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Pagine 2 e 3 - Mirafiori Sud - Il giornale delle Parrocchie

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Pagine 2 e 3 - Mirafiori Sud - Il giornale delle Parrocchie
2
Mirafiori
MirafioriSud
Sud
riflessioni
Brani scelti per te
Spazio alla speranza
È meglio essere cristiano senza dirlo,
che proclamarlo senza esserlo (Efesini)
Messaggio del Cardinale Arcivescovo
per il tempo di Avvento
Per la rubrica “Brani scelti per te” vi proponiamo alcuni periodi tratti dall’omelia pronunciata dal papa Benedetto XVI, nel corso della
S. Messa celebrata a Verona
il 19 ottobre scorso a chiusura del IV convegno della
Chiesa in Italia.
Il cuore di ogni evento ecclesiale è l'Eucaristia, nella
quale Cristo Signore ci convoca, ci parla, ci nutre e ci invia.
Cristo viene oggi, per
effondere il suo Spirito sulla
Chiesa, perché, ravvivata
dal soffio di una nuova Pentecoste, sappia "comunicare
il Vangelo in un mondo che
cambia"
-------------La Parola di Dio pone in
evidenza la risurrezione di
Cristo, evento che ha rigenerato i credenti a una speranza
viva.
-------------"Sia benedetto Dio e Padre
del Signore nostro Gesù Cristo" (1 Pt 1, 3), perché mediante la risurrezione del suo
Figlio ci ha rigenerati e, nella
fede, ci ha donato una speranza invincibile nella vita eterna, così che noi viviamo nel
presente sempre protesi verso
la meta, che è l'incontro finale
con il nostro Signore e Salvatore. Forti di questa speranza
non abbiamo paura delle prove, le quali, per quanto dolorose e pesanti, mai possono
intaccare la gioia profonda
che ci deriva dall'essere amati
da Dio. Egli, nella sua provvidente misericordia, ha dato il
suo Figlio per noi e noi, pur
senza vederlo, crediamo in
Lui e Lo amiamo (cfr 1 Pt 1, 39). Il suo amore ci basta.
--------------
Dal Cristo Risorto, primizia dell'umanità nuova, rigenerata e rigenerante, è nato
in realtà, come predisse il
profeta, il popolo dei "poveri" che hanno aperto il cuore
al Vangelo e sono diventati e
diventano sempre di nuovo
"querce di giustizia", "piantagione del Signore per manifestare la sua gloria", ricostruttori di rovine, restauratori di città desolate, stimati
da tutti come stirpe benedetta dal Signore (cfr Is 61, 34.9).
-------------Dal giorno della Pentecoste, infatti, la luce del Signore risorto ha trasfigurato la
vita degli Apostoli. Essi ormai avevano la chiara percezione di non essere semplicemente discepoli di una dottrina nuova ed interessante,
ma testimoni prescelti e responsabili di una rivelazione
a cui era legata la salvezza
dei loro contemporanei e di
tutte le future generazioni.
-------------Noi oggi siamo gli eredi di
quei testimoni vittoriosi! Ma
proprio da questa costatazione nasce la domanda: che
ne è della nostra fede? In che
misura sappiamo noi oggi
comunicarla? La certezza
che Cristo è risorto ci assicura che nessuna forza avversa potrà mai distruggere
la Chiesa. Ci anima anche la
consapevolezza che soltanto
Cristo può pienamente soddisfare le attese profonde di
ogni cuore umano e rispondere agli interrogativi più inquietanti sul dolore, l'ingiustizia e il male, sulla morte e
l'aldilà. Dunque, la nostra
fede è fondata, ma occorre
che questa fede diventi vita
Missione diocesana
anziani e pensionati
Ogni parrocchia di Torino ha iniziato l’attività annuale
all’insegna della Missione Anziani e in ogni parrocchia
sono stati predisposte iniziative idonee in sintonia con le
scelte fatte dalle varie Unità Pastorali. Vi invitiamo a prestare attenzione a quanto vi sarà proposto dai vostri parroci nel corso di questo anno e quanto via via presenteremo
sul giornale. A grandi linee queste sono le prime Proposte
dell’Unità Pastorale:
ESERCIZI SPIRITUALI: nella 3^ settimana di Quaresima (dal 13 al 15 marzo)
GITA DIOCESANA: anziani in pellegrinaggio al
Santuario della Madonna dei fiori di Bra (3 maggio)
ANIMAZIONE: con i gruppi anziani delle altre parrocchie ci si recherà periodicamente presso la struttura
RSA mons. Ballestrero di Via Plava e presso la struttura del Presidio Ospedaliero Valletta di Via Farinelli, per
intrattenere gli ammalati presenti
Telefona anche tu a
“Voce amica”
allo 011 32.99.224
Potrai ascoltare un messaggio e
una preghiera per trovare un po’ di pace
ed ascoltare una parola buona.
