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ti vengono proposti dei mini-dossier su diversi argomenti di
TI VENGONO PROPOSTI DEI MINI-DOSSIER SU DIVERSI ARGOMENTI DI “ATTUALITA’”, PER L’ELABORAZIONE DI TEMI DOCUMENTATI SECONDO LA TIPOLOGIA b DELL’ESAME DI STATO (ARTICOLO DI GIORNALE O SAGGIO BREVE). OVVIAMENTE IL DOSSIER PUO’/DEVE ESSERE ARRICCHITO CON ALTRE INFORMAZIONI/OPINIONI/DATI APPARTENENTI AL TUO BAGAGLIO DI CONOSCENZE QUESTE LE CONSEGNE CHE SOLITAMENTE IL MINISTERO PREMETTE A QUESTO TIPO DI TRACCE: CONSEGNE Sviluppa l‟argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da‟ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell‟ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo „pezzo‟. Da‟ all‟articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l‟argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo. 1. ARGOMENTO: LO SPRECO ALIMENTARE. Utilizza i documenti sottostanti, integrali con le tue conoscenze e opinioni Se scegli il saggio dovrai trattare tutti gli aspetti del problema, se scegli l’articolo potrai scegliere uno specifico argomento, rispondere a/polemizzare/rafforzare anche uno solo dei documenti proposti In ogni caso ricorda di indicare titolo e destinazione editoriale DOC. 1: La lunga catena degli sprechi alimentari Il caso di Bologna: «Last Minute Market» raccoglie gli avanzi da negozi, mense, scuole e caserme e le ridistribuisce a chi ha bisogno: nel 2009 già 890 tonnellate Ogni anno gli italiani buttano 27 chili di cibo a testa Gli americani gettano quasi la metà di ciò che comprano Del pane per i tramezzini si butta via la crosta, quella che non è «bella». Quattro fette per ogni pagnotta, più o meno il 17 per cento di ogni forma. Al giorno, per una sola fabbrica, fanno 13 mila fette. L' insalata, invece, deve essere tonda e senza tracce di terra: se il 10 per cento di una partita da 700 cespi non rispetta i requisiti, l' intero carico viene respinto. Regole dei supermercati: una goccia nel mare degli sprechi. Perché la catena del cibo perduto ha origini lontane e va dal produttore, al distributore, al consumatore. Ognuno ci mette del suo ma l' ultima parola è sempre una, il bidone della spazzatura. Gli italiani, ogni anno, ci buttano in media 27 chili di cibo a testa ma non sono soli: gli americani, campioni in carica, sprecano quasi la metà degli alimenti che comprano. Una voragine che inghiotte cibo ancora commestibile e, in più, danneggia l' ambiente. Un dato per tutti: per produrre le 187 tonnellate di latticini buttate via in un anno (il 2008) dalle famiglie britanniche sono state emesse 640 mila tonnellate di Co2 e impiegati 74 mila ettari di terra. Cifre da moltiplicare all' infinito per il numero di Paesi e per il contributo allo spreco che si registra ad ogni passaggio della filiera alimentare. Nel suo «Sprechi. Il cibo che buttiamo, che distruggiamo, che potremmo utilizzare» (Bruno Mondadori Editore, pp. 368, euro 22, nelle librerie italiane dal 28 ottobre) Tristram Stuart arriva a calcolare che la produzione di cibo sia responsabile di oltre il 20 per cento delle emissioni di Co2 prodotte dall' uomo. Senza contare l' abbattimento delle foreste e i terreni sfruttati all' estremo. Stuart, 32enne inglese con una laurea a Cambridge e un passato recente da attivista vegetariano, disegna la mappa degli sprechi basandosi su dati e case history internazionali e sulla sua esperienza diretta di viaggiatore e di freegan (da free, libero e vegan, veganiano), ossia chi combatte il sistema recuperando alimenti direttamente dal bidone dei rifiuti. La sua ricetta anti-spreco è la piramide dell' uso: ridurre, redistribuire, riciclare. In Italia, il «caso» scelto da Stuart è Last Minute Market, un progetto di ricerca dell' Università di Bologna che dal 2003 è diventato una realtà imprenditoriale. Obiettivo, ottimizzare la gestione delle eccedenze. «Il nostro scopo - spiega Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria di Bologna, uno dei padri del progetto - è quello di recuperare in modo snello, veloce e sostenibile ciò che si spreca. Quella che abbiamo sviluppato è un' innovazione di tipo logistico: non ci servono frigoriferi, camion o depositi dove stoccare i cibi, quello che recuperiamo viene consumato a pochi chilometri di distanza». Last Minute Market raccoglie le eccedenze da supermercati, mense, scuole e caserme e le ridistribuisce a chi ha bisogno, con l' assistenza di organizzazioni come Caritas e San Vincenzo. Nel 2009, tra gennaio e settembre, il recupero di cibo è stato di 890 tonnellate, pari a quasi tre milioni di euro e un milione e ottocentomila pasti. ….Anche se, avverte Segrè, «il nostro obiettivo non è alimentare lo spreco, ma ridurlo quanto più possibile. Perché le eccedenze si pagano, sia in termini ambientali che economici». Il mercato, però, continua a produrre in eccesso, cestinando quello che avanza. ( Ziino Giulia, Corriere della sera, 25-10-2009) DOC 2: Bruxelles, 28 ottobre 2010 UE: prima Giornata Europea contro lo spreco alimentare "Trasformare lo spreco alimentare in risorsa". E' il titolo, si legge in una nota, della Conferenza che si terrà a Bruxelles nella sede del Parlamento europeo il 28 ottobre prossimo in occasione della prima Giornata Europea contro lo spreco. L'evento, sotto l'alto patronato della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del PE, è promosso dalla Facoltà di Agricoltura dell'Università di Bologna e da Last Minute Market. Alla conferenza, che si terrà alla presenza del presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del PE Paolo De Castro, dell'eurodeputato S&D Salvatore Caronna e di altri rappresentanti della Commissione europea prenderanno parte le organizzazioni di Stati membri dell'UE attive nella lotta agli sprechi: Fareshare - UK, Stop Food Wasting Movement - DK, Andes - FR, oltre ad esperti internazionali quali Paul Connett, Jan Lundqvist e Andrea Segrè, fondatore e presidente di Last Minute Market. "In occasione della conferenza - recita la nota - sarà sottoscritta la Dichiarazione congiunta sullo spreco alimentare che si prefigge di arrivare entro il 2025 a una riduzione di almeno il 50% della quantità di sprechi alimentari a livello globale. E con la sottoscrizione della Dichiarazione, verrà istituita una Rete Globale contro gli Sprechi Alimentari, primo strumento effettivo di coordinamento e lotta internazionale agli sprechi, per inserire urgentemente la questione nell'agenda delle priorità comunitarie e dei singoli Stati membri". DOC 3 Un libro contro lo spreco alimentare L'autore: vi insegno a recuperare quello che buttate via PADOVA - In Italia lo spreco alimentare ha raggiunto dimensioni preoccupanti. Molto però potrebbe essere recuperato. Ogni anno, infatti, si potrebbero riutilizzare 244.252 tonnellate di cibo per un valore di 928.157.600 euro. Sarebbe quindi possibile fornire tre pasti al giorno a 636.600 persone e risparmiare 291.393 tonnellate di CO2 prodotte a causa dello smaltimento del cibo. Da questi dati nasce l'idea del libro «Last minute Market. La banalità del bene e altre storie contro lo spreco», presentato in anteprima nazionale sabato 8 maggio a Palazzo Moroni. L’autore Andrea Segrè, Presidente della Facoltà di Agraria di Bologna, sarà affiancato da Sergio Tisato di Caritas Padova e dal giornalista Roberto Pinton. Combattere lo spreco è un tema caro a Segrè, presidente dell'associazione «Last Minute Market»che si occupa di recuperare i prodotti invenduti ancora idonei per essere consumati derivati da enti pubblici, imprese distributrici ma anche mercati all’ingrosso e attività di ristorazione. Nata nel 1998 come attività di ricerca del Dipartimento di Economia e Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum dell'Università di Bologna, dal 2003 «Last Minute Market» diventa una realtà imprenditoriale con iniziative attive sia in Italia che all’estero. Corriere, 07 maggio 2010 DOC 4 : I PRODUTTORI OBBLIGATI PER CONTRATTO A RITIRARE LA MERCE INVENDUTA Milano butta via ogni giorno 180 quintali di pane I fornai: nessuno lo vuole, neanche i proprietari dei canili. Distribuirlo o grattugiarlo non conviene DOC. 5: Gli sprechi alimentari , dalla lettera inviata dal direttore generale della Fondazione “Banco alimentare”al Corriere della Sera in merito all'articolo "Le tonnellate di cibo sprecato e l'ingratitudine verso la terra" (Corriere della Sera, 2/11/2010, pag. Sul Corriere del 2 novembre ho letto l' articolo «Le tonnellate di cibo sprecato e l' ingratitudine verso la Terra» a firma Susanna Tamaro e il riquadro dedicato alla vicenda «arance Sicilia». Il Corriere giustamente ha dato molta rilevanza a un tema importante come quello dello spreco……Però credo che il volume («Libro nero dello spreco») da cui prende spunto rappresenti poco la realtà, o meglio rappresenta, forse volutamente, solo una parte e quindi non permetta all' autrice dell' articolo di descrivere completamente il fenomeno in discussione. Infatti non si legge tutto quello che viene fatto, giorno dopo giorno da 21 anni, alla Fondazione Banco Alimentare Onlus per evitare che migliaia di tonnellate di cibo, ancora commestibile, finiscano nella spazzatura e diventino invece un pasto per i più poveri. E parliamo di più di 600.000 tonnellate di alimenti da quando è nata la Fondazione Banco Alimentare Onlus, 70.000 solo nel 2009. Sempre nell' articolo si parla di spreco e di «homo economicus» e giustamente ci si appella alla gratuità, senza ricordare, ad esempio, i 1200 volontari che tutti i giorni praticano già la gratuità, regalando il loro tempo alla Rete Banco Alimentare (ma come loro ce ne sono migliaia in tantissime altre organizzazioni) perché il cibo sia salvato dallo spreco e sia consegnato a più di 8.000 strutture caritative che aiutano a sfamare 1 milione e 500 mila poveri in Italia. Non tutto è, fortunatamente, come appare nel libro e quindi nell' articolo. Non tutti i giovani si «ubriacano fino a svenire»: tra i 110 mila volontari che parteciperanno il 27 novembre alla Giornata nazionale della colletta alimentare decine di migliaia saranno giovani. Marco Lucchini, direttore generale Fondazione Banco Alimentare DOC 5 DOC 6 COME SI COMPONE IL TOTALE DEGLI SPRECHI SU UNA SPESA ALIMENTARE A FAMIGLIA DI 480 € AL MESE (MEDIA NAZIONALE) (dati: adoc.com, sito del sindacato dei consumatori) Spreco annuale a famiglia (escluse grandi feste) 432 € (36 € al mese) Spreco alimentare a Natale 52 € Spreco alimentare a Capodanno 21 € Spreco alimentare a Pasqua 42 € Feste generiche (compleanni, carnevale, ecc) 14 € TOTALE 561 € % DI SPRECHI SULLE SINGOLE VOCI DI SPESA Prodotti freschi (latte, uova, mozzarella, stracchino, yogurt, ecc) carne, preparati, 39% Pane 19% Frutta e verdura 17% Affettati 10% Prodotti in busta (insalata, ecc) 6% Pasta 4% Scatolame 3% Surgelati 2% MOTIVI PER CUI SI SPRECA Eccesso di acquisto generico 39% Prodotti scaduti o andati a male 24% Eccesso di acquisti per offerte speciali 21% Novità non gradite 9% Prodotti non