Comments
Transcript
Se dio ti sente - Università degli studi di Pavia
k ronstadt 076 © Massimo Ghimmy Se dio ti sente periodico mensile Numero 76 Novembre 2013 ISSN 19729669 Loc a a ll' in t e r no le 2 4c h ia cc Me d io h e r e su evo 4a G iu r i Na z nni d di c i i co ent Bep o n a rod le 3 pe est Gr i Leo ra llo pol e la d 19o da: u em tto na ocr bre por & n o s t a z ia d Me Pa v d ia ar p e ia a er R l son dag lt e r enz Es t g io i n a e t r iv a i Il p res 6 (ma I l le id e n t ppa eX nto ) 4/ i in t e J in 5 g rve Cul p in n g to i t nS Fan u ra ir ia 7 tas R e d t ic M r. P la stic Wes Rel Lab Ande el rso a n Gu i x 8 da p r iv I n t e r pa i di asc vese SN S iu g per am ano stude nti Obama ha i nastri Controllori e controllati N el piccolo ambito locale, il 2014 sarà un anno di esami e bilanci; il voto per le comunali offre l’opportunità di tirare le somme riguardo all’azione dei “politici” pavesi negli ultimi cinque anni. Di politica non ci si arricchisce, almeno non a Pavia. Fare il consigliere comunale, o anche l’assessore, non è garanzia di redditi mirabolanti e opportunità negate ai comuni mortali; abbiamo verificato. Esiste però un sottobosco, un habitat fertile che sulle spalle della politica vive e prospera, dove la trasparenza vacilla e potenziali abusi e privilegi possono annidarsi: il mondo delle partecipate e controllate. Le controllate sono tutte quelle aziende che sovrintendono ai servizi al cittadino (la galassia asm, che spazia dai lavori stradali alla raccolta rifiuti al trasporto urbano) il cui management è nominato dal sindaco su proposta di vari esponenti politici. Le nomine politiche si estendono anche in altri ambiti fondamentali per la città: il cda del San Matteo, innumerevoli fondazioni che partecipano alla vita culturale pavese, il teatro Fraschini… Kronstadt si chiede con quali criteri siano stati scelti gli attuali componenti dei consigli di amministrazione di tutti questi enti. Quegli stessi amministratori che si distribuiscono premi di produzione, che gestiscono gare d’appalto, incarichi, potenziali favori. Avranno le qualità tecniche per ricoprire questi ruoli? Sapranno leggere un bilancio, padroneggiare le materie di volta in volta sottoposte alla loro azione? Nel caso non lo fossero, chi e perché li ha proposti? Che responsabilità ha? Quanto di inciuci e giochi di potere, di correnti e di voti ci possono raccontare queste nomine? Intendiamo affrontare la questione, enorme, dalla base, dal processo di selezione: Kronstadt raccoglierà tutti i curricula degli amministratori in questione e li sottoporrà al vaglio di personalità affermate nei campi di cui di volta in volta ci troveremo a interessarci. Professionisti, managers, docenti universitari. Una volta conclusa l’analisi pubblicheremo tutti i dati e le valutazioni, lasciando il compito a voi lettori, cittadini ed elettori, di riflettere su quanto queste nomine siano state nell’interesse generale. Quis custodiet ipsos custodies? Riccardo Catenacci 2 locale 4 chiacchere su 4 anni di centrodestra Niccolò Fraschini, 27 anni, oltre a essere il più giovane a sedere in Consiglio Comunale è ultimamente balzato agli onori della cronaca locale per aver dato il via a furibondi scazzi su face book tanto con esponenti dell’opposizione quanto con colleghi di maggioranza. Mentre la legislatura arriva nervosamente al termine sentiamo il parere di Niccolò su vari temi, non omettendo di inserire tra parentesi i nostri commenti qua e là. Fraschini, prima legislatura in maggioranza al termine. Un bilancio dei risultati? I risultati variano molto a seconda dell'ambito. Il centrodestra merita voti più alti là dove ha saputo dare una forte discontinuità rispetto alle giunte rosse ( Rosse? Esistono ancora dei rossi? E hanno recentemente governato? Ndr) del quindicennio precedente: penso, in particolare, ai settori della cultura e dei lavori pubblici. Nel primo campo, Gianmarco Centinaio (e dopo di lui Mognaschi) ha impostato un ottimo lavoro, che ha portato a una rinascita della città, divenuta ora un discreto polo di attrazione turistica. Il Castello, grazie anche a iniziative come il Pavia Music Festival da me promosso, è un monumento che è tornato a vivere dopo anni di semi abbandono. (Sulla gestione della cultura e dello spazio del Castello Visconteo in particolare potrete leggere diffusamente sul prossimo numero Medioevo Giuridico L unedì 30 settembre, presso il collegio universitario Santa Caterina di Pavia, si è tenuta una conferenza dal titolo: “La legge sull’omofobia: fattispecie e conseguenze pratiche” con il patrocinio della Provincia e del Comune di Pavia. Ad organizzarla è stata l’Unione Giuristi Cattolici: un’associazione che ha raccolto firme per fermare la legge contro l'omo e transfobia (http://www.ugcpavia.it/2013/07/18/alleanzaeucaristica-contro-la-legge-sullomofobia-e-per-la-liberta-di-pensiero/) e fondato l’“Alleanza eucaristica contro la legge sull’omotransfobia” (“lo strumento più potente per fermare le perversioni del diritto” http://www.ugcpavia.it/2013/09/17/convegno-accreditato-la-legge-sullomofobia/), nonché promotrice di una conferenza sulle c.d. “teorie riparative”, in cui si è affermato che l’omosessualità è una malattia dalla quale si può guarire frequentando gruppi di conversione, condannando quanto sostenuto dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi (http://www.ugcpavia.it/2013/09/22/omosessualismo-parla-lassociazione-gruppo-lot/). Il Presidente, Marco Ferraresi, ricercatore presso l’Università degli Studi di Pavia, è stato segnalato da Universigay e Arcigay Pavia al Rettore per alcuni post sul proprio blog (leggenaturale.blogspot.it) in cui sosteneva che i gay devono andare all’inferno. Da quanto emerso anche nel corso della conferenza, che non aveva nulla di giuridico come ha dichiarato la stessa Cristina Niutta Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Pavia, e dagli scritti di carattere discriminatorio e omofobico dell'Unione Giuristi Cattolici pavese è del tutto evidente un accanimento sul tema dell'omosessualità da parte dell’U.G.C. pavese e del loro presidente. Il relatore, il prof. avv. Mauro Ronco, già noto per le sue esternazioni omofobe, si è riempito la bocca di "verità su vita e famiglia", "i gay sono persone deboli, marginali, non gradite", "tradizione", "omofobia=marchingegno", "dignità della procreazione messa a rischio dall'inseminazione artificiale", e in conclusione "se fosse approvata una legge contro l'omofobia, sarebbero punibili come omofobi tutti gli etero che credono nella verità della famiglia basata sull'unione genitale