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Scarica - NAAA Onlus
news
I
N F A N Z I A.
C
O O P E R A Z I O N E.
S
V I L U P P O.
ANNO 2 - NUMERO 3 - MARZO 2007
E
LA STO
RIA
CON
DIARI:
LA FARÒ?
E
NEL GIOCO DELLA VITA...
CE
SPECIALE
E
ADOZIONI:
LA STORIA CONTINUA
PROGETTI:
SPECIALE LANG SON
TI
NUA
PSICOLOGIA & ADOZIONE
4 E LA STORIA CONTINUA
2
Uno degli uccelli bianchi si abbassò in volo e rubò un pezzetto di frittella dal mio piatto, e
allora Jum-Jum rise ancora più
forte.
Proprio allora arrivò mio padre,
il Re, col padre di Jum-Jum, il
giardiniere.
Improvvisamente ebbi paura
che a mio padre non piacesse
vedermi lì a ridere tanto forte,
perché allora non sapevo an-
cora quanto buono fosse e
che mi voleva bene qualsiasi
cosa facessi, e che anzi desiderava vedermi ridere.
Mio padre, il Re, si arrestò
quando mi vide.
“Dunque, mio piccolo Mio, te
ne stai qui a ridere?”
“Oh, perdonami” dissi.
“Ma ridi, ridi, mio piccolo Mio”
esclamò.
Poi, volgendosi al giardiniere,
disse una cosa incredibile:
“Amo il canto degli uccelli e la
musica dei miei pioppi d'argento. Ma più di ogni cosa al
mondo amo sentir ridere mio
figlio nel roseto”.
Allora compresi per la prima
volta che mai avrei dovuto
aver paura di mio padre, il Re.
Qualsiasi cosa avessi fatto,
sempre egli mi avrebbe guardato con quei suoi occhi amo-
rosi, come ora, ritto davanti a
me con una mano sulla spalla
del giardiniere e con una corona di uccelli bianchi intorno
al capo.
E quando ebbi capito questo,
mi prese una tal gioia che dovetti ricominciare a ridere.
Siamo giunti all’ultima tappa di questo nostro breve
riassunto del percorso adottivo, ma nella realtà una fine
non esiste: l’adozione dà
origine ad una nuova storia, che è ben più della
somma delle storie dei singoli, e che diviene storia infinita, come lo è la storia
del genere umano.
Già nell’ar ticolo precedente ho fatto riferimento
al termine del primo anno
di inserimento del bambino
come alla chiusura ufficiale del compito istituzionale
dei Ser vizi Sociali.
Questo è vero in linea di
principio, ma esistono diverse eccezioni.
Alcuni Paesi stranieri chiedono, ed in tal senso hanno stipulato accordi con le
singole Aziende Sanitar ie
Locali, che vengano inviate relazioni di aggior namento periodiche ancora
per un certo periodo (di
solito due anni), ma anche
l’ente autorizzato che ha
accompagnato la coppia
nell’adozione internazionale può essersi impegnato
col Paese straniero ad inviare, o a far inviare dalla
coppia, delle relazioni periodiche anche fino al diciottesimo anno di età.
Questo fa sì che talora i raporti tra famiglia e struttura
pubblica o privata vengano mantenuti vivi anche
da necessità di tipo formale. Al di là di come ciascuno la può pensare circa la
richiesta di aggiornamenti
a così lungo termine, questione che implica anche
riflessioni sui rapporti internazionali, oltre che di carattere etico e filosofico,
quello che come psicologa
mi preme maggiormente è
trasfor mare ciò che potrebbe essere vissuto solo
come fastidiosa incombenza burocratica, in un esper ienza di r iflessione e di
confronto utile al benessere della famiglia.
L’aver scelto di diventare
genitor i adottivi implica
anche l’accettare di porsi
un po’ al di fuor i dello
schema tradizionale di famiglia e la necessità di
un’attenzione specifica ad
alcuni temi che esulano
dall’esperienza genitoriale
classicamente intesa.
Questo fa sì che il modello
genitoriale che si è appreso dai propri genitori, dai
propri nonni e più in generale dal mondo sociale che
si è frequentato, non sia
sempre sufficiente ed adeguato alla specifica situazione adottiva.
Tutto ciò incoraggia spesso
i genitori adottivi a ricercare un confronto, ed a volte
anche solo un momento di
sfogo, con altri genitori che
condividano lo stesso tipo
di esperienza e che meglio
r iescano a comprendere
certe sfumature.
Chi pensa che tutti i problemi e le necessità legate
al percorso adottivo della
famiglia si esauriscano con
il primo anno di inserimento del bambino commette
quantomeno un’ingenuità.
Alcuni nodi fondamentali
possono, per loro natura,
emergere solo quando il
rapporto genitori – figlio ha
superato le prime diffidenze reciproche ed ha posto
le sue fondamenta in modo sufficientemente solido
da reggere agli scossoni.
Alcune questioni cr uciali
come l’abbandono, la rabbia per essere stati lasciati
dal genitore biologico, la
tristezza per quanto accaduto, spesso richiedono mesi o
addirittura anni perché il
bambino si possa concedere di affrontarle in modo
consapevole e si fidi abbastanza del genitore adottivo per esprimerle apertamente.
Capita a volte che un genitore si stupisca del fatto
che, proprio quando le cose sembravano andar bene ed il rapporto si stava
facendo finalmente sereno, con chiare manifestazioni di affetto e benessere
da par te del bambino,
quasi come un fulmine a
ciel sereno venga fuori la
nostalgia per le persone lasciate nel Paese d’origine
o il senso di ingiustizia per
quanto accaduto.In realtà
sono proprio la maggior serenità della situazione presente e la crescente fiducia nel nuovo rapporto affettivo che permettono ai
bambini di esprimere anche queste par ti, senza
che il timore di ferire il genitore adottivo o di essere
nuovamente abbandonati
li travolga, come a dire:
“adesso che mi par proprio
di potermi fidare di te, posso anche dirti quanta fatica ho fatto a lasciare le
persone che conoscevo e
quanta rabbia sento per
non essere potuto rimanere con loro e con i miei genitori naturali”.
Non tutti i bambini esprimono allo stesso modo
questo passaggio e non
tutti lo fanno con gli stessi
tempi.
Trovo tuttavia che questo
sia un momento importante e, dal mio punto di vista,
necessario per un equilibrato sviluppo emotivo.
È la strada per poter far
pace con la propria storia
e con le ingiustizie che l’hanno segnata. Non è detto tuttavia che si tratti di
un passaggio che una volta fatto venga archiviato
per sempre.
È più facile che il bambino
(da “Mio piccolo Mio” di A. Lindgren)
lo affronti per gradi, sia per
tastare il terreno, sia per
una questione di competenze emotive e cognitive
che crescendo permettono alla persona di affrontare l’argomento a livelli
sempre più profondi e consapevoli.Il genitore non si
deve quindi allarmare se
un argomento che pareva
affrontato e risolto, dopo
qualche settimana, mese o
anno viene tirato fuori dal
cassetto per essere nuovamente riattraversato.
Un interessante dato di os-
ser vazione, che continua
peraltro ad emergere dai
racconti dei genitori, è il
fatto che pare volerci un
tempo di adozione pressochè pari al tempo che il
bambino ha trascorso altrove, perché venga raggiunto un pieno equilibrio
familiare ed un senso di
appartenenza consolidato.
Questo non significa che
adottando per esempio un
bambino di sei anni non ci
si sentirà famiglia almeno
per altri sei anni, ma facilmente attorno allo scade-
re del sesto anno di adozione potrà accadere di
avvertire, da un gesto, una
frase, un modo di fare, la
sensazione che si è raggiunto un traguardo emotivo importante.
Qualche volta i segnali sono eclatanti,altre volte sono più sfumati e si percepiscono solo se ci si dà tempo e modo di ascoltare ciò
che accade emotivamente in se stessi e nella relazione col figlio.
Del resto, da quel momento in poi, la storia del bam-
bino in famiglia comincia
ad essere più lunga di
quella vissuta altrove ed il
fatto, riprendendo l’esempio precedente, di aver
sperimentato che allo scadere del sesto anno non
c’è stata una nuova separazione, possiamo pensare
che sia per il bambino piuttosto rassicurante.
Cosa fare se tutto ciò non succede ?
Q u i s i e n t ra n e l l ’ a r e a d e l
dubbio e, per quanto io
abbia una posizione abb a s t a n z a p r e c i s a a l p ro posito, non mi sento poi
c o s ì l i b e ra d a i n c e r t e z z e ,
tenendo conto che ogni
s i t u a z i o n e è d i ve r s a d a
u n ’ a l t ra e c h e q u i n d i s o l o c o n o s c e n d o l a a s u ffi c i e n z a s i p u ò p ro p e n d e r e
per una posizione piuttos t o c h e p e r u n ’ a l t ra .
Fatta questa doverosa
precisazione, esporrò qui
q u a n t o h o s i n o a d o ra r i c a va t o d a l l a m i a e s p e rienza. Un bambino può
aver vissuto, anche se
molto piccolo, situazioni
t a l m e n t e fo r t i e d ra m ma t i c h e , c h e l e s u e d i fe s e s i
s o n o s t r u t t u ra t e i n m o d o
m o l t o r i g i d o e p ro fo n d o
s i n d a l l a p i ù t e n e ra e t à .
Penso che per questi
b a m b i n i s i a m o l t o p i ù fa ticoso
accedere
alla
c o n s a p evo l e z z a d i q u a n t o a v ve n u t o e q u i n d i a l l a
p o s s i b i l i t à d i r i e l a b o ra r l o
e m o t i va m e n t e .
Ciò non di meno credo
sia importante che lo
fa c c i a n o . A c c a d e t u t t a v i a s p e s s o c h e , d i f ro n t e
a l r i fi u t o d e l fi g l i o d i r i a prire quel capitolo, il gen i t o r e a d o t t i vo s i r i t i r i i n
buon ordine, magar i r ip ro m e t t e n d o s i d i p rova r c i i n u n a l t ro m o m e n t o .
Tu t t o c i ò va b e n e , n o n s i
p u ò c e r t o fo r z a r e i l b a m b i n o a r i c o r d a r e o a ma nifestare emozioni alle
quali non si permette
neppure di accedere.
I l p ro b l e ma s e c o n d o m e
nasce nel momento in
cui, a furia di tentativi infruttuosi, anche il genitor e l a s c i a p e r d e r e , fo r s e
intimamente sollevato dal
fatto di non dover aff ro n t a r e u n a rg o m e n t o c h e a n che per lui potrebbe
a v e r e u n fo r t e i m p a t t o
e m o t i vo c h e t e m e d i n o n
saper gestire.
Quando accade ciò, non
è insolito che il bambino
ma n i fe s t i n e l l a s u a v i t a
presente difficoltà di tipo
relazionale o reazioni e m o t i ve e c c e s s i ve i n d e t e r minate situazioni.
U n o s t i l e e d u c a t i vo c h e
r icorra eccessivamente
alla razionalità ed al
c o n t ro l l o d e l l e e m o z i o n i ,
può talora scoraggiare
implicitamente il riemerg e r e d e i v i s s u t i t ra u ma t i c i , a n c h e q u a n d o ve r b a l mente il genitore sollecit a s s e i l fi g l i o a d e s p r i m e r s i “ l i b e ra m e n t e ” .
Tutto questo può essere
per sino più evidente in
bambini adottati sotto i
due/tre anni, dato che in
questi casi gli eventi traumatici sono, con ogni
proba bilità, avvenuti in
un’epoca in cui il bimbo
non è ancora in grado di
o r g a n i z z a r e i fa t t i e d i
propr i r icordi in modo
str utturato e narra bile.
Po t r à c o s ì s u c c e d e r e c h e
il bambino stesso non
s a p p i a d a r e s p i e ga z i o n e
di certe sue reazioni, vi-
ve n d o l e c o m e i nvo l o n t a r i e , i n ev i t a b i l i e d i n c o n t ro l l a b i l i e q u i n d i s p a ve n tandosi egli stesso.
R e a z i o n i d i ra b b i a e c c e s s i va , d i p a n i c o , d i i m p e n e t ra b i l e c h i u s u ra o d i t i m o ro s a a c c o n d i s c e n d e n za, possono essere il segnale di un’esperienza
p a s s a t a c h e a n c o ra g o ve r n a e d i r i g e i l c o m p o r tamento della persona,
particolarmente in momenti di crisi o di stress,
ma a n c h e i n p r e s e n z a d i
situazioni per l’adulto a p parentemente banali.
In questi casi, anziché il
d i a l o g o e d i ra g i o n a m e n ti razionali, possono risultare
più utili strategie c h e t e n d a n o a d a g g i ra r e l e d i fe se e ad utilizzare linguaggi
più vicini al bamb i n o : p e r
esempio il gioco, il disegno o la costruzione di favole.
Non è detto che il genit o r e s i a a v ve z z o a l l ’ u s o
m i ra t o d i q u e s t i s t r u m e n t i
e , p e r q u a n t o i o t rov i i m portante che un genitore
p rov i a c o mu n i c a r e c o l
propr io bambino attrave r s o i l i n g u a g g i d e l l ’ i n fa n z i a , n o n è c e r t o d i s d i c evo l e c h e p o s s a c h i e dere l’aiuto di esperti o
c o n s u l t a r s i c o n g l i o p e ra tori che hanno accomp a g n a t o t u t t o i l p e rc o r s o
a d o t t i vo .
