Quadro Svedese - SIEF Società Italiana di Educazione Fisica
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Quadro Svedese - SIEF Società Italiana di Educazione Fisica
Cenni storici Caratteristiche tecniche Varietà e modalità di allestimento Gli esercizi: didattica metodologia valore educativo ILQUADRO SVEDESE ALBERTO FORTI 1 “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” (Seneca) 2 Premessa Il 16 Ottobre 2010 si è svolto a Prato il XIV CONGRESSO NAZIONALE della S.I.E.F. (Società Italiana di Educazione Fisica) sul Quadro Svedese. E’ sulle ali dell’entusiasmo che mi deriva da questo evento che provo, in maniera sicuramente incompleta, limitata, e non scevra da errori, a strutturare un lavoro sul Quadro Svedese. Devo ringraziare il Presidente della S.I.E.F., dottoressa Cristina Baroni, e il Presidente della manifestazione, prof. Giovanni Lombisani, che mi hanno concesso l’onore di partecipare ai lavori congressuali. Ciò che mi appresto a scrivere e descrivere, non ha la pretesa di aggiungere qualcosa di nuovo al panorama della Ginnastica e dell’Educazione Fisica attuale, ma è stato pensato e concepito con il preciso intento di richiamare l’attenzione degli addetti ai lavori sul vecchio, su ciò che era e che è stato, in un tempo nel quale la Ginnastica godeva di grande considerazione, e gli attrezzi dell’ Educazione Fisica classica erano conosciuti ed insegnati nelle scuole dai professori, che erano professori, e ne capivano l’enorme valore educativo. Un tempo dove gli attrezzi venivano utilizzati nelle scuole dagli studenti, che erano studenti, per cui si recavano a scuola per imparare… Un tempo dove gli attrezzi dell’ Educazione Fisica classica, tradizionale, erano presenti e venivano descritti nei testi scolastici. Oggi questo tempo non esiste più. 3 Oggi imperano lo sport ed il pressapochismo, l’ignoranza ed il menefreghismo, la corruzione ed il clientelismo. Oggi le palestre scolastiche sono prive dei grandi attrezzi, e laddove questi sono presenti in uno stato più o meno di degrado e di assoluta mancanza di manutenzione, non vengono più fatti usare, o addirittura incatenati perché ritenuti pericolosi (fig.1, palestra scolastica dell’Istituto Superiore Sismondi/Pacinotti di Pescia, anno scolastico 2009-2010). Ragazzi che, in quinta superiore, e parlo per esperienza, non sanno indicare all’interno della palestra, quale sia la spalliera, a testimonianza del fatto che lo scempio vero è stato compiuto dagli “addetti ai lavori”. Figura 1 Oggi non c’è più gloria nell’impegnarsi nella prevenzione dei mali che affliggono la gente, eppure tutti parlano di prevenire questo o quei problemi, ma pochi poi conoscono o riconoscono ciò che davvero deve essere fatto. Chi fa il mio mestiere, ha il dovere morale di volgere lo sguardo alla grande storia della Ginnastica e dell’Educazione Fisica classica, perché è solo lì che si trova un tesoro immenso, una fortuna che appare alla vista solo di chi è disposto a cercare, a chi ancora è libero di distinguere, di scegliere ed alimentare il bene, nelle cose e nelle persone. 4 Indice Premessa pag. 2 Cenni storici pag. 5 Caratteristiche tecniche, varietà, e modalità di allestimento pag. 11 Introduzione pag. 18 Definizioni ed elementi di terminologia pag. 21 Esercizi pag. 28 Conclusioni pag. 146 Bibliografia pag. 151 5 Cenni storici Il Quadro Svedese è nato dalla mente geniale e dalla passione per l’Educazione Fisica di P.H.Ling. (fig.1). P.H.Ling (1776- 1839), è stato il creatore della ginnastica svedese. Pur avendo incontrato nella sua vita grandi Figura 1 ostacoli e molti oppositori, nel suo paese venne considerato un mito per essere riuscito a fare della Svezia uno dei popoli più progrediti in Europa nel campo dell’Educazione Fisica. Il grande prestigio nazionale di cui godeva gli valse nel 1835 la nomina di socio dell’Accademia Svedese, la quale allora contava solo 18 membri e a tutt’oggi, il suo busto è presente sotto la cupola d’onore del Museo Nazionale di Stoccolma, a fianco di quelli di altri grandi della Svezia come Limneo. A differenza però di quanto compare scritto su Wikipedia, enciclopedia di internet, P. Ling non era né un medico né un fisioterapista. Egli infatti fu prima di tutto un grandissimo erudito ed un poeta. Si sa che frequentò l’università di Lund e poi quella di Uppsala, dove si dedicò agli studi teologici e, successivamente, verso il 1799, quando si trovava a Copenaghen, studiò anche lingue e letterature moderne, specialmente la tedesca e la danese. Il suo interesse e la sua passione per l’Educazione Fisica, nacquero quindi solo in seguito. Si racconta infatti che, praticando l’esercizio del fioretto alla scuola di Scherma di Copenaghen, diretta dal cavaliere di Montrichard (dalla quale uscì col diploma di istruttore), fosse riuscito a guarire da una semiparalisi al braccio destro, forse di natura gottosa, di cui soffriva da tempo. Questa guarigione fece germinare in lui e poi in seguito rafforzò la convinzione che, l’esercizio fisico, se sorretto da solide basi scientifiche, avendo sicura conoscenza del corpo umano, delle sue funzioni e dell’effetto motorio che esso produce, fosse fondamentale non solo per un armonico sviluppo e per il mantenimento della salute, ma anche per prevenire incipienti malattie, deviazioni, e ricondurre alla normalità funzionale le parti del corpo che l’avessero perduta. 6 Da questo momento in poi il percorso umano di Ling cambiò. Da una parte infatti continuò nella sua attività di erudito e poeta (scrisse persino due epopee ispirate alla mitologia scandinava di cui era un profondo conoscitore e cultore), dall’altra volle intraprendere studi che potessero dare un supporto razionale a quelle che per ora erano state solo intuizioni. Dopo aver insegnato scherma all’Università di Lund nel 1804, lo troviamo a Copenaghen per frequentare la Scuola per la formazione di insegnanti di Educazione Fisica istituita dal Nachtegall, colto trattatista e storico della materia e divulgatore della ginnastica in Danimarca. Nel 1813 fu nominato professore di scherma e di ginnastica a Uppsala, e nel Giugno dello stesso anno fu chiamato a Stoccolma per insegnare danza, equitazione, nuoto, all’Accademia Militare di Karlberg ed alla Scuola Superiore di Artiglieria di Marieberg. Proprio a Stoccolma iniziò a mettere in pratica degli esercizi che proponeva come rimedio per certe malattie e a sollecitare l’aiuto del governo per propagandare il suo sistema. L’aiuto venne negato dai ministri i quali lo liquidarono dicendo “esservi già molti saltimbanchi senza doverne prenderne altri a carico dello stato”. Ma il Ling non si scoraggiò e continuò così brillantemente a divulgare le proprie idee che riuscì a portare dalla sua parte medici, opinione pubblica ed alla fine anche i suoi oppositori. Nel 1815, per volontà del Re Carlo XIII, ottenne i sussidi necessari per la fondazione dell’Istituto Centrale Reale di Ginnastica di Stoccolma, vero organo propulsore di tutta la vita ginnica. Qui gente di ogni condizione ed età, i sani e gli infermi, furono avviati a seguire corsi di indirizzo medico e pedagogico. L’istituto era aperto a tutti, uomini e donne che desideravano studiare questo sistema, o per insegnarlo, o per semplice interesse personale. Nessuno però otteneva il diploma o l’autorizzazione all’insegnamento senza prima aver superato gli esami di anatomia, fisiologia e la corretta messa in pratica dei movimenti. Ling morì di tisi nel 1839 e lasciò alcune figlie e il figlio Hjalmar che, insieme a due allievi del padre, Liedbeck e Georji, cercarono di riordinare l’opera del genitore. Infatti Ling non ha lasciato un’esposizione integrale e ben programmata in immagini e descrizioni, ma è dai suoi successori che abbiamo testimonianze più particolareggiate. 7 Di Ling si conoscono solo tre opere: 1) TRATTATO DELLA GINNASTICA SENZA ATTREZZI (1836) 2) TRATTATO SULLA SCHERMA ALLA BAIONETTA (1838) 3) TRATTATO SUI PRINCIPI DELLA GINNASTICA (stampato postumo). Alcuni studiosi hanno sostenuto che Ling non vedesse di buon occhio l’uso dei grandi attrezzi nel suo sistema; in realtà è vero che criticò in questo ad esempio la scuola tedesca che, secondo lui, ne faceva un uso spettacolare più che razionale, ma alla fine poi dedicò uno studio serio e focalizzato alla realizzazione di questi strumenti che, secondo lui, dovevano essere al servizio dei bisogni essenziali del corpo in vista del suo sviluppo. In questo contesto nacquero dalla sua mente, ad esempio la Spalliera nel 1813, e il Quadro Svedese. Le notizie che si hanno su come fosse fatto all’epoca, e come fosse posizionato, sono state ricavate dagli studiosi da disegni di antiche piantine di palestre svedesi e fotografie delle stesse. In una tipica palestra svedese, generalmente il quadro era disposto lungo il muro, mentre le altre attrezzature, quando non servivano, stavano anche nelle cateratte sotto il pavimento. Questa disposizione vantaggiosa lasciava l’intera superficie della sala disponibile per l’esecuzione degli esercizi collettivi a corpo libero, per la marcia e per la corsa. Il Quadro di allora non presentava dei quadrati perfetti. Il lato relativo all’altezza misurava 48 cm, mentre quello di base cm. 45. 8 Esistevano poi tre tipi di quadro: IL QUADRO VERTICALE chiamato in lingua originale “lodstege”(fig.2), simile a quello “in uso” oggi, che veniva utilizzato principalmente per le traslocazioni ascendenti e discendenti, quindi “esercizi a file” eseguiti anche a coppie; questo primo quadro era in genere sorretto da robusti ganci murati al soffitto, ed era distanziato dalla parete posteriore e fissato al pavimento. IL QUADRO ORIZZONTALE o “vogstege” (fig.2), era praticamente invece un quadro montato al contrario, con i montanti orizzontali, anziché verticali ed era sorretto da un sistema di funi e carrucole che permettevano di variarne l’altezza; qui si eseguivano più che altro le traslocazioni orizzontali, e siccome la prima fila di quadrati non era a contatto col suolo ma ad una certa altezza, a volte veniva utilizzato come alternativa alla bomme e viceversa. IL TERZO TIPO DI QUADRO era disposto come quello orizzontale, ma alcuni riquadri erano ciechi oppure al centro presentavano un ulteriore piolo e quindi i passaggi delle traslocazione erano per così dire obbligati. Le esercitazioni erano sempre guidate dal maestro che dava precisi comandi verbali per distinguere i tempi dei movimenti, per permettere la simultaneità di esecuzione e sensibilizzare gli allievi al ritmo . Per quanto riguarda poi gli esercizi che vi venivano eseguiti, in uno studio di S.e.M. Malavenda , confrontando quelli originali (fig. 3,4) con quelli odierni, si può vedere che quelli inventati posteriormente non sono poi tantissimi, e che quindi il Ling ne conosceva già le ampie possibilità; questo conferma ancora la sua grande capacità mentale. 9 In Italia è arrivato solo il primo tipo di quadro svedese, cioè quello verticale. Ancora fino a una decina di anni fa le scuole svedesi e molte scuole tedesche lo avevano mantenuto nella versione originale, ossia fissato al suolo, in Italia esiste nella variante oscillante ma non si sa quando sia diventato così. Figura 2 Queste notizie di carattere storico, sono state gentilmente concesse e direttamente tratte dalla relazione della Prof.ssa Reitano Francesca, la quale è stata un autorevole ed illustre relatore, presente al XIV CONGRESSO NAZIONALE della S.I.E.F. sul Quadro Svedese che si è svolto a Prato, il giorno Sabato 16 Ottobre del 2010. 