi in profondità che vengono rimossi dopo 48 ore. 5. Lussazione delle componenti proteiche: movimenti errati dell’arto od insufficienti resistenza capsulo-articolare possono portare la lussazione, che nella maggior parte dei casi può essere trattata in modo incruento,ovvero con la manipolazione dall’esterno del corpo. 6. Ossificazioni. Cosa fare prima dell’intervento Preparate la casa per il rientro Preparate la casa per rendere la vostra vita più facile durante la convalescenza. Questi piccolo ma importanti suggerimenti potranno tornarvi molto utili: 1. Fate la scorta di cibo congelato ed in scatola e/o preparate cibo in anticipo da conversare in piccoli contenitori e da riscaldare successivamente; 2. Sistemare tutto ciò che usate più frequentemente ad un’altezza compresa tra il livello della cintola e della spalle.Nelle prime settimane non sarà infatti possibile chinarsi. 3. Per non scivolare, eliminate o fissate al pavimento qualsiasi tappeto; 4. Se dormite al piano superiore, preparate una stanza a piano terra; 5. Se l’altezza del vostro letto non è all’incirca di 65/70cm potrebbe essere necessario aggiungere un piccolo materasso. Attrezzature per rendere convalescenza più sicura. Sedile rialzato la vostra 1. Sedile rialzato per il water per limitare la flessione del ginocchio. 2. Tappeto antiscivolo per la doccia. 3. Corrimano in bagno per aiutarvi ad essere più sicuri quando entrate ed uscite dalla vasca o dalla doccia. 4. Pinze con lunghi manici per raccogliere oggetti dal pavimento e per calzare calze e scarpe. Preparate voi stessi Prelievo di sangue Per evitare di utilizzare il sangue di un donatore vi potrebbero essere proposto di prelevare in anticipo il vostro sangue Esercizi (sotto consiglio del medico) E’ importante essere nelle migliori condizioni fisiche per favorire una migliore riuscita dell’ intervento: aumentare la forza della parte superiore del corpo vi aiuterà dopo l’intervento ad usare con meno fatica le stampelle od il deambulare. Aumentare la forza della gamba può essere utile per ridurre il tempo di recupero. Check- up medico Dovreste fare un check-up dal medico di famiglia per valutare lo stato di salute ed identificare tutto quello che potrebbe nuocere all’ intervento od al processo di guarigione. Esame dentistico. Anche se le infezioni dopo una sostituzione dell’ articolazione sono rare, possono verificarsi se i batteri penetrano nel sangue. Per questo motivo, le cure dentistiche dovrebbero essere terminate prima dell’intervento. Sospendere eventuali medicinali Il chirurgo ortopedico potrà indicare quali medicinali, anche prescritti non dovranno più essere assunti prima dell’intervento chirurgico. Smettere di fumare Un’ eccellente idea sempre, ma in particolar modo prima dell’intervento chirurgico, per evitare qualsiasi problema polmonare post-operatorio e favorire la guarigione. Perdere peso Per i pazienti obesi, una perdita di peso aiuterà a ridurre lo stress sulla nuova articolazione. Visita ”pre-operatoria” Se possibile, sarebbe utile incontrare lo staff dell’ ospedale in cui si effettuerà l’intervento per discutere con loro il piano della degenza, ivi compresi l’anestesia, la prevenzione di eventuali complicazioni, la gestione del dolore e la dieta. Esami di routine Esami del sangue, dell’urina, un elettrocardiogramma una radiografia al torace potranno essere prescritti per confermare l’idoneità necessaria all’operazione. Allergie Eventuali allergie di qualunque genere (medicinali, materiali metallici, ecc) devono essere comunicate al chirurgo ortopedico il quale potrà optare per un approfondimento degli esami pre operatori e conseguentemente un diverso trattamento farmacologico nonché un differente tipo di protesi. Preparate la vostra degenza La degenza ospedaliera è consigliabile portare quanto segue: 1. Calzature antiscivolo chiuse, senza lacci; 2. Indumenti confortevoli e comodi; 3. Tutti i medicinali che prendete regolarmente; 4. Lastre (se disponibili); 5. Carta d’identità, tessera sanitaria; 6. Questa brochure; 7. Libri da leggere; 8. Non portate oggetti di valore, ma solo una piccola quantità di soldi; 9. E’ consigliabile portare gli ausigli usati in precedenza per la deambulazione (questi attrezzi serviranno durante la fisioterapia). L’intervento Preparazione all’intervento Il vostro medico vi darà indicazioni specifiche sul digiuno