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news I N F A N Z I A. C O O P E R A Z I O N E. S V I L U P P O. ANNO 2 - NUMERO 3 - MARZO 2007 E LA STO RIA CON DIARI: LA FARÒ? E NEL GIOCO DELLA VITA... CE SPECIALE E ADOZIONI: LA STORIA CONTINUA PROGETTI: SPECIALE LANG SON TI NUA PSICOLOGIA & ADOZIONE 4 E LA STORIA CONTINUA 2 Uno degli uccelli bianchi si abbassò in volo e rubò un pezzetto di frittella dal mio piatto, e allora Jum-Jum rise ancora più forte. Proprio allora arrivò mio padre, il Re, col padre di Jum-Jum, il giardiniere. Improvvisamente ebbi paura che a mio padre non piacesse vedermi lì a ridere tanto forte, perché allora non sapevo an- cora quanto buono fosse e che mi voleva bene qualsiasi cosa facessi, e che anzi desiderava vedermi ridere. Mio padre, il Re, si arrestò quando mi vide. “Dunque, mio piccolo Mio, te ne stai qui a ridere?” “Oh, perdonami” dissi. “Ma ridi, ridi, mio piccolo Mio” esclamò. Poi, volgendosi al giardiniere, disse una cosa incredibile: “Amo il canto degli uccelli e la musica dei miei pioppi d'argento. Ma più di ogni cosa al mondo amo sentir ridere mio figlio nel roseto”. Allora compresi per la prima volta che mai avrei dovuto aver paura di mio padre, il Re. Qualsiasi cosa avessi fatto, sempre egli mi avrebbe guardato con quei suoi occhi amo- rosi, come ora, ritto davanti a me con una mano sulla spalla del giardiniere e con una corona di uccelli bianchi intorno al capo. E quando ebbi capito questo, mi prese una tal gioia che dovetti ricominciare a ridere. Siamo giunti all’ultima tappa di questo nostro breve riassunto del percorso adottivo, ma nella realtà una fine non esiste: l’adozione dà origine ad una nuova storia, che è ben più della somma delle storie dei singoli, e che diviene storia infinita, come lo è la storia del genere umano. Già nell’ar ticolo precedente ho fatto riferimento al termine del primo anno di inserimento del bambino come alla chiusura ufficiale del compito istituzionale dei Ser vizi Sociali. Questo è vero in linea di principio, ma esistono diverse eccezioni. Alcuni Paesi stranieri chiedono, ed in tal senso hanno stipulato accordi con le singole Aziende Sanitar ie Locali, che vengano inviate relazioni di aggior namento periodiche ancora per un certo periodo (di solito due anni), ma anche l’ente autorizzato che ha accompagnato la coppia nell’adozione internazionale può essersi impegnato col Paese straniero ad inviare, o a far inviare dalla coppia, delle relazioni periodiche anche fino al diciottesimo anno di età. Questo fa sì che talora i raporti tra famiglia e struttura pubblica o privata vengano mantenuti vivi anche da necessità di tipo formale. Al di là di come ciascuno la può pensare circa la richiesta di aggiornamenti a così lungo termine, questione che implica anche riflessioni sui rapporti internazionali, oltre che di carattere etico e filosofico, quello che come psicologa mi preme maggiormente è trasfor mare ciò che potrebbe essere vissuto solo come fastidiosa incombenza burocratica, in un esper ienza di r iflessione e di confronto utile al benessere della famiglia. L’aver scelto di diventare genitor i adottivi implica anche l’accettare di porsi un po’ al di fuor i dello schema tradizionale di famiglia e la necessità di un’attenzione specifica ad alcuni temi che esulano dall’esperienza genitoriale classicamente intesa. Questo fa sì che il modello genitoriale che si è appreso dai propri genitori, dai propri nonni e più in generale dal mondo sociale che si è frequentato, non sia sempre sufficiente ed adeguato alla specifica situazione adottiva. Tutto ciò incoraggia spesso i genitori adottivi a ricercare un confronto, ed a volte anche solo un momento di sfogo, con altri genitori che condividano lo stesso tipo di esperienza e che meglio r iescano a comprendere certe sfumature. Chi pensa che tutti i problemi e le necessità legate al percorso adottivo della famiglia si esauriscano con il primo anno di inserimento del bambino commette quantomeno un’ingenuità. Alcuni nodi fondamentali possono, per loro natura, emergere solo quando il rapporto genitori – figlio ha superato le prime diffidenze reciproche ed ha posto le sue fondamenta in modo sufficientemente solido da reggere agli scossoni. Alcune questioni cr uciali come l’abbandono, la rabbia per essere stati lasciati dal genitore biologico, la tristezza per quanto accaduto, spesso richiedono mesi o addirittura anni perché il bambino si possa concedere di affrontarle in modo consapevole e si fidi abbastanza del genitore adottivo per esprimerle apertamente. Capita a volte che un genitore si stupisca del fatto che, proprio quando le cose sembravano andar bene ed il rapporto si stava facendo finalmente sereno, con chiare manifestazioni di affetto e benessere da par te del bambino, quasi come un fulmine a ciel sereno venga fuori la nostalgia per le persone lasciate nel Paese d’origine o il senso di ingiustizia per quanto accaduto.In realtà sono proprio la maggior serenità della situazione presente e la crescente fiducia nel nuovo rapporto affettivo che permettono ai bambini di esprimere anche queste par ti, senza che il timore di ferire il genitore adottivo o di essere nuovamente abbandonati li travolga, come a dire: “adesso che mi par proprio di potermi fidare di te, posso anche dirti quanta fatica ho fatto a lasciare le persone che conoscevo e quanta rabbia sento per non essere potuto rimanere con loro e con i miei genitori naturali”. Non tutti i bambini esprimono allo stesso modo questo passaggio e non tutti lo fanno con gli stessi tempi. Trovo tuttavia che questo sia un momento importante e, dal mio punto di vista, necessario per un equilibrato sviluppo emotivo. È la strada per poter far pace con la propria storia e con le ingiustizie che l’hanno segnata. Non è detto tuttavia che si tratti di un passaggio che una volta fatto venga archiviato per sempre. È più facile che il bambino (da “Mio piccolo Mio” di A. Lindgren) lo affronti per gradi, sia per tastare il terreno, sia per una questione di competenze emotive e cognitive che crescendo permettono alla persona di affrontare l’argomento a livelli sempre più profondi e consapevoli.Il genitore non si deve quindi allarmare se un argomento che pareva affrontato e risolto, dopo qualche settimana, mese o anno viene tirato fuori dal cassetto per essere nuovamente riattraversato. Un interessante dato di os- ser vazione, che continua peraltro ad emergere dai racconti dei genitori, è il fatto che pare volerci un tempo di adozione pressochè pari al tempo che il bambino ha trascorso altrove, perché venga raggiunto un pieno equilibrio familiare ed un senso di appartenenza consolidato. Questo non significa che adottando per esempio un bambino di sei anni non ci si sentirà famiglia almeno per altri sei anni, ma facilmente attorno allo scade- re del sesto anno di adozione potrà accadere di avvertire, da un gesto, una frase, un modo di fare, la sensazione che si è raggiunto un traguardo emotivo importante. Qualche volta i segnali sono eclatanti,altre volte sono più sfumati e si percepiscono solo se ci si dà tempo e modo di ascoltare ciò che accade emotivamente in se stessi e nella relazione col figlio. Del resto, da quel momento in poi, la storia del bam- bino in famiglia comincia ad essere più lunga di quella vissuta altrove ed il fatto, riprendendo l’esempio precedente, di aver sperimentato che allo scadere del sesto anno non c’è stata una nuova separazione, possiamo pensare che sia per il bambino piuttosto rassicurante. Cosa fare se tutto ciò non succede ? Q u i s i e n t ra n e l l ’ a r e a d e l dubbio e, per quanto io abbia una posizione abb a s t a n z a p r e c i s a a l p ro posito, non mi sento poi c o s ì l i b e ra d a i n c e r t e z z e , tenendo conto che ogni s i t u a z i o n e è d i ve r s a d a u n ’ a l t ra e c h e q u i n d i s o l o c o n o s c e n d o l a a s u ffi c i e n z a s i p u ò p ro p e n d e r e per una posizione piuttos t o c h e p e r u n ’ a l t ra . Fatta questa doverosa precisazione, esporrò qui q u a n t o h o s i n o a d o ra r i c a va t o d a l l a m i a e s p e rienza. Un bambino può aver vissuto, anche se molto piccolo, situazioni t a l m e n t e fo r t i e d ra m ma t i c h e , c h e l e s u e d i fe s e s i s o n o s t r u t t u ra t e i n m o d o m o l t o r i g i d o e p ro fo n d o s i n d a l l a p i ù t e n e ra e t à . Penso che per questi b a m b i n i s i a m o l t o p i ù fa ticoso accedere alla c o n s a p evo l e z z a d i q u a n t o a v ve n u t o e q u i n d i a l l a p o s s i b i l i t à d i r i e l a b o ra r l o e m o t i va m e n t e . Ciò non di meno credo sia importante che lo fa c c i a n o . A c c a d e t u t t a v i a s p e s s o c h e , d i f ro n t e a l r i fi u t o d e l fi g l i o d i r i a prire quel capitolo, il gen i t o r e a d o t t i vo s i r i t i r i i n buon ordine, magar i r ip ro m e t t e n d o s i d i p rova r c i i n u n a l t ro m o m e n t o . Tu t t o c i ò va b e n e , n o n s i p u ò c e r t o fo r z a r e i l b a m b i n o a r i c o r d a r e o a ma nifestare emozioni alle quali non si permette neppure di accedere. I l p ro b l e ma s e c o n d o m e nasce nel momento in cui, a furia di tentativi infruttuosi, anche il genitor e l a s c i a p e r d e r e , fo r s e intimamente sollevato dal fatto di non dover aff ro n t a r e u n a rg o m e n t o c h e a n che per lui potrebbe a v e r e u n fo r t e i m p a t t o e m o t i vo c h e t e m e d i n o n saper gestire. Quando accade ciò, non è insolito che il bambino ma n i fe s t i n e l l a s u a v i t a presente difficoltà di tipo relazionale o reazioni e m o t i ve e c c e s s i ve i n d e t e r minate situazioni. U n o s t i l e e d u c a t i vo c h e r icorra eccessivamente alla razionalità ed al c o n t ro l l o d e l l e e m o z i o n i , può talora scoraggiare implicitamente il riemerg e r e d e i v i s s u t i t ra u ma t i c i , a n c h e q u a n d o ve r b a l mente il genitore sollecit a s s e i l fi g l i o a d e s p r i m e r s i “ l i b e ra m e n t e ” . Tutto questo può essere per sino più evidente in bambini adottati sotto i due/tre anni, dato che in questi casi gli eventi traumatici sono, con ogni proba bilità, avvenuti in un’epoca in cui il bimbo non è ancora in grado di o r g a n i z z a r e i fa t t i e d i propr i r icordi in modo str utturato e narra bile. Po t r à c o s ì s u c c e d e r e c h e il bambino stesso non s a p p i a d a r e s p i e ga z i o n e di certe sue reazioni, vi- ve n d o l e c o m e i nvo l o n t a r i e , i n ev i t a b i l i e d i n c o n t ro l l a b i l i e q u i n d i s p a ve n tandosi egli stesso. R e a z i o n i d i ra b b i a e c c e s s i va , d i p a n i c o , d i i m p e n e t ra b i l e c h i u s u ra o d i t i m o ro s a a c c o n d i s c e n d e n za, possono essere il segnale di un’esperienza p a s s a t a c h e a n c o ra g o ve r n a e d i r i g e i l c o m p o r tamento della persona, particolarmente in momenti di crisi o di stress, ma a n c h e i n p r e s e n z a d i situazioni per l’adulto a p parentemente banali. In questi casi, anziché il d i a l o g o e d i ra g i o n a m e n ti razionali, possono risultare più utili strategie c h e t e n d a n o a d a g g i ra r e l e d i fe se e ad utilizzare linguaggi più vicini al bamb i n o : p e r esempio il gioco, il disegno o la costruzione di favole. Non è detto che il genit o r e s i a a v ve z z o a l l ’ u s o m i ra t o d i q u e s t i s t r u m e n t i e , p e r q u a n t o i o t rov i i m portante che un genitore p rov i a c o mu n i c a r e c o l propr io bambino attrave r s o i l i n g u a g g i d e l l ’ i n fa n z i a , n o n è c e r t o d i s d i c evo l e c h e p o s s a c h i e dere l’aiuto di esperti o c o n s u l t a r s i c o n g l i o p e ra tori che hanno accomp a g n a t o t u t t o i l p e rc o r s o a d o t t i vo . Va c o n s i d e ra t o i n o l t r e i l fa t t o c h e , a vo l t e i m o delli genitoriali appresi e gli elementi di personali- tà del genitore, cominciano ad evidenziar si c h i a ra m e n t e s o l o d o p o i l p r i m o a n n o , fo r s e p e rc h é si comincia ad entrare n e l l a ro u t i n e e s i d i m i n u i sce l’attenzione sull’adoz i o n e , m a fo r s e a n c h e p e rc h é , e s s e n d o t e r m i n a t a l a “ fa s e i s t i t u z i o n a l e ” , il genitore si sente più lib e ro e , c o m p r e n s i b i l m e n t e , c e rc a s e m p r e p i ù u n a condizione di “nor malità”. Q u e s t o p u ò fa r s ì c h e a l cuni automatismi appresi da parte dell’adulto e m e r ga n o p i ù fa c i l m e n t e e d a vo l t e q u e s t o p ro d u c e d i f fi c o l t à r e l a z i o n a l i p r i m a non così chiaramente prevedibili. È c o m e d i r e c h e , d o p o i l p r i m o a n n o d i ro d a g g i o , l a fa m i g l i a s i r i lassa e questo consente l’emersione di modalità relazionali più spontan e e , ma t a l o ra a n c h e d i sfunzionali. Questo perlomeno è ciò che mi pare di poter oss e r va r e d a l ve r s a n t e d e l l ’ o p e ra t o r e . Da questa posizione infa t t i n o n è s e m p r e fa c i l e discriminare quanto i seg n a l i d i d i s a g i o o d i d i ffi c o l t à r e l a z i o n a l e d u ra n t e il primo anno, siano da a t t r i b u i r s i a l l e c a ra t t e r i stiche di personalità di bambino e genitori e q u a n t o i nve c e d i p e n d a no dal momento di particolare cambiamento e stress che le persone s t a n n o a f f ro n t a n d o . 