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Honduras arriviamo!

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Honduras arriviamo!
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Dicembre 2003
Volume 4 - n° 8
In questo numero...
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3
Honduras arriviamo!
Paese che vai...
Namastè
Sostegno a distanza
Volete appoggiare
i nostri progetti
4
5
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8
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20
Dall’estero...
Soc-Trang non deve morire
Vietnam: per non
dimenticarci di loro
Dall’estero...
Pakistan: notizie dal Nest
Ringraziamo...
Rinnovi
Sono arrivati...
Risposta allo Zio Ferry:
Il viaggio continua...
Diari di viaggio
Scheda Sostegno a distanza
Auguri a...
I “nostri” figli
Dove siamo
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Il N.A.A.A i
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N.A.A.A. Onlus
Nucleo Assistenza
Adozione e Affido
Via San Maurizio, 6
10073 Cirié (TO)
tel +(39) 011 9222178
fax +(39) 011 9222179
www.naaa.it
e-mail: [email protected]
NAAA News
Honduras arriviamo!
Arrivati in Honduras alle ore 13,00 del giorno 4/6, Mercoledì, con volo da Miami.
A Tegucigalpa fa caldo, il sole splende e non
c’è un filo d’aria!
Karla ci attende fuori del gate. Saliamo sul
suo pick up e ci dirigiamo verso l’hotel
Excelsior, struttura alberghiera
della catena Best Western.
Giovedì alle ore 9.00 siamo
puntuali all’INHFA dove ci
attendono una psicologa e
un’assistente sociale per “l’intervista”. Si doveva svolgere
in due giorni, invece faremo
tutto nella mattinata.
Per fortuna parlo e comprendo lo spagnolo, quindi farò da
interprete per il papà, mentre
la mamma sarà aiutata dalla
Karla. Le due interviste durano circa 45 minuti l’una. Al
termine, sia la psicologa sia
l’assistente sociale si dicono
soddisfatte dell’intervista e
daranno esito positivo! Bene.
Venerdì siamo stati in
Tribunale per il cambio eventuale del nome al piccolo. La
famiglia ha deciso di chiamarlo con il suo nome originario.
Sono aggiunti i due cognomi
dei genitori, come da usanza nei paesi
Latino-americani.
Alle ore 11,00 eravamo nuovamente
all’INHFA per ricevere il piccolo. Alle ore
12,00, eccolo arrivare portato dalla mamma
che lo accudiva, la figlia maggiore e l’assistente sociale dell’INHFA di San Pedro Sula,
città dove il piccolo era ospitato. Solita grand’emozione e gioia incontrollata!
Il pupo è piccolissimo, per i suoi 22 mesi,
pare un bimbo di 12 mesi! E’ magrolino, sottopeso, con un faccino smunto e due occhi
grandi come il mare. Lo sguardo è dolce e
sereno contemporaneamente, ma in fondo
agli occhioni nerissimi si legge una tristezza
infinita. (mi ricorda mio figlio, la prima volta
che l’ho incontrato. N.d.r).
Si attacca subito al papà, omone grande, con
uno sguardo allegro e il sorriso sempre
pronto. La mamma è stranamente emarginata, con gran dispiacere di quest’ultima.
Pazienza, con il tempo, le cose cambieranno. Faccio notare alla Karla lo stato di sviluppo del bimbo e lei da madre di quattro figli,
nota immediatamente che il piccolo ha bisogno di tante cure, pappa e affetto. Quindi, si
assenta con la direttrice dell’INHFA per
perorare la causa per un solo viaggio della
famiglia con la possibilità della coppia a
rimanere nel paese per il tempo necessario a
concludere l’iter. La direttrice si dimostra
sensibile alla causa e da parte sua non
opporrà problemi.
Rientriamo in hotel in quattro! Il piccolo
sempre in braccio al papà, la mamma a
ruota.
Siamo a Sabato 7/6, tra un po’ si va a pranzo, sono le ore 13,00. Il pupo riposa in
camera con il papà, distrutto dalla prima
notte, praticamente in bianco.
Domenica gita al Parco Naturale sulle colline
che dominano Tegucigalpa e a fare shopping
a Valle del Angeles, cittadina dedita all’artigianato, piena di turisti e bancarelle, accompagnati dal cugino di Karla.
Lunedì pomeriggio alle ore 14,30 siamo dal
pediatra di Karla per la visita al pupo. Il dottore costata l’effettiva denutrizione e ritardo
che il piccolo accusa. E’ alto circa 79 cm. Per
un peso di 12 kg. Troppo pochi per un
bimbo di quasi due anni! Il pediatra stila un
elenco di farmaci e prodotti da somministrare al pupo e scrive una piccola relazione
dove fa notare la necessità di cure più specifiche e soprattutto una famiglia che lo accudisca nei migliore dei modi. E’ un documento importante che allegheremo alla documentazione per ottenere che il piccolo
rimanga con la famiglia e che quest’ultima
faccia un solo viaggio. Anche l’avvocato è
d’accordo e farà il possibile perché ciò
avvenga. La settimana vola via tra un appuntamento mancato in Tribunale, shopping in
alcuni centri commerciali della città, foto
tessera al pupo e ai genitori, e giro turistico
nell’antico centro storico della capitale.
... continua a pag. 2...
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... segue da pag 1
Honduras arriviamo!
Venerdì sera siamo ospiti a cena con l’avvocato e la sua famiglia, sarà
una serata “importante”. L’avvocato ci comunicherà se effettivamente la famiglia può fermarsi o che debba ritornare in Italia il 19/6.
Ore 21,00: siamo a tavola in un tipico ristorante garifuna, tra musica
assordante, fumo e un caldo asfissiante. Dopo aver ordinato, la Karla,
con l’avvocato e il papà vanno a fare “due parole” fuori del locale,
dove si può parlare senza dover alzare la voce. Dopo 10 minuti rientrano, guardo il viso del papà e capisco che il sogno si sta avverando. Possono stare con il pupo per sempre!
La serata vola via tra una mangiata e una bevuta. Fuori del locale saluto l’avvocato e i suoi familiari. Domenica parto e non credo di rivederlo ancora. Domenica mattina, 15/6, alle ore 13,00 il mio aereo si
stacca dalla pista dell’aeroporto di Tegucigalpa diretto a Miami e poi,
direzione Europa.
Adios Honduras!
Paese che vai...Namastè
E’ disponibile il secondo cd rom multimediale che arricchisce la
collana Paese che vai … e documenta, racconta i Paesi nei
quali opera il NAAA.
La redazione del NAAA che cura la progettazione e la
realizzazione è composta da più volontari, da genitori
adottivi e anche dagli operatori del NAAA che durante le missioni documentano e raccolgono materiali
preziosi.
Le sezioni (INDICE, DIARI, ALBUM) e i relativi testi (a
cura di E. Girardi) che compongono il cd rom sono stati
arricchiti con immagini e soprattutto con filmati (a cura
di tante famiglie e del Presidente ed operatori del
NAAA). Questa iniziativa vuole, non solo documentare, ma
soprattutto testimoniare l’impegno e la cooperazione. Questo prodotto, infatti, è nato da un’iniziativa del NAAA e
dalla collaborazione di un gruppo di famiglie che hanno adottato in Nepal. Tutti hanno lavorato in forma gratuita e sono
stati anche ceduti i diritti delle immagini e dei testi in quanto il ricavato della vendita di tale prodotto sarà a supporto di progetti di sussidiarietà a favore dei bambini del Nepal.
Per acquistarlo occorre compilare il coupon che segue (è possibile farlo anche da internet). Si accolgono offerte libere (offerta minima 25 Euro).
Vi ricordiamo che con le stesse modalità potete ordinare quello per il Vietnam.
Sono in fase di preparazione i cd-rom Paese che vai… Ucraina e Colombia, chi fosse disponibile ad inviarci materiale per la loro redazione è
pregato di inviarlo alla sede all’attenzione di Perello Claudia.
Ê
I sig.ri
Via
.........................................................................................................................................................................................................
..............................................................................
Città
........................................................
C.A.P.
..............................................
Desiderano ricevere n° ............ copie
Ì CD ROM PAESE CHE VAI … NEPAL
Ì CD ROM PAESE CHE VAI … VIETNAM
Siamo disponibili a riconoscere ............................................................(*) per le spese di duplicazione e spedizione.
(* contributo minimo 25 Euro a copia).
Alleghiamo copia del pagamento avvenuto tramite:
Ì ricevuta c/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus Via San Maurizio, 6 - 10073 Cirié (TO)
Ì vaglia postale
Ì bonifico bancario su c/cn.81162 intestato a: NUCLEO ASSISTENZA ADOZIONE E AFFIDO - N.A.A.A.
CIN G ABI 03048 CAB 30380 BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO)
Firma
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.....................................................................................
Sostegno a distanza
“Ciao, mi chiamo Raju e vivo in Pakistan, nello Slum in
cui è situato il NEST con la mia famiglia ed i miei amici.
Ho tanti compagni di gioco che non possono venire a
scuola con me perché non hanno i soldi per poterci andare.. io sono fortunato perché una famiglia italiana mi sta aiutando a crescere anche dal punto di vista scolastico, grazie, vi
sarò per sempre riconoscente!”
Ecco cosa direbbe a noi tutti il bimbo pakistano sostenuto allo studio. Ricordo a tutte le famiglie che sia
in Nepal che in Pakistan possiamo sostenere con un minimo sforzo un bambino allo studio, pensiamoci, abbiamo la possibilità di aiutarli a costruirsi un FUTURO!
Accolgono sempre il vostro consenso i sostegni chirurgici in Perù, molti di voi stanno facendo il “bis”,
ossia ripetono il sostegno non appena ricevono le foto del precedente intervento, siamo contentissimi
dell’appoggio che date a questa iniziativa… continuate così.
Il signor Crippa è stato in Ucraina a far visita all’Associazione Pro Infanzia, ha presenziato alla consegna
periodica dei fondi inviati, ha visitato alcuni istituti e visto come vivono le
famiglie dei bambini che voi supportate, ha avuto modo di incontrare i
ragazzi ospitati nelle vacanze terapeutiche e quanti hanno trascorso le
vacanze sul Mar Nero in Ucraina e ci ha portato parecchia corrispondenza
che è stata inoltrata alle famiglie sostenitrici, il via vai di lettere ora è praticamente ininterrotto.
Anche dalla Polonia la corrispondenza ha assunto un flusso regolare ed
abbiamo recentemente ricevuto una dozzina di nuove segnalazioni di
minori da supportare in seno alla loro famiglia di origine.
Siamo certi che il periodo natalizio, con la grandezza dei cuori delle famiglie italiane, porterà a tanti di questi bambini l’aiuto che necessita loro.
Ricordo a tutte le famiglie di intrattenere la corrispondenza con il sostenuto, laddove possibile. Ricevo ancora tante, troppe lettere in cui i bambini
ed i loro parenti si lamentano della mancanza di notizie e foto da parte
della famiglia che li aiuta… ricordatevi che questo serve soprattutto a loro!
Non mi dilungo oltre, voglio fare a tutti voi i miei più sentiti auguri di un sereno Natale
e felice 2004 e vi ringrazio di cuore per tutto quello che state facendo per questi bambini.
Vi ricordo che il NAAA è una ONLUS (organizzazione non lucrativa di attività sociale)
pertanto, ai sensi dell'art. 13 del D.L. 460/97 ogni donazione a suo favore è detraibile
dalle imposte sino ad un massimo di 2.065,83 € per le persone fisiche ed è deducibile
fino al 2% del reddito d'impresa (o sino ad un massimo di €. 2.065,83) per le aziende.
Volete
appoggiare
uno dei
nostri progetti?
Chiunque necessiti di chiarimenti/informzioni
può contattarmi allo 335/5836011
o via e-mail [email protected]
I sostenitori...
Nepal
Sailesh Phuyal – 10 anni - sostenuto
da GONFIANTINI Maura
Rajani Rai – 7 anni – sostenuta da
NICOLETTI Teresa
PERGA Manuela
LEONARDUZZI M.Luisa
Supporteranno interventi chirurgici
di labbro leporino, piede torto o
palato fessurato in Perù
Polonia
Sochacka Patrjcia – 10 anni - sostenuta da POZZO Floriana
Ucraina
Mykhailuk Oksana – 16 anni – sostenuta da FODDIS Isabella
Scpilun Ganna – sostenuta da BARBIERI Riccarda
Bulba Oleksandr – 11 anni – sostenuto da FODDIS Antonio
Perù
ZAPPAVIGNA Franco e
SCAGLIONI Renata
ORGIU Roberto
RIZZI Marco
RICCHIUTI Deborah
ZERILLI Luigi e
Pakistan
Raju Kalidas – 10 anni – sostenuto
da CUSIN Anna
Usate i nostri c/c postale n. 39682109
intestato a: N.A.A.A. Onlus Via San
Maurizio, 6 10073 Cirié (TO), oppure il
c/c bancario intestato a: NUCLEO
ASSISTENZA ADOZIONE E AFFIDO N.A.A.A. C/c bancario n. 81162
BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di
Ciriè (TO) CIN G ABI 3048 CAB 30380
Vi ricordiamo che l’elargizione volontaria a Onlus può essere dedotta dalla
dichiarazione dei redditi per un
importo pari al 19%.
Un grazie di cuore
a tutti voi per la
vostra attenzione!
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Soc-Trang non deve morire
Due anni fa, più o meno in questo
periodo, solcavo il cancello dell'orfanotrofio di Soc Trang, a sud di Saigon,
sul delta del Mekong. Ricordo il cuore
in gola, le lacrime nell'abbracciare
Nicole, ricordo tutto, gli odori, la giungla, gli sguardi dei bambini.
Ora Soc Trang è in difficoltà, non
riesce più ad accogliere bambini e, a
fatica, mantiene una decina di bambini handicappati. Molti dei miei Amici,
come me, hanno Soc Trang nell'anima
e ci stiamo dando da fare per raccogliere fondi.
Natale è vicino. Allora Amici proviamo a far sorridere nuovamente dei
bambini, convertiamo alcuni regali per
i nostri cuccioli in un'offerta per Soc
Trang, provate a collegarvi al sito del
NAAA ed a cercare in "I nostri progetti di sostegno all'infanzia" troverete
foto e filmati ed una dettagliata richiesta per far rivivere Soc Trang.
Vorrei ringraziare Tutti coloro che
hanno già aderito da Mario Piccioni
(mio compagno di adozione in Viet
Nam) a Paola e Renato Carvin, ma
soprattutto la mitica Nonna Graziella,
la Mamma di Dado Pigoni e Nonna di
dall’estero...
Filastrocca
per orientarsi
Sette punti ho avuto in dono
Per capire dove sono
Sopra me c’è il cielo vuoto
Io cammino, ma non nuoto
Sotto me c’è il duro suolo
Io cammino, ma non volo
Alla destra la mia mamma
A sinistra il mio papà
Dietro a me ciò che era prima
Avanti a me ciò che sarà
sopra e sotto, un lato e l’altro
Dietro e avanti il mondo è mio
Ma dov’è il settimo punto?
Aiutate Ingrid a scrivere il finale.
Grazie.
Enrico Girardi
E’ nel centro: sono io
Vietnam... per non dimenticarci di loro
Dal recente viaggio effettuato a settembre
dal Presidente in questo Paese a cui molti di
noi sono legati sono arrivate notizie tutt’altro che rassicuranti sullo stato degli istituti e
dei loro piccoli ospiti. Molti di voi si portano
nel cuore un pezzetto di quelle istituzioni
che hanno ospitato i vostri figli… ebbene ora
hanno bisogno del nostro aiuto.
Sulla maggior parte di istituti, dal nord al
sud, visitati da Ingrid, quello che manca
sono i fondi per le primarie necessità dei
bambini (acquisto alimenti, visite mediche,
materiale igienico sanitario, assunzione personale per il seguimento dei più piccini). In
alcune strutture sono venute a mancare le
condizioni igieniche sanitarie minime.