10 Figura 3 Figura 4 11 Caratteristiche tecniche, varietà e modalità di allestimento Il Quadro Svedese è formato da un reticolato regolare di legni calibrati disposti verticalmente, definiti montanti o staggi, ed orizzontalmente, definiti correnti o gradi, che si intersecano tra di loro formando tanti quadrati. Esistono quadri svedesi di varie dimensioni: alcuni sono composti da 8 quadrati per 8 quadrati; altri 8 per 4 (fig. 1), altri da 6 quadrati per 6, altri da 6 per 4, altri ancora da 4 per 4, secondo l’altezza e l’ampiezza della palestra. Ognuno può farselo costruire come meglio crede a seconda delle esigenze richieste dall’ambiente in cui lavora. Anche le dimensioni dei quadrati variano: esistono quadri col lato di cm.50, ma anche di cm.60 (fig. 2, palestra del Prof. Giusti). Figura 2 Figura 1 12 Gli staggi sono robusti legni di sezione rettangolare, rinforzati all’ interno da un’anima di metallo di cm 8 x 4; devono avere gli angoli smussati per garantire l’incolumità degli allievi. Entro gli staggi si inseriscono i gradi: questi sono solidi legni di sezione circolare di cm 3,5, generalmente di faggio evaporato, ma possono essere anche di sezione ovale, di facile impugnatura. L’impianto dei quadri svedesi, nelle scuole o nelle palestre private, dove esso è presente non è uniforme. Spesso è montato su robuste mensole di ferro affisse alla parete, sulle quali può scorrere, tramite delle carrucole in plastica, in fuori, per essere usato o rimesso aderente alla parete quando non serve (fig.3). Figura 3 Altre volte invece viene posta ed ancorata, con delle robuste mensole fissate al muro, una sbarra di ferro parallela alla parete stessa alla quale poi con dei ganci o delle catene viene appeso l’attrezzo. Esistono delle particolari mensole di sostegno, con un determinato congegno a snodo, che si ribaltano dalla parete all’esterno con un angolo di 45°. A uso attrezzo ultimato, è possibile far eseguire a tali mensole il movimento inverso. In tutti i casi citati il quadro svedese risulta sospeso, mobile ed oscillante. L’oscillazione del quadro è una caratteristica che accresce il livello di difficoltà degli esercizi. La distanza dal muro deve essere almeno di cm 150, per renderlo utilizzabile da entrambi i fronti. L’altezza dal pavimento dovrebbe essere almeno di cm.70, per ben utilizzare la prima riga di quadrati. 13 Generalmente il quadro più usato e comune, è formato da un reticolato di sei per sei, 36 quadri, di cm. 50 di lato, ed è costruito in legno stagionato (fig. 4, palestra Amoros). Figura 4 E’ possibile, per esigenze didattiche particolari, fissare il quadro al suolo con dei piedistalli gommati e regolabili, in modo che l’attrezzo non oscilli e risulti stabile (fig. 5, 6, Palestra Forti). Esistono quadri costruiti in ferro, ma sono pesanti e sgradevoli all’uso. Vengono costruiti anche con i gradi in plastica, ma questo materiale, a differenza del legno, non assorbe il sudore, per cui è facile che le prese o le impugnature risultino scivolose e poco sicure. Inoltre siccome la plastica è particolarmente flessibile e poco resistente, potrebbe rappresentare un vero pericolo su esercizi impegnativi. 14 Figura 5 Figura 6 15 Schema del quadro svedese L’intersecarsi degli staggi con i gradi determina un reticolato di quadrati. I quadrati si numerano a partire dal basso, a sinistra di chi guarda. I quadrati devono essere considerati disposti su linee orizzontali adiacenti e parallele definite righe, e su linee verticali adiacenti e parallele definite file (fig. 7,8,9). Questa terminologia rappresenta un riferimento, e dà origine a delle vere coordinate spaziali. Essa deve essere conosciuta e rispettata dagli allievi, al fine di migliorare la comprensione dei comandi. Figura 7 16 Rappresentazione dello schema descritto su base reale (fig. 8,9) Figura 8 17 Figura 9 18 Introduzione Il quadro svedese è un grande attrezzo dell'Educazione Fisica classica. I grandi attrezzi sono quegli attrezzi dove sono praticati gli esercizi nei quali il corpo viene impegnato in maniera globale e completa. Essi rappresentano un tesoro immenso che abbiamo ereditato dai grandi ginnasiarchi del passato, da un tempo nel quale l’educazione fisica godeva di grande prestigio, un tempo dove gli allievi erano allievi, ma sopratutto i maestri erano maestri. La società attuale ha bisogno oggi più che mai di maestri che possiedano l’arte di applicare la scienza Ginnastica, di insegnanti appassionati e coraggiosi che non rinneghino la propria storia e che sappiano affermare con orgoglio le tradizioni del passato, alla luce delle nuove acquisizioni scientifiche. Il nuovo, il moderno, la moda imperante del momento, l’ultimo ritrovato del fitness (termine abusato che testimonia la scarsa conoscenza della storia), non avranno mai il fascino e l’utilità dei grandi attrezzi, e per quanto si stia cercando, nelle giovani generazioni, di farne perdere la memoria (non si trovano più testi scolastici con la descrizione della spalliera, del palco di salita, dell’asse di equilibrio Baumann ecc. con i relativi esercizi), e per quanto sia in corso il tentativo di metterli “fuori legge” con la scusa che sono pericolosi, e perciò di bandirli dalle palestre scolastiche, sono convinto che i grandi attrezzi saranno ancora costruiti ed usati e quindi sopravvivranno, almeno fino a che a sopravvivere saranno intelligenza, buon senso, saggezza e cultura. Il quadro svedese è uno strumento didattico indispensabile dotato di enormi potenzialità nel campo della Ginnastica e dell'Educazione Fisica. 19 La varietà e molteplicità degli esercizi che vi si possono eseguire offrono all’insegnante la possibilità di poter far lavorare i ragazzi in maniera completa sulle capacità motorie (condizionali e coordinative). Ogni esercizio determina uno o più effetti motori. L’effetto motorio, come ben illustra e definisce nel suo libro Teoria dell’Esercizio Fisico, il prof. Marco Pecchioli, rappresenta la modificazione organica che si intende apportare al fisico mediante l’esercizio. Gli effetti motori e quelli sullo “spirito” che le esercitazioni al quadro producono possono riassumersi brevemente nell’elenco seguente: Aumento della forza di presa della mano conseguente al potenziamento dei muscoli flessori della mano e dell’avambraccio. Aumento della forza di tutti i muscoli impegnati nelle trazioni, e quindi potenziamento di tutti i muscoli dell’arto superiore, del cingolo scapoloomerale, dei muscoli pettorali, dorsali, lombari e soprattutto dei muscoli addominali che sono messi a dura prova con gli esercizi in torsione e con precedenza del bacino e delle gambe. Aumento della forza resistente che si esplica nell’eseguire gli esercizi complessi secondo una sequenza definita. Aumento della mobilità articolare e della flessibilità Miglioramento dell’equilibrio, dell’orientamento nello spazio da posizioni inconsuete, della funzionalità dell’apparato vestibolare (attraverso gli esercizi in capovolta, in verticale, in capofitto, in picchiata), della coordinazione generale e segmentaria, della strutturazione della lateralità, dell’agilità. Miglioramento della prontezza, dell'immediatezza delle reazioni, dell’abitudine della mente a riflettere per superare gli ostacoli, della capacità del sistema nervoso centrale di affinare il gesto, perfezionandolo sempre di più con la ripetizione. Aumento del coraggio, e conseguentemente superamento delle paure inconsistenti e irrazionali, come la paura dell’altezza e del vuoto. 20 Diminuzione del senso di vertigine e della percezione del pericolo che si prova quando, sospesi ad una certa altezza e sottoposti all’oscillazione offerta dall’attrezzo, diventiamo consapevoli della sicurezza offerta dai reticoli dei quadri. Aumento della consapevolezza delle proprie capacità e limiti, della forza di volontà e determinazione. Il quadro svedese costituisce perciò, in mano ad un "Maestro di Ginnastica", uno strumento eccezionale ed insostituibile per una vera Educazione Fisica dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. . Sappiamo bene infatti quanto ad essi manchino le possibilità e le opportunità per "muoversi" in modo naturale, e quanto questa mancanza costituisca per essi un danno grave e dalle conseguenze che sempre più sono evidenziate da ogni parte del mondo scientifico e pedagogico: la storia dell' Educazione Fisica e della Ginnastica ci ha consegnato una serie di attrezzi, tra cui appunto il quadro svedese, pensati proprio per far fronte a questa situazione, con la consapevolezza che le esperienze motorie, anche forti, se condotte razionalmente possono contribuire in modo sostanziale alla costruzione di personalità equilibrate, leali, serene con se stesse e con gli altri. 21 Definizioni ed elementi di terminologia “ Senza una definizione non sappiamo neppure ciò di cui si sta parlando” (Marco Pecchioli). Tenendo ben presente questo assioma come linea guida fondamentale, vengono di seguito riportate le definizioni di Educazione Fisica, di Ginnastica e di Esercizio fisico, accettate e riconosciute dalla S.I.E.F. (Società Italiana di Educazione Fisica). L’Educazione Fisica è “l’applicazione pratica delle norme igieniche” (Emilio Baumann). La Ginnastica è la scienza che studia l’esercizio fisico, gli effetti che con esso si possono produrre sull’organismo umano, e che ha per fine il conseguimento ed il mantenimento della buona salute (Da Girolamo Mercuriale, modificata). L’Esercizio Fisico è un atto motorio voluto e precisato (Emilio Baumann). La Società italiana di Educazione Fisica, essendo una società scientifica della materia, si è posta come primo obiettivo quello della definizione dei termini, allo scopo di fornire agli scienziati un linguaggio comune, senza il quale si corre il rischio di non capire e di confondere l’oggetto degli studi. Purtroppo oggi è pratica diffusa, anche in ambito scolastico a tutti i livelli, confondere ed uniformare i termini di Educazione Fisica, attività motoria, Scienze Motorie, Ginnastica, Sport, psicomotricità ecc. Tutto ciò contribuisce all’insorgere di incomprensioni e resistenze tra gli addetti ai lavori, con gravi conseguenze per la società civile. 