Va c o n s i d e ra t o i n o l t r e i l
fa t t o c h e , a vo l t e i m o delli genitoriali appresi e
gli elementi di personali-
tà del genitore, cominciano
ad
evidenziar si
c h i a ra m e n t e s o l o d o p o i l
p r i m o a n n o , fo r s e p e rc h é
si comincia ad entrare
n e l l a ro u t i n e e s i d i m i n u i sce l’attenzione sull’adoz i o n e , m a fo r s e a n c h e
p e rc h é , e s s e n d o t e r m i n a t a l a “ fa s e i s t i t u z i o n a l e ” ,
il genitore si sente più lib e ro e , c o m p r e n s i b i l m e n t e , c e rc a s e m p r e p i ù u n a
condizione di “nor malità”.
Q u e s t o p u ò fa r s ì c h e a l cuni automatismi appresi
da parte dell’adulto e m e r ga n o p i ù fa c i l m e n t e e d a
vo l t e q u e s t o p ro d u c e d i f fi c o l t à r e l a z i o n a l i p r i m a
non così chiaramente prevedibili. È c o m e d i r e c h e ,
d o p o i l p r i m o a n n o d i ro d a g g i o , l a fa m i g l i a s i r i lassa e questo consente
l’emersione di modalità
relazionali più spontan e e , ma t a l o ra a n c h e d i sfunzionali.
Questo perlomeno è ciò
che mi pare di poter oss e r va r e d a l ve r s a n t e d e l l ’ o p e ra t o r e .
Da questa posizione infa t t i n o n è s e m p r e fa c i l e
discriminare quanto i seg n a l i d i d i s a g i o o d i d i ffi c o l t à r e l a z i o n a l e d u ra n t e
il primo anno, siano da
a t t r i b u i r s i a l l e c a ra t t e r i stiche di personalità di
bambino e genitori e
q u a n t o i nve c e d i p e n d a no dal momento di particolare cambiamento e stress
che le persone s t a n n o a f f ro n t a n d o .
3
L’ adolescenza
Non possiamo inoltre dimenticare che, prima o poi, arriva
anche la fantomatica “adolescenza”, fase temuta da buona parte dei genitori sia biologici che adottivi. È importante
tenere conto del fatto che
non di rado i figli adottivi manifestano segnali tipicamente
adolescenziali con un po’ di
anticipo sui coetanei.
Questo forse perché la loro
esperienza di vita li ha fatti
“crescere in anticipo”, almeno
per alcuni aspetti, e li ha già visti sperimentare un’autonomia
ed un’autosufficienza precoci,
così che la spinta all’indipendenza tipica dell’adolescenza
non è per loro un’esperienza
del tutto nuova.
A questo va aggiunto che il
desiderio di differenziarsi dai
propri genitori “per diventare
grandi” ed il parallelo bisogno
di trovare altri modelli, nel
gruppo dei pari così come in
altri adulti di riferimento, per i figli adottivi può significare an-
che cercare o trovare delle somiglianze con i propri genitori
biologici.
Così la domanda, per altri squisitamente filosofica, del “chi sono e da dove vengo ?” può
acquistare per loro un significato molto più concreto e
profondo. Accade così che il
capitolo delle proprie origini
venga riaperto, con tutto il corollario di emozioni ad esso
collegate e magari tenuto debitamente nascosto ai genitori, così come è facile che accada agli adolescenti.
I figli adottivi hanno inoltre
qualche argomento in più, rispetto ai figli biologici, da potersi giocare nelle dispute verbali col genitore.
Al semplice “non te l’ho chiesto io di mettermi al mondo”
per esempio, potrebbero aggiungersi frasi del tipo: “stai zitta tu che non hai neppure saputo fare un figlio!” oppure
“ma perché diavolo siete venuti a prendermi se poi mi trat-
tate così!” e via dicendo.
Questi non sono necessariamente segnali di una storia
adottiva irrisolta, anche se è
vero che a volte rassicurare il figlio sul fatto che gli si vuole comunque bene può essere utile.
Credo però che un segnale di
attenzione possa derivare dalla risonanza che simili frasi producono nel genitore in termini
di paura o rabbia.
A volte una reazione emotiva
esagerata può significare che
il genitore, o il figlio o entrambi,
abbia da fare un passaggio ulteriore sulla questione adottiva.
Non vorrei con queste mie parole inquietare inutilmente i genitori, insinuando magari il dubbio che l’adozione di un figlio
sia qualcosa che non passerà
mai sullo sfondo ma rimarrà
sempre in primo piano nella vita familiare. In realtà quelli che
ho descritto sono momenti,
episodi, periodi di passaggio
importanti ma pur sempre circoscritti, spesso non più impe-
gnativi di quelli che si attraversano con un figlio biologico.
Non credo tuttavia sia possibile affrontarli a prescindere dall’esperienza di abbandono
che il figlio ha sperimentato,
che è comunque una parte di
lui e che come tale potrà riemergere a più riprese nel corso
della vita, seppure in modo verosimilmente sempre meno
doloroso e pervasivo.
Per quanto faticosa ed a volte
travagliata, penso tuttavia che
l’adolescenza costituisca anche un periodo potenzialmente ricco e di grande utilità per
il costruirsi della persona .
L’invito ai genitori è quindi a
non spaventarsi ed anzi a confrontarsi con altri genitori ed
eventualmente operatori del
settore, proprio per ridimensionare un’esperienza che è per
certi versi disorientante e spesso temuta.
L’importanza di gestire le separazioni
Chi nell’infanzia ha sperimentato un attaccamento
insicuro o ambivalente con
la propria madre, o comunque con la figura di riferimento, e chi ha vissuto il
trauma di un abbandono in
tenera età, può conservare
crescendo una certa difficoltà nel gestire le separazioni, anche le più brevi e
banali.
I bimbi che arrivano in adozione manifestano spesso
una maggior sensibilità a
questi eventi, anche quando si tratta di “separarsi
dalla casa” per andare in
vacanza o quando debbono lasciare le maestre della
scuola materna per passare a quella elementare.
È importante che i genitori
insegnino ai figli a “separarsi bene”, ovvero a farlo in
modo emotivamente presente e “salutando” ciò o
chi si lascia, anche se per
brevi periodi.
A volte anche ricorrendo a
gesti concreti, come per
esempio scambiarsi un disegno con la maestra dell’asilo quando si passa alle
elementari.
È importante non negare le
emozioni spiacevoli legate
alla separazione, come per
esempio la tristezza, la rabbia o la paura, queste sono
infatti nor mali ed appropriate.
Ciò che può renderle disfunzionali sono un’intensità
o una durata eccessive, cosa che di solito costituisce
uno dei motivi che ne fanno temere l’espressione.
Al bambino va mostrata
comprensione per queste
sue emozioni ed al tempo
stesso va consolato e rassicurato sul fatto che passeranno e lui starà ancora bene.
esperienza ed i loro pensieri più personali e privati,
permettendomi così di imparare a conoscere una realtà tanto poliedrica ed affascinante.
Sicuramente rileggendo in
futuro queste pagine mi accorgerò di aver tralasciato
molti argomenti importanti,
ma spero che quelli affrontati siano stati sufficientemente trasversali ed utili alle tanto simili e tanto diverse esperienze adottive.
Vi saluto quindi rimandan-
do al brano che ho inserito
come apertura e del quale
apprezzo particolarmente
il messaggio di “accoglienza”
ed “amore incondizionato”
che esprime, unito ad un prezioso permesso di “essere felici
e godere della vita”, augurio
che faccio a tutti voi ed ai vostri figli.
Questo non è qualcosa che
compete solo ai genitori
adottivi, è un compito genitoriale per chiunque, diversa tuttavia è la base da cui
si parte.
Un bambino adottato infatti ha certamente sperimentato delle separazioni traumatiche e non gestite dall’adulto in modo adeguato,
cosa che non è affatto detto debba accadere ad un
figlio naturale che cresca
con i propri genitori.
Conclusioni
Nel congedarmi da voi lettori, colgo l’occasione per
ringraziare chi mi ha chiesto di scrivere questi articoli, dandomi così l’occasione
di fermarmi a riflettere su
un’esperienza che l’impegno quotidiano sul campo
mi rende solitamente difficile raccogliere in pensieri articolati ed in una visione
globale del mondo adottivo.
Ringrazio anche tutte le
coppie e le famiglie che mi
hanno consegnato, e continuano a farlo, la loro ricca
4
Dott. ssa Emanuela Dall’Ara
PSICOLOGIA
E
ADOZIONE
DIARI DI VIAGGIO
Siete in molti a scrivere delle vostre attese, delle vostre speranze, dei vostri tanto sospirati viaggi nel paese che ha dato i
natali ai vostri figli… ma dopo? Sono pochi quelli che scrivono del loro rapporto con il figlio dopo il rientro, degli eventuali problemini riscontrati, delle grandi gioie che vi danno quando iniziano ad andare all’asilo, dei loro rapporti con i coetanei. Sono ormai parecchie le famiglie che hanno bambini grandicelli che hanno iniziato a porsi ed a porvi delle domande che talvolta ci colgono di sorpresa o non proprio preparati.
Proviamo a spiegare come si sente una mamma quando il proprio bambino incomincia ad allontanarsi? E quali confidenze raccoglie il papà? Scriveteci anche questo tipo di storie, possono essere di aiuto a chi ancora deve percorrere
questa strada, così come i vostri “diari di viaggio” aiutano e donano speranza a chi è ancora al palo in attesa.
Famiglia
Canova Vecchiato
CE LA FARÒ?
Questa è la storia del nostro
cammino verso l’adozione,
una storia di sentimenti che invadono il nostro cuore e la nostra mente, che riempiono il
nostro mondo interiore ogni
minuto del giorno e che entrano nei nostri sogni durante
la notte.
Tutto inizia a gennaio 2004: siamo in due, ancora in due, ci
siamo guardati negli occhi e il
desiderio comune di sentirci
completamente una famiglia
da corso, oramai da tempo, all’istinto naturale di avere dei figli… avere dei figli… avere dei
figli… l’abbiamo propriamente
ripetuto tre volte, una volta per
ogni tipo di desiderio: avere
dei figli con la mente, avere
dei figli con il cuore e avere
dei figli in carne ed ossa!
Valutando le varie strade per
raggiungere il nostro desiderio
abbiamo capito che la nostra
era quella dell’adozione.
Senza esitare ci siamo messi
sulla linea di partenza e, come
dei bravi maratoneti, abbiamo
iniziato il nostro cammino verso
ciò che il destino ci aveva meravigliosamente riservato. Non
definiremo facile il percorso,
ma impegnativo e a volte
estenuante, l’importante è
non perdere mai di vista l’obbiettivo, la meta, cercando di
mantenere intatte le nostre facoltà mentali, lasciando pessimismo e aggressività a chi di
obbiettivi non ne ha.
Arriva l’idoneità... il primo passo da gigante che senti di aver
compiuto in questo percorso
di attesa e speranza, e quando il postino del cielo consegna questo foglio, che è più
prezioso di tutto l'oro del mondo, sai che una nuvoletta rosa
si ferma davanti alla porta della tua casa... e tu sali di impeto
senza che nessuno ti dica di
farlo, prendi per mano il tuo
compagno e voli in alto con lui
dove nessuno ti può toccare...
che sensazione meravigliosa!!!
Ci godiamo il momento e non
scendiamo da questa nuvola
finché non arriva il momento di
rimetterci nuovamente in
cammino, la maratona non è
finita, la nuvoletta era solo un
aerea di ristoro.
E’ l’ora di preparare i documenti, il nostro destino ci ha
mandati in Cambogia, forza
allora… ora sappiamo da che
parte del cielo guardare…
Non vi capita mai di pensare
che anche vostro figlio stia
guardando lo stesso cielo? A
maggio 2005 il nostro iter sta
procedendo regolarmente, e
quando abbiamo saputo che
i documenti si trovavano già in
Cambogia la nuvoletta rosa si
è ripresentata davanti alla nostra porta, siamo saliti nuovamente a bordo ed è stato ancora una volta meraviglioso!
La marcia continua, sappiamo
che dobbiamo attendere pazientemente, per quanto mi riguarda, anche se l'attesa non
è facile, la prospettiva che presto saremo finalmente uniti al
nostro frugoletto ci rende tutto
almeno sopportabile... ci basta pensarlo... lo pensiamo per
strada ad elemosinare, in mezzo all'immondizia attento a
svolgere il suo compito di raccolta differenziata, col muco al
naso che nessuno pulisce,
sdraiato su una stuoia in mezzo
alla polvere, affamato e impaurito perchè è un cucciolo
e avrebbe bisogno di qualcuno da imitare per imparare a
difendersi, per capire che nella
vita non si è nati solo per soffrire e soprattutto che è arrivato
il suo momento di essere finalmente bambino e figlio... ecco
come abbiamo affrontato la
nostra attesa, pensando a
quel feto già cresciuto nel nostro cuore, che non ha sesso,
non ha età... ma la sua ecografia esiste già nel nostro immaginario, i suoi occhi a mandorla e la sua pelle scura, i capelli corvini... ma soprattutto il
suo bisogno di mamma e papà. Sentiamo di essere in un
limbo dove vediamo tantissimi
genitori in attesa con noi, sentiamo i loro e i nostri cuori battere insieme fortissimo in un
unico Tam Tam… sembra un richiamo d’amore che scandisce l’attesa. Vediamo volti im-
pauriti e preoccupati, ma vediamo anche famiglie prendersi per mano ed aiutarsi a
superare le difficoltà insieme,
confortandosi ed esultando insieme per ogni piccolo risultato ottenuto da un qualsiasi
compagno di viaggio....Poi un
comune pomeriggio autunnale ha cambiato la nostra vita
per sempre… IL SUO NOME E’
NEARY, E’ NATA IL 3 MARZO
2005… E’ UNA BAMBINA… E’
NOSTRA FIGLIA!! Ci hai trovati
finalmente amore… dobbiamo vederti… ancora due lunghissimi giorni e poi avrai un
volto… si sei proprio tu… sei così
piccola… Amore… Amore…
Amore… Sono passati due giorni e
abbiamo finalmente visto il tuo volto, ti abbiamo riconosciuta… lo
avremmo fatto in mezzo a migliaia di persone… lo abbiamo
sempre saputo che eri tu!