3 L’ adolescenza Non possiamo inoltre dimenticare che, prima o poi, arriva anche la fantomatica “adolescenza”, fase temuta da buona parte dei genitori sia biologici che adottivi. È importante tenere conto del fatto che non di rado i figli adottivi manifestano segnali tipicamente adolescenziali con un po’ di anticipo sui coetanei. Questo forse perché la loro esperienza di vita li ha fatti “crescere in anticipo”, almeno per alcuni aspetti, e li ha già visti sperimentare un’autonomia ed un’autosufficienza precoci, così che la spinta all’indipendenza tipica dell’adolescenza non è per loro un’esperienza del tutto nuova. A questo va aggiunto che il desiderio di differenziarsi dai propri genitori “per diventare grandi” ed il parallelo bisogno di trovare altri modelli, nel gruppo dei pari così come in altri adulti di riferimento, per i figli adottivi può significare an- che cercare o trovare delle somiglianze con i propri genitori biologici. Così la domanda, per altri squisitamente filosofica, del “chi sono e da dove vengo ?” può acquistare per loro un significato molto più concreto e profondo. Accade così che il capitolo delle proprie origini venga riaperto, con tutto il corollario di emozioni ad esso collegate e magari tenuto debitamente nascosto ai genitori, così come è facile che accada agli adolescenti. I figli adottivi hanno inoltre qualche argomento in più, rispetto ai figli biologici, da potersi giocare nelle dispute verbali col genitore. Al semplice “non te l’ho chiesto io di mettermi al mondo” per esempio, potrebbero aggiungersi frasi del tipo: “stai zitta tu che non hai neppure saputo fare un figlio!” oppure “ma perché diavolo siete venuti a prendermi se poi mi trat- tate così!” e via dicendo. Questi non sono necessariamente segnali di una storia adottiva irrisolta, anche se è vero che a volte rassicurare il figlio sul fatto che gli si vuole comunque bene può essere utile. Credo però che un segnale di attenzione possa derivare dalla risonanza che simili frasi producono nel genitore in termini di paura o rabbia. A volte una reazione emotiva esagerata può significare che il genitore, o il figlio o entrambi, abbia da fare un passaggio ulteriore sulla questione adottiva. Non vorrei con queste mie parole inquietare inutilmente i genitori, insinuando magari il dubbio che l’adozione di un figlio sia qualcosa che non passerà mai sullo sfondo ma rimarrà sempre in primo piano nella vita familiare. In realtà quelli che ho descritto sono momenti, episodi, periodi di passaggio importanti ma pur sempre circoscritti, spesso non più impe- gnativi di quelli che si attraversano con un figlio biologico. Non credo tuttavia sia possibile affrontarli a prescindere dall’esperienza di abbandono che il figlio ha sperimentato, che è comunque una parte di lui e che come tale potrà riemergere a più riprese nel corso della vita, seppure in modo verosimilmente sempre meno doloroso e pervasivo. Per quanto faticosa ed a volte travagliata, penso tuttavia che l’adolescenza costituisca anche un periodo potenzialmente ricco e di grande utilità per il costruirsi della persona . L’invito ai genitori è quindi a non spaventarsi ed anzi a confrontarsi con altri genitori ed eventualmente operatori del settore, proprio per ridimensionare un’esperienza che è per certi versi disorientante e spesso temuta. L’importanza di gestire le separazioni Chi nell’infanzia ha sperimentato un attaccamento insicuro o ambivalente con la propria madre, o comunque con la figura di riferimento, e chi ha vissuto il trauma di un abbandono in tenera età, può conservare crescendo una certa difficoltà nel gestire le separazioni, anche le più brevi e banali. I bimbi che arrivano in adozione manifestano spesso una maggior sensibilità a questi eventi, anche quando si tratta di “separarsi dalla casa” per andare in vacanza o quando debbono lasciare le maestre della scuola materna per passare a quella elementare. È importante che i genitori insegnino ai figli a “separarsi bene”, ovvero a farlo in modo emotivamente presente e “salutando” ciò o chi si lascia, anche se per brevi periodi. A volte anche ricorrendo a gesti concreti, come per esempio scambiarsi un disegno con la maestra dell’asilo quando si passa alle elementari. È importante non negare le emozioni spiacevoli legate alla separazione, come per esempio la tristezza, la rabbia o la paura, queste sono infatti nor mali ed appropriate. Ciò che può renderle disfunzionali sono un’intensità o una durata eccessive, cosa che di solito costituisce uno dei motivi che ne fanno temere l’espressione. Al bambino va mostrata comprensione per queste sue emozioni ed al tempo stesso va consolato e rassicurato sul fatto che passeranno e lui starà ancora bene. esperienza ed i loro pensieri più personali e privati, permettendomi così di imparare a conoscere una realtà tanto poliedrica ed affascinante. Sicuramente rileggendo in futuro queste pagine mi accorgerò di aver tralasciato molti argomenti importanti, ma spero che quelli affrontati siano stati sufficientemente trasversali ed utili alle tanto simili e tanto diverse esperienze adottive. Vi saluto quindi rimandan- do al brano che ho inserito come apertura e del quale apprezzo particolarmente il messaggio di “accoglienza” ed “amore incondizionato” che esprime, unito ad un prezioso permesso di “essere felici e godere della vita”, augurio che faccio a tutti voi ed ai vostri figli. Questo non è qualcosa che compete solo ai genitori adottivi, è un compito genitoriale per chiunque, diversa tuttavia è la base da cui si parte. Un bambino adottato infatti ha certamente sperimentato delle separazioni traumatiche e non gestite dall’adulto in modo adeguato, cosa che non è affatto detto debba accadere ad un figlio naturale che cresca con i propri genitori. Conclusioni Nel congedarmi da voi lettori, colgo l’occasione per ringraziare chi mi ha chiesto di scrivere questi articoli, dandomi così l’occasione di fermarmi a riflettere su un’esperienza che l’impegno quotidiano sul campo mi rende solitamente difficile raccogliere in pensieri articolati ed in una visione globale del mondo adottivo. Ringrazio anche tutte le coppie e le famiglie che mi hanno consegnato, e continuano a farlo, la loro ricca 4 Dott. ssa Emanuela Dall’Ara PSICOLOGIA E ADOZIONE DIARI DI VIAGGIO Siete in molti a scrivere delle vostre attese, delle vostre speranze, dei vostri tanto sospirati viaggi nel paese che ha dato i natali ai vostri figli… ma dopo? Sono pochi quelli che scrivono del loro rapporto con il figlio dopo il rientro, degli eventuali problemini riscontrati, delle grandi gioie che vi danno quando iniziano ad andare all’asilo, dei loro rapporti con i coetanei. Sono ormai parecchie le famiglie che hanno bambini grandicelli che hanno iniziato a porsi ed a porvi delle domande che talvolta ci colgono di sorpresa o non proprio preparati. Proviamo a spiegare come si sente una mamma quando il proprio bambino incomincia ad allontanarsi? E quali confidenze raccoglie il papà? Scriveteci anche questo tipo di storie, possono essere di aiuto a chi ancora deve percorrere questa strada, così come i vostri “diari di viaggio” aiutano e donano speranza a chi è ancora al palo in attesa. Famiglia Canova Vecchiato CE LA FARÒ? Questa è la storia del nostro cammino verso l’adozione, una storia di sentimenti che invadono il nostro cuore e la nostra mente, che riempiono il nostro mondo interiore ogni minuto del giorno e che entrano nei nostri sogni durante la notte. Tutto inizia a gennaio 2004: siamo in due, ancora in due, ci siamo guardati negli occhi e il desiderio comune di sentirci completamente una famiglia da corso, oramai da tempo, all’istinto naturale di avere dei figli… avere dei figli… avere dei figli… l’abbiamo propriamente ripetuto tre volte, una volta per ogni tipo di desiderio: avere dei figli con la mente, avere dei figli con il cuore e avere dei figli in carne ed ossa! Valutando le varie strade per raggiungere il nostro desiderio abbiamo capito che la nostra era quella dell’adozione. Senza esitare ci siamo messi sulla linea di partenza e, come dei bravi maratoneti, abbiamo iniziato il nostro cammino verso ciò che il destino ci aveva meravigliosamente riservato. Non definiremo facile il percorso, ma impegnativo e a volte estenuante, l’importante è non perdere mai di vista l’obbiettivo, la meta, cercando di mantenere intatte le nostre facoltà mentali, lasciando pessimismo e aggressività a chi di obbiettivi non ne ha. Arriva l’idoneità... il primo passo da gigante che senti di aver compiuto in questo percorso di attesa e speranza, e quando il postino del cielo consegna questo foglio, che è più prezioso di tutto l'oro del mondo, sai che una nuvoletta rosa si ferma davanti alla porta della tua casa... e tu sali di impeto senza che nessuno ti dica di farlo, prendi per mano il tuo compagno e voli in alto con lui dove nessuno ti può toccare... che sensazione meravigliosa!!! Ci godiamo il momento e non scendiamo da questa nuvola finché non arriva il momento di rimetterci nuovamente in cammino, la maratona non è finita, la nuvoletta era solo un aerea di ristoro. E’ l’ora di preparare i documenti, il nostro destino ci ha mandati in Cambogia, forza allora… ora sappiamo da che parte del cielo guardare… Non vi capita mai di pensare che anche vostro figlio stia guardando lo stesso cielo? A maggio 2005 il nostro iter sta procedendo regolarmente, e quando abbiamo saputo che i documenti si trovavano già in Cambogia la nuvoletta rosa si è ripresentata davanti alla nostra porta, siamo saliti nuovamente a bordo ed è stato ancora una volta meraviglioso! La marcia continua, sappiamo che dobbiamo attendere pazientemente, per quanto mi riguarda, anche se l'attesa non è facile, la prospettiva che presto saremo finalmente uniti al nostro frugoletto ci rende tutto almeno sopportabile... ci basta pensarlo... lo pensiamo per strada ad elemosinare, in mezzo all'immondizia attento a svolgere il suo compito di raccolta differenziata, col muco al naso che nessuno pulisce, sdraiato su una stuoia in mezzo alla polvere, affamato e impaurito perchè è un cucciolo e avrebbe bisogno di qualcuno da imitare per imparare a difendersi, per capire che nella vita non si è nati solo per soffrire e soprattutto che è arrivato il suo momento di essere finalmente bambino e figlio... ecco come abbiamo affrontato la nostra attesa, pensando a quel feto già cresciuto nel nostro cuore, che non ha sesso, non ha età... ma la sua ecografia esiste già nel nostro immaginario, i suoi occhi a mandorla e la sua