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Honduras arriviamo!
AS O ENZA ADOZION SIST EE O NU CL AF FID E p n a nd Ai F os t e r F a m i l y Gr ou p A do tio d Dicembre 2003 Volume 4 - n° 8 In questo numero... 1 2 3 Honduras arriviamo! Paese che vai... Namastè Sostegno a distanza Volete appoggiare i nostri progetti 4 5 6 7 8 16 18 19 20 Dall’estero... Soc-Trang non deve morire Vietnam: per non dimenticarci di loro Dall’estero... Pakistan: notizie dal Nest Ringraziamo... Rinnovi Sono arrivati... Risposta allo Zio Ferry: Il viaggio continua... Diari di viaggio Scheda Sostegno a distanza Auguri a... I “nostri” figli Dove siamo . Il N.A.A.A i tt u t a a r u g u a ! e l a t a N n Buo N.A.A.A. Onlus Nucleo Assistenza Adozione e Affido Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO) tel +(39) 011 9222178 fax +(39) 011 9222179 www.naaa.it e-mail: [email protected] NAAA News Honduras arriviamo! Arrivati in Honduras alle ore 13,00 del giorno 4/6, Mercoledì, con volo da Miami. A Tegucigalpa fa caldo, il sole splende e non c’è un filo d’aria! Karla ci attende fuori del gate. Saliamo sul suo pick up e ci dirigiamo verso l’hotel Excelsior, struttura alberghiera della catena Best Western. Giovedì alle ore 9.00 siamo puntuali all’INHFA dove ci attendono una psicologa e un’assistente sociale per “l’intervista”. Si doveva svolgere in due giorni, invece faremo tutto nella mattinata. Per fortuna parlo e comprendo lo spagnolo, quindi farò da interprete per il papà, mentre la mamma sarà aiutata dalla Karla. Le due interviste durano circa 45 minuti l’una. Al termine, sia la psicologa sia l’assistente sociale si dicono soddisfatte dell’intervista e daranno esito positivo! Bene. Venerdì siamo stati in Tribunale per il cambio eventuale del nome al piccolo. La famiglia ha deciso di chiamarlo con il suo nome originario. Sono aggiunti i due cognomi dei genitori, come da usanza nei paesi Latino-americani. Alle ore 11,00 eravamo nuovamente all’INHFA per ricevere il piccolo. Alle ore 12,00, eccolo arrivare portato dalla mamma che lo accudiva, la figlia maggiore e l’assistente sociale dell’INHFA di San Pedro Sula, città dove il piccolo era ospitato. Solita grand’emozione e gioia incontrollata! Il pupo è piccolissimo, per i suoi 22 mesi, pare un bimbo di 12 mesi! E’ magrolino, sottopeso, con un faccino smunto e due occhi grandi come il mare. Lo sguardo è dolce e sereno contemporaneamente, ma in fondo agli occhioni nerissimi si legge una tristezza infinita. (mi ricorda mio figlio, la prima volta che l’ho incontrato. N.d.r). Si attacca subito al papà, omone grande, con uno sguardo allegro e il sorriso sempre pronto. La mamma è stranamente emarginata, con gran dispiacere di quest’ultima. Pazienza, con il tempo, le cose cambieranno. Faccio notare alla Karla lo stato di sviluppo del bimbo e lei da madre di quattro figli, nota immediatamente che il piccolo ha bisogno di tante cure, pappa e affetto. Quindi, si assenta con la direttrice dell’INHFA per perorare la causa per un solo viaggio della famiglia con la possibilità della coppia a rimanere nel paese per il tempo necessario a concludere l’iter. La direttrice si dimostra sensibile alla causa e da parte sua non opporrà problemi. Rientriamo in hotel in quattro! Il piccolo sempre in braccio al papà, la mamma a ruota. Siamo a Sabato 7/6, tra un po’ si va a pranzo, sono le ore 13,00. Il pupo riposa in camera con il papà, distrutto dalla prima notte, praticamente in bianco. Domenica gita al Parco Naturale sulle colline che dominano Tegucigalpa e a fare shopping a Valle del Angeles, cittadina dedita all’artigianato, piena di turisti e bancarelle, accompagnati dal cugino di Karla. Lunedì pomeriggio alle ore 14,30 siamo dal pediatra di Karla per la visita al pupo. Il dottore costata l’effettiva denutrizione e ritardo che il piccolo accusa. E’ alto circa 79 cm. Per un peso di 12 kg. Troppo pochi per un bimbo di quasi due anni! Il pediatra stila un elenco di farmaci e prodotti da somministrare al pupo e scrive una piccola relazione dove fa notare la necessità di cure più specifiche e soprattutto una famiglia che lo accudisca nei migliore dei modi. E’ un documento importante che allegheremo alla documentazione per ottenere che il piccolo rimanga con la famiglia e che quest’ultima faccia un solo viaggio. Anche l’avvocato è d’accordo e farà il possibile perché ciò avvenga. La settimana vola via tra un appuntamento mancato in Tribunale, shopping in alcuni centri commerciali della città, foto tessera al pupo e ai genitori, e giro turistico nell’antico centro storico della capitale. ... continua a pag. 2... 1 . . . o n r e t n i ’ l l da ... segue da pag 1 Honduras arriviamo! Venerdì sera siamo ospiti a cena con l’avvocato e la sua famiglia, sarà una serata “importante”. L’avvocato ci comunicherà se effettivamente la famiglia può fermarsi o che debba ritornare in Italia il 19/6. Ore 21,00: siamo a tavola in un tipico ristorante garifuna, tra musica assordante, fumo e un caldo asfissiante. Dopo aver ordinato, la Karla, con l’avvocato e il papà vanno a fare “due parole” fuori del locale, dove si può parlare senza dover alzare la voce. Dopo 10 minuti rientrano, guardo il viso del papà e capisco che il sogno si sta avverando. Possono stare con il pupo per sempre! La serata vola via tra una mangiata e una bevuta. Fuori del locale saluto l’avvocato e i suoi familiari. Domenica parto e non credo di rivederlo ancora. Domenica mattina, 15/6, alle ore 13,00 il mio aereo si stacca dalla pista dell’aeroporto di Tegucigalpa diretto a Miami e poi, direzione Europa. Adios Honduras! Paese che vai...Namastè E’ disponibile il secondo cd rom multimediale che arricchisce la collana Paese che vai … e documenta, racconta i Paesi nei quali opera il NAAA. La redazione del NAAA che cura la progettazione e la realizzazione è composta da più volontari, da genitori adottivi e anche dagli operatori del NAAA che durante le missioni documentano e raccolgono materiali preziosi. Le sezioni (INDICE, DIARI, ALBUM) e i relativi testi (a cura di E. Girardi) che compongono il cd rom sono stati arricchiti con immagini e soprattutto con filmati (a cura di tante famiglie e del Presidente ed operatori del NAAA). Questa iniziativa vuole, non solo documentare, ma soprattutto testimoniare l’impegno e la cooperazione. Questo prodotto, infatti, è nato da un’iniziativa del NAAA e dalla collaborazione di un gruppo di famiglie che hanno adottato in Nepal. Tutti hanno lavorato in forma gratuita e sono stati anche ceduti i diritti delle immagini e dei testi in quanto il ricavato della vendita di tale prodotto sarà a supporto di progetti di sussidiarietà a favore dei bambini del Nepal. Per acquistarlo occorre compilare il coupon che segue (è possibile farlo anche da internet). Si accolgono offerte libere (offerta minima 25 Euro). Vi ricordiamo che con le stesse modalità potete ordinare quello per il Vietnam. Sono in fase di preparazione i cd-rom Paese che vai… Ucraina e Colombia, chi fosse disponibile ad inviarci materiale per la loro redazione è pregato di inviarlo alla sede all’attenzione di Perello Claudia. Ê I sig.ri Via ......................................................................................................................................................................................................... .............................................................................. Città ........................................................ C.A.P. .............................................. Desiderano ricevere n° ............ copie Ì CD ROM PAESE CHE VAI … NEPAL Ì CD ROM PAESE CHE VAI … VIETNAM Siamo disponibili a riconoscere ............................................................(*) per le spese di duplicazione e spedizione. (* contributo minimo 25 Euro a copia). Alleghiamo copia del pagamento avvenuto tramite: Ì ricevuta c/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus Via San Maurizio, 6 - 10073 Cirié (TO) Ì vaglia postale Ì bonifico bancario su c/cn.81162 intestato a: NUCLEO ASSISTENZA ADOZIONE E AFFIDO - N.A.A.A. CIN G ABI 03048 CAB 30380 BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO) Firma 2 ..................................................................................... Sostegno a distanza “Ciao, mi chiamo Raju e vivo in Pakistan, nello Slum in cui è situato il NEST con la mia famiglia ed i miei amici. Ho tanti compagni di gioco che non possono venire a scuola con me perché non hanno i soldi per poterci andare.. io sono fortunato perché una famiglia italiana mi sta aiutando a crescere anche dal punto di vista scolastico, grazie, vi sarò per sempre riconoscente!” Ecco cosa direbbe a noi tutti il bimbo pakistano sostenuto allo studio. Ricordo a tutte le famiglie che sia in Nepal che in Pakistan possiamo sostenere con un minimo sforzo un bambino allo studio, pensiamoci, abbiamo la possibilità di aiutarli a costruirsi un FUTURO! Accolgono sempre il vostro consenso i sostegni chirurgici in Perù, molti di voi stanno facendo il “bis”, ossia ripetono il sostegno non appena ricevono le foto del precedente intervento, siamo contentissimi dell’appoggio che date a questa iniziativa… continuate così. Il signor Crippa è stato in Ucraina a far visita all’Associazione Pro Infanzia, ha presenziato alla consegna periodica dei fondi inviati, ha visitato alcuni istituti e visto come vivono le famiglie dei bambini che voi supportate, ha avuto modo di incontrare i ragazzi ospitati nelle vacanze terapeutiche e quanti hanno trascorso le vacanze sul Mar Nero in Ucraina e ci ha portato parecchia corrispondenza che è stata inoltrata alle famiglie sostenitrici, il via vai di lettere ora è praticamente ininterrotto. Anche dalla Polonia la corrispondenza ha assunto un flusso regolare ed abbiamo recentemente ricevuto una dozzina di nuove segnalazioni di minori da supportare in seno alla loro famiglia di origine. Siamo certi che il periodo natalizio, con la grandezza dei cuori delle famiglie italiane, porterà a tanti di questi bambini l’aiuto che necessita loro. Ricordo a tutte le famiglie di intrattenere la corrispondenza con il sostenuto, laddove possibile. Ricevo ancora tante, troppe lettere in cui i bambini ed i loro parenti si lamentano della mancanza di notizie e foto da parte della famiglia che li aiuta… ricordatevi che questo serve soprattutto a loro! Non mi dilungo oltre, voglio fare a tutti voi i miei più sentiti auguri di un sereno Natale e felice 2004 e vi ringrazio di cuore per tutto quello che state facendo per questi bambini. Vi ricordo che il NAAA è una ONLUS (organizzazione non lucrativa di attività sociale) pertanto, ai sensi dell'art. 13 del D.L. 460/97 ogni donazione a suo favore è detraibile dalle imposte sino ad un massimo di 2.065,83 € per le persone fisiche ed è deducibile fino al 2% del reddito d'impresa (o sino ad un massimo di €. 2.065,83) per le aziende. Volete appoggiare uno dei nostri progetti? Chiunque necessiti di chiarimenti/informzioni può contattarmi allo 335/5836011 o via e-mail [email protected] I sostenitori... Nepal Sailesh Phuyal – 10 anni - sostenuto da GONFIANTINI Maura Rajani Rai – 7 anni – sostenuta da NICOLETTI Teresa PERGA Manuela LEONARDUZZI M.Luisa Supporteranno interventi chirurgici di labbro leporino, piede torto o palato fessurato in Perù Polonia Sochacka Patrjcia – 10 anni - sostenuta da POZZO Floriana Ucraina Mykhailuk Oksana – 16 anni – sostenuta da FODDIS Isabella Scpilun Ganna – sostenuta da BARBIERI Riccarda Bulba Oleksandr – 11 anni – sostenuto da FODDIS Antonio Perù ZAPPAVIGNA Franco e SCAGLIONI Renata ORGIU Roberto RIZZI Marco RICCHIUTI Deborah ZERILLI Luigi e Pakistan Raju Kalidas – 10 anni – sostenuto da CUSIN Anna Usate i nostri c/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO), oppure il c/c bancario intestato a: NUCLEO ASSISTENZA ADOZIONE E AFFIDO N.A.A.A. C/c bancario n. 81162 BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO) CIN G ABI 3048 CAB 30380 Vi ricordiamo che l’elargizione volontaria a Onlus può essere dedotta dalla dichiarazione dei redditi per un importo pari al 19%. Un grazie di cuore a tutti voi per la vostra attenzione! 3 Soc-Trang non deve morire Due anni fa, più o meno in questo periodo, solcavo il cancello dell'orfanotrofio di Soc Trang, a sud di Saigon, sul delta del Mekong. Ricordo il cuore in gola, le lacrime nell'abbracciare Nicole, ricordo tutto, gli odori, la giungla, gli sguardi dei bambini. Ora Soc Trang è in difficoltà, non riesce più ad accogliere bambini e, a fatica, mantiene una decina di bambini handicappati. Molti dei miei Amici, come me, hanno Soc Trang nell'anima e ci stiamo dando da fare per raccogliere fondi. Natale è vicino. Allora Amici proviamo a far sorridere nuovamente dei bambini, convertiamo alcuni regali per i nostri cuccioli in un'offerta per Soc Trang, provate a collegarvi al sito del NAAA ed a cercare in "I nostri progetti di sostegno all'infanzia" troverete foto e filmati ed una dettagliata richiesta per far rivivere Soc Trang. Vorrei ringraziare Tutti coloro che hanno già aderito da Mario Piccioni (mio compagno di adozione in Viet Nam) a Paola e Renato Carvin, ma soprattutto la mitica Nonna Graziella, la Mamma di Dado Pigoni e Nonna di dall’estero... Filastrocca per orientarsi Sette punti ho avuto in dono Per capire dove sono Sopra me c’è il cielo vuoto Io cammino, ma non nuoto Sotto me c’è il duro suolo Io cammino, ma non volo Alla destra la mia mamma A sinistra il mio papà Dietro a me ciò che era prima Avanti a me ciò che sarà sopra e sotto, un lato e l’altro Dietro e avanti il mondo è mio Ma dov’è il settimo punto? Aiutate Ingrid a scrivere il finale. Grazie. Enrico Girardi E’ nel centro: sono io Vietnam... per non dimenticarci di loro Dal recente viaggio effettuato a settembre dal Presidente in questo Paese a cui molti di noi sono legati sono arrivate notizie tutt’altro che rassicuranti sullo stato degli istituti e dei loro piccoli ospiti. Molti di voi si portano nel cuore un pezzetto di quelle istituzioni che hanno ospitato i vostri figli… ebbene ora hanno bisogno del nostro aiuto. Sulla maggior parte di istituti, dal nord al sud, visitati da Ingrid, quello che manca sono i fondi per le primarie necessità dei bambini (acquisto alimenti, visite mediche, materiale igienico sanitario, assunzione personale per il seguimento dei più piccini). In alcune strutture sono venute a mancare le condizioni igieniche sanitarie minime. Abbiamo quindi costituito una task force di aiuti per cercare di soddisfare le esigenze riscontrate e chiediamo il vostro contributo per permetterci di aiutare, 4 Mattia e di Tutti i nostri Chicchi, che ha raccolto da sola una somma notevole. Nelle stanze azzurre di Soc Trang, sulle piastrelle verdi e bianche delle camerate di Soc Trang, corrono foglie secche. Le grida dei bambini, l'allegria