Dovrai, dovremo aspettare ancora un po’ e poi sarà per
sempre, per sempre, per sempre…
Il nostro terribile Natale 2005!
Il Natale è passato, e per la prima volta nella nostra vita, stamattina 27 dicembre, abbiamo detto: FINALMENTE!! E' dura passare le feste quando sai
che dall'altra parte del mondo
c'è tua figlia che ti aspetta e
che per un intoppo burocratico.. non puoi averla con te,
non puoi raggiungerla e non
puoi nemmeno vederla…
mamma ha dato un pò di
matto la scorsa settimana
quando ha saputo che non
sarebbero più partiti il 7 di gennaio... ma poi ha pensato a
te... ha tirato in ballo tutte le
sue forze e si è detta: "Questa
è un'ennesima prova, tieni duro e sarai ricompensata!!!"
Anche papà ha passato dei
brutti momenti, ha compresso
questo status di sofferenza talmente tanto che la notte della vi
5
gilia ha dato di matto pure lui...DA
NON CREDERE! Insomma, speriamo che queste feste passino in
fretta e che arrivi presto il momento di raggiungere il nostro sogno di
nome NEARY
20 febbraio 2006, la comunicazione: PARTIAMO!!!
Cronaca di un lunedì piovoso:
Ore 07.30, suona la sveglia e…
come al solito... nessuno si vuole alzare. Verso le 8.00, papà
Bibbo comincia il suo rito quotidiano, caffè (rigorosamente
deca ora!)... mentre la mam
ma continua a sonnecchiare.
TG del mattino con appisolamento sulla poltrona, biscottini
taglia fame per la vellutata
Pipitì e per l'orsetto Zac... e poi:
"Cinziaaaaaaaaa.... alzatiiiiii!"..
suona il telefono e mamma
Cinzia dice "Se non è Neary io
non rispondo... sgrunt..." e così
risponde papà Bibbone... era
l'ufficio... problemi… fuori dal
letto in fretta, doccia e via in
ufficio!!! Per la strada si parla
come sempre di te, di quando
sarai con noi, di quello che dovremo fare, di quello che non
dovremo fare, delle nostre
paure, delle nostre speranze...
sono questi gli argomenti che
accompagnano ogni mattino,
da cinque mesi a questa parte, il tragitto che facciamo da
casa all'ufficio. Stamattina, poi,
si parlava del nostro referente,
sapevamo che era in missione
e che sarebbe tornato sabato,
sapevamo che forse ci avrebbero confermato la partenza
per fine settimana... ci chiedevamo come avremo potuto
pagare e ricevere i biglietti aerei in una sola settimana... non
saremo partiti nemmeno stavolta... ma ecco la sorpresa...
ore 12.00... il referente chiama
in ufficio... la notizia che abbiamo tanto aspettato accompagna la sua voce "partite il 6
di marzo!!!" SIIIIIIII, è vero, partiamo, partiamo, partiamo,
partiamo... grazie... il biglietto è
pronto....allora è vero!!! Neary,
mancano solo 14 giorni e finalmente staremo insieme per
sempre, il nostro cuore batte
forte forte forte… è tutto così
magico
L'ultima notte.....
.. qui a casa... senza di te amore mio... mamma non riesce a
dormire e nemmeno papà…
ci guardiamo e riguardiamo
senza parlare. Ascoltiamo il si-
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lenzio della notte che viene
solo interrotto dai battiti del
nostro cuore. Il tam tam dell’amore ha iniziato il suo richiamo, presto saremo con te per
sempre. Quante volte abbiamo sognato questo momento,
quante volte… ed ora è arrivato. Mamma si sente come
anestetizzata, la paura è
scomparsa, è pronta ad essere
madre. Stanotte ha rivisto la
sua vita, la nostra vita, scorrere... come in una moviola, nessuno al mondo può prevedere
il suo futuro, ma io ora è madre
e farà del suo meglio per darti
tutto quello di cui un figlio ha
bisogno… la notte è ancora
qui e anche i pelosi, Pipitì e
Zac, si sono svegliati, percepiscono la nostra adrenalina e si
sono stretti intorno a noi quasi
avessero intuito che quando ritorneremo non sarà più come
prima… Il silenzio è assordante…eccoci amore, ora più che
mai sentiamo di appartenerti.
7 marzo 2006 ECCOCI!!!
Finalmente insieme. Siamo arrivati martedì mattina, tutto bene, tranne per i bagagli che
non sono arrivati con noi, purtroppo. In ogni caso a noi non
importava più di tanto, volevamo solo vedere nostra figlia,
tutto il resto non contava.
All’uscita dell’aeroporto ci
aspettava la nostra referente,
una donna di aspetto dolce
ed esile ma di carattere assai
forte, innamorata della sua
Cambogia, sempre in prima linea, la donna che ci ha permesso di trovare nostra figlia e
di condurla a noi. Con lei si trova la sua aiutante, una ragazza Cambogiana bellissima e di
una gentilezza incredibile, la
quale appena ci presentiamo
ci dice che Neary cammina…
che è una bambina di un’intelligenza strabiliante, solare e
giocherellona…UNA FORZA
DELLA NATURA. Ci dirigiamo
verso il nostro albergo nella zona di KS, vicinissimo all’istituto
dove si trovano i nostri figli, fortunatamente non abbiamo
bagagli da scaricare e dopo
un fugace pasto ci dirigiamo
in tutta fretta verso la felicità!!
Dopo circa un quarto d’ora di
viaggio, la nostra referente ci
fa notare che ci stiamo avvicinando all’istituto. Siamo tutti in
silenzio contemplativo, arriviamo davanti al cancello… non
lo dimenticheremo mai quel
cancello. Un giovane ragazzo
ci viene ad aprire, imbocchiamo un vialetto alla fine del
quale si trova una piccola casa. Ci alziamo tutti in piedi dentro l’autobus, vogliamo vedere, sulla porta ad accoglierci
c’erano i nostri piccoli, Neary
era agganciata alla cassa
morta della porta d’ingresso
che si sorreggeva sulle sue esili
bambine. Prontamente la sua
Didi la prende in braccio e
scompare con lei… ma dove
la porta… Il papà scende immediatamente, mentre la
mamma resta un po’ attonita,
il nodo alla gola diventa sempre più grande, e non riesce a
trattenere le lacrime… NO!!
Non devi piangere mamma,
Neary non può vederti con gli
occhi rossi, distrutta dal viaggio e dal caldo umido che
gonfia la faccia… Si da un
contegno e scende, papà
Bibbo la sta aspettando, la ab
braccia e la conduce in un altro vialetto, Neary si trova in
un’altra abitazione, non si poteva stare tutti insieme, troppa
confusione i piccoli si sarebbero potuti spaventare. La fine di
quel viale non arriva più, la
mamma e il papà si sono stretti fortemente, Neary era un
puntino in braccio alla sua
Didi, CI STAVA ASPETTANDO!!! E’
LEI…. E’ QUI…. LA STRINGIAMO
FRA LE NOSTRE BRACCIA, CI
STRINGIAMO TUTTI E TRE, LA FAMIGLIA CANOVA E’ FINALMENTE RIUNITA!!!… giochiamo un
po’ con lei e con gli altri bambini dell’istituto, tutti piccolissimi, tutti bisognosi d’amore, con
degli occhioni sgranati che
non dimenticheremo mai, con
una voglia di aggrapparsi che
ti porta via il fiato. Avremo voluto portarli tutti con noi…
Neary,la nostra piccola Neary… si
è addormentata fra le nostre
braccia, senza paura... siamo
così orgogliosi… lei è bellissima. è nostra figlia. IL NOSTRO
SENSO DELLA VITA!! La sera
rientriamo in albergo, Neary
non è potuta venire con noi,
aveva bisogno di abituarsi poco a poco a noi, saremo tornati la mattina dopo…
10 marzo 2006
Neary si trova con noi già da
mercoledì, si è subito abituata
a noi, e la prima notte passata
con lei non siamo riusciti a dormire, l’abbiamo guardata respirare tutta la notte. Da vener-
dì siamo a Phnom Phen, e
Neary si è ammalata, è uscita
dall’Istituto con una bella
bronchite e un raffreddore incredibile. Ieri ha avuto la febbre a 40… abbiamo avuto
tanta paura ma oggi sta meglio, ha preso l’antipiretico e
uno sciroppo fluidificante e
per fortuna si sta piano piano
liberando di tutto quel muco
accumulato da tempo, la sua
pelle è già cambiata, le punturine d’insetto se ne sono andate tutte e anche i brufolini dovuti al calore, come le macchiette rosse che aveva sul
collo… non è una mangiona,
ma, per fortuna, il suo latte lo
beve sempre tutto, mangia
carne e le piacciono tantissimo le verdure (come la mamma.) e poi impazzisce per il
succo d’ananas!! Ora dorme
tranquilla sul lettone di mamma e papà…ora, domani e
sempre… per sempre… PER
SEMPRE!!!
13 marzo 2006.
Con Neary è stato facile stabilire un rapporto, soprattutto
con la mamma che non perde
mai di vista. Mentre con il papà sta iniziando ora. Oggi si è
fatta addirittura imboccare da
lui!!! Naturalmente papà Bibbo
ne è tanto felice perché, nonostante la preparazione dei
corsi pre-adottivi, era un po’
giù di morale quando vedeva
che Neary si metteva a piangere alla sola sua vista. Ora invece si fa portare anche in
passegino da lui… IL PASSEGGINO, non è stato facile farcela salire, ma poi piano piano,
con il gioco, ci siamo riusciti,
questo non significa che non
la teniamo in braccio, anzi, ma
ogni tanto il passeggino allevia
la nostra schiena non ancora
allenata. Neary è una gran
chiacchierona, quando siamo
in camera, dove si sente più sicura, si lascia andare… bubu… bababa… ciè… papapa… e poi fa delle risate da sola che ti fanno impazzire, è solare come il suo paese d’origine, di una delicatezza e signorilità disarmanti. Quando la
mamma riordina la camera lei
la segue ovunque, un po’ a
gattoni e un po’ in piedi aggrappata al letto o appoggiata al muro. Se vede o sente
qualcuno che ride e si diverte,
pure lei inizia a sorridere. Ci sono stati anche dei momenti
molto duri, soprattutto ieri sera,
quando non riusciva a dormire
e continuava a gridare “meh”…
che significa mamma. Ma non
ero io quella che voleva, ma la
sua Didi dell’Istituto… ero così
in pena per lei, non riuscivo a
calmarla, mi ha graffiata, mi ha
tirato calci fino a sfinirsi, ed io la
stringevo sempre più forte a
me, per poi cadere tra le mie
braccia, esausta, in un sonno
profondo. Le stanno crescendo i dentini, ha infatti due palettine nella parte inferiore della bocca che quando sorride
e le fa vedere ti verrebbe voglia di mangiarla di baci. Lei i
baci li adora, se non glieli dai ti
salta addosso per prenderseli.
L’altra sera quando si è addormenta piena di bronchite, si è
posizionata a pancia in giù in
posizione fetale, guardandola
ci sono venute le lacrime perché abbiamo pensato che
esistono degli esseri che hanno il coraggio di fare del male
a queste creature indifese. Le
emozioni accumulate in questi
cinque giorni sono state tante,
forti, anzi, fortissime e di tutti i
generi che hanno portato un
certo scompiglio dentro di noi.
Le lacrime di gioia ma anche
di impotenza sono comparse
più di qualche volta nei nostri occhi.
15 maggio 2006 Da casa.
Siamo rientrati il 24 marzo, con
un giorno di ritardo rispetto a
quanto preventivato, a causa
della CAI che ha ritardato nel
rilasciare il permesso di ingresso in Italia di Neary.Il giorno passato in attesa di questo permesso,
che non si sapeva se arrivava
o meno, è stato terribilmente
lungo. Abbiamo visto partire le
altre famiglie che erano arrivate con noi, abbiamo pianto e i
dubbi continuavano ad attanagliarci la mente, tipo: “….se il
permesso non arriva, io, in Italia
senza Neary non ci torno….”,
discorsi che ora ci fanno sorridere, ma in quel momento non
sei molto lucido e ti chiedi perché proprio a te, non c’erano
motivi per questo ritardo.. e allora rimugini e rimugini e le
idee più folli ti vengono in
mente!!! finalmente la sera del
23, durante la cena con la nostra referente è arrivata la fatidica telefonata: il permesso
era arrivato, il giorno dopo saremo rientrati. Al nostro rientro,
in aeroporto, c’era un sacco di
gente ad aspettarci, parenti
ed amici cari, con cartelloni,
fiori, pupazzi e tanta tanta eccitazione. Le lacrime di felicità
non sono mancate e nemmeno un sorriso da parte di Neary
che con la sua solarità ha illu-
minato l’aereoporto intero!!!
La patatina si sta ambientando molto bene, regala baci e
abbracci a mamma e papà,
gioca con la cuginetta Gioia
ed esclama OHHHHH!!!! ad
ogni novità. Adora gli animali e
tutto ciò che è natura. Ama,
molto, anche la musica e se
ascolta una canzone che le
piace inizia a ballare con il
ventre… DA IMPAZZIRE!!!! Ogni
giorno ci regala qualche mezza parolina o versetto in più, è
sempre più vivace e sicura di se.