pelle scura, i capelli corvini... ma soprattutto il suo bisogno di mamma e papà. Sentiamo di essere in un limbo dove vediamo tantissimi genitori in attesa con noi, sentiamo i loro e i nostri cuori battere insieme fortissimo in un unico Tam Tam… sembra un richiamo d’amore che scandisce l’attesa. Vediamo volti im- pauriti e preoccupati, ma vediamo anche famiglie prendersi per mano ed aiutarsi a superare le difficoltà insieme, confortandosi ed esultando insieme per ogni piccolo risultato ottenuto da un qualsiasi compagno di viaggio....Poi un comune pomeriggio autunnale ha cambiato la nostra vita per sempre… IL SUO NOME E’ NEARY, E’ NATA IL 3 MARZO 2005… E’ UNA BAMBINA… E’ NOSTRA FIGLIA!! Ci hai trovati finalmente amore… dobbiamo vederti… ancora due lunghissimi giorni e poi avrai un volto… si sei proprio tu… sei così piccola… Amore… Amore… Amore… Sono passati due giorni e abbiamo finalmente visto il tuo volto, ti abbiamo riconosciuta… lo avremmo fatto in mezzo a migliaia di persone… lo abbiamo sempre saputo che eri tu! Dovrai, dovremo aspettare ancora un po’ e poi sarà per sempre, per sempre, per sempre… Il nostro terribile Natale 2005! Il Natale è passato, e per la prima volta nella nostra vita, stamattina 27 dicembre, abbiamo detto: FINALMENTE!! E' dura passare le feste quando sai che dall'altra parte del mondo c'è tua figlia che ti aspetta e che per un intoppo burocratico.. non puoi averla con te, non puoi raggiungerla e non puoi nemmeno vederla… mamma ha dato un pò di matto la scorsa settimana quando ha saputo che non sarebbero più partiti il 7 di gennaio... ma poi ha pensato a te... ha tirato in ballo tutte le sue forze e si è detta: "Questa è un'ennesima prova, tieni duro e sarai ricompensata!!!" Anche papà ha passato dei brutti momenti, ha compresso questo status di sofferenza talmente tanto che la notte della vi 5 gilia ha dato di matto pure lui...DA NON CREDERE! Insomma, speriamo che queste feste passino in fretta e che arrivi presto il momento di raggiungere il nostro sogno di nome NEARY 20 febbraio 2006, la comunicazione: PARTIAMO!!! Cronaca di un lunedì piovoso: Ore 07.30, suona la sveglia e… come al solito... nessuno si vuole alzare. Verso le 8.00, papà Bibbo comincia il suo rito quotidiano, caffè (rigorosamente deca ora!)... mentre la mam ma continua a sonnecchiare. TG del mattino con appisolamento sulla poltrona, biscottini taglia fame per la vellutata Pipitì e per l'orsetto Zac... e poi: "Cinziaaaaaaaaa.... alzatiiiiii!".. suona il telefono e mamma Cinzia dice "Se non è Neary io non rispondo... sgrunt..." e così risponde papà Bibbone... era l'ufficio... problemi… fuori dal letto in fretta, doccia e via in ufficio!!! Per la strada si parla come sempre di te, di quando sarai con noi, di quello che dovremo fare, di quello che non dovremo fare, delle nostre paure, delle nostre speranze... sono questi gli argomenti che accompagnano ogni mattino, da cinque mesi a questa parte, il tragitto che facciamo da casa all'ufficio. Stamattina, poi, si parlava del nostro referente, sapevamo che era in missione e che sarebbe tornato sabato, sapevamo che forse ci avrebbero confermato la partenza per fine settimana... ci chiedevamo come avremo potuto pagare e ricevere i biglietti aerei in una sola settimana... non saremo partiti nemmeno stavolta... ma ecco la sorpresa... ore 12.00... il referente chiama in ufficio... la notizia che abbiamo tanto aspettato accompagna la sua voce "partite il 6 di marzo!!!" SIIIIIIII, è vero, partiamo, partiamo, partiamo, partiamo... grazie... il biglietto è pronto....allora è vero!!! Neary, mancano solo 14 giorni e finalmente staremo insieme per sempre, il nostro cuore batte forte forte forte… è tutto così magico L'ultima notte..... .. qui a casa... senza di te amore mio... mamma non riesce a dormire e nemmeno papà… ci guardiamo e riguardiamo senza parlare. Ascoltiamo il si- 6 lenzio della notte che viene solo interrotto dai battiti del nostro cuore. Il tam tam dell’amore ha iniziato il suo richiamo, presto saremo con te per sempre. Quante volte abbiamo sognato questo momento, quante volte… ed ora è arrivato. Mamma si sente come anestetizzata, la paura è scomparsa, è pronta ad essere madre. Stanotte ha rivisto la sua vita, la nostra vita, scorrere... come in una moviola, nessuno al mondo può prevedere il suo futuro, ma io ora è madre e farà del suo meglio per darti tutto quello di cui un figlio ha bisogno… la notte è ancora qui e anche i pelosi, Pipitì e Zac, si sono svegliati, percepiscono la nostra adrenalina e si sono stretti intorno a noi quasi avessero intuito che quando ritorneremo non sarà più come prima… Il silenzio è assordante…eccoci amore, ora più che mai sentiamo di appartenerti. 7 marzo 2006 ECCOCI!!! Finalmente insieme. Siamo arrivati martedì mattina, tutto bene, tranne per i bagagli che non sono arrivati con noi, purtroppo. In ogni caso a noi non importava più di tanto, volevamo solo vedere nostra figlia, tutto il resto non contava. All’uscita dell’aeroporto ci aspettava la nostra referente, una donna di aspetto dolce ed esile ma di carattere assai forte, innamorata della sua Cambogia, sempre in prima linea, la donna che ci ha permesso di trovare nostra figlia e di condurla a noi. Con lei si trova la sua aiutante, una ragazza Cambogiana bellissima e di una gentilezza incredibile, la quale appena ci presentiamo ci dice che Neary cammina… che è una bambina di un’intelligenza strabiliante, solare e giocherellona…UNA FORZA DELLA NATURA. Ci dirigiamo verso il nostro albergo nella zona di KS, vicinissimo all’istituto dove si trovano i nostri figli, fortunatamente non abbiamo bagagli da scaricare e dopo un fugace pasto ci dirigiamo in tutta fretta verso la felicità!! Dopo circa un quarto d’ora di viaggio, la nostra referente ci fa notare che ci stiamo avvicinando all’istituto. Siamo tutti in silenzio contemplativo, arriviamo davanti al cancello… non lo dimenticheremo mai quel cancello. Un giovane ragazzo ci viene ad aprire, imbocchiamo un vialetto alla fine del quale si trova una piccola casa. Ci alziamo tutti in piedi dentro l’autobus, vogliamo vedere, sulla porta ad accoglierci c’erano i nostri piccoli, Neary era agganciata alla cassa morta della porta d’ingresso che si sorreggeva sulle sue esili bambine. Prontamente la sua Didi la prende in braccio e scompare con lei… ma dove la porta… Il papà scende immediatamente, mentre la mamma resta un po’ attonita, il nodo alla gola diventa sempre più grande, e non riesce a trattenere le lacrime… NO!! Non devi piangere mamma, Neary non può vederti con gli occhi rossi, distrutta dal viaggio e dal caldo umido che gonfia la faccia… Si da un contegno e scende, papà Bibbo la sta aspettando, la ab braccia e la conduce in un altro vialetto, Neary si trova in un’altra abitazione, non si poteva stare tutti insieme, troppa confusione i piccoli si sarebbero potuti spaventare. La fine di quel viale non arriva più, la mamma e il papà si sono stretti fortemente, Neary era un puntino in braccio alla sua Didi, CI STAVA ASPETTANDO!!! E’ LEI…. E’ QUI…. LA STRINGIAMO FRA LE NOSTRE BRACCIA, CI STRINGIAMO TUTTI E TRE, LA FAMIGLIA CANOVA E’ FINALMENTE RIUNITA!!!… giochiamo un po’ con lei e con gli altri bambini dell’istituto, tutti piccolissimi, tutti bisognosi d’amore, con degli occhioni sgranati che non dimenticheremo mai, con una voglia di aggrapparsi che ti porta via il fiato. Avremo voluto portarli tutti con noi… Neary,la nostra piccola Neary… si è addormentata fra le nostre braccia, senza paura... siamo così orgogliosi… lei è bellissima. è nostra figlia. IL NOSTRO SENSO DELLA VITA!! La sera rientriamo in albergo, Neary non è potuta venire con noi, aveva bisogno di abituarsi poco a poco a noi, saremo tornati la mattina dopo… 10 marzo 2006 Neary si trova con noi già da mercoledì, si è subito abituata a noi, e la prima notte passata con lei non siamo riusciti a dormire, l’abbiamo guardata respirare tutta la notte. Da vener- dì siamo a Phnom Phen, e Neary si è ammalata, è uscita dall’Istituto con una bella bronchite e un raffreddore incredibile. Ieri ha avuto la febbre a 40… abbiamo avuto tanta paura ma oggi sta meglio, ha preso l’antipiretico e uno sciroppo fluidificante e per fortuna si sta piano piano liberando di tutto quel muco accumulato da tempo, la sua pelle è già cambiata, le punturine d’insetto se ne sono andate tutte e anche i brufolini dovuti al calore, come le macchiette rosse che aveva sul collo… non è una mangiona, ma, per fortuna, il suo latte lo beve sempre tutto, mangia carne e le piacciono tantissimo le verdure (come la mamma.) e poi impazzisce per il succo d’ananas!! Ora dorme tranquilla sul lettone di mamma e papà…ora, domani e sempre… per sempre… PER SEMPRE!!! 13 marzo 2006. Con Neary è stato facile stabilire un rapporto, soprattutto con la mamma che non perde mai di vista. Mentre con il papà sta iniziando ora. Oggi si è fatta addirittura imboccare da lui!!! Naturalmente papà Bibbo ne è tanto felice perché, nonostante la preparazione dei corsi pre-adottivi, era un po’ giù di morale quando vedeva che Neary si metteva a piangere alla sola sua vista. Ora invece si fa portare anche in passegino da lui… IL PASSEGGINO, non è stato facile farcela salire, ma poi piano piano, con il gioco, ci siamo riusciti, questo non significa che non la teniamo in braccio, anzi, ma ogni tanto il passeggino allevia la nostra schiena non ancora allenata. Neary è una gran chiacchierona, quando siamo in camera, dove si sente più sicura, si lascia andare… bubu… bababa… ciè… papapa… e poi fa delle risate da sola che ti fanno impazzire, è solare come il suo paese d’origine, di una delicatezza e signorilità disarmanti. Quando la mamma riordina la camera lei la segue ovunque, un po’ a gattoni e un po’ in piedi aggrappata al letto o appoggiata al muro. Se vede o sente qualcuno che ride e si diverte, pure lei inizia a sorridere. Ci sono stati anche dei momenti molto duri, soprattutto ieri sera, quando non riusciva a dormire e continuava a gridare “meh”… che significa mamma. Ma non ero io quella che voleva, ma la sua Didi dell’Istituto… ero così in pena per lei, non riuscivo a calmarla, mi ha graffiata, mi ha tirato calci fino a sfinirsi, ed io la stringevo sempre più forte a me, per poi cadere tra le mie braccia, esausta, in un sonno profondo. Le stanno crescendo i dentini, ha infatti due palettine nella parte inferiore della bocca che quando sorride e le fa vedere ti verrebbe voglia di mangiarla di baci. Lei i baci li adora, se non glieli dai ti salta addosso per prenderseli. L’altra sera quando si è addormenta piena di bronchite, si è posizionata a pancia in giù in posizione fetale, guardandola ci sono venute le lacrime perché abbiamo pensato che esistono degli esseri che hanno il coraggio di fare del male a queste creature indifese. Le emozioni accumulate in questi cinque giorni sono state tante, forti, anzi, fortissime e di tutti i generi che hanno portato un certo scompiglio dentro di noi. Le lacrime di gioia ma anche di impotenza sono comparse più di qualche volta nei nostri occhi. 