maschio/femmina". In presenza della Forza Pubblica, ha inoltre dichiarato di essere un evasore fiscale. Il dispiegamento di forze dell'ordine, infatti, era degno del G8: una ventina di agenti fuori e dentro il collegio, alcuni in borghese. Si temeva per l'incolumità del relatore e del presidente dell'UGC pavese? Arcigay Pavia "Coming-Aut" non aveva indetto nessuna forma di manifestazione nè palesato forme di contestazione durante il convegno e da sempre l'associazione è contraria a qualsiasi forma di violenza verbale o fisica. Laddove non si cerca il confronto evidentemente si fa strada la paura! Non sono certo gli omofobi quelli che devono essere protetti! Rimane la rabbia e lo sconcerto: entrambe le amministrazioni locali hanno votato la mozione contro l'omo e transfobia e hanno siglato un protocollo con l'UNAR ma in modo del tutto schizofrenico e fuori da qualsiasi buon senso hanno concesso e, nonostante i numerosi appelli, mai revocato, il patrocinio ad un evento del genere. Quanto avvenuto è gravissimo ed indegno per una realtà locale civile, non discriminatoria ed inclusiva, pertanto si è provveduto a segnalarlo all’UNAR. Niccolò Angelini Presidente Arcigay Pavia “Coming-aut” come la pensiamo. Ndr) Nel secondo campo, Luigi Greco (capo di gabinetto del sindaco ed ex assessore ai lavori pubblici) ha saputo utilizzare tutto il suo peso politico per destinare adeguate risorse alla manutenzione delle strade, interrompendo la pessima tradizione delle giunte precedenti. Molto bene anche la Niutta, che ha dato un'impostazione laica al suo assessorato (pari opportunità), arrivando alla realizzazione dello sportello anti discriminazione. Purtroppo è sempre stata una mosca bianca in giunta e qualcuno ha sempre cercato di tarparle le ali. Infine, una nota positiva va ad Assanelli, che ha saputo difendere il budget del suo assessorato, garantendo servizi sociali all'altezza (All’altezza? Vi rimandiamo, cari lettori, all’articolo su K75 e ai prossimi numeri per approfondimenti. Ndr). Molto male invece Fabrizio Fracassi, sotto il cui assessorato all'urbanistica sono successi scandali di ogni genere (anche se alcuni di essi avevano le loro radici negli anni della sinistra) e Bobbio Pallavicini (assessore ai trasporti, co-proprietario del Nirvana), che non ha realizzato il nuovo piano del traffico, lasciando la città nel caos durante le ore di punta. Il tuo animo da radicale ti porta a interessarti particolarmente di diritti civili; anche qui, un bilancio? A parte la già citata pregevole eccezione della Niutta, questa giunta è stata una delle più clericali che la città ricordi. Soldi agli oratori, soldi alle scuole private cattoliche (a cui peraltro io non sono contrario), cittadinanza onoraria alla famiglia Tresoldi, nessun punto in graduatoria alle coppie di fatto nella vicenda delle case popolari. Quando ho presentato la mia delibera sul registro delle coppie di fatto, si respirava un'aria di aperta ostilità, ma vedremo in Consiglio: se la giunta dovesse dare indicazioni di voto contrarie, la mia reazione politica sarebbe immediata. La cosiddetta “parentopoli” in asm ti ha donato una certa popolarità. A parte epici e comici scazzi online e esposti in procura assortiti, qual è il significato politico di questa vicenda ancora da delineare? il vero punctum dolens dell'amministrazione è stata la gestione delle municipalizzate: Cattaneo ha consentito che in Consiglio si formasse un vero e proprio 'Partito trasversale di Asm', che poi gli si è rivoltato contro. Di fatto Asm, tra assunzioni di figli di politici e premi abnormi per i suoi amministratori, ha creato solo fonti di imbarazzo al Sindaco. C'è molto da fare (e da dire) su questo fronte. Poi ricordo che Asm Lavori (o meglio sarebbe chiamarla Asm Favori) continua a non fornire i documenti da me richiesti: prossimamente sarò costretto ad andare in Procura. Diamo un nome al futuro: a me piace Amanda Periodico Numero 76 Novembre 2013 Non è certo questo l’unico scandalo della storia recente… Sugli scandali andrebbe steso un velo pietoso: in questi oltre 4 anni ce ne sono stati un numero elevatissimo (da Green Campus, alla Green Way, passando per il Campus Aquae). È chiaro che nel rapporto università-Comune-imprenditori a Pavia c'è qualcosa che non va. Anche l'ufficio urbanistica andrebbe azzerato. Sulla trasparenza siamo all'incredibile: 2 anni e mezzo fa il Consiglio ha approvato la mia mozione che istituiva l'Anagrafe Pubblica degli Eletti e dei Nominati, ma ancora è rimasta in larga parte inapplicata. Avremmo potuto essere la città capofila in ambito di trasparenza, e invece si è persa una grande occasione. Ho già presentato un'interpellanza in merito. Consigliere comunale con rapporti tutt’altro che idilliaci con i colleghi, anche con quelli di maggioranza. Sono stato accusato di gettare fango sui miei colleghi, ma non è colpa mia se alcuni colleghi commettono atti a dir poco inopportuni. Sono convinto di aver fatto bene a denunciare le assunzioni di parenti e forse ho scoperto nuovi elementi in questo ambito. Insisto nel dire che in maggioranza ci sono troppi elementi impresentabili (in primis la famiglia Filippi, ma non solo): spero che l'anno venturo Cattaneo non voglia più candidare certa gente che più che problemi non gli ha dato. (Consigli comunali saltati, “bande dei quattro”, richieste di dimissioni incrociate… Ndr). Non si capisce se il tuo giudizio verso Cattaneo, che hai sostenuto, sia positivo o negativo in conclusione. Il Sindaco ha amministrato sostanzialmente bene e, di regola, si è saputo guadagnare il mio voto in Consiglio. Tuttavia da un sindaco giovane mi sarei aspettato di più, soprattutto in tema di discontinuità: ha continuato con il vecchio metodo del 'tassa e spendi' e non ha avuto il coraggio di disfarsi di certi personaggi della vecchia politica. Inoltre, ha palesemente privilegiato il suo ruolo nazionale in Anci, lasciando di fatto a Greco le sue deleghe. Ma non è forse stato un male: Greco ha dimostrato di meritare ampiamente la sua fiducia, svolgendo con dinamismo le funzioni di prosindaco Riccardo Catenacci N m im d s C G L e c n n D m b c n C r d d le g te p I fo q s c la N in e r la l' s m im la g d s n d e M U Beppe Grillo e la democrazia del sondaggio o e n s o a . e o l a à e o n i i o a o o e n n i a e a ù i i o n è n o a l i o o è a e i N on era nel programma”. Così Beppe Grillo e Roberto Casaleggio stroncano l'emendamento per l’eliminazione del reato di immigrazione clandestina, proposto dai senatori del Movimento Cinque stelle Andrea Buccarella e Maurizio Cioffi ed approvato in Commissione