Quando torniamo nella nostra
casa dopo un’uscita è felicissima, riconosce tutte le sue cose e
parla in continuazione: “Ich…
Bababa… Cia cia… Titi zaa…
ohhh!!!....” e così via. Di lei sono
tutti innamorati pazzi, tanto
che c’è una vera disputa familiare sul suo accudimento,
quando la mamma ha bisogno di qualche ora per andare in ufficio... la vuole la nonna,
la vuole la zia, la vuole la cugina, la vogliono gli amici. Giovedì
sera scorso, siamo andati a
teatro a vedere le danzatrici
Apsara… STUPENDE… Neary si
è divertita tantissimo, guardava le mani snodate delle danzatrici e provava a fare anche
lei gli stessi movimenti, e poi,
quando il pubblico applaudiva pure lei iniziava, eccitatissi-
ma e sorridente, a battere le
manine… Da mangiare di baci tanto era tenera!!!
Le difficoltà...
Quello di cui ti accorgi immediatamente quando rientri
con tuo figlio in Italia è che la
tua vita si è completamente
trasformata: intanto la COPPIA
è diventata FAMIGLIA e ne discerne una vita completamente diversa: addio bagni e
docce senza limiti di tempo,
addio lettura, addio TV, addio
cinema, addio ordine. La nostra vita è all’80% NEARY.
Dobbiamo dire che il primo
mese in Italia non è stato facile anzi, diremo, assai difficile,
riorganizzare il tuo mondo, per
quanto tu sia da tempo preparato, ti impegna moltissimo
sia a livello psicologico che a
livello fisico. Cinzia è dimagrita
di 11 Kg!! Ti chiedi tutti i giorni :
“Ce la farò??”, poi guardi quel
cucciolo inerme e sorridente
pronto a lanciarsi fra le tue
braccia e ad abbracciarti fiducioso e la risposta è presto
data “SI!!!”.
NEL GIOCO DELLA VITA VINCE...
Oggi è il 6/10/06 ed è il mio
compleanno, ho deciso che
oggi avrei raccontato l’incontro con Mattia Anh, il nostro secondo figlio nato a Phu Tho
Viet-nam il 24/5/06. La nostra
prima figlia si chiama Loan è
nata a Thun Luu Viet-nam il
16/2/02. E’ difficile mettere per
iscritto le emozioni, le sensazioni che abbiamo provato quel
giorno del 3/8/06. Non vorrei
soffermarmi sul viaggio in pulmino durato1/2 ore circa con
un caldo umido terrificante.
Vorrei provare a descrivere solo alcuni momenti. L’istituto
che accoglieva Mattia Anh è
un basso fabbricato di colore
giallo, scendendo le scale fatte di una decina di gradini si
entra in questa stanza piccola
e buia dove 4 didi cercano di
fare l’impossibile con i pochissimi mezzi a loro disposizione,
per accudire ai circa 30/35
bambini di pochi mesi ospiti
della struttura. L’odore di latte,
sudore impregnava l’aria.
Eravamo 5 coppie, 3 in seconda adozione che avrebbero
accolto una femminuccia e 1
coppia in prima adozione anche loro per una femminuccia, l’unico maschietto del
gruppo era il nostro Mattia
Anh. E’ stato l’ultimo ad essere
messo tra le nostre braccia.
Loan continuava a chiederci
“il mio piccolo? Dov’è il mio
piccolo? Non arriva?”. La didi
ci ha messo Mattia Anh tra le
braccia ed è stato un momento di grande emozione. Lui ci
ha guardati con quei suoi occhi grandi e neri, il viso molto
piccolo. Mattia Anh era sofferente, aveva il volto arrossato,
sudato, graffiato, la sua testolina era schiacciata, probabilmente per la posizione che
aveva tenuto per 70 giorni.
Stringeva i pugnetti e il suo respiro era molto affannato.
Indossava una maglia grande
impregnata di latte e sudore.
Ironia della sorte! Sopra la maglia c’era stampato un piccolo leoncino proprio come lui.
Così piccolo e fragile ma nello
stesso tempo forte e determinato. Il pannolino, o meglio le
fasce che lo coprivano, erano
grandi e scomode. Ci ha guardato dritto negli occhi quasi a
dirci:”guardatemi, sono stremato, distrutto, sono esausto,
ma finalmente siete arrivati!
Sono piccolo e sofferente ma
se mi aiutate, insieme a voi, riuscirò a diventare anche io un
bambino sano e robusto come gli altri.” Quello sguardo ci
accompagna ogni giorno, non ci
lascia mai, a volte con mio
marito ripercorriamo quel momento ed il nostro cuore batte
forte e gli occhi si fanno lucidi.
Ci siamo abbassati finchè anche Loan riuscisse a vederlo,
toccarlo. Mentre lo guardava
e gli accarezzava la testa diceva: “mamma, papà è lui il
nostro piccolo? Adesso viene
a casa con noi?”. Lei era felice
e lui le ha donato uno sguardo
speciale.Uno sguardo che solo tra
piccoli ci si puo’ dare.Abbiamo
fatto una foto ricordo con le
didi e siamo ripartiti per fare la
cerimonia del dare e del ricevere.Prima di iniziare Bobo ci
ha detto che potevamo cambiarlo e dargli un po’ di latte.
Quando gli abbiamo tolto i vestiti abbiamo visto che Mattia
Anh aveva una grossa ernia
forse perché in quei 70 giorni
aveva pianto molto, anche
l’addome era enorme, probabilmente era un po’ denutrito.
Ha mangiato tranquillo e da
subito si è affidato a noi con
grande fiducia ed umiltà.
Siamo ripartiti per Hanoi, durante il viaggio è stato bravissimo così come Loan. Arrivati alla casa NAAA un lettino bellissimo lo stava attendendo, e
così arrivati a casa lo abbiamo
piano piano rinfrescato, cambiato, ha mangiato tranquillo e
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si è addormentato con un po’
di fatica visto i problemi di respirazione che aveva. Altri due
momenti sono stati davvero
toccanti con Mattia Anh. Il primo è stata la visita presso
l’ospedale francese ad Hanoi.
Come per Loan abbiamo richiesto la visita completa, durante la quale lui è stato bravissimo. Il medico aveva diagnosticato una bronchite e ci aveva dato i medicinali ma soprattutto ci aveva chiesto di
vegliare il piccolo di notte per
pericolo di crisi respiratorie.
Successivamente alla visita siamo scesi al laboratorio per gli
esami del sangue.
In quel momento c’era solo la
dottoressa perché l’infermiera
si era assentata. La dottoressa
mi chiama e mi chiede se me
la sentivo di tenere Mattia Anh
mentre gli faceva il prelievo.
Sono entrata, ma purtroppo
non riusciva a trovare la vena
ed in quel momento mi sono
alzata e le ho detto che non
volevo continuare e di lasciar
perdere. Mi sentivo in colpa
del male che gli stavano facendo. Sono uscita piangendo, nel frattempo era arrivata
l’infermiera e così nel giro di
qualche minuto il tutto era finito.Non riuscivo a non sentirmi
in colpa, mio marito cercava
di farmi capire che solo in quel
modo avremmo saputo con
certezza se Mattia Anh avesse
avuto bisogno di cure particolari. L’altro momento toccante
è stato il 7/8 agosto al centro
medico internazionale SOS
di Hanoi.
Abbiamo portato Mattia Anh
per una visita di controllo perché continuava ad avere problemi respiratori. Mentre mio
marito intratteneva la nostra
piccola Loan, Mattia Anh veni-
va visitato dauna pediatra
francese che aveva consigliato di fare una radiografia ai
polmoni ed all’addome. Di lastre ne sono state fatte parecchie e Mattia Anh, completamente nudo, non si lamentava
e fiducioso si faceva fare tutto.
Solo dopo una decina di lastre
ho visto che incominciava a
tremare, non so se dal freddo
o dalla paura.
HoImmediatamente chiamatoun’infermiera e mi sono fatta dare un
lenzuolo, l’ho avvolto e ho cercato di riscaldarlo con il respiro. Quel gesto è stato naturale,
veniva dal cuore. Nel frattempo il medico australiano guardava le lastre con la pediatra
francese e li sentivo commentare le lastre di Mattia Anh, la
loro espressione non era per
nulla rassicurante.
In quel frangente ho stretto a
me Mattia Anh e gli ho sussur-
rato “stai tranquillo amore mio,
vedrai che io e papà faremo
l’impossibile per curarti. Qualsiasi
cosa la faremo e se sarà necessario ci fermeremo in
Vietnam quanto necessario. Sino
a quando non sarai guarito”. Lui
mi guardava fiducioso, si accoccolava tra le mie braccia.
Ho sentito un amore carnale
per lui, si’ quello che ti prende
allo stomaco. Credo di poter
interpretare anche i sentimenti
di mio marito. Quando abbiamo i nostri bambini tra le braccia ci sentiamo una cosa sola… questa è la nostra bellissima storia che auguro a tutti
prima o poi di vivere. In questi
ultimi tempi ho sentito due frasi molto belle che voglio riportare:
-nel gioco della vita vince chi
riesce a dare.
-per amare non serve avere legami di sangue.
BAMBINI IN AIUTO DI ALTRI BAMBINI
Festività di Natale nel segno
della solidarietà nella scuola
Infanzia Equiparata di Povo a
Trento. Oltre 110 bambini della scuola sono stati coinvolti
nella preparazione dei “biscottini della Solidarietà” che
poi sono stati venduti con offerta libera alle famiglie. Il ricavato è stato interamente
devoluto al progetto “Deworming
Vietnam”.
Un piccolo gesto che ha un
grande significato.
Ma perché parlare di solidarietà ai bambini?? E’ fondamentale far capire ai nostri
bambini l’importanza di questa parola, dei gesti che la
contraddistinguono.
Parole come globalizzazione,
società multiculturale, squilibrio internazionale, sono parole nuove, coniate dalla nostra generazione, ma saranno
loro, sarà la loro generazione
che dovrà dare delle risposte
agli interrogativi e risolvere i
problemi che questi cambiamenti sociali comportano.
Ne consegue quindi che la
loro formazione e informazione deve essere adeguata a
queste nuove esigenze.
Occorre essere noi genitori
stessi consapevoli delle disuguaglianze che esistono tra
Paesi del Nord (paesi industrializzati) e paesi del Sud
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(meno ricchi) e nel contempo esserne la spinta per il
cambiamento. Questa è solidarietà internazionale.
Bisogna capire come si può
aiutare i paesi in via di sviluppo in maniera tale da intervenire con progetti costruiti con
loro, per loro ed insieme a loro. E per questo dobbiamo
comprendere che la diversità
non è un fatto negativo, che
non dobbiamo avere paura
del diverso.
Dobbiamo rispettare le culture, fare in modo che le culture possono incontrarsi senza
scontrarsi, per avere l’opportunità di dialogare e convivere assieme.
La diversità arricchisce chi è
capace di aprirsi ad un mutuo scambio. E’ dovere di noi
tutti allargare gli orizzonti dei
nostri bambini, far conoscere
loro altre realtà, di sicuro meno felici, dove i bambini non
sono così fortunati come i nostri. E’ dovere di noi tutti allargare gli orizzonti dei nostri
bambini, far conoscere loro
altre realtà, di sicuro meno felici, dove i bambini non sono
così fortunati come i nostri.
Dove se tutto va bene, devono fare km per andare a
scuola, utilizzare i pochi strumenti a loro disposizione per
studiare, giocare, vivere; do-
ve la sanità non è così alla
portata di tutti, dove non si
riesce a sopravvivere per una
malattia che da noi è ormai
debellata; dove a volte c’è
una guerra.
Guerre che hanno cambiato
nome: sono umanitarie, preventive, esportano democrazia.Guerre che si sono moltiplicate: alcune contano, molte passano inosservate.
Guerre che sono supertecnologiche: utilizzano armi intelligenti e bombardamenti chirurgici. La morte di migliaia di
civili è solo un effetto collaterale. . Alla fine del 2000 nel
corso del vertice dei capi di
Stato di tutto il mondo convocato dall’ONU veniva sottoscritta la dichiarazione del
Millennio, con la quale i governi hanno riconosciuto e assunto gli obiettivi del Millennio.
8 promesse per l’eliminazione
Roberta
Weiss
entro il 2015 della povertà e
di tutte le cause che impediscono lo sviluppo dei paesi
poveri.
1)Eliminazione fame e povertà.
2)Assicurare istruzione primaria di tutti i bambini/e.
3)Promuovere parità uomo e
donna.
4)Ridurre la mortalità infantile.
5)Migliorare la salute delle
gestanti.
6)Combattere AIDS, malaria
e altre malattie.
7)Migliorare qualità della vita e
rispetto dell’ambiente.
8)Lavorare insieme per lo sviluppo umano.
Ad oggi gli impegni non sono
stati rispettati. Di questo passo lo saranno nel 2075
“Sporcarsi le mani” per
aiutare gli altri
Come è ormai tradizione, anche in occasione di questo
Natale, i bambini della scuola
equiparata dell’Infanzia di
Povo, assieme alle loro insegnanti, hanno deciso di fare
qualcosa di concreto, mettendo “le mani in pasta”, per aiutare altri bambini meno fortunati di loro. Per la presenza nel-
Speciale Lang Son
La provincia di Lang Son si trova nel nord del Vietnam, al
confine con la Cina. Lang Son
è una provincia di montagna e
la sua economia risente della
situazione geografica e della
difficoltà dei trasporti.
L’economia della regione è arretrata e il suo sviluppo è molto
lento. L’economia della zona si
basa sull’agricoltura e, grazie
alla sua posizione geografica,
sui commerci con la Cina. Il
N.A.A.A. ormai da diversi anni
collabora con l’Istituto di Lang
Son, attraverso aiuti alimentari
e, soprattutto, contribuendo alla realizzazione di un nuovo
edificio per i bambini ospiti.