22 Impugnature e Prese L’impugnatura può essere definita come la presa che si realizza con una o due mani su di un oggetto. Nel caso di esercitazioni al quadro svedese vengono impugnati i correnti o gradi, oppure i montanti laterali o staggi. L’impugnatura può effettuarsi su un singolo corrente o su due correnti. L’impugnatura a due mani su di un singolo corrente è caratterizzata dal passo. Il passo rappresenta la distanza fra due prese. Ai fini degli esercizi proposti vengono utilizzati i seguenti passi: Passo unito (fig. 1, 4, 7 pag. 25, fig.10, 13, 16 pag. 26) Passo normale (fig. 2, 5, 8 pag. 25, fig.11, 14, 17 pag. 26) Passo largo (fig.3, 6, 9 pag. 25, fig.12, 15, 18 pag. 26) Passo incrociato (fig. 13, 14, 15, 16, 17, 18 pag. 26) Quando l’impugnatura è realizzata a due mani su di un solo corrente (fig.1-18 pag. 25-26), può essere a: Pollici in dentro (fig. 1, 2, 3, pag. 25) Pollici in fuori (fig. 4, 5, 6, pag. 25) Pollici corrispondenti a destra (fig. 7, 8, 9, 13, 14, 15 pag. 25-26) Pollici corrispondenti a sinistra (fig. 10, 11, 12, 16, 17, 18 pag. 26) 23 Definiti questi elementi di base, è possibile descrivere in maniera precisa e completa le impugnature ai gradi (pag. 25, 26): Impugnatura ad un corrente a pollici in dentro, passo unito (fig.1), normale (fig. 2), largo (fig.3) Impugnatura ad un corrente a pollici in fuori, passo unito (fig.4), normale (fig. 5), largo (fig.6) Impugnatura ad un corrente a pollici corrispondenti a destra, passo unito (fig.7), normale (fig.8), largo (fig.9) Impugnatura ad un corrente a pollici corrispondenti a sinistra, passo unito ( fig.10), normale (fig.11), largo(fig.12) Impugnatura ad un corrente a pollici corrispondenti a destra, passo incrociato unito (fig. 13), normale (fig. 14), largo (fig.15) Impugnatura ad un corrente a pollici corrispondenti a sinistra, passo incrociato unito (fig. 16), normale (fig.17), largo (fig.18) L’impugnatura realizzata a due correnti, descritta in questo lavoro, può essere a: Palme in dentro, pollici a sinistra ( fig.19 pag. 27) Palme in dentro, pollici a destra (fig. 20 pag. 27) 24 La presa è un’azione di tenuta o di contatto del corpo con l’attrezzo. Le prese utilizzate nelle esercitazioni che verranno descritte sono: Presa plantare anteriore (fig. 21, pag. 27) Presa plantare istmica (fig. 22, pag. 27) Presa podo dorsale anteriore (fig. 23, pag.27) Presa poplitea (fig. 24, pag. 27) Presa addominale (fig. 25, pag. 27) Presa nucale (fig. 26, pag. 27) E’ di fondamentale importanza insegnare bene agli allievi le impugnature e le prese con la terminologia precisa ed appropriata, in modo tale che il comando dell’esercizio risulti chiaro ed efficace. Le difficoltà maggiori che si affrontano nelle lezioni iniziali al quadro svedese sono rappresentate proprio dalla confusione che deriva dalla mancata assimilazione delle impugnature corrette. Risulta altresì difficile da parte del maestro, correggere le impugnature dalle diverse prospettive che di volta in volta gli esercizi impongono. La ripetizione, sotto forma di allenamento, delle impugnature, contribuisce ad affermare nella mente dell’allievo l’esecuzione corretta, ed il comando giusto in quella del maestro. 25 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 26 Figura 10 Figura 11 Figura 12 Figura 13 Figura 14 Figura 15 Figura 16 Figura 17 Figura 18 27 Figura 19 Figura 20 Figura 21 Figura 22 Figura 23 Figura 24 Figura 25 Figura 26 28 Esercizi Gli esercizi ai grandi attrezzi possono essere classificati in esercizi preparatori, propedeutici, applicativi, di riporto e i virtuosismi. Questo inquadramento generale mal si addice al quadro svedese, in quanto gli esercizi preparatori per affrontare l’attrezzo possono dirsi esauriti dopo aver insegnato bene le impugnature e le prese (avendone controllato la tenuta), e dopo aver constatato la capacità degli allievi di rimanere in sospensione per pochi secondi. Non esistono particolari esercizi propedeutici e di riporto perché ciò che è eseguibile al quadro svedese rientra nel suo campo applicativo. Grande invece è la varietà degli esercizi di applicazione che possono essere eseguiti all’attrezzo. Essi possono essere classificati secondo il seguente schema: Le entrate (pag. 29) Le traslocazioni ascendenti, con precedenza di testa, di bacino, di piedi (pag. 47) Le traslocazioni discendenti, con precedenza di testa, di bacino, di piedi (pag. 72) Le traslocazioni orizzontali, con precedenza di testa, di bacino, di piedi (pag.112) Le uscite (pag. 130) Su questa base sarà possibile sviluppare una serie di varianti organizzando gli esercizi su una o più file, su una o più righe, saltando uno o più quadrati, lavorando all’interno o all’esterno del quadro. 29 LE ENTRATE Esistono vari modi per entrare al quadro. Diventa necessario, nella didattica, considerare la gradualità e la progressività degli esercizi. Bisogna altresì tenere presente che il grado di difficoltà che è possibile incontrare nelle entrate, oltre che dalla tecnica scelta, dipende fortemente anche dall’altezza alla quale è stato montato l’attrezzo e dal grado che viene impugnato. Entrata con torsione con precedenza di testa Posizione di partenza: (figure a pag. 30) In piedi, lato destro all’attrezzo mani che impugnano il terzo grado del quadrato 2C, passo incrociato unito pollici corrispondenti a destra (fig.1). Svolgimento: Infilare il capo e le spalle nel quadrato 2C, ed eseguire una torsione verso sinistra, facendo perno sui piedi ed eseguendo una trazione con gli arti superiori (fig.2). Arrivo: Sedersi sul secondo grado del quadrato 2C, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.3). 30 Figura 1 Figura 2 Figura 3 31 Entrata indiretta con salto Posizione di partenza: (figure a pag 32) In piedi, dietro l’attrezzo mani che impugnano il quarto grado del quadrato 3C, pollici in dentro passo largo (fig.1). Svolgimento: Saltare a piedi uniti sul secondo grado (fig.2), e successivamente infilare gli arti inferiori tesi nel quadrato 2C, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.3). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2C, piedi in presa plantare istmica sul primo grado del quadrato 1C, mani che impugnano il quarto grado del quadrato 3C, passo largo pollici in dentro (fig. 3). 32 Figura 1 Figura 2 Figura 3 33 Entrata laterale con salto Posizione di partenza: (figure a pag. 34) In piedi, lato destro all’attrezzo, mani che impugnano il quarto grado del quadrato 3E, passo incrociato unito pollici corrispondenti a destra (fig.1). Svolgimento: Saltare a piedi uniti ed infilare gli arti inferiori nel quadrato 2D (fig. 2,3,4,5), senza modificare l’impugnatura delle mani. Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato (fig.6), passo largo pollici in dentro. 34 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 35 Entrata con capovolta indietro Posizione di partenza: (figure a pag. 36) In piedi davanti al quadro, dorso all’attrezzo, mani che impugnano il quarto grado del quadrato 3D (fig.1), passo largo pollici uniti. Svolgimento: Eseguire una decisa trazione con gli arti superiori fino a staccare gli arti inferiori da terra indirizzandoli in maniera potente verso l’alto (fig.2). Infilare gli arti inferiori nel quadrato 4D ed entrarvi in capovolta fino alla presa addominale, il tutto senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.2,3,4,5). Arrivo: Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro, busto che si trova all’interno del quadrato 4D (fig.6). 36 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 37 Entrata laterale con salto con precedenza di piedi fino a presa poplitea Posizione di partenza: (figure a pag. 38 ) In piedi lato sinistro all’attrezzo mani che impugnano il terzo ed il quarto grado del quadrato 3C, (due correnti), palme in dentro pollici a sinistra (fig. 1). Svolgimento: Eseguire una decisa trazione con gli arti superiori fino a staccare gli arti inferiori da terra indirizzandoli in maniera potente verso l’alto (fig.2,3). Infilare i piedi e le gambe nel quadrato 4D, fino a raggiungere la presa poplitea sul quarto grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 4,5). Spostare la mano sinistra ed impugnare il quarto grado del quadrato 3C, passo incrociato pollici corrispondenti a sinistra (fig.6). Spostare la mano destra ed impugnare il quinto grado del quadrato 4D (fig.7), e successivamente impugnare con la mano sinistra il quinto grado del quadrato 4D, passo largo pollici in dentro, rimanendo ancora in presa poplitea (fig.8). Arrivo: Con una trazione degli arti superiori andare a sedersi sul quarto grado del quadrato 4D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.10). 38 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 39 Entrata in capovolta indietro da gambe piegate, ginocchia unite Posizione di partenza: (figure a pag. 40) Dorso all’attrezzo, gambe piegate ginocchia unite, mani che impugnano il terzo grado del quadrato 2D, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Eseguire una decisa trazione con gli arti superiori fino a staccare gli arti inferiori da terra indirizzandoli in maniera potente verso l’alto (fig.2). Infilare i piedi e le gambe nel quadrato 3D entrandovi in capovolta e senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.3,4). Arrivo: Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D, busto che si trova all’interno del quadrato 3D (fig.5). 40 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 41 Entrata in capovolta indietro da seduti gambe dritte ed unite Posizione di partenza: (figure a pag. 42) Seduti dorso all’attrezzo, gambe dritte ed unite mani che impugnano il secondo grado del quadrato 1E, passo largo pollici in fuori (fig.1). Svolgimento: Infilare la testa nel quadrato 1E, eseguire una potente trazione con gli arti superiori fino a sollevare da terra gli arti inferiori dritti ed uniti (fig.2). Entrare con le ginocchia flesse in capovolta nel quadrato 2E, fino a trovarsi in presa addominale sul secondo grado del quadrato 1E, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.3,4). Arrivo: Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore, busto che si trova all’interno del quadrato 2E, mani che impugnano il secondo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in fuori (fig.5,6). 42 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 43 Entrata con capovolta in avanti in presa poplitea Posizione di partenza: (figure a pag. 44 ) Fronte all’attrezzo, busto flesso in avanti, braccia estese per dietro/alto, mani che impugnano il secondo grado del quadrato 2D, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Facendo forza sulle braccia richiamare per avanti/alto il dorso ed il bacino e con una capovolta in avanti infilare i piedi e le gambe flesse nel quadrato 3D, fino alla presa poplitea al terzo grado dello stesso quadrato (fig.2,3), senza modificare l’impugnatura delle mani. Spostare prima la mano destra (fig.4), dopo la mano sinistra, al quarto grado del quadrato 3D, impugnandolo con passo largo, pollici in dentro (fig.5). Arrivo: Eseguire una trazione con gli arti superiori fino a trovarsi seduti sul terzo grado del quadrato 2D, piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado dello stesso quadrato, senza spostare l’impugnatura delle mani (fig.6). 44 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 45 Entrata dalla verticale in appoggio ritto sulle braccia fino alla presa poplitea Posizione di partenza: (figure a pag. 46) In piedi fronte all’attrezzo ad una distanza di circa un metro. Slanciare le braccia tese per avanti/alto, contemporaneamente elevare la gamba destra (fig.1). Svolgimento: Eseguire la verticale in appoggio ritto sulla braccia, dorso all’attrezzo (fig.2), successivamente infilare i piedi e le gambe flesse nel quadrato 3C fino alla presa poplitea sul terzo grado dello stesso quadrato (fig.3), senza modificare l’appoggio delle braccia. Mantenendo forte la presa poplitea impugnare il terzo grado del quadrato 3C, passo largo pollici in dentro (fig.4). Arrivo: Spostando prima la mano destra, dopo quella sinistra impugnare il quarto grado del quadrato 3C, passo largo pollici in dentro, senza modificare la presa poplitea (fig. 5,6). 46 Figura 2 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 47 LE TRASLOCAZIONI ASCENDENTI Traslocazioni ascendenti tipo arrampicata all’esterno del quadro Rappresentano le più semplici ed “istintive” traslocazioni ascendenti. Si tratta essenzialmente di salire come si salirebbe una scala a pioli, spostando verso l’alto ed in maniera alterna l’impugnatura della mano sinistra con la presa plantare anteriore del piede destro, e traslocando in alto distendendo l’arto inferiore destro e trazionando con l’arto superiore sinistro. Successivamente spostando verso l’alto ed in maniera alterna l’impugnatura della mano destra con la presa plantare anteriore del piede sinistro, continuando la salita distendendo l’arto inferiore sinistro e trazionando con l’arto superiore destro (fig.1, 2, 3 pag. 48). E’ possibile salire con questa tecnica sulla stessa fila, oppure seguendo una diagonale di quadrati a destra o sinistra oppure a zig zag. E’ possibile salire anche di lato al quadro fronte al montante laterale esterno sinistro o destro (fig. 4, 5, 6, pag. 48). 