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spdc: gestire la “crisi” pensando al futuro
SPDC: GESTIRE LA “CRISI” PENSANDO AL FUTURO Rocco Luigi Picci [email protected] Università di Torino, Facoltà di Medicina e Chirurgia «San Luigi Gonzaga» Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale - Orbassano e Collegno GAVI, 29 ottobre 2010 – Albergo l’Ostelliere Tre aree di riflessione SPDC: luogo di cura o di controllo? SPDC: la gestione della crisi ed il vissuto soggettivo del paziente SPDC: gestire la crisi pensando al futuro. Le linee guida SPDC: luogo di cura o di controllo? Questioni poste dalla “crisi”emergenza: Si risponde alla sofferenza di una persona e di un contesto, a un problema di controllo sociale? Quanto incide oggi il concetto di pericolosità nelle risposte date all’emergenza sia sul territorio, che in ospedale? Quanto è cambiata la visione del disturbo mentale rispetto al passato? Quali sono oggi le linee-guida per la gestione della emergenza e per azioni di prevenzione del disturbo e della crisi? 1700 1800 1900 2000 “Della pazzia in genere, e in specie” - 1793 “…allorché si riscontra nei Maniaci un furore intollerabile, una ripugnanza indomabile a giacere nel letto o finalmente si vedono attentare contro di sé stessi, son posti giacenti nel letto, ma colle spalle, e capo molto elevato, e quivi son legati per le braccia, gambe, e spalle per mezzo di fasce di panno di bambagia raddoppiato… Ve ne vogliono ordinariamente quattro per Maniaco..” 1700 1800 1900 2000 L’evoluzione delle cure psichiatriche ha subito nel tempo una trasformazione continua Gli standard attuali di esito per i disturbi psichiatrici più gravi hanno risentito dei mutamenti culturali e dei progressi nelle cure e nelle modalità dell’assistenza. Dagli anni ’50 le patologie e i loro esiti vanno riconsiderati alla luce dei trattamenti disponibili Sempre più attenzione al grado di soddisfazione dell’utenza; assumono importanza soggettività, contrattualità, tollerabilità dei trattamenti Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura In Italia gli SPDC sono costituiti con la legge 180 del 1978 e si inseriscono in Dipartimenti “community-based” Principi coerenti con de-istituzionalizzazione Centralità posta sui servizi territoriali Prevede interventi articolati ed integrati Professionalità e strutture diverse Aree di ricovero negli ospedali generali L’evoluzione del SPDC «…la tendenza a minimizzare la funzione intesa come extrema ratio di fronte a situazione di emergenza eccezionali». De Martis, 1987 «…le richieste rivolte al SPDC e le sue funzioni si sono gradatamente ampliate rispetto a quelle previste dal mandato istituzionale». Cutrone e Zanalda, 2005 L’evoluzione del SPDC «…questo orientamento ha portato ad una situazione in cui i servizi di emergenza sono diventati i punti di incontro di tutti i “rifiuti” del sistema». De Clercq, 1998 «…un concentrato di problemi in buona misura irresolubili, di fallimenti esistenziali individuali, familiari, sociali… terapeutici » De Martis, 1987 SPDC: la risposta all’urgenza Nell’ambito dell’Ospedale Generale il SPDC: Consulenza/intervento ai DEA e reparti Luogo contenitivo della crisi per una prima risposta all’urgenza - valutazione clinico-diagnostica - impostazione delle terapie farmacologiche - favorire la presa in carico da parte delle strutture territoriali Le urgenze in Psichiatria 50 Consensus Conference SIP 40 35 29 (%) 30 22 20 16 14 10 6 0 Dist. umore Dist. psicotico Dist. personalità Dist. ansia Tentato suicidio Abuso/dipendenza – Maggiore affluenza di disturbi d’abuso (78%) e di tentati suicidi (86,3%) nei Servizi Ospedalieri – Il 55,1% dei disturbi psicotici viene trattato nei Servizi