Numerose organizzazioni internazionali di diversi paesi, hanno
collaborato alla realizzazione
di questo edificio che vuole
porsi come un nuovo modo
per ospitare i bambini.
La casa è costruita seguendo
i moderni criteri della casa famiglia, cercando di creare un
ambiente sereno in cui i bambini siano accolti e accuditi.
Come accade sovente negli
Istituti vietnamiti, il contributo
statale è modesto, circa 10 dollari al mese per ogni bambino,
anzi insufficiente per rispondere
adeguatamente alle esigenze
dei bambini e le strutture, anche a causa del clima umido, si
deteriorano facilmente. Inoltre il
numero dei bambini ospitati
cresce in maniera esponenziale, rendendo inadeguate le
strutture di accoglienza.
I vecchi edifici che ospitavano
i bambini erano da tempo inagibili, ma problemi finanziari
hanno impedito per lungo
tempo la realizzazione e il
completamento di un nuovo
edificio. L’istituto di Lang Son
prevede la possibilità di ospitare circa 120 bambini, oltre ad
anziani e di adulti portatori di
handicap. Grazie al contributo
della Commissione per le
Adozioni Internazionali e ai
contributi dei nostri sostenitori,
la scuola di bambini provenienti dal Vietnam, abbiamo
scelto di collaborare con l’associazione NAAA onlus.
Nei giorni precedenti il Natale,
con un gran via vai dalla cucina, in un susseguirsi di profumi
di spezie e cioccolato, i bambini hanno preparato con le loro
mani dei biscottini degni di una
grande pasticceria e li hanno
poi confezionati in tanti graziosi pacchettini.
Nell’atrio della scuola è stata
poi allestita una bancarella per
la vendita di biscotti, che sono
stati acquistati, dietro libera offerta, dalle famiglie, con un riscontro di interesse ed una generosità superiore alle nostre
aspettative. Per i bambini questa esperienza è stata molto significativa, perché ha permesso loro di aprirsi ad una realtà
ben diversa dalla loro, riflettendo sul tema della solidarietà e
soprattutto impegnandosi in
maniera concreta per portare
aiuto a chi ne ha bisogno.
Anche alle famiglie, che duran-
è stato possibile collaborare alla realizzazione dell’edificio. Il
Centro di Lang Son ha avuto
un grande impulso negli ultimi
anni e sono stati realizzati e ultimati 3 edifici posizionati nel
cortile interno.
Il primo è l’edificio riservato all’amministrazione, al primo piano sono ospitate sale riunioni,
mentre al secondo piano si trovano gli uffici del personale.
Come spesso accade in
Vietnam, i centri sociali non
ospitano solo bambini, ma anche tutte quelle persone che,
per vari motivi, non hanno un
posto dove vivere: anziani,
adulti portatori di handicap fisico o mentale.
A Lang Son, queste persone sono accolte in camere che
possono ospitare 3 persone, in
un edificio di due piani di nuova costruzione. Di fronte a queste costruzioni vi è una grande
area tenuta a giardino: lo spazio per i giochi è abbastanza
ampio e attrezzato con altalene oltre ad una zona dedicata al calcio, gioco molto amato dai ragazzi. L’edificio per i
bambini è composto da tre
piani: i primi due piani sono stati creati seguendo i criteri della
casa-famiglia mentre il terzo
piano è stato realizzato seguendo vecchi criteri. Ogni
piano e’ suddiviso in 3 appartamenti e ogni appartamento
e’ composto da 2 camere da
letto, una zona per le attività
comuni e il riposo della Didi,
una zona pranzo e una cucina.
Ogni camera può ospitare fino
a 4 bambini, in modo tale che
ogni Didi si prenda cura di non
più di 8 bambini grandi. Si è
cercato di ricreare, per quanto
possibile, un ambiente simile alla famiglia, un luogo dove il
bambino possa sentirsi accudito e amato.
Il secondo piano, invece, e’ riservato ai bambini piccoli e,
pur conservando identica
struttura, si differenzia dal piano
primo per il numero del personale che, trattandosi di bambini piccoli e più bisognosi di cure, è in numero maggiore.
Gli ambienti sono pulitissimi e
confortevoli e rendono l’idea
di un luogo accogliente, dove
il bambino possa ritrovarsi in
una piccola comunità.
I lavori sono tutti ultimati e gli
edifici sono tutti utilizzati.
Ormai da tempo il NAAA ha
attivato alcuni microprogetti in
collaborazione con i vari istituti
delle province e, periodicamente, vengono effettuate visite di monitoraggio allo scopo
di valutare gli effettivi progressi
delle attività e valutare la fattibilità di nuovi interventi.
Presso il Centro di Lang Son, nel
corso degli anni, il NAAA ha effettuato numerosi interventi:
acquisto di un generatore di
corrente, acquisto di attrezzature per la cucina, sostegno alimentare e sostegno a varie attività. Sicuramente l’intervento
più consistente è stato quello
della realizzazione, in collaborazione con altre associazioni
internazionali, della casa per i
bambini. A ringraziamento dell’intervento effettuato,il Direttore del
Centro ha posizionato una targa sull’edificio che ospita i
bambini. La consegna della
targa è stata effettuata durante una breve cerimonia effettuata nel mese di dicembre alla presenza del Direttore del
Centro, di un rappresentate
te l’incontro per lo scambio
degli auguri sono state messe
al corrente delle finalità dell’associazione e della destinazione del denaro raccolto,
hanno potuto condividere con
i loro bambini questa esperienza nel vero spirito del Natale.
Le maestre Franca e Barbara della sezione arancio
del Ministero per le attività illegali, del referente NAAA in
Vietnam e della responsabile
progetti Vietnam.
Gentili lettori, nel numero 1
pubblicato a settembre 2006 a
pag. 9-11 è stato dedicato uno
spazio al piano di intervento
denominato “Intesa istituzionale di programma per un piano
pluriennale in Vietnam” dove
sono stati illustrati gli interventi
attivati dal Naaa Onlus negli
Istituti delle province di Lang
Son, Thai Nguyen Hung Yen,
Hoa Binh e Vung Tau e Phu Tho.
Nel descrivere gli interventi
programmati presso il Centro di
Lang Son sono state erroneamente pubblicate due fotografie (la prima in basso a destra a pag. 9 e la seconda in
basso a destra a pag. 10) Solo
successivamente abbiamo avuto
notizia dal Ciai che trattavasi di
operai dallo stesso contrattati.
Nello scusarci per l'errore commesso cogliamo l’occasione
per portare all’attenzione delle
numerose famiglie che hanno
accolto
i
loro
bambini
dall’Istituto di Lang Son quanto
è stato realizzato con i contributi della CAI e dei numerosi sostenitori.
9
Perche’ SAD?
Il 16-17 febbraio si è tenuto a
Torino l’8° Forum Nazionale
del Sostegno a Distanza. I numeri relativi al sostegno a distanza in Italia parlano da soli: 2.000.000 di italiani che
aderiscono a progetti di
Sostegno a distanza; 1000 tra
onlus, enti religiosi e gruppi
che li promuovono; 50 enti locali che li sostengono; 600
milioni di euro donati ogni anno (dati Forumsad). Per la prima volta questo appuntamento nazionale è stato organizzato congiuntamente
dalle associazioni del Forum
permanente per il Sostegno a
Distanza (ForumSaD) e dagli
enti
locali
aderenti
al
Coordinamento nazionale
Enti Locali per il Sostegno a
Distanza (Elsad). Hanno sostenuto l’iniziativa il Comune e
la Provincia di Torino, la
Regione
Piemonte
e
il
Segretariato Sociale Rai.
Hanno partecipano rappresentanti delle istituzioni nazionali (Governo, Agenzia per le
Onlus) insieme con operatori
dell’informazione, insegnanti
ed esperti del settore. Una
partecipazione notevole che
dimostra quanta importanza
abbia nel nostro paese il sostegno a distanza e quale
capacità di catalizzare l’attenzione delle persone e delle istituzioni. Nelle due giornate dedicate ai sad, si sono tenute conferenze e gruppi di
lavoro allo scopo di un confronto sui vari temi, fra le varie
associazioni che operano nel
settore. Le differenti esperienze e i differenti approcci al
sostegno a distanza anziché
dividere sono diventate un
utile stimolo al confronto e al
miglioramento. La serata di
venerdì, dedicata alla presentazione di filmati sul sad
alla presenza dell’assessore
al Comune di Torino Michele
Dell’Utri e di Raffaella Carrà,
ha visto il NAAA protagonista
con la pubblica sottoscrizione della Carta dei Principi e
la Carta dei Criteri di qualità
e con l’ingresso, ed al
Coordinamento sad città di
Torino . La partecipazione del
NAAA al Forumsad e al
Coordinamento della Città di
10
Torino, è stata determinata
dal continuo sforzo dell’associazione nei confronti di un
percorso di trasparenza e di
maggior visibilità e impulso al
miglioramento del nostro
operato nei paesi del sud del
mondo in cui il sad è un ottimo strumento. Il sostegno a
distanza è la forma di solidarietà che maggiormente si è
diffusa negli ultimi anni. E’ uno
strumento per abbattere le
barriere culturali. Il successo
che il sostegno a distanza
raggiunge è comprensibile
con la possibilità data al sostenitore di rivolgersi direttamente a quel bambino, al
quella comunità, a quella
scuola, creando un filo diretto e riuscendo a raggiungere
le necessità che difficilmente
sarebbero soddisfatti altrimenti. Il sad permette infatti
di provvedere allo studio, all’alimentazione, alle cure mediche di un bambino che rimane inserito nella famiglia
di origine e, allo stesso tempo, interviene sulla comunità
in cui vive con progetti specifici di sviluppo locale. Nel corso degli anni le azioni del NAAA, sostenute grazie a tante
famiglie, si è consolidato ed
evoluto. Molte famiglie, molte
scuole, vedono nel SAD un
canale privilegiato di incontro tra persone di culture differenti, oltre ad un modo per
avvicinarsi alla cultura del
dialogo e della solidarietà.
Inoltre, per moltissime famiglie NAAA, è diventato un
modo per mantenere aperto
un canale verso il paese di
origine del proprio figlio, un
modo per non dimenticare.
In molti paesi in cui il NAAA
opera, l’istruzione non è diritto, ma un privilegio. Siamo
consapevoli che soltanto il
lungo e lento percorso di trasformazione e crescita delle
persone attraverso l’istruzione può portare a un’evoluzione e al conseguente sviluppo di questi paesi. In quest’ottica, il sostegno a distanza offre un sostegno economico mirato al singolo bambino per permettere anche
ai meno abbienti, soprattutto
alle bambine, di seguire un
ciclo di studi completo e di
trovare un dignitoso inserimento lavorativo.
Il programma di sostegno a
distanza consente ai bambini
di vivere come tali la loro infanzia.
Molto spesso nei paesi del
sud del mondo l’impossibilità
di soddisfare i bisogni primari
dei bambini da parte delle
famiglie, porta all’abbandono o alla vendita dei minori.
Un numero sempre maggiori
di minori vive sulla strada la
propria esistenza, esponendosi a ogni tipo di abuso e diventando merce per il mercato del lavoro nero o per il
mercato dello sfruttamento
sessuale.
Tramite progetti di sostegno
alla famiglia, il NAAA cerca
di prevenire il fenomeno dell’abbandono e di garantire
ai bambini una vita all’interno della famiglia. La nostra
opera si rivolge prevalentemente a bambini orfani o a
bambini i cui genitori non
possono prendersene cura
per vari motivi: alcolismo, droga, prigione. Si cerca quindi
di aiutare i tutori, quasi sempre le nonne o i fratelli maggiori, a prendersi cura dei
bambini, mandandoli a scuola e aiutandoli integrando i
loro pochi guadagni.
Dove operiamo
Il NAAA è presente in diversi paesi:
Nepal, Cambogia, Pakistan, Perù,
Ucraina e Polonia
•Perù: interventi sanitari per
labioschisi , palatoschisi, piede torto e altre patologie invalidanti. Lo scopo del progetto è quello di evitare che i
bambini con le patologie sopradescritte vengano
discriminati.
Attraverso le operazioni necessarie, le varie visite specialistiche e l’educazione fonetica tramite i logopedisti o,
nei casi di piede torto, la fisioterapia, si intende offrire ai
bambini e alle loro famiglie la
possibilità di essere integrati
nella scuola e di non essere
più emarginati.
L’aspetto estetico di queste
malattie, unitamente alla difficoltà di parlare e alle infezioni a cui vanno spesso soggetti, rendono questi bambini
dei potenziali esclusi dalla vita sociale. I bambini che provengono da famiglie povere
vengono seguiti in tutto il percorso, dalle prime visite, all’operazione e durante il periodo di riabilitazione. Allo
stesso modo vengono seguite le famiglie, specialmente
per i bambini che vengono
da zone lontane da Lima.
Ove possibile i bambini saranno sottoposti a visite successive per valutare l’impatto che
l’operazione ha avuto sulla
loro vita e il loro inserimento
nella società.
•Nepal- Children’s Home. Il
Progetto prende l’avvio da
una iniziativa della Children’s
Home (CH), un’organizzazione di assistenza sociale non
profit nata nel 1989 che opera a Mahendranagar dall 1995,
L’Educational Children in Nepal
(ECN) è un programma autonomo rispetto alla Children’s
Home, ma fortemente voluto
e appoggiato dall’organizzazione.
La ECN si impegna nell’educazione di bambini provenienti da minoranze sottoprivilegiate e svantaggiate nella
Regione Occidentale del Nepal.