Abbiamo quindi costituito una task force di
aiuti per cercare di soddisfare le esigenze
riscontrate e chiediamo il
vostro contributo per
permetterci di aiutare,
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Mattia e di Tutti i nostri Chicchi, che ha
raccolto da sola una somma notevole.
Nelle stanze azzurre di Soc Trang, sulle
piastrelle verdi e bianche delle camerate di Soc Trang, corrono foglie secche. Le grida dei bambini, l'allegria del
pranzo, sono sparite nell'acquazzone
del tardo pomeriggio.
I vialetti tra i bassi fabbricati regalano
ombra ad un paio di cani sonnacchiosi; non ci sono giocattoli sparsi a terra
o signorine che urlano di scendere da
quell'albero, solo foglie, foglie secche.
File di lettini scrostati, vuoti.
Ho un sogno, un grande sogno ma,
soprattutto, so di avere tanti Amici,
so che mi leggeranno tanti Genitori di
cuore. Aiutiamo Soc Trang a rinascere,
riportiamo la confusione in quei vialetti, spazziamo via le foglie secche, facciamo rivivere quei lettini bianchi-ruggine.
Ho una foto di Nicole, a dieci mesi in
piedi in uno di quei lettini, quella
foto mi ha donato la forza dell'attesa,
la consapevolezza della paternità.
Nelle stanze azzurre di Soc Trang, sulle
piastrelle verdi e bianche.........."
dall’interno...
per quanto possibile, questi istituti a non
chiudere le loro porte in attesa che le adozioni possano ripartire.
Gli istituti che hanno chiesto la nostra collaborazione e le attività che andiamo a supportare sono qui brevemente elencati, per
un dettaglio maggiore vi rimandiamo al
nostro sito internet:
lo stato vietnamita sopperisce con una quota
pro-capite insufficiente) 267 € mensili
Vung Tau
- costo acquisto alimentazione completa per
90 bambini € 1080 mensili
- acquisto attrezzi per la cucina e le bici per
i bambini che vanno a scuola € 2500
www.naaa.it/nostre_iniziative.htm.
Thay Nguyen
- fondi per la colazione di 100 bambini: 400
€ mensili
- sostegno per 30 orfani grandicelli che sono
anche ottimi studenti: 300 €/anno per ogni
minore
- fondi per le cure e l'acquisto di latte in polvere Formula per 10 bambini che verranno
ospitati in famiglie anzichè nelle strutture
dell'istituto: 600 €/mese (in
questa cifra sono inclusi
Soc Trang
- Fondi per la riapertura di n. 2 sale (attualmente chiuse) che prevedono anche lavori
di manutenzione ordinaria della struttura €
3.500
- Fondi per il completamento del mantenimento dei bambini ivi ospitati (attualmente
continua...
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... segue:
oltre al latte in polvere Formula anche i salari delle badanti e le cure mediche che si rendono necessarie)
o Fondi per rinnovare la zona pranzo, cucina
e camere per i bambini portatori di handicap: 6000 €
Lang Son
- Acquisto cancelleria, attrezzi educativi per
46 bambini € 920
- Supporto spese della colazione per 65
minori € 650 mensili
Vietnam... per non dimenticarci di loro
Ba Ria
- Alimenti per una colazione più adeguata
€138 mensili
- Fornitura di frutta e yogurt due volte alla
settimana € 37 mensili
- Medicinali per assistenza sanitaria € 46
mensili
- Acquisto attrezzatura per formazione sartoriale per i bambini più grandi € 86 mensili
- Salario di n. 2 insegnanti € 46 mensili
- Acquisto pullmino a 16 posti (il centro è
distante dal centro della città quindi c’è
bisogno di un mezzo di trasporto a 4
ruote) € 4.606
Questi sono gli istituti su cui il NAAA si è
impegnata ad operare e con cui gli accordi
formali sono stati siglati tra il NAAA e le
autorità vietnamite. Come molti di voi noteranno non vi è incluso il Cau Giay, ciò perché
gli accordi sono ancora in corso di definizione al momento di redazione di questa edizione del giornalino.
Chi volesse contribuire alla raccolta fondi ed
avesse delle idee in merito è pregato di
mettersi in contatto con noi, stiamo lavorando per completare al più presto il sito internet documentando (ove possibile) la situazione con immagini.
Pakistan... notizie dal Nest
In questo periodo abbiamo avuto l’alluvione
a Karachi e il Nest è stato chiuso per tutto il
mese di Luglio quando abbiamo approfittato anche per fare le vacanze. Visto che la
Per la prima volta abbiamo potuto partecipare della festa del NAAA con alcuni prodotti
fatti dai Pakistani e dagli Afgani, speriamo
che siano stati graditi.
Adesso vi aggiorniamo dandovi qualche
notizie dei vari settori:
Sede del Nest si trova vicino al fiume Layari,
le acque ci hanno causato tanti danni
distruggendo alcuni dei nostri pochi mobili.
Per un bel po’ di giorni la casa è stata sommersa di circa 30 centimetri.
SCUOLA DEL NEST
Tanti bambini hanno delle grosse difficoltà a
venire a scuola (perchè abitano lontano o
perchè i mezzi di trasporto sono troppo
costosi per loro). Iniziamo a sentire la necessità di un piccolo pulmino sia per il trasporto dei bambini che frequentano la scuola che
per portare gli ammalati in ospedale. Certo è
che l’acquisto della casa è per noi ora di
importanza primaria
Dopo l’alluvione e le vacanze 27 bambini
non sono più ritornati alla scuola, così abbiamo aperto le nuove ammissioni e adesso
abbiamo nuovamente 70 bambini nelle due
piccole classi, abbiamo inoltre istituito una
classe per l’alfabetizzazione degli adulti che
adesso conta 9 ragazze, e sta andando
molto bene. Loro sono felicissime di aver
trovato un posto dove possono imparare
almeno a leggere e a scrivere.
di Marines Cardoso da Silva
SCUOLA PUBBLICA
Oltre che l’aiuto ai bambini e alle loro famiglie attraverso il sostegno a distanza abbiamo fatto le richieste per ottenere degli aiuti
per le borse di studio e questo sicuramente
sarà di grande vantaggio per noi (se avremo
collaborazione) perchè ci darà la possibilità
di mettere un numero sempre maggiore di
bambini nella scuola pubblica. Ora ne abbiamo inseriti 20 con dei risultati che vanno ben
oltre le nostre previsioni.
Apprendo da Vanna che il progetto di sostegno allo studio non sembra convincere i
sostenitori NAAA e la cosa mi fa molto dispiacere perché non è semplice qui la vita
senza saper né leggere né scrivere, che futuro potranno avere tutte questi bambini?
Rimarranno sempre in una condizione economica e sociale che farà si che tutti se ne
possano approfittare.
Ringraziamo...
Ecco i progetti che avete deciso di sostenere. Siete sempre in tanti e vi ringraziamo di cuore per la fiducia riposta nel nostro
operato all’estero.
- un Aiuto per Soc-Trang riceve l’aiuto di: AGUZZI Enrica, AIMONE Lorenza, BERTELLE Carla, BERTELLE Federico, BERTON Marco,
BETHAZ Laura, BIGNARDI Ercole, BIONDI Giuseppe, BRUSATORE Italo, Fam. CARVIN - BELLINI, Sig. CAVALLONE Giulio,CIANCIO
Salvatore, CONZADORI Adriano, DEL PIANO Ginetto, DERRICO Domenico, Fam. DI SALVATORE - BALDI, FINUCCI Domenico, Sig.ra GENTILINI Ilaria, Sig. GIRARDI Enrico, GOLZIO Emanuela, GORLA Orietta, il GRUPPO DI AMICI PARMA E REGGIO, MANDELLI Angela,
MASCETTI Vincenzo, NICOLARI Daniela, PESCHIAROLI Laura, Fam PICCIONI VAILETTI, PIGONI Daniele, PIGONI Giampaolo, PRELLE
Monica, RENACCO Romina, fam. ROSINA FERRARI, SALUSSOLIA Vittorio, SCALA Loredana, TAPPERO Domenico, TRIPPA Fabio, VICARI
Rosita, Fam. ZANLARI – BIANCHI, ZINGALE Franca
Anche i fondi raccolti in occasione del battesimo di Tuan ROMOLI sono stati destinati a questo progetto.
- Al sostegno del Cau Giay hanno partecipato CONFESSORE Caterina, fam. GUARDAMAGNA DELL’ACQUA, MALTESE E., PERI Giovanni,
fam PIERONI ROSSI, fam RONCHI MANICK
- Il progetto di sostegno all’istituto 1 de Majo a Maputo in Mozambico ha visto il sostegno di BARRA Pino
- Il progetto Priluky ha visto il sostegno di POLLEGGIONI Loredano
- Il progetto Nest in Pakistan vede il sostegno di PERI Giovanni
- Un ringraziamento al negozio Lella Mode di Costigliole d’Asti e a tutte quelle persone che stanno facendo tanti sforzi per portare le
nostre iniziative ed i nostri progetti nel loro ambiente lavorativo.
Grazie ancora a tutte quelle famiglie che arrivano per i corsi o gli incontri sempre con le mani piene ed a tutte le famiglie che raccolgono abiti, medicinali, giocattoli e quant’altro da spedire ai nostri istituti all’estero.
Grazie a tutti di cuore!
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S rivati...
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dall Colombia
Ed eccovi i primi arrivi da questo meraviglioso Paese:
- Con Marco e Barbara BIANCHI è arrivata
Angela Maria L
- A casa di Daniela e Bruno GIORDANO è
arrivato Jacob L
- Tris per la famiglia SANTARELLO che sono
rientrati con Claudia Patricia n, Carlos
Sandres n e John Jairo n
dal Pakistan
- la famiglia ECK è stata allietata dall’arrivo di
Angeline Eva n
dal Russia
Ad allietare Ileana e Sergio GRIVA è arrivata
Tatiana ;
Guardate questi piccoli bambini ed aiutateli
a crescere in un modo migliore!
DISPENSARIO MEDICO
Aumenta sempre di più il numero di pazienti che arrivano al Nest per curarsi di malattie
gravi. Eccovi alcuni esempi:
- Sr. Parwez Bhatti: E’ padre di 5 figli e in
situazione di povertà estrema per via di una
lunga malattia che lui pensava che fosse la
tubercolosi, malattia molto comune in
Pakistan. All’inizio ha cercato di curarsi in un
dispensario con un medico finto che gli
prendeva solo i soldi e i risultati erano quasi
nulli.. L’abbiamo mandato in un buon ospedale e gli hanno diagnosticato intossicazione
ai polmoni per via della nicotina ma soprattutto per l’inquinamento della città di
Karachi. Dopo il trattamento sta molto
meglio.
- Sr. Chaman Parbo: Ha avuto una brutta
infezione cutanea che gli impediva anche di
camminare, non poteva più lavorare e la
moglie lo ha abbandonato. Il nostro Centro
ha pagato l’ospedale e ha aiutato la famiglia
a mettersi nuovamente insieme, li abbiamo
aiutati anche a ricostruire la loro capanna
che era distrutta. Adesso sono di nuovo
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L'istituto Mladen Antonov si trova nella provincia di Pleven, una regione a 170 km a
nord ovest di Sofia. La città di Pleven è una
delle città più grandi della Bulgaria con un
passato storico di una certa importanza
dovuto soprattutto alla guerra di cinque
mesi nel 1877-78 che ebbe come risultato la
liberazione della Bulgaria dal dominio ottomano durato per 500 anni.
L'intervento in questo istituto prevede la
nostra presenza in due aree diverse:
- rifacimento di parte dell'istituto e riparazione dei mezzi di trasporto
- acquisizione di mezzi per attrezzare una
sala per lo sviluppo fisico e psicomotorio dei
bambini
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insieme con i loro due bambini e sono contenti.
- Sra. Philomena Samuel: Aveva una seria
infezione ginecologica da tantissimo tempo
che pensava che fosse il cancro. Il suo marito era senza lavoro e ha cercato il Nest per
chiedere aiuto. L’abbiamo mandata in un
ospedale ginecologico e lì sono intervenuti
chirurgicamente.
- Sra. Shanti Rai Chand: E’ stata picchiata
dagli suoceri quando era incinta e ha perso il
bambino. Ha avuto una forte emoraggia e
siccome il sangue non si fermava l’abbiamo
mandata in ospedale e adesso sta bene.
- Sra. Amarvati Hira: suo marito è arrivato a
casa drogato e l’ha forzata a bere una bevanda avvelenata. L’abbiamo mandata subito in
ospedale e li è rimasta per due giorni. Dopo
un mese ha dovuto continuare il trattamento perchè il veleno ha lasciato delle conseguenze. Ora sta molto meglio.
Sr. Panju Ram: è venuto da un villaggio lontanissimo per curarsi una gamba dopo un
incidente nei campi. Il medico in ospedale
gli ha dato gli antibiotici e adesso viene ogni
giorno nel dispensario per rifare le medicazioni e la bendatura.
Ucraina
- Fiorella e Giampiero LURAGO sono stati
allietati dall’arrivo di Stefano ;
- A casa di Camilla e Mauro TEANI è arrivato Filippo L
dal Nepal
- con Paola e Dimitri ADAMO è arrivata una
femminuccia di nome Rabina Sharma
- Agnese e Alberto ALTIERI sono rientrati
con il piccolo Ajit ;
- Nadia e Claudio CATTANEO sono stati allietati dall’arrivo di una femminuccia di nome
Hema Bista n
- Anna e Mauro CROCI sono ora con il piccolo Milan Lama ;
- Nadia e Antonio PARINI sono arrivati con
un maschietto di nome Mithun Lama L
L infante
; età prescolare
n età scolare
nvenuti!
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Bulgaria: Progetto di Sostegno
dell’Istituto Mladen Antonov
nella provincia di Pleven
Ripristino dell’istituto
Si rende necessario un intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria di una porzione dell'istituto e dei mezzi di trasporto
per garantire la possibilità di escursioni e di
movimento con l'autobus di proprietà dell'istituto.
Le attività da realizzare sono le seguenti:
- lavori di ripristino e ricostruzione delle
camere da letto tramite il rifacimento dell'intonaco, la tinteggiatura delle pareti e la riparazione del pavimento e dei letti
- riparazione dell'autobus di proprietà dell'istituto
- riparazione dell'impianto idraulico, rubinetti, docce e canalizzazione.
Risultati ottenibili con questo intervento
- miglioramento del modo di vita e della
struttura che ospita i bambini
- arricchimento delle idee e dell'esperienza
dei bambini
- possibilità di effettuare attività di svago
durante il tempo libero
Somma necessaria 2500 Euro che permetterà
- la ricostruzione delle camere da letto
- l'acquisto di vernici, cemento, gesso, carta
da parati
- di pagare la mano d'opera per la ricostruzione
- la sostituzione dei tubi dell'impianto idrico,
delle docce, dei rubinetti
dall’estero...
Bulgaria: Progetto di Sostegno dell’Istituto
Mladen Antonov nella provincia di Pleven
... segue:
- la riparazione dell'autobus
- la riparazione dell'idroforo
Sala polivalente psicomotoria
I bambini ospitati hanno necessità di un
aiuto nello sviluppo armonico della psicomotricità. Chi ha visitato gli istituti nei paesi
dell’est si è reso conto che molti bambini
hanno problemi legati al poco movimento.
L’intervento che vi sottoponiamo mira quindi al rinforzo dello sviluppo psicomotorio,
onde stimolare lo sviluppo neuropsichico,
somatico e vocale dei bambini, a fare si che
i bambini possano formarsi, dal punto di
vista motorio, tramite movimenti adeguati
(cammino, corsa, salto, cammino a carponi)
per fare si che anche il sistema nervoso
venga influenzato in modo benefico.
Attraverso l’effettuazione di esercizi con lo
scopo specifico si verrebbero a rinforzare i
muscoli del collo e degli arti, verrebbe sti-
.
.
.
o
r
e
t
s
e
’
l
l
a
d
molato il coordinamento dei movimenti, l’equilibrio e impostata una giusta postura. La
struttura sarebbe quindi in grado di effettuare fisioterapia su bambini portatori di handicap e giochi psicomotori su indicazioni specifiche date dalle fisioterapiste.