Giustizia. L'emendamento arriva dopo un ennesimo naufragio di un barcone che ha portato via con sé 363 persone. Naufragio che non è il primo e non sarà l'ultimo. Dalla pubblicazione del post di scomunica, gli stessi frequentatori del blog hanno criticato sia nel metodo che nel contenuto la presa di posizione dei due fondatori del Movimento Cinque stelle. Con il continuo trincerasi dietro al programma e al metodo, c'è sicuramente un'insofferenza da parte sia di Grillo che di Casaleggio verso temi riguardanti l'immigrazione e l'accoglienza, che nel tempo si è manifestata anche con le prese di posizione contro lo ius soli. Inoltre, è evidente che negli anni i fondatori hanno di fatto ignorato la questione sia nel momento in cui è stata richiesta dagli attivisti una più chiara presa di posizione sia durante la stesura del programma. Non basta, però. C'è qualcosa in più in quel post. Ci sono indicazioni che entrano in contraddizione con l'intera visione del M5S proposta durante la campagna elettorale. Non solo l'idea che “uno vale uno” viene smentita dalla potenza e l'influenza mediatica del fondatore del M5S che impone la via da seguire. Ma anche la posizione che le idee e le scelte giuste non sono né di sinistra né di destra in quanto facilmente intuibili, senza i paraocchi delle ideologie, svanisce sotto la spinta della democrazia del sondaggio. I valori dell'autenticità e della coerenza resi stelle polari dal M5S cadono a pezzi con poche righe 3 nazionale Periodico Numero 76 Novembre 2013 «se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità […] il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico». Beppe Grillo era stato nell'immaginario colui che rompeva con la politica dei calcoli, che sembrava ribellarsi alla politica del chiacchiericcio basata sulle indicazione dei sondaggi, che si opponeva alla politica di puro marketing e della strumentalizzazione per proporre qualcosa di più alto, che stracciava gli avversari ritornando nelle piazze criticando l'egoismo politico e il perseguimento dell'interesse immediato dando sfogo ai più bassi istinti dell'elettorato, ecco che rilancia un partito cosiddetto market oriented party (MOP) così come fu la prima Forza Italia. In tale contesto la cosa fondamentale non è la comunicazione, non è il consenso intorno ad alcune idee o posizioni ritenute giuste, bensì il modellamento del proprio prodotto elettorale sulla base delle indicazioni, dei desideri e degli impulsi dell'elettorato, elementi che che vengono forniti dai vari strumenti demoscopici. Tuttavia, l'attento esame delle indicazioni che sono mutevoli perfino nel breve periodo determinano il continuo ridisegnamento della proposta politica, del prodotto elettorale e del proprio messaggio. Che fine fa la coerenza tanto celebrata? E l'autenticità dove va a finire se le idee promosse sono frutto di un semplice calcolo? Chiaro a questo punto diventa un secondo passaggio: «sostituirsi all'opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono "educare" i cittadini, ma non è la nostra» che capovolgendolo diventa: l'opinione pubblica è tutto e noi ci adeguiamo. Leopolda: una pornostar per Renzi P er chi non è fiorentino o goloso di politica “Leopolda” può evocare diverse immagini: dalla pornostar brasiliana caduta in disgrazia alla cugina di Clarabella, notoria mucca disneyana; non so se questa abbia mai avuto una cugina, ma nel caso si sarebbe probabilmente chiamata Leopolda. Come è oramai per molti noto però la Leopolda è un'ex stazione di Firenze adibita a sala congressi che da quattro anni ospita l'omonima rassegna messa in piedi dal sindaco Matteo Renzi. Lo slogan dell'appuntamento di quest'anno, "Dare un nome al futuro tutti insieme", rimanda allo stile della manifestazione che per tre giorni vede esponenti della politica, del mondo della cultura e comuni cittadini mettersi a confronto per tentare di instaurare un dialogo che sia produttivo e porti a soluzioni concrete per il paese. L'idea, messa giù così, è anche carina; la pratica è tutto un altro paio di maniche. Parecchi sono le questioni trattate nel corso della manifestazione, temi che ritornano poi nel lungo intervento del sindaco di Firenze il quale, va detto, non ha voluto nessuna bandiera del PD all'interno della kermesse (mica scemo, due possibilità di vincere ancora le vuole). Necessità di una nuova legge elettorale ispirata al sistema dell'elezione dei sindaci (che secondo Renzi, sarebbe efficace a livello nazionale), cessazione immediata delle "larghe intese", l'ormai sempre presente tema della giustizia e infine la legge di stabilità: un bel pot-pourrì di contenuti insomma. L'impressione finale che ne viene è che Renzi parli già da leader conclamato, che abbia già fatto i conti con l’oste. E dato che l’oste è il PD esperto nel perdere l'imperdibile, a Matteo conviene non filarselo di striscio. Intanto aspettiamo tutti una legge elettorale decente, senza un nome suinamente latineggiante; aspettiamo che in galera ci vadano i colpevoli a prescindere dal conto in banca e che il termine "stabilità" abbia un senso, non solo sotto il profilo economico. Vedremo se alle parole seguiranno dei fatti che ci auguriamo positivi, così giusto per cambiare un po' e sconvolgerci. Nel dubbio, rimpiangiamo Leopolda la pornostar brasiliana; che ormai fuori dal business tira a campare setacciando farina da vendere in pacchi di farina già setacciata. Lucia Ninivaggi Kunta Kinte Informazione che disinforma 19 ottobre&media. Prima allarmismo, dopo disinteresse U na donna che piange, addirittura una donna in carriera che piange: un gesto triste, disarmante ma allo stesso tempo liberatorio E' stata questa la reazione che una giornalista di RaiNews, domenica 19 ottobre, ha avuto di fronte alle critiche rivoltele da alcuni degli occupanti a Porta Pia, a Roma, dopo la notte passata all'addiaccio. A motivare le critiche e a provocare la reazione inusuale della giornalista sono stati i titoli e la ricostruzione tendenziosa, offerta dai giornali italiani, della manifestazione tenutasi il giorno prima in città. A parte rare eccezioni, sulle prime pagine e sui servizi d'apertura dei tg risaltavano esclusivamente le immagini dei brevi scontri di fronte al Ministero dell'Economia e degli altri-rari- attimi di tensione: a fronte del martellante allarmismo, che fino al giorno prima aveva intasato le testate nazionali, sicuramente ben po- ca cosa. Dalla notizia di cinque francesi, fermati nei pressi del percorso della manifestazione, infatti, passando per i numerosi reparti mobilitati per l'occasione, fino alla campagna di perquisizioni e controlli