Territoriali Fattori di crisi ed emergenza ospedaliera Medico di famiglia (n=48) Fattore Servizi psichiatrici territoriali (n=39) Nessun invio specifico (n=102) n % n % n % Nuovo episodio psicotico 14 29 6 15 15 15 Ricaduta di preesistente patologia psicotica 12 26 24 62 15 15 Eventi maggiori di vita 17 35 9 24 48 48 Difficoltà sociali croniche 17 35 17 44 48 48 Difficoltà di coping 28 58 23 59 66 65 Abuso di sostanze 16 34 13 33 51 51 3 6 10 26 11 11 Non aderenza ai farmaci Spurrell et al. 2003 Area dei casi “di confine” e di problematicità Quadri clinici al confine di più discipline mediche, comprendenti casi di comorbidità e pluripatologia Abuso sostanze e sindromi psichiatriche Disturbi comportamentali in disabilità neurologiche Disturbi psicorganici in demenze Scompensi medici in disturbi alimentari Scompensi psichiatrici in terminali o cronici Scompensi psichiatrici in post-traumatizzati Condotte antisociali (aggressività/violenza, maltrattamenti e abusi, ecc) Gestione comportamenti atipici di nuovi soggetti (immigrati, homeless, ecc) con culture/bisogni diversi Il paziente al primo ricovero Molto spesso il ricovero è il primo incontro con la psichiatria Specialisti consultati prima del ricovero in SPDC Da: Ballerini, 2005 (dati Studio Perseo) Quale il setting di trattamento delle psicosi? Problemi aperti Anche con servizi psichiatrici “sofisticati”, più del 70% dei pazienti con un primo episodio viene ospedalizzato “Adulti anziani, adolescenti e donne in post-partum hanno bisogni complessi e richiedono ricoveri in unità specialistiche” Byrne P. Managing the acute psychotic episode. BMJ 2007;334:686-92 Relazione sullo stato sanitario del paese Problematiche psichiatriche relative all’ospedalizzazione Aumenta l’ospedalizzazione psichiatrica nella fascia d’età fra i 12 e i 15 anni I dati relativi alle situazioni di acuzie indicano un tasso di 26.7 ricoveri psichiatrici per 10.000 abitanti I TSO rappresentano il 9% di tutti i ricoveri annui (tasso pari a 2.5 per 10.000, con marcata variabilità regionale) Sacconi & Fazio, 2009 SPDC: la gestione della crisi ed il vissuto soggettivo del paziente Cosa osserviamo in emergenza Comportamenti / atteggiamenti / sintomi – Aggressività e comportamenti antisociali – Agitazione sul piano psicomotorio – Disorientamento e confusione – Inibizione, blocco o arresto psicomotorio – Delirio, comportamento allucinatorio – Tentativi anticonservativi – Ansia intensa, panico Palma G. et al. in “Psichiatria in medicina d’urgenza”, 2003 Centro scientifico editore Agitazione – Aggressività Un problema clinico rilevante – Il comportamento agitato/aggressivo deve essere considerato un rilevante problema clinico – Sono necessarie specifiche strategie di intervento clinico e organizzative – L’agitazione/aggressività interferisce con un corretto intervento diagnostico e terapeutico nella gestione in acuto – È una situazione di rischio – Concorre a una prognosi negativa Luoghi del rischio professionale 79,41 80 70 60 (%) 50 40 30 20 10 4,41 5,00 2,34 PS Spazio privato 7,35 0 Ambulatorio Berti e Maberino. 2004 Corsia Strada Agitazione – Aggressività Dimensione transnosografica “Agitation is a non specific constellation of relatively unrelated behaviors that can be seen in a number of different clinical conditions, usually presenting a fluctuating course” (Lindenmayer, 2000) Demenza Sindromi psicorganiche Disturbo bipolare Schizofrenia Agitazione Aggressività Disturbo borderline/ antisociale di personalità Alcolismo e sostanze di abuso – – – – Irrequietezza motoria Iperresponsività agli stimoli Irritabilità Attività motoria e verbale inappropriata e/o non finalizzata – Riduzione del sonno – Rapida fluttuazione dei sintomi AGITAZIONE – AGGRESSIVITA’ URGENZA INTER-VENIRE Diagnosi differenziale immediata Disturbi psicotici Per pazienti agitati, a rischio di violenza imminente o violenti: Diagnosi differenziale immediata, classificando la condizione in uno dei 3 gruppi Tardiff. 