Una “VITAMINA SPIRITUALE”
della durata di circa 2 minuti, ogni giorno
diversa.
A cura de: “GLI ALUNNI DEL CIELO”
in ciascuno di noi. C'è allora
un vasto e capillare sforzo da
compiere perché ogni cristiano si trasformi in "testimone" capace e pronto ad
assumere l'impegno di rendere conto a tutti e sempre
della speranza che lo anima
(cfr 1 Pt 3, 15). Per questo
occorre tornare ad annunciare con vigore e gioia l'evento della morte e risurrezione di Cristo.
-------------"Testimoni di Gesù risorto
"speranza del mondo". Anche i cristiani possono portare al mondo la speranza, perché sono di Cristo e di Dio
nella misura in cui muoiono
con Lui al peccato e risorgono con Lui alla vita nuova
dell'amore, del perdono, del
servizio, della non-violenza.
Solo se, come Cristo, non sono del mondo, i cristiani possono essere speranza nel
mondo e per il mondo.
-------------La Chiesa in Italia come
sospinta dalla parola del
Signore risorto che ripete a
tutti e a ciascuno: siate nel
mondo di oggi testimoni
della mia passione e della
mia risurrezione (cfr Lc 24,
48). In un mondo che cambia, il Vangelo non muta.
La Buona Notizia resta
sempre la stessa: Cristo è
morto ed è risorto per la
nostra salvezza! Nel suo
nome recate a tutti l'annuncio della conversione e del
perdono dei peccati, ma date voi per primi testimonianza di una vita convertita e perdonata.
-------------Occorre rimanere in preghiera con Maria, la Madre
che Cristo ci ha donato dalla
Croce. Per i cristiani, cittadini del mondo, restare in
Gerusalemme non può che
significare rimanere nella
Chiesa, la "città di Dio", dove attingere dai Sacramenti
l'"unzione" dello Spirito
Santo.
-------------Ora, consacrati dalla sua
"unzione", andate! Portate il
lieto annuncio ai poveri, fasciate le piaghe dei cuori
spezzati, proclamate la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri,
promulgate l'anno di misericordia del Signore (cfr Is 61,
1-2). Ricostruite le antiche
rovine, rialzate gli antichi
ruderi, restaurate le città desolate (cfr Is 61, 4). Sono
tante le situazioni difficili
che attendono un intervento
risolutore! Portate nel mondo la speranza di Dio, che è
Cristo Signore, il quale è risorto dai morti, e vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen
(segue da pag. 1)
Gesù: Luce che illumina
pio e serviva Dio giorno e
notte con digiuni e preghiere. Sopraggiunta essa pure
alla medesima ora rendeva
grazie a Dio e parlava del
bambino Gesù a tutti quelli
che aspettavano la liberazione di Gerusalemme” (Lc.
2,30 – 38)
Anna è la donna immagine
della vecchiaia serena e gioiosa, pur se segnata dalla lunga
solitudine della vedovanza. È
colei che è preziosa agli occhi
del Dio che si china su chi è
debole e solo. È colei che ha
scelto di rimanere accanto al
Signore e che continua a bussare al Suo cuore con una preghiera quotidiana e insistente.