15 maggio 2006 Da casa. Siamo rientrati il 24 marzo, con un giorno di ritardo rispetto a quanto preventivato, a causa della CAI che ha ritardato nel rilasciare il permesso di ingresso in Italia di Neary.Il giorno passato in attesa di questo permesso, che non si sapeva se arrivava o meno, è stato terribilmente lungo. Abbiamo visto partire le altre famiglie che erano arrivate con noi, abbiamo pianto e i dubbi continuavano ad attanagliarci la mente, tipo: “….se il permesso non arriva, io, in Italia senza Neary non ci torno….”, discorsi che ora ci fanno sorridere, ma in quel momento non sei molto lucido e ti chiedi perché proprio a te, non c’erano motivi per questo ritardo.. e allora rimugini e rimugini e le idee più folli ti vengono in mente!!! finalmente la sera del 23, durante la cena con la nostra referente è arrivata la fatidica telefonata: il permesso era arrivato, il giorno dopo saremo rientrati. Al nostro rientro, in aeroporto, c’era un sacco di gente ad aspettarci, parenti ed amici cari, con cartelloni, fiori, pupazzi e tanta tanta eccitazione. Le lacrime di felicità non sono mancate e nemmeno un sorriso da parte di Neary che con la sua solarità ha illu- minato l’aereoporto intero!!! La patatina si sta ambientando molto bene, regala baci e abbracci a mamma e papà, gioca con la cuginetta Gioia ed esclama OHHHHH!!!! ad ogni novità. Adora gli animali e tutto ciò che è natura. Ama, molto, anche la musica e se ascolta una canzone che le piace inizia a ballare con il ventre… DA IMPAZZIRE!!!! Ogni giorno ci regala qualche mezza parolina o versetto in più, è sempre più vivace e sicura di se. Quando torniamo nella nostra casa dopo un’uscita è felicissima, riconosce tutte le sue cose e parla in continuazione: “Ich… Bababa… Cia cia… Titi zaa… ohhh!!!....” e così via. Di lei sono tutti innamorati pazzi, tanto che c’è una vera disputa familiare sul suo accudimento, quando la mamma ha bisogno di qualche ora per andare in ufficio... la vuole la nonna, la vuole la zia, la vuole la cugina, la vogliono gli amici. Giovedì sera scorso, siamo andati a teatro a vedere le danzatrici Apsara… STUPENDE… Neary si è divertita tantissimo, guardava le mani snodate delle danzatrici e provava a fare anche lei gli stessi movimenti, e poi, quando il pubblico applaudiva pure lei iniziava, eccitatissi- ma e sorridente, a battere le manine… Da mangiare di baci tanto era tenera!!! Le difficoltà... Quello di cui ti accorgi immediatamente quando rientri con tuo figlio in Italia è che la tua vita si è completamente trasformata: intanto la COPPIA è diventata FAMIGLIA e ne discerne una vita completamente diversa: addio bagni e docce senza limiti di tempo, addio lettura, addio TV, addio cinema, addio ordine. La nostra vita è all’80% NEARY. Dobbiamo dire che il primo mese in Italia non è stato facile anzi, diremo, assai difficile, riorganizzare il tuo mondo, per quanto tu sia da tempo preparato, ti impegna moltissimo sia a livello psicologico che a livello fisico. Cinzia è dimagrita di 11 Kg!! Ti chiedi tutti i giorni : “Ce la farò??”, poi guardi quel cucciolo inerme e sorridente pronto a lanciarsi fra le tue braccia e ad abbracciarti fiducioso e la risposta è presto data “SI!!!”. NEL GIOCO DELLA VITA VINCE... Oggi è il 6/10/06 ed è il mio compleanno, ho deciso che oggi avrei raccontato l’incontro con Mattia Anh, il nostro secondo figlio nato a Phu Tho Viet-nam il 24/5/06. La nostra prima figlia si chiama Loan è nata a Thun Luu Viet-nam il 16/2/02. E’ difficile mettere per iscritto le emozioni, le sensazioni che abbiamo provato quel giorno del 3/8/06. Non vorrei soffermarmi sul viaggio in pulmino durato1/2 ore circa con un caldo umido terrificante. Vorrei provare a descrivere solo alcuni momenti. L’istituto che accoglieva Mattia Anh è un basso fabbricato di colore giallo, scendendo le scale fatte di una decina di gradini si entra in questa stanza piccola e buia dove 4 didi cercano di fare l’impossibile con i pochissimi mezzi a loro disposizione, per accudire ai circa 30/35 bambini di pochi mesi ospiti della struttura. L’odore di latte, sudore impregnava l’aria. Eravamo 5 coppie, 3 in seconda adozione che avrebbero accolto una femminuccia e 1 coppia in prima adozione anche loro per una femminuccia, l’unico maschietto del gruppo era il nostro Mattia Anh. E’ stato l’ultimo ad essere messo tra le nostre braccia. Loan continuava a chiederci “il mio piccolo? Dov’è il mio piccolo? Non arriva?”. La didi ci ha messo Mattia Anh tra le braccia ed è stato un momento di grande emozione. Lui ci ha guardati con quei suoi occhi grandi e neri, il viso molto piccolo. Mattia Anh era sofferente, aveva il volto arrossato, sudato, graffiato, la sua testolina era schiacciata, probabilmente per la posizione che aveva tenuto per 70 giorni. Stringeva i pugnetti e il suo respiro era molto affannato. Indossava una maglia grande impregnata di latte e sudore. Ironia della sorte! Sopra la maglia c’era stampato un piccolo leoncino proprio come lui. Così piccolo e fragile ma nello stesso tempo forte e determinato. Il pannolino, o meglio le fasce che lo coprivano, erano grandi e scomode. Ci ha guardato dritto negli occhi quasi a dirci:”guardatemi, sono stremato, distrutto, sono esausto, ma finalmente siete arrivati! Sono piccolo e sofferente ma se mi aiutate, insieme a voi, riuscirò a diventare anche io un bambino sano e robusto come gli altri.” Quello sguardo ci accompagna ogni giorno, non ci lascia mai, a volte con mio marito ripercorriamo quel momento ed il nostro cuore batte forte e gli occhi si fanno lucidi. Ci siamo abbassati finchè anche Loan riuscisse a vederlo, toccarlo. Mentre lo guardava e gli accarezzava la testa diceva: “mamma, papà è lui il nostro piccolo? Adesso viene a casa con noi?”. Lei era felice e lui le ha donato uno sguardo speciale.Uno sguardo che solo tra piccoli ci si puo’ dare.Abbiamo fatto una foto ricordo con le didi e siamo ripartiti per fare la cerimonia del dare e del ricevere.Prima di iniziare Bobo ci ha detto che potevamo cambiarlo e dargli un po’ di latte. Quando gli abbiamo tolto i vestiti abbiamo visto che Mattia Anh aveva una grossa ernia forse perché in quei 70 giorni aveva pianto molto, anche l’addome era enorme, probabilmente era un po’ denutrito. Ha mangiato tranquillo e da subito si è affidato a noi con grande fiducia ed umiltà. Siamo ripartiti per Hanoi, durante il viaggio è stato bravissimo così come Loan. Arrivati alla casa NAAA un lettino bellissimo lo stava attendendo, e così arrivati a casa lo abbiamo piano piano rinfrescato, cambiato, ha mangiato tranquillo e 7 si è addormentato con un po’ di fatica visto i problemi di respirazione che aveva. Altri due momenti sono stati davvero toccanti con Mattia Anh. Il primo è stata la visita presso l’ospedale francese ad Hanoi. Come per Loan abbiamo richiesto la visita completa, durante la quale lui è stato bravissimo. Il medico aveva diagnosticato una bronchite e ci aveva dato i medicinali ma soprattutto ci aveva chiesto di vegliare il piccolo di notte per pericolo di crisi respiratorie. Successivamente alla visita siamo scesi al laboratorio per gli esami del sangue. In quel momento c’era solo la dottoressa perché l’infermiera si era assentata. La dottoressa mi chiama e mi chiede se me la sentivo di tenere Mattia Anh mentre gli faceva il prelievo. Sono entrata, ma purtroppo non riusciva a trovare la vena ed in quel momento mi sono alzata e le ho detto che non volevo continuare e di lasciar perdere. Mi sentivo in colpa del male che gli stavano facendo. Sono uscita piangendo, nel frattempo era arrivata l’infermiera e così nel giro di qualche minuto il tutto era finito.Non riuscivo a non sentirmi in colpa, mio marito cercava di farmi capire che solo in quel modo avremmo saputo con certezza se Mattia Anh avesse avuto bisogno di cure particolari. L’altro momento toccante è stato il 7/8 agosto al centro medico internazionale SOS di Hanoi. Abbiamo portato Mattia Anh per una visita di controllo perché continuava ad avere problemi respiratori. Mentre mio marito intratteneva la nostra piccola Loan, Mattia Anh veni- va visitato dauna pediatra francese che aveva consigliato di fare una radiografia ai polmoni ed all’addome. Di lastre ne sono state fatte parecchie e Mattia Anh, completamente nudo, non si lamentava e fiducioso si faceva fare tutto. Solo dopo una decina di lastre ho visto che incominciava a tremare, non so se dal freddo o dalla paura. HoImmediatamente chiamatoun’infermiera e mi sono fatta dare un lenzuolo, l’ho avvolto e ho cercato di riscaldarlo con il respiro. Quel gesto è stato naturale, veniva dal cuore. Nel frattempo il medico australiano guardava le lastre con la pediatra francese e li sentivo commentare le lastre di Mattia Anh, la loro espressione non era per nulla rassicurante. In quel frangente ho stretto a me Mattia Anh e gli ho sussur- rato “stai tranquillo amore mio, vedrai che io e papà faremo l’impossibile per curarti. Qualsiasi cosa la faremo e se sarà necessario ci fermeremo in Vietnam quanto necessario. Sino a quando non sarai guarito”. Lui mi guardava fiducioso, si accoccolava tra le mie braccia. Ho sentito un amore carnale per lui, si’ quello che ti prende allo stomaco. Credo di poter interpretare anche i sentimenti di mio marito. Quando abbiamo i nostri bambini tra le braccia ci sentiamo una cosa sola… questa è la nostra bellissima storia che auguro a tutti prima o poi di vivere. In questi ultimi tempi ho sentito due frasi molto belle che voglio riportare: -nel gioco della vita vince chi riesce a dare. -per amare non serve avere legami di sangue. BAMBINI IN AIUTO DI ALTRI BAMBINI Festività di Natale nel segno della solidarietà nella scuola Infanzia Equiparata di Povo a Trento. Oltre 110 bambini della scuola sono stati coinvolti nella preparazione dei “biscottini della Solidarietà” che poi sono stati venduti con offerta libera alle famiglie. Il ricavato è stato interamente devoluto al progetto “Deworming Vietnam”. Un piccolo gesto che ha un grande significato. Ma perché parlare di solidarietà ai bambini?? E’ fondamentale far capire ai nostri bambini l’importanza di questa parola, dei gesti che la contraddistinguono. Parole come globalizzazione, società multiculturale, squilibrio internazionale, sono parole nuove, coniate dalla nostra generazione, ma saranno loro, sarà la loro generazione che dovrà dare delle risposte agli interrogativi e risolvere i problemi che questi cambiamenti sociali comportano. Ne consegue quindi che la loro formazione e informazione deve essere adeguata a queste nuove esigenze. Occorre essere noi genitori stessi consapevoli delle disuguaglianze che esistono tra Paesi del Nord (paesi industrializzati) e paesi del Sud 8 (meno ricchi) e nel contempo esserne la spinta per il cambiamento. Questa è solidarietà internazionale. Bisogna capire come si può aiutare i paesi in via di sviluppo in maniera tale da intervenire con progetti costruiti con loro, per loro ed insieme a loro. E per questo dobbiamo comprendere che la diversità non è un fatto negativo, che non dobbiamo avere paura del diverso. Dobbiamo rispettare le culture, fare in modo che le culture possono incontrarsi senza scontrarsi, per avere l’opportunità di dialogare e convivere assieme. La diversità arricchisce chi è capace di aprirsi ad un mutuo scambio. E’ dovere di noi tutti allargare gli orizzonti dei nostri bambini, far conoscere loro altre realtà, di sicuro meno felici, dove i bambini non sono così fortunati come i nostri. E’ dovere di noi tutti allargare gli orizzonti dei nostri bambini, far conoscere loro altre realtà, di sicuro meno felici, dove i bambini non sono così fortunati come i nostri. Dove se tutto va bene, devono fare km per andare a scuola, utilizzare i pochi strumenti a loro disposizione per studiare, giocare, vivere; do- ve la sanità non è così alla portata di tutti, dove non si riesce a sopravvivere per una malattia che da noi è ormai debellata; dove a volte c’è una guerra. Guerre che hanno cambiato nome: sono umanitarie, preventive, esportano democrazia.Guerre che si sono moltiplicate: alcune contano, molte passano inosservate. Guerre che sono supertecnologiche: utilizzano armi intelligenti e bombardamenti chirurgici. La morte di migliaia di civili è solo un effetto collaterale. . Alla fine del 2000 nel corso del vertice dei capi di Stato di tutto il mondo convocato dall’ONU veniva sottoscritta la dichiarazione del Millennio, con la quale i governi hanno riconosciuto e assunto gli obiettivi del Millennio. 8 promesse per l’eliminazione Roberta Weiss entro il 2015 della povertà e di tutte le cause che impediscono lo sviluppo dei paesi poveri. 1)Eliminazione fame e povertà. 2)Assicurare istruzione primaria di tutti i bambini/e. 3)Promuovere parità uomo e donna. 4)Ridurre la mortalità infantile. 5)Migliorare la salute delle gestanti. 6)Combattere AIDS, malaria e altre malattie. 7)Migliorare qualità della vita e rispetto dell’ambiente. 