a tappeto prima del corteo, tutto lasciava presagire il peggio. L'informazione si era mobilitata in grande stile per presentare la manifestazione di sabato 19 ottobre come una semplice riedizione di quella del 15 ottobre di due anni prima quando Piazza S. Giovanni era stata messa a ferro e fuoco. I grandi giornali e le tv avevano attinto a man bassa dalle parole d'ordine “bellicistiche”(assedio, sollevazione), che contraddistinguevano l'appello, per presentarlo come l'ennesimo corteo destinato a terminare con scontri e devastazioni. Da parte loro non vi era stato alcun interesse, prima, nell'approfondire le tematiche e le rivendicazioni- su tutte il blocco de- gli sfratti, piaga sociale vissuta da sempre più persone- contenute nella piattaforma del 19 e, poi, nel descrivere la molteplice, variegata e inusuale composizione della manifestazione: nutrita presenza dei migranti, molte famiglie con i figli e una costellazione di realtà impegnate, localmente, nelle lotte territoriali e nella difesa del diritto alla casa. Dopo la notte passata all'addiaccio nelle tende a Porta Pia, a tanti la ricostruzione dei mezzi di informazione sembrava, quindi, una favola, non il racconto del corteo e delle rivendicazioni che il giorno prima erano state espresse da tanti attraverso la città. Come prima del 19 ottobre l'attenzione dei media si era focalizzata solo sui preparativi della fantomatica orda black bloc così, il giorno dopo, il bilancio politico complessivo della giornata veniva ridotto ai momenti di tensione di fronte al Ministero. Dai titoli e dalle Se fossimo in Germania la Cancelliera vorrebbe cancellare la Cancellieri immagini dei mezzi d'informazione totalmente oscurati erano i dati politici rilevanti della giornata: le migliaia di persone presenti, la capacità aggregativa di questo movimento nuovo e autonomo da sigle e partiti e i numerosi migranti che solo in queste occasioni sembrano godere di una piena cittadinanza. Oltre che la continuità di un movimento, legato alle questioni materiali della vita delle persone, che non ha visto nel corteo del 19 un punto di arrivo ma un'occasione per far emergere percorsi da tempo vivi a livello cittadino e territoriale. Alessandro Pirovano 4 pavia Periodico Numero 76 Novembre 2013 Cose che dovete fare a Pavia (1) Andare a vedere il Bronx – locale citato nella celebre canzone degli 883 Hanno ucciso l'uomo ragno, ricordate il pezzo in cui dice "solita notte da lupi nel Bronx"? Il Bronx cui Pezzali si riferisce non è il quartiere di New York, ma un bar di Pavia! – in via Bernardino da Feltre. (2) Andare a vedere il Bronx, scoprire che è chiuso e andare a vedere l'ossario della chiesetta di S.Giorgio, che è lì vicino, da qualche parte… (3) Andare a prendere il gelato – o cioccolata calda, se è inverno – da Cesare, in corso Garibaldi, e questionare sul resto con la commessa. (4) Andare a bere una birra a Radio Aut, in via Porta Salara. (5) Bere uno Sporco al Sottovento e attaccare bottone con un personaggio improbabile, in via Siro Comi (6) Fare conoscenza con l'uomo bradipo (scoprirete da voi perché è soprannominato così) della yogurteria di piazza della " vittoria (7) Suonare la chitarra al Vül, in zona Ponte vecchio (8) Andare dal lurido che si trova nell'angolo opposto all'incrocio tra corso Garibaldi e viale Gorizia (9) Prendere una birra dal kebabbaro e berla sulle scalinate del Duomo (10) Andare lunedì sera a Spazio Musica (ma date un occhio anche alla programmazione settimanale, troverete una vasta scelta di concerti), in via Faruffini (11) Fare una grigliata alla Sora (munitevi di scorte industriali di antizanzare, però, o non ne uscirete vivi) Fare una passeggiata in bicicletta sul lungo Ticino Trovare convegni in cui imbucarsi per mangiare gratis al buffet Imbucarsi ad una festa Erasmus Andare a vedere l'alba sul Ticino Farsi invitare da qualcuno ad una festa in collina e perdersi lungo la strada Andare a vedere, nella zona del centro, certe case private bellissime di gusto seicentesco (4) Venire ad una riunione di Kronstadt Cose che si possono vedere a Pavia (12) Porta Calcinara – indovinate un po’? – in via Porta Calcinara (13) Libreria antiquaria con libraio archetipico, in via Cardano (14) Chiesetta vicino al liceo Foscolo, in via Defendente Sacchi, continuo di Corso Cairoli (15) Casa che fu di Foscolo e poi Einstein, in via Foscolo (16) Chiesa sconsacrata in vicolo San Colombano (17) Idroscalo, retaggio dell’epoca fascista, sul Lungo Ticino Sforza (18) San Teodoro, nella piazza omonima (19) Mura spagnole, in viale Gorizia (20) La lavandera dal burg, in piazzale Ghinaglia (21) Cimitero monumentale, in viale San Giovannino Cose da mangiare a Pavia Kebab: i più acclamati sono Eurokebab (22), in corso Garibaldi – fa anche consegne a domicilio gratuite – e Istanbul Kebap vicino a Piazza Duomo (9), Mecca dei giovani affamati nelle serate estive. Il Diablo Saloon, in piazzale Ponte Ticino (23): oltre ad una vasta scelta di piatti messicani è possibile aggiudicarsi un hamburger con patate fritte per il modico prezzo di 5 euro circa. È inoltre presente una convenzione con il circolo ARCI Radio Aut: se mostrerete la tessera avrete diritto ad uno sconto del 15%. Il Boccio, in via dei Mille (24): se volete un panino e lo volete il più La costituzione è troppo pacifista per le forze armate. Accorinti l'ha dimostrato. Periodico Numero 76 Novembre 2013 pavia 5 Il Brigantino, in via Teodolinda (28): volete far colpo su di una donna invitandola fuori a cena senza spendere troppo? Atmosfera calda e accogliente e piatti con un buon rapporto qualitàprezzo, se vi giocherete bene le vostre carte sarà facile ottenere un secondo appuntamento. Quelli Brilli, corso Garibaldi (29): siete appena tornati dall’Erasmus o d una vacanza all’estero e avete dimenticato cosa significhi mangiare prosciutti e insaccati? Quelli Brilli vi rinfrescherà la memoria. Ordinate un tagliere di salumi e formaggi e iniziate pure a sciogliervi. Mai pagüra, Strada Nuova (32): stanchi della mensa dell’università? Al Maipagüra potrete trovare una valida alternativa grazie alla vastissima scelta di panini uno più buono dell’altro. Consigliamo anche di provare la bevanda allo zenzero. Sottovento, via Siro Comi (5): il Sottovento meriterebbe un numero di Kronstadt a sé stante, ma andateci da soli a scoprirlo, che è più divertente. Intanto sappiate che, tra le varie cose, offre un’ottima selezione di piatti bio e vegetariani a prezzi abbordabilissimi. Altra ottima alternativa alla mensa. Rosticceria Cinese, corso Cairoli (33): non volevamo parlare dei ristoranti cinesi perché più o