Quante volte noi, invece, fuggiamo la solitudine per riempirla di qualcosa o di qualcuno… abbiamo paura della nostra debolezza, fingendoci forti e impassibili… ci illudiamo
di poter continuare a giocare
con il tempo, vivendo l’eterna
giovinezza… fuggiamo dal
Signore, o lo accusiamo di essere sordo alle nostre parole…
Anche Anna riconosce in
Carissimi,
Essendosi da poco concluso a Verona il grande evento del
Convegno della Chiesa italiana sul tema “Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo”, ho pensato di riflettere
con voi, sul tema della speranza. Oggi più che mai abbiamo
bisogno di riscoprire il valore di questa virtù, che è innanzitutto un dono di Dio, ma che deve diventare un atteggiamento di testimonianza di fronte ai dolori dell’umanità. La vera
sorgente della speranza per noi e per tutti gli uomini, è la risurrezione di Gesù e, se Cristo Gesù è risorto, significa che la
morte non è la parola “fine” sulle nostre persone, si rinasce
ad una nuova vita, non più in questo mondo, ma con Dio per
sempre. E se noi siamo convinti di questo, riusciamo a dare
alla nostra vita un significato diverso rispetto a quelli che
non credono e ci sentiamo anche chiamati a dare testimonianza che questa verità è la risurrezione di Gesù. I segni di
speranza in noi ed intorno a noi sono più numerosi di quanto
non sembri. Purtroppo tutti avvertiamo più il peso delle cose
negative che la bellezza di quanto di positivo ci offre la vita.
E tutto questo ci porta dentro ad una delle più profonde malattie spirituali, che è appunto la mancanza di speranza. Ci
sono, fenomeni sociali che sono i sintomi di questa malattia:
si pensi alla difficoltà di vivere il matrimonio come scelta definitiva, o al poco rispetto per la vita nascente o al suo tramonto, alla fatica dei giovani, alla loro paura del “per sempre”, come pure alla crisi del lavoro, problema sempre più
vivo nella nostra Torino e nel territorio piemontese, per non
parlare poi dei problemi del mondo. Ma il mondo non è solo
questo. C’è un fiorire di miracoli quotidiani di eroismo d’amore: persone che danno la vita per il prossimo, famiglie che
sono esempi di fedeltà e comunione duratura anche quando
croci pesanti si abbattono su di esse, gruppi di volontariato
religioso o civile che offrono a chi soffre testimonianza di
gratuità, ammalati che accettano la prova con una impressionante serenità, mamme e papà che pur nelle difficoltà trovano il tempo di pensare agli altri e poi, le tante iniziative di
evangelizzazione, di carità, di servizio agli altri che rendono
vive delle nostre comunità parrocchiali, come pure i numerosi gruppi, associazioni, movimenti di ispirazione cristiana.
1. UNA SPERANZA CHE NON DELUDE
San Paolo nella Lettera ai Romani ci fa vedere il percorso
interiore che la speranza deve fare: “Giustificati dunque per
la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo infatti abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella
quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria
di Dio. E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle
tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la
speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio
è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5, 1-5). Come si vede per l’Apostolo la speranza diventa una sicurezza, perché siamo sicuri
che Dio Padre, che ci ha redenti in Cristo, non ci fa mancare
il sostegno del suo amore donandoci lo Spirito Santo. È dunque fondata sulla Parola di Dio la nostra speranza e non certamente sulle nostre forze o sui nostri meriti.
a) Gesù Cristo risorto è la sorgente della speranza.
Gesù è risorto: questa è la fede della Chiesa ed è anche la
fonte di ogni nostra speranza. San Paolo afferma con forza
che se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede e
noi saremmo ancora nei nostri peccati. E poi aggiunge: “Se
poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa
vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini” (1 Cor 15,
19). Poveri noi se tutto il nostro fidarci di Gesù attuando i
suoi insegnamenti si chiudesse dentro il tempo che viviamo
qui sulla terra: saremmo davvero stolti seguendo un morto
che non c’è più. “Ora, invece - continua l’Apostolo - Cristo è
risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”.
Quindi Egli è il primo che ha sconfitto per sempre la morte e
la stessa sorte è promessa a noi. Infatti “come tutti muoiono
in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo” (Cf 1 Cor
15 passim).
b) Speranze umane e speranza cristiana.
Le speranze umane si fondano su delle probabilità che potrebbero anche non avverarsi: “spero di guarire” o “speriamo
che domani faccia bello” o “spero che quella persona mi
ascolti e mi aiuti”, ma tutto ciò potrebbe non accadere. La
speranza cristiana non è appesa a delle probabilità, ma nasce
dalla certezza che quanto Dio ci promette ce lo concede con
sicurezza. Quante volte nella Scrittura Dio, dopo averci dato
dei messaggi attraverso i profeti, aggiunge: “L’ho detto e lo
farò” (Ez 37, 14).
c) Come ritrovare speranza.
La strada della speranza ha un solo nome: l’amore, l’amore
infinito e personale di Dio per ciascuno di noi e l’amore del
prossimo ricevuto e donato. Ecco dove sta la radice della nostra speranza: “Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in Lui” (1 Gv 4, 16). La speranza cristiana ha bisogno del sostegno della fede e della carità.