necessari 7% 2. ARGOMENTO: CALCIO E SOCIETA’ Sulla base dei documenti forniti e del tuo patrimonio di conoscenze scrivi un “pezzo” sull’argomento assegnato. Scegli un titolo per il tuo testo Documenti 1. «Guardatevi dal calcio» , intervista a Vazquez Montalbàn (Avvenire, 2 agosto 1998) Il calcio si sta trasformando in una religione sostitutiva di tipo laico, con una sua ritualità, i suoi simboli, le sue cattedrali, le sue sette. Finora il Mondiale di Francia è stato l'evento piú importante in questo processo di globalizzaione del calcio, uno sport che si trasforma in proposta di alienazione collettiva su scala planetaria, fondata sulla contrapposizione tra Nord e Sud del mondo, tra Paesi che importano giocatori e altri che li esportano. Anche se tutto questo, fortunatamente, ha un contrappeso molto positivo nel carattere multirazziale del calcio contemporaneo. 2. Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del mostro tempo. E’ rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro. (intervista a P.P.Pasolini, in “L’Europeo”, n.51, 1970) 3. Saba, Tredicesima partita (da Cinque posie per il gioco del calcio,) Sui gradini un manipolo sparuto si riscaldava di se stesso. E quando - smisurata raggiera – il sole spense dietro una casa il suo barbaglio, il campo schiarì il presentimento della notte. Correvano su e giù le maglie rosse, le maglie bianche, in una luce d’una strana iridata trasparenza. Il vento deviava il pallone, la Fortuna si rimetteva agli occhi la benda. Piaceva essere così pochi intirizziti uniti, come ultimi uomini su un monte, a guardare di là l’ultima gara. 4. A. Spera, da “Storia sociale del calcio in Italia dal 1960 ad oggi” Quelli che corrono dal 1951 al 1962 sono gli anni di uno straordinario sviluppo del football italiano e mondiale: il calcio diventa un fenomeno di levatura planetaria. I vantaggi che il calcio trae dall’improvviso boom economico sono rilevanti. Aumentano gli incassi, i guadagni, le presenze negli stadi e le giocate al Totocalcio, il gioco di Stato. È comunque evidente che questo improvviso quanto inaspettato miglioramento non è frutto di alcuna programmazione. Con l’avvento sempre più massiccio della TV i volti dei grandi campioni cominciano ad entrare nelle case degli italiani. Il calcio che è ormai un business non può non allettare i potenti. I grossi clubs, per consolidare il proprio potere, inseriscono nel consiglio della Lega Calcio, massimo organo di riferimento per le società, i più bei nomi dell’imprenditoria e dell’industria: Andrea Rizzoli, Umberto Agnelli, Angelo Moratti, sono i presidenti rispettivamente di Milan, Juventus ed Inter. Si va delineando una lobbie politico-economica. Gli ingenti investimenti portano ad un’alluvione editoriale: si va verso una sempre crescente diffusione della stampa calcistica “di partito”, Forza Milan per citarne uno. 5. Notteromana,ilgrandeabbraccio agliazzurrid'oro(CorrieredellaSera,11luglio2006) ROMA - Forse andò così anche nel 46 a.C., per il trionfo di Cesare nelle strade di Roma dopo la vittoria sui Galli. Vercingetorige come Zidane? Non s' era mai vista una cosa del genere. «Scendete nell' arena», grida Carlo Verdone. Chiama i giocatori, li invita a salire sul palco. La colonna sonora di «Ben Hur» saluta l' arrivo dei «gladiatori d' Italia» nel grande catino della storia. Un milione di persone al Circo Massimo aspettando il carro dei Campioni del Mondo. Osannando la Coppa alzata al cielo da Cannavaro, ormai fuso con essa. Sono le 22.45 del giorno più lungo, la festa più lunga, che comunque andrà avanti e non finirà. Città-manicomio, coi fuochi d' artificio e le Frecce Tricolori che disegnano nel cielo un grande cuore. Dall' aeroporto di Pratica di Mare fino a Palazzo Chigi: due ore, ieri pomeriggio, per fare 20 chilometri col pullman. Venti chilometri di cori e bandiere, serpentone infinito di auto, traffico bloccato sulla Pontina e all' Eur. E piramidi umane tra piazza Venezia e il Foro, con gente arrampicata fino in cima agli scavi: «Siam pronti alla morte, l' Italia chiamò 3. ARGOMENTO : GLI ALIMENTI GENETICAMENTE MODIFICATI Doc 1 Le problematiche relative all'introduzione di coltivazioni transgeniche in agricoltura sono notevoli e di portata tale da non giustificare una decisione affrettata. ……. E' auspicabile che le moderne biotecnologie in agricoltura, così come gran parte delle innovazioni tecnologiche introdotte in questo secolo (diserbanti, insetticidi, anticrittogamici, regolatori di crescita, ecc.), non siano viste come un ulteriore strumento "necessario" per incrementare la produttività del lavoro in agricoltura, a scapito, ancora una volta, dell'ambiente. ……………………………………………. Come si è visto in precedenza, soprattutto per le agricolture più intensive, come è quella del nostro Paese, difficilmente gli organismi geneticamente modificati potranno determinare vantaggi durevoli, anzi, sotto molti punti di vista si potranno verificare numerosi svantaggi, tra i quali si ricordano: - diminuzione del reddito reale dell'agricoltore, in relazione all'abbassamento del prezzo dei prodotti agricoli; - aumento dell'esodo rurale, in relazione all'abbandono dell'agricoltura dai territori meno vocati da un punto di vista pedoclimatico e da quelli che non sono in grado di competere da un punto di vista del costo dei fattori produttivi; - diminuzione di importanza dell'agricoltura e dell'impresa agricola a favore di quella industriale o dei servizi; ….Occorrerà poi valutare attentamente se l'introduzione