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Pag 5 – I disturbi che ci mettono … in ginocchio
5 S in alute I disturbi che ci mettono... in ginocchio Le patologie dell’articolazione del ginocchio sono molto diffuse, ma spesso si commette l’errore di sottovalutarle se i sintomi dolorosi sono modesti o se il problema non interferisce troppo con le attività quotidiane. È bene invece tenere sotto controllo i danni a carico di questa importante articolazione, per instaurare subito la terapia adatta ed evitare che col tempo provochino disturbi peggiori di quello che ci si potrebbe aspettare. PATOLOGIE DEL GINOCCHIO L e lesioni del ginocchio sono tra gli infortuni più temuti dagli sportivi e, purtroppo, anche tra i più frequenti: molte discipline, infatti, richiedono movimenti potenzialmente dannosi per questa articolazione. Lussazioni, fratture, distorsioni, contusioni, tendiniti, possono essere causate da un evento singolo (ad esempio, una caduta) oppure da una serie di movimenti scorretti ripetuti nel tempo, che provocano l’usura progressiva e l’infiammazione delle strutture coinvolte (in ambito sportivo queste patologie vengono definite “da sovraccarico”). Esistono però anche altre grandi categorie di alterazione del ginocchio: i processi infiammatori o degenerativi (artriti, gonartrosi, gotta, diabete, sclerodermia), i processi infettivi (reumatismo articolare acuto, gonococcemia) e i tumori. Anche l’obesità, un’alterata distribuzione del peso e varie malattie che comportano processi infiammatori o infettivi costituiscono fattori di rischio rilevanti; pare inoltre che le donne siano più soggette alle lesioni del ginocchio rispetto agli uomini: si ipotizza che ciò sia dovuto alla conformazione somatica (bacino più largo, che crea un asse anomalo con le strutture osteoarticolari sottostanti) e alla presenza, nell’organismo femminile, di un’elevata quantità di estrogeni, ormoni femminili che garantiscono una maggiore flessibilità dei legamenti ma comportano anche una loro ridotta resistenza. Tutte le patologie del ginocchio provocano tre sintomi comuni: ● dolore (acuto o sordo, costante o intermittente); ● diminuita funzionalità dell’articolazione (difficoltà o impossibilità di muovere la gamba o di caricare su di essa il peso del corpo); ● gonfiore (tumefazione) dell’articolazione, che può comparire subito o a distanza di qualche tempo. Altri sintomi quali arrossamento, sensazione di pelle calda al tatto, versamento (cioè presenza di sangue o di una quantità eccessiva di liquido sinoviale nella capsula articolare), disallineamenti, eccessiva mobilità di elementi dell’articolazione si manifestano solo in alcuni casi, anche in dipendenza dal tipo di lesione che si è verificato e dalle strutture coinvolte. Tra le patologie più comuni ricordiamo innanzitutto le tendiniti (spesso dovute a sovraccarico), le quali tendono a cronicizzarsi, causando un dolore sopportabile che però può esacerbarsi in concomitanza con determinati sforzi ma che, nella maggior parte dei casi, non interferisce con le normali attività quotidiane. La terapia consiste essenzialmente nel riposo e nell’eventuale assunzione di antiinfiammatori durante la fase dolorosa acuta; una volta che questa si è conclusa, per lo più si impara a convivere con il fastidio, senza sentire quindi il bisogno di ulteriori interventi. Molto diffuse sono anche le condropatie, patologie che coinvolgono le cartilagini. Esse provocano dolore, poiché le due ossa tra le quali è interposta la cartilagine non scorrono più in modo ottimale l’una sull’altra. Benché nelle fasi iniziali di questa patologia il semplice cambiamento di posizione e l’attenzione ad evitare sforzi eccessivi possano essere sufficienti per convivere con la lesione, col tempo l’articolazione diventa inutilizzabile e il dolore non può più essere tollerato. L’unica terapia diventa quindi quella chirurgica, che consiste nel trapianto della cartilagine lesionata. Altri due gravi tipi di danno sono le lesioni dei legamenti e le lesioni dei menischi. Le prime possono interessare uno o più dei quattro legamenti dell’articolazione e vanno da una lieve distrazione delle fibre del legamento alla sua rottura parziale o completa. Il trattamento immediato delle lesioni legamentose consiste in alcuni semplici provvedimenti: applicare la borsa del ghiaccio sulla superficie anteriore del ginocchio (per non più di mezz’ora e facendo una pausa di un’ora tra un’applicazione e l’altra), camminare senza appoggiare l’arto e, se necessario, assumere antidolorifici. Bisogna poi sottoporsi ad una visita specialistica, che preciserà il tipo di lesione e la sua gravità. In alcuni casi lo specialista può prescrivere una Risonanza Magnetica Nucleare, o praticare un’artrocentesi (aspirando con una siringa un po’ di liquido dall’articolazione, per verificare l’eventuale presenza di sangue) e, nei casi più complessi, anche ricorrere all’artroscopia diagnostica (che consente di “guardare” dentro l’articolazione con appositi strumenti ottici). Per le lesioni dei legamenti collaterali per lo più è sufficiente immobilizzare parzialmente l’articolazione con un tutore per 2/3 settimane. I traumi del legamento crociato anteriore sono invece solitamente più gravi e, se non trattati, possono provocare problemi meniscali, instabilità dell’articolazione e, col tempo, anche artrosi. La terapia è chirurgica, e consiste nella sostituzione del legamento danneggiato con una porzione del tendine rotuleo. L’intervento si svolge in artroscopia, ed è quindi minimamente invasivo; dopo 20 giorni si comincia a camminare senza stampelle, dopo un mese sono consentiti la cyclette e il nuoto e dopo 2 mesi e mezzo la corsa. Gli sportivi possono riprendere gli allenamenti non prima di 4 mesi. Quando invece è coinvolto il legamento crociato posteriore l’intervento chirurgico mira soprattutto ad evitare la successiva insorgenza di un’artrosi; è quindi indicato soprattutto in caso di lesioni gravi in pazienti giovani. Le lesioni dei menischi sono invece provocate da movimenti anomali che “intrappolano” il menisco tra il femore e la tibia (le due lunghe ossa che si incontrano nel ginocchio), danneggiandolo o addirittura causandone la rottura. I sintomi principali sono dolore acuto con impossibilità di appoggiare l’arto e di estenderlo completamente, idrarto (secrezione di liquido da parte della membrana sinoviale irritata, con conseguente gonfiore) e spesso la fastidiosa sensazione che qualcosa si sia incastrato nell’articolazione. Talora il dolore può attenuarsi e, dopo qualche movimento, l’articolazione può sbloccarsi e rimanere apparentemente normale anche per lunghi periodi; è comunque necessario intervenire e la terapia è sempre chirurgica, sia che si voglia “riparare” il menisco danneggiato sia che si decida di asportarlo completamente. Ada Moretti