del pranzo, sono sparite nell'acquazzone del tardo pomeriggio. I vialetti tra i bassi fabbricati regalano ombra ad un paio di cani sonnacchiosi; non ci sono giocattoli sparsi a terra o signorine che urlano di scendere da quell'albero, solo foglie, foglie secche. File di lettini scrostati, vuoti. Ho un sogno, un grande sogno ma, soprattutto, so di avere tanti Amici, so che mi leggeranno tanti Genitori di cuore. Aiutiamo Soc Trang a rinascere, riportiamo la confusione in quei vialetti, spazziamo via le foglie secche, facciamo rivivere quei lettini bianchi-ruggine. Ho una foto di Nicole, a dieci mesi in piedi in uno di quei lettini, quella foto mi ha donato la forza dell'attesa, la consapevolezza della paternità. Nelle stanze azzurre di Soc Trang, sulle piastrelle verdi e bianche.........." dall’interno... per quanto possibile, questi istituti a non chiudere le loro porte in attesa che le adozioni possano ripartire. Gli istituti che hanno chiesto la nostra collaborazione e le attività che andiamo a supportare sono qui brevemente elencati, per un dettaglio maggiore vi rimandiamo al nostro sito internet: lo stato vietnamita sopperisce con una quota pro-capite insufficiente) 267 € mensili Vung Tau - costo acquisto alimentazione completa per 90 bambini € 1080 mensili - acquisto attrezzi per la cucina e le bici per i bambini che vanno a scuola € 2500 www.naaa.it/nostre_iniziative.htm. Thay Nguyen - fondi per la colazione di 100 bambini: 400 € mensili - sostegno per 30 orfani grandicelli che sono anche ottimi studenti: 300 €/anno per ogni minore - fondi per le cure e l'acquisto di latte in polvere Formula per 10 bambini che verranno ospitati in famiglie anzichè nelle strutture dell'istituto: 600 €/mese (in questa cifra sono inclusi Soc Trang - Fondi per la riapertura di n. 2 sale (attualmente chiuse) che prevedono anche lavori di manutenzione ordinaria della struttura € 3.500 - Fondi per il completamento del mantenimento dei bambini ivi ospitati (attualmente continua... . . . o r e t s e ’ l l a d ... segue: oltre al latte in polvere Formula anche i salari delle badanti e le cure mediche che si rendono necessarie) o Fondi per rinnovare la zona pranzo, cucina e camere per i bambini portatori di handicap: 6000 € Lang Son - Acquisto cancelleria, attrezzi educativi per 46 bambini € 920 - Supporto spese della colazione per 65 minori € 650 mensili Vietnam... per non dimenticarci di loro Ba Ria - Alimenti per una colazione più adeguata €138 mensili - Fornitura di frutta e yogurt due volte alla settimana € 37 mensili - Medicinali per assistenza sanitaria € 46 mensili - Acquisto attrezzatura per formazione sartoriale per i bambini più grandi € 86 mensili - Salario di n. 2 insegnanti € 46 mensili - Acquisto pullmino a 16 posti (il centro è distante dal centro della città quindi c’è bisogno di un mezzo di trasporto a 4 ruote) € 4.606 Questi sono gli istituti su cui il NAAA si è impegnata ad operare e con cui gli accordi formali sono stati siglati tra il NAAA e le autorità vietnamite. Come molti di voi noteranno non vi è incluso il Cau Giay, ciò perché gli accordi sono ancora in corso di definizione al momento di redazione di questa edizione del giornalino. Chi volesse contribuire alla raccolta fondi ed avesse delle idee in merito è pregato di mettersi in contatto con noi, stiamo lavorando per completare al più presto il sito internet documentando (ove possibile) la situazione con immagini. Pakistan... notizie dal Nest In questo periodo abbiamo avuto l’alluvione a Karachi e il Nest è stato chiuso per tutto il mese di Luglio quando abbiamo approfittato anche per fare le vacanze. Visto che la Per la prima volta abbiamo potuto partecipare della festa del NAAA con alcuni prodotti fatti dai Pakistani e dagli Afgani, speriamo che siano stati graditi. Adesso vi aggiorniamo dandovi qualche notizie dei vari settori: Sede del Nest si trova vicino al fiume Layari, le acque ci hanno causato tanti danni distruggendo alcuni dei nostri pochi mobili. Per un bel po’ di giorni la casa è stata sommersa di circa 30 centimetri. SCUOLA DEL NEST Tanti bambini hanno delle grosse difficoltà a venire a scuola (perchè abitano lontano o perchè i mezzi di trasporto sono troppo costosi per loro). Iniziamo a sentire la necessità di un piccolo pulmino sia per il trasporto dei bambini che frequentano la scuola che per portare gli ammalati in ospedale. Certo è che l’acquisto della casa è per noi ora di importanza primaria Dopo l’alluvione e le vacanze 27 bambini non sono più ritornati alla scuola, così abbiamo aperto le nuove ammissioni e adesso abbiamo nuovamente 70 bambini nelle due piccole classi, abbiamo inoltre istituito una classe per l’alfabetizzazione degli adulti che adesso conta 9 ragazze, e sta andando molto bene. Loro sono felicissime di aver trovato un posto dove possono imparare almeno a leggere e a scrivere. di Marines Cardoso da Silva SCUOLA PUBBLICA Oltre che l’aiuto ai bambini e alle loro famiglie attraverso il sostegno a distanza abbiamo fatto le richieste per ottenere degli aiuti per le borse di studio e questo sicuramente sarà di grande vantaggio per noi (se avremo collaborazione) perchè ci darà la possibilità di mettere un numero sempre maggiore di bambini nella scuola pubblica. Ora ne abbiamo inseriti 20 con dei risultati che vanno ben oltre le nostre previsioni. Apprendo da Vanna che il progetto di sostegno allo studio non sembra convincere i sostenitori NAAA e la cosa mi fa molto dispiacere perché non è semplice qui la vita senza saper né leggere né scrivere, che futuro potranno avere tutte questi bambini? Rimarranno sempre in una condizione economica e sociale che farà si che tutti se ne possano approfittare. Ringraziamo... Ecco i progetti che avete deciso di sostenere. Siete sempre in tanti e vi ringraziamo di cuore per la fiducia riposta nel nostro operato all’estero. - un Aiuto per Soc-Trang riceve l’aiuto di: AGUZZI Enrica, AIMONE Lorenza, BERTELLE Carla, BERTELLE Federico, BERTON Marco, BETHAZ Laura, BIGNARDI Ercole, BIONDI Giuseppe, BRUSATORE Italo, Fam. CARVIN - BELLINI, Sig. CAVALLONE Giulio,CIANCIO Salvatore, CONZADORI Adriano, DEL PIANO Ginetto, DERRICO Domenico, Fam. DI SALVATORE - BALDI, FINUCCI Domenico, Sig.ra GENTILINI Ilaria, Sig. GIRARDI Enrico, GOLZIO Emanuela, GORLA Orietta, il GRUPPO DI AMICI PARMA E REGGIO, MANDELLI Angela, MASCETTI Vincenzo, NICOLARI Daniela, PESCHIAROLI Laura, Fam PICCIONI VAILETTI, PIGONI Daniele, PIGONI Giampaolo, PRELLE Monica, RENACCO Romina, fam. ROSINA FERRARI, SALUSSOLIA Vittorio, SCALA Loredana, TAPPERO Domenico, TRIPPA Fabio, VICARI Rosita, Fam. ZANLARI – BIANCHI, ZINGALE Franca Anche i fondi raccolti in occasione del battesimo di Tuan ROMOLI sono stati destinati a questo progetto. - Al sostegno del Cau Giay hanno partecipato CONFESSORE Caterina, fam. GUARDAMAGNA DELL’ACQUA, MALTESE E., PERI Giovanni, fam PIERONI ROSSI, fam RONCHI MANICK - Il progetto di sostegno all’istituto 1 de Majo a Maputo in Mozambico ha visto il sostegno di BARRA Pino - Il progetto Priluky ha visto il sostegno di POLLEGGIONI Loredano - Il progetto Nest in Pakistan vede il sostegno di PERI Giovanni - Un ringraziamento al negozio Lella Mode di Costigliole d’Asti e a tutte quelle persone che stanno facendo tanti sforzi per portare le nostre iniziative ed i nostri progetti nel loro ambiente lavorativo. Grazie ancora a tutte quelle famiglie che arrivano per i corsi o gli incontri sempre con le mani piene ed a tutte le famiglie che raccolgono abiti, medicinali, giocattoli e quant’altro da spedire ai nostri istituti all’estero. Grazie a tutti di cuore! 5 . . . o r e t s e ’ l l a d o n o S rivati... ar dall Colombia Ed eccovi i primi arrivi da questo meraviglioso Paese: - Con Marco e Barbara BIANCHI è arrivata Angela Maria L - A casa di Daniela e Bruno GIORDANO è arrivato Jacob L - Tris per la famiglia SANTARELLO che sono rientrati con Claudia Patricia n, Carlos Sandres n e John Jairo n dal Pakistan - la famiglia ECK è stata allietata dall’arrivo di Angeline Eva n dal Russia Ad allietare Ileana e Sergio GRIVA è arrivata Tatiana ; Guardate questi piccoli bambini ed aiutateli a crescere in un modo migliore! DISPENSARIO MEDICO Aumenta sempre di più il numero di pazienti che arrivano al Nest per curarsi di malattie gravi. Eccovi alcuni esempi: - Sr. Parwez Bhatti: E’ padre di 5 figli e in situazione di povertà estrema per via di una lunga malattia che lui pensava che fosse la tubercolosi, malattia molto comune in Pakistan. All’inizio ha cercato di curarsi in un dispensario con un medico finto che gli prendeva solo i soldi e i risultati erano quasi nulli.. L’abbiamo mandato in un buon ospedale e gli hanno diagnosticato intossicazione ai polmoni per via della nicotina ma soprattutto per l’inquinamento della città di Karachi. Dopo il trattamento sta molto meglio. - Sr. Chaman Parbo: Ha avuto una brutta infezione cutanea che gli impediva anche di camminare, non poteva più lavorare e la moglie lo ha abbandonato. Il nostro Centro ha pagato l’ospedale e ha aiutato la famiglia a mettersi nuovamente insieme, li abbiamo aiutati anche a ricostruire la loro capanna che era distrutta. Adesso sono di nuovo . . . o r e t s e ’ l l a d L'istituto Mladen Antonov si trova nella provincia di Pleven, una regione a 170 km a nord ovest di Sofia. La città di Pleven è una delle città più grandi della Bulgaria con un passato storico di una certa importanza dovuto soprattutto alla guerra di cinque mesi nel 1877-78 che ebbe come risultato la liberazione della Bulgaria dal dominio ottomano durato per 500 anni. L'intervento in questo istituto prevede la nostra presenza in due aree diverse: - rifacimento di parte dell'istituto e riparazione dei mezzi di trasporto - acquisizione di mezzi per attrezzare una sala per lo sviluppo fisico e psicomotorio dei bambini 6 insieme con i loro due bambini e sono contenti. - Sra. Philomena Samuel: Aveva una seria infezione ginecologica da tantissimo tempo che pensava che fosse il cancro. Il suo marito era senza lavoro e ha cercato il Nest per chiedere aiuto. L’abbiamo mandata in un ospedale ginecologico e lì sono intervenuti chirurgicamente. - Sra. Shanti Rai Chand: E’ stata picchiata dagli suoceri quando era incinta e ha perso il bambino. Ha avuto una forte emoraggia e siccome il sangue non si fermava l’abbiamo mandata in ospedale e adesso sta bene. - Sra. Amarvati Hira: suo marito è arrivato a casa drogato e l’ha forzata a bere una bevanda avvelenata. L’abbiamo mandata subito in ospedale e li è rimasta per due giorni. Dopo un mese ha dovuto continuare il trattamento perchè il veleno ha lasciato delle conseguenze. Ora sta molto meglio. Sr. Panju Ram: è venuto da un villaggio lontanissimo per curarsi una gamba dopo un incidente nei campi. Il medico in ospedale gli ha dato gli antibiotici e adesso viene ogni giorno nel dispensario per rifare le medicazioni e la bendatura. Ucraina - Fiorella e Giampiero LURAGO sono stati allietati dall’arrivo di Stefano ; - A casa di Camilla e Mauro TEANI è arrivato Filippo L dal Nepal - con Paola e Dimitri ADAMO è arrivata una femminuccia di nome Rabina Sharma - Agnese e Alberto ALTIERI sono rientrati con il piccolo Ajit ; - Nadia e Claudio CATTANEO sono stati allietati dall’arrivo di una femminuccia di nome Hema Bista n - Anna e Mauro CROCI sono ora con il piccolo Milan Lama ; - Nadia e Antonio PARINI sono arrivati con un maschietto di nome Mithun Lama L L infante ; età prescolare n età scolare nvenuti! e b . . . Bulgaria: Progetto di Sostegno dell’Istituto Mladen Antonov nella provincia di Pleven Ripristino dell’istituto Si rende necessario un intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria di una porzione dell'istituto e dei mezzi di trasporto per garantire la possibilità di escursioni e di movimento con l'autobus di proprietà dell'istituto. Le attività da realizzare sono le seguenti: - lavori di ripristino e ricostruzione delle camere da letto tramite il rifacimento dell'intonaco, la tinteggiatura delle pareti e la riparazione del pavimento e dei letti - riparazione dell'autobus di proprietà dell'istituto - riparazione dell'impianto idraulico, rubinetti, docce e canalizzazione. Risultati ottenibili con questo intervento - miglioramento del modo di vita e della struttura che ospita i bambini - arricchimento delle idee e dell'esperienza dei bambini - possibilità di effettuare attività di svago durante il tempo libero Somma necessaria 2500 Euro che permetterà - la ricostruzione delle camere da letto - l'acquisto di vernici, cemento, gesso, carta da parati - di pagare la mano d'opera per la ricostruzione - la sostituzione dei tubi dell'impianto idrico, delle docce, dei rubinetti dall’estero... Bulgaria: Progetto di Sostegno dell’Istituto Mladen Antonov nella provincia di Pleven ... segue: - la riparazione dell'autobus - la riparazione dell'idroforo Sala polivalente psicomotoria I bambini ospitati hanno necessità di un aiuto nello sviluppo armonico della psicomotricità. Chi ha visitato gli istituti nei paesi dell’est si è reso conto che molti bambini hanno problemi legati al poco movimento. L’intervento che vi sottoponiamo mira quindi al rinforzo dello sviluppo psicomotorio, onde stimolare lo sviluppo neuropsichico, somatico e vocale dei bambini, a fare si che i bambini possano formarsi, dal punto di vista motorio, tramite movimenti adeguati (cammino, corsa, salto, cammino a carponi) per fare si che anche il sistema nervoso venga influenzato in modo benefico. Attraverso l’effettuazione di esercizi con lo scopo specifico si verrebbero a rinforzare i muscoli del collo e degli arti, verrebbe sti- . . . o r e t s e ’ l l a d molato il coordinamento dei movimenti, l’equilibrio e impostata una giusta postura. La struttura sarebbe quindi in grado di effettuare fisioterapia su bambini portatori di handicap e giochi psicomotori su indicazioni specifiche date dalle fisioterapiste. Risultati ottenibili - miglioramento dell'attività psicomotoria - superamento dei movimenti inabili e non coordinati - formazione di abilità di orientamento nello spazio, capacità di organizzarsi, autonomia e passaggio da una attività ad un'altra - occupazione sistematica con esercizi fisici che rinforzano la salute dei bambini dell'istituto - sviluppo delle qualità personali dei bambini, autonomia, attività, comportamento di valutazione - influenza sulle correlazioni fra i processi eccitanti e trattenenti nella corteccia celebrale - partecipazione di massa alle attività di gruppo dei bambini La struttura sarà in grado di ospitare 60 bambini in età prescolare ed 80 in età scolare La somma prevede quindi l’acquisto di sussidi per l'attrezzatura di una sala per lo sviluppo fisico, psicomotorio e correttivo dei bambini Somma necessaria 2500 Euro Qualora la cifra raccolta superasse la quota necessaria per l'acquisto dell'attrezzatura