di individui geneticamente modificati risponde o meno ad una reale esigenza del consumatore. Soprattutto nell'attuale momento in cui quest'ultimo tende a privilegiare la tipicità, la salubrità e, più in generale, la naturalezza dei prodotti alimentari (il forte aumento del consumo di produzioni biologiche ne è una conferma), si può affermare che il loro sviluppo è sicuramente controtendenza. Claudio Malagoli (Professore associato di "Estimo rurale e pianificazione agricola" presso la Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Bologna) Doc.2 Da un’intervista a Renato Dulbecco, Nobel per la medicina, presiede il comitato scientifico di Tebio. "…Io capisco che il profano si chieda: ma che cosa stiamo facendo? Io non ho nessuna obiezione contro questi dubbi. Però dico: bisogna guardare al problema in modo serio e obiettivo. Ora, quali sono gli elementi che possiamo esaminare? Uno è questo: i cibi modificati, il granturco, la soia, sono stati già fabbricati negli Stati Uniti e in altri paesi da tre-quattro anni. Centinaia di milioni di persone li hanno consumati, e nessuno si è lamentato, non c'è mai stato nessun problema". - Cosa si è fatto per capire se ci sono cose che non vanno bene? "Finora nulla. Bisogna perciò che ci sia adesso un sistema di monitoraggio molto accurato, nelle aziende che costruiscono il cotone, le patate, e vedere che cosa bisogna fare". - Oggi Altroconsumo, una associazione di consumatori, ha trovato tracce di Ogm non dichiarate in prodotti alimentari. "Certo, non è una buona cosa. Io credo che si dovrebbe sapere, se un prodotto li contiene o no. Ma vede, che cosa poi crea dei dubbi? Questo fatto: chi trae vantaggio dai cibi geneticamente modificati? La ditta che li produce, e i coltivatori che li adoperano, perché per loro costa molto meno per varie ragioni. Però il consumatore non ne ha nessun vantaggio. A me sembra che parte del vantaggio che hanno produttori e coltivatori dovrebbe ricadere sul consumatore, che avrebbe una maggiore motivazione ad accettare questi cibi". Questa innovazione produce benefici per i paesi più poveri? "Ancora no, ma c'è parecchio lavoro da fare. Per esempio si sta lavorando a introdurre un gene che rende le piante più resistenti alla siccità e al calore. Questo potrebbe essere molto utile. Oppure c'è un tipo di riso che produce una quantità molto maggiore di vitamina A: in molti paesi la gente diventa cieca, perché non c'è abbastanza vitamina A. Quindi bisogna vedere tutti gli aspetti: i buoni e i sospetti". Doc 3 "I cibi geneticamente modificati (Ogm), oggi in commercio, sono assolutamente sicuri, affidabili e innocui. Non nascondono alcun rischio per la salute dell'uomo e degli animali. Dirò di più. Sono spesso più sicuri di molti alimenti cosiddetti "naturali", poco controllati. Personalmente, se in Italia si potesse scegliere, preferirei nutrirmi di mais transgenico". La dichiarazione di Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia………… Il documento in difesa degli Ogm, sottoscritto ieri a Milano, è un preciso messaggio al governo in merito all'approvazione del provvedimento che vorrebbe bloccare la coltivazione di Organismi geneticamente modificati nel nostro Paese. Secondo le società scientifiche che maggiormente si occupano di biotecnologie, dall'Accademia Nazionale delle Scienze, all'Associazione nazionale dei Biotecnologi, alla Società italiana di Tossicologia, "gli Ogm sono regolati da un quadro normativo che non ha eguali in campo alimentare e pertanto risultano essere più controllati di qualunque altro prodotto alimentare. Andrebbe perciò abbandonato l'atteggiamento manicheo "pro" o "anti" Ogm, a favore di un consenso razionale, perché informato, sul processo e sui prodotti derivati". Doc 4 Manipolare geneticamente un organismo vuol dire passare ad esso una molecola di DNA che gli permette di produrre una proteina che prima non era in grado di fabbricare. Noi ci nutriamo da sempre di proteine, ma esse, come talvolta altre sostanze, possono essere "rifiutate" dal nostro organismo. Quando veniamo in contatto con certe molecole infatti, il nostro organismo reagisce in modo talvolta violento con quella che chiamiamo "reazione allergica" o allergia. I fautori degli alimenti GM sostengono che l’introduzione di cibi manipolati nella nostra dieta non può causare rischi di nuove allergie, e citano l’esempio dell'introduzione del gene di banana nel pomodoro, omettendo di precisare che – in questo caso - si tratta di cibi abitualmente consumati. L’ingegneria genetica, però, riguarda spesso geni, e dunque proteine, che non fanno parte del consumo alimentare tradizionale: i rischi non sono prevedibili se il gene "trapiantato", ad esempio nel grano con cui facciamo pane, pasta ecc., proviene da uno scorpione o da una petunia o da altri organismi finora mai utilizzati nell’alimentazione. Dossier - Greenpeace (in digilander. Libero.i) 4. ARGOMENTO: VITA DA DISABILI Doc.1 L’Europa dedica alle “persone disabili” l’anno del Signore 2003. E proprio in questi giorni, il settimanale americano Newsweek ci ricorda (esagerando?) che l’Italia è tra gli stati del Continente che più trascurano gli invalidi…..Eppure, in apparenza, non ci manca la sensibilità. Visti da lontano, noi italiani sembriamo affettuosi e caritatevoli. Le nostre organizzazioni di volontariato sono numerose e generose…..Le nostre leggi, poi, sono piuttosto buone. Peccato che, in gran parte siano disattese, o che non trovino finanziamenti adeguati. Gli invalidi “confinati, cioè completamente non autosufficienti, sono più di un milione, in Italia….Questo tremendo problema deve essere risolto in fretta. E’ in gioco la stessa dignità del nostro paese, che non può rassegnarsi a subire il marchio infame che spetta ai senza cervello e senza cuore. E dunque bisogna: 1. prevenire l’insorgere dell’invalidità. Informare i genitori sulle terapie disponibili…promuovere le diagnosi precoci…sostenere a domicilio le famiglie…Si deve capire una buona volta hanno (infinitamente) più diritti che doveri… 2. abbattere drasticamente gli incidenti sul lavoro, gli infortuni domestici, i disastri del traffico.. 