meno sono tutti uguali, ma la rosticceria cinese Ryu merita di essere menzionata. Ancora più economica di un normale cinese – non c’è coperto da pagare, ma verrete serviti con piatti di plastica – permette inoltre di acquistare bottiglie di vino a prezzi quasi da supermercato anche di sera. Da Giulio, via le Matteotti (35): avete folleggiato tutta la notte e state morendo di fame? Da Giulio potrete mangiare una bella pizza anche alle quattro del mattino. Non è molto economico, ma la scelta degli ingredienti è molto vasta e vi permetterà combo davvero assassine. pieno, il più grande e il più dannoso per la vostra salute fisica e mentale il Boccio è il posto che fa per voi. Per la gioia delle signore che ci leggono, vengono anche proiettate le partite di calcio. Bier Haus, in via San Giovannino (25): afete foglia di Cermania? Wurstel divini e birra a volontà dimorano nel Bier Haus, un po’ scomodo da raggiungere ma fonte di grandi soddisfazioni. Sangria, tapas y alegria, spagnolo, in corso Garibaldi (34) Ristoranti etnici: la casa offre – oltre ad una miriade di ristoranti cinesi che non staremo qui a citare: Biblos, libanese, in via Volturno (26) Taverna Santorini, greco, in via del Carmine (27) Aperitivi: i migliori buffet si trovano al Manà, via Beccaria (30) e al bar Minerva, nell’omonima piazza (31). Con meno di dieci euro potete sbronzarvi e fare una cena da re. Caldamente consigliati per i giorni in cui si hanno pochi soldi. Il Venezuela apre al Capitalismo: Babbo Maduro arriverà in anticipo. Cooperativa, via Ponte Vecchio (36): se siete in tanti e volete organizzare un mega pranzo o una mega cena bevendo tanto e spendendo poco – e non avendo troppe pretese sul menù – andate in cooperativa. Preparate anche una scorta di aspirina per il mal di testa del giorno dopo. 6 esteri Periodico Numero 76 Novembre 2013 "Balzi in avanti" della politica cinese: il presidente Xi Jingping A metà novembre 2012 in Cina è avvenuto l'atteso passaggio di consegne tra leader: all'(apparentemente) austero tecnocrate manciuriano Hu Jintao - al timone della politica del gigante asiatico durante la prima decade del XXI secolo - è succeduto l'enigmatico pechinese Xi Jingping, già vicepresidente, culminando il suo lungo cursus honorum con la nomina a segretario generale del Partito Comunista, a cui ha fatto seguito (come prevede la tradizione costituzionale della Cina contemporanea) l'elezione a presidente della Repubblica Popolare. Xi, da buon populista, ha subito dimostrato di amare massimalismi e le dichiarazioni di principio, come ad esempio in occasione di alcune entusiastiche dichiarazioni d'inizio mandato, in cui declamava l'imminente inizio di una lotta senza quartiere contro la dilagante corruzione e di voler abolire il sistema del Laogai (cioè la versione locale dell'arcipelago Gulag, ancora pienamente operante). Sostanzialmente il neo-presidente prefigurava un futuro di maggiore giustizia sociale, dove il Partito Comunista sarebbe stato più vicino alle esigenze del popolo attraverso nuove e necessarie riforme, peraltro senza cesure o soluzioni di continuità rispetto alle dottrine di Deng e di Mao. A meno di un anno dall'insedia- mento al potere è però difficile prevedere quali di questi programmi saranno effettivamente realizzati e attuabili, un po' perché le (frammentarie) notizie che giungono dalla Cina sono spesso filtrate e manipolate dalle potentissime agenzie di stampa statali, un po' perché è oggettivamente difficile intuire in un così breve lasso di tempo quali siano le prospettive politiche – anche a breve termine - di un Paese così complesso e distante dalle realtà istituzionali europee. Nonostante tutto però qualche certezza sembra comunque delinearsi nella nebulosa politica cinese, che nel prossimo futuro sarà chiamata ad affrontare sfide cruciali per la stessa sopravvivenza del sistemapaese (ad esempio: rallentamento della crescita economica, invecchiamento della popolazione, risorse energetiche, diritti delle minoranze, rinnovamento istituzionale ecc.); sul piano interno Xi Jingping ha difatti già inaugurato la sua personale crociata contro i corrotti, recentemente culminata con l'arresto di influenti personaggi politici come ad esempio Bo Xilai, segretario del Partito nella megalopoli Chongching, o Ji Jianye, ex sindaco di Nanchino - entrambi accusati di avere creato un elaborato sistema di scambi di favori tra politici e uomini d'affari. Una versione locale di Tangentopoli, insomma. Anche negli affari esteri poi si è fatta sentire una lieve brezza di novi- tà; continuando la prasseologia di revisione della politica attendista di Mao e Deng Xiaoping - già iniziata da Hu Jintao - il presidente Xi ha infatti manifestato un vivo interesse in diverse cruciali tematiche riguardanti la sicurezza globale come, ad esempio, la crisi diplomatica nordcoreana o - soprattutto negli ultimi tempi - la guerra civile siriana, ribadendo più volte la sua disponibilità a cercare assieme agli altri leader soluzioni diplomatiche che evitino l'uso della forza bellica; un moderato oppositore della politica guerrafondaia made in USA, per certi versi. Sostanzialmente Xi Jingping dà l'impressione di porsi in linea con un tipo di policy spesso praticata dagli attuali leader eurasiatici, cioè la “rivoluzione conservatrice” (per usare un termine caro al celebre duo presidenziale russo Putin-Medvedev), dove una figura con poteri quasi assoluti - ma non necessariamente carismatica, almeno secondo i nostri criteri – dà un'impronta decisionista alla politica del paese in una pragmatica (e quasi nostalgica) continuità con le autocrazie totalizzanti dei decenni passati, dimostrando ai propri concittadini grande impegno e fiducia nel futuro, a volte con fatti concreti, a volte con proclami apocalittici e sfacciati sfoggi di potere (Putin et Lukashenka docent). Detto questo sembra perciò difficile Il lento intervento in Siria D isarmo o meno, in Siria la guerra continua. Le sinistre mondiali sono appiattite sulla posizione del neofascista Presidente russo, contrario a ogni intervento armato. Dimenticati i liberal-moniti e le papali preghiere di massa che certo non fermavano le bare. Tanti si crogiolano nelle pure posizioni non contaminate dai cosiddetti ribelli, orde di chedisti sunniti che massacrano cristiani e lealisti una volta liberate le aree dai soldati di Assad. Ci sono anche molti bravi curdi che cercano la libertà dopo anni di oppressione o dei buoni compagni che lottano per l’internazionale giustizia, ma sono sparute minoranze. Sul fronte opposto pure Assad è sostenuto da una minoranza, gli esoterici