per la sala di psicomotricità, devolveremo l’eccedente a sostegno dell’istituto stesso. Se volete appoggiare questo progetto siete pregati di indicare la causale BULGARIA-MLADEN ANTONOV nei vostri versamenti. Kathmandu, Nepal: Ampliamento scuola Nirvana Boarding School, Kathmandu Vi riproponiamo questo progetto perché riteniamo che l’educazione scolastica sia uno dei punti in cui la società moderna deve agire per il futuro di ogni Paese. Questo progetto sarà seguito in loco dal nostro referente Sanu, che molti di voi conoscono. Chi di voi si troverà a viaggiare in quello splendido Paese potrà chiedere a Sanu di visitare, durante il periodo scolastico, la scuola, di conoscere il personale docente ed eventualmente di conoscere il bambino supportato allo studio dalla famiglia tramite il sostegno a distanza. In Nepal il governo conduce una politica piuttosto libera sulla privatizzazione in vari settori dell’economia. Il settore dell’istruzione è uno dei campi dove la privatizzazione sta crescendo fondando e costruendo diverse scuole nel Paese, al fine di fornire un’educazione migliore e di qualità. Il Collegio Nirwana fu fondato nel 2052 B.S. nel quartiere VDC no. 5 di Goldhunga nel distretto di Kathmandu. La scuola è situata ad appena 5 km da Kathmandu dove finisce la foresta di Nagarjun. La scuola fu fondata al fine di fornire servizi scolastici di qualità alla Comunità locale di Goldhunga VDC. La scuola ha ora 7 classi e sta pensando di arrivare gradualmente fino a 10 classi. Gli insegnanti presenti sono undici, compreso un preside. Il principale obiettivo della scuola è quello di fornire servizi scolastici di qualità nonché sviluppo della personalità e della carriera degli studenti della comunità. Nello specifico: - fornire istruzione migliore e di qualità agli studenti della comunità - sviluppare l’educazione ambientale nelle scuole e fuori dalle scuole. - assistere la gente povera fornendo loro borse di studio a scuola - sviluppare le generali capacità intellettive e sportive degli studenti. - formare studenti migliori e di qualità che saranno i futuri bravi studenti e le ottime persone della comunità. La scuola è diretta da persone esperte e professionali, gli insegnanti nominati hanno una dimostrata esperienza e qualifica educativa di base. La scuola svilupperà strutture per lo sport ed un curriculum extra per gli studenti della scuola. Le strutture per i giochi all’aperto od al chiuso saranno allestite nei locali scolastici. La pallavolo, il tennistavolo, il badminton ed il basket saranno organizzati a parte, così come il curriculum extra; saranno organizzati dibattiti, quiz e diverse competizioni. Il programma di borsa di studio è previsto per i bambini più intelligenti nonchè con la votazione più alta. La Borsa di Studio completa verrà fornita a 5 studenti della comunità povera. Ogni anno verrà organizzato uno stage di studio specifico per uno scambio culturale anche con altre scuole. Tra le attività scolastiche è inclusa la partecipazione ad eventi nazionali come il Giorno dei Bambini del Nepal, il Giorno dell’Istruzione ed altre manifestazioni. La scuola contribuirà allo sviluppo del lavoro della comunità a livello locale. Programmi di carattere ambientale come la pulizia delle cisterne per l’acqua, delle strade e delle zone comuni saranno messi in atto con la partecipazione degli studenti. La scuola sta operando grazie alle sue proprie risorse perché le quote sono le risorse principali per l’operatività della scuola. Le quote sono simboliche per gli studenti della comunità che sono in grado di pagare e le persone con un basso reddito hanno comunque l’opportunità di imparare a leggere a scuola. Le necessità economiche della scuola sono atte a ricoprire il costo degli insegnanti e dello staff scolastico e per provvedere all’acquisto di materiale scolastico (libri, cancelleria, colori, penne, matite e quant’altro necessario). Il costo annuale sostenuto dalla scuola per gli stipendi ammonta a 10.900 € circa mentre le spese per il materiale scolastico incidono per un importo pari a 7.800 €. Chi di voi dovesse recarsi in Nepal per viaggio di piacere, per trekking, per adozione può liberamente andare a visitare la scuola, il nostro referente locale sarà molto contento di accompagnarvi, potrete constatare di persona le reali necessità della scuola. Nel contempo la scuola ci ha reso disponibili parecchie schede di bambini e bambine per il sostegno allo studio, (vedi sostegno a distanza). Con 150 € annuali potete sostenere la crescita scolastica di un minore bisognoso presso questa scuola e vi verranno inviate annualmente le schede sui progressi scolastici effettuati dal sostenuto. Chi di voi fosse interessato a sostenere allo studio uno di questi bambini è pregato di utilizzare il modulo inserito alla fine di questa pubblicazione. Se desiderate appoggiare questo progetto mettete nella causale: NIRVANA SCHOOL E’ Natale...i siamo tutt più buoni! 7 Diari di viaggio... Siete in molti a scrivere delle vostre attese, delle vostre speranze, dei vostri tanto sospirati viaggi nel paese che ha dato i natali a vostri figli… ma dopo? Sono pochi quelli che scrivono del loro rapporto con il figlio dopo il rientro, degli eventuali problemini riscontrati, delle grandi gioie che vi danno quando iniziano ad andare all’asilo, dei loro rapporti con i coetanei. Sono ormai parecchie le famiglie che hanno bambini grandicelli che hanno iniziato a porsi ed a porvi delle domande che talvolta ci colgono di sorpresa o non proprio preparati. Proviamo a spiegare come si sente una mamma quando il proprio bambino incomincia ad allontanarsi? E quali confidenze raccoglie il papà? Scriveteci anche questo tipo di storie, possono essere di aiuto a chi ancora deve percorrere questa strada, così come i vostri “diari di viaggio” aiutano e donano speranza a chi è ancora al palo in attesa. VIAGGIO IN VIETNAM Fam. Zaccagnino Gusmeroli Ci siamo sposati nel luglio del 1992 e nel gennaio del 2000 abbiamo presentato la dichiarazione di disponibilità al tribunale dei minori di Milano. Dopo anni di vita di coppia e di attesa di un figlio che non arrivava, ci è sembrata fosse una decisione saggia che coglieva il nostro desiderio di essere genitori con pieno entusiasmo. Ottenuto il decreto abbiamo conosciuto il NAAA attraverso una coppia di amici che aveva percorso la nostra stessa esperienza e nel giugno del 2001 abbiamo iniziato con loro il nostro iter adottivo. Avevamo conosciuto le storie di altre coppie e avuto notizie sui paesi di destinazione per i quali avevamo dato la nostra disponibilità. Poi, come sempre accade, dopo alterne vicende, all’ improvviso, a metà ottobre del 2002 la telefonata di Cinzia: disponibilità e partenza immediata per il Vietnam, 2 viaggi di una settimana il primo e di 5 – 6 settimane il secondo a distanza di 1 – 2 mesi. Abbiamo toccato il cielo con un dito, dopo periodi di attese e di incertezze era giunta la nostra occasione, da tanto tempo attesa. Due giorni dopo l’ abbinamento, abbiamo nelle nostre mani una foto, piccola e sfocata, di una bambina di 4 anni appena compiuti, ospitata in un orfanotrofio di una provincia del Nord del paese: Lang Son. Provincia nuova per le adozioni anche per il NAAA. Siete in diversi, ci viene detto, una decina di coppie su quella provincia. Non c’ è tempo da perdere : 10 giorni al massimo per fare i documenti, il primo viaggio è da farsi entro fine mese, le procedure del resto sono comunque da perfezionarsi in loco. Ci siamo divisi i compiti, mia moglie Marilena, si sarebbe dedicata soprattutto ai documenti, io avrei fatto il primo viaggio ad Hanoi per una settimana, portando con me la piccola foto di Tu, la nostra bambina. Dopo febbrili preparativi, la corsa per i documenti, arriva il giorno della partenza: 25 Ottobre mattina dall’ aeroporto di Malpensa, volo Thai Milano – Zurigo – Bangok – Hanoi. Siamo arrivati ad Hanoi in pratica 24 ore dopo, considerando 6 ore di fuso orario, a mezzogiorno. Ci si conosce durante il viaggio con altre 8 coppie , siamo in 5. All’ arrivo ci sentiamo e troviamo in un mondo lontano dal nostro, nel tempo e nello spazio. Stanchi del viaggio l’ atmosfera solare del Vietnam ci rinfranca. Ci colpisce subito all’arrivo. Ci circondano immediatamente il calore delle persone, i loro sorrisi, il loro candore, intuisci e percepisci la genuinità di una cultura diversa. Ne rimani coinvolto e stordito. Siamo accolti all’ aeroporto Noi Bai di Hanoi dai ragazzi dell’ Hotel Vieth Han con mazzi di fiori per le signore. La temperatura intorno ai 30 gradi rende perfettamente l’ atmosfera estiva e per l’ appunto solare dell’ ambiente. Il tragitto in pulmino dall’ aeroporto all’ albergo (35 km, 45 minuti), ci mostra il paesaggio, la campagna, dalle mille tonalità di verde, come recita una guida turistica, perfettamente coltivata e ordinata, i contadini nei campi, le strade polverose e piene sino all’ inverosimile di gente, di motorini, biciclette, diposte in 7 - 8 file parallele. Fa da sottofondo il rumore assordante, continuo ma festoso dei clacson che ti accompagna sempre dalle prime luci dell’ alba a sera inoltrata. Sono le immagini e i rumori del Vietnam che ti accolgono immediatamente all’ arrivo e che ti permettono di identificare sin dall’ inizio il paese in cui sei arrivato. Lo stupore e la meraviglia di essere in un paese nuovo, inaspettato ma accogliente e sereno ti accoglie e ti sorprende immediatamente. L’albergo è moderno, nuovissimo, in una strada del quartiere vecchio di Hanoi. Porto addosso un po’ dell’ inquietudine residua del viaggio, così improvviso. E’solo la prima settimana, mi dico, altri in quel momento sono già lì già con i loro bambini al secondo viaggio. Ci sono cose, documenti da sistemare e molte incertezze dovute ad una provincia Lang Son, nuova per il NAAA e anche per le altre associazioni, a 150 km a nord da Hanoi ai confini con la Cina Meridionale. Incontriamo la sera stessa il referente Francesco e la moglie vietnamita Hang con le famiglie destinate a Lang Son (10 in tutto alla fine) e con le altre destinate alle altre province: Bac Kan, Thai Nguyen, Nam Dinh, Hanoi ecc. Fraternizziamo. Verifica dei documenti da presentare alle autorità locali, breve ma incisiva presentazione della situazione paese da parte del referente. Prossimo passo la formalizzazione innanzi al giudice locale, della richiesta di adozione e incontro con la bambina in istituto. Max 1 ora ci dice Francesco. La partenza per l’istituto di Lang Son avviene alcuni giorni dopo. Partenza alle 6 del mattino, il 31 di ottobre, siamo 4 coppie. L’ istituto è distante 2 ore circa, ci inoltriamo nella provincia montana a nord di Hanoi. La strada è buona e scorrevole. Arriviamo in istituto prima delle nove. Ci accolgono con riservatezza e cortesia, ci fanno accomodare in un locale, ci viene offerto del tè. L’ emozione è grande non sappiamo come si svolgerà il tutto, poi d’ improvviso, cominciano ad uno ad uno a portarci i bambini accompagnati dalle rispettive “tata” o “didi”, la signora/ragazza che si occupa di loro in istituto. Tu, nostra figlia, arrivi per seconda, accompagnata da una signora. Benchè non faccia freddo, è molto coperta. Entra nel locale, ha l’aria un po’ smarrita e incerta, ma curiosa. Si guarda intorno. E’ una delle due bambine grandi, gli altri hanno tutti meno di un anno o poco più. Rappresenta quindi un po’ una sopresa anche per gli stessi operatori e per le altre famiglie. E’ molto docile, si fa prendere in braccio, silenziosa, le porgo un po’ di cioccolata e di frutta che avevo portato con me, li accetta con gusto. Si guarda intorno, curiosa del nuovo ambiente e delle persone che vede intorno a se. Canticchia volentieri delle canzoncine molto graziose su indicazione della “tata”. Appare molto tranquilla, serena e disponibile. L’incontro trascorre, è inutile dirlo molto molto in fretta, le lascio un orsacchiotto, le foto mie e di mia moglie che conserverà con cura comprendendo che sono i nuovi “mamma e papà” parole che impara a pronunciare, “Bo e me” in vietnamita come le spiega la tata. Un bacio finale e un abbraccio, termina l’incontro con la certezza, sempre molto fideistica in questi casi, di ritrovarci appena possibile (1 mese?) per tornare con noi in Italia. Ci rechiamo alla casa del popolo, dobbiamo attendere il pomeriggio perchè arrivi il giudice impegnato altrove. Un po’ la sorpresa di questa provincia è costituta dagli adempimenti formali molto rigidi. Ogni coppia presenta singolarmente la propria documentazione al giudice, una giovane donna, molto austera ma cortese, che ci interroga, grazie ad una interprete e registra le nostre risposte. Ci chiede delle nostre motivazioni dell’adozione, della scelta del paese, valuta la serietà delle nostre intenzioni. Il tutto dura 20 – 30 minuti in un clima formale, ma cordiale. Torniamo ad Hanoi e arriviamo in albergo la sera. ... contina a pag 9... ...segue La settimana trascorre senza intoppi particolari, qualche ansietà per la correttezza e la tempestività dei documenti necessari (alcuni da rifare), partiamo il 3 novembre la domenica, dopo una settimana che ci ha permesso di avere una visione, abbastanza da turisti, piuttosto accurata di Hanoi, delle sue strade, dei ristoranti, piuttosto che dei supermercati. Sono informazioni pensiamo che potranno essere utili in occasione del 2° viaggio (6 settimane) quando non sarà possibile esplorare l’ambiente del tutto nuovo in cui dovremo abitare con una bimba in famiglia. Torniamo tutti in Italia, racconto alla moglie quanto posso, porto le foto, tantissime. Ora abbiamo la consapevolezza che in Vietnam, in un istituto della provincia di Lang Son, c’è una bambina, nostra figlia, che attende il nostro ritorno. Non ci pensiamo, potrebbero accadere tante cose, un documento sbagliato, qualche evento non sotto il nostro controllo che possa interrompere il tutto. Sappiamo che dobbiamo attendere, speriamo che avvenga tutto molto in fretta. All’improvviso anche questa volta, qualcuno è contattato per il secondo viaggio. Sappiamo che presto potrà toccare a noi, speriamo prima di Natale, sarebbe un Natale bellissimo. Per intanto fervono i preparativi, la cameretta della bambina, bisogna imbiancare, i nonni sono all’improvviso anch’essi molto preoccupati (come farete 6 settimane in Vietnam?) Tutti dubbi e incertezze che vengono spazzati via da una telefonata: partite il 17 dicembre!!. Bene è l’ora! Finalmente! Vuol dire che faremo Natale ad Hanoi con nostra figlia! Ci ritroviamo più o meno gli stessi del primo viaggio sull’aereo, questa volta volo Air France: Milano – Parigi – Bankok – Hanoi. 