3. …è obbligatorio comprendere che anche i portatori di handicap possono rendersi utili e che (per esempio) il telelavoro è alla portata di chi ha difficoltà motorie…. 4. Trasporti? Questo è un dramma. Basta guardare come sono fatti gli autobus, i teni, le metropolitane, per accorgersi che la comunicazione finge di ignorare i problemi dei più deboli. Ciò fa parte delle famose barriere architettoniche, che è urgente abolire… 5. E la scuola? La finanziaria del 2003 ha addirittura tagliato il numero degli insegnanti di sostegno….. (G. Zincone, Corriere della sera del 10-3-2003) Doc. 2: Il ministro della Pubblica Istruzione , Letizia Moratti, …ha fornito alcuni numeri sull’integrazione scolastica dei bambini disabili: sono oltre 145000,…con un aumento del 43% in dieci anni.E sono 77000 gli insegnanti di sostegno, 2000 in più rispetto al 2001-2. Per l’ex ministro alla Solidarietà sociale, Livia Turco, “le nostre leggi sono all’avanguardia e in questo moltissimo lavoro hanno fatto proprio le famiglie dei disabili, vincendo mille scommesse”(dal Corriere della sera dell’11-3-2003) Doc. 3: Per Antonella Antezza della Comunità di sant’Egidio, ”i disabili sono portatori di valori come la solidarietà e l’amicizia….Non vogliamo solo rivendicare diritti, ma convincere i cosiddetti “normali” che i disabili sono utili alla società…Le nostre leggi sono buone…Quanto alla scuola siamo molto avanti: nel resto dell’Europa ci sono ancora le classi speciali. E’ chiaro che occorre fare di più” (ibidem) Doc. 4: Metropoli a confronto Abbiamo scelto un parametro di riferimento , la metropolitana, per vedere che cosa succede negli altri paesi europei: Londra: Delle 253 stazioni, solo 29 sono completamente accessibili ai disabili L’ente gestore prevede però di renderne accessibili altre cento entro il 2020 Parigi: la rete metropolitana comprende oggi oltre 350 stazioni. Solo la linea 4, inaugurata nel 1999, è completamente accessibile agli invalidi..Berlino: la metropolitana tedesca comprende 9 linee: 63 stazioni sono dotate di rampe e montascale, 70 invece di scale mobili o ascensori Barcellona: dispone di 5 linee metropolitane… il sito ufficiale della società che gestisce i treni sotterranei….indica come “adaptada per a minusvalids” solo la linea 2. Milano: tre ore per arrivare dalla Stazione centrale in carrozzella fino a piazza del Duomo, tra biglietterie automatiche non adatte, montascale inesistenti o rotti (ibidem) 5. ARGOMENTO: GLI ANZIANI NELLA SOCIETA’ DI OGGI L'Istat fotografa il mondo della terza età In Italia sono 11 milioni, in prevalenza donne L'esercito dei nonni, gli amici dei nipotini Si prendono cura dei più piccoli, danno consigli e aiutano i genitori a crescerli bene C'è chi non ha avuto la fortuna di conoscerli e chi, invece, ha trovato in loro un costante punto di riferimento. Confidenti e complici, sempre prodighi di consigli, dopo un rimprovero di mamma e papà non sono forse i nonni a consolare i nipoti allungando loro anche qualche bel bigliettone da diecimila per la pizza del sabato sera? Adesso anche l'Istat si ricorda di loro e scopre che in Italia sono addirittura quasi 11 milioni (10.819.000 per la precisione), vale a dire il 38,4% della popolazione con oltre 40 anni. Al Sud sono di più e le donne, quanto a numeri, superano abbondantemente gli uomini. E tutti quanti hanno una vera e propria "missione": prendersi cura degli adorati nipoti (che troppo spesso si dimenticano di loro), andarli a trovare, sentirli spesso al telefono. A volte, poi, ci vivono anche insieme. L'istantanea dell'universo nonni-nipoti è scattata dall'istituto di ricerca che, in un'indagine relativa al 1998, ne delinea le principali caratteristiche. (da Repubblica, 19-9-99) Doc.3 MILANO - Anche la Rai contribuirà a tentare di arginare la piaga delle truffe che colpiscono gli anziani. Talvolta con esiti drammatici, come l'altro ieri a Milano, dove un geometra di 87 anni si è tolto la vita dopo aver scoperto di essere stato ingannato da due finti tecnici del gas, che gli avevano portato via gioielli per 100.000 euro. "L'unica vera arma per combattere le truffe agli anziani è la comunicazione - dice il questore Paolo Scarpis - perché né la prevenzione né la semplice informazione possono bastare". Così la polizia ha chiesto la collaborazione della Rai, che da giugno a ottobre trasmetterà sulle sue reti una serie di spot nei quali gli attori del serial La Squadra avvertiranno il pubblico sulla necessità di fare attenzione quando si presentano presunti esattori delle società di servizi, funzionari di banca, impiegati dell'Inps. Il Televideo, a sua volta, verrà arricchito di "pagine antitruffa". "Questi fenomeni - sottolinea Scarpis - sono tipici delle città ad alta intensità abitativa e praticamente assenti nei piccoli centri, dove la coesione sociale è più forte. È necessaria