Gesù colui che era atteso da
sempre, ma non tiene per sé
ciò che ha vissuto: è la prima
missionaria. Maria porta Cristo nelle sue braccia, Anna
con la sua parola Lo porta a
chi Lo sta aspettando… Anna
ci invita a guardare alla sete di
Dio che tanti accanto a noi
possono avere, ma anche a chi
pensa di poter vivere soffocando
questo
desiderio
profondo: la nostra parola può
portare Gesù ai primi e può diventare preghiera per gli altri,
perché sia il Signore a risvegliare il loro cuore indurito…
Simeone e Anna incontrano
Gesù a Gerusalemme: è l’invito a cercare il Signore non
solo nelle luci del Natale, ma
ritornando al centro della nostra fede, al Vangelo, alla vita
che sconfigge la morte… Così
anche gli occhi del nostro cuore, a volte stanchi di cercare, o
velati dalle lacrime, o distratti
da ciò che luccica per un mo2. DOVE PORTARE SPERANZA
mento, potranno vederLo,
Essendo la speranza un dono che Dio offre a chi si affida a
“luce che illumina tutte le Lui e al suo amore, non dobbiamo dimenticare che essa ci
genti”. Buon Natale!
(segue a pag. 6)
Don Sandro Giraudo
Mirafiori
MirafioriSud
Sud
problemi e dibattiti
Il Kosovo:
La solita storia di odio
I Serbi cristiani in Kosovo vivono la loro fede
da perseguitati
Questa volta restiamo vicino a casa, per parlare di cristiani che pagano caro il loro
essere di Cristo.
Parlando di Kosovo si pensa subito agli albanesi perseguitati dai serbi e così facendo si guarda solo la punta di
un iceberg di dimensioni
enormi e per giunta si guarda
solo al passato. Purtroppo le
vittime si sono tramutate in
carnefici e poco si sa e si dice
del calvario dei serbi in Kosovo. L’intervento della Nato ha
disarmato i serbi, ma non è
mai riuscito a disarmare i musulmani albanesi che stanno
portando avanti una feroce
pulizia etnica contro i serbi rimasti in Kosovo e in particolare contro le chiese e i conventi della comunità serba,
oltre alle abitazioni civili.
Se è giusto punire chi tra i
serbi ha commesso dei crimini
contro i kosovari albanesi (e
questo è compito del tribunale
internazionale), non è tollerabile che solo la presenza della
KFOR impedisca lo sterminio
dei pochi serbi rimasti aggrappati a quella terra e che spesso
distruzioni e profanazioni avvengano sotto gli occhi della
stessa forza di pace.
È inammissibile che a inizio novembre ai serbi sia stato
impedito con la forza di recarsi in molti cimiteri, sempre
sotto lo sguardo impotente
della polizia locale e delle forze della KFOR, è inammissibile che lo scuolabus per i piccoli serbi di molte località sia
un blindato militare, non è
ammissibile che i monasteri
superstiti debbano essere presidiati da militari armati per
evitare che facciano la fine
della chiesa di S. Andrea a Podujevo nel marzo 2004 (una
folla non certamente di Serbi
lo assalì, profanò e quindi diede alle fiamme).
Giustamente oggi i serbi
del Kosovo si chiedono
dov’è l’europa cristiana. In
una regione del nostro continente è in atto un genocidio
in odio alla fede cristiana, ma
nessuno si sogna di spendere
una parola in difesa di questi
poveri cristi che non sanno se
vedranno l’alba del giorno
dopo: sono serbi e cristiani,
quindi possono anche morire.
Qualche imbecille ha avuto
Resti di una chiesa distrutta in Kosovo
la faccia di tolla di dire che
stanno pagando le conseguenze della guerra scatenata
dalla Serbia contro gli albanesi del Kosovo: allora è giusto che chi vince una guerra
possa infierire come meglio
ritiene sui vinti? Se è così e
non interveniva la Nato, allora i Serbi avrebbero avuto il
diritto di sterminare gli albanesi. Ma per difendere la minoranza albanese del Kosovo
l’Europa è intervenuta, anche
con la mano piuttosto pesante, contro i Serbi. Oggi che i
nuovi vinti sono divenuti vittime (e sono come sempre i
poveracci quelli che pagano),
si lascia correre. Finchè la
KFOR resterà in Kosovo bene o male la sopravvivenza
dei pochi serbi cristiani superstiti è possibile: ma poi
che ne sarà di loro?