8)Lavorare insieme per lo sviluppo umano. Ad oggi gli impegni non sono stati rispettati. Di questo passo lo saranno nel 2075 “Sporcarsi le mani” per aiutare gli altri Come è ormai tradizione, anche in occasione di questo Natale, i bambini della scuola equiparata dell’Infanzia di Povo, assieme alle loro insegnanti, hanno deciso di fare qualcosa di concreto, mettendo “le mani in pasta”, per aiutare altri bambini meno fortunati di loro. Per la presenza nel- Speciale Lang Son La provincia di Lang Son si trova nel nord del Vietnam, al confine con la Cina. Lang Son è una provincia di montagna e la sua economia risente della situazione geografica e della difficoltà dei trasporti. L’economia della regione è arretrata e il suo sviluppo è molto lento. L’economia della zona si basa sull’agricoltura e, grazie alla sua posizione geografica, sui commerci con la Cina. Il N.A.A.A. ormai da diversi anni collabora con l’Istituto di Lang Son, attraverso aiuti alimentari e, soprattutto, contribuendo alla realizzazione di un nuovo edificio per i bambini ospiti. Numerose organizzazioni internazionali di diversi paesi, hanno collaborato alla realizzazione di questo edificio che vuole porsi come un nuovo modo per ospitare i bambini. La casa è costruita seguendo i moderni criteri della casa famiglia, cercando di creare un ambiente sereno in cui i bambini siano accolti e accuditi. Come accade sovente negli Istituti vietnamiti, il contributo statale è modesto, circa 10 dollari al mese per ogni bambino, anzi insufficiente per rispondere adeguatamente alle esigenze dei bambini e le strutture, anche a causa del clima umido, si deteriorano facilmente. Inoltre il numero dei bambini ospitati cresce in maniera esponenziale, rendendo inadeguate le strutture di accoglienza. I vecchi edifici che ospitavano i bambini erano da tempo inagibili, ma problemi finanziari hanno impedito per lungo tempo la realizzazione e il completamento di un nuovo edificio. L’istituto di Lang Son prevede la possibilità di ospitare circa 120 bambini, oltre ad anziani e di adulti portatori di handicap. Grazie al contributo della Commissione per le Adozioni Internazionali e ai contributi dei nostri sostenitori, la scuola di bambini provenienti dal Vietnam, abbiamo scelto di collaborare con l’associazione NAAA onlus. Nei giorni precedenti il Natale, con un gran via vai dalla cucina, in un susseguirsi di profumi di spezie e cioccolato, i bambini hanno preparato con le loro mani dei biscottini degni di una grande pasticceria e li hanno poi confezionati in tanti graziosi pacchettini. Nell’atrio della scuola è stata poi allestita una bancarella per la vendita di biscotti, che sono stati acquistati, dietro libera offerta, dalle famiglie, con un riscontro di interesse ed una generosità superiore alle nostre aspettative. Per i bambini questa esperienza è stata molto significativa, perché ha permesso loro di aprirsi ad una realtà ben diversa dalla loro, riflettendo sul tema della solidarietà e soprattutto impegnandosi in maniera concreta per portare aiuto a chi ne ha bisogno. Anche alle famiglie, che duran- è stato possibile collaborare alla realizzazione dell’edificio. Il Centro di Lang Son ha avuto un grande impulso negli ultimi anni e sono stati realizzati e ultimati 3 edifici posizionati nel cortile interno. Il primo è l’edificio riservato all’amministrazione, al primo piano sono ospitate sale riunioni, mentre al secondo piano si trovano gli uffici del personale. Come spesso accade in Vietnam, i centri sociali non ospitano solo bambini, ma anche tutte quelle persone che, per vari motivi, non hanno un posto dove vivere: anziani, adulti portatori di handicap fisico o mentale. A Lang Son, queste persone sono accolte in camere che possono ospitare 3 persone, in un edificio di due piani di nuova costruzione. Di fronte a queste costruzioni vi è una grande area tenuta a giardino: lo spazio per i giochi è abbastanza ampio e attrezzato con altalene oltre ad una zona dedicata al calcio, gioco molto amato dai ragazzi. L’edificio per i bambini è composto da tre piani: i primi due piani sono stati creati seguendo i criteri della casa-famiglia mentre il terzo piano è stato realizzato seguendo vecchi criteri. Ogni piano e’ suddiviso in 3 appartamenti e ogni appartamento e’ composto da 2 camere da letto, una zona per le attività comuni e il riposo della Didi, una zona pranzo e una cucina. Ogni camera può ospitare fino a 4 bambini, in modo tale che ogni Didi si prenda cura di non più di 8 bambini grandi. Si è cercato di ricreare, per quanto possibile, un ambiente simile alla famiglia, un luogo dove il bambino possa sentirsi accudito e amato. Il secondo piano, invece, e’ riservato ai bambini piccoli e, pur conservando identica struttura, si differenzia dal piano primo per il numero del personale che, trattandosi di bambini piccoli e più bisognosi di cure, è in numero maggiore. Gli ambienti sono pulitissimi e confortevoli e rendono l’idea di un luogo accogliente, dove il bambino possa ritrovarsi in una piccola comunità. I lavori sono tutti ultimati e gli edifici sono tutti utilizzati. Ormai da tempo il NAAA ha attivato alcuni microprogetti in collaborazione con i vari istituti delle province e, periodicamente, vengono effettuate visite di monitoraggio allo scopo di valutare gli effettivi progressi delle attività e valutare la fattibilità di nuovi interventi. Presso il Centro di Lang Son, nel corso degli anni, il NAAA ha effettuato numerosi interventi: acquisto di un generatore di corrente, acquisto di attrezzature per la cucina, sostegno alimentare e sostegno a varie attività. Sicuramente l’intervento più consistente è stato quello della realizzazione, in collaborazione con altre associazioni internazionali, della casa per i bambini. A ringraziamento dell’intervento effettuato,il Direttore del Centro ha posizionato una targa sull’edificio che ospita i bambini. La consegna della targa è stata effettuata durante una breve cerimonia effettuata nel mese di dicembre alla presenza del Direttore del Centro, di un rappresentate te l’incontro per lo scambio degli auguri sono state messe al corrente delle finalità dell’associazione e della destinazione del denaro raccolto, hanno potuto condividere con i loro bambini questa esperienza nel vero spirito del Natale. Le maestre Franca e Barbara della sezione arancio del Ministero per le attività illegali, del referente NAAA in Vietnam e della responsabile progetti Vietnam. Gentili lettori, nel numero 1 pubblicato a settembre 2006 a pag. 9-11 è stato dedicato uno spazio al piano di intervento denominato “Intesa istituzionale di programma per un piano pluriennale in Vietnam” dove sono stati illustrati gli interventi attivati dal Naaa Onlus negli Istituti delle province di Lang Son, Thai Nguyen Hung Yen, Hoa Binh e Vung Tau e Phu Tho. Nel descrivere gli interventi programmati presso il Centro di Lang Son sono state erroneamente pubblicate due fotografie (la prima in basso a destra a pag. 9 e la seconda in basso a destra a pag. 10) Solo successivamente abbiamo avuto notizia dal Ciai che trattavasi di operai dallo stesso contrattati. Nello scusarci per l'errore commesso cogliamo l’occasione per portare all’attenzione delle numerose famiglie che hanno accolto i loro bambini dall’Istituto di Lang Son quanto è stato realizzato con i contributi della CAI e dei numerosi sostenitori. 9 Perche’ SAD? Il 16-17 febbraio si è tenuto a Torino l’8° Forum Nazionale del Sostegno a Distanza. I numeri relativi al sostegno a distanza in Italia parlano da soli: 2.000.000 di italiani che aderiscono a progetti di Sostegno a distanza; 1000 tra onlus, enti religiosi e gruppi che li promuovono; 50 enti locali che li sostengono; 600 milioni di euro donati ogni anno (dati Forumsad). Per la prima volta questo appuntamento nazionale è stato organizzato congiuntamente dalle associazioni del Forum permanente per il Sostegno a Distanza (ForumSaD) e dagli enti locali aderenti al Coordinamento nazionale Enti Locali per il Sostegno a Distanza (Elsad). Hanno sostenuto l’iniziativa il Comune e la Provincia di Torino, la Regione Piemonte e il Segretariato Sociale Rai. Hanno partecipano rappresentanti delle istituzioni nazionali (Governo, Agenzia per le Onlus) insieme con operatori dell’informazione, insegnanti ed esperti del settore. Una partecipazione notevole che dimostra quanta importanza abbia nel nostro paese il sostegno a distanza e quale capacità di catalizzare l’attenzione delle persone e delle istituzioni. Nelle due giornate dedicate ai sad, si sono tenute conferenze e gruppi di lavoro allo scopo di un confronto sui vari temi, fra le varie associazioni che operano nel settore. Le differenti esperienze e i differenti approcci al sostegno a distanza anziché dividere sono diventate un utile stimolo al confronto e al miglioramento. La serata di venerdì, dedicata alla presentazione di filmati sul sad alla presenza dell’assessore al Comune di Torino Michele Dell’Utri e di Raffaella Carrà, ha visto il NAAA protagonista con la pubblica sottoscrizione della Carta dei Principi e la Carta dei Criteri di qualità e con l’ingresso, ed al Coordinamento sad città di Torino . La partecipazione del NAAA al Forumsad e al Coordinamento della Città di 10 Torino, è stata determinata dal continuo sforzo dell’associazione nei confronti di un percorso di trasparenza e di maggior visibilità e impulso al miglioramento del nostro operato nei paesi del sud del mondo in cui il sad è un ottimo strumento. Il sostegno a distanza è la forma di solidarietà che maggiormente si è diffusa negli ultimi anni. E’ uno strumento per abbattere le barriere culturali. Il successo che il sostegno a distanza raggiunge è comprensibile con la possibilità data al sostenitore di rivolgersi direttamente a quel bambino, al quella comunità, a quella scuola, creando un filo diretto e riuscendo a raggiungere le necessità che difficilmente sarebbero soddisfatti altrimenti. Il sad permette infatti di provvedere allo studio, all’alimentazione, alle cure mediche di un bambino che rimane inserito nella famiglia di origine e, allo stesso tempo, interviene sulla comunità in cui vive con progetti specifici di sviluppo locale. Nel corso degli anni le azioni del NAAA, sostenute grazie a tante famiglie, si è consolidato ed evoluto. Molte famiglie, molte scuole, vedono nel SAD un canale privilegiato di incontro tra persone di culture differenti, oltre ad un modo per avvicinarsi alla cultura del dialogo e della solidarietà. Inoltre, per moltissime famiglie NAAA, è diventato un modo per mantenere aperto un canale verso il paese di origine del proprio figlio, un modo per non dimenticare. In molti paesi in cui il NAAA opera, l’istruzione non è diritto, ma un privilegio. Siamo consapevoli che soltanto il lungo e lento percorso di trasformazione e crescita delle persone attraverso l’istruzione può portare a un’evoluzione e al conseguente sviluppo di questi paesi. In quest’ottica, il sostegno a distanza offre un sostegno economico mirato al singolo bambino per permettere anche ai meno abbienti, soprattutto alle bambine, di seguire un ciclo di studi completo e di trovare un dignitoso inserimento lavorativo. Il programma di sostegno a distanza consente ai bambini di vivere come tali la loro infanzia. Molto spesso nei paesi del sud del mondo l’impossibilità di soddisfare i bisogni primari dei bambini da parte delle famiglie, porta all’abbandono o alla vendita dei minori. Un numero sempre maggiori di minori vive sulla strada la propria esistenza, esponendosi a ogni tipo di abuso e diventando merce per il mercato del lavoro nero o per il mercato dello sfruttamento sessuale. Tramite progetti di sostegno alla famiglia, il NAAA cerca di prevenire il fenomeno dell’abbandono e di garantire ai bambini una vita all’interno della famiglia. La nostra opera si rivolge prevalentemente a bambini orfani o a bambini i cui genitori non possono prendersene cura per vari motivi: alcolismo, droga, prigione. Si cerca quindi di aiutare i tutori, quasi sempre le nonne o i fratelli maggiori, a