Risultati ottenibili
- miglioramento dell'attività psicomotoria
- superamento dei movimenti inabili e non
coordinati
- formazione di abilità di orientamento nello
spazio, capacità di organizzarsi, autonomia e
passaggio da una attività ad un'altra
- occupazione sistematica con esercizi fisici
che rinforzano la salute dei bambini dell'istituto
- sviluppo delle qualità personali dei bambini, autonomia, attività, comportamento di
valutazione
- influenza sulle correlazioni fra i processi eccitanti e trattenenti nella corteccia celebrale
- partecipazione di massa alle attività di
gruppo dei bambini
La struttura sarà in grado di ospitare 60
bambini in età prescolare ed 80 in età scolare
La somma prevede quindi l’acquisto di sussidi per l'attrezzatura di una sala per lo sviluppo fisico, psicomotorio e correttivo dei
bambini
Somma necessaria 2500 Euro
Qualora la cifra raccolta superasse la quota
necessaria per l'acquisto dell'attrezzatura per
la sala di psicomotricità, devolveremo l’eccedente a sostegno dell’istituto stesso.
Se volete appoggiare questo progetto
siete pregati di indicare la causale BULGARIA-MLADEN ANTONOV nei vostri versamenti.
Kathmandu, Nepal: Ampliamento scuola
Nirvana Boarding School, Kathmandu
Vi riproponiamo questo progetto perché
riteniamo che l’educazione scolastica sia
uno dei punti in cui la società moderna deve
agire per il futuro di ogni Paese.
Questo progetto sarà seguito in loco dal
nostro referente Sanu, che molti di voi
conoscono. Chi di voi si troverà a viaggiare
in quello splendido Paese potrà chiedere a
Sanu di visitare, durante il periodo scolastico, la scuola, di conoscere il personale
docente ed eventualmente di conoscere il
bambino supportato allo studio dalla famiglia tramite il sostegno a distanza.
In Nepal il governo conduce una politica
piuttosto libera sulla privatizzazione in vari
settori dell’economia. Il settore dell’istruzione è uno dei campi dove la privatizzazione
sta crescendo fondando e costruendo diverse scuole nel Paese, al fine di fornire un’educazione migliore e di qualità.
Il Collegio Nirwana fu fondato nel 2052 B.S.
nel quartiere VDC no. 5 di Goldhunga nel
distretto di Kathmandu. La scuola è situata
ad appena 5 km da Kathmandu dove finisce
la foresta di Nagarjun. La scuola fu fondata
al fine di fornire servizi scolastici di qualità
alla Comunità locale di Goldhunga VDC.
La scuola ha ora 7 classi e sta pensando di
arrivare gradualmente fino a 10 classi. Gli
insegnanti presenti sono undici, compreso
un preside.
Il principale obiettivo della scuola è quello
di fornire servizi scolastici di qualità nonché
sviluppo della personalità e della carriera
degli studenti della comunità.
Nello specifico:
- fornire istruzione migliore e di qualità agli
studenti della comunità
- sviluppare l’educazione ambientale nelle
scuole e fuori dalle scuole.
- assistere la gente povera fornendo loro
borse di studio a scuola
- sviluppare le generali capacità intellettive
e sportive degli studenti.
- formare studenti migliori e di qualità che
saranno i futuri bravi studenti e le ottime
persone della comunità.
La scuola è diretta da persone esperte e
professionali, gli insegnanti nominati hanno
una dimostrata esperienza e qualifica educativa di base.
La scuola svilupperà strutture per lo sport
ed un curriculum extra per gli studenti della
scuola. Le strutture per i giochi all’aperto od
al chiuso saranno allestite nei locali scolastici. La pallavolo, il tennistavolo, il badminton
ed il basket saranno organizzati a parte, così
come il curriculum extra; saranno organizzati dibattiti, quiz e diverse competizioni.
Il programma di borsa di studio è previsto
per i bambini più intelligenti nonchè con la
votazione più alta. La Borsa di Studio completa verrà fornita a 5 studenti della comunità povera.
Ogni anno verrà organizzato uno stage di
studio specifico per uno scambio culturale
anche con altre scuole.
Tra le attività scolastiche è inclusa la partecipazione ad eventi nazionali come il Giorno
dei Bambini del Nepal, il
Giorno
dell’Istruzione ed altre manifestazioni.
La scuola contribuirà allo sviluppo del lavoro della comunità a livello locale.
Programmi di carattere ambientale come la
pulizia delle cisterne per l’acqua, delle strade e delle zone comuni saranno messi in
atto con la partecipazione degli studenti.
La scuola sta operando grazie alle sue proprie risorse perché le quote sono le risorse
principali per l’operatività della scuola. Le
quote sono simboliche per gli studenti della
comunità che sono in grado di pagare e le
persone con un basso reddito hanno
comunque l’opportunità di imparare a leggere a scuola.
Le necessità economiche della scuola sono
atte a ricoprire il costo degli insegnanti e
dello staff scolastico e per provvedere
all’acquisto di materiale scolastico (libri,
cancelleria, colori, penne, matite e quant’altro necessario). Il costo annuale sostenuto
dalla scuola per gli stipendi ammonta a
10.900 € circa mentre le spese per il materiale scolastico incidono per un importo pari
a 7.800 €.
Chi di voi dovesse recarsi in Nepal per viaggio di piacere, per trekking, per adozione
può liberamente andare a visitare la scuola,
il nostro referente locale sarà molto contento di accompagnarvi, potrete constatare di
persona le reali necessità della scuola.
Nel contempo la scuola ci ha reso disponibili parecchie schede di bambini e bambine
per il sostegno allo studio, (vedi sostegno a
distanza). Con 150 € annuali potete sostenere la crescita scolastica di un minore
bisognoso presso questa scuola e vi verranno inviate annualmente le schede sui progressi scolastici effettuati dal sostenuto. Chi
di voi fosse interessato a sostenere allo studio uno di questi bambini è pregato di utilizzare il modulo inserito alla fine di questa
pubblicazione.
Se desiderate
appoggiare questo
progetto mettete
nella causale:
NIRVANA SCHOOL
E’ Natale...i
siamo tutt
più buoni!
7
Diari di viaggio...
Siete in molti a scrivere delle vostre attese, delle vostre speranze, dei
vostri tanto sospirati viaggi nel paese che ha dato i natali a vostri figli… ma
dopo? Sono pochi quelli che scrivono del loro rapporto con il figlio dopo
il rientro, degli eventuali problemini riscontrati, delle grandi gioie che vi
danno quando iniziano ad andare all’asilo, dei loro rapporti con i coetanei. Sono ormai parecchie le famiglie che hanno bambini grandicelli che
hanno iniziato a porsi ed a porvi delle domande che talvolta ci colgono di
sorpresa o non proprio preparati.
Proviamo a spiegare come si sente una mamma quando il proprio bambino incomincia ad allontanarsi? E quali confidenze raccoglie il papà?
Scriveteci anche questo tipo di storie, possono essere di aiuto a chi ancora deve percorrere questa strada, così come i vostri “diari di viaggio” aiutano e donano speranza a chi è ancora al palo in attesa.
VIAGGIO IN VIETNAM
Fam. Zaccagnino Gusmeroli
Ci siamo sposati nel luglio del 1992 e nel
gennaio del 2000 abbiamo presentato la
dichiarazione di disponibilità al tribunale
dei minori di Milano. Dopo anni di vita di
coppia e di attesa di un figlio che non arrivava, ci è sembrata fosse una decisione
saggia che coglieva il nostro desiderio di
essere genitori con pieno entusiasmo.
Ottenuto il decreto abbiamo conosciuto il
NAAA attraverso una coppia di amici che
aveva percorso la nostra stessa esperienza e nel giugno del 2001 abbiamo iniziato con loro il nostro iter adottivo.
Avevamo conosciuto le storie di altre
coppie e avuto notizie sui paesi di destinazione per i quali avevamo dato la
nostra disponibilità. Poi, come sempre
accade, dopo alterne vicende, all’
improvviso, a metà ottobre del 2002 la
telefonata di Cinzia: disponibilità e partenza immediata per il Vietnam, 2 viaggi
di una settimana il primo e di 5 – 6 settimane il secondo a distanza di 1 – 2 mesi.
Abbiamo toccato il cielo con un dito,
dopo periodi di attese e di incertezze era
giunta la nostra occasione, da tanto
tempo attesa.
Due giorni dopo l’ abbinamento, abbiamo
nelle nostre mani una foto, piccola e sfocata, di una bambina di 4 anni appena
compiuti, ospitata in un orfanotrofio di
una provincia del Nord del paese: Lang
Son. Provincia nuova per le adozioni
anche per il NAAA. Siete in diversi, ci
viene detto, una decina di coppie su
quella provincia.
Non c’ è tempo da perdere : 10 giorni al
massimo per fare i documenti, il primo
viaggio è da farsi entro fine mese, le procedure del resto sono comunque da perfezionarsi in loco.
Ci siamo divisi i compiti, mia moglie
Marilena, si sarebbe dedicata soprattutto
ai documenti, io avrei fatto il primo viaggio ad Hanoi per una settimana, portando
con me la piccola foto di Tu, la nostra
bambina.
Dopo febbrili preparativi, la corsa per i
documenti, arriva il giorno della partenza:
25 Ottobre mattina dall’ aeroporto di
Malpensa, volo Thai Milano – Zurigo –
Bangok – Hanoi. Siamo arrivati ad Hanoi
in pratica 24 ore dopo, considerando 6
ore di fuso orario, a mezzogiorno.
Ci si conosce durante il viaggio con altre
8
coppie , siamo in 5. All’ arrivo ci sentiamo
e troviamo in un mondo lontano dal
nostro, nel tempo e nello spazio. Stanchi
del viaggio l’ atmosfera solare del
Vietnam ci rinfranca. Ci colpisce subito
all’arrivo. Ci circondano immediatamente
il calore delle persone, i loro sorrisi, il loro
candore, intuisci e percepisci la genuinità di una cultura diversa. Ne rimani coinvolto e stordito.
Siamo accolti all’ aeroporto Noi Bai di
Hanoi dai ragazzi dell’ Hotel Vieth Han
con mazzi di fiori per le signore. La temperatura intorno ai 30 gradi rende perfettamente l’ atmosfera estiva e per l’
appunto solare dell’ ambiente. Il tragitto
in pulmino dall’ aeroporto all’ albergo (35
km, 45 minuti), ci mostra il paesaggio,
la campagna, dalle mille tonalità di verde,
come recita una guida turistica, perfettamente coltivata e ordinata, i contadini nei
campi, le strade polverose e piene sino
all’ inverosimile di gente, di motorini,
biciclette, diposte in 7 - 8 file parallele.
Fa da sottofondo il rumore assordante,
continuo ma festoso dei clacson che ti
accompagna sempre dalle prime luci dell’
alba a sera inoltrata.
Sono le immagini e i rumori del Vietnam
che ti accolgono immediatamente all’
arrivo e che ti permettono di identificare
sin dall’ inizio il paese in cui sei arrivato.
Lo stupore e la meraviglia di essere in un
paese nuovo, inaspettato ma accogliente
e sereno ti accoglie e ti sorprende immediatamente.
L’albergo è moderno, nuovissimo, in una
strada del quartiere vecchio di Hanoi.
Porto addosso un po’ dell’ inquietudine
residua del viaggio, così improvviso.
E’solo la prima settimana, mi dico, altri in
quel momento sono già lì già con i loro
bambini al secondo viaggio. Ci sono cose,
documenti da sistemare e molte incertezze dovute ad una provincia Lang Son,
nuova per il NAAA e anche per le altre
associazioni, a 150 km a nord da Hanoi ai
confini con la Cina Meridionale.
Incontriamo la sera stessa il referente
Francesco e la moglie vietnamita Hang
con le famiglie destinate a Lang Son (10
in tutto alla fine) e con le altre destinate
alle altre province: Bac Kan, Thai Nguyen,
Nam Dinh, Hanoi ecc. Fraternizziamo.
Verifica dei documenti da presentare alle
autorità locali, breve ma incisiva presentazione della situazione paese da parte
del referente. Prossimo passo la formalizzazione innanzi al giudice locale, della
richiesta di adozione e incontro con la
bambina in istituto. Max 1 ora ci dice
Francesco.
La partenza per l’istituto di Lang Son
avviene alcuni giorni dopo. Partenza alle
6 del mattino, il 31 di ottobre, siamo 4
coppie. L’ istituto è distante 2 ore circa, ci
inoltriamo nella provincia montana a nord
di Hanoi. La strada è buona e scorrevole.
Arriviamo in istituto prima delle nove. Ci
accolgono con riservatezza e cortesia, ci
fanno accomodare in un locale, ci viene
offerto del tè. L’ emozione è grande non
sappiamo come si svolgerà il tutto, poi d’
improvviso, cominciano ad uno ad uno a
portarci i bambini accompagnati dalle
rispettive
“tata”
o
“didi”,
la
signora/ragazza che si occupa di loro in
istituto.
Tu, nostra figlia, arrivi per seconda,
accompagnata da una signora. Benchè
non faccia freddo, è molto coperta. Entra
nel locale, ha l’aria un po’ smarrita e
incerta, ma curiosa. Si guarda intorno.
E’ una delle due bambine grandi, gli altri
hanno tutti meno di un anno o poco più.
Rappresenta quindi un po’ una sopresa
anche per gli stessi operatori e per le altre
famiglie. E’ molto docile, si fa prendere in
braccio, silenziosa, le porgo un po’ di
cioccolata e di frutta che avevo portato
con me, li accetta con gusto. Si guarda
intorno, curiosa del nuovo ambiente e
delle persone che vede intorno a se.
Canticchia volentieri delle canzoncine
molto graziose su indicazione della
“tata”. Appare molto tranquilla, serena e
disponibile.
L’incontro trascorre, è inutile dirlo molto
molto in fretta, le lascio un orsacchiotto,
le foto mie e di mia moglie che conserverà con cura comprendendo che sono i
nuovi “mamma e papà” parole che impara a pronunciare, “Bo e me” in vietnamita
come le spiega la tata. Un bacio finale e
un abbraccio, termina l’incontro con la
certezza, sempre molto fideistica in questi casi, di ritrovarci appena possibile (1
mese?) per tornare con noi in Italia.
Ci rechiamo alla casa del popolo, dobbiamo attendere il pomeriggio perchè arrivi
il giudice impegnato altrove. Un po’ la
sorpresa di questa provincia è costituta
dagli adempimenti formali molto rigidi.
Ogni coppia presenta singolarmente la
propria documentazione al giudice, una
giovane donna, molto austera ma cortese, che ci interroga, grazie ad una interprete e registra le nostre risposte. Ci chiede delle nostre motivazioni dell’adozione, della scelta del paese, valuta la serietà delle nostre intenzioni. Il tutto dura 20
– 30 minuti in un clima formale, ma cordiale. Torniamo ad Hanoi e arriviamo in
albergo la sera.
... contina a pag 9...
...segue
La settimana trascorre senza intoppi particolari, qualche ansietà per la correttezza
e la tempestività dei documenti necessari
(alcuni da rifare), partiamo il 3 novembre
la domenica, dopo una settimana che ci
ha permesso di avere una visione, abbastanza da turisti, piuttosto accurata di
Hanoi, delle sue strade, dei ristoranti,
piuttosto che dei supermercati. Sono
informazioni pensiamo che potranno
essere utili in occasione del 2° viaggio (6
settimane) quando non sarà possibile
esplorare l’ambiente del tutto nuovo in
cui dovremo abitare con una bimba in
famiglia.
Torniamo tutti in Italia, racconto alla
moglie quanto posso, porto le foto, tantissime. Ora abbiamo la consapevolezza
che in Vietnam, in un istituto della provincia di Lang Son, c’è una bambina,
nostra figlia, che attende il nostro ritorno.
Non ci pensiamo, potrebbero accadere
tante cose, un documento sbagliato,
qualche evento non sotto il nostro controllo che possa interrompere il tutto.
Sappiamo che dobbiamo attendere, speriamo che avvenga tutto molto in fretta.