una difesa sociale, gli anziani non vanno abbandonati perché non possono difendersi da soli. Bisogna poi tenere conto del fatto che molte vittime non denunciano le truffe per vergogna, soprattutto nei confronti dei familiari e dei vicini". (da Repubblica, maggio 2004) Doc. 4 Sondaggio per Repubblica: la vecchiaia arriva a 80 anni Ed è segnata dalla perdita di salute e di autonomia Pianeta anziani, la grande paura della solitudine Li trattiamo male, perlopiù con indifferenza; abbiamo sempre meno rispetto nei loro confronti. E' questo, nell'opinione degli italiani, l'atteggiamento della società nei confronti degli anziani. Una società che teme la vecchiaia, per le conseguenze che comporta, per la salute e l'autonomia; e tende a spostarne, idealmente, l'ingresso, fino alla soglia degli ottant'anni. E' quanto emerge da un ampio sondaggio realizzato da DemosEurisko, per Repubblica, su un campione rappresentativo della popolazione italiana, con un focus specifico sulle fasce anziane. 6. ARGOMENTO: IL BULLISMO A) ARTICOLI DI CRONACA: CONTENGONO PREVALENTEMENTE NOTIZIE I video, destinati a uso privato, non erano stati messi su Internet Livorno: minorenni giravano film porno Otto tra ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni realizzavano pellicole hard, con loro come interpreti, riprendendosi con il telefonino LIVORNO - Registi ed interpreti di film hard in giovanissima età. Giravano e partecipavano a veri e propri film pornografici amatoriali, realizzati con telefonini di ultima generazione. Protagonisti 8 giovanissimi, tra ragazzi e ragazze di Livorno, tutti minorenni, di etá compresa tra i 14 e i 18 anni. La scoperta è stata fatta dalla squadra mobile livornese, allertata dalla madre di una delle ragazze insospettita dal comportamento della figlia. Gli otto giovani sarebbero tutti consenzienti e consapevoli. Sembra che i video non fossero destinati alla diffusione su internet, ma che fossero utilizzati solo dal gruppo di ragazzi, per uso personale. I filmati porno venivano girati in appartamenti o seconde case nelle disponibilità dei minorenni quando i genitori non c'erano. 11 novembre 2006 Il filmato ha fatto il giro delle scuole Picchia la rivale e filma tutto col videofonino Atto di bullismo femminile a Ferrara. La vittima è una 15enne che avrebbe rivolto troppe attenzioni al ragazzo di un'altra FERRARA - Una vera e propria spedizione punitiva «al femminile» ripresa con i videofonini. E fatta girare nelle scuole. È successo all'istituto Vergani di Ferrara, dove una 15enne è stata picchiata da un gruppo di giovani. La sua «colpa» è stata quella di aver rivolte troppe attenzioni al ragazzo di un'altra, quasi coetanea. E così la 15enne è stata picchiata dalla «rivale» 17enne, accompagnata da un gruppo di amiche. 18 novembre 2006 A segnalare le violenze era stata un'amica della vittima Abusano di 12enne, arrestati 4 minorenni I carabinieri di Reggio Calabria li hanno fermati dopo la denuncia dei genitori della ragazzina REGGIO CALABRIA - I carabinieri hanno arrestato a Reggio Calabria quattro minori con l'accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza di 12 anni. Gli arresti sono stati fatti dopo la denuncia presentata ai militari di Reggio Calabria dai genitori della vittima della violenza sessuale, ai quali i fatti erano stati segnalati da un'amica della figlia. 18 novembre 2006 Minori e violenze Violenze e bullismo a scuola La Rete invasa da video-choc .Pistole-giocattolo, lanci di sedie: online immagini riprese con i cellulari. MILANO — Insulti, urla, sedie sbattute conto i muri, professori umiliati che restano impotenti di fronte ad attacchi verbali che si trasformano in violenza. Eccoli i bulli a scuola. Distruggono, filmano emandano tutto su Internet. Il caso del ragazzo disabile maltrattato dai compagni nell’istituto Steiner di Torino e ripreso dal telefonino è solo uno dei tanti finiti in Rete. Il dirigente di quella scuola ha proposto 15 giorni di ospensione per i compagni di classe che hanno assistito al pestaggio del ragazzo senza dire nulla. Anche la rofessoressa che li aveva lasciati soli in aula è da ieri indagata per concorso in violenza privata con i quattro minorenni finiti sotto inchiesta per l’episodio. I VIDEO — Non serve essere grandi esperti della Rete per trovare filmati di studenti sovraeccitati che sembrano divertirsi un mondo a sfottere prof o a devastare banchi e lavagne…In uno c’un ragazzo spavaldo con una pistola in mano. Si avvicina alla cattedra e la punta la pistola al professore che all’inizio fa finta di niente, concentrato a scrivere chissà che. Poi si gira, sorride un po’ smarrito e non dice una parola. In un altro un gruppo di studenti lancia il giornale contro il docente. Altra scena: c’è una specie di Maciste che solleva la cattedra e la rovescia addosso al prof che lo scongiura di fermarsi, mentre gli altri fanno il tifo per il compagno. Gli unni che popolano le scuole italiane sembrano amare soprattutto filmarsi mentre distruggono quello che si trovano davanti. Il lancio di sedie contro le finestre è tra i più gettonati (girato nella scuola Giovanni Giorgi, ma non è indicata la località). Stessa provenienza per la mini bomba che scoppia dietro una cattedra tra l’entusiasmo dei presenti. Che mai ci sarà di così strano? C’è anche un gruppo di studenti ormai grandicelli che a un segnale prestabilito corre urlando e lancia sedie contro una lavagna. Se ci sia qualcuno là sotto non è chiaro. In un filmato un’intera classe