2000 Disturbi mentali organici Disturbi non psicotici non organici Emergenza e condizioni cliniche Aggressività Stato di agitazione Condizioni cliniche/ sintomi psicotici Spettro schizofrenico Depressioni agitate e stati misti Fase maniacale del disturbo bipolare Disturbi di personalità Demenze Delirium Abuso di sostanze Ritardo mentale Condizioni mediche Costrutti in sovrapposizione Aggressione Stato di agitazione Soglia di stato/tratto Stato psicotico Allen 2002 ZONA ZONACHIARA SCURA René Magritte, “L’empire des Lumières”, 1953-54 Importanza della dimensione soggettiva nell’emergenza psichiatrica Le caratteristiche tipiche delle situazioni di acuzie psichiatrica richiedono una adeguata attenzione alla dimensione soggettiva Soggettività dell’operatore Soggettività del paziente Il vissuto soggettivo Agitation-Calmness Evaluation Scale (ACES) 1. Agitazione marcata 2. Agitazione moderata 3. Agitazione lieve 4. Normalità 5. Tranquillità lieve 6. Tranquillità moderata 7. Tranquillità notevole 8. Sonno profondo 9. Non risvegliabile Vissuto soggettivo e disforia Impatto della disforia La disforia: E’ un fattore predittivo negativo per la prognosi del disturbo E’ un fattore importante nel determinare la scarsa compliance Può essere primaria, legata all’assetto personologico o al disturbo Può essere secondaria, legata agli effetti collaterali dei neurolettici classici Può essere indotta direttamente dai neurolettici Vissuto soggettivo e disforia “Gli effetti collaterali dei trattamenti sono fonte di stress per il paziente e sono strettamente correlati alla non compliance per gli effetti extrapiramidali, la disforia indotta dai neurolettici, l’acatisia, le disfunzioni sessuali …” (*) I farmaci neurolettici determinano alterazioni psicologiche quali la disforia, il decadimento cognitivo, la perdita di motivazione. Questo tipo di collateralità è poco riconosciuta ed è stata considerata nel passato solo come una variante degli effetti extrapiramidali (**) . * Perkins DO.,J Clin Psychiatry. 2002 Dec;63(12):1121-8. ** Voruganti LP, Awad AG. Can J Psychiatry. 2004 May;49(5):285-9. Vissuto soggettivo e disforia I sintomi psichici degli EPS ACATISIA Grave sensazione di agitazione, disforia soggettiva DISTONIE ACUTE Ansia, paura, crisi di panico PARKINSONISMO Depressione acinetica o “neuroleptic induced deficit syndrome” DISCINESIA TARDIVA Discinesie spontanee, stereotipie comportamentali Katschnig. Acta Psychiatr Scand Suppl. 2000;102:33–37 Benessere soggettivo e disforia Lambert M. et al., Pharmacopsychiatry 2003; 36 Suppl. 3:S181-S190. Vissuto soggettivo e disforia Impatto sulla compliance Perkins DO, J Clin Psychiatry. 2002 Dec;63(12):1121-8. Interruzione dei trattamenti Le opinioni dei pazienti 70 Responder (%) 60 50 40 30 20 10 0 Effetti Non ha gradito collaterali la terapia Non aveva bisogno della terapia La terapia Ha dimenticato non ha di assumere funzionato il farmaco Hellewell and Cantillon. ECNP. 1998: Abstract P.2.109 Gestire la crisi pensando al futuro: le linee guida Perché il ricovero? Il paziente non viene ricoverato per ciò che egli è, ma per ciò che egli fa Cogliere la struttura sindromica che fa da sfondo al disordine psicocomportamentale Articolare, fin dalle prime fasi del ricovero, un percorso a lungo termine strategicamente coerente. SPDC Per la gestione di questa struttura, l’indicazione è quella di monitorare e organizzare con procedure definite 5 aree di funzionamento vitali: – accoglienza – comportamenti violenti/contenzioni – atmosfera di reparto – modalità d’uso degli psicofarmaci – soddisfazione dei pazienti e dei familiari Situazioni segnate dall’urgenza, dalla concitazione, da interventi precedenti, dalla paura… Situazioni segnate dalla necessità da parte dei sanitari di prendere decisioni difficili Valutazione in urgenza Valutare e aumentare la sicurezza del paziente e degli altri Stabilire una diagnosi (o più) provvisoria del disturbo psichiatrico, più probabilmente responsabile dell’emergenza in atto, compreso cause mediche/uso di sostanze Identificare famigliari o altri che possano dare informazioni Identificare ogni attuale curante che possa dare notizie Identificare fattori sociali, ambientali e culturali rilevanti per le decisioni dei trattamenti immediati Determinare se il paziente è in grado e desideroso di un alleanza per ulteriori valutazioni e trattamenti, quali precauzioni necessitino se vi è rischio auto/eterolesivo e se è necessario un trattamento obbligatorio Sviluppare uno specifico piano di follow-up Am J Psychiatry. 2006 Jun;163(6 Suppl):3-36 Lo stato dell’arte “…The medications that we use to treat it are not magic bullets that fix the symptoms. Rather, they are blunt instruments that more or less suppress the symptoms, but they are certainly not a cure. Part of the reason for this is that we don’t know what causes diseases like schizophrenia, but techniques that optimize the medications that we have may reduce suffering as well as healthcare costs ...” Advances In Schizophrenia Pharmacogenetics: An Expert Interview With James L. Kennedy, MD - Medscape Psychiatry & Mental Health. 2007 (http://medgenmed.medscape.com/viewarticle/565719) Interventi in urgenza X X ? TECNICHE RELAZIONALI TRATTAMENTO FARMACOLOGICO CONTENZIONE FISICA Interventi in urgenza Algoritmo per la gestione dei disturbi comportamentali February 2005 Interventi in urgenza L’APPROCCIO RELAZIONALE L’approccio relazionale Rocca et al. Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry 30 (2006) 586–598; L’approccio relazionale Le tecniche di de-escalation Insieme di azioni, verbali e non, miranti ad abbassare il livello di rabbia e la predisposizione al comportamento aggressivo: stabilire una comunicazione positiva (talk-down) tramite il riconoscimento positivo e affermativo delle sua istanze deviare il percorso dalla confrontazione alla soluzione negoziale del conflitto ELABORAZIONE AGITO Interventi in urgenza L’INTERVENTO FARMACOLOGICO L’intervento farmacologico Le questioni da considerare Livello di collaborazione del paziente Terapia orale vs terapia parenterale Rischio da sovradosaggio Rischio da somministrazione e.v. Prevedere, ab initio, il passaggio terapia di stabilizzazione / terapia di mantenimento Interventi in urgenza LA CONTENZIONE FISICA La contenzione fisica Ultima spiaggia!!! Glenn et al., 2000 prescrizione medica personale preparato indicatore di performance di un servizio ruolo dannoso sulla salute fisica e psicologica Fisher et al., 2000; Altimari et al., 2000; Salias et al., 2001 Consensus sui vari tipi d’intervento in urgenza Allen MH et al, The Expert Consensus Guideline Series.