alauiti che sono meno del dieci per cento della popolazione. La maggioranza, silente e spaventata, scappa. Il nuovo Iran di Rohani ha sempre meno forza (e voglia) di appoggiare il leader siriano. I sauditi, per mano del geniale capo dell’intelligence Bandar bin Sultan, continueranno a finanziare i ribelli fino all’ineluttabile vittoria. Nella regione le dittature “laiche” vengono rimpiazzate con “democrazie” religiose e ciò, presto o tardi, americani o meno, avverrà anche a Damasco. Per questo Obama non è intervenuto nottetempo con una pioggia di missili scemi, ma ha cercato il normalmente bistrattato consenso internazionale. Nonostante sembri il contrario, per gli Usa un intervento in Siria sarebbe da evitare, è ciò che vorrebbe Tel Aviv e la sua potente lobby, che pure con la Siria è ufficialmente in guerra; ma Israele ha paura di un degenerare del conflitto tra musulmani, in cui la legittimità si conquista con attentati nel territorio ebraico. Al contrario la sunnita Arabia è determinata ad approfittare dell’occasione di rifarsi contro la sciita Teheran. Tel Aviv e Riad, i due più ascoltati alleati a Washington, stringono quindi Obama in una strettissima pressa, proprio quando il pentagono stava smobilitando l’heartland medio orientale per concentrarsi sul fronte del pacifico (in ottica anti cinese). Sembrava quindi sincero il terrore del Presidente americano di essere accusato di immobilismo dalla Storia, dati anche i recenti tagli al budget della Difesa. Il gasdotto che dovrebbe passare da quelle parti è invece meno influente di quello che sembri, il saudita bin Sultan è ben disposto a corrompere Mosca con una commessa in armi da decine di miliardi e garantendo non venga costruito; Putin potrebbe aver accettato. Cinesi, inglesi e francesi sarebbero stati attori non protagonisti, non fosse per il loro potere di veto nel Consiglio di sicurezza dell’Onu; conta certo di più il potente esercito turco, che preme sulla frontiera a nord pronto ad annichilire ogni resistenza. Questo lo scenario, mentre il dramma continua. Ci sono gli agenti stranieri, i mercenari dell’una e dell’altra parte, le stragi di civili, i bombardamenti più o meno “convenzionali”, le esecuzioni sommarie e tutto l’orrore che i conflitti violenti comportano. La guerra ha fatto più di centomila morti e alcuni milioni di sfollati, intere generazioni senza un futuro. Era giusto opporsi a un tipico attacco americano o della Nato, che (come al solito) avrebbe moltiplicato le vittime; ma vi sono alternative? La risposta è sì, dovrebbero intervenire tutti gli attori, congiuntamente, quindi l’Onu. L’unica maniera in cui le Nazioni Unite potrebbero destituire il regime e arginare i chedisti è manu mi- La cartina è funzionale alla domanda (tipica): "Ma dov'è la siria?" che Xi possa veramente cambiare le carte in tavola nel complesso intreccio della politica cinese. Certo, magari la nuova inteligencja attuerà qualche riforma che nel complesso darà al socialismo cinese un volto un po' meno disumano (ultimamente ad es. si parla di abolire la discussa legge del figlio unico e di restituire importanza agli invisibili sindacati dei lavoratori), ma sembra lontana la prospettiva in cui - sempre se poi un percorso di rinnovamento istituzionale verrà effettivamente iniziato tutto ciò possa portare, anche solo nel lungo termine, ad un radicale miglioramento nella tutela dei diritti di un miliardo e mezzo di sudditi ideologizzati. Daniele Bianco Venti di pace a Teheran E all’improvviso l’Asse del Male perse il suo principale cattivone. Ve lo ricordate Ahmadinejad? Ecco, l’Iran è diventato improvvisamente buono. E’ bastata una tornata elettorale, la vittoria di un conservatore sano di mente, per scoprire che seppur islamica quella persiana è una democrazia. Con Rohani, il nuovo Presidente, niente più guerra nucleare; che per quasi un decennio a leggere la carta stampata o ad ascoltare l’illuminatissimo Bush sembrava fossimo alla vigilia di una sagra di funghi atomici. Stiano ora attenti all’eccesso opposto i giornalisti che non sono mai stati a Teheran: non è l’alba liberale della teocrazia, su youtube non verranno caricati i matrimoni di lesbiche senza foulard in cui l’alcol scorre a fiumi. DDC litari; con gli eserciti nell’area. Un’invasione “terza”, coordinata ad esempio da norvegesi, cileni e angoliani, che disarmi ogni combattente e tuteli ogni minoranza (e maggioranza) siriana. Soluzioni alla questione curda e argini ai fondamentalismi intolleranti e fascisti. Forse questo “disarmo” sarà l’occasione, per ora no. Intanto Putin e le brave sinistre non sono gli unici a sostenere il regime di Damasco: le destre peggiori di Casapound, complottisti filo-Assad travestiti da grillini, neolib in salsa italiota e altri curiosi personaggi marciano di fianco loro. Per le destre il pacifismo è una foglia di fico, per le sinistre è “senza se e senza ma”; questo in Siria significa status quo, significa guerra. Stavolta i grandi cattivi storici che tirano i fili di questo mondo potrebbero star trovando una soluzione migliore; ma è già troppo tardi. Daniele De Chiara A z t u d u e o n p s g s a B n d l t D K f t v g i r p n d a u s m I c v P E q d c s d q c l n m o s g p d t m p l t t c u c n m l s d s L - Periodico Numero 76 Novembre 2013 7 cultura Fantastic Mr. Wes Anderson A vederlo così, Wes Anderson sembrerebbe il prototipo dell’hipster moderno o un tizio stralunato, stravagante e fuori dal tempo. Lo è, in realtà, oltre ad essere una delle personalità più interessanti del panorama cinematografico degli ultimi vent’anni. E i suoi film sono esattamente come lui. Dal 1996 ad oggi ha sfornato 7 pellicole, imponendosi sulla scena con il suo stile personalissimo e inconfondibile. Lui scrive, dirige e produce accompagnato più o meno sempre dallo stesso team di attori, collaboratori e amici. Bottle Rocket, Rushmore, I Tenenbaum, Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou, Il Treno per Darjeeling, Fantastic Mr. Fox (in stop-motion, tratto dal racconto di Roald Dahl) e infine l’acclamato Moonrise Kingdom: una rapina, la scuola, la famiglia, un marinaio, il viaggio di tre fratelli, i problemi dell’essere una volpe e la fuga amorosa di due ragazzini. Tutto è narrato con un certo incanto, in modo quasi surreale, onirico, amaramente ironico. Fin dalle prime sequenze si è catapultati nell’atmosfera teatrale e fantastica della poetica andersoniana, fatta di accostamenti e armonie di colori, di un caos di dettagli organizzati, di una semplicità quasi infantile, ma estremamente complessa. In un’intervista, il regista dichiara che non saprebbe