24 ore di viaggio e siamo in albergo al Nam Hai questa volta. Siamo in tanti in Hanoi nei 3 alberghi scelti dal NAAA, circa 25 famiglie, tutte per lo più al secondo viaggio. Si familarizza in fretta con tutti, l’atmosfera è buona e gradevole. Ci si supporta molto vicendevolmente. Dobbiamo solo aspettare a questo punto di andare in istituto per la cerimona del “dare e dell’avere” e da quel momento potremo avere la nostra piccola Tu con noi. Passerà ancora una settimana poi il 22 dicembre Francesco ci comunica che il primo gruppo delle famiglie di Lang Son, tra cui noi, farà la cerimonia il giorno 24 dicembre: la vigila di Natale. Il giorno non poteva essere scelto con più accuratezza. Partiamo presto al mattino, le 6. E’ la prima cerimonia che il NAAA fa in quella provincia, non tutto è chiaro. Siamo 5 famiglie in pulmino. La cerimonia è il momento, ci avevano già spiegato, in cui si conclude l’iter legale dell’adozione secondo la legge vietnamita. Da quel momento in poi, secondo la legge del Vietnam, la nostra bambina è anche nostra figlia a tutti gli effetti. La cerimonia è anche però dal punto di vista emotivo, il momento in cui il bambino viene affidato alla nuova coppia e si costituisce una nuova famiglia. E’ un momento ufficiale e denso di contenuti: è il momento dell’affidamento di un Diari di viaggio... bimbo/bimba vietnamita ad una coppia straniera e rappresenta un impegno da parte di tutti. E’ quindi anche un momento da celebrare, un momentio di festa. Sono le 8 e mezza quando arriviamo, siamo tutti molto tesi, non sappiamo bene come si svolgerà la giornata ma l’ essere in 5 famiglie ci autosostiene. La mattina passa incontrando i genitori naturali dei bambini. Incontriamo e conosciamo i genitori e lo zio di Tu. Comunichiamo con loro attraverso l’interprete. Sono momenti di forte commozione, abbiamo modo di apprezzare l’estrema serenità di spirito dei genitori. Ci raccontano della loro vita, della loro famiglia, spiegano i loro motivi e le loro situazioni (povertà estrema, situazioni familiari complesse) con la speranza/certezza di assicurare alla loro bambina un futuro migliore. Ci riceve il giudice chiedendoci conferma di quanto già dichiarato nel corso del primo viaggio. Nel pomeriggio alle 14 inizia la cerimonia, arrivano i bambini accompagnati dalle “tate “ o “didi”, arrivano i funzionari locali. Tu è bellissima, vestita e pettinata per benino, si avvicina subito a noi. Appare tranquilla, incontra i suoi genitori naturali, sta insieme con noi e con loro, mangia dolci e cioccolatini, panettoni natalizi, portati da noi tutti per l’occasione. La cerimonia dura un paio d’ore. C’è il momento formale della firma dei genitori naturali e adottivi al termine ufficiale del procedimento giuridico dell’adozione vietnamita. C’è il discorso dei genitori adottivi e dei genitori naturali, lo scambio dei doni. Al temine i saluti, la commozione prende tutti. I nostri timori sino a quel momento tenuti sotto controllo, si sciolgono in un abbraccio alla nostra piccola Tu che viene a noi abbracciandoci e stringendoci a se. E’ stata la giornata più bella e più difficile per l’intensità delle emozioni vissute e per la nostra difficoltà a intepretare usi e costumi di un paese molto distante dal nostro, per cultura e concezioni sociali e religiose. Abbiamo ammirato l’estrema serenità e consapevolezza del gesto compiuto dalle famiglie di orgine in una concezione molto fideistica della vita, frutto della cultura sociale e religiosa propria delle popolazioni vietnamite. Siamo tornati molto provati in albergo a sera. Tu ha dormito tutto il viaggio abbracciata a me. Si è svegliata all’arrivo. Eravamo tutti attesi in albergo dalle altre coppie. Tu è apparsa con noi nell’atrio, lo sguardo un po’ incerto, si è guardata intorno, ha visto le altre coppie e gli altri bambini piccoli, poi è venuta via con noi in camera serena e tranquilla. Ha dormito tutta la notte. E’ superfluo dire che per noi è stato il Natale più bello della nostra vita. Tu si è subito adattata a noi e noi a lei. Ha dormito bene, tutte le notti in mezzo a noi, abbracciata alla mamma (guai ad allontanarsi un attimo o a girarle le spalle), stringendoci a sè. La differenza di lingua non è stata assolutamente un limite, ci siamo intesi immediatamente. Si faceva intendere con una immediatezza di contatto e di rapporto straordinari. Ci ha stupiti per la serenità, la gioia, l’allegria e la vivacità del suo essere, riempiendoci tutte le giornate successive. Abbiamo costruito il nostro rapporto insieme, giorno dopo giorno, istante dopo istante. I giorni successivi sono trascorsi rapidi, molto più velocemente di quanto potessimo immaginare. Abbiamo girato per Hanoi in lungo e in largo con la nostra piccola Tu e con le altre coppie di amici. Abbiamo capito da Tu i suoi gusti, apprezzato i cambiamenti anche alimentari (le prime settimane mangiava solo pane e frutta e a colazione il pho,una minestra di pollo, con spaghetti di soia). Il suo carattere di fondo è stato caratterizzato sin dall’inizio, passati i primi 2 giorni di ambientamento, dall’allegria, dalle corse ininterrotte nell’atrio dell’ albergo o per le strade e i parchi della città, dalle coccole ai bambini più piccoli di cui andava matta, tra lo sguardo stupito e un po’ preoccupato delle altre mamme. E infine l’attaccamento a noi mamma e papà, comunque voluti sempre entrambi insieme a lei ininterrottamente (mi è capitato di dover andare alle postazioni Internet al mattino presto prima che lei si svegliasse!!) La parte, a questo punto puramente amministrativa dell’iter adottivo, è stata a dir poco secondaria se non fosse per la necessità obbiettiva di cercar di fare le cose in fretta per tornare al più presto in Italia, per i motivi legati al lavoro e agli impegni di ciascuno. Abbiamo così fatto i documenti che ci restavano da fare (autentiche e legalizzazioni dei documenti MOFA relativi all’adozione in Vetnam, passoporto di Tu, richiesta di Visto) per attendere poi l’autorizzazione all’ingresso da parte della CAI, il via libera dell’ambasciata italiana di Hanoi, dopo le verifiche fatte da parte di quest’ultima presso i ministeri degli interni e della giustizia locali, l’incontro in ambasciata e finalmente il rilascio del Visto e la partenza per il ritorno in Italia il 25 Gennaio. Siamo stati in Vietnam 35 giorni, meno di quanto c’era stato prospettato. Può essere considerato un periodo lungo e lo è se rapportato alle esigenze personali legate al lavoro e agli impegni di ciascuno. Lo è 9 ...segue anche in rapporto a molte lungaggini burocratiche, se si pensa che dal 24 dicembre Tu è nostra figlia a tutti gli effetti per la legge Vietnamita ma per avere il visto di ingresso in Italia è passato esattamente un altro mese. Comunque è stato un periodo utilissimo e necessario, almeno per noi, e direi unico, per la possibilità offertaci di stare insieme con nostra figlia per 35 giorni di seguito, per conoscerci, per stare bene insieme, per capire e aiutarla/aiutarci a costituire una nuova famiglia. Se non fossimo stati insieme in Vietnam quel mese con Tu, il distacco dal paese per lei e l’integrazione in Italia sarebbero stati molto più difficili. E’ stato poi un periodo bellissimo. Hanoi è una città splendida per l’opportunità unica di vivere in un contesto completamente diverso dal nostro. Le sue strade piene di venditori ambulanti e di negozi, posti in perimetri strettissimi, le donne che vendono ogni genere di frutta e verdura, il lago Hoan Kiem, i supermercati, i centri commerciali molto forniti e a costi irrisori, le strade a tema del centro storico di Hanoi sono frammenti di immagini che porteremo sempre con noi. I vietnamiti sono persone molto semplici, sempre in movimento, sorridenti nonostante la povertà evidente, sempre dignitosissimi nello spirito e nel portamento. Pronti a darti un consiglio o una carezza al tuo bambino, riconoscono i bimbi dati in adozione e ne sono contenti. Baby Vietnam? ti dicono fermandoti per strada, li accarezzano e giocano con loro a ristorante o in albergo. Rappresentano le immagini di una educazione dolce ma nel contempo austera che danno ai loro bambini. Il 25 gennaio siamo tornati eravamo contenti di questo e di tornare alla nostra vita, ma abbiamo lasciato lì un pezzo di noi in questo paese che è ormai anche il nostro. Ora che quello che sembrava un traguardo così difficile è stato raggiunto, ringraziamo Dio che ci ha permesso di realizzare il sogno della nostra vita. Ringraziamo pure tante altre persone ed amici che ci hanno sostenuto nei momenti in cui tutto sembrava così incerto, ringraziamo lo staff NAAA di Arconate, di Ciriè e di Hanoi per l’appoggio, il sostegno, l’amicizia e la professionalità con la quale si hanno seguito e sostenuto in questo nostro grande viaggio. Il viaggio è terminato, Tu è con noi in Italia a Monza, parla italiano ormai in maniera compiuta, gioca con i bambini italiani, della sua età, si inserirà a scuola. E’ molto cresciuta, quasi non riconosciamo più in lei la minuta bambina che ho incontrato la mattina del 31 ottobre nell’orfanotrofio di Lang Son, ma il carattere dolce e solare delle settimane trascorse ad Hanoi è rimasto lo stesso. Resterà con noi per sempre il ricordo di un mese entusiasmante trascorso ad Hanoi e il proposito, la voglia, la passione di tornarci ancora.Chissà. PURNIMA Serena Pappagallo Era metà luglio 2002 quando Giancarlo al telefono ci disse “ma sì prenotatevi pure 10 Diari di viaggio... le vostre vacanze tanto ormai fino a settembre non se ne farà più niente”...mai previsione fu più “felicemente” sbagliata. Ci siamo sposati nel 1995 e nell’aprile del 2000 abbiamo presentato domanda al Tribunale dei Minori e finalmente un anno dopo abbiamo avuto in mano il tanto sospirato decreto. Per noi non c’era possibilità di errore, la nostra scelta era il Nepal, addirittura il giudice nella sua relazione dopo averci sentiti così entusiasti e desiderosi di adottare in Nepal, ha indicato questo nostro desiderio sul decreto!!! Dopo il primo incontro ad Aprile 2001 e lo Zig-Zag a Giugno 2001, a Settembre abbiamo consegnato i documenti per il nostro paese e ad Ottobre abbiamo firmato la Guarantee Letter. E’ iniziata così la nostra gravidanza vera e propria, in cui sembrava che le doglie non arrivassero mai, quando un bel giorno di fine Luglio 2002, precisamente il 26, mentre ci stanno montando la cameretta, telefoniamo a Ciriè per augurare buone vacanze. Tentiamo di parlare con Ferry ma è occupato, quando ci passano Ingrid che ci dice “ma noi i vostri numeri di telefono li abbiamo?” “Sì perché?” “Perché siete stati abbinati, attendiamo tutti i documenti”. Dopo esserci ripresi dall’emozione la cameretta di nostra figlia ci è sembrata ancora più bella. Al pomeriggio telefona Flavia e ci dice che la partenza è prevista per fine agosto e che si tratta della Children’s Home. Il 29 Rino telefona a Vito e gli comunica che la partenza è stata spostata …a metà agosto. Il 2 Agosto finalmente ci mettiamo in viaggio verso Ciriè con un’ansia tremenda dentro ed una stanchezza infinita, visto che dalla telefonata che ci annunciava l’abbinamento non abbiamo più dormito… Arriviamo a Ciriè, 1 ora prima dell’inizio del Paese che Vai e Cinzia ci fa salire e ci consegna un foglio di carta con un nome, una data di nascita ed una piccolissima foto in bianco e nero, Purnima nata il 3/11/2001, ed è stranissimo come quel foglio A4 con un nome, una data di nascita e una piccolissima foto in bianco e nero ti riempia il cuore così prepotentemente, con un’emozione così forte che è perfino dolorosa, in quel momento senti che lei è tua figlia a tutti gli effetti. Il 14 Agosto ci troviamo all’aeroporto di Malpensa con le altre coppie, 3 le avevamo già incontrate al Paese che Vai, 2 le abbiamo conosciute lì , e la terza coppia, che poi era solo il marito, lo abbiamo perso, o meglio non sapevamo ci fosse un’altra coppia e lo abbiamo proprio dimenticato da solo all’aeroporto di Kathmandu, ma fortunatamente una guida che era lì conosceva Sanu (ma chi non conosce Sanu??) e lo ha chiamato così anche lui è riuscito ad arrivare allo Shangri-Là. Il 16 (compleanno di Vito e quale miglior regalo poteva ricevere?) finalmente (dopo un viaggio allucinante con dirottamento in Bangladesh colpa monsoni nepalesi) saliamo tutti su un taxi per andare prima a firmare dal sindaco e poi alla Children’s Home. Arrivati alla Children, noi eravamo sull’ul- timo taxi e quando siamo scesi e siamo entrati nel cortile gli altri erano già entrati in una stanzetta a piano terra, quando sentiamo dire dalla cognata di Tamatà “Questa è Purnima”, bè Vito poverino era pronto con macchina fotografica e telecamera per immortalare l’incontro ma non è riuscito a stare dietro a quella mamma in corsa che ha letteralmente calpestato tutti gli altri per andare a prendere sua figlia. Quel momento è terribilmente emozionante, solo chi ha provato la stessa cosa può saperlo e anche descriverlo è difficile, ma in quel momento noi abbiamo capito il significato di amore viscerale perché è proprio dallo stomaco che ti sale, e poi come si fa a non amare una cucciola di 9 mesi che ti guarda seria seria ed un po’ stranita con due occhioni neri che cercano di capire chi sono quei due signori con palloncini, bolle di sapone, pupazzetti, un cavallino che suona, telecamera e macchina fotografica, che ti coccolano e sbaciucchiano in continuazione. Adesso a distanza di mesi riguardando i filmini si vede quanto anche lei fosse tesa e nervosa nonostante fossimo riusciti a strapparle i primi sorrisi. Purnima stava abbastanza bene, aveva un’infezione alle orecchie, causa buchi e una crosta sul naso, tosse e moccio. Da quel giorno, essendo in tanti, la cognata di Tamatà ci portava tutti i giorni i bambini in albergo dalle 11.00 alle 16.00 circa, quindi senza avere niente e senza aspettarcelo, (siamo corsi tutti al Supermercato Bat Bateni per comprare tutto l’occorrente) ci siamo tutti ritrovati a badare a tempo pieno (piscina, bagnetto, cambi e mangiare) ai nostri bambini. Siamo riusciti anche a visitare un po’ il paese dei nostri figli nei due giorni che non ci hanno portato i bambini e al pomeriggio quando li riportavano via e così abbiamo visitato: Bhaktapur, Patan, Durban Square, Swayambhunath, Pashupatinah, Bodhanath, ovviamente il Thamel, e alla sera eravamo quasi sempre al Fire And Ice dalla Sig.ra Annamaria a mangiare. E’ stato sicuramente bellissimo, ma i bambini probabilmente hanno sofferto più del dovuto il rientro tutte le sere alla Children, anche Purnima gli ultimi due giorni piangeva quando venivano a prenderli, e vedere lei così e anche gli altri bambini che volevano stare con i loro genitori è stato veramente straziante. L’ultimo giorno poi è stato veramente bruttissimo, abbiamo cercato di essere sereni di non farci vedere piangere da Purnima, ma è stato impossibile dopo 10 giorni in cui siamo stati insieme, non essere disperati tutti e tre. E così si torna in Italia tutti con il cuore a pezzetti. Forza Purnima torniamo PRESTISSIMO. Intanto in Nepal rimane una