Quote rosa nelle scuole tecniche Parte la corsa per averne di più
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Quote rosa nelle scuole tecniche Parte la corsa per averne di più
[COMO 23] LA PROVINCIA VENERDÌ 14 GENNAIO 2011 [ IL PROGETTO ] Quote rosa nelle scuole tecniche Parte la corsa per averne di più Alla Magistri solo 70 ragazze su 1100 studenti, al Collegio edili 50 su 600 Nasce Progetto Rosa, l’idea di Confindustria in collaborazione con gli istituti tecnici volta ad incentivare la presenza femminile nelle scuole ad indirizzo tecnico, come la Magistri Cumacini dove il progetto è stato presentato ieri, alla presenza di Fabio Porro, vicepresidente di Confindustria e del Orazio Spezzani, segretario del collegio dei periti. «È arrivato il momento di superare i luoghi comuni che associano determinate professioni al genere maschile o femminile - ha detto Fabio Porro all’apertura dell’iniziativa - L’istruzione tecnica è un valore che può costituire uno sbocco professionale per molte donne. Anzi nel mondo metalmeccanico c’è bisogno di donne, che hanno più tenacia, più determinazione e più raffinatezza. Le donne hanno caratteristiche che gli uomini non hanno. Ci sono fior fior di aziende nella nostra zona gestite da donne e sono donne le due presidenti più importanti di Confindustria». Si aprono dunque le porte alle femmine di un mondo tradizionalmente maschile. «Le donne sono più brave degli uomini - ha aggiunto Spezzani, responsabile del collegio dei periti - ci sono circa 600 edili a Como. Le ragazze iscritte al collegio sono una cinquantina, ancora troppo poche». L’obiettivo dell’iniziativa è aumentare le quote rosa nell’istituto e la presenza femminile in determinati settori del lavoro: periti edili, periti elettrotecnici, tecnici di produzione, disegnatori meccanici, analisti chimici, tutte figure in un prossimo futuro con i tacchi alti. Si aprono dunque nuovi orizzonti al mondo femminile, la cui componente creativa e di talento è ritenuta fondamentale. Cambiano le tecnologie ma cambia anche la mentalità. Troppo spesso vige il pregiudizio che certe professioni siano "roba da maschi". E a testimoniare la propria esperienza di lavoro sono intervenute ieri donne imprenditrici nel settore degli impianti di riscaldamento e periti edili, ex allieve dell’istituto Magistri Cumacini. «Io sono un perito industriale edile - ha raccontato Chiara Beretta - sono una libera professionista e dico a tutti che l’importante è sapersi organizzare e avere grinta. In più sono mamma e riesco a conciliare lavoro e famiglia». «Mi sono diplomata alla Magistri nell’86 - racconta Anna Maria Butti, oggi libera professionista - Al tempo lavoravo come assistente cantiere e capitava che i muratori mi fischiavano. Ma ho sempre trovato gran rispetto da parte delle maestranze. Certo, non bisogna andare in cantiere con i tacchi ma con gli stivali. La professione tecnica dà molte soddisfazioni alle donne». All’istituto Magistri Cumacini, dove gli indirizzi sono di tipo informatico, edile ed elettrotecnico, le ragazze iscritte sono 70 su 1100 studenti. Ancora poche ma tutte ben integrate e soddisfatte della scelta fatta. Amalia Barbara Di Bartolo [ LA SCHEDA ] I numeri Alla Magistri Cumacini su 1100 studenti solo 70 sono femmine. Al collegio degli edili gli iscritti sono 600, di cui 50 donne. Il Progetto Rosa vuole incrementare la presenza delle figure femminili negli istituti tecnici, per portare le donne a svolgere lavori tradizionalmente maschili, dai periti edili agli informatici Gli indirizzi Gli indirizzi tecnici sono molteplici: grafica e comunicazione, chimica, materiali e biotecnologie, informatica e telecomunicazioni, sistema moda, agraria e agroindustria, costruzioni, ambiente, meccanica, meccatronica, elettronica ed elettrotecnica, trasporti e logistica Il progetto «Non farti incantare! Non credere che l’istruzione tecnica sia roba da maschi», recita lo slogan del progetto Rosa. Le qualità per entrare nel mondo del lavoro sono flessibilità e competenza. Le competenze degli istituti tecnici possono essere spese nel mondo del lavoro ma anche all’università LE ESPERIENZE «Solo due in classe,ma contente» Le ragazze dell’istituto Magistri Cumacini sono poche, solo 70 su 1100 studenti. Eppure sono tutte contente di vivere in un ambiente prettamente maschile, come Angela Gherra (nella foto), seconda classe, che ha deciso di scegliere l’indirizzo edile al triennio. «Sono stata combattuta perché all’inizio volevo fare informatica - racconta - Dopo ho partecipato a un incontro con alcuni professori e ho cambiato idea. Un professore mi ha trasmesso la sua stessa passione e l’entusiasmo per l’edilizia. Inoltre so che è una strada che por- ta a far star bene economicamente e questo è importante. Vorrei fare l’arredatrice comunque occuparmi di disegn. Con i maschi mi trovo molto bene, non ho problemi, lego con i ragazzi, anche perché non si limitano alle apparenze. La maggior parte ti rispetta. Tra l’altro in classe siamo solo due femmine, ed una si è fidanzata con un compagno di classe!». Anche Giulia Basile è contenta di ritrovarsi in mezzo ad un esercito di maschi. Si trova bene ed è soddisfatta. Mentre è indecisa in merito al proprio futuro professionale. «Probabilmente continuerò a studiare - racconta - Farò l’università. Sono stati i miei genitori ad incoraggiarmi a fare questa scuola e io sono contenta. E tra femmine, dato che siamo poche, a scuola siamo molto unite». A. B. D. B. PROTAGONISTE Le ragazze dell’Itis Magistri Comacini. Qui sotto, da sinistra: Giulia Basile, Nadia Grisoni e Serena Zanelli FOTO BUTTI/POZZONI PROSPETTIVE Ingegnere e grafico ma coi tacchi (a.b.d.b.) Tutte soddisfatte le ragazze della Magistri Cumacini della propria scelta didattica, come Samuela che racconta di essere contenta perché l’istituto prepara al mondo del lavoro ma «si può andare anche all’università», sottolinea. Samuela frequenta la classe quinta dell’indirizzo informatica e non è la sola a pensarla così. «Anch’io faccio la 5ª informatica racconta Nadia Grisoni, 18 anni - e non so ancora che lavoro farò. Credo che andrò all’università. Mi piacerebbe fare grafica pubblicitaria ma è tutto un forse. A scuola mi trovo bene, anche con i maschi. Mi avevano raccontato che la Magistri Cumacini era una scuola dura, dove bocciavano invece io studiando in maniera normale sono andata avanti bene, senza prendere neanche un debito. Ho una vita sociale, esco la sera e vado in discoteca». La confusione sul proprio futuro professionale è un comune denominatore. «Credo che farò informatica - racconta Serena Zanelli , di terza - forse seguirò il percorso che ha fatto mio fratello: ingegneria».