nemmeno descrivere il processo di costruzione dei suoi lavori; di questo si tratta: costruire il film, incollare insieme gli elementi. Tutto parte da un’idea, da un desiderio, da un’ispirazione, e poi si trasforma. Questa indefinitezza si trova in ogni aspetto, a partire dal genere: non si tratta mai di una commedia o di un dramma, ma sempre un po’ di entrambi; tra i personaggi non vi sono mai protagonisti e antagonisti, piuttosto ognuno è anche il cattivo di se stesso, ognuno è bellissimo e pieno di difetti, idiosincratico, disfunzionale. Alla pomposità minimalista delle immagini si contrappone l’intimità delle scene e delle ambientazioni. I dialoghi sono eccentrici, lunatici come i loro personaggi, assurdi. Le musiche, solitamente dagli anni 60/70, accompagnano alla perfezione il tutto, e costituiscono uno dei punti di forza dei film. La cosa più bella è proprio questo equilibrio tra grandiosità e piccolezza, ricchezza e semplicità, dinamismo e staticità, incanto e cinismo. Probabilmente da questi film non si ricavano grandi insegnamenti, ma si tratta di opere esteticamente meravigliose e affascinanti. E’ qualcosa che piace o non piace, sicuramente non adatto a tutti, soprattutto a chi cerca l’azione o i colpi di scena. E’ un cinema delicato, dolce-amaro, che fa sorridere più che ridere. Non è qualcosa che entra nello spettatore, è lo spettatore ad entrare nel film piuttosto. Le uniche cose sicure in un film di Wes Anderson sono lo stile, riconoscibilissimo, ormai familiare, come i volti che ritornano, e il fatto che, nonstante questo, vi siano così tanti dettagli e sfumature in ogni cosa, che solo guardando e riguardando possono essere colti. Queste caratteristiche rappresentano anche il difetto più grande del regista: il suo non rinnovarsi, che per qualcuno è rassicurante, ma che alla lunga può stufare. Fortunatamente non bisognerà aspettare troppo per avere nuove conferme: proprio nei giorni scorsi è apparso il trailer del nuovo film, in uscita a marzo 2014: The Grand Budapest Hotel. E sembra proprio un film di Wes Anderson. Marta Novaresi Piccole Grandi Rivoluzioni: Red Plastic Label Stop being a fan, become a supporter! P aul Gaugin disse che l'arte è o plagio o rivoluzione. E parliamo proprio di rivoluzione quando guardiamo al progetto dell'etichetta Red Plastic Label. Se il cambiamento tecnologico rappresenta l'indomabile bestia nera di case editrici e critici d'arte, questa neo-etichetta affronta coraggiosamente non solo l'inadeguatezza ai mezzi dei nostri tempi, ma anche la massificazione artistica che ci offrono i mecenate dell'arte, sia essa musicale, cinematografica, letteraria o pittorica. I prodotti dei "gran signori dell'arte" sono spesso asserviti a rigidi meccanismi di mercato che schiacciano il più debole e annichiliscono l'invisibile, preferendo le tendenze mondane alla qualità e all'impatto sociale e/o che può offrire soltanto un'opera di qualità. La libera circolazione della cultura viene guardata da lontano con molta diffidenza, temendo l'introduzione, insieme ad essa, di una devalorizzazione della cultura passata, presente e futura. Le risposte di Red Plastic La- bel? Eccole qui! “ALLES WIEDER OFFEN”, "Tutto Sempre Aperto": è il principio coniato dal gruppo di avanguardia musicale Einstürzende Neubauten e concretizzato dai protagonisti di quest'iniziativa sia nella produzione in Copyleft che nella diffusione ai fruitori; questa soluzione non ha come obbiettivo la mera libera circolazione dei prodotti, ma mira ben più lontano: l'etichetta si propone di rivoluzionare il rapporto artista-fruitore, trasformado quest'ultimo da fan a "Mecenate Virtuale" che possa promuovere e supportare l'artista dagli albori della sua carriera (aderendo, per esempio, all'iniziativa Be a Red Plastic Talent Scout, che permette agli utenti di proporre degli artisti da selezionare) fino alla loro completa immersione nel mondo artistico. Red Plastic Label copre tutti i campi delle arti (musica, cinema, letteratura, pittura), percorrendo il cammino dell'Arte Totale; una prima realizzazione di quest'esperienza totalizzante è nata dal connubio pittura e musica: il 5 ottobre presso il circolo ARCI pavese Radio Aut si è "Naturalmente dio minuscolo, non si sa mai" - "E Obama maiuscolo" svolto l'evento-lancio A Progressive Acoustic Night, con Andrea Cocci alla chitarra acustica e Giulia Zacchetti ai pennelli. Il risultato? Una splendida serata di live painting, una forma di improvvisazione artistica relativamente recente ma assolutamente entusiasmante. L'idea dell' "esperienza artistica totalizzante" si incarna anche nel logo: un alieno antropomorfo dotato di tre occhi -in grado dunque di "percepire" aldilà delle comuni percezioni- e di tentacoli che partono da ogni sua parte verso ogni parte del mondo artistico, pur remota e recondita che sia. Ed effettivamente questo progetto non si limita alla piccola realtà locale del pavese: i tentacoli di questo bizzarro alieno percorrono l'Europa e il mondo, dall'Italia alla Francia, passando per la Germania fino al Regno Unito e da lì ancora più lontano, nel tentativo di costruire una fitta rete artistica e sociale. Non vi sembra abbastanza rivoluzionario? "Stop being a fan, become a supporter!". Non potrete più negarlo. Maria Rosa Lauria Pantano Reg. Trib. Pv n° 594 ISSN 19729669 Stampa: Industria Grafica Pavese SAS, Pavia Chiuso in redazione 5112013 Tiratura 2000 copie 2013, Alcuni diritti riservati (Rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.5 Ita byncsa) 8 relax Periodico Numero 76 Novembre 2013 Guida Interpavese per studenti privi di asciugamano SNS Short News Service Mostra introspettiva della moka a Milano: dal 27/11 al 8/12 l'evento festeggerà gli 80 anni della nostra amante mattutina Due cameriere affermano che nella catena di ristoranti francesi dove lavorano la disposizione ai tavoli dei clienti vada fatta secondo canoni estetici: i belli davanti e dietro tutti quanti Tiger Woods divide l'Europa dall'Asia. Letteralmente. Per pubblicizzare meglio una iniziativa sportiva le autorità chiudono il ponte sul Bosforo (Istambul) e lo mette a disposizione del campione di Golf. Bimba virtuale intrappola pedofili: una realizzazione a computer lanciata in rete dalla ONG "Terre des hommes" riesce ad ingannare un migliaio di possibili pedofili che sono finiti denunciati all'interpol Piove Governo ladro! E se siete a Shangai ne avrete delle belle di cui lamentarvi: nei pressi dell'aeroporto piovono feci, escrementi volanti fuoriusciti, probabilmente, dai compartimenti settici degli aerei. Internet non salverà il mondo e se lo dice Bill Gates in una intervista al Financial Time la notizia fa il giro del mondo. Noi aggiungiamo che probabilmente neanche Windows salverà alcunché. Per i 10 anni di riapertura della Fenice, lo storico teatro di Venezia, il ministero dello sviluppo economico ha deciso di far produrre un francobollo commemorativo. 