prendersi cura dei bambini, mandandoli a scuola e aiutandoli integrando i loro pochi guadagni. Dove operiamo Il NAAA è presente in diversi paesi: Nepal, Cambogia, Pakistan, Perù, Ucraina e Polonia •Perù: interventi sanitari per labioschisi , palatoschisi, piede torto e altre patologie invalidanti. Lo scopo del progetto è quello di evitare che i bambini con le patologie sopradescritte vengano discriminati. Attraverso le operazioni necessarie, le varie visite specialistiche e l’educazione fonetica tramite i logopedisti o, nei casi di piede torto, la fisioterapia, si intende offrire ai bambini e alle loro famiglie la possibilità di essere integrati nella scuola e di non essere più emarginati. L’aspetto estetico di queste malattie, unitamente alla difficoltà di parlare e alle infezioni a cui vanno spesso soggetti, rendono questi bambini dei potenziali esclusi dalla vita sociale. I bambini che provengono da famiglie povere vengono seguiti in tutto il percorso, dalle prime visite, all’operazione e durante il periodo di riabilitazione. Allo stesso modo vengono seguite le famiglie, specialmente per i bambini che vengono da zone lontane da Lima. Ove possibile i bambini saranno sottoposti a visite successive per valutare l’impatto che l’operazione ha avuto sulla loro vita e il loro inserimento nella società. •Nepal- Children’s Home. Il Progetto prende l’avvio da una iniziativa della Children’s Home (CH), un’organizzazione di assistenza sociale non profit nata nel 1989 che opera a Mahendranagar dall 1995, L’Educational Children in Nepal (ECN) è un programma autonomo rispetto alla Children’s Home, ma fortemente voluto e appoggiato dall’organizzazione. La ECN si impegna nell’educazione di bambini provenienti da minoranze sottoprivilegiate e svantaggiate nella Regione Occidentale del Nepal. Gli obiettivi principali dell’ECN sono: Fornire una borsa di studio a scopo educativo per più di 500 bambini molto poveri; Impartire una qualità d’educazione secondo lo standard internazionale dall’asilo fino alle scuole superiori alla Florida International Boarding School (FIBS). Si tratta quindi di individuare i bambini che vivono in famiglie a rischio di disgregazione, bambini orfani di uno o ambedue genitori, bambini che vivono in strada e negli Istituti. Tramite un colloquio individuale, vengono individuati i bambini più meritevoli che frequenteranno, tramite delle borse di studio, delle scuole private in cui possano ricevere una educazione ai livelli dei migliori standard internazionali. Si tratta quindinon solo di permettere ai bambini più svantaggiati di avere un’istruzione, ma creare le condizioni per cui, in futuro, anche i bambini provenienti dalle classi più disagiate possano occupare importanti posizioni lavorative. In una società chiusa come quella Nepalese, rigidamente divisa in caste, questo vuol di re gettare le basi per una futura crescita collettiva NepalNirvana Boarding School Il progetto ha come obiettivo di garantire ai bambini un livello di vita decente e garantire loro un futuro permettendo al minore di continuare a vivere nel proprio nucleo familiare (spesso composto da un solo genitore) L’inserimento scolastico per metterà al bambino di accedere in futuro ad un lavoro dignitoso, impedendo che entri nel numero dei bambini di strada. Da un lato si cerca di evitare che i bambini, abbandonati gli studi, entrino a far parte del numero dei bambini sfruttati con lavori spesso usuranti o sfruttati sessualmente. Dall’altro lato si cerca di evitare la disgregazione del nucleo familiare e l’abbandono dei minori. Il denaro inviato permetterà il pagamento della retta scolastica, dell’acquisto della divisa (indispensabile in Nepal) e del materiale scolastico occorrente •Pakistan Il progetto intende migliorare le condizioni di vita dei Bagri, popolazione nomade di minoranza indù che vive in maniera stanziale in 4 campi, nella città di Karachi, Pakistan. La popolazione Bagri è fortemente discriminati e privati della possibilità di accedere ai servizi di base, come la scuola pubblica o la sanità e spesso sono minacciati e malmenati dalle forze dell’ordine. La salvaguardia dell’etnia Bagri e il tentativo di diminuire la discriminazione nei loro confronti, unitamente alla necessità di migliorare le loro condizioni di vita, sono la priorità di Mother and child Nest Welfare Association NGO un’organizzazione non governativa pakistana, che da anni opera nei confronti degli emarginati e della popolazione più indifesa di Karachi, specialmente donne e bambini sia di religione induista, cristiana o mussulmana. I bambini che vivono in famiglia vengono aiutati nell’inserimento nella scuola pubblica, pagamento della retta e nella sussistenza per loro e la loro famiglia. Inoltre è possibile sostenere una ragazza o un ragazzo per la formazione lavorativa. È anche possibile un sostegno all’intera comunità, decidendo si destinare una somma ogni anno per il mantenimento del dispensario e della scuola. •Cambogia: Bambini di Pursat Il progetto intende supportare 30 bambini orfani che vivono con un tutore. Nella zona di Pursat, la massiccia diffusione del virus HIV-AIDS ha provocato un gran numero di orfani che, inoltre, vengono discriminati a causa della malattia, anche se non sieropositivi. Spesso gli orfani vengono abbandonati e istituzionalizzati, anche in presenza di nonni e zii che, in un contesto differente, avrebbero accolto i bambini. L’aumento del numero degli orfani a causa del HIV-AIDS e la poca informazione al riguardo, unito ad una serie di credenze, hanno portato ad una disintegrazione del tessuto sociale e le tutele verso i minori rimasti orfa- ni sono spesso venute a mancare. Il bambino e la sua famiglia verranno supportati sia dal punto di vista nutrizionale, con distribuzione di cibo, sia dal punto di vista sanitario, attraverso la distribuzione di materiale igienico. Inoltre il bambino verrà reinserito a scuola e verrà seguito durante il percorso scolastico al fine di evitare l’abbandono. •Ucraina: In Ucraina ci sono numerosi bambini senza genitori che vivono con un tutore. Normalmente si tratta di una nonna che sopravvive con la pensione spesse volte insufficiente per mantenere anche il bambino; a volte si tratta di un fratello maggiore anch’egli in condizioni economiche precarie. La grande povertà induce il tutore a far abbandonare la scuola al bambino per indirizzarlo al lavoro o, nel peggiore dei casi, ad abbandonare il minore che verrà accolto in istituto. L’obiettivo del progetto è quello di consentire a 50 bambini individuati fra quelli maggiormente bisognosi, di frequentare la scuola e soprattutto di evitare l’abbandono e la conseguente istituzionalizzazione. Accanto a questo obiettivo primario, verrà offerto alle famiglie il supporto necessario affinché il nucleo familiare non si disgreghi. •Polonia: Il progetto ha come obiettivo di garantire ai bambini un futuro permettendo al minore di continuare a vivere nel proprio nucleo familiare e di avere un’istruzione adeguata. Si è infatti constatato che con un intervento diretto al mantenimento scolastico dei bambini, il numero di abbandoni da parte delle fami- glie è nettamente diminuito, diminuendo così anche il numero di bambini istituzionalizzati. Il progetto intende rivolgersi a nuclei familiari in condizioni economiche precarie e a rischio di disgregazione, alla scopo di prevenire l’abbandono del minore e la sua istituzionalizzazione. I progetti del NAAA sono realizzati in collaborazione con organizzazioni locali legalmente riconosciute e altamente qualificate che lavorano da anni a contatto con le realtà legate ai minori In particolare collaboriamo. Ucraina: Fondazione pro infanzia Kiev e Fondazione pro infanzia Chernigov Polonia : A.D.F. a Jelenia Gora Nepal: Children’s Home, ECN (Educating Childrens in Nepal) e Nirvana Boarding School. Pakistan:“Mother and Child Nest Welfare Association” NGO Perù: Vicaria de la CaritàCaritas e Ospedale per i bambini poveri San Juan de Dios di Lima - Perù Cambogia: Naaa Cambogia Costi I sad hanno costi differenti a seconda della tipologia d’intervento. E’ possibile effettuare pagamenti rateali a seconda delle disponibilità. Il NAAA trattiene, per le spese vive, fino ad un massimo del 13% (in alcuni casi nessuna somma viene trattenuta). È possibile inviare e ricevere posta e le visite sul luogo sono ben accette. Per maggiori informazioni e adesioni consultare il nostro sito o telefonare potete anche scrivere una e-mail [email protected] Paola Riccardi VOLETE APPOGGIARE UNO DEI NOSTRI PROGETTI? Visitate il nostro sito www.naaa.it ed usate i nostri c/c per sostenerli. C/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus – Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO), oppure il c/c bancario intestato a: N.A.A.A. Onlus n. 81162 – BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO) ABI 3048 CAB 30380. Potete anche utilizzare il nostro sito internet www.naaa.it/dona. Vi ricordiamo che l’elargizione volontaria a Onlus può essere dedotta dalla dichiarazione dei redditi per un importo pari al 19%. Un grazie di cuore a tutti voi per la vostra attenzione! 11 RELAZIONE SULL'ATTIVÀ DELL ASSOCIAZIONE NELL’ANNO 2006 L’attività del 2006 è stata caratterizzata dal potenziamento delle attività nel campo della cooperazione con l’avvio di importanti progetti sanitari ed educativi in particolare nei paesi ove l’Ente è presente da tempo, dal consolidamento dell’adozione nei paesi dove recentemente erano avvenuti cambi normativi (Vietnam) e da alcune difficoltà sia per motivi legati alle dinamiche politiche e sociali dei paesi d’origine (Bulgaria, Ucraina). Assistenza pre-adottiva Nel 2006 abbiamo ricevuto 186 nuovi mandati. Tra i mandati ricevuti nello scorso anno e negli anni precedenti n. 18 sono stati revocati a seguito di verifica congiunta sulle concrete possibilità e disponibilità di adottare, 21 per adozioni nazionali, 8 per filiazioni naturali, 7 ritirati per motivi personali e 2 trasferiti all’ente Ariete, trasferimento concordato tra enti e coppie, per l’adozione nella Federazione Russa. Per quanto riguarda l’attività svolta direttamente con le coppie, sono stati organizzati i seguenti momenti di informazione e formazione: • PIM (Presentazioni informative multimediali); n. 88 incontri collettivi, n. 877 coppie partecipanti • Corsi preadottivi (1° livello pre-decreto e 2° livello postdecreto); n. 50 corsi, n. 443 coppie; • Incontri personali con professionisti: ogni coppia viene incontrata una o più volte dai professionisti, sia per definire la destinazione più appropriata, sia per un ulteriore accompagnamento in particolare in casi di coppie che provengono da esperienze precedenti dolorose (aborti, fecondazione assistita ecc.) Adozioni realizzate Abbiamo accolto in famiglia 227 bambini (213 adozioni) provenienti da: Nepal, Vietnam, Ucraina, Polonia, Colombia, Cambogia e Perù. Il dato, se rapportato agli ingressi autorizzati nel 2005 (n. 140 adozioni), rappresenta un importante incremento del 52%. Il maggior numero di ingressi è stato registrato in Vietnam ove il bilaterale concluso tra di due Paesi e l’autorizzazione ad operare in 13 province ha permesso un’accoglienza maggiore rispetto al 2005. Sebbene ci troviamo dinanzi ad un risultato complessivamente positivo, i contenziosi con le coppie di 12 varia natura sono stati numerosi, principalmente per rifiuto immotivato dei minori proposti dall’Autorità di riferimento straniera, e per la mancata o incompleta corresponsione dei costi procedurali. Apprezziamo il sostegno della CAI, per quanto riguarda i rifiuti immotivati, che ha avviato le segnalazioni di questi casi alla Procura della Repubblica e la posizione presa con alcune coppie che si rifiutano di collaborare per il corretto e puntuale svolgimento delle relazioni di post-adozione. Assistenza post-adottiva I minori seguiti nel post-adozione al 31-12-2006 risultavano essere n. 877. Nella fase postadottiva i nuclei familiari devono seguire protocolli standard definiti in base