MODULAZIONI toni vicini Una tonalità è vicina alla sua relativa
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MODULAZIONI toni vicini Una tonalità è vicina alla sua relativa
MODULAZIONI toni vicini Una tonalità è vicina alla sua relativa (maggiore o minore), alla tonalità posta una quinta sopra, una quinta sotto e alle loro relative. Rispetto ad una data tonalità, le tonalità vicine sono quelle adiacenti nel circolo delle quinte. MODULAZIONE CON ACCORDO IN COMUNE Fra due tonalità, è detto accordo in comune quell'accordo presente in entrambe e avente diversa funzione armonica. Esempio: DOM - mi min DO M I II III IV V VI VII mi min = = = = = = = VI nessuna corrispondenza I nessuna corrispondenza III IV nessuna corrispondenza Giro armonico Si intende un percorso che, rispettando il naturale criterio dei collegamenti funzionali, dalla T ritorni alla T passando per la D. La cadenza mista/composta I IV V rappresenta il più sintetico giro armonico. Principali collegamenti funzionali costituiscono i più semplici collegamenti fra i gradi. I II III IV V VI VII → → → → → → → IV opp. V opp. IV opp. VI V opp. I I opp. VI II opp. III I I quattro momenti della modulazione 1. Giro armonico nella tonalità di partenza 2. Movimento all'accordo in comune 3. Movimento alla dominante della tonalità di arrivo 4. Giro armonico nella tonalità di arrivo Esempio: da DO M a la min Lavoriamo su 8 misure: V opp. II6 MODULAZIONE TRAMITE ACCORDO DI SETTIMA DIMINUITA La settima diminuita è un accordo estremamente interessante per alcune caratteristiche che lo rendono attore di primaria importanza nel linguaggio armonico classico e romantico. La settima diminuita è una nona minore di dominante senza la fondamentale. E’ dunque un accordo derivato che ha la particolare caratteristica di essere formato da una sovrapposizione di terze minori e contenente due tritoni sovrapposti (si, re, fa, lab = si, fa + re, lab). E’ un accordo estremamente dissonante e fortemente dinamico (spinge prepotentemente verso una risoluzione) che è stato assai usato (e spesso abusato) per conferire al discorso musicale forte drammaticità e senso di destabilizzazione. La destabilizzazione nasce dal fatto che l’accordo benché costruito formalmente sulla sensibile di una tonalità minore ha diverse altre collocazioni. Collocazione della settima diminuita Sul VII del modo minore Sul VII del modo maggiore Sul 4° grado eccedente della scala minore come sensibile della dominante: si tratta di una tonicizzazione. (VII)V Sul 4° grado eccedente della scala maggiore Ne deriva che un solo accordo di settima diminuita può appartenere a quattro diverse tonalità: si, re, fa, lab 1) sul VII di do minore 2) sul VII di do maggiore 3) sul 4° grado eccedente di fa minore 4) sul 4° grado eccedente di fa maggiore Risoluzione della settima diminuita La settima diminuita sul VII grado risolve direttamente in tonica. La fondamentale (che è anche sensibile della scala) risolve in tonica salendo. La settima, come tutte le settime, deve scendere al grado inferiore. La settima diminuita sul 4° grado eccedente (tonicizzazione) tende a risolvere sulla cadenza composta I46 – V – I Proprietà enarmonica della settima diminuita in una settima diminuita ciascun suono può diventare fondamentale di un'altra settima diminuita enarmonicamente uguale: • • • • si re fa lab: fondamentale si, collocazione in do m/M e in fa m/M re fa lab dob: il si e il dob sono enarmonicamente uguali: la fondamentale è re, collocazione in mibm/M e in lab m/M fa lab dob mibb = mi# sol# si re: collocazione in fa# m/M e in si m/M lab= sol# - sol# si re fa, collocazione in la m/M in re m/M Dunque un accordo di settima diminuita può essere enarmonicamente inteso in quattro diversi modi. Poiché ciascuno ha quattro possibili collocazioni, ne deriva che un solo accordo di settima diminuita potrà risolvere in almeno 16 tonalità diverse Quando si modula per mezzo della settima diminuita occorre ricercare i possibili elementi in comune Do maggiore Re minore Sul VII grado: Si re fa lab Do# mi sol sib Sul 4°+ Fa# la do mib Sol# si re fa Si noterà che si re fa lab (sul