prima dell’ intervento. Generalmente i pazienti non devono assumere cibo o bere dopo la mezzanotte del giorno precedente l’intervento. Se seguite delle cure medicinali, dovreste aver ricevuto le istruzioni su quali medicine potete assumere durante la mattina del giorno dell’operazione. Qualsiasi informazione al riguardo potrà essere chiesta all’ infermiera od al vostro medico. Vi verrà controllata la temperatura, la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e la respirazione. Potrebbero inserirvi una flebo endovenosa per introdurre fluidi e farmaci. La procedure chirurgica Raggiungete la sala operatoria e verrete preparati con abiti adatti, poi sottoposti ad anestesia. A volte le protesi di ginocchio sono impiantate in anestesia totale, quindi sarete completamente addormentati e non vi renderete conto del tempo che passa e di quel che succede. Più spesso si opera in anestesia “spinale”, ovvero sarete svegli ma non sentirete alcun dolore sotto il livello del bacino. Potrete ascoltare i rumori, capire cosa dicono le persone, guardarvi intorno; non vedrete la sede dell’operazione perché dei teli operatori che delimitano il campo impediranno la visuale. La vostra posizione sul letto operatorio sarà supina (sdraiati sulla schiena). Quando l’operazione vera e propria avrà inizio, il primo passo che il chirurgo compirà sarà l’incisione, un taglio eseguito col bisturi sulla cute, nella parte frontale del vostro ginocchio. La lunghezza dell’ incisione sarà molto variabile a seconda di numerosi fattori: dipendente dalla patologia che si sta trattando, dalle dimensione del paziente, dalle dimensioni dell’ impianto che si è scelto di utilizzare e così via. Per esempio un paziente grasso necessiterà in generale di un incisione più lunga di un paziente magro, ma se ci si trova in presenza di una deformità importante anche in un paziente magrissimo sarà necessario avere un accesso ampio che consenta la massima visibilità e facilità di manovra. In generale, è bene fidarsi del proprio chirurgo e non giudicarlo mai in base alla Incisione lunghezza dell’incisione. L’unico reale beneficio di un taglio corto è di tipo estetico. Quello che realmente conta è scegliere gli impianti più adatti per il caso specifico, posizionarli correttamente, danneggiare il meno possibile i tessuti circostanti, cercando di preservare la muscolatura per consentire una rapida ripresa postoperatoria, allineare correttamente le componenti e soprattutto dare ai legamenti residui la giusta tensione, sia in flessione che in estensione. Una volta eseguita l’incisione, si arriverà all’articolazione, dopo avere spostato la rotula. Il ginocchio è poi contenuto in una specie di borsa fibrosa, molto robusta chiamata capsula articolare. Il chirurgo la inciderà ed arriverà all’osso. A questo punto l’articolazione è aperta e completamente visibile. Se il legamento crociato anteriore è ancora presente, può venire resecato in questa fase. Si procede quindi al primo taglio: alcune protesi prevedono l’esecuzione dei tagli tibiali prima di quelli femorali, altre il contrario. E’ importante, in questa fase, valutare la tensione dei legamenti collaterali, sia a ginocchio esteso che flesso. Generalmente, il patto tibiale è dotato di uno stelo centrale la cui sede deve essere preparata nel canale tibiale. Fatto questo, un piatto di prova verrà inserito nella tibia e su di esso si monterà un inserto di plastica di prova, così da avere un impianto ”finto” in sede. La stessa operazione viene effettuata sul femore, dove si mette solo un impianto di prova metallico. Ora è necessario valutare assicuratamene la tensione dei legamenti collaterali, sia a ginocchio esteso che flesso. Il chirurgo può ritenere opportuno “rilasciare” leggermente uno od entrambi i legamenti per dare all’articolazione la giusta tensione ed ottenere una buona stabilità senza sacrificarne la capacità di muoversi. Quando le componenti di prova sono correttamente allineate ed i legamenti ben bilanciati, si può procedere all’ impianto delle protesi definitive. Quando si ricorre all’uso del cemento acrilico per fissare gli impianti all’ osso lo strumentista inizierà l’operazione di miscelazione del cemento e si potrà avvertire un pungente odore di resina. 