dell’Istituto Primo Levi di Vignola, nel Modenese, si rivolta contro il prof di matematica con urla e fischi. Ma quello continua la sua lezione, come se nulla fosse. Non mancano i commenti delle centinaia (a volte migliaia) di persone che hanno visto il video. «Dovevate sparargli», «Bravi, fatelo ancora» e via così. SENTIRSI FORTI — Molestare chi è debole fa parte dei giochi. «Mettere in difficoltà le persone indifese dà piacere. E’ un modo semplice e primordiale di sentirsi forti — commenta Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell’età evolutiva — e mettere il video in Rete è un modo per amplificare e ottenere pprezzamenti. Dal punto di vista di questi ragazzi è solo un divertimento ». Per tutelare i minori è sceso in campo anche il garante che ha deliberato l’introduzione di un codice di sicurezza sui telefonini che offrono servizi per adulti. 09 agosto 2006 Nuovi giochi elettronici Il bullismo diventa un videogioco Dal creatore di «Grand Theft Auto: San Andreas» un nuovo titolo dedicato ai giovanissimi e al fenomeno dellla violenza giovanile NEW YORK (USA) - L'arrivo di "Bully" , il nuovo titolo prodotto dalla Rockstar Games – già madre dei controversi ma popolarissimi videogiochi della serie GTA – ha suscitato polemiche fin dall'inizio, quando ancora il gioco era in fase di sviluppo. E ora che il momento della sua uscita ufficiale sul mercato sta per arrivare (il lancio è previsto per il prossimo ottobre) si preannunciano critiche accese da parte di chi vuole tenere la violenza fuori dai giochi per ragazzi. BULLI DI PIXEL - Bully è di fatto l'ennesimo videogame "politicamente scorretto" che di sicuro i più giovani non si faranno scappare, nonostante i tentativi di censura e un "rating" che con tutta probabilità sarà severo. E giovani sono anche i protagonisti del nuovo prodotto della Rockstar, che ha ambientato la sua storia all'interno di una scuola superiore americana e ha scelto come protagonista un quindicenne, Jimmy Hopkins, che deve difendersi da un gruppo di coetanei prepotenti e violenti che lo hanno preso di mira. Insomma, una riproduzione pseudo-ludica di un fenomeno – quello del bullismo – sempre più diffuso che preoccupa genitori e istituzioni. B) ARTICOLI DI OPINIONE: il primo contiene una notizia (il provvedimento della magistratura) e alcune opinioni espresse da personaggi più o meno autorevoli: è ancora un articolo di tipo informativo Il secondo invece è un vero articolo di opinione, che presenta una riflessione del giornalista C. Magris. Lo riporto per intero anche come modello di argomentazione ben articolata e composita 19 novembre 2006 Beni sequestrati per i figli violentatori «E' giusto punire i genitori» Sentenza di Milano, coro di sì .Mastella: minori e abusi, subito un tavolo con l'opposizione. Il procuratore: «I genitori devono sentirsi coinvolti al 100 per cento» MILANO — Un provvedimento accolto «con immenso favore» dall'Osservatorio sui diritti dei minori, che trova «pienamente d'accordo» i sociologi, che piace alla Margherita e che i giudici commentano rispolverando un principio di diritto generale: se hanno peccato di poca o cattiva educazione o vigilanza, i genitori «devono rispondere dei danni commessi dai figli». Per i magistrati del tribunale civile di Milano è andata esattamente così nel caso dei cinque minorenni accusati di aver abusato sessualmente di una bambina di 11 anni. I loro genitori non si sarebbero fatti carico della «strategia dell'attenzione» e dell'«educazione sentimentale» per favorire la «crescita sociale dei ragazzi». Di più. Non hanno saputo insegnare ai loro figli le «modalità relazionali con l'altro sesso». Anzi, hanno negato «la gravità dei fatti commessi». Risultato: sequestro dei beni di famiglia come garanzia per l'eventuale risarcimento della vittima in vista dell'esito della causa civile, ancora in corso….Il tema dei minori violenti preoccupa i politici al punto che il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, preannuncia di voler avviare sull'argomento «un tavolo di concertazione del governo che coinvolga anche l'opposizione, prima che la situazione precipiti». Tornando sul caso di Torino — le violenze filmate e diffuse in Internet contro il ragazzino down — il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni ipotizza «uno sforzo di umanizzazione da parte della scuola» e si chiede «com'è possibile che una classe, un istituto, non veda e non senta?».Per Pietro Zocconali, presidente dell'Associazione nazionale dei sociologi, più che la scuola sono invece i genitori che non vedono e non sentono abbastanza. 19 novembre 2006 Il disabile picchiato e umiliato a scuola Quelle violenze crudeli e stupide Quattro studenti diciassettenni di un Istituto tecnico torinese si sono divertiti a percuotere, umiliare e tormentare un loro compagno — affetto da una disabilità che gli impediva di difendersi e di rispondere come si deve a uno schiaffo con almeno due—dinanzi agli altri allievi della classe, pare compiaciuti dello spettacolo e dunque non meno colpevoli e beoti di loro. Hanno anche registrato la loro impresa in un video. A ciascuno la sua immortalità. Quartetto e spettatori erano presumibilmente ignari di ripetere un banale, stupido e coatto copione di crudele viltà recitato migliaia di volte da quei pessimi attori che siamo noi esseri umani, quasi tutti tentati, una volta o l'altra, di recitare simili parti odiose e imbecilli, di infierire su qualche vittima indifesa o quanto meno di seguire e