coppia che ha avuto la fortuna di passare subito in commissione e quindi non tornano in Italia ma rimangono lì con il loro bellissimo bambino. Fortunatamente alla festa dell’associazione, Sanu, comunica a tutti, tranne ad una coppia per problemi di documenti, che saremmo ripartiti con lui il 27 settembre. Sul pullman che ci riporta allo Shangrilà stanchi ma sorridenti, a tutti sembra di essere ritornati a casa, il rumore, l’inquinamento (Kathmandu è una delle città più ...segue inquinate del mondo, seconda solo a Città del Messico), e soprattutto gli odori, i profumi che si sentono in giro, i colori, la gente, i negozi. Il giorno dopo, il 28 settembre, telefona Sanu e comunica che i bambini stanno arrivando, e così tutti ci piazziamo nella hall dello Shangri-La, come facevamo durante il primo viaggio quando aspettavamo i nostri bambini, ma questa volta non verrà nessuno a riprenderseli al pomeriggio. Alle 11 arriva il taxi con I NOSTRI FIGLI, e quando riabbracciamo la nostra piccola ci sembra di non averla mai lasciata. La prima notte la passiamo praticamente in bianco a guardare nostra figlia che dormiva nel suo lettino, non sembrandoci vero di avere finalmente riunito la famiglia. Il giorno dopo arriva il bambino di un’altra coppia che si era aggiunta al nostro gruppo. Così tutte le famiglie si riuniscono e tra grandi e piccoli ci ritroviamo in 21 (grazie amici è stato bellissimo dividere tutto questo con voi) e lo Shangri-Là diventa un po’ italiano. Nei 24 giorni successivi abbiamo buttato le fondamenta della nostra famiglia ed il tempo è trascorso tra piscina, passeggiate in Kathmandu, qualche giorno a Pokhara, un pranzo ospiti a casa di Suria Lama per festeggiare il Dasain e una festa di compleanno con tanto di torta. Purnima è attaccata come una “cozza” alla mamma e lascia poco avvicinare il papà, ma questo ce lo aspettavamo, è simpatica e solare, gioca in piscina, gattona nel prato e sul tappeto della hall, mangia la pasta (in 24 giorni “ingrasserà” di 2,5 Kg), e ovviamente fa dei bei capriccetti. Dopo 24 giorni, finalmente si torna a casa, all’aeroporto di Kathmandu ci facciamo fare tutti insieme una foto da una guardia e saliamo sull’aereo. Il 21 ottobre arriviamo a Milano e fuori ad aspettarci troviamo i nonni, Saona (la nostra lupa bellissima e bravissima) la bisnonna, gli zii, gli amici e finalmente andiamo a casa. Sono passati 8 mesi dal nostro rientro in Italia mentre scriviamo e Purnima è cresciuta, cammina, è attivissima, non sta mai ferma, è una bambina bellissima, è testona, permalosa e capricciosetta, esattamente come tutti i bambini della sua età, va al nido e si è inserita benissimo. Con mamma è ancora un po’ “cozza”, ci sono giorni che si avvinghia e non la molla più, e come tutte le femmine che si rispettino comincia ad amare il suo papà. Con la nostra cagnolona Saona va d’amore e d’accordo anche se a volte le fa qualche dispetto, ma lei paziente sopporta (aspirerà alla prima santità canina). Ma la cosa fondamentale e più importante e che E’ NOSTRA FIGLIA. Mai, Fiore di ciliegio Laura e Alberto Chiarini Con il cuore in gola stavamo salendo le scale dell’ospedale di Bac Kan. Dalle poche parole della dottoressa Hong avevamo intuito che era arrivato il momento tanto atteso e desiderato. Al primo piano alcune infermiere ci accolgono e ci fanno Diari di viaggio... accomodare in una stanza. L’ambiente è povero, ma dignitoso, pulito e luminoso. Sediamo su una stuoia e l’atmosfera ha un che di sacro. L’emozione è così forte che nessuno dei due parla. Incrociamo lo sguardo con la convinzione reciproca che sta accadendo qualcosa di grande e di unico. Sono da poco passate le 11. Trascorrono alcuni lunghissimi minuti e poi sulla porta appare una giovane infermiera sorridente con in braccio lei, Mai, il viso dolcissimo racchiuso in una cuffietta. E’ la nostra bimba! Mentre arrivano altre infermiere e tutto intorno ci sono le loro voci e chiacchiere, noi siamo senza parole dalla felicità; è così bella, è bellissima, è così piccola e pare anche che scoppi di salute... Non ci sembra vero d’averla tra le nostre braccia! Il tempo di scattare qualche fotografia ed è già il momento di lasciarla. Rimettiamo Mai nelle mani esperte delle infermiere e con un nodo in gola ridiscendiamo le scale. “She’ s beautiful!” dice la dottoressa Hong rompendo il silenzio mentre l’auto si avvia. Si torna ad Hanoi. E’ lunedì 5 agosto. Che giornata! Quante emozioni! Siamo esausti, ma così felici! Bac Kan! Un filo d’oro ci unisce e ci unirà per sempre a Bac Kan! Oggi è una parte del nostro cuore, è dove abbiamo incontrato nostra figlia... Fino a quattro giorni prima non sapevamo nemmeno che esistesse. Era stato Rino ad Arconate la mattina del primo agosto a dirci “E’ una bimba! Si chiama Mai! Ha due mesi! Si trova a Bac Kan!” ed aveva indicato sulla carta geografica un punto nel nord del Vietnam, più o meno a metà strada tra Hanoi e il confine con la Cina. Questa emozionante avventura inizia nel novembre 2000 quando abbiamo preso la decisione di adottare un bimbo. Uno dei nostri primi passi è stato quello di informarci presso le varie associazioni autorizzate. E’ stato così che siamo venuti in contatto con il Naaa. Tra le varie nazioni che all’epoca ci furono presentate per l’adozione ne abbiamo indicate alcune di nostra preferenza; tra queste il Vietnam è quella che successivamente ci è stata assegnata. Il 16 maggio del 2002 abbiamo seguito con molto interesse un incontro presso la sede del Naaa e in questa occasione Cinzia ci ha detto che ci sarebbero state novità “molto presto” (dato che Ingrid era in quei giorni in Vietnam). Con la speranza di quel “molto presto” siamo tornati a casa felicissimi. Poi è passato giugno, poi luglio... e abbiamo iniziato a pensare alle vacanze (ma chi ne aveva voglia?). Quando ormai non ce l’aspettavamo, il 24 luglio è arrivata la splendida telefonata di Giancarlo: “C’è un bimbo piccolo, non si sa ancora se maschio o femmina. Bisogna partire subito e sono richiesti due viaggi”. Siamo rimasti senza parole, esterrefatti! C’è un bimbo per noi! Siamo partiti il 2 agosto per Hanoi dove siamo arrivati (senza valigie!!! ...sigh) nel pomeriggio del giorno successivo. Uscendo dall’aeroporto abbiamo subito familiarizzato con il caldo e l’umidità al 95% di un paese tropicale nel mese di agosto. A bordo di un van ed insieme alle famiglie Lucchi e Grandi di Cesena siamo stati trasportati fino all’hotel Claudia, nel cuore del quartiere vecchio di Hanoi. Il viaggio dall’aeroporto di Noibai verso Hanoi resterà per noi indimenticabile. La strada per chilometri e chilometri è circondata da verdissime risaie interrotte qua e là da corsi d’acqua e da stagni. Passato il lungo ponte sul fiume Rosso si entra nei primi sobborghi della città. Qui i nostri sensi sono stati immediatamente calamitati dal traffico, dal rumore e dalla quantità di moto e di persone per le strade. Muoversi a bordo di una delle poche automobili è già di per sé un’avventura. Il clacson è una parte essenziale dell’auto e viene usato in continuazione per aprirsi un varco nella fitta schiera di motociclisti. I vietnamiti hanno un senso dell’equilibrio davvero spiccato: si vedono infatti intere famiglie di quattro persone muoversi nel traffico a bordo di un’unica moto oppure biciclette che trasportano oggetti di volume impensabile. Troviamo l’hotel Claudia così come ce l’avevano descritto. Conosciamo Mrs. Thuy, ovvero Mamma Claudia, davvero gentile. E conosciamo subito Hang e Francesco, i referenti del Naaa, ma soprattutto gli indimenticabili angeli custodi di tutta la nostra avventura in Vietnam. La serata è allietata dalla loro compagnia, da quella delle altre famiglie italiane e soprattutto da una cena squisita che ci permette di familiarizzare subito con l’ottima cucina vietnamita. 5 agosto. Alle 6 un’auto ci preleva davanti al Claudia. Passiamo a prendere la dott.ssa Hong e ci dirigiamo rapidamente verso nord. Hanoi è già sveglia e il traffico è intenso, molto intenso. Salendo in auto la dott.ssa Hong ci dice che il viaggio sarà lungo: da Hanoi a Bac Kan ci sono 170 km. Ci vorranno quattro interminabili ore per percorrerli. Rapidamente la città lascia spazio alla verdissima campagna. Qua e là si vedono bufali d’acqua che sono i principali strumenti di lavoro. Spesso sul loro groppone ci sono simpaticissimi bimbi anche di pochi anni. Oche e galline corrono liberamente ai bordi della strada popolata inizialmente da camion, pullman e motoci- 11 ...segue clette che, dopo Thai Nguyen, lasciano via via il posto a biciclette e comunque ad un traffico sempre più rado. Le montagne si avvicinano e poco alla volta si sostituiscono alla pianura. Splendide e verdissime radure coltivate a riso si aprono a destra e a sinistra della strada che si fa sempre più tortuosa. Le coltivazioni sono curate da uomini e donne anche di giovane età. In alcuni casi ci sono anche dei bimbi che aiutano. Il viaggio è lunghissimo di per sé e l’emozione del nostro primo incontro con Mai sembra farlo durare un’eternità. Giunti a Bac Kan ci fermiamo alla sede del Comitato del Popolo per la firma di alcuni documenti e, successivamente, ci dirigiamo all’ospedale per l’incontro con la nostra bimba. Mai è nata a Cao Ky il 4 giugno 2002. Dopo due giorni è stata lasciata all’ospedale di Bac Kan unitamente alla seguente dichiarazione: “…Causa la nostra difficile situazione economica e perché abbiamo già tanti figli non possiamo crescere la nuova bambina fino al raggiungimento dell’età adulta. Abbiamo a lungo riflettuto e deciso di fare questa domanda di affidamento all’Ospedale di Bac Kan affinchè si prenda cura di lei e l’allevi; diamo inoltre procura all’Ospedale per affidare la bambina ad una eventuale coppia adottiva… Speriamo per lei in un futuro radioso”. Non essendoci in zona alcun istituto l’ospedale l’ha poi affidata temporaneamente ad una balia. Dopo l’indimenticabile 5 agosto siamo rimasti ad Hanoi un’altra settimana scoprendo un paese e un popolo meraviglioso. Abbiamo cercato di vedere più cose possibile e soprattutto di osservare, ascoltare, capire il popolo vietnamita che da quel fatidico 5 agosto è diventato anche un po’ il nostro popolo. Abbiamo trascorso le nostre giornate passeggiando per le strade di Hanoi, fermandoci qua e là nei negozi e nei locali. La strada, più di qualsiasi libro o guida, è un’autentica scuola per chi vuole conoscere Hanoi, la sua gente, la sua cultura. Lungo le strade ci sono veri e propri negozi viaggianti costruiti attorno ad una bicicletta ed al suo conducente. Vengono trasportate le cose più diverse e dalle dimensioni impensabili: animali vivi, fiori, pesce, armadi,… Le persone sono cordiali e sorridenti ed è normale essere fermati per salutarti, per chiederti da dove vieni e per fare due chiacchiere in inglese o in francese. Per conoscere di più la cultura vietnamita e la storia di questo popolo abbiamo visitato templi e pagode, il museo di Ho Chi Minh, lo splendido Tempio della Letteratura e il museo etnologico, preziosissima fonte di informazioni sulle etnie del Vietnam. I 72 milioni di abitanti del Vietnam provengono infatti da oltre 50 diverse etnie. Mai in particolare è di etnia Dao, un’etnia che vive soprattutto nelle zone montuose nel nord del Vietnam, ai confini con il Laos, e conta circa 400 mila persone. Durante questo primo viaggio con Hang e Francesco abbiamo effettuato una piacevole escursione a Tam Coc e a Hoa Lu, e su loro consiglio ci siamo anche concessi una digressione al mare alla spettacolare baia di Halong nel nord del Vietnam. Ne vale proprio la pena: lo spet- 12 Diari di viaggio... tacolo è mozzafiato! Il 13 agosto siamo ripartiti per l’Italia con in cuore la speranza di tornare ad Hanoi nell’arco di un paio di mesi per il secondo e definitivo viaggio. E così è stato. Il 22 settembre siamo di nuovo in volo destinazione Vietnam. Con noi viaggia anche Paola, nostra cugina, che ha voluto condividere con noi questa avventura. Questa volta alloggiamo al confortevole Nam Hai Hotel. Arrivati ad Hanoi pensavamo di potere andare subito a prendere Mai, invece non tutti i documenti sono pronti per cui siamo costretti ad un’altra settimana “da turisti”. E’ un po’ difficile, ma conviene mantenere i nervi saldi. Ne approfittiamo per vedere un po’ di cose nuove tra cui, da non perdere, le Pagode Profumate, il luogo sacro del buddismo in Vietnam. 30 settembre E’ il grande giorno! Alle prime luci del mattino lasciamo Hanoi a bordo di uno spazioso van. Davanti insieme all’autista siede la dott.ssa Hong, poi Laura e Hang, poi Paola e in fondo Alberto. Via veloci fino all’aeroporto di Noi Bai, poi verso Thai Nguyen e poi più lentamente su e giù per la valle del Cau River fino a Bac Kan. Qui presso la sede del Comitato del Popolo si svolge la cerimonia del dare e del ricevere. Dopo alcuni minuti dal nostro arrivo, ecco un’auto proveniente dall’ospedale. In braccio ad un signora del Comitato del Popolo arriva Mai! La bimba che per anni è stata nei nostri cuori è finalmente con noi. Mai ci è stata messa nelle braccia vestita con una blusetta, un paio di braghette di tela e un berrettino con la visiera. I suoi occhi si muovono tutto attorno cercando di cogliere qualsiasi cosa si muova e dimostrando una grande capacità di osservazione. Da agosto è cresciuta tantissimo. Non ha il pannolino e quelli che noi abbiamo portato sono troppo piccoli. E’ un’emozione talmente grande averla nelle nostre braccia! Dopo quasi due anni di attese, di sogni, di dubbi, di euforie, siamo qui, nel nord del Vietnam, in questa sala del Comitato del Popolo dove i rappresentanti del governo nella provincia stanno leggendo i loro discorsi…. Davanti alle autorità vietnamite Mai diventa definitivamente nostra figlia! L’atmosfera è formale, ma rilassata. Hang ci traduce quanto viene detto, Paola scatta le fotografie di rito, Laura si coccola Mai, Alberto con alcune brevi ed emozionate parole ringrazia tutti. Alla fine abbiamo festeggiato con spumante russo, torrone italiano e frutta vietnamita. Alle 11.30 con la nostra piccola tra le braccia siamo ripartiti per Hanoi, ma soprattutto siamo partiti per un’avventura tutta nuova: la prima pappa, il primo bagnetto, il primo cambio, il primo pianto, la prima nanna, il primo risveglio… Wow! Ad Hanoi siamo rimasti altre cinque settimane. Un periodo lungo, ma non ci siamo annoiati, tutt’altro. Sono stati i primi gior- ni con Mai e già questo potrebbe bastare per dire quanto siano stati importanti. Abbiamo presto realizzato che i primi giorni avrebbero potuto essere stressanti e carichi di apprensività. Abbiamo così cercato di aiutarci a mantenere il buon umore, a sdrammatizzare le situazioni e ad affrontare le difficoltà con un sorriso. Mai è bravissima e ci ha senz’altro semplificato la vita. I primi giorni con lei sono trascorsi velocissimi e