2. Fissazione componente femorale 1. Taglio femorale 3. Taglio tibiale Altrimenti, le protesi sono semplicemente impattate con forza nell’ osso ospite, e ci si affida alla ricrescita dello stesso per vincolarle saldamente. Se si e’ deciso di protesizzare anche la rotula, si esegue questa operazione dopo l’impianto delle altre componenti. La componente rotulea viene generalmente cementata alla patella fisiologica, dopo che quest’ultima è stata opportunamente tagliata e preparata. A questo punto il nuovo ginocchio sarà pronto: si provano vari movimenti per verificare la sua stabilità e la capacità di articolazione. Inizierà quindi l’opera di sutura, procedendo in ordine inverso rispetto all’ accesso, fino a quando anche la ferita sulla pelle verrà chiusa e si potrà lasciare la sala operatoria. 4. Fissazione componente tibiale ed accoppiamento dell’inserto 5. Il nuovo ginocchio è pronto Radiografia pre-operatoria Radiografia post-operatoria Dopo l’intervento La degenza Se siete stati operati in anestesia totale verrete portati nella sala risveglio subito dopo l’intervento. Probabilmente vi verrà posta una maschera ad ossigeno per aiutarvi a respirare. La permanenza nella sala di risveglio va da 60 a 90 minuti, a seconda del tempo di cui avrete bisogno per svegliarvi dall’anestesia. Una volta che la pressione sanguigna, il polso, la respirazione e la temperatura saranno rientrati nella norma vorrete trasferiti nel reparto di ortopedia dove il personale infermieristico si prenderà cura di voi. Una volta in camera verrete controllati spesso. Vi aiuteranno a trovare la posizione più confortevole ed in caso di necessità, potrete chiamare l’assistenza per mezzo di un pulsante posto vicino a voi. Antidolorifici Dopo l’intervento è molto probabile che sentiate dei dolori. Il vostro medico vi farà assumere degli antidolorifici che vi permettono di riposare bene e vi aiuteranno a riprendervi fisicamente con maggior efficacia. Flebo Avrete una flebo inserita nel braccio attraverso la quale potranno essere somministrati liquidi, antibiotici ed altri medicinali. Cura della ferita Al risveglio dall’anestesia avrete una fasciatura consistente sull’arto che, più avanti, sarà sostituita da una più leggera. Calze elastiche (TED) Dopo l’intervento dovrete indossare delle calze elastiche per evitare la formazione di emboli negli arti. Le calze si potranno togliere giornalmente per fare una doccia ma andranno indossate nuovamente subito dopo. Andranno portate anche a casa fino a quando il medico lo riterrà opportuno. La convalescenza: alzarsi e muoversi Talvolta i pazienti possono scendere dal letto lo stesso giorno dell’intervento. Più spesso ciò accade da uno a tre giorni dopo l’operazione.Il programma di esercizi post-operatori verrà stabilito dal medico a seconda delle vostre necessità. Ciascun medico può scegliere di scegliere di seguire un protocollo di riabilitazione diverso ma in ogni caso, quasi sempre il giorno dopo l’intervento, sarete in posizione eretta e potrete camminare. La terapia fisica è molto importante per il recupero della vostra articolazione: vi aiuterà infatti a riprendere le attività di tutti i giorni. Inizialmente dovrete usare delle stampelle per mantenere la stabilità e per camminare. Il ritorno a casa Riprendere le attività quotidiane Per proteggere il nuovo ginocchio il vostro fisioterapista, durante la convalescenza in ospedale, vi avrà dato regole e consigli per evitare complicanze e vi avrà insegnato ad affrontare le incombenze giornaliere in sicurezza. Ricordatevi di seguirli anche quando sarete a casa: Cosa da non fare 1. E’ preferibile non fare il bagno se non assistiti. 2. Non guidate fino ad autorizzazione del medico. 3. Non sedetevi su piani troppo bassi e morbidi. 4. Non accavallate le gambe. 5. Non svolgete lavori pesanti. 6. Non restate troppo in piedi per non affaticare l’articolazione. Cose da fare 1. Per ridurre od evitare il gonfiore, sollevate la gamba appoggiandola, per esempio, ad uno sgabello. 2. Portate solo pesi leggeri e distribuiteli in modo uniforme. 3. Muoversi a piccoli passi. 4. Portare le calze elastiche. 5. Assumere i farmaci prescritti. 6. Seguite il programma riabilitativo. 7. Ritornare ai controlli con il vostro medico. 8. Dormite supini. 4. NO! 3. 1. 8. 2. Attenzione Interpellate il medico nei seguenti casi: 1. Gonfiore persistente od arrossamento. 2. Aumento di sanguinamento, spurgo o ferita maleodorante. 