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Recupero di un passato scomparso
Recupero di un passato scomparso Museo Civico Archeologico di anzio 22 dicembre 2013 – 19 gennaio 2014 Città di Anzio Museo Civico Archeologico Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Recupero di un passato scomparso Museo Civico Archeologico di anzio 22 dicembre 2013 – 19 gennaio 2014 Sala delle Conchiglie – Via di Villa Adele, 2 La mostra si prefigge lo scopo di restituire e valorizzare un patrimonio archeologico che è stato illegalmente sottratto alla nostra eredità culturale. Il pubblico potrà apprezzare un percorso attraverso la storia, o meglio le storie, che i materiali riescono a raccontare, e ciò è avvenuto grazie all’impegno del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Il gusto per l’antico di coloro che vedono nei materiali esclusivamente degli oggetti d’arte e di commercio è il filo conduttore di questa mostra, i cui materiali sono accomunati per la maggior parte dal fatto di provenire da necropoli come corredi di tombe. Questo si può osservare, infatti, attraverso un percorso cronologico che parte dai vasi biconici in impasto, vere e proprie urne cinerarie di IX secolo a.C., e prosegue con i corredi delle sepolture. Alcuni vasi ed oggetti hanno funzioni solo rituali nel corredo delle tombe, come ad esempio rocchetti e fuseruole, tipici delle sepolture femminili Anforetta in impasto con decorazioni a pettine Due rocchetti ed una fuseruola in impasto La maggior parte dei vasi sono riferibili al rituale del consumo del vino: la coppa, il calice, il kantharos per bere, l’oinochoe e l’anfora per versare e trasportare. I materiali sono diversi, dall’impasto al bucchero, e coprono un periodo che va dal VII al VI secolo a.C. Tra i buccheri un esemplare rappresenta una significativa dimostrazione di restauro illegale, fatto esclusivamente per rendere il vaso più bello alterando la sua forma originale. Vasetto italo-geometrico, secondo quarto del VII secolo a.C. Kantharos in bucchero nero, ultimo quarto del VII- metà VI secolo a.C. Oinochoe in bucchero nero, seconda metà del VI secolo a.C. Kantharos in bucchero nero, terzo quarto del VII secolo Tre ciotole in bucchero nero, prima metà del VI secolo a.C. Kotilai in impasto, secondo quarto del VII secolo a.C. Interessante poi il rinvenimento di due scudi fittili in impasto, di natura rituale, probabilmente pertinenti al corredo di una tomba principesca di prima metà di VII secolo a.C. Scudi fittili in impasto Sempre da corredi di tombe, di area etrusca e magno-greca, sono gli splendidi vasi a figure rosse legati al rituale del consumo del vino, che sono datati dalla fine del IV secolo a.C. Si tratta sia di vasi per bere, piatti e kylikes, ricchi di decorazioni sovradipinte, sia di contenitori tipici per mescolare e versare il vino come oinochoai, crateri e anfore. Le figure rappresentate su questi vasi rivelano il gusto degli antichi per le rappresentazioni del mito: si notano, infatti, diverse scene con Dioniso e figure femminili, alcune alate, altre danzanti e in generale che offrono doni, secondo la concezione del mondo antico per cui nell’ambito della morte si celebra la vita. Oinochoe trilobata dello stile di Gnatia, terzo quarto del IV secolo a.C. Oinochoe con becco a cartoccio, fine IV- inizi del III secolo a.C. Oinochoe con becco a cartoccio del Gruppo del Fantasma, fine IV- inizi del III secolo a.C. Kylix a vernice nera, seconda metà-fine del IV secolo a.C. Gli altri materiali presenti nella mostra hanno pertinenza a contesti votivi, come le tipiche offerte medio - repubblicane (IV-III secolo a.C.) che rappresentano teste e statuette di devoti. Sono espressioni di una religiosità popolare che chiedeva alle divinità protezione per uomini ed animali. Statuetta votiva fittile di offerente, III secolo a.C. I bronzi sono provenienti sia da tombe che da depositi votivi: specchi, fibule, punte di lancia, bacili e brocche sono tipici oggetti che accompagnavano i corredi femminili e maschili. Sicuramente di natura votiva sono le due statuette di devoto e di guerriero e la clava di Ercole, una chiara offerta al dio. Frammento di brocca in bronzo Gli oggetti del periodo imperiale (I –II secolo d.C.) sono pochi e di piccole dimensioni: si tratta di strumenti chirurgici, chiavi e frammenti di serrature in bronzo, pedine da gioco e unguentari in vetro. Infine, numerose lucerne arricchiscono questo contesto cronologico, in particolare su di una lucerna è raffigurata una scena erotica, con figura maschile e femminile su letto (kline), ben attestata a Pompei e che rappresenta un altro aspetto della vita secondo la concezione romana. Lucerne fittili, I-II secolo d.C. Lucerna a volute con scena erotica, I-inizi II secolo d.C. Il patrimonio archeologico, che fa parte integrante della nostra cultura, dovrebbe essere considerato un bene comune e non un oggetto di lucro, perché la distruzione del contesto da cui il materiale proviene è un danno per la nostra storia. Il lavoro fondamentale del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è riuscito a restituirci questa ricchezza, sottratta, ma ancora capace di parlarci del passato. Si ringraziano, quindi, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ed il personale che ha operato a cui verrà conferito un condiviso riconoscimento per i meriti acquisiti nella salvaguardia del patrimonio culturale sia di Anzio che nazionale.