imitare, eccitati come una muta di cani, qualcuno che si improvvisa capobranco. L'autorità scolastica ha deliberato le sanzioni punitive e la Procura dei minori sta valutando eventuali aspetti penali, mentre le cronache rovesciano sulle pagine dei giornali una cascata di episodi analoghi e ben più gravi, compresi stupri di bambini, che si succedono dovunque. Più che sulla repressione e punizione di tali abiette violenze, la discussione, in questi casi, si accende sul «ricupero » e la rieducazione dei colpevoli, sulle motivazioni (prossime o lontane nel tempo) dei loro gesti, sugli aspetti socio- psico-pedagogici e via di seguito, non senza compiacimento di denunciare la nequizia dei tempi, la decadenza dei costumi e dei valori, la società sempre falsa e bacata. «Vogliamo un confronto diretto con loro, parlare, capire le ragioni di quella violenza», si è affrettato a dire qualcuno, riferendosi al quartetto dell'Istituto di Torino. Tutto ciò è giustissimo; capire un fenomeno aberrante è indispensabile per poterlo combattere e inoltre ognuno, anche l'autore di reati ben più gravi e perfino di crimini efferati, deve essere ascoltato, difeso nella sua dignità e tutelato nei suoi diritti; il suo comportamento delittuoso va compreso, anche se ovviamente non per questo assolto. Ma la cultura del «parliamone» rischia talvolta di tradursi in una verbosa retorica, in un'involontaria e involontariamente comica parodia della democrazia. Pure chi getta le immondizie dal finestrino del treno può avere avuto un'infanzia difficile, ma forse è meglio fargli pagare una multa che offrirgli un corso di buone maniere. Anzitutto, quando si parla di trasgressioni a scuola, occorre distinguere tra le ripugnanti violenze — come quella avvenuta nell'Istituto torinese, per non parlare di altre ancor più gravi — e quella giocosa indisciplina, che l'insegnante deve impedire, perché tale è il suo ruolo, ma che è il sale della vita di una classe scolastica, un condimento che rende più saporiti i piatti forti dello studio. È alquanto buffo accomunare, come è stato fatto, le immagini di gravi violenze a quelle di uno scolaretto che alle spalle del professore gli punta contro una pistola giocattolo, una fesseria innocua e neanche antipatica, che rientra in quella più generale dell'adolescenza, specialmente maschile, e che sarebbe sciocco prendere sul serio. Non è solo con la compunta pedagogia o con gli incontri di gruppo che si combatte il cancro della gregaria ed ebete violenza latente in ognuno di noi. Al ginnasio, ad esempio, ho imparato credo per sempre il senso della giustizia e il disprezzo del male da un singolare insegnante di tedesco, discutibile nei metodi ma geniale nel farci capire le cose essenziali della vita. Anche nella nostra classe c'era, come in molte, la vittima, un ragazzo che non sapeva reagire alle offese ed era l'oggetto di quell'inconsapevole ma non perciò meno colpevole crudeltà che c'è in ognuno di noi e che, se non è arginata dalle tavole di una legge esterna o interiore, si accanisce su chi in quel momento è debole. Nessuno di noi era innocente nei suoi confronti e nessuno di noi si accorgeva di essere colpevole. Un giorno, mentre il professore insegnava la coniugazione dei verbi forti, il vicino di banco — chiamiamolo Sandrin — di questo ragazzo gli prese d'improvviso la penna stilografica e la spezzò in due. Vedo ancora il volto della vittima diventare rosso e sudato, gli occhi riempirsi di lacrime per l'umiliazione e la consapevolezza di non essere in grado di reagire. Interrogato dall'insegnante sul motivo del suo gesto, Sandrin rispose: «Ero nervoso… e io quando sono nervoso non so controllarmi… sa, sono fatto così, è il mio carattere». Con nostro stupore, il docente replicò: «Capisco, sei fatto così, è il tuo carattere, non si può fartene una colpa, è la vita» e riprese la lezione. Dopo un quarto d'ora, cominciò a lamentarsi dell'afa, a slacciarsi la cravatta, ad aprire e a richiudere con fracasso la finestra, a dire che aveva i nervi a fior di pelle, finché, simulando un accesso di furore, afferrò le penne e le matite di Sandrin, spezzandole e scaraventandole in aria e per terra. Alla fine, fingendo di calmarsi, si rivolse a Sandrin: «Scusami, caro, ho avuto un attacco di nervi, io sono fatto così, è il mio carattere, non ci posso far niente, è la vita…» e riprese con i verbi forti. Oggi quella grande lezione non sarebbe possibile, con tutti i consigli di classe e gli organi assembleari. Ma è da quella volta che ho capito come la forza, l'intelligenza, la stupidaggine, la debolezza siano situazioni e parti che, prima o dopo, capitano a tutti. Bisognerebbe far capire a quei quattro (e a tanti altri come loro, a tutti noi) che la loro vigliaccata è stata, più che malvagia, imbecille e che un giorno si troveranno anch'essi a essere disabili rispetto a qualcun altro altrettanto stupido e brutale con loro quanto essi con quel loro compagno che, in quella circostanza, è stato l'unica persona civile e intelligente, ossia superiore, di tutta la classe. Quel copione di violenza si ripeterà, in chissà quali forme e chissà quante volte, con attori sostanzialmente identici sotto le diverse maschere. Contro la stupidità, ha scritto Schiller, anche gli dei combattono invano. Forse perché siamo in tanti ad essere affetti da questa forma vile e violenta di stupidità; un esercito straccione, una massa indistinta e anonima, che sarebbe problematico trattare con una terapia di gruppo. Claudio Magris