All’improvviso anche questa volta, qualcuno è contattato per il secondo viaggio.
Sappiamo che presto potrà toccare a noi,
speriamo prima di Natale, sarebbe un
Natale bellissimo. Per intanto fervono i
preparativi, la cameretta della bambina,
bisogna imbiancare, i nonni sono all’improvviso anch’essi molto preoccupati
(come farete 6 settimane in Vietnam?)
Tutti dubbi e incertezze che vengono
spazzati via da una telefonata: partite il 17
dicembre!!. Bene è l’ora! Finalmente!
Vuol dire che faremo Natale ad Hanoi con
nostra figlia!
Ci ritroviamo più o meno gli stessi del
primo viaggio sull’aereo, questa volta
volo Air France: Milano – Parigi – Bankok
– Hanoi. 24 ore di viaggio e siamo in
albergo al Nam Hai questa volta.
Siamo in tanti in Hanoi nei 3 alberghi scelti dal NAAA, circa 25 famiglie, tutte per
lo più al secondo viaggio. Si familarizza in
fretta con tutti, l’atmosfera è buona e
gradevole. Ci si supporta molto vicendevolmente. Dobbiamo solo aspettare a
questo punto di andare in istituto per la
cerimona del “dare e dell’avere” e da
quel momento potremo avere la nostra
piccola Tu con noi.
Passerà ancora una settimana poi il 22
dicembre Francesco ci comunica che il
primo gruppo delle famiglie di Lang Son,
tra cui noi, farà la cerimonia il giorno 24
dicembre: la vigila di Natale. Il giorno
non poteva essere scelto con più accuratezza.
Partiamo presto al mattino, le 6. E’ la
prima cerimonia che il NAAA fa in quella
provincia, non tutto è chiaro. Siamo 5
famiglie in pulmino.
La cerimonia è il momento, ci avevano
già spiegato, in cui si conclude l’iter legale dell’adozione secondo la legge vietnamita. Da quel momento in poi, secondo la
legge del Vietnam, la nostra bambina è
anche nostra figlia a tutti gli effetti.
La cerimonia è anche però dal punto di
vista emotivo, il momento in cui il bambino viene affidato alla nuova coppia e si
costituisce una nuova famiglia. E’ un
momento ufficiale e denso di contenuti: è
il momento dell’affidamento di un
Diari di viaggio...
bimbo/bimba vietnamita ad una coppia
straniera e rappresenta un impegno da
parte di tutti. E’ quindi anche un momento da celebrare, un momentio di festa.
Sono le 8 e mezza quando arriviamo,
siamo tutti molto tesi, non sappiamo
bene come si svolgerà la giornata ma l’
essere in 5 famiglie ci autosostiene.
La mattina passa incontrando i genitori
naturali dei bambini. Incontriamo e conosciamo i genitori e lo zio di Tu.
Comunichiamo con loro attraverso l’interprete. Sono momenti di forte commozione, abbiamo modo di apprezzare l’estrema serenità di spirito dei genitori. Ci raccontano della loro vita, della loro famiglia, spiegano i loro motivi e le loro situazioni (povertà estrema, situazioni familiari complesse) con la speranza/certezza di
assicurare alla loro bambina un futuro
migliore.
Ci riceve il giudice chiedendoci conferma
di quanto già dichiarato nel corso del
primo viaggio. Nel pomeriggio alle 14
inizia la cerimonia, arrivano i bambini
accompagnati dalle “tate “ o “didi”, arrivano i funzionari locali.
Tu è bellissima, vestita e pettinata per
benino, si avvicina subito a noi. Appare
tranquilla, incontra i suoi genitori naturali,
sta insieme con noi e con loro, mangia
dolci e cioccolatini, panettoni natalizi,
portati da noi tutti per l’occasione.
La cerimonia dura un paio d’ore. C’è il
momento formale della firma dei genitori
naturali e adottivi al termine ufficiale del
procedimento giuridico dell’adozione
vietnamita. C’è il discorso dei genitori
adottivi e dei genitori naturali, lo scambio
dei doni. Al temine i saluti, la commozione prende tutti. I nostri timori sino a quel
momento tenuti sotto controllo, si sciolgono in un abbraccio alla nostra piccola
Tu che viene a noi abbracciandoci e stringendoci a se.
E’ stata la giornata più bella e più difficile
per l’intensità delle emozioni vissute e
per la nostra difficoltà a intepretare usi e
costumi di un paese molto distante dal
nostro, per cultura e concezioni sociali e
religiose. Abbiamo ammirato l’estrema
serenità e consapevolezza del gesto compiuto dalle famiglie di orgine in una concezione molto fideistica della vita, frutto
della cultura sociale e religiosa propria
delle popolazioni vietnamite.
Siamo tornati molto provati in albergo a
sera. Tu ha dormito tutto il viaggio abbracciata a me. Si è svegliata all’arrivo.
Eravamo tutti attesi in albergo dalle altre
coppie. Tu è apparsa con noi nell’atrio, lo
sguardo un po’ incerto, si è guardata
intorno, ha visto le altre coppie e gli altri
bambini piccoli, poi è venuta via con noi
in camera serena e tranquilla. Ha dormito
tutta la notte.
E’ superfluo dire che per noi è stato il
Natale più bello della nostra vita. Tu si è
subito adattata a noi e noi a lei. Ha dormito bene, tutte le notti in mezzo a noi,
abbracciata alla mamma (guai ad allontanarsi un attimo o a girarle le spalle), stringendoci a sè.
La differenza di lingua non è stata assolutamente un limite, ci siamo intesi immediatamente. Si faceva intendere con una
immediatezza di contatto e di rapporto
straordinari.
Ci ha stupiti per la serenità, la gioia, l’allegria e la vivacità del suo essere, riempiendoci tutte le giornate successive.
Abbiamo costruito il nostro rapporto
insieme, giorno dopo giorno, istante
dopo istante.
I giorni successivi sono trascorsi rapidi,
molto più velocemente di quanto potessimo immaginare. Abbiamo girato per
Hanoi in lungo e in largo con la nostra
piccola Tu e con le altre coppie di amici.
Abbiamo capito da Tu i suoi gusti, apprezzato i cambiamenti anche alimentari (le
prime settimane mangiava solo pane e
frutta e a colazione il pho,una minestra di
pollo, con spaghetti di soia).
Il suo carattere di fondo è stato caratterizzato sin dall’inizio, passati i primi 2 giorni
di ambientamento, dall’allegria, dalle
corse ininterrotte nell’atrio dell’ albergo o
per le strade e i parchi della città, dalle
coccole ai bambini più piccoli di cui andava matta, tra lo sguardo stupito e un po’
preoccupato delle altre mamme. E infine
l’attaccamento a noi mamma e papà,
comunque voluti sempre entrambi insieme a lei ininterrottamente (mi è capitato
di dover andare alle postazioni Internet al
mattino presto prima che lei si svegliasse!!)
La parte, a questo punto puramente
amministrativa dell’iter adottivo, è stata a
dir poco secondaria se non fosse per la
necessità obbiettiva di cercar di fare le
cose in fretta per tornare al più presto in
Italia, per i motivi legati al lavoro e agli
impegni di ciascuno.
Abbiamo così fatto i documenti che ci
restavano da fare (autentiche e legalizzazioni dei documenti MOFA relativi all’adozione in Vetnam, passoporto di Tu, richiesta di Visto) per attendere poi l’autorizzazione all’ingresso da parte della CAI, il via
libera dell’ambasciata italiana di Hanoi,
dopo le verifiche fatte da parte di quest’ultima presso i ministeri degli interni e
della giustizia locali, l’incontro in ambasciata e finalmente il rilascio del Visto e la
partenza per il ritorno in Italia il 25
Gennaio.
Siamo stati in Vietnam 35 giorni, meno di
quanto c’era stato prospettato. Può essere considerato un periodo lungo e lo è se
rapportato alle esigenze personali legate
al lavoro e agli impegni di ciascuno. Lo è
9
...segue
anche in rapporto a molte lungaggini
burocratiche, se si pensa che dal 24
dicembre Tu è nostra figlia a tutti gli effetti per la legge Vietnamita ma per avere il
visto di ingresso in Italia è passato esattamente un altro mese.
Comunque è stato un periodo utilissimo
e necessario, almeno per noi, e direi
unico, per la possibilità offertaci di stare
insieme con nostra figlia per 35 giorni di
seguito, per conoscerci, per stare bene
insieme, per capire e aiutarla/aiutarci a
costituire una nuova famiglia. Se non fossimo stati insieme in Vietnam quel mese
con Tu, il distacco dal paese per lei e l’integrazione in Italia sarebbero stati molto
più difficili.
E’ stato poi un periodo bellissimo. Hanoi
è una città splendida per l’opportunità
unica di vivere in un contesto completamente diverso dal nostro. Le sue strade
piene di venditori ambulanti e di negozi,
posti in perimetri strettissimi, le donne
che vendono ogni genere di frutta e verdura, il lago Hoan Kiem, i supermercati, i
centri commerciali molto forniti e a costi
irrisori, le strade a tema del centro storico di Hanoi sono frammenti di immagini
che porteremo sempre con noi.
I vietnamiti sono persone molto semplici,
sempre in movimento, sorridenti nonostante la povertà evidente, sempre
dignitosissimi nello spirito e nel portamento. Pronti a darti un consiglio o una
carezza al tuo bambino, riconoscono i
bimbi dati in adozione e ne sono contenti. Baby Vietnam? ti dicono fermandoti
per strada, li accarezzano e giocano con
loro a ristorante o in albergo.
Rappresentano le immagini di una educazione dolce ma nel contempo austera che
danno ai loro bambini.
Il 25 gennaio siamo tornati eravamo contenti di questo e di tornare alla nostra
vita, ma abbiamo lasciato lì un pezzo di
noi in questo paese che è ormai anche il
nostro.
Ora che quello che sembrava un traguardo così difficile è stato raggiunto, ringraziamo Dio che ci ha permesso di realizzare il sogno della nostra vita.
Ringraziamo pure tante altre persone ed
amici che ci hanno sostenuto nei momenti in cui tutto sembrava così incerto, ringraziamo lo staff NAAA di Arconate, di
Ciriè e di Hanoi per l’appoggio, il sostegno, l’amicizia e la professionalità con la
quale si hanno seguito e sostenuto in
questo nostro grande viaggio.
Il viaggio è terminato, Tu è con noi in
Italia a Monza, parla italiano ormai in
maniera compiuta, gioca con i bambini
italiani, della sua età, si inserirà a scuola.
E’ molto cresciuta, quasi non riconosciamo più in lei la minuta bambina che ho
incontrato la mattina del 31 ottobre nell’orfanotrofio di Lang Son, ma il carattere
dolce e solare delle settimane trascorse
ad Hanoi è rimasto lo stesso.
Resterà con noi per sempre il ricordo di
un mese entusiasmante trascorso ad
Hanoi e il proposito, la voglia, la passione
di tornarci ancora.Chissà.
PURNIMA
Serena Pappagallo
Era metà luglio 2002 quando Giancarlo al
telefono ci disse “ma sì prenotatevi pure
10
Diari di viaggio...
le vostre vacanze tanto ormai fino a settembre non se ne farà più niente”...mai
previsione fu più “felicemente” sbagliata.
Ci siamo sposati nel 1995 e nell’aprile del
2000 abbiamo presentato domanda al
Tribunale dei Minori e finalmente un anno
dopo abbiamo avuto in mano il tanto
sospirato decreto. Per noi non c’era possibilità di errore, la nostra scelta era il
Nepal, addirittura il giudice nella sua relazione dopo averci sentiti così entusiasti e
desiderosi di adottare in Nepal, ha indicato questo nostro desiderio sul decreto!!!
Dopo il primo incontro ad Aprile 2001 e
lo Zig-Zag a Giugno 2001, a Settembre
abbiamo consegnato i documenti per il
nostro paese e ad Ottobre abbiamo firmato la Guarantee Letter.
E’ iniziata così la nostra gravidanza vera e
propria, in cui sembrava che le doglie non
arrivassero mai, quando un bel giorno di
fine Luglio 2002, precisamente il 26,
mentre ci stanno montando la cameretta,
telefoniamo a Ciriè per augurare buone
vacanze. Tentiamo di parlare con Ferry ma
è occupato, quando ci passano Ingrid che
ci dice “ma noi i vostri numeri di telefono
li abbiamo?” “Sì perché?” “Perché siete
stati abbinati, attendiamo tutti i documenti”. Dopo esserci ripresi dall’emozione la cameretta di nostra figlia ci è sembrata ancora più bella. Al pomeriggio
telefona Flavia e ci dice che la partenza è
prevista per fine agosto e che si tratta
della Children’s Home. Il 29 Rino telefona
a Vito e gli comunica che la partenza è
stata spostata …a metà agosto. Il 2
Agosto finalmente ci mettiamo in viaggio
verso Ciriè con un’ansia tremenda dentro
ed una stanchezza infinita, visto che dalla
telefonata che ci annunciava l’abbinamento non abbiamo più dormito…
Arriviamo a Ciriè, 1 ora prima dell’inizio
del Paese che Vai e Cinzia ci fa salire e ci
consegna un foglio di carta con un nome,
una data di nascita ed una piccolissima
foto in bianco e nero, Purnima nata il
3/11/2001, ed è stranissimo come quel
foglio A4 con un nome, una data di nascita e una piccolissima foto in bianco e nero
ti riempia il cuore così prepotentemente,
con un’emozione così forte che è perfino
dolorosa, in quel momento senti che lei è
tua figlia a tutti gli effetti.
Il 14 Agosto ci troviamo all’aeroporto di
Malpensa con le altre coppie, 3 le avevamo già incontrate al Paese che Vai, 2 le
abbiamo conosciute lì , e la terza coppia,
che poi era solo il marito, lo abbiamo
perso, o meglio non sapevamo ci fosse
un’altra coppia e lo abbiamo proprio
dimenticato da solo all’aeroporto di
Kathmandu, ma fortunatamente una
guida che era lì conosceva Sanu (ma chi
non conosce Sanu??) e lo ha chiamato
così anche lui è riuscito ad arrivare allo
Shangri-Là.
Il 16 (compleanno di Vito e quale miglior
regalo poteva ricevere?) finalmente
(dopo un viaggio allucinante con dirottamento in Bangladesh colpa monsoni
nepalesi) saliamo tutti su un taxi per
andare prima a firmare dal sindaco e poi
alla Children’s Home.
Arrivati alla Children, noi eravamo sull’ul-
timo taxi e quando siamo scesi e siamo
entrati nel cortile gli altri erano già entrati
in una stanzetta a piano terra, quando
sentiamo dire dalla cognata di Tamatà
“Questa è Purnima”, bè Vito poverino era
pronto con macchina fotografica e telecamera per immortalare l’incontro ma non è
riuscito a stare dietro a quella mamma in
corsa che ha letteralmente calpestato tutti
gli altri per andare a prendere sua figlia.
Quel momento è terribilmente emozionante, solo chi ha provato la stessa cosa
può saperlo e anche descriverlo è difficile, ma in quel momento noi abbiamo
capito il significato di amore viscerale
perché è proprio dallo stomaco che ti
sale, e poi come si fa a non amare una
cucciola di 9 mesi che ti guarda seria seria
ed un po’ stranita con due occhioni neri
che cercano di capire chi sono quei due
signori con palloncini, bolle di sapone,
pupazzetti, un cavallino che suona, telecamera e macchina fotografica, che ti coccolano e sbaciucchiano in continuazione.
Adesso a distanza di mesi riguardando i
filmini si vede quanto anche lei fosse tesa
e nervosa nonostante fossimo riusciti a
strapparle i primi sorrisi.
Purnima stava abbastanza bene, aveva
un’infezione alle orecchie, causa buchi e
una crosta sul naso, tosse e moccio.
Da quel giorno, essendo in tanti, la
cognata di Tamatà ci portava tutti i giorni
i bambini in albergo dalle 11.00 alle
16.00 circa, quindi senza avere niente e
senza aspettarcelo, (siamo corsi tutti al
Supermercato Bat Bateni per comprare
tutto l’occorrente) ci siamo tutti ritrovati a
badare a tempo pieno (piscina, bagnetto,
cambi e mangiare) ai nostri bambini.