Per chi volesse maggiori
dettagli, http://www.kosovo.net (in inglese)
Una vicenda giudiziaria, che come tante, si trascina di
anno in anno con poco rispetto per i protagonisti
I tempi eterni della giustizia fanno ormai parte dell’immaginario comune degli italiani. Sono figure mitiche, notizie alle quali ci
siamo abituati: caldo record, milioni di macchine
verso le vacanze, giustizia
che va a rilento…
Quando, però, ci si imbatte realmente con questo fenomeno vengono fuori tante
domande, tanti perché a cui
proprio non si riesce a rispondere. E soprattutto, si
resta davvero sconcertati.
I fatti sono abbastanza
semplici: una persona sotto
falso nome ha truffato, se
così si può dire, un’ Asl assumendo e ritirando del metadone con una ricetta falsa.
Scoperto è stato assicurato
alla giustizia dagli stessi
medici che si sono fatti ingannare. La storia, dopo la
deposizione ai carabinieri,
sembrava finita. Iniziava invece la tragicomica trafila
giudiziaria.
Arrestato
nell’autunno
del 2004, i 5 medici testimoni dell’accaduto venivano convocati dal PM al palazzo di giustizia di Torino
nel Febbraio del 2005, ma
quel giorno il PM era assente per malattia e si rinviava
il tutto di un mese. Dopo un
mese i medici si presentava-
no al PM e
spiegavano
l’accaduto
riconoscendo le
loro firme
sui fogli di
consegna
del metadone. Dopo mesi di
silenzio,
arrivava la
convocazione per il
processo,
che si svolge a Susa:
prima data
di convocazione il 5
ottobre
2 0 0 5 .
Quella mattina la prima sorpresa: la cancelleria del tribunale si era sbagliata e il
processo non era previsto
quel giorno ma l’8 marzo
2006. Cinque mesi dopo!!
L’8 marzo il processo si
svolge e i 4 medici presenti
riconoscono le loro firme
davanti al giudice. Quattro
non cinque perché uno era
impossibilitato e autorizzato a non presentarsi al processo in tale data. Passa la
primavera, passa l’ estate e
all’improvviso arriva la
convocazione per il medico
L’Associazione Nazionale Famiglie Numerose conta 2400 famiglie associate
Il giorno 1 novembre 2005 a Castelfusano (Roma) si è tenuta
la prima assemblea nazionale alla quale erano presenti circa
2500 persone arrivate da tutta l'Italia.
Il giorno 2 novembre 2005 siamo stati ricevuti da S.S. Benedetto XVI il quale ha avuto parole di elogio ed ha anche affermato che "senza figli non c'é futuro" e neanche a farlo apposta
è lo slogan dell'ANFN.
Inoltre il Santo Padre ha detto “auspico che vengano promossi adeguati interventi sociali e legislativi a tutela e sostegno delle famiglie numerose, perché costituiscono una ricchezza ed
una speranza per l'intero paese”.
Cosa chiediamo:
(segue da pag. 1)
Testimoni di Cristo Signore
La fondamentale presenza
del laicato all’interno di questa chiesa, la chiesa del 3°
millennio che continua a sperare in Cristo come salvezza,
va inserito in questo orizzonte, senza banalizzazioni corporative.
Non si tratta di una redistribuzione dei compiti o di
una rettifica dei ruoli pastorali. Sarebbe semplicemente
inutile limitarsi a effettuare
un trasferimento di ministeri
dal clero al laico, quando il
compito del laico non è diventare prete, ma divenire ed
essere sempre maggiormente
“sale della terra e luce del
IL RUOLO DEL LAICA- mondo”.
Il compito del cristiano
TO NELLA CHIESA MOlaico nella chiesa è quello di
DERNA
IL SERVIZIO DELLA
CHIESA IN ITALIA, ALLA NAZIONE, ALL’EUROPA E AL MONDO
L’Italia di oggi si presenta
come un terreno profondamente bisognoso (perché
partecipe della predominante
cultura presente in occidente
dove Dio non sarebbe più via
di salvezza) e al contempo
molto favorevole per tale testimonianza, in quanto nel
nostro paese, essa rappresenta una realtà molto viva, che
conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di
ogni età e condizione.