48 Figura 1 Figura 2 Figura 4 Figura 3 Figura 5 Figura 6 49 Traslocazione ascendente su una fila di quadrati con precedenza del capo Posizione di partenza: (figure a pag. 50) Seduti sul secondo grado del quadrato 2E, piedi in presa plantare anteriore sul primo grado dello stesso quadrato, mani che impugnano il terzo grado del quadrato 3E (fig.1). Svolgimento: Impugnare il quarto grado del quadrato 3E passo incrociato unito pollici corrispondenti a destra in prossimità dell’angolo sinistro (fig.2). Elevare la gamba sinistra flessa fino ad andare in presa plantare anteriore con il piede sinistro sul secondo grado del quadrato 2E (fig.2). Drizzando l’arto inferiore sinistro, e trazionando con gli arti superiori, infilare il busto con una torsione verso sinistra nel quadrato 3E (fig. 3,4,5) senza modificare l’impugnatura delle mani. Arrivo: Seduti sul terzo grado del quadrato 3E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.6). 50 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 51 Traslocazione ascendente su una fila di quadrati con precedenza del bacino Posizione di partenza: (figure a pag. 52) Seduti sul secondo grado del quadrato 2E, piedi in presa plantare anteriore sul primo grado dello stesso quadrato, mani che impugnano il terzo grado del quadrato 3E (fig.1). Svolgimento: Impugnare il quarto grado del quadrato 3E passo incrociato unito pollici corrispondenti a destra in prossimità dell’angolo sinistro (fig.2). Elevare la gamba sinistra flessa fino ad andare in presa plantare anteriore con il piede sinistro sul secondo grado del quadrato 2E (fig.2). Drizzando l’arto inferiore sinistro, e trazionando con gli arti superiori, eseguire una torsione del busto verso sinistra, fino ad infilare prima il bacino e successivamente tutto il busto nel quadrato 3E (fig.3,4,5). Arrivo: Seduti sul terzo grado del quadrato 3E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.6). 52 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 53 Traslocazione ascendente su una fila di quadrati con precedenza delle gambe e con capovolta indietro Posizione di partenza: (figure a pag. 54) Seduti gambe dritte ed unite sul secondo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Eseguire una potente trazione con gli arti superiori fino a sollevare le gambe ed il bacino infilando le gambe nel quadrato 3E (fig.2). Entrare in capovolta indietro nello stesso quadrato fino alla presa addominale (fig.4), successivamente andare in presa plantare anteriore a piedi uniti e gambe flesse sul secondo grado del quadrato 2E, busto all’interno del quadrato 3E, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.5). Con una torsione del busto verso sinistra, impugnare il quarto grado del quadrato 3E, passo incrociato unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.6), quindi drizzare le gambe e trazionare con le braccia completando la torsione. Arrivo: Seduti sul terzo grado del quadrato 3E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.7). 54 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 55 Traslocazione ascendente su una fila di quadrati in presa poplitea all’esterno del quadro Posizione di partenza: (figure a pag. 56) Partire dalla presa poplitea sul secondo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Sfilare prima l’arto inferiore destro, poi quello sinistro, e portare le gambe dritte ed unite all’esterno del quadro (fig.2,3). Eseguire una potente trazione con gli arti superiori fino ad andare in presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3E (fig. 4) senza modificare l’impugnatura delle mani. Successivamente risalire con il busto spostando prima la mano destra e dopo la sinistra fino ad impugnare il quarto grado del quadrato 3E, passo largo pollici in dentro (fig.5,6). Arrivo: Posizione in presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.6). 56 Figura 1 Figura 2 Figura 4 Figura 5 Figura 3 Figura 6 57 Traslocazione ascendente su due file di quadrati con precedenza del capo Posizione di partenza: (figure a pag. 58) Seduti sul secondo grado del quadrato 1D, piedi in presa plantare anteriore sul primo grado dello stesso quadrato, mani che impugnano il terzo grado del quadrato 2D, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Impugnare il quarto grado del quadrato 3E all’angolo sinistro, passo incrociato unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.2). Elevare la gamba destra fino ad andare con il piede destro in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 1D (fig.3). Estendere l’arto inferiore destro e trazionare con le braccia infilando, con una torsione a destra, il busto nel quadrato 3E, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.3,4). Arrivo: Seduti sul terzo grado del quadrato 3E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a destra (fig. 5). 58 Figura 1 Figura 4 Figura 2 Figura 5 Figura 3 59 Traslocazione ascendente su due file di quadrati con precedenza del bacino Posizione di partenza: (figure a pag. 60) Seduti sul secondo grado del quadrato 1D, piedi in presa plantare anteriore sul primo grado dello stesso quadrato, mani che impugnano il terzo grado del quadrato 2D, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Impugnare il quarto grado del quadrato 3E all’angolo sinistro, passo incrociato unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.2). Elevare la gamba destra fino ad andare con il piede destro in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 1D (fig.3). Estendere l’arto inferiore destro e trazionare con le braccia infilando, con una torsione a destra, prima il bacino, poi il busto all’interno del quadrato 3E, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.4,5,6,7). Arrivo: Seduti sul terzo grado del quadrato 3E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a destra (fig.8). 60 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 61 Traslocazione ascendente su due file di quadrati con precedenza delle gambe fino a presa poplitea Posizione di partenza: (figure a pag. 62) Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a destra. Piedi uniti in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1D (fig.1). Svolgimento: Trazionare con le braccia, sfilarsi dal quadrato 2D e portare con un’azione potente e decisa gli arti inferiori in alto, verso destra (fig.2,3). Infilare le gambe nel quadrato 3E, fino a presa poplitea sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.4,5). Staccare prima la mano sinistra, poi la mano destra, e mantenendo ben salda la presa poplitea, impugnare il quadro grado del quadrato 3E, passo largo pollici in dentro (fig.6,7). Arrivo: Trazionare con le braccia fino a portarsi seduti sul terzo grado del quadrato 3E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in fuori. Piedi uniti in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2E (fig.8). 62 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 63 Traslocazione ascendente su due file di quadrati con precedenza delle gambe fino a presa addominale Posizione di partenza: (figure a pag. 64) Seduti sul secondo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra. Piedi uniti in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1E (fig.1). Svolgimento: Trazionare con le braccia, sfilarsi dal quadrato 2E e portare con un’azione potente e decisa gli arti inferiori in alto, verso destra (fig.2,3). Infilare le gambe nel quadrato 3D, fino a raggiungere la presa addominale sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.4). Portare i piedi uniti in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D, e spostare le mani per impugnare il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.5,6). Impugnare il quarto grado del quadrato 3D passo unito pollici corrispondenti a sinistra, trazionare con torsione del busto verso sinistra fino a portarsi seduti sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.7,8). 64 Figura 2 Figura 1 Figura 4 Figura 6 Figura 3 Figura 5 Figura 7 Figura 8 65 Traslocazione ascendente su due file di quadrati all’esterno del quadro fino a presa poplitea Posizione di partenza : (figure a pag. 66) Presa poplitea al secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Sfilare dal quadrato 2D l’arto inferiore destro, ed elevarlo sulla diagonale destra fino a infilare il piede destro all’interno del quadrato 3E, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.2). Spostare prima la mano destra, poi quella sinistra ed impugnare il quarto grado del quadrato 3E (fig.3,4). Tenere ben salda la presa poplitea della gamba destra, poi sfilare dal quadrato 2D anche l’arto inferiore sinistro, che verrà portato in presa poplitea accanto al destro (fig.5,6). Arrivo: Presa poplitea al terzo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.6). 66 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 67 Traslocazione ascendente su due file di quadrati in avvitamento al montante con precedenza delle gambe (1) Posizione di partenza: (figure a pag. 68) Seduti sul secondo grado a cavallo del quinto staggio, gambe tese e divaricate, mani che impugnano il quarto grado a cavallo del quinto staggio, passo molto largo, pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Spostare la mano destra ed impugnare il quarto grado del quadrato 3D all’angolo destro, pollice a destra, contemporaneamente sfilare l’arto inferiore destro dal quadrato 2D, ed elevarlo sulla diagonale destra fino ad appoggiare la parte inferiore della gamba sul terzo grado del quadrato 2D (fig.2). Spostare la mano sinistra che andrà ad impugnare il quarto grado del quadrato 3D, passo incrociato unito pollici corrispondenti a destra (fig.3). Trazionare con gli arti superiori fino ad infilare prima la gamba destra, poi il busto all’interno del quadrato 3D, completando il movimento in avvitamento sinistrorso intorno al quinto staggio, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.4,5). Arrivo: Seduti sul terzo grado a cavallo del quinto staggio, gambe tese e divaricate, mani che impugnano il quarto grado a cavallo del quinto staggio, passo largo pollici in dentro (fig.6). 68 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 69 Traslocazione ascendente su due file di quadrati in avvitamento al montante con precedenza delle gambe (2) Posizione di partenza: (figure a pag. 71) Seduti sul primo grado a cavallo del quinto staggio, gambe tese e divaricate, mani che impugnano il secondo grado a cavallo del quinto staggio, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Spostare la mano destra ed impugnare il secondo grado del quadrato 2E, passo unito pollici, corrispondenti a sinistra (fig.2). Sfilare l’arto inferiore destro dal quadrato 1D, ed elevarlo sulla diagonale destra fino ad appoggiare la parte inferiore della gamba sul secondo grado del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.3). Impugnare il terzo grado del quadrato 2D passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra (fig.4). Trazionare con gli arti superiori fino ad infilare prima la gamba destra, poi il busto all’interno del quadrato 2D, completando il movimento in avvitamento sinistrorso intorno al quinto staggio, e continuare ad elevare la gamba destra fino ad appoggiarla sul terzo grado del quadrato 3E, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 5,6). 