Siamo riusciti anche a visitare un po’ il
paese dei nostri figli nei due giorni che
non ci hanno portato i bambini e al pomeriggio quando li riportavano via e così
abbiamo visitato: Bhaktapur, Patan,
Durban
Square,
Swayambhunath,
Pashupatinah, Bodhanath, ovviamente il
Thamel, e alla sera eravamo quasi sempre
al Fire And Ice dalla Sig.ra Annamaria a
mangiare.
E’ stato sicuramente bellissimo, ma i
bambini probabilmente hanno sofferto
più del dovuto il rientro tutte le sere alla
Children, anche Purnima gli ultimi due
giorni piangeva quando venivano a prenderli, e vedere lei così e anche gli altri
bambini che volevano stare con i loro
genitori è stato veramente straziante.
L’ultimo giorno poi è stato veramente
bruttissimo, abbiamo cercato di essere
sereni di non farci vedere piangere da
Purnima, ma è stato impossibile dopo 10
giorni in cui siamo stati insieme, non
essere disperati tutti e tre. E così si torna
in Italia tutti con il cuore a pezzetti. Forza
Purnima torniamo PRESTISSIMO.
Intanto in Nepal rimane una coppia che
ha avuto la fortuna di passare subito in
commissione e quindi non tornano in
Italia ma rimangono lì con il loro bellissimo bambino.
Fortunatamente alla festa dell’associazione, Sanu, comunica a tutti, tranne ad una
coppia per problemi di documenti, che
saremmo ripartiti con lui il 27 settembre.
Sul pullman che ci riporta allo Shangrilà
stanchi ma sorridenti, a tutti sembra di
essere ritornati a casa, il rumore, l’inquinamento (Kathmandu è una delle città più
...segue
inquinate del mondo, seconda solo a
Città del Messico), e soprattutto gli odori,
i profumi che si sentono in giro, i colori,
la gente, i negozi.
Il giorno dopo, il 28 settembre, telefona
Sanu e comunica che i bambini stanno
arrivando, e così tutti ci piazziamo nella
hall dello Shangri-La, come facevamo
durante il primo viaggio quando aspettavamo i nostri bambini, ma questa volta
non verrà nessuno a riprenderseli al
pomeriggio. Alle 11 arriva il taxi con I
NOSTRI FIGLI, e quando riabbracciamo la
nostra piccola ci sembra di non averla mai
lasciata.
La prima notte la passiamo praticamente
in bianco a guardare nostra figlia che dormiva nel suo lettino, non sembrandoci
vero di avere finalmente riunito la famiglia.
Il giorno dopo arriva il bambino di un’altra coppia che si era aggiunta al nostro
gruppo.
Così tutte le famiglie si riuniscono e tra
grandi e piccoli ci ritroviamo in 21 (grazie
amici è stato bellissimo dividere tutto
questo con voi) e lo Shangri-Là diventa
un po’ italiano.
Nei 24 giorni successivi abbiamo buttato
le fondamenta della nostra famiglia ed il
tempo è trascorso tra piscina, passeggiate in Kathmandu, qualche giorno a
Pokhara, un pranzo ospiti a casa di Suria
Lama per festeggiare il Dasain e una festa
di compleanno con tanto di torta.
Purnima è attaccata come una “cozza”
alla mamma e lascia poco avvicinare il
papà, ma questo ce lo aspettavamo, è
simpatica e solare, gioca in piscina, gattona nel prato e sul tappeto della hall, mangia la pasta (in 24 giorni “ingrasserà” di
2,5 Kg), e ovviamente fa dei bei capriccetti.
Dopo 24 giorni, finalmente si torna a
casa, all’aeroporto di Kathmandu ci facciamo fare tutti insieme una foto da una
guardia e saliamo sull’aereo. Il 21 ottobre
arriviamo a Milano e fuori ad aspettarci
troviamo i nonni, Saona (la nostra lupa
bellissima e bravissima) la bisnonna, gli
zii, gli amici e finalmente andiamo a casa.
Sono passati 8 mesi dal nostro rientro in
Italia mentre scriviamo e Purnima è cresciuta, cammina, è attivissima, non sta
mai ferma, è una bambina bellissima, è
testona, permalosa e capricciosetta, esattamente come tutti i bambini della sua
età, va al nido e si è inserita benissimo.
Con mamma è ancora un po’ “cozza”, ci
sono giorni che si avvinghia e non la
molla più, e come tutte le femmine che si
rispettino comincia ad amare il suo papà.
Con la nostra cagnolona Saona va d’amore e d’accordo anche se a volte le fa qualche dispetto, ma lei paziente sopporta
(aspirerà alla prima santità canina).
Ma la cosa fondamentale e più importante e che E’ NOSTRA FIGLIA.
Mai, Fiore di ciliegio
Laura e Alberto Chiarini
Con il cuore in gola stavamo salendo le
scale dell’ospedale di Bac Kan. Dalle
poche parole della dottoressa Hong avevamo intuito che era arrivato il momento
tanto atteso e desiderato. Al primo piano
alcune infermiere ci accolgono e ci fanno
Diari di viaggio...
accomodare in una stanza. L’ambiente è
povero, ma dignitoso, pulito e luminoso.
Sediamo su una stuoia e l’atmosfera ha un
che di sacro. L’emozione è così forte che
nessuno dei due parla. Incrociamo lo
sguardo con la convinzione reciproca che
sta accadendo qualcosa di grande e di
unico. Sono da poco passate le 11.
Trascorrono alcuni lunghissimi minuti e
poi sulla porta appare una giovane infermiera sorridente con in braccio lei, Mai, il
viso dolcissimo racchiuso in una cuffietta.
E’ la nostra bimba! Mentre arrivano altre
infermiere e tutto intorno ci sono le loro
voci e chiacchiere, noi siamo senza parole dalla felicità; è così bella, è bellissima, è
così piccola e pare anche che scoppi di
salute... Non ci sembra vero d’averla tra
le nostre braccia!
Il tempo di scattare qualche fotografia ed
è già il momento di lasciarla. Rimettiamo
Mai nelle mani esperte delle infermiere e
con un nodo in gola ridiscendiamo le
scale. “She’ s beautiful!” dice la dottoressa Hong rompendo il silenzio mentre
l’auto si avvia. Si torna ad Hanoi.
E’ lunedì 5 agosto. Che giornata! Quante
emozioni! Siamo esausti, ma così felici!
Bac Kan! Un filo d’oro ci unisce e ci unirà
per sempre a Bac Kan! Oggi è una parte
del nostro cuore, è dove abbiamo incontrato nostra figlia... Fino a quattro giorni
prima non sapevamo nemmeno che esistesse. Era stato Rino ad Arconate la mattina del primo agosto a dirci “E’ una
bimba! Si chiama Mai! Ha due mesi! Si
trova a Bac Kan!” ed aveva indicato sulla
carta geografica un punto nel nord del
Vietnam, più o meno a metà strada tra
Hanoi e il confine con la Cina.
Questa emozionante avventura inizia nel
novembre 2000 quando abbiamo preso
la decisione di adottare un bimbo.
Uno dei nostri primi passi è stato quello
di informarci presso le varie associazioni
autorizzate. E’ stato così che siamo venuti in contatto con il Naaa. Tra le varie
nazioni che all’epoca ci furono presentate
per l’adozione ne abbiamo indicate alcune di nostra preferenza; tra queste il
Vietnam è quella che successivamente ci
è stata assegnata. Il 16 maggio del 2002
abbiamo seguito con molto interesse un
incontro presso la sede del Naaa e in questa occasione Cinzia ci ha detto che ci
sarebbero state novità “molto presto”
(dato che Ingrid era in quei giorni in
Vietnam). Con la speranza di quel “molto
presto” siamo tornati a casa felicissimi.
Poi è passato giugno, poi luglio... e abbiamo iniziato a pensare alle vacanze (ma chi
ne aveva voglia?). Quando ormai non ce
l’aspettavamo, il 24 luglio è arrivata la
splendida telefonata di Giancarlo: “C’è un
bimbo piccolo, non si sa ancora se
maschio o femmina. Bisogna partire subito e sono richiesti due viaggi”. Siamo
rimasti senza parole, esterrefatti! C’è un
bimbo per noi!
Siamo partiti il 2 agosto per Hanoi dove
siamo arrivati (senza valigie!!! ...sigh) nel
pomeriggio del giorno successivo.
Uscendo dall’aeroporto abbiamo subito
familiarizzato con il caldo e l’umidità al
95% di un paese tropicale nel mese di
agosto. A bordo di un van ed insieme alle
famiglie Lucchi e Grandi di Cesena siamo
stati trasportati fino all’hotel Claudia, nel
cuore del quartiere vecchio di Hanoi. Il
viaggio dall’aeroporto di Noibai verso
Hanoi resterà per noi indimenticabile. La
strada per chilometri e chilometri è circondata da verdissime risaie interrotte
qua e là da corsi d’acqua e da stagni.
Passato il lungo ponte sul fiume Rosso si
entra nei primi sobborghi della città. Qui i
nostri sensi sono stati immediatamente
calamitati dal traffico, dal rumore e dalla
quantità di moto e di persone per le strade. Muoversi a bordo di una delle poche
automobili è già di per sé un’avventura. Il
clacson è una parte essenziale dell’auto e
viene usato in continuazione per aprirsi
un varco nella fitta schiera di motociclisti.
I vietnamiti hanno un senso dell’equilibrio
davvero spiccato: si vedono infatti intere
famiglie di quattro persone muoversi nel
traffico a bordo di un’unica moto oppure
biciclette che trasportano oggetti di volume impensabile.
Troviamo l’hotel Claudia così come ce l’avevano descritto. Conosciamo Mrs. Thuy,
ovvero Mamma Claudia, davvero gentile.
E conosciamo subito Hang e Francesco, i
referenti del Naaa, ma soprattutto gli
indimenticabili angeli custodi di tutta la
nostra avventura in Vietnam. La serata è
allietata dalla loro compagnia, da quella
delle altre famiglie italiane e soprattutto
da una cena squisita che ci permette di
familiarizzare subito con l’ottima cucina
vietnamita.
5 agosto.
Alle 6 un’auto ci preleva davanti al
Claudia. Passiamo a prendere la dott.ssa
Hong e ci dirigiamo rapidamente verso
nord. Hanoi è già sveglia e il traffico è
intenso, molto intenso. Salendo in auto la
dott.ssa Hong ci dice che il viaggio sarà
lungo: da Hanoi a Bac Kan ci sono 170
km. Ci vorranno quattro interminabili ore
per percorrerli.
Rapidamente la città lascia spazio alla verdissima campagna. Qua e là si vedono
bufali d’acqua che sono i principali strumenti di lavoro. Spesso sul loro groppone ci sono simpaticissimi bimbi anche di
pochi anni. Oche e galline corrono liberamente ai bordi della strada popolata inizialmente da camion, pullman e motoci-
11
...segue
clette che, dopo Thai Nguyen, lasciano
via via il posto a biciclette e comunque ad
un traffico sempre più rado. Le montagne
si avvicinano e poco alla volta si sostituiscono alla pianura. Splendide e verdissime radure coltivate a riso si aprono a
destra e a sinistra della strada che si fa
sempre più tortuosa. Le coltivazioni sono
curate da uomini e donne anche di giovane età. In alcuni casi ci sono anche dei
bimbi che aiutano. Il viaggio è lunghissimo di per sé e l’emozione del nostro
primo incontro con Mai sembra farlo
durare un’eternità.
Giunti a Bac Kan ci fermiamo alla sede del
Comitato del Popolo per la firma di alcuni documenti e, successivamente, ci dirigiamo all’ospedale per l’incontro con la
nostra bimba.
Mai è nata a Cao Ky il 4 giugno 2002.
Dopo due giorni è stata lasciata all’ospedale di Bac Kan unitamente alla seguente
dichiarazione: “…Causa la nostra difficile
situazione economica e perché abbiamo
già tanti figli non possiamo crescere la
nuova bambina fino al raggiungimento
dell’età adulta. Abbiamo a lungo riflettuto
e deciso di fare questa domanda di affidamento all’Ospedale di Bac Kan affinchè
si prenda cura di lei e l’allevi; diamo inoltre procura all’Ospedale per affidare la
bambina ad una eventuale coppia adottiva… Speriamo per lei in un futuro radioso”. Non essendoci in zona alcun istituto
l’ospedale l’ha poi affidata temporaneamente ad una balia.
Dopo l’indimenticabile 5 agosto siamo
rimasti ad Hanoi un’altra settimana scoprendo un paese e un popolo meraviglioso. Abbiamo cercato di vedere più cose
possibile e soprattutto di osservare,
ascoltare, capire il popolo vietnamita che
da quel fatidico 5 agosto è diventato
anche un po’ il nostro popolo. Abbiamo
trascorso le nostre giornate passeggiando
per le strade di Hanoi, fermandoci qua e
là nei negozi e nei locali. La strada, più di
qualsiasi libro o guida, è un’autentica
scuola per chi vuole conoscere Hanoi, la
sua gente, la sua cultura. Lungo le strade
ci sono veri e propri negozi viaggianti
costruiti attorno ad una bicicletta ed al
suo conducente. Vengono trasportate le
cose più diverse e dalle dimensioni
impensabili: animali vivi, fiori, pesce,
armadi,… Le persone sono cordiali e sorridenti ed è normale essere fermati per
salutarti, per chiederti da dove vieni e per
fare due chiacchiere in inglese o in francese. Per conoscere di più la cultura vietnamita e la storia di questo popolo abbiamo visitato templi e pagode, il museo di
Ho Chi Minh, lo splendido Tempio della
Letteratura e il museo etnologico, preziosissima fonte di informazioni sulle etnie
del Vietnam. I 72 milioni di abitanti del
Vietnam provengono infatti da oltre 50
diverse etnie. Mai in particolare è di etnia
Dao, un’etnia che vive soprattutto nelle
zone montuose nel nord del Vietnam, ai
confini con il Laos, e conta circa 400 mila
persone.
Durante questo primo viaggio con Hang
e Francesco abbiamo effettuato una piacevole escursione a Tam Coc e a Hoa Lu,
e su loro consiglio ci siamo anche concessi una digressione al mare alla spettacolare baia di Halong nel nord del
Vietnam. Ne vale proprio la pena: lo spet-
12
Diari di viaggio...
tacolo è mozzafiato!
Il 13 agosto siamo ripartiti per l’Italia con
in cuore la speranza di tornare ad Hanoi
nell’arco di un paio di mesi per il secondo
e definitivo viaggio.
E così è stato. Il 22 settembre siamo di
nuovo in volo destinazione Vietnam. Con
noi viaggia anche Paola, nostra cugina,
che ha voluto condividere con noi questa
avventura.
Questa volta alloggiamo al confortevole
Nam Hai Hotel. Arrivati ad Hanoi pensavamo di potere andare subito a prendere
Mai, invece non tutti i documenti sono
pronti per cui siamo costretti ad un’altra
settimana “da turisti”. E’ un po’ difficile,
ma conviene mantenere i nervi saldi. Ne
approfittiamo per vedere un po’ di cose
nuove tra cui, da non perdere, le Pagode
Profumate, il luogo sacro del buddismo in
Vietnam.
30 settembre
E’ il grande giorno!
Alle prime luci del mattino lasciamo
Hanoi a bordo di uno spazioso van.
Davanti insieme all’autista siede la
dott.ssa Hong, poi Laura e Hang, poi
Paola e in fondo Alberto. Via veloci fino
all’aeroporto di Noi Bai, poi verso Thai
Nguyen e poi più lentamente su e giù per
la valle del Cau River fino a Bac Kan.
Qui presso la sede del Comitato del
Popolo si svolge la cerimonia del dare e
del ricevere.