sono stati un tempo prezioso per imparare ad essere mamma e papà, per imparare a volerle bene e a far nascere momento dopo momento un crescente senso di fiducia reciproca. Con la preziosa e impeccabile guida di Hang e Francesco abbiamo sbrigato le formalità burocratiche con le autorità. Ma sono stati anche i giorni che ci hanno permesso di vivere la città, di conoscere un pezzo di Vietnam, di incontrare il popolo vietnamita. Compatibilmente con i tempi e i ritmi di Mai abbiamo cercato di vivere questi primi giorni come se fossimo in vacanza, godendoci per quanto possibile la vita di Hanoi e dei dintorni. Dopo l’esperienza del primo viaggio in agosto, Hanoi si è confermata una città affascinante. Abbiamo fatto le nostre passeggiate attraverso il Quartiere Vecchio, lungo l’Hoan Kiem Lake, al parco Lenin, al West Lake, al bellissimo Long Bien Bridge e in lungo e in largo per la città fermandoci a chiacchierare con le persone che ti sorridono, indicano Mai nel passeggino esclamando “Vietnam baby!”, ti chiedono notizie tue e della bimba. E’ evidente che il popolo vietnamita ama i bambini, vogliono sapere tutto e sembrano soddisfatti che Mai abbia adesso una famiglia. In auto siamo stati a Bat Trang (villaggio della ceramica) e a Vien Phu (villaggio della seta). Abbiamo scoperto un popolo laborioso e accogliente, sempre pronto a salutarti e a sorriderti. Abbiamo conosciuto meglio la loro storia, la loro tenacia e abbiamo scoperto un paese ricco di fascino e di mistero. Non ci siamo mai sentiti a disagio o fuori posto, anzi con Mai abbiamo avuto l’impressione che le attenzioni nei nostri confronti fossero ancora di più. Una piacevole sorpresa è stata il cibo. Non abbiamo perso occasione di assaggiare la cucina vietnamita che è ottima e varia. Abbiamo mangiato davvero bene. Noodles, cha ca, spring rolls, pho, carne, pesce, frutta, yogurt squisito... Restando così a lungo ad Hanoi, in alcuni locali eravamo ormai di casa. Ricorderemo per sempre l’Hanoi Garden, La Brique, Bia Minh, il Ciao Cafè, che hanno ospitato le nostre prime uscite con Mai e che ci hanno accolto con la simpatia e la cordialità dei loro camerieri. Papà Alberto è ripartito per l’Italia due settimane prima per motivi di lavoro. E’ stato veramente difficile separarci mentre stavamo vivendo un’esperienza così intensa. “...ti confesso che il 14 ottobre ho fatto il viaggio dal Nam Hai fino all'aeroporto con le lacrime agli occhi. Lasciavo voi prima di tutto, ma ho lasciato anche un posto e la sua gente che ancora oggi mi sembra di vedere qui davanti. Osservavo le moto, le biciclette e pensavo "è l'ultima volta che li vedo!" ...guardavo la campagna, i contadini, guardavo i ...segue bufali e dicevo "è l'ultimo bufalo che vedo". Sono stato incollato davanti alla vetrata dell'aeroporto fino a quando non ha fatto buio guardando le montagne in lontananza e dicendomi "dietro quelle montagne c'è Bac Kan, c'è Thai Nguyen..."... mi sento felice, abbiamo vissuto una cosa grande, grandissima, e questo mi fa sentire un po' strano dentro. Forse è che non ci sei tu, non ci siete voi. Magari quando arrivate sparisce tutto... Ma forse è anche che ho visto un mondo diverso, gente diversa... E mi ci sento legato... E mi sento un po' in discussione. Ho bisogno che tu sia qua per capire di più, per aiutarmi a confrontarmi meglio con la vita di tutti i giorni qui. Non so se è Stella che diventa italiana o sono io che divento vietnamita...” Papà Alberto partiva, ma rimaneva nei nostri cuori ...e poi avevamo la fortuna di avere con noi nostra cugina Paola. Abbiamo vissuto un’esperienza davvero bella con lei ...ed è diventata la madrina di Mai, anzi di Stella Mai. Abbiamo infatti aggiunto il nome Stella per tante ragioni ...per la luce che questa bimba ha portato nella nostra vita, ...come augurio di quel futuro radioso scritto nella dichiarazione con cui è stata lasciata in ospedale, ...per quella stella gialla che è il simbolo del Vietnam, ... In assenza del papà a mamma Laura è toccato l’ingrato compito di andare dall’Ambasciatore. “Ero un po’ preoccupata perché sentendo le altre coppie mi avevano un po’ allarmato. E’ stato invece un incontro molto cordiale. L’Ambasciatore è stato gentilissimo.” Erano presenti due papà seguiti da un’altra associazione (che non sapevano bene cosa ci facevano lì, dato che erano appena arrivati in Vietnam e non avevano ancora avuto il bimbo) e, nonostante ciò, l’ambasciatore ha spiegato il motivo dell’incontro; poi è rimasta solo Laura per proseguire l’accertamento delle varie fasi dell’iter adottivo, dei costi, ecc. L’ambasciatore ha parlato molto bene del Naaa, in particolare del dott. Giannitrapani e di sua moglie (Hang e Francesco) che lavorano con correttezza e molta professionalità. Laura è uscita dall’incontro molto contenta. Il volo del rientro era stato previsto per il 28 ottobre. Nonostante un po’ di logica apprensione tutti i documenti sono arrivati in tempo e così il giorno è stato confermato. “Da un lato avevo voglia di tornare a casa da Alberto... dall’altro avevo un nodo in gola al pensiero di lasciare questo Paese, questa gente, i nostri angeli custodi... saremo per sempre grati a questo meraviglioso Paese che ci ha donato nostra figlia, a Hang e Francesco (così preziosi!) che abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare, alle giornate trascorse lì.... sono stati momenti magici, bellissimi, emozioni impossibili da dimenticare vissute negli sguardi, nei colori, nei sapori, nei paesaggi, ...” Anche adesso, a distanza di mesi, quando mostriamo le fotografie gli occhi si fanno lucidi, perchè il nostro sogno è diventato realtà lì. Ci siamo innamorati del Vietnam e siamo orgogliosi di avere una figlia vietnamita. Lasciamo l’hotel e ci guardiamo attorno. E’ l’ultima volta! Facciamo il viaggio verso l’aeroporto in silenzio. “Non mi sembra Diari di viaggio... vero. Osservo tutto con attenzione. Sono felice: ho in braccio Stella Mai ed anche lei guarda dal finestrino... Sono momenti indimenticabili... c’è la consapevolezza che sono gli ultimi momenti e cerco di “fissare” tutto quanto vedo...” Nonostante per il volo avessimo riservato la culla, abbiamo la sgradita sorpresa di vederci assegnare un posto con la culla penzolante all’altezza del portabagagli in una posizione scomodissima e impraticabile! Così Laura fa tutto il volo con Stella Mai in braccio... è lungo ma tra una poppata e l’altra lei dorme un po’... “Atterrando a Parigi mi emoziono: non mi sembra vero, siamo a casa (anche se c’è un altro aereo da prendere). Adesso Stella Mai arriverà alla sua casa, attesa dal papà, dai nonni, dagli amici e famigliari che non vedono l’ora di abbracciarci. Mi scendono delle lacrime di gioia perchè ho la sensazione che è tutto meravigliosamente vero!”. Chi mi ha dato la vita desidera per me un domani radioso ...e così il mio nome è Stella. E il mio nome è Mai, Fiore di Ciliegio, e questo nome mi ricorderà per sempre i colori della mia terra e la bellezza della mia gente. Una stella gialla in campo rosso è il simbolo del mio Paese ...e così il mio nome è Stella. E il mio nome è Mai, Fiore di Ciliegio. Così mi ha chiamato chi mi ha dato la vita, e la dolcezza di questo nome mi legherà per sempre a lei. Nell’infinito Amore di Dio Padre ho riempito di luce il cuore della mia mamma e del mio papà ...e così il mio nome è Stella. Tanti viaggi in uno Paola Terrile e Giuseppe Virciglio Quanti viaggi affronta una famiglia per adottare un bimbo? I nostri sono stati almeno tre. Del primo, quello che ci ha portato fino al NAAA, ricordo le lunghe attese, i momenti di riflessione, il progressivo definirsi, nella nostra mente, dell’immagine di un nuovo figlio. E nostra figlia Greta che comincia anche lei ad attendere il fratellino, con spontanea gioia e con molte domande. Avverte lei pure fin dall’inizio del percorso che la sua vita cambierà, e non vede l’ora di conoscere questo suo fratello... Il secondo viaggio inizia il giorno in cui abbiamo messo per la prima volta piede nella sede del NAAA a Ciriè: quel giorno, senza essercelo detto prima, sia Giuseppe che io esprimiamo ad alta voce la nostra scelta per il Nepal. . Il Nepal...chissà dov’è di preciso, ma ci evoca qualcosa di misteriosamente lontano e vicino allo stesso tempo...il mistero dell’adozione inizia per noi a prendere forma. I mesi di “viaggio”“ nel NAAA corrono veloci , tra corsi, letture e la consolante sensazione di un ambiente competente e caldo , pronto a guidarci verso il nuovo figlio. Il terzo viaggio, quello in cui ci si è mossi verso il “fuori”, inizia con una telefonata dal NAAA a mio marito una mattina di novembre. Lui mi richiama subito, al lavoro “Tieniti forte... C’è l’abbinamento, partiamo!” E quando Cinzia, con il suo fare dolce e sereno, da madre saggia e rassicurante, ci racconta le scarne notizie di lui e ci mostra una sfocatissima foto, io mi sento già in viaggio per conoscerlo. Possiamo finalmente entrare, timidamente, nel novero dei Genitori del Mondo. A fine novembre si parte davvero, dopo un mese di corse per documenti, un mese vissuto nell’emozionata attesa di volare verso il Nepal ed il nostro figlioletto. Fine di novembre, aeroporto di Malpensa, sera: mio marito, nostra figlia Greta ed io in coda al check-in, voli internazionali. Il mondo si apre davanti a noi, per la prima volta. L’emozione è forte, durante la prima parte del volo: è notte, ma nessuno di noi dorme veramente.La seconda parte del volo, da Doha, si svolge di giorno, e siamo più rilassati; ci godiamo soprattutto , quando l’aereo inizia a sorvolare il Nepal, lo splendore delle montagne e delle colline verdi intorno a Kathmandu. Il Nepal, all’arrivo, ci travolge con le sue contraddizioni, troppo diverso dal nostro mondo per poter essere goduto subito. Il fascino di odori e colori, lo schiaffo dell’estrema miseria, gli eccessi di rumori, l’atmosfera di intensa spiritualità, il caos di una folla per strada, così diversa da noi... La prima settimana ci muoviamo con cautela, abbiamo bisogno di tempo per familiarizzare col Paese, ma il suo indubbio fascino ci spinge a girare per la città con autentica, crescente curiosità. Il Paese di nostro figlio! Il secondo giorno Sanu, che immediatamente ci conquista col suo fare ruvido e sensibile e con la sua grande umanità, ci conduce alla Children’s Home Occed. Tutto avviene nei primi minuti: è un pomeriggio tiepido e soleggiato, noi tre attendiamo nel cortile che i bimbi, appena tornati da scuola, si preparino. Scendono alcuni bimbi, chi sarai tu? Ti riconosciamo dal sorriso, ti muovi rapidamente, piccino e magrolino, sguardo dolce e deciso. Il direttore dell’Istituto ti dice che noi siamo i tuoi nuovi genitori e che Greta è tua sorella: è un attimo, mi balzi in braccio, pronto a prenderti i tuoi primi baci. Apri i tuoi regalini, inizi a giocare a palla con papà. . . Sei già il nostro bambino. Nei giorni successivi, insieme a Sandra e Giorgio, nostri compagni di viaggio, trascorriamo i pomeriggi a giocare con Bikash e con gli altri bimbi alla Children’s home. Tu ci guardi, ci studi, a tratti ci ignori, all’improvviso sembri ricordarti che ci siamo, cerchi nella mia borsa, mi salti di nuovo in braccio con balzo da agile scimmietta. Comunichi da subito con noi, soprattutto con tua sorella, il vostro legame è immediatamente forte, di protezione reciproca, complicità, gelosie, da fratelli. Le settimane corrono, e giunge presto il momento in cui lasci l’istituto per venire a stare in albergo con noi. Ora, che sono ormai trascorsi mesi da che ci siamo conosciuti, capisco più a fondo che immenso cambiamento di vita 13 ...segue dev’essere stato per te, e come sei stato forte. Le foto, a scorrerle ora, ci rimandano i tuoi sguardi a tratti duri, come per farti coraggio fingendo di essere grande, a tratti molto spaventati e bisognosi, da bimbo piccolo. Ma hai solo cinque anni! Del periodo con te in albergo, piccolo Bikash, ricordo l’alternarsi di momenti di grande dolcezza ed altri di estraneità (tu giocavi per i fatti tuoi o con Greta), il tuo bisogno di contatto fisico e di sentirti finalmente al sicuro, i pianti immotivati e disperati in cui davi sfogo alla tua paura... Ma anche e soprattutto la tua grande allegria e vitalità, e capacità di esprimere affetto, che da subito ci hanno conquistati. Sei settimane a Kathmandu sono state molto lunghe, tra difficoltà burocratiche e la crescente nostalgia di casa, ma anche troppo brevi per conoscere il mondo in cui era nato e cresciuto nostro figlio. Nel ricordo, sono state un periodo di straniamento provvidenziale dal nostro ambiente e dalla nostra identità, indispensabile per potere inserire nella famiglia la diversità culturale di nostro figlio, per aprire anche la nostra mente nel modo giusto per accoglierlo. Sono state inoltre settimane ricche di incontri importanti, con altre coppie di genitori che affrontavano il viaggio verso il loro figlio con lo stesso atteggiamento di amorevole apertura, che li ha resi a noi subito vicini e cari. Tra gli altri, pensiamo soprattutto ai cari Massimo e Rossella con il loro dolcissimo Sujan, che ha condiviso con Bikash tanti giochi in albergo e passeggiate in città, e che nostro figlio considera ”suo fratello”. Se dovessimo trasmettere a chi deve partire per lo stesso nostro viaggio il nucleo dell’esperienza in Nepal direi che il vivere per settimane in una sensazione di aleatorietà, per via dei documenti che non si sa mai quando arrivano, che è così pesante da sopportare quando ci sei dentro, ti costringe d’altro canto a riaffermare di continuo la tua scelta, e quindi ti rafforza. Come genitore adottivo ma anche come persona. Perché l’aspetto entusiasmante dell’esperienza dell’adozione è al tempo stesso il più complesso da vivere: sapersi trasformare giorno dopo giorno nella relazione con il proprio figlio, imparare ad accettarne anche gli aspetti più lontani da noi e dai nostri valori, e quando non ci si riesce saper aspettare. . . Questo è il quarto viaggio, iniziato per noi col ritorno in Italia a metà gennaio e tuttora in corso. Il più impegnativo e il più bello, in fondo. Bello seguire giorno dopo giorno la trasformazione del nostro bimbo, il suo felice inserimento nella scuola materna, la sua commovente gioia nello scoprire una vita per lui più protetta e serena. E anche le difficoltà dell’inserimento che il bimbo si è trovato a vivere durante i primi mesi, le sue inevitabili nostalgie, la lingua inizialmente a lui tanto estranea, i luoghi fisici più grigi e chiusi, le abitudini da imparare: tutto fa parte allo stesso titolo del nostro viaggio. Bikash è con noi da nove mesi: ora che si esprime meglio ha domande curiose per ogni esperienza nuova, è solare e recettivo, pieno di desideri e di stupore, affettuoso, socievole e molto amato dai 14 Diari di viaggio... coetanei. Lui e Greta giocano e si stuzzicano ogni giorno da veri fratelli, la complicità tra loro sta crescendo ancora. Lei , dopo aver attraversato momenti anche un po’ difficili (era figlia unica da dieci anni) si è affezionata molto a lui e ora ne va orgogliosissima, lo coccola e ridono parecchio insieme. Vederli giocare e divertirsi insieme è un vero piacere,sebbene siano parecchio vivaci… Ora Bikash racconta spontaneamente pezzetti della sua storia, e se all’inizio non era semplice controllare le emozioni forti che i suoi racconti ci suscitavano, stiamo imparando a convivere con il suo passato e a volergli bene, dato che è il suo. Non potevamo immaginare, prima di farne esperienza, che il legame con una piccola persona che prima di nove mesi fa non conoscevamo e viveva in una cultura tanto lontana, potesse diventare in breve così profondo da sentire questo piccino parte integrante della nostra famiglia. “Che bambino fortunato”, commentano alcune persone , le stesse che dicono “Come siete stati bravi”, e tu leggi dietro le loro parole un pregiudizio, magari positivo, ma come tutti i pregiudizi non poco ipocrita. A noi sembra che la fortuna sia reciproca: anzi,considerando la semplice saggezza e capacità di affrontare le varie situazioni con spontanea energia dimostrate dal nostro piccolo , a soli cinque anni, direi che forse siamo più fortunati noi... Il viaggio in Nepal resta in noi come un immenso patrimonio di conoscenza e di emozioni cui attingere; certo l’incontro con il fascino intenso di quel paese ha contribuito a trasformarci. La quotidianità con un figliolino in più, fisicamente differente da noi ma così nostro, ci regala la soddisfazione di scoprirci in continuo cambiamento , la meraviglia della relazione con il diverso che è vicino, ti entra dentro e ti rende più vero. Siamo a fine estate e Bikash disegna spesso immagini di pesci e barche, i suoi ricordi delle lunghe felici vacanze al mare da poco trascorse. Con il suo abituale entusiasmo già elabora nuovi progetti di giochi ed avventure con gli amici; ma ogni tanto mi domanda quasi impaziente (a settembre inizierà la prima elementare) :“E quando vado nell’altra scuola?”