70 Impugnare il quarto grado del quadrato 3E, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra, e trazionare con gli arti superiori fino ad infilare prima la gamba destra, poi il busto all’interno del quadrato 3E, completando il movimento in avvitamento sinistrorso intorno al quinto staggio, fino ad infilare l’arto inferiore destro all’interno del quadrato3D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.7,8,9). Arrivo: Seduti sul terzo grado a cavallo del quinto staggio, gambe tese e divaricate, mani che impugnano il quarto grado del quadrato 3E, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.10). 71 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 Figura 10 72 LE TRASLOCAZIONI DISCENDENTI Traslocazione discendente su una fila di quadrati con precedenza della gambe Posizione di partenza: (figure a pag.73) Seduti sul terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a destra (fig.1). Svolgimento: Infilare i piedi uniti nel quadrato 2D (fig.2), successivamente cedendo in maniera controllata con la tenuta degli arti superiori, torcere il busto verso sinistra e lasciarsi scivolare fino a sedersi sul secondo grado del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.3,4,5). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.6). 73 Figura 1 Figura 4 Figura 2 Figura 3 Figura 5 Figura 6 74 Traslocazione discendente su una fila di quadrati con precedenza del bacino Posizione di partenza: (figure a pag.75) Seduti sul terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Scivolare con il bacino indietro ed in basso fino alla presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3D (fig.2). Mantenendo ben salda la presa poplitea, spostare prima la mano destra, poi la sinistra, ed impugnare il terzo grado dello stesso quadrato, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra (fig.3,4). Torcere il busto verso sinistra, e contemporaneamente, chiudendo l’angolo tronco/arti inferiori, entrare con precedenza di bacino all’interno del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.5,6). Scivolare con il bacino verso il basso, fino alla presa poplitea sul secondo grado del quadrato 2D (fig.7,8). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.9). 75 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 76 Traslocazione discendente su una fila di quadrati con precedenza del capo Posizione di partenza: (figure a pag.77) Seduti sul terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Scivolare con il bacino indietro ed in basso fino alla presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3D (fig.2). Mantenendo ben salda la presa poplitea, spostare prima la mano destra, poi la sinistra, ed impugnare il terzo grado dello stesso quadrato, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra (fig.3,4). Torcere il busto verso sinistra e contemporaneamente chiudendo l’angolo tronco/arti inferiori entrare con precedenza del capo all’interno del quadrato 2D, fino a sedersi sul secondo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.5,6,7,8). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito, pollici corrispondenti a sinistra (fig.9). 77 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 78 Traslocazione discendente su una fila di quadrati con capovolta avanti nel quadrato sottostante Posizione di partenza: (figure a pag. 79) Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D, busto che si trova all’interno del quadrato3D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in fuori (fig.1). Svolgimento: Eseguire una capovolta avanti, in posizione raccolta, attorno all’asse trasversale costituito dal terzo grado del quadrato 3D, fino a trovarsi seduti sul secondo grado del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.2,3,4,5,6). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in fuori, piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1D (fig.6). 79 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 80 Traslocazione discendente su una fila di quadrati con capovolta avanti, saltando un quadro Posizione di partenza: (figure a pag. 81) Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul terzo grado del quadrato 3D, busto che si trova all’interno del quadrato 4D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in fuori (fig.1). Svolgimento: Spostare prima la mano sinistra poi quella destra ed impugnare il terzo grado del quadrato 3D, passo largo pollici in fuori (fig.2,3). Entrare con precedenza del capo, in capovolta avanti nel quadrato 2D, frenando la discesa grazie al contatto delle gambe divaricate con il quarto e quinto staggio (fig.4,5). Completare la capovolta unendo gli arti inferiori fino a trovarsi seduti sul secondo grado del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.6,7,8). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in fuori (fig.9). 81 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 82 Traslocazione discendente su una fila di quadrati a capofitto nel quadrato sottostante Posizione di partenza: (figure a pag. 83) Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D, busto che si trova all’interno del quadrato 3D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.1). Svolgimento: Eseguire una capovolta avanti, in posizione raccolta, attorno all’asse trasversale costituito dal terzo grado del quadrato 3D, fino a trovarsi seduti sul secondo grado del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.2,3,4,5). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.6). 83 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 84 Traslocazione discendente su una fila di quadrati a capofitto saltando un quadro Posizione di partenza: (figure a pag. 85) Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul terzo grado del quadrato 3D, busto che si trova all’interno del quadrato 4D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in fuori (fig.1). Svolgimento: Impugnare il terzo grado del quadrato 3D, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.2). Entrare con precedenza del capo, in capovolta avanti nel quadrato 2D, frenando la discesa grazie al contatto delle gambe divaricate con il quarto e quinto staggio (fig. 3,4,5). Completare la capovolta fino a trovarsi seduti sul secondo grado del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.5,6,7). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.8). 85 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 86 Traslocazione discendente su una fila di quadrati con caduta del bacino in presa poplitea Posizione di partenza: (figure a pag. 87) Seduti sul quarto grado del quadrato 4D, mani che impugnano il quinto grado dello stesso quadrato passo largo pollici in dentro, piedi in presa plantare anteriore su terzo grado del quadrato 3D (fig.1). Svolgimento: Scivolare con il bacino indietro ed in basso, fino a raggiungere la presa poplitea sul quarto grado del quadrato 4D (fig.2), spostare prima la mano destra, poi la sinistra, ed impugnare lo stesso grado, passo largo pollici in dentro (fig.3,4). Estendere gli arti inferiori ed i superiori scivolando in basso fino a raggiungere la presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3D (fig.5,6,7). Arrivo: Presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.7). 87 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 88 Traslocazione discendente su una fila di quadrati all’esterno del quadro con caduta del bacino a gambe divaricate Posizione di partenza: (figure a pag. 89) Seduti sul quarto grado del quadrato 4D, mani che impugnano il quinto grado dello stesso quadrato passo largo pollici in dentro, piedi in presa plantare anteriore su terzo grado del quadrato 3D (fig.1). Svolgimento: Scivolare con il bacino indietro ed in basso, fino a raggiungere la presa poplitea sul quarto grado del quadrato 4D (fig.2). Spostare prima la mano destra, poi la sinistra ed impugnare lo stesso grado, passo normale pollici in dentro (fig.3,4). Estendere e divaricare gli arti inferiori, lasciandosi scivolare verso il basso grazie ad una ceduta controllata della tenuta delle braccia (fig.5,6). Spostare la mano destra, poi la sinistra, fino ad impugnare il terzo grado del quadrato 2D, passo normale pollici in dentro, mantenendo gli arti inferiori tesi e divaricati (fig.7,8). Arrivo: La freccia gialla orizzontale mostra chiaramente come, dalla posizione descritta precedentemente, sia possibile continuare la discesa fino a terra (fig. 9b,10b), oppure fermarsi infilando prima la gamba sinistra, poi la destra, nel quadrato 3D, in presa poplitea sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 9a,10a). 89 Figura 1 Figura 2 Figura 4 Figura 5 Figura 7 Figura 8 Figura 9a Figura 10b Figura 3 Figura 6 Figura 9b Figura 10b 90 Traslocazione discendente su due file di quadrati con precedenza delle gambe Posizione di partenza: (figure a pag. 91) Seduti sul terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Impugnare lo stesso grado, passo unito pollici corrispondenti a destra (fig.2). Infilare prima il piede sinistro, poi quello destro ed ambedue le gambe nel quadrato 2E (fig.3,4). Successivamente cedendo in maniera controllata con la tenuta degli arti superiori, torcere il busto verso sinistra e lasciarsi scivolare fino a sedersi sul secondo grado del quadrato 2E, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 4,5,6,7). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a destra, piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1E (fig.8,9). 91 Figura 1 Figura 2 Figura 4 Figura 5 Figura 7 Figura 8 Figura 3 Figura 6 Figura 9 92 Traslocazione discendente su due file di quadrati con precedenza del capo Posizione di partenza: (figure a pag. 93) Presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra ed impugnare il terzo grado del quadrato 2E, passo incrociato pollici corrispondenti a sinistra (fig.2,3). Trazionarsi, con precedenza del capo all’interno del quadrato 2E fino a trovarsi seduti sul secondo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.4,5,6). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a destra, piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1E (fig.7). 93 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 94 Traslocazione discendente su due file di quadrati con precedenza del bacino Posizione di partenza: (figure a pag. 95) Seduti sul terzo grado del quadrato 3F, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo, pollici in dentro, piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2F (fig.1). Svolgimento: Scivolare indietro ed in basso con il bacino fino a raggiungere la presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3F (fig.2). Spostare prima la mano destra, poi la sinistra, ed impugnare il terzo grado del quadrato 2E, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra (fig.3,4). Trazionando con gli arti superiori e con una torsione del busto a sinistra, chiudere l’angolo tronco /arti inferiori, fino ad entrare, con precedenza di bacino, all’interno del quadrato 2E (fig.5,6,7). Raggiungere la presa poplitea sul secondo grado del quadrato 2E, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.8). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a sinistra. Piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1E (fig.9). 