Che “ingiustizia” sia fatta
Senza figli non c’è futuro
L’ANFN (Associazione Nazionale Famiglie Numerose) è
un’associazione laica, onlus, apolitica nata in quel di Brescia nel
mese di settembre 2004 e contava allora circa 40 famiglie iscritte.
A distanza di due anni l'associazione conta ora 2.400 famiglie iscritte in tutta Italia, sono ancora poche se si pensa che in
Italia ne sono stimate circa 185.000.
Al momento è considerata famiglia numerosa quella composta dai genitori e 4 figli.
onorare con la vita la persona umana come punto di
tangenza fra finito e infinito.
Testimoniare come il battesimo immetta in una serie di
relazioni invisibili, ancorate
al risorto, speranza del mondo.
La chiesa non è semplicemente un contenitore di
gruppi e iniziative, dove i laici sarebbero deputati della
gestione delle vicende della
storia. La vita del laico battezzato, pietra viva di una
nuova casa spirituale, deve
acquistare lo spessore profetico, che discende dalla vocazione a stare dentro il quotidiano come un sacerdote
sta nel tempio.
Don Maurilio Scavino
3
Al nostro
governo chiediamo semplicemente di
avere le stesse
agevolazioni
ed attenzioni
che le famiglie francesi,
tedesche e olandesi hanno
dai loro relativi governi.
Noi
non
chiediamo l'elemosina bensì chiediamo semplicemente che
venga rispettato l'art.31 della costituzione Italiana che cita: ‘La
Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti
relativi, con particolare alle Famiglie Numerose’.
Inoltre crediamo anzi ne siamo certi che le famiglie numerose non sono un peso per l'Italia ma bensi sono il futuro della
stessa e ricordare che i nostri figli saranno quelli che pagheranno le pensioni negli anni a venire.
assente al processo di marzo: 22 ottobre 2006 presso il
tribunale di Susa. Il medico
in questione ormai non si ricorda neanche più le fattezze della persona incriminata, ma chiaramente deve
presentarsi al processo.
Cosa che puntualmente
avviene il 22 ottobre, dopo
lunga coda in autostrada e
paura di non arrivare in
tempo. Purtroppo c’è un
piccolo problema: lo sciopero degli avvocati (annunciato da tempo) che impedisce lo svolgimento di un regolare processo.
Nessuno mette in dubbio
la libertà di scioperare..
quella di avvertire sì!! La
data quindi viene nuovamente spostata: febbraio
2007, altri quattro mesi persi nel nulla.
La tragicomica avventura, quindi, non è ancora finita e, visti i precedenti, non è
detto che finirà con la prossima data. Ricapitolando,
per un episodio minimo, per
una sentenza che (al 99%
delle possibilità) verrà sanata dall’indulto, si sta andando avanti da 1 anno e
mezzo e i medici testimoni
dell’accaduto si sono dovuto assentare cinque volte dal
lavoro, a volte senza motivo.
Perché si deve perdere così tanto tempo per un “crimine” così insignificante?
Perché deve passare così
tanto tempo tra un “appuntamento” e l’altro?
Perché non si può avvertire prima che l’udienza è saltata e non c’è bisogno di
presentarsi?
Io ,per fortuna, non sono
pratico di vicende giudiziarie e, quindi, spero che ci
siano delle risposte plausibili a queste domande. Nel
frattempo si aspetta con ansia, e comunque fiduciosi,
la fine di questa tragicomica
avventura.
A.G.
Come stiamo operando:
A livello nazionale stiamo preparando dei documenti unitari per procedere alle richieste che riguardano la fiscalità,gli
assegni famigliari, la determinazione dell'ISEE,la sanità etc.
A livello di regione, province e comuni stiamo organizzando
degli incontri con i vertici per discutere di tarsu, ICI, tariffe acqua,luce e gas, mense e rette scolastiche etc. etc.
Aderire all'associazione significa soprattutto far capire al nostro governo che le famiglie numerose sono il futuro della nazione e soprattutto che in controtendenza stanno tornando in
auge i valori importanti come
quello della famiglia.
ASSOCIAZIONE
NAZIONALE FAMIGLIE
NUMEROSE
Tel. 030317122
Fax 0303751497
Internet:
www.famiglienumerose.it
Coordinatori per Regione
Piemonte
Valter e Carla Mocellin
Ingrosso & Dettaglio
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10127 Torino
Tel. 338 4458084
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10135 Torino
Tel./Fax
011 32 73 247
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