VII di do) è enarmonicamente uguale a sol# si re fa (sul 4°+ di re). Attraverso questo accordo è possibile modulare. Occorre prestare attenzione alla risoluzione dell'accordo. La senisibile della nuova tonalità dovrà risolvere in tonica e la settima dovrà scendere. Prestare attenzione alla quinte e alle ottave consecutive. Modulazione tramite trasformazione della settima diminuita in settima di dominante e viceversa La settima diminuita possiede una proprietà particolare, assai sfruttata dai compositori, inerente la sua trasformazione in settima di prima specie. Occorre che un solo suono dei quattro che costituiscono la settima diminuita si abbassi di un semitono per rendere l'accordo un accordo di settima di prima specie: Nella prima misura la settima diminuita in la minore (sol# si re fa) si trasforma, attraverso l'abbassamento da sol# a sol naturale, in V7 di do magg/min. Nella seconda misura la stessa settima diminuita, abbassando il si naturale in sib si trova ad essere – con opportune trasformazioni enarmoniche – la V7 di Mib magg/min. Nella terza misura la stessa settima diminuita, abbassando questa volta il re in reb e con le opportune trasformazioni enarmoniche, si trova ad essere la V7 di Fa# magg/min. Nella quarta misura la stessa settima diminuita, abbassando questa volta il fa in mi, si trova ad essere una V7 di La magg/min. Il procedimento può essere anche opposto: una qualsiasi settima di dominante può trasformarsi in settima diminuita alterando di un semitono ascendente la fondamentale. Le possibilità di modulazione attraverso la settima di dominante sono le più comuni e frequenti nel repertorio. Modulazione tramite cadenza evitata Per “cadenza evitata” si intende genericamente un comportamento anomalo dell'accordo di dominante. Questo accordo, quando non risolve naturalmente in tonica, si dice che “eviti la risoluzione” e pertanto dia luogo ad una cadenza evitata. E' possibile modulare da una tonalità all'altra semplicemente collegando le due settime dominanti fra loro. Purché ciò avvenga senza salti, ovvero con soli movimenti di grado congiunto Nella risoluzione rispettare sempre l'obbligo di risoluzione ascendente della sensibile e discendente della settima. Modulazione con suono in comune Occorre dapprima determinare la Settima di dominante della tonalità di arrivo. Di questo accordo occorre selezionare la terza (che è la sensibile della nuova tonalità) e la settima. Avendo determinato questi due suoni, cerchiamo un accordo della tonalità di partenza che ne contenga almeno uno. La modulazione avverrà utilizzando questo suono comune – che sarà tenuto legato - come collegamento. Nell'esempio il II6 della quarta misura presenta il re al soprano. Questo re è la settima dell'accordo di dominante in la minore. Si curerà di tenere il più ferme possibile le voci (evitare i salti) e risolvere rispettando gli obblighi di sensibile e settima. Può avvenire anche fra tonalità lontane: Il suono in comune deve essere la terza o la settima dell'accordo di settima di dominante della tonalità di arrivo. Il movimento deve avvenire senza salti. ESEMPI DI REPERTORIO Beethoven, sonata op. 13 (Patetica), primo movimento. Osserviamo alla quarta misura quel lab acuto che, appartenente alla triade del IV di do minore (fa lab do) si tiene fermo e diviene la settima dell'accordo di settima di dominante di mi bemolle maggiore. Beethoven, sonata op. 13 (Patetica), primo movimento All'inizio dell'esempio osserviamo una triade di sol maggiore (dominante di do minore, tonalità di impianto). Alla ottava misura dell'esempio il sol resta fermo al grave e si presenta una settima di dominante in la bemolle maggiore. Si è tenuto il suono sol in comune. Mozart, sonata in la min kv 310, primo movimento All'inizio dell'esempio siamo in la minore (tonalità di impianto). Fra la terza e la quarta misura ci spostiamo sull'area di fa maggiore e poi subito in re minore. Alla quarta misura si presenta la settima di dominante (in secondo rivolto) di fa maggiore. I suoni do e mi erano già presenti, nella medesima posizione, nell'accordo precedente (primo grado di la minore)