Dopo alcuni minuti dal nostro arrivo, ecco
un’auto proveniente dall’ospedale. In
braccio ad un signora del Comitato del
Popolo arriva Mai! La bimba che per anni
è stata nei nostri cuori è finalmente con
noi. Mai ci è stata messa nelle braccia
vestita con una blusetta, un paio di braghette di tela e un berrettino con la visiera. I suoi occhi si muovono tutto attorno
cercando di cogliere qualsiasi cosa si
muova e dimostrando una grande capacità di osservazione. Da agosto è cresciuta
tantissimo. Non ha il pannolino e quelli
che noi abbiamo portato sono troppo piccoli.
E’ un’emozione talmente grande averla
nelle nostre braccia! Dopo quasi due anni
di attese, di sogni, di dubbi, di euforie,
siamo qui, nel nord del Vietnam, in questa sala del Comitato del Popolo dove i
rappresentanti del governo nella provincia stanno leggendo i loro discorsi….
Davanti alle autorità vietnamite Mai
diventa definitivamente nostra figlia!
L’atmosfera è formale, ma rilassata. Hang
ci traduce quanto viene detto, Paola scatta le fotografie di rito, Laura si coccola
Mai, Alberto con alcune brevi ed emozionate parole ringrazia tutti. Alla fine abbiamo festeggiato con spumante russo, torrone italiano e frutta vietnamita.
Alle 11.30 con la nostra piccola tra le
braccia siamo ripartiti per Hanoi, ma
soprattutto siamo partiti per un’avventura
tutta nuova: la prima pappa, il primo
bagnetto, il primo cambio, il primo pianto, la prima nanna, il primo risveglio…
Wow!
Ad Hanoi siamo rimasti altre cinque settimane. Un periodo lungo, ma non ci siamo
annoiati, tutt’altro. Sono stati i primi gior-
ni con Mai e già questo potrebbe bastare
per dire quanto siano stati importanti.
Abbiamo presto realizzato che i primi
giorni avrebbero potuto essere stressanti
e carichi di apprensività. Abbiamo così
cercato di aiutarci a mantenere il buon
umore, a sdrammatizzare le situazioni e
ad affrontare le difficoltà con un sorriso.
Mai è bravissima e ci ha senz’altro semplificato la vita. I primi giorni con lei sono
trascorsi velocissimi e sono stati un
tempo prezioso per imparare ad essere
mamma e papà, per imparare a volerle
bene e a far nascere momento dopo
momento un crescente senso di fiducia
reciproca.
Con la preziosa e impeccabile guida di
Hang e Francesco abbiamo sbrigato le
formalità burocratiche con le autorità.
Ma sono stati anche i giorni che ci hanno
permesso di vivere la città, di conoscere
un pezzo di Vietnam, di incontrare il
popolo vietnamita. Compatibilmente con
i tempi e i ritmi di Mai abbiamo cercato di
vivere questi primi giorni come se fossimo in vacanza, godendoci per quanto
possibile la vita di Hanoi e dei dintorni.
Dopo l’esperienza del primo viaggio in
agosto, Hanoi si è confermata una città
affascinante. Abbiamo fatto le nostre passeggiate attraverso il Quartiere Vecchio,
lungo l’Hoan Kiem Lake, al parco Lenin,
al West Lake, al bellissimo Long Bien
Bridge e in lungo e in largo per la città fermandoci a chiacchierare con le persone
che ti sorridono, indicano Mai nel passeggino esclamando “Vietnam baby!”, ti
chiedono notizie tue e della bimba. E’ evidente che il popolo vietnamita ama i
bambini, vogliono sapere tutto e sembrano soddisfatti che Mai abbia adesso una
famiglia. In auto siamo stati a Bat Trang
(villaggio della ceramica) e a Vien Phu
(villaggio della seta). Abbiamo scoperto
un popolo laborioso e accogliente, sempre pronto a salutarti e a sorriderti.
Abbiamo conosciuto meglio la loro storia,
la loro tenacia e abbiamo scoperto un
paese ricco di fascino e di mistero. Non ci
siamo mai sentiti a disagio o fuori posto,
anzi con Mai abbiamo avuto l’impressione che le attenzioni nei nostri confronti
fossero ancora di più.
Una piacevole sorpresa è stata il cibo.
Non abbiamo perso occasione di assaggiare la cucina vietnamita che è ottima e
varia. Abbiamo mangiato davvero bene.
Noodles, cha ca, spring rolls, pho, carne,
pesce, frutta, yogurt squisito... Restando
così a lungo ad Hanoi, in alcuni locali eravamo ormai di casa. Ricorderemo per
sempre l’Hanoi Garden, La Brique, Bia
Minh, il Ciao Cafè, che hanno ospitato le
nostre prime uscite con Mai e che ci
hanno accolto con la simpatia e la cordialità dei loro camerieri.
Papà Alberto è ripartito per l’Italia due
settimane prima per motivi di lavoro. E’
stato veramente difficile separarci mentre
stavamo vivendo un’esperienza così
intensa. “...ti confesso che il 14 ottobre
ho fatto il viaggio dal Nam Hai fino all'aeroporto con le lacrime agli occhi. Lasciavo
voi prima di tutto, ma ho lasciato anche
un posto e la sua gente che ancora oggi
mi sembra di vedere qui davanti.
Osservavo le moto, le biciclette e pensavo "è l'ultima volta che li vedo!" ...guardavo la campagna, i contadini, guardavo i
...segue
bufali e dicevo "è l'ultimo bufalo che
vedo". Sono stato incollato davanti alla
vetrata dell'aeroporto fino a quando non
ha fatto buio guardando le montagne in
lontananza e dicendomi "dietro quelle
montagne c'è Bac Kan, c'è Thai
Nguyen..."... mi sento felice, abbiamo vissuto una cosa grande, grandissima, e
questo mi fa sentire un po' strano dentro.
Forse è che non ci sei tu, non ci siete voi.
Magari quando arrivate sparisce tutto...
Ma forse è anche che ho visto un mondo
diverso, gente diversa... E mi ci sento
legato... E mi sento un po' in discussione.
Ho bisogno che tu sia qua per capire di
più, per aiutarmi a confrontarmi meglio
con la vita di tutti i giorni qui. Non so se
è Stella che diventa italiana o sono io che
divento vietnamita...”
Papà Alberto partiva, ma rimaneva nei
nostri cuori ...e poi avevamo la fortuna di
avere con noi nostra cugina Paola.
Abbiamo vissuto un’esperienza davvero
bella con lei ...ed è diventata la madrina
di Mai, anzi di Stella Mai. Abbiamo infatti
aggiunto il nome Stella per tante ragioni
...per la luce che questa bimba ha portato
nella nostra vita, ...come augurio di quel
futuro radioso scritto nella dichiarazione
con cui è stata lasciata in ospedale, ...per
quella stella gialla che è il simbolo del
Vietnam, ...
In assenza del papà a mamma Laura è
toccato l’ingrato compito di andare
dall’Ambasciatore. “Ero un po’ preoccupata perché sentendo le altre coppie mi
avevano un po’ allarmato. E’ stato invece
un
incontro
molto
cordiale.
L’Ambasciatore è stato gentilissimo.”
Erano presenti due papà seguiti da un’altra associazione (che non sapevano bene
cosa ci facevano lì, dato che erano appena arrivati in Vietnam e non avevano
ancora avuto il bimbo) e, nonostante ciò,
l’ambasciatore ha spiegato il motivo dell’incontro; poi è rimasta solo Laura per
proseguire l’accertamento delle varie fasi
dell’iter adottivo, dei costi, ecc.
L’ambasciatore ha parlato molto bene del
Naaa,
in
particolare
del
dott.
Giannitrapani e di sua moglie (Hang e
Francesco) che lavorano con correttezza e
molta professionalità. Laura è uscita dall’incontro molto contenta.
Il volo del rientro era stato previsto per il
28 ottobre. Nonostante un po’ di logica
apprensione tutti i documenti sono arrivati in tempo e così il giorno è stato confermato.
“Da un lato avevo voglia di tornare a casa
da Alberto... dall’altro avevo un nodo in
gola al pensiero di lasciare questo Paese,
questa gente, i nostri angeli custodi...
saremo per sempre grati a questo meraviglioso Paese che ci ha donato nostra
figlia, a Hang e Francesco (così preziosi!)
che abbiamo avuto modo di conoscere
ed apprezzare, alle giornate trascorse lì....
sono stati momenti magici, bellissimi,
emozioni impossibili da dimenticare vissute negli sguardi, nei colori, nei sapori,
nei paesaggi, ...” Anche adesso, a distanza di mesi, quando mostriamo le fotografie gli occhi si fanno lucidi, perchè il
nostro sogno è diventato realtà lì. Ci
siamo innamorati del Vietnam e siamo
orgogliosi di avere una figlia vietnamita.
Lasciamo l’hotel e ci guardiamo attorno.
E’ l’ultima volta! Facciamo il viaggio verso
l’aeroporto in silenzio. “Non mi sembra
Diari di viaggio...
vero. Osservo tutto con attenzione. Sono
felice: ho in braccio Stella Mai ed anche
lei guarda dal finestrino... Sono momenti
indimenticabili... c’è la consapevolezza
che sono gli ultimi momenti e cerco di
“fissare” tutto quanto vedo...”
Nonostante per il volo avessimo riservato
la culla, abbiamo la sgradita sorpresa di
vederci assegnare un posto con la culla
penzolante all’altezza del portabagagli in
una posizione scomodissima e impraticabile! Così Laura fa tutto il volo con Stella
Mai in braccio... è lungo ma tra una poppata e l’altra lei dorme un po’...
“Atterrando a Parigi mi emoziono: non mi
sembra vero, siamo a casa (anche se c’è
un altro aereo da prendere). Adesso
Stella Mai arriverà alla sua casa, attesa dal
papà, dai nonni, dagli amici e famigliari
che non vedono l’ora di abbracciarci. Mi
scendono delle lacrime di gioia perchè ho
la sensazione che è tutto meravigliosamente vero!”.
Chi mi ha dato la vita desidera per me un
domani radioso
...e così il mio nome è Stella.
E il mio nome è Mai, Fiore di Ciliegio,
e questo nome mi ricorderà per sempre
i colori della mia terra e la bellezza della
mia gente.
Una stella gialla in campo rosso è il simbolo del mio Paese
...e così il mio nome è Stella.
E il mio nome è Mai, Fiore di Ciliegio.
Così mi ha chiamato chi mi ha dato la vita,
e la dolcezza di questo nome mi legherà
per sempre a lei.
Nell’infinito Amore di Dio Padre
ho riempito di luce il cuore della mia
mamma e del mio papà
...e così il mio nome è Stella.
Tanti viaggi in uno
Paola Terrile e Giuseppe Virciglio
Quanti viaggi affronta una famiglia per
adottare un bimbo? I nostri sono stati
almeno tre. Del primo, quello che ci ha
portato fino al NAAA, ricordo le lunghe
attese, i momenti di riflessione, il progressivo definirsi, nella nostra mente, dell’immagine di un nuovo figlio. E nostra
figlia Greta che comincia anche lei ad
attendere il fratellino, con spontanea
gioia e con molte domande. Avverte lei
pure fin dall’inizio del percorso che la sua
vita cambierà, e non vede l’ora di conoscere questo suo fratello...
Il secondo viaggio inizia il giorno in cui
abbiamo messo per la prima volta piede
nella sede del NAAA a Ciriè: quel giorno,
senza essercelo detto prima, sia Giuseppe
che io esprimiamo ad alta voce la nostra
scelta per il Nepal. . Il Nepal...chissà
dov’è di preciso, ma ci evoca qualcosa di
misteriosamente lontano e vicino allo
stesso tempo...il mistero dell’adozione
inizia per noi a prendere forma. I mesi di
“viaggio”“ nel NAAA corrono veloci , tra
corsi, letture e la consolante sensazione
di un ambiente competente e caldo ,
pronto a guidarci verso il nuovo figlio.
Il terzo viaggio, quello in cui ci si è mossi
verso il “fuori”, inizia con una telefonata
dal NAAA a mio marito una mattina di
novembre. Lui mi richiama subito, al
lavoro “Tieniti forte... C’è l’abbinamento,
partiamo!”
E quando Cinzia, con il suo fare dolce e
sereno, da madre saggia e rassicurante, ci
racconta le
scarne notizie di lui e ci mostra una sfocatissima foto, io mi sento già in viaggio per
conoscerlo. Possiamo finalmente entrare,
timidamente, nel novero dei Genitori del
Mondo. A fine novembre si parte davvero, dopo un mese di corse per documenti, un mese vissuto nell’emozionata attesa di volare verso il Nepal ed il nostro
figlioletto.
Fine di novembre, aeroporto di
Malpensa, sera: mio marito, nostra figlia
Greta ed io in coda al check-in, voli internazionali. Il mondo si apre davanti a noi,
per la prima volta. L’emozione è forte,
durante la prima parte del volo: è notte,
ma nessuno di noi dorme veramente.La
seconda parte del volo, da Doha, si svolge di giorno, e siamo più rilassati; ci
godiamo soprattutto , quando l’aereo inizia a sorvolare il Nepal, lo splendore delle
montagne e delle colline verdi intorno a
Kathmandu.
Il Nepal, all’arrivo, ci travolge con le sue
contraddizioni, troppo diverso dal nostro
mondo per poter essere goduto subito. Il
fascino di odori e colori, lo schiaffo dell’estrema miseria, gli eccessi di rumori, l’atmosfera di intensa spiritualità, il caos di
una folla per strada, così diversa da noi...
La prima settimana ci muoviamo con cautela, abbiamo bisogno di tempo per familiarizzare col Paese, ma il suo indubbio
fascino ci spinge a girare per la città con
autentica, crescente curiosità.
Il Paese di nostro figlio!
Il secondo giorno Sanu, che immediatamente ci conquista col suo fare ruvido e
sensibile e con la sua grande umanità, ci
conduce alla Children’s Home Occed.
Tutto avviene nei primi minuti: è un
pomeriggio tiepido e soleggiato, noi tre
attendiamo nel cortile che i bimbi, appena tornati da scuola, si preparino.
Scendono alcuni bimbi, chi sarai tu? Ti
riconosciamo dal sorriso, ti muovi rapidamente, piccino e magrolino, sguardo
dolce e deciso. Il direttore dell’Istituto ti
dice che noi siamo i tuoi nuovi genitori e
che Greta è tua sorella: è un attimo, mi
balzi in braccio, pronto a prenderti i tuoi
primi baci. Apri i tuoi regalini, inizi a giocare a palla con papà. . . Sei già il nostro
bambino.
Nei giorni successivi, insieme a Sandra e
Giorgio, nostri compagni di viaggio, trascorriamo i pomeriggi a giocare con
Bikash e con gli altri bimbi alla Children’s
home.
Tu ci guardi, ci studi, a tratti ci ignori,
all’improvviso sembri ricordarti che ci
siamo, cerchi nella mia borsa, mi salti di
nuovo in braccio con balzo da agile scimmietta. Comunichi da subito con noi,
soprattutto con tua sorella, il vostro legame è immediatamente forte, di protezione reciproca, complicità, gelosie, da fratelli. Le settimane corrono, e giunge presto il momento in cui lasci l’istituto per
venire a stare in albergo con noi.
Ora, che sono ormai trascorsi mesi da che
ci siamo conosciuti, capisco più a fondo
che immenso cambiamento di vita
13
...segue
dev’essere stato per te, e come sei stato
forte.
Le foto, a scorrerle ora, ci rimandano i
tuoi sguardi a tratti duri, come per farti
coraggio fingendo di essere grande, a
tratti molto spaventati e bisognosi, da
bimbo piccolo. Ma hai solo cinque anni!
Del periodo con te in albergo, piccolo
Bikash, ricordo l’alternarsi di momenti di
grande dolcezza ed altri di estraneità (tu
giocavi per i fatti tuoi o con Greta), il tuo
bisogno di contatto fisico e di sentirti
finalmente al sicuro, i pianti immotivati e
disperati in cui davi sfogo alla tua paura...
Ma anche e soprattutto la tua grande allegria e vitalità, e capacità di esprimere
affetto, che da subito ci hanno conquistati.