95 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 96 Traslocazione discendente su due file a capofitto nel quadrato sottostante Posizione di partenza: (figure a pag. 97) Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D, busto che si trova all’interno del quadrato 3D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Impugnare il terzo grado del quadrato 2F, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a sinistra (fig.2). Passare alla presa addominale sul terzo grado del quadrato 3D e, divaricando le gambe in alto, trazionarsi all’interno del quadrato 2F, frenando l’azione grazie al contatto degli arti inferiori con il quinto e sesto staggio. Completare l’azione fino a trovarsi seduti sul secondo grado del quadrato 2F, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 3,4,5,6). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2F, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a sinistra. Piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1F (fig.7). 97 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 98 Traslocazione discendente su due file di quadrati a capofitto saltando un quadro Posizione di partenza: (figure a pag. 99) Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul terzo grado del quadrato 3D, busto che si trova all’interno del quadrato 4D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Impugnare il terzo grado del quadrato 2F, passo unito pollici corrispondenti a sinistra (fig.2). Passare alla presa addominale sul quarto grado del quadrato 4D e, divaricando le gambe in alto, trazionarsi all’interno del quadrato 2F, frenando l’azione grazie al contatto degli arti inferiori con il quinto e sesto staggio (fig. 3,4,5). Completare l’azione fino a trovarsi seduti sul secondo grado del quadrato 2F, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 6, 7). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2F, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito, pollici corrispondenti a sinistra. Piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1F (fig.8). 99 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 100 Traslocazione discendente su due file di quadrati da presa poplitea saltando un quadro Posizione di partenza: (figure a pag. 101 ) Presa poplitea al quarto grado del quadrato 4C, mani che impugnano il quinto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra fino ad impugnare il quarto grado del quadrato 4C, passo largo pollici in dentro (fig.2,3). Mantenendo ben salda la presa poplitea, distendere il busto indietro/basso. Spostare prima la mano destra, poi quella sinistra, ed impugnare il terzo grado del quadrato 2D, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra (4,5). Lasciare la presa poplitea, frenando la discesa grazie al contatto degli arti inferiori divaricati con il terzo e quarto staggio (fig.6), poi completare l’azione trazionandosi all’interno del quadrato 2D fino a trovarsi seduti sul secondo grado dello stesso quadrato (fig.7,8,9). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2D, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato passo unito, pollici corrispondenti a destra (fig.10). 101 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 Figura 10 102 Traslocazione discendente su due file di quadrati all’esterno del quadro fino a presa poplitea Posizione di partenza: (figure a pag. 103) Presa poplitea al quarto grado del quadrato 4D, mani che impugnano il quinto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Uscire dalla presa poplitea con l’arto inferiore sinistro, ed infilarlo nel quadrato 3E (fig.2). Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra ed impugnare il quarto grado del quadrato 3E, passo largo pollici in dentro (fig.3,4). Uscire dalla presa poplitea della posizione di partenza anche con l’arto inferiore destro, ed infilarlo nel quadrato 3E (fig.5,6,7). Scivolare con il bacino indietro ed in basso fino alla presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3E, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.8). Arrivo: Presa poplitea al terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.8). 103 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 104 Traslocazione discendente su due file di quadrati in avvitamento al montante con precedenza delle gambe Posizione di partenza: (figure a pag. 105) Seduti sul terzo grado a cavallo del quinto staggio, gambe tese e divaricate, mani che impugnano il quarto grado a cavallo del quinto staggio, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Impugnare il quarto grado del quadrato 3D, passo unito incrociato pollici corrispondenti a destra (fig.2). Iniziare il movimento di discesa in avvitamento attorno al quinto staggio ruotando a sinistra e facendo precedere l’arto inferiore destro (fig.3). Infilare la gamba destra all’interno del quadrato 2E, spostare prima la mano destra, poi la sinistra, ed impugnare il terzo grado del quadrato 2E, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra (fig.4,5,6). Completare il movimento discendente in avvitamento, infilando la gamba destra all’interno del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 7,8). Arrivo: Seduti sul secondo grado a cavallo del quinto staggio, gambe tese e divaricate, mani che impugnano il terzo grado a cavallo del quinto staggio, passo largo pollici in dentro (fig.9). 105 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 106 Traslocazione discendente su una fila di quadrati in picchiata Posizione di partenza: (figure a pag. 109,110,111 ) Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul quinto grado del quadrato 5C, busto che si trova all’interno del quadrato 6C, mani che impugnano il sesto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Spostare la mano sinistra sul quinto grado del quadrato 5C per impugnare a due correnti, palme in dentro pollici a destra (fig.2). Passare dalla presa addominale sul sesto grado 5C, ed elevare per alto/dietro gli arti inferiori, cercando il contatto degli stessi con il terzo e quarto staggio (fig.3). Spostare la mano destra ed impugnare il quinto grado del quadrato 4C, passo largo, pollici corrispondenti a destra (fig.4). Spostare la mano sinistra sul quarto grado dello stesso quadrato, per impugnare a due correnti, palme in dentro, pollici a destra (fig.5). Scivolare verso il basso (in picchiata), frenando la discesa con la ceduta controllata del contatto delle gambe con gli staggi e con una contrazione cedevole (eccentrica) dei flessori del braccio destro, e degli estensori di quello sinistro, fino alla distensione degli arti inferiori (fig.6). Uscire prima con la gamba sinistra, poi con quella destra, dal quadrato 6C, ed infilarle, una per volta, all’interno del quadrato 5C, preoccupandosi di contattare gli staggi per rendere stabile e sicura la posizione (7,8). 107 Spostare la mano destra sul quarto grado del quadrato 4C, impugnando lo stesso grado con passo largo, pollici corrispondenti a destra (fig.9). Spostare la mano sinistra sul terzo grado del quadrato 3C, per impugnare a due correnti, palme in dentro, pollici a destra (fig.10). Scivolare verso il basso (in picchiata), frenando la discesa con la ceduta controllata del contatto delle gambe con gli staggi e con una contrazione cedevole (eccentrica) dei flessori del braccio destro, e degli estensori di quello sinistro, fino alla distensione degli arti inferiori (fig.11). Uscire prima con la gamba sinistra, poi con quella destra, dal quadrato 5C, ed infilarle, una per volta, all’interno del quadrato 4C, preoccupandosi di contattare gli staggi per rendere stabile e sicura la posizione (12,13). Spostare la mano destra sul quarto terzo del quadrato 3C, impugnando lo stesso grado con passo largo, pollici corrispondenti a destra (fig.14). Spostare la mano sinistra sul terzo grado del quadrato 2C, per impugnare a due correnti, palme in dentro, pollici a destra (fig.15). Scivolare verso il basso (in picchiata), frenando la discesa con la ceduta controllata del contatto delle gambe con gli staggi e con una contrazione cedevole (eccentrica) dei flessori del braccio destro, e degli estensori di quello sinistro, fino alla distensione degli arti inferiori (fig.16). Uscire prima con la gamba sinistra, poi con quella destra, dal quadrato 4C, ed infilarle, una per volta, all’interno del quadrato 3C, preoccupandosi di contattare gli staggi per rendere stabile e sicura la posizione (17,18). 108 Spostare la mano destra sul quarto terzo del quadrato 2C, impugnando lo stesso grado con passo largo, pollici corrispondenti a destra (fig.19). Spostare la mano sinistra sul terzo grado del quadrato 1C, per impugnare a due correnti, palme in dentro, pollici a destra (fig.20). Scivolare verso il basso (in picchiata), frenando la discesa con la ceduta controllata del contatto delle gambe con gli staggi e con una contrazione cedevole (eccentrica) dei flessori del braccio destro, e degli estensori di quello sinistro, infilando la testa all’interno del quadrato 1C e discendendo fino alla presa pododorsale anteriore sul terzo grado del quadrato 2C. Spostare la mano sinistra ed impugnare il secondo grado del quadrato 1C, passo largo, pollici corrispondenti a destra (fig.21). Trazionarsi all’interno dello stesso quadrato fino a trovarsi seduti sul primo grado del quadrato 1C (fig. 22, 23). Arrivo: Seduti sul primo grado del quadrato 1C, gambe piegate e piedi a terra, mani che impugnano il secondo grado dello stesso quadrato, passo largo, pollici corrispondenti a destra (fig.23). 109 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 110 Figura 10 Figura 11 Figura 12 Figura 13 Figura 14 Figura 15 Figura 16 Figura 17 Figura 18 111 Figura 19 Figura 20 Figura 22 Figura 21 Figura 23 112 TRASLOCAZIONI ORIZZONTALI Traslocazione orizzontale semplice all’esterno del quadro Posizione di partenza : (figure a pag. 113) Eretti, mani che impugnano il quarto grado del quadrato 3B, passo largo pollici in dentro. Piedi divaricati in presa plantare istmica sul primo grado del quadrato 1B (fig.1). Svolgimento: Spostare contemporaneamente l’impugnatura del la mano destra e la presa del piede destro, rispettivamente sul quarto grado del quadrato 3C, ed al primo grado del quadrato 1C, all’angolo destro (fig. 2). Spostare contemporaneamente l’impugnatura della mano sinistra e la presa del piede sinistro, rispettivamente sul quarto grado del quadrato 3C e sul primo grado del quadrato 1C, all’angolo sinistro (fig.3). Spostare contemporaneamente l’impugnatura del la mano destra e la presa del piede destro, rispettivamente sul quarto grado del quadrato 3D, ed al primo grado del quadrato 1D, all’angolo destro (fig. 4). 113 Figura 1 Figura 3 Figura 2 Figura 4 114 Traslocazione orizzontale su una riga di quadrati con precedenza del capo Posizione di partenza: (figure a pag. 115) Seduti sul terzo grado del quadrato 3C, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo, pollici in dentro. Piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2C (fig.1). Svolgimento: Impugnare il quarto grado del quadrato 3D, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra (fig.2). Portare il piede sinistro in presa plantare istmica sul terzo grado del quadrato 3C e, distendendo la gamba sinistra e trazionando con le braccia, entrare con precedenza di testa all’interno del quadrato 3D, fino a trovarsi seduti sul terzo grado dello stesso quadrato, piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.3,4). Impugnare il quarto grado del quadrato 3E, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra (fig.5). Portare il piede destro in presa plantare istmica sul terzo grado del quadrato 3E e, distendendo la gamba destra e trazionando con le braccia, entrare con precedenza di testa all’interno del quadrato 3E, fino a trovarsi seduti sul terzo grado dello stesso quadrato, piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.6,7). 