all’età del figlio. Nel 2006 sono state effettuate n. 522 relazioni post adottive, con relative traduzioni, per notiziare il Paese d’origine circa lo stato di adattamento dei bambini al nuovo contesto familiare o sociale. Nei casi in cui le famiglie erano state seguite direttamente dai servizi sociali del territorio, abbiamo provveduto al trasferimento delle relazioni ai Paesi d’origine. Progetti di sussidiarietà L’evoluzione nell’ultimo periodo degli interventi di cooperazione ha gettato premesse ottimali per il miglior servizio ai minori e ai bisogni delle popolazioni locali. Molteplici attività in Italia sono state realizzate o sono in corso di realizzazione, come si dettaglierà di seguito. All’estero Nell’anno 2006 il NAAA ha partecipato a numerosi progetti: il Nepal ci ha visti presenti con il Nepal Vocational Training e il supporto alla Nirvana Boarding School per aiutare i minori nepalesi a crearsi un futuro attraverso l’istruzione e la formazione , con l’acquisto di materiale tecnologico per l’Occed e con il contributo per la costruzione del Girls Orphanage/Chindren’s Home. In particolare quest’ultimo intervento è stato determinato dalla necessità di proteggere le ragazze dalla tratta per lo sfruttamento sessuale. Il Vietnam ci vede presenti con molti progetti nelle varie province in cui operiamo: • Intesa Istituzionale, parzialmente rendicontata, con interventi vari nelle province di Thai Nguyen, Phu Tho- Thanh Ba e Viet Tr, Vung Tau, Hoa Binh, Lang Son, Bac Kan, HCMC – Tam Binh e Go Vap, Than Hoa. • Deworming in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della sanità, lotta alla parassitosi intestinale in 4 province del nord Vietnam: Lang Son, Thái Nguyen, Bac Kan e Phu Tho. Totale delle persone beneficiate, tra bambini e insegnanti: 336.056. La Cambogia ci ha visto presenti con due interventi: •Il progetto “Prigionieri innocenti”, in collaborazione con l’associazione Ariete di Napoli, per il sostegno alimentare e l’aiuto psicologico per le donne recluse nelle carceri cambogiane insieme ai loro bambini per evitare che la carcerazione potesse diventare una motivazione all’abbandono dei minori. Il progetto, risultato “non classificabile” per il Bando CAI 2006, è stato avviato con fondi privati. Attualmente è stata organizzata la formazione e sensibilizzazione del personale carcerario, così come l’analisi e studio del fenomeno. • Presso l’ Istituto di Kompong Thom la costruzione di un campo da basket per le ragazze ivi ospitate. L’Ucraina ha visto il nostro contributo per le vacanze terapeutiche in Crimea di bambini residenti nelle zone colpite dal disastro di Chernobyl. In Polonia: sostegno all’orfanotrofio di Pizkowice, una Casa di cura gestita dalle Suore di Maria Immacolata, per poter terminare i lavori di ampliamento della struttura della Casa. In essa vengono accolti ed accuditi circa quarantacinque bimbi in età da un anno a quindici anni, affetti da problemi di handicap come sindrome di down, malformazioni di vario genere, malattie mentali. Pakistan: sostegno al centro “Mother and child Nest” (Nido della mamma e del bambino) a favore della popolazione Bagri, minoranza etnica di Karachi di religione Indu. Nel centro sono presenti un ambulatorio medico, una scuola e laboratori di formazione lavorativa per ragazze. Bolivia: sostegno progetto “Scuola di Cochabamba” , come previsto in sede di richiesta di estensione paese, in col- laborazione con l’Ente Brutia Cile: partecipazione al progetto “Un sogno oltre la speranza” in partnership con Associazione Ariete e altri per la creazione di una casa famiglia femminile e ristrutturazione dell’esistente destinata alla Accoglienza bambini e giovani. Mongolia: corrisposto parte del SAD riferito alla parte di anno scolastico 2006 per un gruppo di bambini sponsorizzati dell’ Istituto Khuukhed Asran Khumuujeh Tuv a Ulan Bator tramite il nostro referente; nel 2007 avvio del progetto Verbist Care Center sempre a Ulan Bator, volto a fronteggiare il problema dei bambini di strada In Italia In collaborazione con Croce Rossa, Asur azienda sanitaria unica regionale Zona territoriale2, ICS onlus, Istituto comprensivo Pascoli di Urbino, è stato organizzato un percorso strutturato in 5 incontri per promuovere l’uso degli strumenti offerti per la tutela del diritto alla salute e l’inserimento socio-ambientale delle donne provenienti da altri paesi. Sostegno a distanza Il sostegno a distanza o SAD ci vede presenti con 384 minori sostenuti, a vario titolo, nei paesi in cui opera il NAAA. Il sostegno a distanza si realizza a favore di minori in situazione di disagio all’interno delle loro famiglie, per prevenire l’abbandono o l’istituzionalizzazione. Solo i 23 minori della Children’s Home sono istituzionalizzati ed usufruiscono del sostegno allo studio. Molto importanti sono gli interventi chirurgici in Perù e che sono così suddivisi: - 8 interventi a risoluzione di labbro leporino - 2 interventi a risoluzione di palato fessurato - 34 interventi a risoluzione di piede bot - 7 interventi a risoluzione di piede equino - 3 interventi a risoluzione di problemi di ustioni - 5 interventi a risoluzione di problemi agli arti inferiori o superiori diversi - 2 interventi atti alla risoluzione di polidattilia - 1 intervento per scogliosi - 1 intervento a risoluzione di piede varo I Sostegni a Distanza sono: Cambogia 43; Nepal 23 studio C h i l d r e n ’ s Home; Nepal 53 studio E d u c a t i n g Children’s in Nepal; Nepal 34 studio N i r v a n a Boarding School; Nepal 50 Studio OCCED Ucraina 46 Associazione Pro Infanzia di Chernigov; Ucraina 27 Associazione Pro Infanzia di Kiev; Perù 63 Interventi; Pakistan 7 Studio; Pakistan15; Polonia 23; TOTALE 384 Nel corso del 2006 il NAAA ha aderito al Forumsad onlus, un’associazione che raduna 45 organizzazioni italiane attive nel settore. Lo scopo principale del Forumsad è la promozio- ne del Sostegno a Distanza quale forma solidale e culturale di sviluppo tra i popoli. L’Ente NAAA ha sottoscritto la Carta dei Principi e la Carta dei Criteri di Qualità. SOSTEGNO A DISTANZA Tantissimi sono stati i sostenitori che hanno accettato di fare da padrini e madrine per questi minori bisognosi di aiuto. Vi ringrazio di cuore per la fiducia riposta nel nostro operato e per il sostegno che date a loro. Non mi dilungo perche’ Paola ha scritto un articolo esauriente sui sostegni a distanza nella sezione progetti… sappiate che per ogni necessità/informazione potete contattare o scrivere a [email protected] SOSTEGNO A DISTANZA Nepal Lalita Bohara –16 anni– sostenuta da PANCHER Roberto e Orietta; Nahendra Bam –15 anni– sostenuto da SANTINI Maria; Narayan Bhattrai –14 anni– sostenuto da RASTELLI Paola; Ashish Bhandari –11 anni– so- stenuto da PORTA Graziano; Om Sharma –9 anni– sostenuto da ARLATI Luigi; Basudev Pandey –12 anni– sostenuto da ZUCCHELLI Antonietta. Perù Tanti bambini peruviani verranno operati e ritroveranno la gioia di correre e sorridere grazie a: POLI Agostina Fam. MARTINELLI – PAGANI; VECCHIATO NEW ART GALLERIES; LANDI Antonio; ARNO’ Aldo e GRAZIANI; Nicoletta; RUFFINI Monica; BELARDO Melania; CAVARRA Gaudenzio; Fam. VENEGONI; Fam. PRANDINA (n. 4 interventi a seguito di una raccolta fondi) Fam. SCAMPINI ALBE’ MORETTI Elena e BACCHET- TA;Maria Teresa doneranno un sorriso nuovo a 5 bambini. In occasione del Santo Natale sono stati donati interventi chirurgici ai seguenti nominativi: Fam. BALDAN; Fam. DALAN; AGNELLINI Roberto; VECCHIATO Epifani. Cambogia Many Channeth –14 anni– sostenuta da RISERVATO Mauro; Pon Sreyleak –10 anni– sostenuta da Aldo BRUNO; Run Boreth –9 anni– sostenuto da GHIO Antonella; Noeun Na –15 anni– sostenuta da fam VIGORELLI LINGUANTI Sen Sreymom –11 anni– sose; tenuta da ACQUARINI Elena Lim Sola –14 anni– sostenuta da MAURI Anna; An Tha –11 anni– sostenuta da VENTIMIGLIA Marco; Horn Thi –10 anni– sostenuta da ARLATI Roberta; Paen Chend –16 anni – sostenuto da ROGGERO Paola. Polonia: SZUMADA Kalina –6 anni– sostenuta da ZAGHESSO Guido. Ucraina: Gorbachenko Marina –12 anni- sostenuta da GREMO Marco; Semych Gessica –6 anni– sostenuta da MERONI Cristina; Kovgan Yuliya –10 anni– sostenuta da GIANI Gianfranco; Selivestrova Anastasiya –4 anni– sostenuta dalla fam. OLIVA – GLAVAN. SONO ARRIVATI... Cambogia: •Un maschietto per Erica e Lorenzo CAROLLO si chiama Sokchea Rath (▲) •Anche Rosanna e Fabio D'ANDREA sono rientrati con il piccolo Cheng Socheat Rath (▲) Colombia: •Dal sud america la cicogna in rotta colombiana ha portato un bel maschietto per Marina e Marco MAGAZZA di nome Yonni Leandro (▲) Nepal: •Con Laura e Emanuele CALVI e’ arrivato il piccolo Deepak (▲) •Mentre una femminuccia di nome Sushama (❁) e’ arrivata ad allietare la famiglia di Maria Teresa e Vito CASABONA •Un maschietto anche per Stefania e Matteo DOMANESCHI, Bikram e’ il suo nome(❁) •Un bel bimbo per Giuseppina e Giuseppe GAMBETTA, si chiama Ghanshyam ( ) •Una femminuccia di nome Nita ( ) ad allietare la casa di Daniela e Liang Hoo GAN •Con Antonella e Felice GRASSO è arrivata Barsha (▲) •Un’altra femminuccia per Cinzia e Eliodoro GRILLONE, il suo nome? Sapana (▲) •Anche per Rita e Claudio OTTAVIANI un bel maschietto nepalese di nome Chandra Malla ( ) •Chiara e Luigi PRIANTE sono stati allietati dall’arrivo di una bimba di nome Usha (▲) •Antonella e Angelo Mario RIVA hanno fatto rientro con il piccolo Biren (▲) •Giovanna e Saverio RIZZO ora hanno il piccolo Kiran ad allietare le loro giornate (▲) •Anche per Daniela e Roberto ROLFO è arrivato un maschietto di nome Hari Ale ( ) •Rossana Maria e Vittorio ROSSI sono rientrati con la piccola Shrestha Binita (❁) •Mentre per Monica e Massimo ZAPPELLA e’ arrivato il piccolo Parashmani (▲) Peru’: •Donatella e Fabrizio BONNARDEL dal Peru’ sono rientrati con il piccolo Manuel (▲) •Mentre per Loretta e Luca BASCHIROTTO sono arrivate le piccole Sofia e Noemi (▲) Polonia: •Angela Maria e Giuliano Angelo CANU sono rientrti dalla Polonia con Mariusz e Justyna ( ) •Tre maschietti in una volta sola….. Marina e Aniello GIULIANO hanno fatto rientro con Rafal, Dariusz e Bartosz ( ) (▲) (❁) Vietnam: •Silvia e Andrea ACCOGLI sono rientrati con la piccola Le Thi Phu Binh (▲) •Adele e Roberto AQUILA sono stati allietati dall’arrivo di un maschietto di nome Vu Din Lap (▲) •Lien e Nazzareno BASSETTI hanno fatto rientro con la coppia Thi Hong e Van Mong (❁),( ) •Con Laura e Francesco BELLOLI è arrivato un maschietto di nome A Sang (❁) •Una femminuccia ad allietare la casa di Manuela e Giovanni BERGAMO, Le Chau Gianc (▲) •Un’altra bimbetta per Rosarita e Lucio BIMONTE, Thi Hien (▲) •Per Elisabetta e Francesco CAMPARI è arrivato invece un bel maschietto di nome Xuan Cuong (▲) •E sono in tre ora a casa di Barbara e Lorenzo CEREGHINI un maschietto di nome Hai Dang si è aggiunto alla famigliola (▲) •Alessandra e Andrea CITTERIO hanno fatto rientro con il piccolo Phuc Minh (▲) •Una femminuccia a casa di Elisa e Matteo D'AUMILLER VN si chiama Thi Lien (▲) •Per Marcella e Stefano DE VETTORI la cicogna Vietnamita ha portato un maschietto di nome The Hanh (▲) •Giovanna e Bruno DELEDDA hanno fatto rientro con una,bella bimbetta di nome Thi Thuc (▲) 13 •Un maschietto è arrivato per la gioia di Maria Grazia e Andrea DI PAOLO, si chiama Van Hung (▲) •A casa di Alessandra e Andrea ERBESATTO è arrivata piccola Thi Thay (▲) •Paola e Giovanni FARINELLA VN Nguyen Van Phuong (▲) •Ed un’altra bimba di nome Thi Luy (▲) per Annalisa e Fabio FORNI •Roberta e Pietro GAIDO hanno fatto rientro con il piccolo Van Ba (▲) •Paola e Danilo GAIO sono rientrati anche loro con un maschietto di nome Van Manh (▲) •Antonella e Gianluca GHEDINI sono stati allietati dall’arrivo di Thi Phu (▲) •Anche per Anna Maria e Francesco GIAQUINTA è arrivata una femminuccia di nome Thi Kim (▲) •Adaniela e Maurilio GIGLIOLI hanno fatto rientro con la piccola Thi Hien (▲) •Tiziana e Fabio GIOACCHINI sono stati allietati dal sorriso della piccola Thi Tinh (▲) •Un’altra femminuccia per Monica e Roberto GOVONI, si chiama Thi Huyen (▲) •Sabrina e