. Il viaggio è appena agli inizi. Una storia, Pinsk – Bielorussia. Fam. Allodi Cattaneo Avrete sicuramente avuto modo di leggere la storia del nostro primo viaggio in Bielorussia “raccontata” dal Vicepresidente dell’associazione NAAA Ferruccio che ci ha accompagnato nel 1’ viaggio in Bielorussia nell’aprile 2003 comparsa sul notiziario naaanews n° 6 del giugno 2003. L’esperienza che oggi vogliamo raccontare non è quella vista dall’esterno che ha dettagliatamente relazionato Ferry, bensì quella vissuta interiormente nei nostri cuori. Ebbene, trascurati i soliti problemi burocratici di viaggio ed ingresso nel paese Bielorusso, il freddo e la neve che ad aprile garantiamo esistere, il giorno 1’ aprile 2003 ci dirigiamo all’istituto “Casa del bambino”di Pinsk, dove si trova nostro figlio Sasha. Con il mezzo del ns. accompagnatore Igor entriamo nel plesso dell’istituito, un vialetto asfaltato porta all’edificio, sui sue lati prato verde arredato qua e la con un pò di giochi in ferro utilizzati nel periodo estivo. Entrati nell’istituto facciamo subito conoscenza con la Direttrice sig.ra Galina, una carissima persona, è anche il medico di tutti questi bellissimi bimbi, sono 116 di età variabile da pochi mesi a tre anni circa divisi in classi di 15 bimbi circa. L’emozione è molta, ma tutto è sotto controllo. Nel suo studio vediamo per la prima volta la foto di nostro figlio Sasha è a colori!! Fino ad oggi l’unica immagine in nostro possesso era la sola sagoma del volto in formato tessera ed in bianco e nero, il tutto inviato via fax, potete immaginare….. La sorpresa è stata meravigliosa, io papà Daniele non smettevo di ripetere a Grazia quanto Sasha fosse bello !!!!. Dopo una breve conoscenza della Direttrice che ci ha raccontato la storia del nostro piccolo Sasha e grazie alla traduzione del carissimo Alexandr nostro fedele interprete ed accompagnatore anche nel secondo viaggio, raggiungiamo la classe di Sasha. L’emozione potrete immaginare era altissima, giunti al primo e ultimo piano dell’edificio entriamo nella sua classe, aperta la porta tutti i bimbi ci vengono incontro. Il più timidino è lui, Sasha. Sa che siamo li per proprio per lui, ci abbassiamo alla sua altezza e non contiamo i complimenti. Ancora sulla porta passiamo a Sasha un biscotto, subito tutti i suoi 15 compagni di classe approfittano dell’occasione, i biscotti ci sono per tutti e tutti ci ringraziano dicendo “spasiba” GRAZIE ! Entrati nella sua classe iniziamo i primi approcci, il primo regalo portato dall’Italia è per lui una “papera” e poi bolle di sapone per giocare insieme a tutti i suoi compagni, palloncini, pennarelli ecc.. Lo zainetto che portavamo con noi nella classe di Sasha, nei quattro giorni di permanenza in Pinsk, sembrava la borsa di Mary Poppins. Nei giochi tutti i bambini venivano coinvolti, i bimbi a volte con un pò di tristezza negli occhi venivano coccolati da tutti noi ancor di più, c’era chi li faceva fare giocare al gioco dell’altalena (Ferry), e chi come Alexandr, il nostro accompagnatore ed interprete portava ascolto e carezze per tutti. Il personale non mancava, due “maestre” presenti sia al mattino che al pomeriggio, le visite nella scuola infatti venivano fatte in questi momenti. Tantissima tantissima tantissima disponibilità degli operatori e della Direttrice e ciò non ci ha fatto altro che piacere. Ancora oggi Sasha ha solo ricordi positivi della sua “vecchia casa” dove stava con gli altri bimbi in attesa di mamma e papà. Le quattro giornate insieme a Sasha sono volate, sin dal primo incontro ci ha chiamato papà e mamma, i baci e gli abbracci non sono mancati, le coccole ancora meno. Eravamo contentissimi e nello ...segue stesso tempo sereni della gioia che per questi quattro giorni abbiamo dato a nostro figlio Sasha e a tutti i suoi compagni, giorno dopo giorno sentivamo questi meravigliosi piccini far parte dei nostri cuori e della nostra famiglia. E’ arrivato il quarto giorno, si deve rientrare nella capitale Minsk, dobbiamo salutare tutti anche se con un pò di malincuore, sapendo però che presto saremmo tornati, un mese forse. L’attesa purtroppo non è stata come previsto, dopo due mesi dal primo viaggio si ritornava nella cittadina di Pinsk, il desiderio di rivedere Sasha non è calcolabile, potete immaginare, però finalmente ci siamo, il 05/06/2003 si rientra in Bielorussia a Minsk prendiamo possesso dell’alloggio collocato vicino all’Ambasciata Italiana, il giorno 8 si ritorna a Pinsk. Oramai della cittadina di Pinsk conoscevamo tutto: l’hotel, le banche per il cambio dei rubli, i piccoli negozi, il mercato, l’unico ristorante a cui potersi affidare per la consumazione del pranzo o della cena, la strada che a piedi ci univa con l’istituto e l’istituto “Casa del Bambino”, la cosa però più bella, giardini e piante più verdi ed il cielo azzurro rendevano tutto più accogliente, anche qui è arrivata la primavera! Il viaggio di ritorno è accompagnato dall’autista Igor, non manca fortunatamente neanche Alexandr il nostro referente ed interprete che rivediamo con piacere. Siamo arrivati finalmente nel cortile dell’istituto, nel giardino parecchi bimbi impegnati a giocare con i giochi in ferro e con le biciclette. Ad un certo momento si vede scorgere da un gruppetto proprio Sasha che ci corre in contro. Vicino a noi si ferma come per dirci ERA ORA!!!!. Era proprio lui, con l’aspetto un po’ più grande, ma anche un po’ patito, infatti ci hanno riferito che anche per lui l’attesa si faceva sentire, l’appetito, era soprattutto nell’ultimo periodo quasi assente. Tutti i giorni scrutava l’apertura della porta di ingresso della sua aula sperando del nostro arrivo, ci si può immaginare la delusione di ogni volta nel scoprire che non eravamo noi, però finalmente l’8 giugno siamo tornati, in quella giornata avvertiva nel suo cuore il nostro arrivo, infatti era particolarmente agitato più del solito. Sono ricominciati i baci e gli abbracci, le coccole. Fino al giorno 10 giugno 2003 giorno dell’udienza nella cittadina di Brest potevamo vedere liberamente Sasha il mattino ed il pomeriggio, dopo il giorno dell’udienza abbiamo avuto anche l’autorizzazione a portare nostro figlio fuori dall’istituto alla scoperta del Mondo! Ricordo che appena usciti il primo giorno dall’istituto Sasha era affascinato da ogni cosa. Scrutava con occhio affascinato le formiche, il cielo, le automobili, i bus, lungo il fiume Pripiept le barche, i bambini al parco, ogni cosa che Diari di viaggio... per noi era scontata, per lui era una scoperta. Siamo rimasti nella città di Pinsk per 10 giorni, il tempo necessario per la pubblicazione della sentenza al Tribunale di Brest e per la predisposizione dei documenti di rito, il certificato di nascita, di adozione ed il passaporto. Per questi documenti si è reso necessario fare qualche viaggio nella cittadina di Brest posta a poco meno di 3 ore di strada da Pinsk. Per la predisposizione dei documenti abbiamo ricevuto moltissima disponibilità da parte del personale dell’istituto e della Vicedirettrice sig.ra Tamara, certo qualche problemino l’abbiamo incontrato anche noi! In questi dieci giorni si ripetevano gli incontri e le uscite con Sasha, contemporaneamente avevamo avuto notizia che un compagno di Sasha stava per incontrare papa e mamma in arrivo dalla California. Abbiamo condiviso con questa nuova famiglia l’incontro del piccolo Vasili e dopo qualche giorno le uscite a passeggio insieme alla scoperta del mondo. Giorno dopo giorno Sasha imparava parole nuove “in italiano”, Vasili “in inglese” le maestre dell’istituto arricchivano il loro vocabolario. Sasha era sempre molto attento ad ogni nostra parola, comprendeva perfettamente quello che volevamo dire, lui a suo modo cercava di comunicare con noi, è stato necessario comunque apprendere qualche parola di bielorusso. Giunto finalmente il giorno 23, ritirati i documenti ci trasferivamo tutti e tre a Minsk nell’appartamento in attesa di completare le formalità con l’Ambasciata Italiana. Il rientro in Italia è avvenuto il giorno 4 luglio 2003. Nella capitale vivevamo nell’appartamento della signora Svetlana, il ricevitore satellitare consentiva di vedere finalmente trasmissioni televisive italiane, il telefono facilitava i contatti con l’Italia. Dal giorno 23 tutto è cambiato, infatti Sasha iniziava a condividere l’intera giornata con noi e la notte! Le prime notti sono passate insonne, però compresi i bisogni tutto è andato meglio. Giorno dopo giorno diventava sempre più affettuoso, insieme, grazie alle belle giornate ci si avventurava per la città di Minsk, al mercato, al parco, non ci siamo neppure fatti mancare momenti di relazione stando nell’appartamento. Anche nella città di Minsk abbiamo apprezzato la disponibilità del personale dell’Ambasciata. Il Dirigente e il Funzionario addetti alle adozioni ed ai soggiorni terapeutici di bimbi bielorussi vedendoci quotidianamente presso gli uffici ci avvisavano tramite il vetro blindato di eventuali novità dall’Italia, finalmente il 3 luglio giorno della Festa Nazionale l’ok, il 4 luglio il volo di rientro. In Bielorussia abbiamo lasciato parte della nostra famiglia, i compagni di Sasha, li possiamo ricordare uno ad uno nei nostri cuori, il nostro interprete Alexandr e la moglie conosciuta insieme a Ferry, l’autista Igor battezzato Igorshumacher data la sua guida da ritiro di patente, e il carissimo personale dell’istituto che ci hanno confidato il piacere di sapere che per Sasha è iniziata una nuova vita in Italia con noi. Parte della nostra famiglia che ha condiviso con noi i meravigliosi momenti nella cittadina di Pinsk è la nuova famiglia del piccolo Vasili, oggi Dmitri con Papà Thomas e mamma Maria. Questi contatti invece continuano, non mancano settimanalmente i saluti via Internet oltre un fitto scambio di immagini con gli Stati Uniti. Avremmo ancora altro da scrivere, è difficile trasmettere quello che però c’è dentro di noi, abbiate fede, il giorno arriva anche per tutti Voi. Ciao a tutti cari Papà e Mamma da Alexandr (Sasha) Daniele e Maria Grazia. Volete avere qualche notizia in più? Siamo qui! [email protected] Un sogno diventato realta’ Valerio Lam Fam. Casiraghi E’ con immenso piacere che, finalmente, anche noi possiamo raccontarvi la nostra storia. E’ un po’ di mesi che Vanna ci ha chiesto di scrivere due righe sulla nostra avventura, ma solo ora siamo riusciti a trovare un po’ di tempo per raccontarci. (ns. Figlio è la vivacità in persona). Non vorremmo dilungarci sulla lunga trafila burocratica che ci ha portato ad incontrare il ns. piccolino, solo dirvi che il 04/03/2000 abbiamo presentato domanda al tribunale dei minori di Milano e dopo 7 mesi avuta l’idoneità ci siamo “guardati un po’ in giro” e ad aprile 2001 abbiamo dato il mandato al NAAA. Da questo momento è iniziata la grande avventura tra corsi, incontri, documenti da preparare e dopo 6 mesi da rifare, abbinamenti saltati finalmente arriviamo al 21/06/2002 quando Ferruccio chiama Adriano al lavoro e gli comunica il nuovo abbinamento con il ns. Valerio Lam. L’incredulità è sorprendente, era quattro mesi che facevamo sogni su una fotografia ed ora di punto in bianco ns. figlio è la che ci aspetta al Cau Giay è non è più Thanh Nhan.(questo era il nome del bimbo del primo abbinamento) siamo confusi, arrabbiati, felici e non so cos’altro dirvi, ma il pensiero che dopo un mese avremmo stretto fra le braccia ns. figlio ci faceva dimenticare tutti i mesi di attesa. E’ il 28/07/2002 quando da Malpensa ...continua... 