– Postgrad Med 2001 May; (Spec No):1-88; quiz 89-90. La fase dell’intervento in acuto Va pensata come momento favorente il prosieguo delle cure nel tempo Gli elementi centrali dei processi di cura stanno in: – Caratteristiche di terapeuticità dei setting di cura – Capacità di integrare e dare continuità ai diversi momenti dell’assistenza Dal controllo dei sintomi acuti al progetto a lungo termine Fasi iniziali del ricovero: atteggiamenti, decisioni e interventi si incardinano nel paradigma tattico-strategico imposto dall’urgenza e tarato sull’obiettivo di sollecitare la compliance Fasi successive: il paradigma deve diventare strategico-tattico, focalizzandosi sugli esiti a lungo termine ed avendo come substrato una reale adherence Sicurezza Efficacia Continuità delle cure Controllo del Comportamento (agitazione) Sedazione, distonia acuta Ambientale Delle procedure • Riduzione dei sintomi positivi • Ostilità, aggressività • EPS • Interazioni farmacologiche Mantenimento della risposta Effetti collaterali pericolosi e inaccettabili CONCLUSIONI ? SPDC – L’SPDC collega fortemente la Psichiatria alla Medicina. – L’SPDC porta dentro all’Ospedale una cultura volta al superamento di un esclusivo modello medicobiologico a favore di un modello di salute mentale SPDC aspetti quantitativi aspetti qualitativi SPDC PRESSIONI ECONOMICHE ricovero breve ospedalizzazione revolving door riduzione capacità coping Sartore, Di Lella e Nicolini, 2002 LE C O M PE TE N ZE SPDC farmacologica psicodiagnostica internistica psicoterapeutica SPDC – Luogo delle contraddizioni e delle contrapposizioni tra ideologia e prassi sanitaria – Luogo delle maggiori responsabilità medico-legali – Luogo a maggior rischio di aggressività – Luogo a maggior rischio di burn-out SPDC Maslach Burnout Inventory PSICHIATRI PSICHIATRI (*depersonalizzazione*) (*depersonalizzazione*) p<0.05 p<0.05 Database D.S.M. 5b Caratteristiche auspicabili dell’SPDC – Modelli organizzativi di coordinamento tra SPDC e Territorio – Protocolli operativi per il trattamento in fase acuta – Protocolli di miglioramento della qualità di assistenza – Riduzione delle incongruità dei ricoveri in SPDC e della loro durata, con la collaborazione con i CSM Caratteristiche auspicabili dell’SPDC – Procedure di integrazione operativa tra il DSM e gli interlocutori preposti alle azioni di emergenza, pubblica sicurezza e protezione civile, attraverso protocolli ad hoc – Procedure per ASO e TSO definite in modo appropriato e in accordo con le strutture territoriali, specificando responsabilità, titolarità dell’intervento e tutela dei diritti del cittadino Quali interventi organizzativi attuare per gli SPDC? (1) – Definire procedure e protocolli operativi che prevedano la collaborazione e la valorizzazione di tutte le figure professionali – Ridurre l’incongruità dei ricoveri in SPDC attraverso la collaborazione con i CSM, per favorire l’attivazione precoce di risorse territoriali e ambientali Quali interventi organizzativi attuare per gli SPDC? (2) Fornire particolare attenzione, soprattutto per i casi complessi, alla continuità delle cure attraverso la presa in carico dei CSM, la collaborazione con la Medicina Generale e con le altre agenzie di supporto (Comunità e RSA) Conclusioni (1) – Rendere la gestione dell’emergenza un atto caratterizzato da competenze psichiatriche e mediche (Ospedale Generale) – Utilizzare l’SPDC come luogo di cura (evitare ricoveri non appropriati) secondo gli schemi di intervento sostenuti dalla evidence-based medicine – Favorire una collaborazione intensa con le risorse territoriali per facilitare un rapido reinserimento del paziente nel contesto ambientale di riferimento Conclusioni (2) – Agire sul contesto: rendere i luoghi dell’SPDC adatti a prevenire, gestire e recuperare una condizione di aggressività e violenza – Agire sul personale: percorsi di training permanente nella gestione tecnica e relazionale degli episodi di violenza e aggressione – Aggiornamento scientifico: favorire un costante aggiornamento sulle procedure di intervento farmacologico con caratteristiche di sicurezza ed efficacia nella gestione della violenza/aggressività, al fine di rispondere a un’esigenza di cura del soggetto GRAZIE DELL’ATTENZIONE