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I fattori che determinano gli investimenti delle mafie..

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I fattori che determinano gli investimenti delle mafie..
CAPITOLO 3 - SINTESI
OBIETTIVO
Questo Capitolo individua nella letteratura scientifica le motivazioni che portano le organizzazioni criminali ad inserirsi nell’economia legale e i fattori che sono emersi come
importanti nella decisione delle organizzazioni criminali di favorire determinati settori.
RISULTATI
È possibile individuare diversi motivi per cui il crimine organizzato investe nei mercati legali:
• motivi di occultamento di attività criminali (riciclaggio),
• motivi economici (profitto),
• motivi sociali (consenso sociale),
• motivi strategici (controllo del territorio),
• motivi culturali/personali.
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I fattori che determinano gli investimenti
delle mafie nell’economia legale
L’individuazione degli elementi che determinano
la scelta delle organizzazioni mafiose di infiltrarsi nell’economia legale costituisce un passaggio
preliminare all’analisi del portafoglio di investimenti delle mafie in immobili e aziende (cfr.
capp. 4, 5, e 6)16. L’obiettivo di questa attività è
stato di individuare nella letteratura scientifica le
motivazioni che portano le organizzazioni criminali ad inserirsi nell’economia legale e i fattori
che sono emersi come importanti nella decisione delle mafie di favorire determinati settori.
Questo Capitolo è organizzato come segue. Il
paragrafo 3.1 elenca i diversi motivi che possono portare le organizzazioni criminali ad investire
nell’economia legale. Infine, sulla base dei motivi
individuati, nel paragrafo 3.2 vengono presentati
i fattori che influenzano la scelta di investimento
delle orgnaizzazioni mafiose nei mercati legali.
16 Questo Capitolo presenta i risultati dell’attività 1.3.3 (Individuazione dei fattori che determinano le scelte di investimento delle OC
nell’economia legale) del servizio.
3.1. I motivi di investimento
nell’economia legale
Le attività legali condotte dall’impresa mafiosa
rispondono a diverse esigenze ed è possibile
individuare diversi motivi per cui il crimine organizzato investe nei mercati legali:
• motivi di occultamento di attività criminali
(riciclaggio),
• motivi economici (profitto),
• motivi sociali (consenso sociale),
• motivi strategici (controllo del territorio),
• motivi culturali/personali.
Questa distinzione, utile per scopi analitici, non
implica che la stessa organizzazione criminale
non possa perseguire diversi scopi contemporaneamente, ad esempio investendo in attività leIL TERZO TEMA
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cite che garantiscono elevati profitti e allo stesso
tempo permettono di riciclare denaro proveniente da attività criminali (Graebner Anderson 1979;
Fiorentini 1999; Fantò 1999).
ve, fiscali, permettono alle imprese mafiose e a
capitale mafioso di generare profitti.
Motivi sociali. La criminalità organizzata, mediante l’investimento in attività legali, mira a mas-
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Motivi di occultamento di attività criminali.
L’investimento di denaro nei mercati legali può
avere innanzitutto lo scopo di occultare i proventi delle attività criminali attraverso il riciclaggio.
Nel caso di esercizi commerciali, ad esempio,
l’emissione di fatture gonfiate e la falsificazione
dei bilanci permette ai mafiosi di giustificare denaro proveniente da attività illecite (Becchi e Rey
1994; Bini 1997; Gratteri 2011). L’occultamento
delle attività criminali, tuttavia, non si limita al
riciclaggio di denaro. Più in generale, le organizzazioni criminali possono utilizzare i mezzi
di trasporto e i magazzini delle aziende legittime – almeno formalmente – per trasportare e
nascondere merci illegali. Le aziende diventano
così sede operativa per attività illecite condotte
parallelamente a quelle legali. Inoltre, le organizzazioni mafiose possono effettuare transazioni
altrimenti sospette mascherandole come costi di
produzione (Graebner Anderson 1979; Fiorentini
1999).
simizzare il proprio consenso sociale. Questo è
Motivi economici. L’inserimento in un particolare settore può anche avere lo scopo di godere della sua profittabilità. Molto spesso, infatti,
le aziende non vengono utilizzate come mere
“coperture” di attività illecite, ma costituiscono
un’attività produttiva che garantisce un ritorno
economico (Becchi e Rey 1994; Bini 1997). È
questo il caso delle imprese mafiose e a capitale mafioso, le quali, contrariamente alle imprese
“paravento”, svolgono attività produttive e sono
orientate al profitto (Costantino 1986; Catanzaro
1988). La profittabilità di queste realtà è molto
spesso dovuta alla connessione con le mafie e
non a particolari capacità imprenditoriali dei criminali. Lo sfruttamento dei contatti con politica
ed economia, lo scoraggiamento della concorrenza, l’accesso a risorse finanziarie illecite senza dover corrispondere interessi, la sostanziale
irregolarità delle condizioni di lavoro, contributi-
sia aumentando la propria influenza nelle aree
fondamentale per la sopravvivenza delle organizzazioni criminali mafiose, le quali generano
consenso nei propri confronti inserendosi in un
mercato legale, creando nuovi posti di lavoro e
fornendo quindi un reddito a una parte della popolazione locale (Becchi e Rey 1994; Bini 1997;
Fantò 1999; Arlacchi 2007). Oltre al consenso
delle fasce basse della popolazione, i gruppi
criminali mirano ad aumentare il consenso presso gli altri imprenditori, i funzionari della pubblica amministrazione e i politici locali. Attraverso
l’infiltrazione nell’economia legale, l’imprenditore mafioso ha infatti la possibilità di instaurare
e rafforzare una fitta rete di rapporti con questi
soggetti, creandosi un’immagine rispettabile e
slegata dalle attività criminali (Fantò 1999).