Gli obiettivi principali dell’ECN
sono: Fornire una borsa di studio a scopo educativo per
più di 500 bambini molto poveri; Impartire una qualità
d’educazione secondo lo standard internazionale dall’asilo fino
alle scuole superiori alla
Florida International Boarding
School (FIBS).
Si tratta quindi di individuare i
bambini che vivono in famiglie a rischio di disgregazione, bambini orfani di uno o
ambedue genitori, bambini
che vivono in strada e negli
Istituti. Tramite un colloquio individuale, vengono individuati i bambini più meritevoli
che frequenteranno, tramite
delle borse di studio, delle
scuole private in cui possano
ricevere una educazione ai livelli dei migliori standard internazionali.
Si tratta quindinon solo di permettere ai bambini più svantaggiati di avere un’istruzione, ma creare le condizioni
per cui, in futuro, anche i
bambini provenienti dalle
classi più disagiate possano
occupare importanti posizioni
lavorative.
In una società chiusa come
quella Nepalese, rigidamente
divisa in caste, questo vuol di
re gettare le basi per una futura crescita collettiva NepalNirvana Boarding School Il
progetto ha come obiettivo
di garantire ai bambini un livello di vita decente e garantire loro un futuro permettendo al minore di continuare a
vivere nel proprio nucleo familiare (spesso composto da
un solo genitore)
L’inserimento scolastico per
metterà al bambino di accedere in futuro ad un lavoro dignitoso, impedendo che entri
nel numero dei bambini di
strada. Da un lato si cerca di
evitare che i bambini, abbandonati gli studi, entrino a far
parte del numero dei bambini
sfruttati con lavori spesso usuranti o sfruttati sessualmente.
Dall’altro lato si cerca di evitare la disgregazione del nucleo familiare e l’abbandono
dei minori.
Il denaro inviato permetterà il
pagamento della retta scolastica, dell’acquisto della divisa (indispensabile in Nepal) e
del materiale scolastico occorrente
•Pakistan Il progetto intende
migliorare le condizioni di vita
dei Bagri, popolazione nomade di minoranza indù che vive
in maniera stanziale in 4 campi, nella città di Karachi,
Pakistan.
La popolazione Bagri è fortemente discriminati e privati
della possibilità di accedere
ai servizi di base, come la
scuola pubblica o la sanità e
spesso sono minacciati e malmenati dalle forze dell’ordine.
La salvaguardia dell’etnia
Bagri e il tentativo di diminuire
la discriminazione nei loro
confronti, unitamente alla necessità di migliorare le loro
condizioni di vita, sono la priorità di Mother and child Nest
Welfare Association NGO un’organizzazione non governativa
pakistana, che da anni opera
nei confronti degli emarginati
e della popolazione più indifesa di Karachi, specialmente
donne e bambini sia di religione induista, cristiana o mussulmana.
I bambini che vivono in famiglia vengono aiutati nell’inserimento nella scuola pubblica, pagamento della retta e
nella sussistenza per loro e la
loro famiglia. Inoltre è possibile sostenere una ragazza o un
ragazzo per la formazione lavorativa. È anche possibile un
sostegno all’intera comunità,
decidendo si destinare una
somma ogni anno per il mantenimento del dispensario e
della scuola.
•Cambogia: Bambini di Pursat
Il progetto intende supportare
30 bambini orfani che vivono
con un tutore. Nella zona di
Pursat, la massiccia diffusione
del virus HIV-AIDS ha provocato un gran numero di orfani
che, inoltre, vengono discriminati a causa della malattia,
anche se non sieropositivi.
Spesso gli orfani vengono abbandonati e istituzionalizzati,
anche in presenza di nonni e
zii che, in un contesto differente, avrebbero accolto i
bambini. L’aumento del numero degli orfani a causa del
HIV-AIDS e la poca informazione al riguardo, unito ad
una serie di credenze, hanno
portato ad una disintegrazione del tessuto sociale e le tutele verso i minori rimasti orfa-
ni sono spesso venute a mancare. Il bambino e la sua famiglia verranno supportati sia
dal punto di vista nutrizionale,
con distribuzione di cibo, sia
dal punto di vista sanitario, attraverso la distribuzione di
materiale igienico.
Inoltre il bambino verrà reinserito a scuola e verrà seguito
durante il percorso scolastico
al fine di evitare l’abbandono.
•Ucraina: In Ucraina ci sono
numerosi bambini senza genitori che vivono con un tutore.
Normalmente si tratta di una
nonna che sopravvive con la
pensione spesse volte insufficiente per mantenere anche
il bambino; a volte si tratta di
un fratello maggiore anch’egli in condizioni economiche precarie. La grande povertà induce il tutore a far abbandonare la scuola al bambino per indirizzarlo al lavoro
o, nel peggiore dei casi, ad
abbandonare il minore che
verrà accolto in istituto.
L’obiettivo del progetto è
quello di consentire a 50
bambini individuati fra quelli
maggiormente bisognosi, di
frequentare la scuola e soprattutto di evitare l’abbandono e la conseguente istituzionalizzazione. Accanto a
questo obiettivo primario, verrà offerto alle famiglie il supporto necessario affinché il
nucleo familiare non si disgreghi.
•Polonia: Il progetto ha come
obiettivo di garantire ai bambini un futuro permettendo al
minore di continuare a vivere
nel proprio nucleo familiare e
di avere un’istruzione adeguata. Si è infatti constatato
che con un intervento diretto
al mantenimento scolastico
dei bambini, il numero di abbandoni da parte delle fami-
glie è nettamente diminuito,
diminuendo così anche il numero di bambini istituzionalizzati. Il progetto intende rivolgersi a nuclei familiari in condizioni economiche precarie
e a rischio di disgregazione,
alla scopo di prevenire l’abbandono del minore e la sua
istituzionalizzazione.
I progetti del NAAA sono realizzati in collaborazione con
organizzazioni locali legalmente riconosciute e altamente qualificate che lavorano da anni a contatto con le
realtà legate ai minori In particolare collaboriamo.
Ucraina: Fondazione pro infanzia Kiev e Fondazione pro
infanzia Chernigov
Polonia : A.D.F. a Jelenia Gora
Nepal: Children’s Home, ECN
(Educating
Childrens
in
Nepal)
e Nirvana Boarding
School.
Pakistan:“Mother and Child
Nest Welfare Association”
NGO
Perù: Vicaria de la CaritàCaritas e Ospedale per i
bambini poveri San Juan de
Dios di Lima - Perù
Cambogia: Naaa Cambogia
Costi
I sad hanno costi differenti a
seconda della tipologia d’intervento. E’ possibile effettuare pagamenti rateali a seconda delle disponibilità. Il NAAA
trattiene, per le spese vive, fino ad un massimo del 13% (in
alcuni casi nessuna somma
viene trattenuta).
È possibile inviare e ricevere
posta e le visite sul luogo sono
ben accette. Per maggiori informazioni e adesioni consultare il nostro sito o telefonare
potete anche scrivere una
e-mail [email protected]
Paola Riccardi
VOLETE APPOGGIARE UNO DEI NOSTRI PROGETTI?
Visitate il nostro sito www.naaa.it ed usate i nostri c/c per sostenerli.
C/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus – Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO),
oppure il c/c bancario intestato a:
N.A.A.A. Onlus n. 81162 – BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO)
ABI 3048 CAB 30380.
Potete anche utilizzare il nostro sito internet www.naaa.it/dona.
Vi ricordiamo che l’elargizione volontaria a Onlus può essere dedotta dalla dichiarazione dei redditi per un importo pari al 19%.
Un grazie di cuore a tutti voi per la vostra attenzione!
11
RELAZIONE SULL'ATTIVÀ DELL ASSOCIAZIONE NELL’ANNO 2006
L’attività del 2006 è stata caratterizzata dal potenziamento
delle attività nel campo della
cooperazione con l’avvio di
importanti progetti sanitari ed
educativi in particolare nei
paesi ove l’Ente è presente da
tempo, dal consolidamento
dell’adozione nei paesi dove
recentemente erano avvenuti
cambi normativi (Vietnam) e
da alcune difficoltà sia per
motivi legati alle dinamiche
politiche e sociali dei paesi
d’origine (Bulgaria, Ucraina).
Assistenza pre-adottiva
Nel 2006 abbiamo ricevuto
186 nuovi mandati. Tra i mandati ricevuti nello scorso anno
e negli anni precedenti n. 18
sono stati revocati a seguito di
verifica congiunta sulle concrete possibilità e disponibilità
di adottare, 21 per adozioni
nazionali, 8 per filiazioni naturali, 7 ritirati per motivi personali e 2 trasferiti all’ente Ariete,
trasferimento concordato tra
enti e coppie, per l’adozione
nella Federazione Russa.
Per quanto riguarda l’attività
svolta direttamente con le
coppie, sono stati organizzati i
seguenti momenti di informazione e formazione:
• PIM (Presentazioni informative multimediali); n. 88 incontri
collettivi, n. 877 coppie partecipanti
• Corsi preadottivi (1° livello
pre-decreto e 2° livello postdecreto); n. 50 corsi, n. 443
coppie;
• Incontri personali con professionisti: ogni coppia viene incontrata una o più volte dai
professionisti, sia per definire la
destinazione più appropriata,
sia per un ulteriore accompagnamento in particolare in casi di coppie che provengono
da esperienze precedenti dolorose (aborti, fecondazione
assistita ecc.)
Adozioni realizzate
Abbiamo accolto in famiglia
227 bambini (213 adozioni)
provenienti da: Nepal, Vietnam,
Ucraina, Polonia, Colombia,
Cambogia e Perù. Il dato, se
rapportato agli ingressi autorizzati nel 2005 (n. 140 adozioni),
rappresenta un importante incremento del 52%. Il maggior
numero di ingressi è stato registrato in Vietnam ove il bilaterale concluso tra di due Paesi
e l’autorizzazione ad operare
in 13 province ha permesso
un’accoglienza maggiore rispetto al 2005. Sebbene ci troviamo dinanzi ad un risultato
complessivamente positivo, i
contenziosi con le coppie di
12
varia natura sono stati numerosi, principalmente per rifiuto
immotivato dei minori proposti
dall’Autorità di riferimento straniera, e per la mancata o incompleta corresponsione dei
costi procedurali. Apprezziamo
il sostegno della CAI, per quanto riguarda i rifiuti immotivati,
che ha avviato le segnalazioni
di questi casi alla Procura della
Repubblica e la posizione presa con alcune coppie che si rifiutano di collaborare per il
corretto e puntuale svolgimento delle relazioni di post-adozione.
Assistenza post-adottiva
I minori seguiti nel post-adozione al 31-12-2006 risultavano essere n. 877. Nella fase postadottiva i nuclei familiari devono seguire protocolli standard
definiti in base all’età del figlio.
Nel 2006 sono state effettuate
n. 522 relazioni post adottive,
con relative traduzioni, per notiziare il Paese d’origine circa
lo stato di adattamento dei
bambini al nuovo contesto familiare o sociale. Nei casi in cui
le famiglie erano state seguite
direttamente dai servizi sociali
del territorio, abbiamo provveduto al trasferimento delle relazioni ai Paesi d’origine.
Progetti di sussidiarietà
L’evoluzione nell’ultimo periodo degli interventi di cooperazione ha gettato premesse ottimali per il miglior servizio ai
minori e ai bisogni delle popolazioni locali. Molteplici attività
in Italia sono state realizzate o
sono in corso di realizzazione,
come si dettaglierà di seguito.
All’estero
Nell’anno 2006 il NAAA ha partecipato a numerosi progetti:
il Nepal ci ha visti presenti con
il Nepal Vocational Training e il
supporto
alla
Nirvana
Boarding School per aiutare i
minori nepalesi a crearsi un futuro attraverso l’istruzione e la
formazione , con l’acquisto di
materiale tecnologico per
l’Occed e con il contributo
per la costruzione del Girls
Orphanage/Chindren’s Home.
In particolare quest’ultimo intervento è stato determinato
dalla necessità di proteggere
le ragazze dalla tratta per lo
sfruttamento sessuale.
Il Vietnam ci vede presenti con
molti progetti nelle varie province in cui operiamo:
• Intesa Istituzionale, parzialmente rendicontata, con interventi vari nelle province di Thai
Nguyen, Phu Tho- Thanh Ba e
Viet Tr, Vung Tau, Hoa Binh,
Lang Son, Bac Kan, HCMC –
Tam Binh e Go Vap, Than Hoa.
• Deworming in collaborazione
con l’Organizzazione Mondiale
della sanità, lotta alla parassitosi intestinale in 4 province del
nord Vietnam: Lang Son, Thái
Nguyen, Bac Kan e Phu Tho.
Totale delle persone beneficiate, tra bambini e insegnanti:
336.056.
La Cambogia ci ha visto presenti con due interventi:
•Il progetto “Prigionieri innocenti”, in collaborazione con
l’associazione Ariete di Napoli,
per il sostegno alimentare e
l’aiuto psicologico per le donne recluse nelle carceri cambogiane insieme ai loro bambini per evitare che la carcerazione potesse diventare una
motivazione all’abbandono
dei minori. Il progetto, risultato
“non classificabile” per il
Bando CAI 2006, è stato avviato
con
fondi
privati.
Attualmente è stata organizzata la formazione e sensibilizzazione del personale carcerario, così come l’analisi e studio
del fenomeno.
• Presso l’ Istituto di Kompong
Thom la costruzione di un
campo da basket per le ragazze ivi ospitate. L’Ucraina ha
visto il nostro contributo per le
vacanze
terapeutiche
in
Crimea di bambini residenti
nelle zone colpite dal disastro
di Chernobyl.