0,70 cent di storia. Ritrovato il tesoretto artistico di Hitler, un miliarduccio di opere d'arte trafugate che erano state riposte (si spera con cura) in un appartamento tedesco. I fascisti attaccano da Marte: dalla rossa (bruna?) colonia di Guzzantiana fantasia aumenta la minaccia dei meteoriti. Citazioni a parte, pare che la minaccia dei meteoriti sia maggiore del previsto; a confermarlo tre studi. Scoperto antenato carnivoro dell'ornitorinco. La notizia è il nome: Obdurodon tharalkooschild . Gli esperti consigliano due modi per diminuire l'aggressività. Uno è lo zucchero (giusto per avere le energie), l'altra è usare la mano non dominante (ossia, niente schiaffi con la destra ma usa un bel gancio sinistro). Il cane comunista è tuo amico. Pare che la direzione prevalente (rispetto a chi lo osserva) dello scodizolamento possa dare indicazioni sulla disposizione dell'animale a farsi coccolare: a sinistra è buono a destra cattivo. Facebook studia i movimenti del mouse. Non dovrai più vergognarti di cliccare. Drinking Pavia P arliamo di Alcool e parliamo di dove berlo senza dover ricorrere a un mutuo o a continui prelievi al bancomat. A seconda di dove vogliate passare la serata e qualunque sia la vostra estrazione sociale vi capiterà di ritrovarvi ad affondare le mani nel frigo di un kebabbaro per prendere un birrone da 66cl a un prezzo tutto sommato contenuto. Però la brutta notizia che è arrivata con l’inizio del nuovo ann accademico è solo una per i bevitori: Zam-Zam e Instanbul Kebap hanno aumentato i prezzi delle birre al punto di non essere più così convenienti. Niente paura, il nuovo kebabbaro Aladino situato proprio davanti all’Università Centrale ha mantenuto i prezzi a livello umano, per la felicità di tutti gli assetati e con una monetina da 2€ ci si può assicurare una “buona” birra da gustare sugli scalini del Duomo come da tradizione. Comunque sempre notevole l’offerta di Zam-Zam per quanto riguarda i cocktails, da 2,50€ a 3€, e gli shots a solo 1€. Immancabilmente, quando tra poco farà veramente freddo, non si potrà snobbare il Black Bull Pub in Via dei Liguri, appena sotto Piazza del Duomo. Tutti i mercoledì sera le birre medie scendono a 3,50€(eccetto la Gordon Platinum) per la gioia del palato di chi cerca una buona birra con un grado alcoolemico sopra la media e a un prezzo contenuto. Molto consigliato quindi come rifugio notturno dalla movida molesta ed ignorante di Strada Nuova, anche per rifocillarsi con qualche panino o qualche stuzzicheria fritta che non siano le solite patatine d’asporto. Se siete possessori di tessera ARCI(e se non lo siete il consiglio è di farla) non potete non farvi un giro a Radio Aut, vicinissimo al Ponte Coperto nascosto in Via Ponte Salara. E’ un circolo culturale no-profit che oltre ad offrire vari eventi è un ottimo luogo di aggregazione e senza dubbio luogo di grandi bevute. Se cercate cocktail enormi fatti con la benzina non potete sbagliarvi se volete salutare le vostre capacità cognitive. Meno convenienti le birre alla spina ma pur sempre meno costosa una bionda media a 3€ che in un qualunque locale del centro. Da segnalare per il martedì sera, anche se un po’ lontanto dal centro, il Bierhaus vicino al cimitero, locale sempre affollato e birre medie a 2,50€. Con 10 sacchi e 4 bockbier vi ritroverete a parlare in altre lingue come gli apostoli a Pentecoste. Eating Pavia D opo una serata passata a bere bisognerà pur mangiare qualcosa tra un bicchiere e l’altro, o per asciugare un po’ o semplicemente per cambiare quello che c’è nello stomaco da liquido a semi-liquido per poi continuare la serata con ancora più energie. Purtroppo la scelta non è molto ampia dopo una certa ora e oltre ai classici kebabbari le opzioni convenienti si riducono drasticamente. Per esempio Very Fast...Troppo Food! aperto al posto del defunto Poldo (R.I.P.) davanti all’Università dalle 22.00 all’1.00 offre cornetti caldi, crepes alla nutella e cannoli siciliani per sedare ogni voglia di dolce. In alternativa la panetteria Pancacao in fondo a Strada Nuova dalle 23.00 in poi sforna cornetti nonstop, se si passa davanti è impossibile non essere conquistati dall’effluvio; tempi d’attesa un po’ dilatati a volte ma nulla di trascendentale. In alternativa le scelte più serie e sostanziose per un pasto possono essere solo due: Il Diablo Saloon, localizzato vicino al ponte coperto e aperto fino alle 2.30 per il servizio d’asporto. Offre hamburger+patatine a partire da 5€ con possibilità di sconto del 15% se possessori di tessera ARCI; Il Boccio Pub, storico pub di Pavia dal 1979 situato alla fine di Borgo Ticino e aperto fino alle 3 di notte. L’offerta qui è veramente esagerata per quanto riguarda i panini, si parla di 3 facciate di menù da cui scegliere .Il costo però non strizza l’occhio al portafogli con prezzi un po’ gonfiati nonostante la lontananza dal centro. In ogni caso una tappa impossibile da mancare almeno una volta nella La KRedazione: Direttore editoriale Riccardo Catenacci Direttore responsabile Salvatore Gulino Caporedattori Andrea Michielon Maria Rosa Lauria Pantano Impaginatore Andrea Michielon Revisore testi Marta Novaresi Redattori Daniele Bianco, Salvio Calamera, Riccardo Catenacci, Daniele De Chiara, Alberto Guglielmino, Maria Rosa Lauria Pantano, Andrea Michielon, Marta Novaresi, Juan Carlos Oliva, Alessandro Pirovano, Valentina Sacchetti Kronstadt periodico mensile Numero 76 La redazione di Kronstadt è aperta ad ogni tipo di collaborazione. Contattaci a [email protected] o su Facebook e Twitter(kappaPV) I pdf dei vecchi Krosta sono gratuitamente visualizzabili su www.kronstadt.it http://creative commons.org/ licenses/byncsa 2.5/it/legalcode/ / Credits in brevis: L'immagine di copertina è realizzata dalla "Salvio S.p.A. comunicazioni". Le altre sono, purtroppo, recuperate dal web. Inutile ricordarvi che Kronstadt cerca collaboratori e redattori. La mappa è gentilmente concessa dalla ex dittatrice: emmanuela pioli. KRONSTADT: iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione Permanente Studenti dell'Università di Pavia nell'ambito del programma per la promozione delle attività culturali ricreative degli studenti. Altre entrate sono rappresentate da eventi. Renzi inaugura il cimitera dei feti: finalmente un posto per il PD