115 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 116 Traslocazione orizzontale su una riga di quadrati con precedenza del bacino Posizione di partenza: (figure a pag. 117) Seduti sul terzo grado del quadrato 3C, mani che impugnano il quarto grado del quadrato 3D, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra. Piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2C (fig.1). Svolgimento: Trazionare con le braccia e portare il piede sinistro in presa plantare istmica sul terzo grado del quadrato 3C (fig.2). Distendere le gambe e torcere il busto verso sinistra, fino ad entrare con il bacino all’interno del quadrato 3D. Chiudere l’angolo tronco /arti inferiori, ed entrare in presa poplitea sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 3,4). Trazionare con le braccia fino a trovarsi seduti sul terzo grado del quadrato 3D ed impugnare il quarto grado del quadrato 3E, passo incrociato normale, pollici corrispondenti a sinistra (fig. 5,6). Trazionare con le braccia e portare il piede destro in presa plantare istmica sul terzo grado del quadrato 3D (fig.7). Distendere le gambe e torcere il busto verso destra, fino ad entrare con il bacino all’interno del quadrato 3E. Chiudere l’angolo tronco /arti inferiori, ed entrare in presa poplitea sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 8,9,10). Arrivo: Seduti sul terzo grado del quadrato 3E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo normale, pollici corrispondenti a destra. Piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2E (fig.11). 117 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 Figura 10 Figura 11 118 Traslocazione orizzontale su una riga di quadrati con precedenza delle gambe Posizione di partenza: (figure a pag.119) Seduti sul terzo grado del quadrato 3C, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a destra. Piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2C (fig.1). Svolgimento: Scivolare in avanti/basso con il bacino, e tenendo con la contrazione delle braccia, e con un’azione energica da parte dei muscoli addominali, entrare con le gambe all’interno del quadrato 3D, fino alla presa poplitea sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.2,3). Tenendo ben salda la presa poplitea impugnare, prima con la mano destra, poi con quella sinistra, il quarto grado del quadrato 3D, passo unito, pollici corrispondenti a destra (Fig.4,5). Trazionare con le braccia fino a trovarsi seduti sul terzo grado dello stesso quadrato, piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D (fig.5). Scivolare in avanti/basso con il bacino, e tenendo con la contrazione delle braccia, e con un’azione energica da parte dei muscoli addominali, entrare con le gambe all’interno del quadrato 3E, fino alla presa poplitea sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.6,7). Tenendo ben salda la presa poplitea, impugnare, prima con la mano destra, poi con quella sinistra, il quarto grado del quadrato 3E, passo unito, pollici corrispondenti a sinistra. Trazionare con le braccia fino a trovarsi seduti sul terzo grado dello stesso quadrato (Fig.8,9). Arrivo: Seduti sul terzo grado del quadrato 3E, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo unito pollici corrispondenti a sinistra. Piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2E (fig.9). 119 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 120 Traslocazione orizzontale su due righe di quadrati con precedenza del capo Posizione di partenza: (figure a pag. 121) Seduti sul secondo grado del quadrato 2C, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro. Piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1C (fig.1). Svolgimento: Impugnare il quarto grado del quadrato 3D, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra (fig.2). Trazionare con le braccia, torcere il busto verso sinistra ed entrare con precedenza di testa all’interno del quadrato 3D, fino a trovarsi seduti sul terzo grado dello stesso quadrato, piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.3,4). Spostare la mano destra e contemporaneamente scivolare con il bacino indietro /basso, fino a raggiungere la presa poplitea sul terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig.5). Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra, ed impugnare il terzo grado del quadrato 2E, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra. Trazionarsi all’interno del quadrato 2E, con precedenza di testa, fino a trovarsi seduti sul secondo grado dello stesso quadrato (fig. 6,7,8). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2 E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito, pollici corrispondenti a destra. Piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1E (fig.8). 121 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 122 Traslocazione orizzontale su due righe di quadrati con precedenza del bacino Posizione di partenza: (figure a pag 124) Seduti sul secondo grado del quadrato 1C, piedi in presa plantare anteriore sul primo grado dello stesso quadrato, mani che impugnano il quarto grado del quadrato 3D, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a destra ( fig.1). Svolgimento: Trazionare con gli arti superiori e portare i piedi in presa istmica sul secondo grado del quadrato 2C. Distendere le gambe e completare il movimento di trazione fino a chiudere l’angolo tronco/arti inferiori, ed entrare con precedenza del bacino all’interno del quadrato 3D, fino a trovarsi seduti sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 2, 3). Impugnare il quarto grado del quadrato 3D, passo largo pollici in dentro, e scivolare indietro/basso con il bacino fino alla presa poplitea sul terzo grado dello stesso quadrato (fig.5).Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra, ed impugnare il secondo grado del quadrato 2E, passo incrociato unito pollici corrispondenti a destra (fig.6,7). Trazionare con le braccia, torcere il busto verso destra e chiudere l’angolo tronco/arti inferiori fino ad entrare, con precedenza del bacino, all’interno del quadrato 2E, in presa poplitea sul secondo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 8,9,10). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro. Piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1E (fig.11). 123 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 Figura 10 Figura 11 124 Traslocazione orizzontale su due righe di quadrati con precedenza della gambe Posizione di partenza: (fig. a pagina 125) Seduti sul secondo grado del quadrato 2C, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito, pollici corrispondenti a destra. Piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1C (fig.1). Svolgimento: Trazionare con le braccia, e con un’azione energica dei muscoli addominali elevare gli arti inferiori fino ad infilare le gambe nel quadrato 3D, arrivando alla presa poplitea sul terzo grado dello stesso quadrato, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 2,3). Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra, ed impugnare il quarto grado del quadrato 3D, passo largo, pollici in dentro (fig.5). Trazionarsi in alto fino a trovarsi seduti sul terzo grado dello stesso quadrato, piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D, modificando l’impugnatura delle mani in passo normale pollici corrispondenti a destra (fig.6). Infilare prima la gamba sinistra, poi quella destra all’interno del quadrato 2E e cedendo con la contrazione delle braccia, con una torsione del busto a sinistra, entrare nel quadrato 2E, fino a sedersi sul secondo grado dello stesso quadrato (fig.7,8,9). Arrivo: Seduti sul secondo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro. Piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1E (fig.10). 125 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 10 Figura 9 126 LE USCITE Uscita con torsione Posizione di partenza: (figure a pag.127) Seduti sul secondo grado del quadrato 2E, mani che impugnano il terzo grado dello stesso quadrato, passo unito, pollici corrispondenti a destra. Piedi in presa plantare anteriore sul primo grado del quadrato 1E (fig.1). Svolgimento: Distendere gli arti inferiori verso il basso, e con una torsione del busto verso sinistra, uscire dal quadrato 2E fino a trovarsi con i piedi a terra senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 2,3). Arrivo: In piedi fianco sinistro all’attrezzo, mani che impugnano il terzo grado del quadrato 2E, passo incrociato unito, pollici corrispondenti a sinistra (fig.4). 127 Figura 1 Figura 3 Figura 2 Figura 4 128 Uscita acrobatica Posizione di partenza: (figure a pag. 129) Presa poplitea sul quarto grado del quadrato 4D, mani che impugnano il quinto grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in dentro (fig. 1). Svolgimento: Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra, ed impugnare il quinto ed il quarto staggio palme in dentro, fino a trovarsi nella posizione di dorso esteso a testa verso il basso (fig.2,3). Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra, ed impugnare il primo grado del quadrato 1D, passo largo pollici in dentro braccia in appoggio ritto sullo stesso grado (fig.4,5). Abbandonare la presa poplitea, ed uscire dalla verticale in appoggio ritto sulle braccia fino a trovarsi in piedi fronte all’attrezzo ( fig.8). 129 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 130 Uscita con capovolta indietro da presa poplitea, dalla discesa in capovolta indietro su una fila di quadrati da presa poplitea Posizione di partenza: (figure a pag. 132,133,134) Presa poplitea sul sesto grado del quadrato 6E, mani che impugnano il settimo grado dello stesso quadrato, passo largo, pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra, ed impugnare il sesto grado del quadrato 6E, passo largo, pollici in dentro (fig. 2,3). Abbandonare la presa poplitea, e tendendo ben salda l’impugnatura delle mani, eseguire una capovolta indietro a gambe tese ed unite, fino ad arrivare con i piedi in presa plantare anteriore sul terzo grado del quadrato 3D, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.4,5,6). Andare in presa nucale sul quinto grado del quadrato 4E, spostare prima la mano destra, poi quella sinistra, ed impugnare il quarto grado dello stesso quadrato passo largo pollici in dentro (fig. 7,8). Piegare le gambe e successivamente sedersi sul terzo grado del quadrato 3E, senza modificare l’impugnatura delle mani. Piedi in presa plantare istmica sul secondo grado del quadrato 2E (fig.9,10). 131 Scivolare indietro/basso con il bacino, fino a raggiungere la presa poplitea sul terzo grado del quadrato 2E (fig.11). Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra, ed impugnare il terzo grado del quadrato 2E, passo largo, pollici in dentro (fig. 12,13). Abbandonare la presa poplitea, e tendendo ben salda l’impugnatura delle mani, eseguire una capovolta indietro a gambe tese ed unite , fino ad arrivare con i piedi a terra, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig. 14,15,16). Spostare prima la mano destra, poi quella sinistra, ed impugnare il primo grado del quadrato 1E, passo largo, pollici in dentro (fig.17,18). Arrivo: In piedi, fronte all’attrezzo, mani che impugnano il terzo grado del quadrato 2E, passo largo pollici in dentro (fig.19). 