In Polonia: sostegno all’orfanotrofio di Pizkowice, una Casa
di cura gestita dalle Suore di
Maria Immacolata, per poter
terminare i lavori di ampliamento della struttura della
Casa. In essa vengono accolti
ed accuditi circa quarantacinque bimbi in età da un anno a quindici anni, affetti da
problemi di handicap come
sindrome di down, malformazioni di vario genere, malattie
mentali.
Pakistan: sostegno al centro
“Mother and child Nest” (Nido
della mamma e del bambino)
a favore della popolazione
Bagri, minoranza etnica di
Karachi di religione Indu. Nel
centro sono presenti un ambulatorio medico, una scuola e
laboratori di formazione lavorativa per ragazze.
Bolivia: sostegno progetto
“Scuola di Cochabamba” ,
come previsto in sede di richiesta di estensione paese, in col-
laborazione con l’Ente Brutia
Cile: partecipazione al progetto “Un sogno oltre la speranza” in partnership con
Associazione Ariete e altri per
la creazione di una casa famiglia femminile e ristrutturazione
dell’esistente destinata alla
Accoglienza bambini e giovani.
Mongolia: corrisposto parte
del SAD riferito alla parte di anno scolastico 2006 per un
gruppo di bambini sponsorizzati dell’ Istituto Khuukhed
Asran Khumuujeh Tuv a Ulan
Bator tramite il nostro referente; nel 2007 avvio del progetto
Verbist Care Center sempre a
Ulan Bator, volto a fronteggiare
il problema dei bambini di strada
In Italia
In collaborazione con Croce
Rossa, Asur azienda sanitaria
unica regionale Zona territoriale2, ICS onlus, Istituto comprensivo Pascoli di Urbino, è stato
organizzato un percorso strutturato in 5 incontri per promuovere l’uso degli strumenti
offerti per la tutela del diritto
alla salute e l’inserimento socio-ambientale delle donne
provenienti da altri paesi.
Sostegno a distanza
Il sostegno a distanza o SAD ci
vede presenti con 384 minori
sostenuti, a vario titolo, nei
paesi in cui opera il NAAA.
Il sostegno a distanza si realizza
a favore di minori in situazione
di disagio all’interno delle loro
famiglie, per prevenire l’abbandono o l’istituzionalizzazione. Solo i 23 minori della
Children’s Home sono istituzionalizzati ed usufruiscono del
sostegno allo studio.
Molto importanti sono gli interventi chirurgici in Perù e che
sono così suddivisi:
- 8 interventi a risoluzione di
labbro leporino
- 2 interventi a risoluzione di
palato fessurato
- 34 interventi a risoluzione di
piede bot
- 7 interventi a risoluzione di
piede equino
- 3 interventi a risoluzione di
problemi di ustioni
- 5 interventi a risoluzione di
problemi agli arti inferiori o superiori diversi
- 2 interventi atti alla risoluzione
di polidattilia
- 1 intervento per scogliosi
- 1 intervento a risoluzione di
piede varo
I Sostegni a Distanza sono:
Cambogia 43;
Nepal 23 studio C h i l d r e n ’ s
Home;
Nepal 53 studio E d u c a t i n g
Children’s in Nepal;
Nepal 34 studio N i r v a n a
Boarding School;
Nepal 50 Studio OCCED
Ucraina 46 Associazione Pro
Infanzia di Chernigov;
Ucraina 27 Associazione Pro
Infanzia di Kiev;
Perù 63 Interventi;
Pakistan 7 Studio;
Pakistan15;
Polonia 23;
TOTALE 384
Nel corso del 2006 il NAAA ha
aderito al Forumsad onlus,
un’associazione che raduna
45 organizzazioni italiane attive
nel settore. Lo scopo principale del Forumsad è la promozio-
ne del Sostegno a Distanza
quale forma solidale e culturale di sviluppo tra i popoli.
L’Ente NAAA ha sottoscritto la
Carta dei Principi e la Carta
dei Criteri di Qualità.
SOSTEGNO A DISTANZA
Tantissimi sono stati i sostenitori
che hanno accettato di fare
da padrini e madrine per questi minori bisognosi di aiuto. Vi
ringrazio di cuore per la fiducia
riposta nel nostro operato e
per il sostegno che date a loro.
Non mi dilungo perche’ Paola
ha scritto un articolo esauriente sui sostegni a distanza nella
sezione progetti… sappiate
che per ogni necessità/informazione potete contattare o
scrivere a [email protected]
SOSTEGNO A DISTANZA
Nepal
Lalita Bohara –16 anni– sostenuta da PANCHER Roberto e
Orietta;
Nahendra Bam –15 anni– sostenuto da SANTINI Maria;
Narayan Bhattrai –14 anni– sostenuto da RASTELLI Paola;
Ashish Bhandari –11 anni– so-
stenuto da PORTA Graziano;
Om Sharma –9 anni– sostenuto
da ARLATI Luigi;
Basudev Pandey –12 anni–
sostenuto da ZUCCHELLI
Antonietta.
Perù
Tanti bambini peruviani verranno operati e ritroveranno la
gioia di correre e sorridere grazie a: POLI Agostina Fam. MARTINELLI – PAGANI; VECCHIATO
NEW ART GALLERIES;
LANDI Antonio;
ARNO’ Aldo e GRAZIANI;
Nicoletta;
RUFFINI Monica;
BELARDO Melania;
CAVARRA Gaudenzio;
Fam. VENEGONI;
Fam. PRANDINA (n. 4 interventi
a seguito di una raccolta fondi) Fam. SCAMPINI ALBE’
MORETTI Elena e BACCHET-
TA;Maria Teresa doneranno un
sorriso nuovo a 5 bambini.
In occasione del Santo Natale
sono stati donati interventi chirurgici ai seguenti nominativi:
Fam. BALDAN; Fam. DALAN;
AGNELLINI Roberto;
VECCHIATO Epifani.
Cambogia
Many Channeth –14 anni– sostenuta da RISERVATO Mauro;
Pon Sreyleak –10 anni– sostenuta da Aldo BRUNO;
Run Boreth –9 anni– sostenuto
da GHIO Antonella;
Noeun Na –15 anni– sostenuta
da fam VIGORELLI LINGUANTI
Sen Sreymom –11 anni– sose;
tenuta da ACQUARINI
Elena
Lim Sola –14 anni–
sostenuta
da MAURI Anna;
An Tha –11 anni–
sostenuta da VENTIMIGLIA
Marco;
Horn Thi –10 anni– sostenuta
da ARLATI Roberta;
Paen Chend –16 anni – sostenuto da ROGGERO Paola.
Polonia:
SZUMADA Kalina –6 anni– sostenuta da ZAGHESSO Guido.
Ucraina:
Gorbachenko Marina –12 anni- sostenuta da GREMO
Marco;
Semych Gessica –6 anni– sostenuta da MERONI Cristina;
Kovgan Yuliya –10 anni– sostenuta da GIANI Gianfranco;
Selivestrova Anastasiya –4 anni– sostenuta dalla fam. OLIVA – GLAVAN.
SONO ARRIVATI...
Cambogia:
•Un maschietto per Erica e
Lorenzo CAROLLO si chiama
Sokchea Rath (▲)
•Anche Rosanna e Fabio
D'ANDREA sono rientrati con il
piccolo Cheng Socheat Rath
(▲)
Colombia:
•Dal sud america la cicogna
in rotta colombiana ha portato un bel maschietto per
Marina e Marco MAGAZZA di
nome Yonni Leandro (▲)
Nepal:
•Con Laura e Emanuele CALVI
e’ arrivato il piccolo Deepak
(▲)
•Mentre una femminuccia di
nome Sushama (❁) e’ arrivata
ad allietare la famiglia di Maria
Teresa e Vito CASABONA
•Un maschietto anche per
Stefania e Matteo DOMANESCHI, Bikram e’ il suo nome(❁)
•Un bel bimbo per Giuseppina
e Giuseppe GAMBETTA, si chiama Ghanshyam ( )
•Una femminuccia di nome
Nita ( ) ad allietare la casa di
Daniela e Liang Hoo GAN
•Con Antonella e Felice GRASSO è arrivata Barsha (▲)
•Un’altra femminuccia per
Cinzia e Eliodoro GRILLONE, il
suo nome? Sapana (▲)
•Anche per Rita e Claudio OTTAVIANI un bel maschietto nepalese di nome Chandra
Malla ( )
•Chiara e Luigi PRIANTE sono
stati allietati dall’arrivo di una
bimba di nome Usha (▲)
•Antonella e Angelo Mario RIVA hanno fatto rientro con il
piccolo Biren (▲)
•Giovanna e Saverio RIZZO ora
hanno il piccolo Kiran ad allietare le loro giornate (▲)
•Anche per Daniela e Roberto
ROLFO è arrivato un maschietto di nome Hari Ale ( )
•Rossana Maria e Vittorio ROSSI sono rientrati con la piccola
Shrestha Binita (❁)
•Mentre per Monica e
Massimo ZAPPELLA e’ arrivato il
piccolo Parashmani (▲)
Peru’:
•Donatella e Fabrizio BONNARDEL dal Peru’ sono rientrati
con il piccolo Manuel (▲)
•Mentre
per
Loretta e Luca
BASCHIROTTO sono arrivate le
piccole Sofia e Noemi (▲)
Polonia:
•Angela Maria e Giuliano
Angelo CANU sono rientrti dalla Polonia con Mariusz e
Justyna ( )
•Tre maschietti in una volta sola….. Marina e Aniello GIULIANO hanno fatto rientro con
Rafal, Dariusz e Bartosz ( ) (▲)
(❁)
Vietnam:
•Silvia e Andrea ACCOGLI sono rientrati con la piccola Le
Thi Phu Binh (▲)
•Adele e Roberto AQUILA sono stati allietati dall’arrivo di un
maschietto di nome Vu Din
Lap (▲)
•Lien e Nazzareno BASSETTI
hanno fatto rientro con la coppia Thi Hong e Van Mong
(❁),( )
•Con Laura e Francesco BELLOLI è arrivato un maschietto
di nome A Sang (❁)
•Una femminuccia ad allietare la casa di Manuela e
Giovanni BERGAMO, Le Chau
Gianc (▲)
•Un’altra bimbetta per
Rosarita e Lucio BIMONTE, Thi
Hien (▲)
•Per Elisabetta e Francesco
CAMPARI è arrivato invece un
bel maschietto di nome Xuan
Cuong (▲)
•E sono in tre ora a casa di
Barbara e Lorenzo CEREGHINI
un maschietto di nome Hai
Dang si è aggiunto alla famigliola (▲)
•Alessandra e Andrea CITTERIO hanno fatto rientro con il
piccolo Phuc Minh (▲)
•Una femminuccia a casa di
Elisa e Matteo D'AUMILLER VN
si chiama Thi Lien (▲)
•Per Marcella e Stefano DE
VETTORI la cicogna Vietnamita
ha portato un maschietto di
nome The Hanh (▲)
•Giovanna e Bruno DELEDDA
hanno fatto rientro con
una,bella bimbetta di nome
Thi Thuc (▲)
13
•Un maschietto è arrivato per
la gioia di Maria Grazia e
Andrea DI PAOLO, si chiama
Van Hung (▲)
•A casa di Alessandra e
Andrea ERBESATTO è arrivata
piccola Thi Thay (▲)
•Paola e Giovanni FARINELLA
VN Nguyen Van Phuong (▲)
•Ed un’altra bimba di nome
Thi Luy (▲) per Annalisa e
Fabio FORNI
•Roberta e Pietro GAIDO hanno fatto rientro con il piccolo
Van Ba (▲)
•Paola e Danilo GAIO sono
rientrati anche loro con un maschietto di nome Van Manh
(▲)
•Antonella e Gianluca GHEDINI sono stati allietati dall’arrivo
di Thi Phu (▲)
•Anche per Anna Maria e
Francesco GIAQUINTA è arrivata una femminuccia di nome
Thi Kim (▲)
•Adaniela e Maurilio GIGLIOLI
hanno fatto rientro con la piccola Thi Hien (▲)
•Tiziana e Fabio GIOACCHINI
sono stati allietati dal sorriso
della piccola Thi Tinh (▲)
•Un’altra femminuccia per
Monica e Roberto GOVONI, si
chiama Thi Huyen (▲)
•Sabrina e Paolo GUERRINI
hanno fatto rientro dal
Vietnam con la piccola Thi
Tuat (▲)
•Daniela e Marco Oreste
GUGGI sono rientrati con il piccolo Trung Ha (▲)
•Anche a casa di Simona
Franca e Arnaldo IERVESE è arrivato un maschietto di nome
Binh Minh (▲)
•Mentre Claudia e Sestilio LEONCINI sono stati allietati dall’arrivo di una bimba di nome
Thi Ka (▲)
•La cicogna vietnamita ha
portato a Gabriella e Angelo
LEVA Minh Ha, un vivace maschietto (▲)
•Un altro maschietto per
Manuela e Andrea MANDELLI,
Trong Bao (▲)
•Ad allietare la casa di
Giuseppina e Pierluigi MAZZOLENI è arrivato il piccolo Minh
Anh (▲)
•Un dolcissimo sorriso è arrivato a casa di Silvia e Giovanni
MERENDINO si chiama Truong
Son ed è un bel maschietto
(▲)
•Roberta e Stefano MOLON
hanno fatto rientro con la piccola Thi Ly (▲)
•Anna paola e Giampaolo
MURA sono rientrati con i picolo Nguyen Duc Nghia (▲)
•Alfonsina e Ubaldo OLLA sono stati allietati dall’arrivo della piccola Thi Ai (▲)
•Con Barbara e Massimo PADOVAN è arrivato il piccolo
Vuong (▲)
•Consiglia e Natale PALUMBO
sono stati allietati dall’arrivo
della piccola Thuy Kieu (▲)
•Un maschietto per Enrica e
Guido PARDUCCI, si chiama
Trung Kien (▲)
•Un altro maschietto per
Simona e Tommaso PEDRIALI, il
suo nome? Van Long (▲)
•Elena e Roberto PEREGO
hanno fatto rientro con il piccolo Van Cuong (▲)
•Giuliana e Nicola PICCINNO
sono stati allietati dall’arrivo
della piccola Minh Ha (▲)
•Una bimbetta di nome Thi Ha
(▲) è arrivata ad allietare la
casa di Marina e Massimiliano
PONI
•Cinzia Rita e Luca PUERARI
sono rientrati con il piccolo
Anh Tu (▲)
•Una femminuccia per allietare la famiglia di Chiara e Luca
QUARANTA , si chiama Thi
Minh (▲)
•Loredana e Mario RAGONE
sono rientrati con la piccola Thi
Muy (▲)
•Gianna e Michele RAMPAZZO
sono ora in compagnia della
piccola Thanh Bao (▲)
•Un bel maschietto per Maria
e Bruno Carlo RAVAGLIOLI di
nome Minh Trieu (▲)
•Mariacristina e Mauro RISERVATO hanno anche loro un
maschietto di nome Van Thanh
(▲)
•Manuela e Ugo RIZZO sono
rientrati con un bimbetto di
nome Van Dao (▲)
•Maria Cristina e Claudio ROMOLI hanno dato una sorellina
al loro primogenito, si chiama
Thu Thuy (▲)
•Sandra e Franco RONDINA
sono stati allietati da una femminuccia di nome Hien
Thao(▲)
•Un maschietto è arrivato per
la gioia di Annalisa Rita e
Marco ROSATI, si chiama Van
Tien (▲)
•Fabrizia e Domenico ROSOLEN sono stati allietati dall’arrivo di un maschietto di nome
Minh Hung (▲)
•Claudia e Sergio ROSSI hanno ora la compagnia di una
bella bimba di nome Thi Thao
(▲)
•Laura e Ottorino RUGGERI
sono rientrati con il piccolo
Van Chinh (▲)
•Un maschietto anche per
Maria Carmela e Claudio RUZZA, si chiama Xuan Hai (▲)
•Anche Silvia e Flavio SCALARI
sono ora allietati dalle risa del
piccolo Dinh Cau (▲)
•Una femminuccia invece per
Edda e Aldo SCIUCHETTI , si
chiama Mihn Phu (▲)
•Anche nella famiglia di
Alessandra e Maurizio SOANA
è arrivata una principessina
vietnamita: Thi Nhan (▲)
•La cicogna vietnamita ha
portato a Ester e Marco
Andrea SOSSELLA una bella
bimba di nome Thi Thuy Lan
(▲)
•Bis per Elena e Renato TAMAGNONE, due femminucce di
nome Thi Tuyet e Thu Nhnug
( )
•Cristina e Fabio TOMASI hanno fatto rientro con il piccolo
Thinh Vuong (▲)
•Con Emanuela e Tiziano
Giuseppe TRAVERSI è arrivata
la piccola Thi Thu (▲)
•Incoronata e Rocco TRIPPUTO sono ora allietati dai sorrisi
della piccola Thi Thuy Chung
(▲)
•Maria Nella e Antonio URRU
sono rientrati con una bella
bimba di nome Thanh Ngoc
(▲)
•Un maschietto per la gioia di
Barbara e Federico VESCOVINI, Tuan Minh è il suo nome (▲)
•Marilena Rosaria e Antonio
ZACCAGNINO sono rientrati
con un bel maschietto di nome Thanh Luan (▲)
•Una femminuccia invece nella famiglia di Gloria e Massimo
ZAMPIERI, si chiama Thi Yen (▲)
•Raphaela Maria e Ivano ZANCANER sono rientrati con la
piccola Thu Phuong (▲)
e’ nata la piccola Laura
Phuong.