Paolo GUERRINI hanno fatto rientro dal Vietnam con la piccola Thi Tuat (▲) •Daniela e Marco Oreste GUGGI sono rientrati con il piccolo Trung Ha (▲) •Anche a casa di Simona Franca e Arnaldo IERVESE è arrivato un maschietto di nome Binh Minh (▲) •Mentre Claudia e Sestilio LEONCINI sono stati allietati dall’arrivo di una bimba di nome Thi Ka (▲) •La cicogna vietnamita ha portato a Gabriella e Angelo LEVA Minh Ha, un vivace maschietto (▲) •Un altro maschietto per Manuela e Andrea MANDELLI, Trong Bao (▲) •Ad allietare la casa di Giuseppina e Pierluigi MAZZOLENI è arrivato il piccolo Minh Anh (▲) •Un dolcissimo sorriso è arrivato a casa di Silvia e Giovanni MERENDINO si chiama Truong Son ed è un bel maschietto (▲) •Roberta e Stefano MOLON hanno fatto rientro con la piccola Thi Ly (▲) •Anna paola e Giampaolo MURA sono rientrati con i picolo Nguyen Duc Nghia (▲) •Alfonsina e Ubaldo OLLA sono stati allietati dall’arrivo della piccola Thi Ai (▲) •Con Barbara e Massimo PADOVAN è arrivato il piccolo Vuong (▲) •Consiglia e Natale PALUMBO sono stati allietati dall’arrivo della piccola Thuy Kieu (▲) •Un maschietto per Enrica e Guido PARDUCCI, si chiama Trung Kien (▲) •Un altro maschietto per Simona e Tommaso PEDRIALI, il suo nome? Van Long (▲) •Elena e Roberto PEREGO hanno fatto rientro con il piccolo Van Cuong (▲) •Giuliana e Nicola PICCINNO sono stati allietati dall’arrivo della piccola Minh Ha (▲) •Una bimbetta di nome Thi Ha (▲) è arrivata ad allietare la casa di Marina e Massimiliano PONI •Cinzia Rita e Luca PUERARI sono rientrati con il piccolo Anh Tu (▲) •Una femminuccia per allietare la famiglia di Chiara e Luca QUARANTA , si chiama Thi Minh (▲) •Loredana e Mario RAGONE sono rientrati con la piccola Thi Muy (▲) •Gianna e Michele RAMPAZZO sono ora in compagnia della piccola Thanh Bao (▲) •Un bel maschietto per Maria e Bruno Carlo RAVAGLIOLI di nome Minh Trieu (▲) •Mariacristina e Mauro RISERVATO hanno anche loro un maschietto di nome Van Thanh (▲) •Manuela e Ugo RIZZO sono rientrati con un bimbetto di nome Van Dao (▲) •Maria Cristina e Claudio ROMOLI hanno dato una sorellina al loro primogenito, si chiama Thu Thuy (▲) •Sandra e Franco RONDINA sono stati allietati da una femminuccia di nome Hien Thao(▲) •Un maschietto è arrivato per la gioia di Annalisa Rita e Marco ROSATI, si chiama Van Tien (▲) •Fabrizia e Domenico ROSOLEN sono stati allietati dall’arrivo di un maschietto di nome Minh Hung (▲) •Claudia e Sergio ROSSI hanno ora la compagnia di una bella bimba di nome Thi Thao (▲) •Laura e Ottorino RUGGERI sono rientrati con il piccolo Van Chinh (▲) •Un maschietto anche per Maria Carmela e Claudio RUZZA, si chiama Xuan Hai (▲) •Anche Silvia e Flavio SCALARI sono ora allietati dalle risa del piccolo Dinh Cau (▲) •Una femminuccia invece per Edda e Aldo SCIUCHETTI , si chiama Mihn Phu (▲) •Anche nella famiglia di Alessandra e Maurizio SOANA è arrivata una principessina vietnamita: Thi Nhan (▲) •La cicogna vietnamita ha portato a Ester e Marco Andrea SOSSELLA una bella bimba di nome Thi Thuy Lan (▲) •Bis per Elena e Renato TAMAGNONE, due femminucce di nome Thi Tuyet e Thu Nhnug ( ) •Cristina e Fabio TOMASI hanno fatto rientro con il piccolo Thinh Vuong (▲) •Con Emanuela e Tiziano Giuseppe TRAVERSI è arrivata la piccola Thi Thu (▲) •Incoronata e Rocco TRIPPUTO sono ora allietati dai sorrisi della piccola Thi Thuy Chung (▲) •Maria Nella e Antonio URRU sono rientrati con una bella bimba di nome Thanh Ngoc (▲) •Un maschietto per la gioia di Barbara e Federico VESCOVINI, Tuan Minh è il suo nome (▲) •Marilena Rosaria e Antonio ZACCAGNINO sono rientrati con un bel maschietto di nome Thanh Luan (▲) •Una femminuccia invece nella famiglia di Gloria e Massimo ZAMPIERI, si chiama Thi Yen (▲) •Raphaela Maria e Ivano ZANCANER sono rientrati con la piccola Thu Phuong (▲) e’ nata la piccola Laura Phuong. ZOTTERA, fam. MARTINELLI – PAGANI, fam. PICONE – CAGLIO, fam. RINALDI – PEREGO, SUSSETTO Alberto, VACCARI Giampiero. In questa edizione siete veramente in tanti.. speriamo di non aver dimenticato nessuno e… BENE ARRIVATI! (▲) triangolo infante (❁) fiore età prescolare ) cuore età scolare ( RINGRAZIAMO... Ecco i progetti che avete deciso di sostenere. Siete sempre in tanti e vi ringraziamo di cuore per la fiducia riposta nel nostro operato all’estero. - il progetto Deworming Vietnam vede il sostegno di vede il sostegno di BELARDO Melania, BERTOLDO Gianni, CASTAGNONE Alina, DEL MASTRO Fabio, PAULETTO Franco, RISERVATO Mauro, Fam. RONCHI - MANICK, SIMONETTI Luigi e TARANTINO Lucia, SISMONDI Patrizia, VALNEGRI Angelo 14 Aldo, ZAUPA Luca, il WWF Italia nelle persone dei colleghi del signor RAVAGLIOLI. Gli alunni della scuola infanzia di Povo, ai loro genitori ed al corpo docente e non docente hanno collaborato a raccogliere fondi per questa iniziativa con i biscottini della solidarietà nel periodo natalizio. In occasione del battesimo di Laura Phuong ZANCANER la famiglia e gli amici hanno raccolto fondi per il progetto che quest’anno andrà ad aiutare i bambini della provincia in cui - l’istituto di Bac Kan vede il sostegno della fam. DI CRISTOFARO – CALVI, fam. PEIROLO – SMORTI - l’istituto di Lang Son vede il sostegno della famiglia MOMIGLIANO - l’istituto di Tam Binh vede il sostegno di fam. D’AMORE – CASANOVA, fam. GIULIANIFREONI, fam. MANZONI – ZAN- - l’istituto di Go Vap vede il sostegno di SFORZA Giampaolo che ha ospitato il loro piccolo per 17 mesi. - l’istituto di Phu Tho vede il sostegno di DBM Spa. - all’istituto di Vung Tau va il sostegno della fam. AGAZZI – MARCHETTI, fam. BRILLI – CRAVERO, Paola GUASTALLA ABISSO, IDEAZIONE SRL - Il progetto a sostegno dell’istituto di Thai Nguyen vede il sostegno di BIFFI Olimpia, Fam. FERRARI – ROSINA, VALENTINI Rosalia - il progetto a sostegno della costruzione del Girl’s Orphanage vede il sostegno di BONA Davide, Fam. CIRESA – GRUBER, DURETTO Andrea e Noemi, IAZZETTA Francesco, fam. RONCHI – TRUCCO, fam. SCAMPINI – ALBE’, PEDAMONTI Marco - l’istituo di Ba Ria vede il sostegno della scuola materna Terzaghi Canossiane - l’istituto di Pizkowice vede il sostegno di fam. SCAMPINI – ALBE’ - Il progetto Bambini dietro le sbarre vede il sostegno della fam. CENTONZE – VILLONI, di NEW ART GALLERIES Spa, Istituto Chimica Biologica Università di Urbino - il progetto del campo da basket di Kompong Thom vede il sostegno di LONGA Olga, fam. MARRAS – ANASTASI. corsi o gli incontri sempre con le mani piene ed a tutte le famiglie che raccolgono abiti, medicinali, giocattoli e quant’altro da spedire ai nostri istituti all’estero. Le nostre coppie “fattorini” che portano nei loro viaggi borse azzurre contenenti medicinali, vestiario e materiale per bambini. Grazie ancora a tutte quelle famiglie che arrivano per i Grazie a tutti di cuore! AUGURI A...... Shankar e Ramesh un mondo di auguri per aver rallegrato i nostri cuori!!!. Sono passati già quattro anni! Mamma e papà, Antonella e Felice, Tina e Piero. Un grande augurio di buon compleanno alla nostra piccola Hien qui fotografata con la sua amichetta Thi Thu Ha. Vedervi cosi’ unite ci scalda il cuore. Finalmente sei arrivata, piccola Emma! Sei la gioia dei nostri occhi. Mamma e popà. Buon compleanno piccola stella lucente che ci dai la forza di vivere ogni giorno con il sorriso sulle labbra, dolce angelo che con la tua tenerezza e il tuo affetto rendi ogni istante degno di essere vissuto, siamo felici di aver iniziato una nuova vita insieme a te che ci hai dato incondizionatamente la possibilità di essere genitori, da quando ci sei vediamo il futuro con occhi diversi e con la certezza di aver fatto almeno una cosa giusta nella vita…. Quella di averti disperatamente cercata….. auguri PRINCIPESSA. Mamma e Papà. 92023940015 La Legge Finanziaria 2006 stabilisce le modalità affinchè gli Enti interessati possano usufruire della destinazione del contributo del "5 per mille" sulle dichiarazioni dei redditi modelli 730/06, CUD e modello UNICO 2006. Non è una parte dell'8 per mille, ma è un'altra cosa, destinabile, per libera decisione del contribuente, ad enti e associazioni di volontariato, Onlus, ecc. Dovrete semplicemente: - compilare la scheda "Scelta del dichiarante per la destinazione del 5 per mille dell'IRPEF" - immettere i dati anagrafici e codice fiscale, - firmare nell'apposito riquadro indicato come "sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.." - indicare il codice fiscale di NAAA Onlus: 92023940015. I titolari di un solo reddito da lavoro dipendente o di una pensione, che non debbono presentare la dichiarazione dei redditi, possono consegnare la scheda in busta chiusa a un ufficio postale, sportello bancario o intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialista, ecc.) Questo è un altro modo che le famiglie e gli amici del NAAA hanno per aiutare i progetti che abbiamo in corso nei vari paesi stranieri. Se credete nella nostra struttura ed in quello che stiamo facendo per l’infanzia in difficoltà nei paesi in cui operiamo AIUTATECI anche in questo modo!! 15 PER SUPPORTARE LE NOSTRE INIZIATIVE Potete utilizzare sia il nostro c/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus - Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO), sia il c/c bancario intestato a: N.A.A.A. Onlus - C/c bancario n. 81162 BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO) CIN G ABI 3048 CAB 30380 sia il nostro sito www.naaa.it/dona Per cortesia specificate nella causale il progetto a cui volete aderire aggiungendo il vostro nominativo. COMUNICAZIONE DALLA SEDE CENTRALE Ricordiamo agli aderenti che, onde evitare contrattempi e disagi sia agli operatori che all’utenza che fa capo agli uffici di Ciriè, consigliamo alle famiglie che devono consegnare documenti o bisognose di ulteriori informazioni, di contattare la segreteria negli orari d'ufficio e fissare gli appuntamenti per le ore pomeridiane (ore 14/18). Siamo consapevoli dell’ulteriore aggravio ma rammentiamo che non sempre gli operatori sono disponibili in ufficio. Le famiglie che si presenteranno senza appuntamento rischiano di non essere ricevute. Vi ringraziamo per la collaborazione. news I N F A N Z I A. C O O P E R A Z I O N E. S V I L U P P O. ANNO 2 - NUMERO 3 MARZO 2007 Direttore Responsabile: Marta MARTINER TESTA Ci scusiamo per eventuali errori o inesattezze presenti in questa pubblicazione. Se avete materiale da pubblicare fatecelo avere. Siate clementi ma segnalateci i punti di miglioramento. La Redazione SEDE NAZIONALE N.A.A.A. Onlus Casella postale n. 107 Via San Maurizio, 6 10073 CIRIÈ (TO) tel. 011.9222178 fax 011.9222179 e-mail: [email protected] tutti i giorni: orario 9,00-13,00 SEDI REGIONALI: LOMBARDIA Sig. Rino Lattuada Lombardia Ovest e-mail: [email protected] Sig.ra Flavia Santoro Lombardia Est e-mail: [email protected] Via Giolitti, 7 20020 ARCONATE (MI) t. 0331/460934 f. 0331/539941 tutti i giorni: orario 9,00-13,00 (al pomeriggio si riceve solo su appuntamento) TRENTINO ALTO ADIGE Sig.ra Nicoletta Pollini Gasperi Via Valli 7 - MATTARELLO (TN) tel./fax 0461.944730 e-mail: [email protected] MARCHE Sig.ri Polidori - De Bellis Via del Grillotto, 14/9 - URBINO e-mail: [email protected] tel./fax 0722.322617 orario: tutti i giorni dalle h. 10.00 alle 12.00 LAZIO Sigra Daria Maggio – Sigra Franca IORIO Via Carlo Felice Sc. C Int. 9, 63 Roma Tel. 06.77591288 fax 06.77079219 e-mail: [email protected] orario: dalle h 9,30 alle 13 dal lunedì al giovedì PUGLIA Sig.ri Laterza e Coluccia Via Lecce, 116 S.GIORGIO JONICO (TA) Tel e fax 099-5918720 e-mail: [email protected] orario Lunedi’ h. 16-18,30 Mercoledì h. 9,00-12,00 e 1618,30, Venerdì h. 9,00-12,00 Il prossimo aggiornamento sarà fra 3 mesi circa su questo stesso giornalino. Arrivederci! 16 SARDEGNA Sig.ra Maria Giovanna Campus Via Wagner 8 07100 – SASSARI tel. 079.280634 e-mail: [email protected] orario lunedì mercoledì e venerdì h. 16,30-18,30 COOPERAZIONE E SVILUPPO Via Giolitti, 7 20020 ARCONATE (MI) tel. 0331.460987 fax 0331.539941 e-mail: [email protected] Indirizzo LE NOSTRE SEDI