Sei settimane a Kathmandu sono state
molto lunghe, tra difficoltà burocratiche e
la crescente nostalgia di casa, ma anche
troppo brevi per conoscere il mondo in
cui era nato e cresciuto nostro figlio. Nel
ricordo, sono state un periodo di straniamento provvidenziale dal nostro ambiente e dalla nostra identità, indispensabile
per potere inserire nella famiglia la diversità culturale di nostro figlio, per aprire
anche la nostra mente nel modo giusto
per accoglierlo. Sono state inoltre settimane ricche di incontri importanti, con
altre coppie di genitori che affrontavano il
viaggio verso il loro figlio con lo stesso
atteggiamento di amorevole apertura,
che li ha resi a noi subito vicini e cari. Tra
gli altri, pensiamo soprattutto ai cari
Massimo e Rossella con il loro dolcissimo
Sujan, che ha condiviso con Bikash tanti
giochi in albergo e passeggiate in città, e
che nostro figlio considera ”suo fratello”.
Se dovessimo trasmettere a chi deve partire per lo stesso nostro viaggio il nucleo
dell’esperienza in Nepal direi che il vivere per settimane in una sensazione di
aleatorietà, per via dei documenti che
non si sa mai quando arrivano, che è così
pesante da sopportare quando ci sei dentro, ti costringe d’altro canto a riaffermare di continuo la tua scelta, e quindi ti rafforza. Come genitore adottivo ma anche
come persona.
Perché l’aspetto entusiasmante dell’esperienza dell’adozione è al tempo stesso il
più complesso da vivere: sapersi trasformare giorno dopo giorno nella relazione
con il proprio figlio, imparare ad accettarne anche gli aspetti più lontani da noi e
dai nostri valori, e quando non ci si riesce
saper aspettare. . . Questo è il quarto
viaggio, iniziato per noi col ritorno in
Italia a metà gennaio e tuttora in corso. Il
più impegnativo e il più bello, in fondo.
Bello seguire giorno dopo giorno la trasformazione del nostro bimbo, il suo felice inserimento nella scuola materna, la
sua commovente gioia nello scoprire una
vita per lui più protetta e serena. E anche
le difficoltà dell’inserimento che il bimbo
si è trovato a vivere durante i primi mesi,
le sue inevitabili nostalgie, la lingua inizialmente a lui tanto estranea, i luoghi fisici più grigi e chiusi, le abitudini da imparare: tutto fa parte allo stesso titolo del
nostro viaggio.
Bikash è con noi da nove mesi: ora che si
esprime meglio ha domande curiose per
ogni esperienza nuova, è solare e recettivo, pieno di desideri e di stupore, affettuoso, socievole e molto amato dai
14
Diari di viaggio...
coetanei. Lui e Greta giocano e si stuzzicano ogni giorno da veri fratelli, la complicità tra loro sta crescendo ancora. Lei ,
dopo aver attraversato momenti anche un
po’ difficili (era figlia unica da dieci anni)
si è affezionata molto a lui e ora ne va
orgogliosissima, lo coccola e ridono
parecchio insieme. Vederli giocare e
divertirsi insieme è un vero piacere,sebbene siano parecchio vivaci…
Ora Bikash racconta spontaneamente
pezzetti della sua storia, e se all’inizio non
era semplice
controllare le emozioni forti che i suoi racconti ci suscitavano, stiamo imparando a
convivere con il suo passato e a volergli
bene, dato che è il suo. Non potevamo
immaginare, prima di farne esperienza,
che il legame con una piccola persona
che prima di nove mesi fa non conoscevamo e viveva in una cultura tanto lontana, potesse diventare in breve così profondo da sentire questo piccino parte
integrante della nostra famiglia.
“Che bambino fortunato”, commentano
alcune persone , le stesse che dicono
“Come siete stati
bravi”, e tu leggi dietro le loro parole un
pregiudizio, magari positivo, ma come
tutti i pregiudizi non poco ipocrita. A noi
sembra che la fortuna sia reciproca:
anzi,considerando la semplice saggezza e
capacità di affrontare le varie situazioni
con spontanea energia dimostrate dal
nostro piccolo , a soli cinque anni, direi
che forse siamo più fortunati noi...
Il viaggio in Nepal resta in noi come un
immenso patrimonio di conoscenza e di
emozioni cui attingere; certo l’incontro
con il fascino intenso di quel paese ha
contribuito a trasformarci. La quotidianità
con un figliolino in più, fisicamente differente da noi ma così nostro, ci regala la
soddisfazione di scoprirci in continuo
cambiamento , la meraviglia della relazione con il diverso che è vicino, ti entra
dentro e ti rende più vero.
Siamo a fine estate e Bikash disegna spesso immagini di pesci e barche, i suoi
ricordi delle lunghe felici vacanze al mare
da poco trascorse. Con il suo abituale
entusiasmo già elabora nuovi progetti di
giochi ed avventure con gli amici; ma
ogni tanto mi domanda quasi impaziente
(a settembre inizierà la prima elementare)
:“E quando vado nell’altra scuola?”.
Il viaggio è appena agli inizi.
Una storia, Pinsk – Bielorussia.
Fam. Allodi Cattaneo
Avrete sicuramente avuto modo di leggere la storia del nostro primo viaggio in
Bielorussia
“raccontata”
dal
Vicepresidente dell’associazione NAAA
Ferruccio che ci ha accompagnato nel 1’
viaggio in Bielorussia nell’aprile 2003
comparsa sul notiziario naaanews n° 6 del
giugno 2003.
L’esperienza che oggi vogliamo raccontare non è quella vista dall’esterno che ha
dettagliatamente relazionato Ferry, bensì
quella vissuta interiormente nei nostri
cuori.
Ebbene, trascurati i soliti problemi burocratici di viaggio ed ingresso nel paese
Bielorusso, il freddo e la neve che ad aprile garantiamo esistere, il giorno 1’ aprile
2003 ci dirigiamo all’istituto “Casa del
bambino”di Pinsk, dove si trova nostro
figlio Sasha.
Con il mezzo del ns. accompagnatore
Igor entriamo nel plesso dell’istituito, un
vialetto asfaltato porta all’edificio, sui sue
lati prato verde arredato qua e la con un
pò di giochi in ferro utilizzati nel periodo
estivo. Entrati nell’istituto facciamo subito
conoscenza con la Direttrice sig.ra Galina,
una carissima persona, è anche il medico
di tutti questi bellissimi bimbi, sono 116
di età variabile da pochi mesi a tre anni
circa divisi in classi di 15 bimbi circa.
L’emozione è molta, ma tutto è sotto
controllo. Nel suo studio vediamo per la
prima volta la foto di nostro figlio Sasha è
a colori!! Fino ad oggi l’unica immagine in
nostro possesso era la sola sagoma del
volto in formato tessera ed in bianco e
nero, il tutto inviato via fax, potete immaginare….. La sorpresa è stata meravigliosa, io papà Daniele non smettevo di ripetere a Grazia quanto Sasha fosse bello !!!!.
Dopo una breve conoscenza della
Direttrice che ci ha raccontato la storia del
nostro piccolo Sasha e grazie alla traduzione del carissimo Alexandr nostro fedele interprete ed accompagnatore anche
nel secondo viaggio, raggiungiamo la
classe di Sasha.
L’emozione potrete immaginare era altissima, giunti al primo e ultimo piano dell’edificio entriamo nella sua classe, aperta
la porta tutti i bimbi ci vengono incontro.
Il più timidino è lui, Sasha. Sa che siamo li
per proprio per lui, ci abbassiamo alla sua
altezza e non contiamo i complimenti.
Ancora sulla porta passiamo a Sasha un
biscotto, subito tutti i suoi 15 compagni
di classe approfittano dell’occasione, i
biscotti ci sono per tutti e tutti ci ringraziano dicendo “spasiba” GRAZIE !
Entrati nella sua classe iniziamo i primi
approcci, il primo regalo portato
dall’Italia è per lui una “papera” e poi
bolle di sapone per giocare insieme a tutti
i suoi compagni, palloncini, pennarelli
ecc.. Lo zainetto che portavamo con noi
nella classe di Sasha, nei quattro giorni di
permanenza in Pinsk, sembrava la borsa
di Mary Poppins.
Nei giochi tutti i bambini venivano coinvolti, i bimbi a volte con un pò di tristezza negli occhi venivano coccolati da tutti
noi ancor di più, c’era chi li faceva fare
giocare al gioco dell’altalena (Ferry), e chi
come Alexandr, il nostro accompagnatore ed interprete portava ascolto e carezze
per tutti.
Il personale non mancava, due “maestre”
presenti sia al mattino che al pomeriggio,
le visite nella scuola infatti venivano fatte
in questi momenti. Tantissima tantissima
tantissima disponibilità degli operatori e
della Direttrice e ciò non ci ha fatto altro
che piacere. Ancora oggi Sasha ha solo
ricordi positivi della sua “vecchia casa”
dove stava con gli altri bimbi in attesa di
mamma e papà.
Le quattro giornate insieme a Sasha sono
volate, sin dal primo incontro ci ha chiamato papà e mamma, i baci e gli abbracci non sono mancati, le coccole ancora
meno. Eravamo contentissimi e nello
...segue
stesso tempo sereni della gioia che per
questi quattro giorni abbiamo dato a
nostro figlio Sasha e a tutti i suoi compagni, giorno dopo giorno sentivamo questi meravigliosi piccini far parte dei nostri
cuori e della nostra famiglia. E’ arrivato il
quarto giorno, si deve rientrare nella capitale Minsk, dobbiamo salutare tutti anche
se con un pò di malincuore, sapendo
però che presto saremmo tornati, un
mese forse.
L’attesa purtroppo non è
stata come previsto,
dopo due mesi dal
primo viaggio si ritornava nella cittadina di
Pinsk, il desiderio di
rivedere Sasha non è calcolabile, potete immaginare, però finalmente ci
siamo, il 05/06/2003 si
rientra in Bielorussia a
Minsk prendiamo possesso dell’alloggio collocato
vicino
all’Ambasciata Italiana, il
giorno 8 si ritorna a
Pinsk.
Oramai della cittadina di
Pinsk
conoscevamo
tutto: l’hotel, le banche
per il cambio dei rubli, i
piccoli negozi, il mercato, l’unico ristorante a cui potersi affidare per la consumazione del pranzo o della cena, la strada
che a piedi ci univa con l’istituto e l’istituto “Casa del Bambino”, la cosa però più
bella, giardini e piante più verdi ed il cielo
azzurro rendevano tutto più accogliente,
anche qui è arrivata la primavera!
Il viaggio di ritorno è accompagnato dall’autista Igor, non manca fortunatamente
neanche Alexandr il nostro referente ed
interprete che rivediamo con piacere.
Siamo arrivati finalmente nel cortile dell’istituto, nel giardino parecchi bimbi impegnati a giocare con i giochi in ferro e con
le biciclette. Ad un certo momento si
vede scorgere da un gruppetto proprio
Sasha che ci corre in contro. Vicino a noi
si ferma come per dirci ERA ORA!!!!. Era
proprio lui, con l’aspetto un po’ più grande, ma anche un po’ patito, infatti ci
hanno riferito che anche per lui l’attesa si
faceva sentire, l’appetito, era soprattutto
nell’ultimo periodo quasi assente. Tutti i
giorni scrutava l’apertura della porta di
ingresso della sua aula sperando del
nostro arrivo, ci si può immaginare la
delusione di ogni volta nel scoprire che
non eravamo noi, però finalmente l’8 giugno siamo tornati, in quella giornata
avvertiva nel suo cuore il nostro arrivo,
infatti era particolarmente agitato più del
solito.
Sono ricominciati i baci e gli abbracci, le
coccole. Fino al giorno 10 giugno 2003
giorno dell’udienza nella cittadina di
Brest potevamo vedere liberamente
Sasha il mattino ed il pomeriggio, dopo il
giorno dell’udienza abbiamo avuto anche
l’autorizzazione a portare nostro figlio
fuori dall’istituto alla scoperta
del
Mondo! Ricordo che appena usciti il
primo giorno dall’istituto Sasha era affascinato da ogni cosa. Scrutava con occhio
affascinato le formiche, il cielo, le automobili, i bus, lungo il fiume Pripiept le
barche, i bambini al parco, ogni cosa che
Diari di viaggio...
per noi era scontata, per lui era una scoperta.
Siamo rimasti nella città di Pinsk per 10
giorni, il tempo necessario per la pubblicazione della sentenza al Tribunale di
Brest e per la predisposizione dei documenti di rito, il certificato di nascita, di
adozione ed il passaporto. Per questi
documenti si è reso necessario fare qualche viaggio nella cittadina di Brest posta
a poco meno di 3 ore di strada da Pinsk.
Per la predisposizione dei documenti
abbiamo ricevuto moltissima disponibilità
da parte del personale dell’istituto e della
Vicedirettrice sig.ra Tamara, certo qualche
problemino l’abbiamo incontrato anche
noi!
In questi dieci giorni si ripetevano gli
incontri e le uscite con Sasha, contemporaneamente avevamo avuto notizia che
un compagno di Sasha stava per incontrare papa e mamma in arrivo dalla
California. Abbiamo condiviso con questa
nuova famiglia l’incontro del piccolo Vasili
e dopo qualche giorno le uscite a passeggio insieme alla scoperta del mondo.
Giorno dopo giorno Sasha imparava
parole nuove “in italiano”, Vasili “in inglese” le maestre dell’istituto arricchivano il
loro vocabolario. Sasha era sempre molto
attento ad ogni nostra parola, comprendeva perfettamente quello che volevamo
dire, lui a suo modo cercava di comunicare con noi, è stato necessario comunque apprendere qualche parola di bielorusso.
Giunto finalmente il giorno 23, ritirati i
documenti ci trasferivamo tutti e tre a
Minsk nell’appartamento in attesa di
completare le formalità con l’Ambasciata
Italiana. Il rientro in Italia è avvenuto il
giorno 4 luglio 2003.
Nella capitale vivevamo nell’appartamento della signora Svetlana, il ricevitore
satellitare consentiva di vedere finalmente trasmissioni televisive italiane, il telefono facilitava i contatti con l’Italia.
Dal giorno 23 tutto è cambiato, infatti
Sasha iniziava a condividere l’intera giornata con noi e la notte! Le prime notti
sono passate insonne, però compresi i
bisogni tutto è andato meglio. Giorno
dopo giorno diventava sempre più affettuoso, insieme, grazie alle belle giornate
ci si avventurava per la città di Minsk, al
mercato, al parco, non ci siamo neppure
fatti mancare momenti di relazione stando nell’appartamento.
Anche nella città di Minsk abbiamo
apprezzato la disponibilità del personale
dell’Ambasciata. Il Dirigente e il
Funzionario addetti alle adozioni ed ai
soggiorni terapeutici di bimbi bielorussi
vedendoci quotidianamente presso gli
uffici ci avvisavano tramite il vetro blindato di eventuali novità dall’Italia, finalmente il 3 luglio giorno della Festa Nazionale
l’ok, il 4 luglio il volo di rientro.
In Bielorussia abbiamo lasciato parte della
nostra famiglia, i compagni di Sasha, li
possiamo ricordare uno ad uno nei nostri
cuori, il nostro interprete Alexandr e la
moglie conosciuta insieme a Ferry, l’autista Igor battezzato Igorshumacher data la
sua guida da ritiro di patente, e il carissimo personale dell’istituto che ci hanno
confidato il piacere di sapere che per
Sasha è iniziata una nuova vita in Italia
con noi.
Parte della nostra famiglia che ha condiviso con noi i meravigliosi momenti nella
cittadina di Pinsk è la nuova famiglia del
piccolo Vasili, oggi Dmitri con Papà
Thomas e mamma Maria. Questi contatti
invece continuano, non mancano settimanalmente i saluti via Internet oltre un fitto
scambio di immagini con gli Stati Uniti.
Avremmo ancora altro da scrivere, è difficile trasmettere quello che però c’è dentro di noi, abbiate fede, il giorno arriva
anche per tutti Voi.
Ciao a tutti cari Papà e Mamma da
Alexandr (Sasha) Daniele e Maria Grazia.