ZOTTERA, fam. MARTINELLI – PAGANI, fam. PICONE – CAGLIO,
fam. RINALDI – PEREGO, SUSSETTO Alberto, VACCARI
Giampiero.
In questa edizione siete veramente in tanti.. speriamo di
non aver dimenticato nessuno
e… BENE ARRIVATI!
(▲) triangolo infante
(❁) fiore età prescolare
) cuore età scolare
(
RINGRAZIAMO...
Ecco i progetti che avete deciso di sostenere. Siete sempre
in tanti e vi ringraziamo di
cuore per la fiducia riposta nel
nostro operato all’estero.
- il progetto Deworming
Vietnam vede il sostegno di
vede il sostegno di BELARDO
Melania, BERTOLDO Gianni,
CASTAGNONE Alina, DEL MASTRO Fabio, PAULETTO Franco,
RISERVATO Mauro, Fam. RONCHI - MANICK, SIMONETTI Luigi
e TARANTINO Lucia, SISMONDI
Patrizia, VALNEGRI Angelo
14
Aldo, ZAUPA Luca, il WWF
Italia nelle persone dei colleghi del signor RAVAGLIOLI.
Gli alunni della scuola infanzia
di Povo, ai loro genitori ed al
corpo docente e non docente hanno collaborato a raccogliere fondi per questa iniziativa con i biscottini della solidarietà nel periodo natalizio.
In occasione del battesimo di
Laura Phuong ZANCANER la
famiglia e gli amici hanno raccolto fondi per il progetto che
quest’anno andrà ad aiutare i
bambini della provincia in cui
- l’istituto di Bac Kan vede il
sostegno della fam. DI CRISTOFARO – CALVI, fam. PEIROLO –
SMORTI
- l’istituto di Lang Son vede il
sostegno della famiglia MOMIGLIANO
- l’istituto di Tam Binh vede il
sostegno di fam. D’AMORE –
CASANOVA, fam. GIULIANIFREONI, fam. MANZONI – ZAN-
- l’istituto di Go Vap vede il sostegno di SFORZA Giampaolo
che ha ospitato il loro piccolo
per 17 mesi.
- l’istituto di Phu Tho vede il
sostegno di DBM Spa.
- all’istituto di Vung Tau va il
sostegno della fam. AGAZZI –
MARCHETTI, fam. BRILLI – CRAVERO, Paola GUASTALLA ABISSO, IDEAZIONE SRL
- Il progetto a sostegno dell’istituto di Thai Nguyen vede
il sostegno di BIFFI Olimpia,
Fam. FERRARI – ROSINA, VALENTINI Rosalia
- il progetto a sostegno della
costruzione del Girl’s
Orphanage vede il sostegno
di BONA Davide, Fam. CIRESA
– GRUBER, DURETTO Andrea e
Noemi, IAZZETTA Francesco,
fam. RONCHI – TRUCCO, fam.
SCAMPINI – ALBE’, PEDAMONTI
Marco
- l’istituo di Ba Ria vede il sostegno della scuola materna
Terzaghi Canossiane
- l’istituto di Pizkowice vede il
sostegno di fam. SCAMPINI –
ALBE’
- Il progetto Bambini dietro le
sbarre vede il sostegno della
fam. CENTONZE – VILLONI, di
NEW ART GALLERIES Spa,
Istituto Chimica Biologica
Università di Urbino
- il progetto del campo da
basket di Kompong Thom vede il sostegno di LONGA Olga,
fam. MARRAS – ANASTASI.
corsi o gli incontri sempre con
le mani piene ed a tutte le famiglie che raccolgono abiti,
medicinali, giocattoli e quant’altro da spedire ai nostri istituti all’estero.
Le nostre coppie “fattorini”
che portano nei loro viaggi
borse azzurre contenenti medicinali, vestiario e materiale
per bambini.
Grazie ancora a tutte quelle
famiglie che arrivano per i
Grazie a tutti di cuore!
AUGURI A......
Shankar e Ramesh un mondo di
auguri per aver rallegrato i nostri
cuori!!!. Sono passati già quattro
anni! Mamma e papà, Antonella e
Felice, Tina e Piero.
Un grande augurio di buon compleanno alla nostra piccola Hien
qui fotografata con la sua amichetta Thi Thu Ha. Vedervi cosi’
unite ci scalda il cuore.
Finalmente sei arrivata, piccola
Emma! Sei la gioia dei nostri occhi. Mamma e popà.
Buon compleanno piccola stella lucente
che ci dai la forza di vivere ogni giorno con
il sorriso sulle labbra, dolce angelo che con
la tua tenerezza e il tuo affetto rendi ogni
istante degno di essere vissuto, siamo felici
di aver iniziato una nuova vita insieme a te
che ci hai dato incondizionatamente la
possibilità di essere genitori, da quando ci
sei vediamo il futuro con occhi diversi e
con la certezza di aver fatto almeno una
cosa giusta nella vita…. Quella di averti disperatamente cercata….. auguri PRINCIPESSA.
Mamma e Papà.
92023940015
La Legge Finanziaria 2006 stabilisce le modalità affinchè
gli Enti interessati possano usufruire della destinazione del
contributo del "5 per mille" sulle dichiarazioni dei redditi
modelli 730/06, CUD e modello UNICO 2006.
Non è una parte dell'8 per mille, ma è un'altra cosa, destinabile, per libera decisione del contribuente, ad enti e associazioni di volontariato, Onlus, ecc.
Dovrete semplicemente:
- compilare la scheda "Scelta del dichiarante per la destinazione del 5 per mille dell'IRPEF"
- immettere i dati anagrafici e codice fiscale,
- firmare nell'apposito riquadro indicato come "sostegno
del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.."
- indicare il codice fiscale di NAAA Onlus: 92023940015.
I titolari di un solo reddito da lavoro dipendente o di una
pensione, che non debbono presentare la dichiarazione
dei redditi, possono consegnare la scheda in busta chiusa a un ufficio postale, sportello bancario o intermediario
abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialista, ecc.)
Questo è un altro modo che le famiglie e gli amici del NAAA hanno per aiutare i progetti che abbiamo in corso nei
vari paesi stranieri.
Se credete nella nostra struttura ed in quello che stiamo
facendo per l’infanzia in difficoltà nei paesi in cui operiamo AIUTATECI anche in questo modo!!
15
PER SUPPORTARE LE NOSTRE INIZIATIVE
Potete utilizzare sia il nostro c/c postale n. 39682109 intestato a:
N.A.A.A. Onlus - Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO),
sia il c/c bancario intestato a:
N.A.A.A. Onlus - C/c bancario n. 81162
BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO) CIN G ABI 3048 CAB 30380
sia il nostro sito www.naaa.it/dona
Per cortesia specificate nella causale il progetto a cui volete aderire aggiungendo il vostro nominativo.
COMUNICAZIONE DALLA SEDE CENTRALE
Ricordiamo agli aderenti che, onde evitare contrattempi e disagi sia agli operatori che all’utenza che fa capo
agli uffici di Ciriè, consigliamo alle famiglie che devono consegnare documenti o bisognose di ulteriori informazioni, di contattare la segreteria negli orari d'ufficio e fissare gli appuntamenti per le ore pomeridiane (ore 14/18).
Siamo consapevoli dell’ulteriore aggravio ma rammentiamo che non sempre gli operatori sono disponibili in ufficio. Le famiglie che si presenteranno senza appuntamento rischiano di non essere ricevute. Vi ringraziamo per la
collaborazione.
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ANNO 2 - NUMERO 3
MARZO 2007
Direttore Responsabile: Marta MARTINER TESTA
Ci scusiamo per eventuali errori o inesattezze presenti in questa pubblicazione. Se
avete materiale da pubblicare fatecelo avere. Siate clementi ma segnalateci i
punti di miglioramento.
La Redazione
SEDE NAZIONALE
N.A.A.A. Onlus
Casella postale n. 107
Via San Maurizio, 6
10073 CIRIÈ (TO)
tel. 011.9222178
fax 011.9222179
e-mail: [email protected]
tutti i giorni: orario 9,00-13,00
SEDI REGIONALI:
LOMBARDIA
Sig. Rino Lattuada
Lombardia Ovest e-mail: [email protected]
Sig.ra Flavia Santoro
Lombardia Est
e-mail: [email protected]
Via Giolitti, 7
20020 ARCONATE (MI)
t. 0331/460934 f. 0331/539941
tutti i giorni: orario 9,00-13,00
(al pomeriggio si riceve solo
su appuntamento)
TRENTINO ALTO ADIGE
Sig.ra Nicoletta Pollini Gasperi
Via Valli 7 - MATTARELLO (TN)
tel./fax 0461.944730
e-mail: [email protected]
MARCHE
Sig.ri Polidori - De Bellis
Via del Grillotto, 14/9 - URBINO
e-mail: [email protected]
tel./fax 0722.322617
orario: tutti i giorni
dalle h. 10.00 alle 12.00
LAZIO
Sigra Daria Maggio – Sigra
Franca IORIO
Via Carlo Felice Sc. C Int. 9,
63 Roma
Tel. 06.77591288 fax
06.77079219
e-mail: [email protected]
orario: dalle h 9,30 alle 13
dal lunedì al giovedì
PUGLIA
Sig.ri Laterza e Coluccia
Via Lecce, 116
S.GIORGIO JONICO (TA)
Tel e fax 099-5918720
e-mail: [email protected]
orario Lunedi’ h. 16-18,30
Mercoledì h. 9,00-12,00 e 1618,30, Venerdì h. 9,00-12,00
Il prossimo aggiornamento sarà fra 3 mesi circa
su questo stesso giornalino. Arrivederci!
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SARDEGNA
Sig.ra Maria Giovanna
Campus
Via Wagner 8
07100 – SASSARI
tel. 079.280634
e-mail: [email protected]
orario lunedì mercoledì
e venerdì h. 16,30-18,30
COOPERAZIONE
E SVILUPPO
Via Giolitti, 7
20020 ARCONATE (MI)
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fax 0331.539941
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