132 Figura 1 Figura 4 Figura 2 Figura 3 Figura 5 Figura 6 133 Figura 7 Figura 10 Figura 8 Figura 11 Figura 9 Figura 12 134 Figura 13 Figura 14 Figura 15 Figura 16 Figura 17 Figura 18 Figura 19 135 Uscita con capovolta in avanti fino a seduti Posizione di partenza: (figure a pag. 136 ) Posizione raccolta a gambe piegate, piedi uniti in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato1E, busto che si trova all’interno del quadrato 2E, mani che impugnano il secondo grado dello stesso quadrato, passo largo pollici in fuori (fig.1). Svolgimento: Eseguire una capovolta avanti, attorno all’asse trasversale costituito dal secondo grado del quadrato 2D, fino a trovarsi seduti a terra, gambe tese ed unite, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.2,3,4,5). 136 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 137 Uscita squadra ad arco Posizione di partenza: (figure a pag. 138) Seduti sul terzo grado del quadrato 3D, mani che impugnano il quarto grado dello stesso quadrato, passo largo, pollici in dentro. Piedi in presa plantare anteriore sul secondo grado del quadrato 2D (fig.1). Svolgimento: Mantenere salda l’impugnatura delle mani e facendo scivolare il bacino verso avanti/basso, slanciare gli arti inferiori tesi ed uniti verso avanti/alto, in modo da far assumere al corpo l’atteggiamento a squadra (fig.2,3,4). Inarcare il dorso per arrivare piedi a terra dorso all’attrezzo, mantenendo l’impugnatura delle mani (fig.5). Arrivo: In piedi dorso all’attrezzo, braccia lungo i fianchi (fig.6). 138 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 139 Alcuni esercizi che possono essere eseguiti al quadro che non rientrano nella classificazione delle traslocazioni Verticale da capovolta avanti Posizione di partenza: (figure a pag.140) In piedi, fronte all’attrezzo, mani che impugnano il secondo grado del quadrato 2C, passo largo, pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Flettere il busto in avanti, ed impugnare il primo grado del quadrato 1C, passo largo, pollici in dentro (fig.2). Spostare prima la mano sinistra, poi quella destra, ed impugnare il terzo grado del quadrato 2C, passo largo, pollici in dentro (fig.3,4). Eseguire una capovolta in avanti a gambe tese ed unite fino a raggiungere la posizione in verticale dorso all’attrezzo, senza modificare l’impugnatura delle mani (fig.5,6). 140 Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 141 La posizione ad “edera” Posizione di partenza: (figure a pag. 142) Presa poplitea sul quarto grado del quadrato 4C, mani che impugnano il quinto grado dello stesso quadrato, passo largo, pollici in dentro (fig.1). Svolgimento: Spostare la mano destra ed impugnare il quinto e quarto grado del quadrato 4C a due correnti, passo largo, palme in dentro, pollici a destra (fig.2). Abbandonare l’impugnatura della mano sinistra e la presa poplitea della gamba sinistra, e mantenendo ben salda l’impugnatura della mano destra e la presa poplitea della gamba destra, assumere la posizione caratteristica della figura 3. 142 Figura 1 Figura 2 Figura 3 143 Orizzontale prona Squadra in sospensione dorsale “la barchetta” Divaricata laterale 144 Alcuni esercizi tratti in maniera casuale dal video (in allegato), della relazione presentata al XIV Congresso Nazionale S.I.E.F dal titolo: Il quadro Svedese per gli adulti (Lombisani-FortiCiampa-Reitano) 145 146 Conclusioni Gli esercizi al quadro rappresentano, tra l’altro, l’espressione del carattere, della volontà, della determinazione, della tenacia, e del coraggio (inteso come il superamento delle paure inconsistenti ed irrazionali). Queste qualità morali, dello “spirito”, crescono di pari passo al progredire nelle difficoltà tecniche incontrate, sgombrando il campo a tutte quelle manifestazioni della paura che si concretizzano nelle varie scuse con le quali uno decide di rinunciare ad imparare un esercizio difficile (sono troppo alto, non sono adatto, queste cose si imparano da piccoli..). Nella ricerca del superamento di nuovi livelli di difficoltà, mano a mano, che uno progredisce, si sente crescere, acquista fiducia e consapevolezza dei propri mezzi, ed allora subentra la gioia e la felicità unita al piacere motorio dell’esecuzione. Felicità che deriva anche dall’orgoglio per ciò che si sta facendo, se ciò che si fa è utile, se rientra cioè nel campo dell’utilità. Allora uno si innamora, sente crescere il desiderio, la passione, e la passione è un “qualcosa” che si può “attaccare” a chi ti è vicino, il quale a sua volta può trasmetterla ad altri, diffondendo l’amore per gli esercizi, per la Ginnastica, per l’Educazione Fisica. L’utilità risiede anche in questo. Il maestro, se è tale, deve dare l’esempio che è trascinante, ed altamente motivante. 147 Un messaggio, un’idea, hanno valore solo quando nascono dall’esperienza e sono messi in pratica da chi li professa. E la prova non può che essere su se stessi. Bisogna personalmente fare esperienza per capire, altrimenti si resta solo sul piano delle parole, che di per se non fanno né bene, né male. Il maestro che ha esperienza pratica e diretta degli esercizi, ha dovuto per primo superare le difficoltà dell’apprendimento, per cui conosce la “strada” da indicare agli allievi. Le stesse idee acquistano davvero potere, quando dopo varie generazioni, diventano parte di quella massa di schematismi che formano in maniera subcosciente la mente dei giovani. Il Prof. Marco Pecchioli, a tal proposito, ama dire: “Come si può andare ad imparare a suonare la chitarra da un maestro che non sa suonare, e che non conosce lo strumento?”. E il Prof. Pecchioli può parlare così, in quanto oltre ad essere un illustre Medico Ortopedico è un grande Insegnante di Educazione Fisica, un grande Maestro di Ginnastica, ed un eccellente chitarrista. Ma prima di tutto, egli è un grande uomo. 148 Omaggio ad Emilio Baumann (Medico e Maestro di Ginnastica 1843-1916). Questi concetti non sono nuovi ma appartengono ad un grande maestro del passato, al padre della Ginnastica Italiana, il Dott. Emilio Baumann (fig.1). Egli nel suo libro “Guida illustrata per l’insegnamento della Ginnastica”, pubblicato da Valle editore nel 1887 a pag. 85-86, così scriveva: Figura 1 “La dimostrazione ha senza dubbio una grandissima importanza, perché le immagini che entrano per li occhi hanno contorni più netti, e sono quindi più precise assai di quelle che vi entrano per li orecchi, rappresentate dalle parole: ne segue che il concetto dell’esercizio si fa molto più chiaro ed esatto nella mente dello scolaro se il maestro usa della dimostrazione in luogo della spiegazione… E’ bene che il maestro sia in grado di dimostrare li esercizi: questa qualità però non si acquista che eseguendo li esercizi medesimi. E’ dunque necessario che il maestro coltivi personalmente la ginnastica, per mettersi nella condizione di poter dimostrare i movimenti. E nel far questo esso acquisterà pure un’altra dote quasi indispensabile, ed è quella di poter giudicare secondo la propria esperienza dove stia la difficoltà e dove il pregio delle azioni ginnastiche. Vi e di più: il maestro che dimostra l’esercizio fa conoscere agli alunni che esso riconosce l’utilità dell’esercizio e della ginnastica, non solo perché gli procura un impiego o uno stipendio, ma altresì per i buoni effetti che ha ottenuto su di sé medesimo”. 149 Queste parole dovrebbero far riflettere gli insegnanti di Educazione Fisica attuali, ed in particolare chi tra loro, svolge la propria lezione a scuola vestito in borghese, e si preoccupa di dare dei voti basandosi su test ridicoli armandosi di metri e cronometri. Da alcuni di loro sono stato accusato di far compiere ai miei allievi la “ginnastica dell’ Ottocento”. I risultati dei loro insegnamenti sono sotto gli occhi di tutti: basta entrare di sorpresa in una palestra scolastica delle medie superiori, o farsi descrivere dai propri figli ciò che viene fatto fare a scuola nelle due ore di Educazione Fisica, per capire la qualità della ginnastica del 2010. Mi fermo qui. Chi volesse approfondire l’argomento avrebbe solo da leggere l’articolo che ho pubblicato, grazie alla dottoressa Cristina Baroni, nella rivista scientifica I.D. Educazione Fisica della S.I.E.F, anno IX numero 1/2010. Esistono ancora dei professori di ginnastica responsabili e capaci, ma sono sempre più in minoranza. Oggi i ragazzi vivono esposti di continuo ad esempi negativi, di tutti i generi. Pensiamo a quanto bisogno essi abbiano di esempi positivi, edificanti, motivanti, utili. Pensiamo al mondo in cui viviamo… al degrado morale ed intellettuale in cui siamo immersi. Pensiamo al fatto che all’ISEF di Firenze, dove ho conseguito il diploma in Educazione Fisica, non esisteva il quadro svedese. Pensiamo che all’università di scienze motorie attualmente non esiste una palestra con i grandi attrezzi dell’ Educazione Fisica classica. Non c’è nemmeno la palestra dell’università. 150 Pensiamo a cosa andranno poi ad insegnare nelle scuole i futuri laureati in scienze motorie di questa università, alla loro esperienza di esercizi in palestra.. Una delle critiche più frequenti rivolte all’uso dei grandi attrezzi ed in particolare al quadro svedese nella palestre scolastiche, è quella di affermare che, tali attrezzi, sono pericolosi. Per cercare di illuminare le menti che concepiscono questi pensieri, il Prof. Pecchioli ha tenuto una lezione magistrale dal titolo: IL RUOLO DEI GRANDI ATTREZZI DELLA GINNASTICA NELL’EDUCAZIONE FISICA nel congresso più volte citato. Eccone un breve passaggio: “ ..in altre parole il pericolo, per ogni persona, ma specialmente per un bambino, fa parte della vita. Questo significa che esso non può essere azzerato. Questo significa allora, per le persone intelligenti ovviamente, che le situazioni di pericolo vanno conosciute e soprattutto che, una volta conosciute ed elencate (almeno quelle più comuni ed anche più frequenti), è opportuno esercitarsi ad affrontarle, ossia cimentarsi e sfidarle per diventare capaci di superarle senza subire danni. In altre parole praticarle, attraverso esercitazioni dedicate ad esse, con tutte le precauzioni possibili, ma anche secondo un criterio razionale di difficoltà crescente, per diventare capaci di superarle attraverso l’apprendimento. Per esercitarsi in tale aspetto della motricità sono nati i grandi attrezzi…..” Se è vero che è sempre possibile fare qualcosa per migliorare il proprio grado di efficienza fisica, in modo da poter ampliare i propri orizzonti di vita, e di libertà, spero con questo lavoro di aver dimostrato che ciò è possibile anche attraverso un attrezzo meraviglioso : Il Quadro Svedese. Mai più catene.. 151 BIBLIOGRAFIA -Baumann Emilio Guida illustrata per l’insegnamento della ginnastica 1887 - Valle editore -Pecchioli Marco Elementi di ginnastica correttiva Aulo Gaggi editore -Pecchioli Marco Teoria dell’esercizio fisico Tipografia artistica fiorentina -Pecchioli Marco Lezione magistrale: il ruolo dei grandi attrezzi della Ginnastica nell’Educazione Fisica (atti del XIV Congresso nazionale S.I.E.F.) -Rivista ID anno 2-N°3-1993 Edizioni TAF Firenze -Rivista ID anno IX-N°1-2010 Edizioni TAF Firenze -Reitano Francesca Il Quadro Svedese: cenni storici e modalità di allestimento (atti del XIV Congresso Nazionale S.I.E.F) -Simonacci-Giandomenico-Santi Il Quadro Svedese Società Stampa Sportiva Roma -Zari Isa Il Quadro Svedese Edizioni Tecniche Irmo Borghi