Volete avere qualche notizia in più?
Siamo qui! [email protected]
Un sogno diventato realta’
Valerio Lam
Fam. Casiraghi
E’ con immenso piacere che, finalmente,
anche noi possiamo raccontarvi la nostra
storia. E’ un po’ di mesi che Vanna ci ha
chiesto di scrivere due righe sulla nostra
avventura, ma solo ora siamo riusciti a
trovare un po’ di tempo per raccontarci.
(ns. Figlio è la vivacità in persona).
Non vorremmo dilungarci sulla lunga trafila burocratica che ci ha portato ad incontrare il ns. piccolino, solo dirvi che il
04/03/2000 abbiamo presentato domanda al tribunale dei minori di Milano e
dopo 7 mesi avuta l’idoneità ci siamo
“guardati un po’ in giro” e ad aprile 2001
abbiamo dato il mandato al NAAA. Da
questo momento è iniziata la grande
avventura tra corsi, incontri, documenti
da preparare e dopo 6 mesi da rifare,
abbinamenti saltati finalmente arriviamo
al 21/06/2002 quando Ferruccio chiama
Adriano al lavoro e gli comunica il nuovo
abbinamento con il ns. Valerio Lam.
L’incredulità è sorprendente, era quattro
mesi che facevamo sogni su una fotografia ed ora di punto in bianco ns. figlio è la
che ci aspetta al Cau Giay è non è più
Thanh Nhan.(questo era il nome del
bimbo del primo abbinamento) siamo
confusi, arrabbiati, felici e non so cos’altro
dirvi, ma il pensiero che dopo un mese
avremmo stretto fra le braccia ns. figlio ci
faceva dimenticare tutti i mesi di attesa.
E’ il 28/07/2002 quando da Malpensa
...continua...
15
...segue
decolliamo con il mitico aereo che ci
avrebbe portato a 12000 km di distanza
per incontrare il ns. scricciolino.
Arriviamo il giorno dopo e subito due
cose non vanno per il verso giusto: l’Air
France ci perde le valigie (arriveranno
dopo 10 giorni solo due su tre, una valigia non è più stata ritrovata) e il caldo
allucinante, vi dico mai provato una sensazione del genere. Beh insieme ai ns.
compagni di viaggio continuiamo a ripeterci “ci abitueremo” (non ci siamo mai
riusciti). Il pomeriggio conosciamo Hang
e Francesco i “nuovi” referenti NAAA.
Sono due persone stupende, sempre disponibili per qualsiasi problema che si
creava, anche extra-lavoro. Ci hanno aiutato tantissimo e sono stati dei veri amici.
Ci comunicano che il giorno dopo saremmo andati al Cau Giay (l’orfanotrofio di
Diari di viaggio...
Hanoi) ad incontrare i nostri bimbi.
Scusate se ogni tanto parlo al plurale; la
ns. avventura non è stata solo ns., ma
condivisa con due persone stupende che
non finiremo mai di ringraziare.
Il 30/07/2002 ore 14,00 circa incontriamo Valerio Lam, è un’emozione stupenda
(non l’avevamo mai visto neanche in foto)
e quando la direttrice entra nella stanza,
dove tutti attendevamo con ansia l’incontro con i ns. piccoli, con in braccio uno
scricciolino tutto spaventato di vedere
così tante persone tutte insieme, e ci dice
il suo nome, capiamo che é lui. In quell’istante ti senti le gambe cedere, l’emozio-
ne salire e non capisci più niente….lo
prendo in braccio, è profumatissimo, è
dolcissimo e mi guarda con due occhioni
da scrutatore. Poi è il turno del papà, un
duro dal cuore tenero, in dodici anni di
matrimonio l’ho visto poche volte commuoversi e avere gli occhi lucidi, eppure
il quel momento il grande orso si è sciolto come neve al sole. Lo vedo in paradiso, era due anni e mezzo che aspettavamo questo momento. Vi assicuro che l’emozione che vi prende in quei momenti è
qualcosa di inspiegabile, è una cosa che
hai dentro, vorresti urlarla al mondo intero, ma le parole non ti escono dalla
bocca. Valerio Lam si é subito dimostrato
un bravo bimbo, mangiava, dormiva l’unico neo è che non gli piaceva molto
SOSTEGNO A DISTANZA
Mittente:
....................................................................
abitante a:
....................................................................
in via:
....................................................................
rec. tel.:
....................................................................
e-mail:
....................................................................
Spett.le N.A.A.A Onlus
Via San Maurizio, 6
10073 Cirié (TO)
fax 011.9222179
Io sottoscritto ………………………………………………….
accetto l'adozione a distanza finalizzata al sostegno allo studio di un bambino e/o ragazzo Nepalese Pakistano
qualsiasi che mi vorrete segnalare per un periodo minimo di ......... anni.
Mi impegno ad effettuare il sostegno attraverso
il versamento di E 80,00 mensili per una borsa di studio completa
il versamento di E 150,00 annuali per una borsa di studio di merito
accetto l'adozione a distanza di un bambino e/o ragazzo
Ucraino Pakistano Rumeno Polacco qualsiasi che mi vorrete segnalare per un periodo minimo di ...... mesi/anni, e mi impegno ad effettuare il sostegno attraverso:
il versamento di E 25,82 con bonifici mensili o per gruppi di mesi
il versamento di E 154,94 semestrale
il versamento di E 309,87 in un'unica soluzione.
Sono inoltre d'accordo che al bambino/ragazzo assegnatomi vengano mandati 20$ al mese e che la somma restante
possa essere utilizzata per i progetti di solidarietà gestiti dall'associazione stessa.
accetto il sostegno a distanza sotto forma di intervento chirurgico di un bambino e/o ragazzo Peruviano qualsiasi che
mi vorrete segnalare, e mi impegno ad effettuare il sostegno attraverso:
il versamento di E 25,82 al mese con bonifici mensili o per gruppi di mesi
il versamento di E 103,29 semestrale
il versamento di E 206,58 in un'unica soluzione.
Resto in attesa di ricevere la comunicazione del bambino e/o ragazzo assegnatomi e dei bollettini di c/c postale.
Distinti saluti.
data................................................
16
firma ................................................
...segue
stare sul passeggino. Già gattonava ed
iniziava ad alzarsi in piedi, infatti mamma
Claudia continuava a ripeterci che, secondo lei, prima del compimento del primo
anno avrebbe camminato. (infatti a 11
mesi già camminava). Mamma Claudia è
stata dolcissima, è una persona stupenda.
Ci ha aiutato tantissimo, ha curato Valerio
Lam da una brutta bronchite (causa
acquazzone imprevisto) e continuava a
darci consigli. Quando ci vedeva un po’
cotti (dal caldo più che altro) ci prendeva
Valerio Lam e ci diceva di andare a riposare. Il bimbo lo affidava alle sue ragazze,
e vi assicuro che baby-sitter meglio di
così non si può avere. Il 12/08/2002, alla
vigilia del compimento del suo nono
mese, ci siamo recati a Phu Tho (sua provincia di nascita) per fare la fatidica cerimonia. Paesaggi stupendi, campagne
verdissime e un sacco di donnine che raccoglievano il riso. Conoscere la sua città
di nascita ci ha completato ancora di più.
Avremo tante cose da raccontare e tante
foto da mostrare al ns. bimbo. Conclusa la
cerimonia, siamo tornati verso Hanoi, con
un’altra gioia nel cuore. Ora era definitivamente ns. figlio e nessuno ce lo poteva
più toccare. Il nostro soggiorno e’ durato
un po’ di più del previsto, dovevamo
rientrare il 02/09/2002, invece causa problemi con il visto di Valerio Lam siamo
riusciti a rientrare il 12/09/2002. (vi assicuro che volare il 11/09/2002 ad un anno
esatto dall’attentato di New York non è
stato per niente simpatico, ma gli unici
posti disponibili erano per quella data). Ci
sono stati momenti nei quali mi chiedevo
se era poi così giusto “strappare” Valerio
Lam dalla sua terra. Questa sensazione
l’ho provata ancora di più nel momento
del decollo dall’aereoporto di Hanoi.
Valerio Lam, durante la fase di rullaggio
sulla pista ha cominciato a strillare come
un matto, non l’avevo mai visto così.. E
non c’era verso di calmarlo. Io e mio
marito ci siamo guardati negli occhi e
abbiamo pensato la stessa cosa..”E’ possibile che si stia rendendo conto che stiamo lasciando il suo Vietnam???” Questo
pensiero non ci ha mai abbandonato, e
ancora adesso ci tornano in mente quei
brutti momenti. Ma poi, rivivendo i 45
giorni passati ad Hanoi (a parte il gran
caldo) non possiamo che essere contenti
di questa nostra grande avventura. I vietnamiti sono persone cordialissime, succedeva spesso per strada di essere fermati
da coppie con bimbi, o più particolarmente da persone anziane che a gesti e
“parole” ci dimostravano la loro gratitudine e contentezza per quello che avevamo
fatto. Una coppia di ns. amici, Cristina ed
Emanuele con la piccola Giada, che ringraziamo tantissimo per tutti i consigli
avuti prima della nostra partenza (loro
erano già stati in Vietnam a dicembre
2001) continuavano a ripeterci che sarebbero voluti ripartire con noi, e ci dicevano
di cogliere ogni attimo vissuto lì, ogni
istante era importante per ricordare quello stupendo paese. Noi non ci credeva-
Diari di viaggio...
mo, ma adesso a quasi un anno dal
nostro rientro, la nostalgia per il Vietnam
è tanta. Ci è rimasto qualcosa dentro, che
anche adesso che sto scrivendo queste
parole ho quasi le lacrime agli occhi. Ci
manca tutto di quel paese, dai ns. pranzi
al mitico Lay Bac, al gran casino di motorini in giro per la città, alle corse sfrenate
in taxi dove più di una volta abbiamo
rischiato l’incidente, ai pranzi vietnamiti
che ci preparava mamma Claudia, le stupende campagne, il mare di Halong Bay,
i consueti giri intorno al lago dove si cercava un po’ di refrigerio (per quanto possibile), le colazioni al bar del lago, lo
shopping negli stupendi negozietti, dove
non era facile capirsi, ma proprio per questo fare compere era diventato un divertimento, e poi vi assicuro che con i prezzi che c’erano si poteva comprare di tutto
e di più. Ci sarebbe ancora tanto da dire,
ci manca tutto, tanto che possiamo dire
che noi siamo stati adottati da un popolo
stupendo. Speriamo di riuscire a portare
presto Valerio Lam nel nostro Vietnam,
chissà forse per regalargli una sorellina,
non so se lui e molto d’accordo (è gelosissimo), ma noi gli spiegheremo che in
quattro le nostre giornate saranno ancora
più belle. Il 30/07/2003 abbiamo festeggiato con i nostri amici Massimo, Lorena
e Riccardo Hung il nostro primo anniversario, è stato bello ancora tutti insieme
ricordarci che solo un anno prima eravamo degli emozionatissimi neo-genitori,
ed ora…..genitori “d.o.c.”. Vorremmo
concludere questa nostra storia con un
piccolo bilancio su come sia cambiata la
vita….tutti dicono un figlio ti cambia la
vita….è vero i nostri giorni sono diventati più belli, più completi, quando ti svegli
al mattino hai una ragione di vita che ti
sta aspettando nel suo lettino, che ti fa
disperare tutto il giorno, ma quando arrivi a sera stanco e scoppiato ti rendi conto
che comunque adesso hai una ragione di
vita. Quando Valerio Lam non è in casa
con noi, perchè magari va a trovare gli zii
o gli amichetti del palazzo, la casa senza
di lui sembra vuota, la tranquillità che
regna ci mette quasi a disagio e non
vediamo l’ora che torni da noi. In questi
pochi mesi siamo riusciti a passare anche
momenti terribili (mio marito continua a
ripetere che ha perso 10 anni della sua
vita). Il 03/05/2003, d’urgenza, (alla vigilia del suo battesimo) abbiamo dovuto
ricoverare Valerio Lam in ospedale: diagnosi favismo o più tecnicamente definita
anemia emolitica acuta da deficit di glucoso-6pdh, non so se conoscete questo
tipo di malattia (tra l’altro ereditaria e
sembra abbastanza diffusa nelle regioni
asiatiche), l’unica certezza è che abbiamo
rischiato grosso, era arrivato ad avere il
20% dei globuli rossi, e se aspettavamo la
notte a portarlo in ospedale sa solo Dio
cosa poteva succedere. Il pediatra di
turno era spaventatissimo (mai quanto
noi), e solo dopo gli opportuni esami,
quando è riuscito a capire la causa dei
suoi problemi è riuscito a calmarsi. E’
stata una settimana molto dura, Valerio
Lam era terrorizzato (ne porta i segni
ancora adesso), le trasfusioni, le flebo, i
continui prelievi di sangue lo spaventavano a morte. Ora sta bene (basta che stia
lontano da fave, piselli e ceci), il
15/06/2003 siamo riusciti a fargli il battesimo, ed ora passa i pomeriggi a spasso
con il nonno. Adora andare in bicicletta,
ed in coppia con il nonno fa lunghe passeggiate nel parco di Monza, va a vedere
i cavalli, le papere e tutti gli animaletti del
laghetto. Adora le moto (già alla sua
età…devo preoccuparmi???), le campane, le ruspe e i camion, e detesta i supermercati (cose da donne!!). E’ un bambino
solare, per strada saluta tutti, ogni tanto ci
fa fare qualche notte in bianco, ma a parte
la stanchezza del giorno dopo, tutto poi
ritorna nella norma. Vorremmo approfittare di queste pagine per ringraziare
tutto lo staff del NAAA di Ciriè ed in particolare Flavia, della sede di Arconate, per
l’umanità e la gentilezza dimostrata nei
nostri numerosi colloqui telefonici. Un
grazie di cuore, amici del NAAA, anche
perchè, oltre che averci dato la possibilità di coronare il sogno della nostra vita
(Valerio Lam), siete anche riusciti a farci
conoscere due persone stupende,
Massimo Lorena con il piccolo Riccardo
Hung, che non finiremo mai di ringraziare per la compagnia, l’aiuto e il sostegno
avuto durante i nostri mesi di attesa e
durante il soggiorno in Vietnam. Infine un
piccolo consiglio a tutte le coppie ancora
in attesa….l’adozione è un po’ come un
sentiero di montagna….devi sempre salire in alto, fare sempre più fatica, quando
speri di essere arrivato la vetta la vedi là,
ma è ancora lontana, e allora ti arrampichi
di nuovo….non ce la fai più e quando
pensi di scoppiare, quando meno te lo
aspetti, giri l’angolo e vedi la vetta, vi
assicuro in quei momenti toccate il paradiso con un dito, anzi con tutti voi stessi.
Fidatevi del consiglio di due amanti delle
montagne e del trekking….è dura, ma
poi la soddisfazione del traguardo raggiunto vi ripagherà di tutto. Un saluto
particolare anche a Riccardo, Paola e
Eleonora, li ringraziamo per la compagnia
e la simpatia dimostrata nelle nostre
calde giornate ad Hanoi. Un bacione a
tutti e un grosso in bocca al lupo a tutti i
futuri genitori, in particolare a mio cognato Fausto con Lorenza, che spero presto
ci faranno diventare zii e porteranno a
casa un cuginetto a Valerio Lam.
Ciao ciao Adriano, Simonetta e Valerio
Lam (stellina d’oriente)
P.s. ricordatevi che dalla vetta bisogna
anche scendere, e tante volte la discesa
è più dura della salita, l’importante è
avere buone gambe!!!
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Le nostre sedi...
Sede Nazionale
N.A.A.A. Onlus
Nucleo Assistenza Adozione e Affido
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Onde evitare contrattempi e disagi sia agli operatori che
all’utenza che fa capo agli uffici di Ciriè, consigliamo alle
famiglie che devono consegnare documenti o bisognose
di ulteriori informazioni, di contattare la segreteria negli
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aggravio ma rammentiamo che non sempre gli operatori
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rischiano di non essere ricevute.
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Il prossimo aggiornamento sarà fra 3 mesi circa
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Arrivederci!
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