3. Aumento di dolore o gonfiore all’anca o nell’arto. 4. Camminare 1. Passeggiare per tratti brevi più volte al giorno con le stampelle. 2. Evitare le superfici irregolari, indossate le scarpe senza lacci e le calze elastiche 3. Caricate sull’anca operata lo stesso peso di quando eravate in ospedale. 4. Quando non camminate tenete le stampelle lateralmente, avanzate rispetto la punta dei piedi 5. Quando sollevate il piede appoggiatevi alle apposite maniglie delle stampelle. 6. Caricate il peso sulle mani e non sulle ascelle Salire le scale 1. Salite i gradini portando avanti per primo l’arto sano. 2. Mantenete le stampelle sul gradino inferiore. 3. Spostare l’arto operato sullo stesso gradino e spostare anche le stampelle. Scendere le scale 1. Appoggiate le stampelle sul primo gradino; scendete con la gamba operata sullo stesso gradino. 2. Spostate anche la gamba sana sullo stesso gradino. Sedersi 1. Per sedersi indietreggiare verso la sedia, fino a toccarla con la parte posteriore delle gambe. 2. Appoggiatevi ai braccioli portando il peso sulle braccia e sull’ arto sano. 3. Allungate la gamba operata e sedetevi lentamente,piegando il ginocchio e l’anca a lato sano. 4. Le anche si devono trovare più in alto delle ginocchia. 5. L’altezza della sedia deve essere di circa 70 cm e possibilmente avere i braccioli. 2. e 3. Alzarsi 1. Alzatevi facendo forza sui braccioli caricando il peso sulle braccia e sull’arto sano. 2. Spostate la gamba operata in avanti e spingetevi in alto. 3. Cercate di mettervi in equilibrio prima di afferrare le stampelle. Toilette 1. Usate una toilette con sedile rialzato e seguite la stessa procedura usata per sedersi ed alzarsi. Lavarsi 1. E’ meglio non fare il bagno. 2. Fate la doccia quando la ferita si e’ completamente rimarginata. Tamponate la ferita con delicatezza senza strofinare. 3. Per entrare ed uscire vi potranno aiutare maniglie di sostegno applicate in precedenza. 4. Per pulire la parte inferiore della gamba 4. senza chinarvi usate una spugna con un lungo manico. Dormire 1. Il letto deve essere della giusta altezza (65/70cm) ed il materasso sufficiente rigido. 2. Indietreggiare fino a toccare il letto. Lasciate le stampelle, appoggiandovi sul letto con le braccia e sedetevi portando il peso sull’arto sano. 3. Spostatevi lentamente, salite prima con la gamba non operata e poi tirare su quella operata eventuale aiutandovi con le mani. 4. Non dormite sul fianco del lato operato. 5. Sdraiati sulla schiena posizionate un cuscino per evitare la rotazione verso l’esterno della gamba operata. 6. Fate la stessa procedura al contrario per scendere dal letto. Cucinare 1. Preparate cibi semplici che non vi costringono a stare in piedi a lungo. 2. Usate grembiuli con molte tasche. 3. Muovetevi a piccoli passi. Non ruotare il corpo. 4. E’ meglio non usare il forno. 5. E’ meglio avere nelle vicinanze un carrello su cui posare i contenitori. 3. 5. 5. 1. 2. Guidare 1. Guidate solo su autorizzazione del medico, generalmente sei settimane dopo l’intervento, quando non si avrà più bisogno dell’ausilio delle stampelle. 2. Seguite le stesse indicazioni per sedervi ed alzarvi. 3. Usate se possibile, l’apposito cuscino per l’anca. 4. Scivolate indietro sul sedile, in posizione semireclinata. 5. Ricordate di mettere di mettere le cinture. Vestirsi 1. Dopo esservi seduti afferrate gli indumenti con il gancio del bastone, infilate i pantaloni partendo dalla gamba operata e sfilateli dalla gamba non operata. 2. Per infilare le scarpe usate un bastone con gancio od un calzascarpe con manico lungo. Attività sessuale Potete riprendere l’attività sessuale non appena vi sentirete in grado di farlo. Dieta Potrete mangiare normalmente come prima dell’ intervento. Ricordate solo che avendo subito un intervento chirurgico, per ridurre il rischio di costipazione, è consigliabile mangiare molta frutta e verdura e bere dai 6 agli 8 bicchieri d’acqua al giorno. Questa brochure non deve intendersi come sostituito della cura professionale del medico che deve essere sempre consultato per una corretta diagnosi e cura della patologia. Le indicazioni presenti hanno carattere puramente informativo e sono riferite a condizioni mediche e generali. Qualora le indicazioni presenti in questo opuscolo siano in contrapposizione con quanto asserito dal medico curante, bisogna sempre ritenete valide le prescrizioni di quest’ultimo.