Motivi strategici. Un’altra motivazione che può
spingere la criminalità organizzata ad investire
nell’economia legale è il controllo del territorio,
a tradizionale presenza mafiosa che estendendola in nuove (Fantò 1999). Il controllo del territorio è strettamente legato al consenso sociale
e dipende dalla possibilità di stabilire una forma
di controllo su un particolare settore economico
dell’economia locale, ad esempio attraverso i
rapporti con i fornitori, i dipendenti e l’amministrazione pubblica o attraverso la gestione di subappalti (Fantò 1999; Savona 2010).
Motivi culturali/personali. Anche preferenze
personali per un particolare settore economico
e motivazioni culturali possono intervenire nelle
scelte di investimento nell’economia legale. L’imprenditore mafioso potrebbe infatti prediligere
mercati a tradizionale presenza mafiosa oppure
attività legate ad interessi personali (Savona e
Riccardi 2011).
Riciclaggio, profitto, consenso sociale, controllo
del territorio ed inclinazioni personali costituiscono i motivi che potrebbero spingere le organizzazioni criminali ad investire nell’economia legale.
La scelta di un particolare settore dipende invece dalle caratteristiche del settore stesso in relazione ai motivi di infiltrazione nei mercati legali.
Sulla base delle motivazioni individuate, è infatti
possibile individuare i fattori che guidano le scelte di investimento delle organizzazioni criminali
nei diversi settori dell’economia legale.
3.2. Le caratteristiche dei
settori dell’economia legale
L’infiltrazione della criminalità mafiosa tende a
concentrarsi in alcuni settori, scelti dalle organizzazioni criminali sulla base delle loro caratteristiche e dei motivi che le spingono ad investire
nell’economia legale. Questo dato è di particolare rilevanza per le analisi sul portafoglio di investimenti delle organizzazioni mafiose in immobili e aziende che sono presentate nei capitoli
successivi. Risulta infatti importante identificare i
motivi dell’investimento, in quanto differenti motivi portano a differenti investimenti.
non quotate e di dimensioni limitate, per ridurre
la pubblicità delle informazioni societarie e minimizzare il rischio di essere raggiunte da controlli fiscali (Becchi e Rey 1994; Lavezzi 2008).
La crescita dell’azienda infiltrata non è infatti un
obiettivo per il mafioso imprenditore; al contrario, egli mira a diversificare gli investimenti, investendo i nuovi profitti in nuove imprese o società
sia nello stesso settore che in settori economici
differenti. La diversificazione del portafoglio degli investimenti, insieme all’utilizzo di prestanome, permetterebbe anche di ridurre il rischio di
confisca e sequestro dei beni dell’organizzazione a seguito di un’indagine giudiziaria (Graebner
Anderson 1979; Fiorentini 1999; Fantò 1999).
La scelta delle attività lecite da intraprendere e
dei settori da infiltrare dipende anche dalla possibilità di massimizzare i profitti e minimizzare i
rischi (Sciarrone 1998). I 20221 provvedimenti di
sequestro disposti nei confronti di appartenenti
alla criminalità organizzata tra il 1982 e il 1996
hanno evidenziato una predilezione dei mafiosi
per gli investimenti in terreni, fabbricati e appartamenti, più che in azioni e titoli (Svimez 1997),
ovvero per quei settori economici che garantiscono maggior redditività e maggiori garanzie a
livello economico.
Se l’obiettivo principale è l’occultamento delle
attività criminali, è possibile che l’organizzazione
mafiosa scelga di investire in settori caratterizzati
da normative in materia societaria che facilitano
il riciclaggio. Settori emergenti, poco regolamentati o la cui normativa è in costante evoluzione
saranno dunque preferiti a settori soggetti a una
forte regolamentazione (Transcrime 2000). Allo
stesso modo, la propensione a investire in un
determinato settore potrebbe dipendere da forme di fragilità del settore industriale e commerciale (Masciandaro e Ruozi 1999) e del sistema
finanziario di riferimento (Bertoni e Rossi 1997).