15 ...segue decolliamo con il mitico aereo che ci avrebbe portato a 12000 km di distanza per incontrare il ns. scricciolino. Arriviamo il giorno dopo e subito due cose non vanno per il verso giusto: l’Air France ci perde le valigie (arriveranno dopo 10 giorni solo due su tre, una valigia non è più stata ritrovata) e il caldo allucinante, vi dico mai provato una sensazione del genere. Beh insieme ai ns. compagni di viaggio continuiamo a ripeterci “ci abitueremo” (non ci siamo mai riusciti). Il pomeriggio conosciamo Hang e Francesco i “nuovi” referenti NAAA. Sono due persone stupende, sempre disponibili per qualsiasi problema che si creava, anche extra-lavoro. Ci hanno aiutato tantissimo e sono stati dei veri amici. Ci comunicano che il giorno dopo saremmo andati al Cau Giay (l’orfanotrofio di Diari di viaggio... Hanoi) ad incontrare i nostri bimbi. Scusate se ogni tanto parlo al plurale; la ns. avventura non è stata solo ns., ma condivisa con due persone stupende che non finiremo mai di ringraziare. Il 30/07/2002 ore 14,00 circa incontriamo Valerio Lam, è un’emozione stupenda (non l’avevamo mai visto neanche in foto) e quando la direttrice entra nella stanza, dove tutti attendevamo con ansia l’incontro con i ns. piccoli, con in braccio uno scricciolino tutto spaventato di vedere così tante persone tutte insieme, e ci dice il suo nome, capiamo che é lui. In quell’istante ti senti le gambe cedere, l’emozio- ne salire e non capisci più niente….lo prendo in braccio, è profumatissimo, è dolcissimo e mi guarda con due occhioni da scrutatore. Poi è il turno del papà, un duro dal cuore tenero, in dodici anni di matrimonio l’ho visto poche volte commuoversi e avere gli occhi lucidi, eppure il quel momento il grande orso si è sciolto come neve al sole. Lo vedo in paradiso, era due anni e mezzo che aspettavamo questo momento. Vi assicuro che l’emozione che vi prende in quei momenti è qualcosa di inspiegabile, è una cosa che hai dentro, vorresti urlarla al mondo intero, ma le parole non ti escono dalla bocca. Valerio Lam si é subito dimostrato un bravo bimbo, mangiava, dormiva l’unico neo è che non gli piaceva molto SOSTEGNO A DISTANZA Mittente: .................................................................... abitante a: .................................................................... in via: .................................................................... rec. tel.: .................................................................... e-mail: .................................................................... Spett.le N.A.A.A Onlus Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO) fax 011.9222179 Io sottoscritto …………………………………………………. accetto l'adozione a distanza finalizzata al sostegno allo studio di un bambino e/o ragazzo Nepalese Pakistano qualsiasi che mi vorrete segnalare per un periodo minimo di ......... anni. Mi impegno ad effettuare il sostegno attraverso il versamento di E 80,00 mensili per una borsa di studio completa il versamento di E 150,00 annuali per una borsa di studio di merito accetto l'adozione a distanza di un bambino e/o ragazzo Ucraino Pakistano Rumeno Polacco qualsiasi che mi vorrete segnalare per un periodo minimo di ...... mesi/anni, e mi impegno ad effettuare il sostegno attraverso: il versamento di E 25,82 con bonifici mensili o per gruppi di mesi il versamento di E 154,94 semestrale il versamento di E 309,87 in un'unica soluzione. Sono inoltre d'accordo che al bambino/ragazzo assegnatomi vengano mandati 20$ al mese e che la somma restante possa essere utilizzata per i progetti di solidarietà gestiti dall'associazione stessa. accetto il sostegno a distanza sotto forma di intervento chirurgico di un bambino e/o ragazzo Peruviano qualsiasi che mi vorrete segnalare, e mi impegno ad effettuare il sostegno attraverso: il versamento di E 25,82 al mese con bonifici mensili o per gruppi di mesi il versamento di E 103,29 semestrale il versamento di E 206,58 in un'unica soluzione. Resto in attesa di ricevere la comunicazione del bambino e/o ragazzo assegnatomi e dei bollettini di c/c postale. Distinti saluti. data................................................ 16 firma ................................................ ...segue stare sul passeggino. Già gattonava ed iniziava ad alzarsi in piedi, infatti mamma Claudia continuava a ripeterci che, secondo lei, prima del compimento del primo anno avrebbe camminato. (infatti a 11 mesi già camminava). Mamma Claudia è stata dolcissima, è una persona stupenda. Ci ha aiutato tantissimo, ha curato Valerio Lam da una brutta bronchite (causa acquazzone imprevisto) e continuava a darci consigli. Quando ci vedeva un po’ cotti (dal caldo più che altro) ci prendeva Valerio Lam e ci diceva di andare a riposare. Il bimbo lo affidava alle sue ragazze, e vi assicuro che baby-sitter meglio di così non si può avere. Il 12/08/2002, alla vigilia del compimento del suo nono mese, ci siamo recati a Phu Tho (sua provincia di nascita) per fare la fatidica cerimonia. Paesaggi stupendi, campagne verdissime e un sacco di donnine che raccoglievano il riso. Conoscere la sua città di nascita ci ha completato ancora di più. Avremo tante cose da raccontare e tante foto da mostrare al ns. bimbo. Conclusa la cerimonia, siamo tornati verso Hanoi, con un’altra gioia nel cuore. Ora era definitivamente ns. figlio e nessuno ce lo poteva più toccare. Il nostro soggiorno e’ durato un po’ di più del previsto, dovevamo rientrare il 02/09/2002, invece causa problemi con il visto di Valerio Lam siamo riusciti a rientrare il 12/09/2002. (vi assicuro che volare il 11/09/2002 ad un anno esatto dall’attentato di New York non è stato per niente simpatico, ma gli unici posti disponibili erano per quella data). Ci sono stati momenti nei quali mi chiedevo se era poi così giusto “strappare” Valerio Lam dalla sua terra. Questa sensazione l’ho provata ancora di più nel momento del decollo dall’aereoporto di Hanoi. Valerio Lam, durante la fase di rullaggio sulla pista ha cominciato a strillare come un matto, non l’avevo mai visto così.. E non c’era verso di calmarlo. Io e mio marito ci siamo guardati negli occhi e abbiamo pensato la stessa cosa..”E’ possibile che si stia rendendo conto che stiamo lasciando il suo Vietnam???” Questo pensiero non ci ha mai abbandonato, e ancora adesso ci tornano in mente quei brutti momenti. Ma poi, rivivendo i 45 giorni passati ad Hanoi (a parte il gran caldo) non possiamo che essere contenti di questa nostra grande avventura. I vietnamiti sono persone cordialissime, succedeva spesso per strada di essere fermati da coppie con bimbi, o più particolarmente da persone anziane che a gesti e “parole” ci dimostravano la loro gratitudine e contentezza per quello che avevamo fatto. Una coppia di ns. amici, Cristina ed Emanuele con la piccola Giada, che ringraziamo tantissimo per tutti i consigli avuti prima della nostra partenza (loro erano già stati in Vietnam a dicembre 2001) continuavano a ripeterci che sarebbero voluti ripartire con noi, e ci dicevano di cogliere ogni attimo vissuto lì, ogni istante era importante per ricordare quello stupendo paese. Noi non ci credeva- Diari di viaggio... mo, ma adesso a quasi un anno dal nostro rientro, la nostalgia per il Vietnam è tanta. Ci è rimasto qualcosa dentro, che anche adesso che sto scrivendo queste parole ho quasi le lacrime agli occhi. Ci manca tutto di quel paese, dai ns. pranzi al mitico Lay Bac, al gran casino di motorini in giro per la città, alle corse sfrenate in taxi dove più di una volta abbiamo rischiato l’incidente, ai pranzi vietnamiti che ci preparava mamma Claudia, le stupende campagne, il mare di Halong Bay, i consueti giri intorno al lago dove si cercava un po’ di refrigerio (per quanto possibile), le colazioni al bar del lago, lo shopping negli stupendi negozietti, dove non era facile capirsi, ma proprio per questo fare compere era diventato un divertimento, e poi vi assicuro che con i prezzi che c’erano si poteva comprare di tutto e di più. Ci sarebbe ancora tanto da dire, ci manca tutto, tanto che possiamo dire che noi siamo stati adottati da un popolo stupendo. Speriamo di riuscire a portare presto Valerio Lam nel nostro Vietnam, chissà forse per regalargli una sorellina, non so se lui e molto d’accordo (è gelosissimo), ma noi gli spiegheremo che in quattro le nostre giornate saranno ancora più belle. Il 30/07/2003 abbiamo festeggiato con i nostri amici Massimo, Lorena e Riccardo Hung il nostro primo anniversario, è stato bello ancora tutti insieme ricordarci che solo un anno prima eravamo degli emozionatissimi neo-genitori, ed ora…..genitori “d.o.c.”. Vorremmo concludere questa nostra storia con un piccolo bilancio su come sia cambiata la vita….tutti dicono un figlio ti cambia la vita….è vero i nostri giorni sono diventati più belli, più completi, quando ti svegli al mattino hai una ragione di vita che ti sta aspettando nel suo lettino, che ti fa disperare tutto il giorno, ma quando arrivi a sera stanco e scoppiato ti rendi conto che comunque adesso hai una ragione di vita. Quando Valerio Lam non è in casa con noi, perchè magari va a trovare gli zii o gli amichetti del palazzo, la casa senza di lui sembra vuota, la tranquillità che regna ci mette quasi a disagio e non vediamo l’ora che torni da noi. In questi pochi mesi siamo riusciti a passare anche momenti terribili (mio marito continua a ripetere che ha perso 10 anni della sua vita). Il 03/05/2003, d’urgenza, (alla vigilia del suo battesimo) abbiamo dovuto ricoverare Valerio Lam in ospedale: diagnosi favismo o più tecnicamente definita anemia emolitica acuta da deficit di glucoso-6pdh, non so se conoscete questo tipo di malattia (tra l’altro ereditaria e sembra abbastanza diffusa nelle regioni asiatiche), l’unica certezza è che abbiamo rischiato grosso, era arrivato ad avere il 20% dei globuli rossi, e se aspettavamo la notte a portarlo in ospedale sa solo Dio cosa poteva succedere. Il pediatra di turno era spaventatissimo (mai quanto noi), e solo dopo gli opportuni esami, quando è riuscito a capire la causa dei suoi problemi è riuscito a calmarsi. E’ stata una settimana molto dura, Valerio Lam era terrorizzato (ne porta i segni ancora adesso), le trasfusioni, le flebo, i continui prelievi di sangue lo spaventavano a morte. Ora sta bene (basta che stia lontano da fave, piselli e ceci), il 15/06/2003 siamo riusciti a fargli il battesimo, ed ora passa i pomeriggi a spasso con il nonno. Adora andare in bicicletta, ed in coppia con il nonno fa lunghe passeggiate nel parco di Monza, va a vedere i cavalli, le papere e tutti gli animaletti del laghetto. Adora le moto (già alla sua età…devo preoccuparmi???), le campane, le ruspe e i camion, e detesta i supermercati (cose da donne!!). E’ un bambino solare, per strada saluta tutti, ogni tanto ci fa fare qualche notte in bianco, ma a parte la stanchezza del giorno dopo, tutto poi ritorna nella norma. Vorremmo approfittare di queste pagine per ringraziare tutto lo staff del NAAA di Ciriè ed in particolare Flavia, della sede di Arconate, per l’umanità e la gentilezza dimostrata nei nostri numerosi colloqui telefonici. Un grazie di cuore, amici del NAAA, anche perchè, oltre che averci dato la possibilità di coronare il sogno della nostra vita (Valerio Lam), siete anche riusciti a farci conoscere due persone stupende, Massimo Lorena con il piccolo Riccardo Hung, che non finiremo mai di ringraziare per la compagnia, l’aiuto e il sostegno avuto durante i nostri mesi di attesa e durante il soggiorno in Vietnam. Infine un piccolo consiglio a tutte le coppie ancora in attesa….l’adozione è un po’ come un sentiero di montagna….devi sempre salire in alto, fare sempre più fatica, quando speri di essere arrivato la vetta la vedi là, ma è ancora lontana, e allora ti arrampichi di nuovo….non ce la fai più e quando pensi di scoppiare, quando meno te lo aspetti, giri l’angolo e vedi la vetta, vi assicuro in quei momenti toccate il paradiso con un dito, anzi con tutti voi stessi. Fidatevi del consiglio di due amanti delle montagne e del trekking….è dura, ma poi la soddisfazione del traguardo raggiunto vi ripagherà di tutto. Un saluto particolare anche a Riccardo, Paola e Eleonora, li ringraziamo per la compagnia e la simpatia dimostrata nelle nostre calde giornate ad Hanoi. Un bacione a tutti e un grosso in bocca al lupo a tutti i futuri genitori, in particolare a mio cognato Fausto con Lorenza, che spero presto ci faranno diventare zii e porteranno a casa un cuginetto a Valerio Lam. Ciao ciao Adriano, Simonetta e Valerio Lam (stellina d’oriente) P.s. ricordatevi che dalla vetta bisogna anche scendere, e tante volte la discesa è più dura della salita, l’importante è avere buone gambe!!! 17 s i am e v o o D Le nostre sedi... Sede Nazionale N.A.A.A. Onlus Nucleo Assistenza Adozione e Affido Casella postale n. 59 - Via San Maurizio, 6 10073 CIRIÈ (TO) tel. 011.9222178 - fax 011.9222179 e-mail: [email protected] tutti i giorni: orario 9,00-13,00 Sedi regionali: Lombardia Ricordiamo agli aderenti che, per informazioni, devono sempre rivolgersi al proprio responsabile di zona e non alla sede nazionale. Comunicazione dalla Sede Centrale Onde evitare contrattempi e disagi sia agli operatori che all’utenza che fa capo agli uffici di Ciriè, consigliamo alle famiglie che devono consegnare documenti o bisognose di ulteriori informazioni, di contattare la segreteria negli orari d'ufficio e fissare gli appuntamenti per le ore pomeridiane (ore 14/18). Siamo consapevoli dell’ulteriore aggravio ma rammentiamo che non sempre gli operatori sono disponibili in ufficio. Le famiglie che si presenteranno senza appuntamento rischiano di non essere ricevute. Vi ringraziamo per la collaborazione. Ci potete trovare anche su internet: http://www.naaa.it visitate le nostre pagine web e, se ne avete la possibilità, di tanto in tanto “navigate” nel nostro spazio Internet. Vi troverete sempre notizie interessanti e aggiornamenti sulle nostre attività Per supportare le nostre iniziative potete utilizzare sia il nostro c/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO), che il c/c bancario intestato a: NUCLEO ASSISTENZA ADOZIONE E AFFIDO - N.A.A.A. C/c bancario n. 81162 BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO) CIN G ABI 3048 CAB 30380 Per cortesia specificate nella causale il progetto a cui volete aderire aggiungendo il vostro nominativo. Ci scusiamo per eventuali errori o incorrettezze presenti in questa pubblicazione. Questo giornalino viene redatto da genitori adottivi nel tempo libero e con poche conoscenze di tipo editoriale. Se avete materiale da pubblicare fatecelo avere. Siate clementi ma segnalateci i punti di miglioramento. La Redazione La grafica di questa pubblicazione è stata curata, sotto forma di volontariato, da Susanna e Maurizio Fusetti, dello Studiomass sas di Saronno. Sig. Rino Lattuada Lombardia Ovest e-mail: [email protected] Sig.ra Flavia Santoro Lombardia Est Via Giolitti, 7 20020 ARCONATE (MI) e-mail: [email protected] tel. 0331/460934 fax 0331/539941 tutti i giorni: orario 9,00-13,00 Trentino Alto Adige Sig.ra Nicoletta Pollini Gasperi Via Valli 7 - MATTARELLO (TN) tel/fax 0461-944730 e-mail: [email protected] Marche Sig.ri Polidori - De Bellis Via del Grillotto, 14/9 - URBINO e-mail: [email protected] tel/fax 0722-322617 orario tutti i giorni dalle h. 10 alle 12 Campania Don Domenico Siglioccolo Piazza San Michele c/o Parrocchia S. Michele Arcangelo in Rufoli 84135 RUFOLI (SA) tel/fax 089-281377 e-mail: [email protected] orario: Venerdì h. 16-20 Puglia Sig.ri Laterza e Coluccia Via Lecce, 116 S.GIORGIO JONICO (TA) tel. 099-5918720 e-mail: [email protected] orario Mercoledì h.10-13 e Giovedì h.16-19 (reperibili telefonicamente dal lunedì al giovedì dalle 17 alle 19) Sardegna Sig.ra Maria Giovanna Campus Via Wagner 8 07100 – SASSARI Tel 079-280634 e-mail: [email protected] orario Mercoledì e Venerdì h. 16-18 Il prossimo aggiornamento sarà fra 3 mesi circa su questo stesso giornalino. Arrivederci!