Profitti elevati possono essere ottenuti attraverso
l’infiltrazione in settori caratterizzati da sussidi o
appalti pubblici. Il primo caso riguarda, ad esempio, il settore delle energie rinnovabili, mentre il
secondo include i settori dei rifiuti, della sanità,
delle infrastrutture, dei servizi pubblici e dei trasporti (Fantò 1999; Sacco 2010). Questi settori, insieme a quelli del commercio e dei pubblici
esercizi, rientrano nella categoria dei settori c.d.
“protetti”, ovvero settori in cui la Pubblica Amministrazione regola l’ingresso attraverso l’obbligo di autorizzazioni o concessioni, riducendo
la concorrenza (Becchi e Rey 1994; Sciarrone
1998; Centorrino e Signorino 1997).
Per lo stesso motivo, le organizzazioni criminali
si infiltrerebbero più frequentemente in società
Il crimine organizzato avrebbe particolare interesse all’infiltrazione nei mercati protetti, in quanIL TERZO TEMA
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to la presenza di una rete di politici e funzionari
della pubblica amministrazione collusi permette
di ridurre la concorrenza di altre imprese e controllare la procedura di aggiudicazione di concessioni e appalti (Savona 2010). Questi settori
permettono inoltre ai soggetti coinvolti di sfruttare i vantaggi competitivi dell’organizzazione
criminale, ad esempio scoraggiando la concorrenza con metodi violenti (Arlacchi 2007; Polo
2011). La forza di intimidazione mafiosa è infatti
più efficace in mercati oligopolistici o monopolistici, dove cioè il numero di concorrenti è limitato e violenza e intimidazione possono essere
facilmente utilizzati per eliminare la concorrenza
(Fantò 1999).
buzione, i supermercati e i negozi, in quanto non
Anche nel caso di investimenti in settori non protetti, le organizzazioni criminali prediligono quelli dove il rischio d’impresa è moderato, ovvero
quei settori in cui la concorrenza, soprattutto
internazionale, è limitata. Tali caratteristiche si
possono trovare nei settori della grande distribuzione, della ristorazione e dell’edilizia. Inoltre,
soprattutto nei periodi di crisi, i gruppi mafiosi
favorirebbero l’investimento in immobili, traendo
vantaggio da una riduzione dei prezzi (Gambetta
e Reuter 2000; Lo Bello 2011).
fortemente legate al territorio e con una distri-
Infine, profitti elevati possono essere ottenuti anche attraverso l’infiltrazione in settori che
non richiedono particolari abilità professionali o
innovazione tecnologica. Attività tradizionali o a
basso contenuto di tecnologia sono infatti favoriti
dalle organizzazioni criminali, in quanto garantiscono elevati margini di profitto senza richiedere
elevati costi di ricerca e sviluppo (Becchi e Rey
1994; Sciarrone 1998; Lavezzi 2008; Calderoni,
Dugato e Riccardi 2010).
dell’impresa può incidere sulla decisione di infil-
Quando l’infiltrazione nell’economia ha come
obiettivo principale la massimizzazione del consenso sociale, la scelta del settore da infiltrare
dipende dalla facilità con cui l’organizzazione
mafiosa è in grado di offrire posti di lavoro. In
quest’ottica, l’elenco dei settori favoriti dagli imprenditori mafiosi includerebbe la grande distri92
richiedono elevati livelli di specializzazione e
sono ad alta intensità di manodopera, facilitando
la possibilità di assunzione di parenti, amici, o
più in generale soggetti vicini all’organizzazione
(Gambetta e Reuter 2000; Lo Bello 2011). Inoltre, le organizzazioni mafiose potrebbero cercare di rafforzare la propria immagine investendo
nel settore sanitario, delle comunicazioni o dei
trasporti pubblici, ovvero in settori di servizio al
pubblico (Fantò 1999).
L’infiltrazione nel settore turistico o della grande distribuzione sarebbe invece di particolare
importanza per il controllo del territorio. Attività
buzione capillare garantirebbero infatti visibilità
alle organizzazioni mafiose e permetterebbero
loro di influenzare l’economia legale. Anche il
settore degli appalti pubblici favorirebbe le organizzazioni criminali nel controllo del territorio,
in quanto queste, attraverso la gestione dei subappalti, sarebbero in grado di offrire o negare
lavoro a determinate imprese, controllando di
conseguenza alcuni settori dell’economia legale (Lavezzi 2008; Savona 2010). La dimensione
trarsi nell’economia legale con lo scopo di controllare un determinato territorio. La criminalità
organizzata sembra infatti prediligere imprese di
piccole o medie dimensioni, in quanto tali imprese avrebbero maggiori opportunità di radicarsi
nel territorio (Becchi e Rey 1994).
Infine, motivazioni di carattere culturale potrebbero portare le organizzazioni criminali ad investire in settori tradizionali, come l’agricoltura
e l’edilizia (Fantò 1999). Quest’ultima garantirebbe anche visibilità all’imprenditore mafioso, il
quale, per lo stesso motivo, potrebbe investire in
attività che garantiscono prestigio sociale, come
ristoranti, alberghi e locali notturni (Savona e
Riccardi 2011).
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