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A Offida, stupendo borgo antico delle Marche, fiorisce da secoli la

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A Offida, stupendo borgo antico delle Marche, fiorisce da secoli la
DI SARA LAURENTI - FOTO DI DIEGO ZANETTI
LA MAGIA
CORRE
SUL FILO
A Offida, stupendo borgo antico
delle Marche, fiorisce da secoli
la tradizione del merletto
S
i parla di tombolo e si pensa a Venezia, o meglio a Burano, l’isola del
merletto. Ma c’è un luogo, vicino ad
Ascoli Piceno, meno turistico ma altrettanto
affascinante e ricco di pizzi realizzati a mano. È Offida, antico borgo marchigiano,
dove è così facile perdersi tra le viuzze medievali. Alle finestre delle case basse, anziane signore, depositarie di una tradizione secolare, sono intente a decorare lenzuola, tovaglie
e asciugamani. D’estate si trasferiscono sull’uscio di casa, approfittando del fresco della
sera anche per chiacchierare. Il corredo per
figlie e nipoti è un’usanza che altrove profuma d’antico, ma qui è sempre attuale.
Il merletto comincia dal disegno su carta,
fissato da una miriade di spilli su lu capzzal,
il tombolo rigonfio di segatura. Poi il lavoro
può iniziare. A una velocità sorprendente
le donne intrecciano i fuselli, in dialetto
cann’itt, sulle cui estremità sono arrotolati i
fili bianchi o grezzi che serviranno per il merletto. Il refe (filo) è indispensabile per comporre figure di ogni tipo, in particolare animali e fiori. Il punto Venezia, realizzato con
nove o dieci coppie di fuselli, è simile a
un’onda e a una viola in varie forme; il punto
[ITALIA DA SCOPRIRE]
Rinascimento, invece, richiede sette coppie
di fuselli e forma arabeschi su una rete esagonale a nido d’ape. Più fuselli si usano e più
il merletto è prezioso: si può arrivare a 120
fuselli per uno stesso pizzo. Questi capolavori sono esposti tutto l’anno nel Museo del
merletto a tombolo offidano. «Gli elementi
base del merletto sono gli incroci e le girate,
in numero pari. L’originalità sta però nelle
piccole varianti che ogni merlettaia inserisce
secondo esperienza e fantasia», spiega Diana, offidana doc che ci accompagna per il
borgo. «Per capire se un lavoro è eseguito a
regola d’arte bisogna osservare se le rifiniture sono perfette, i nodi nascosti, i disegni nitidi e le chiusure del lavoro invisibili».
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In alto: uno dei raffinati
merletti di Offida. Qui sotto:
le merlettaie del borgo
in una vecchia foto
CLUB3
29
FEBBRAIO 2006
[ITALIA DA SCOPRIRE - OFFIDA ]
씮
A sinistra: i fuselli con
il filo grezzo e il pizzo
completo. Per un solo
merletto si possono
usare fino a 120 fuselli.
A destra e sotto:
il cuore antico di Offida
e una stupenda
panoramica del borgo.
A destra: alcuni dei preziosi
“merlettigioielli” creati su
commissione da Iolanda Ottavi
L’arte del merletto offidano risale al Quindicesimo secolo e si diffonde per lo più tra i
ceti popolari. Nel 1600 diventa prerogativa
delle comunità religiose e delle famiglie aristocratiche. Fu grazie alle suore benedettine, giunte a Offida nel 1655, se la pratica
del merletto fu esercitata da tutte le donne
del paese. La produzione artigianale divenne consistente: dalle tovaglie di altare ai manti, dai camici dei prelati alle gorgiere, i colletti di tela finissima pieghettata usati dai principi. Merletti per nobiluomini o monsignori,
creati da mani esperte che, grazie a quest’arte, hanno provveduto alle loro famiglie.
Fino a quando, nel 1979, 5.500 merlettaie si organizzarono nella Cooperativa artigiana merlettaie, l’unica nel Centro-Sud,
per produrre e vendere direttamente i lavori
eseguiti secondo l’antica tradizione. Sono
passati 26 anni ma sembra sia trascorso oltre
un secolo. Ora sono rimaste 250 anziane a
creare centrini, cornici e ritratti di Madonne: vere opere d’arte, ma dal sapore troppo
antico per affascinare al merletto le giovani.
Eppure, tra le stradine di questo borgo incantato, c’è chi ha deciso di proporre qualcosa di nuovo, un pizzo che diventa ornamento prezioso. «Ho imparato quest’arte fin
da bambina ma ho voluto reinventarla, e
da tre anni ho ideato il merlettogioiello,
che creo quasi solo su commissione», racconta Iolanda Ottavi, proprietaria di un piccolo
negozio nel centro. «Il lavoro inizia quando
l’orafo con cui collaboro crea, sia in oro sia
in argento, le strutture di spille, anelli e collane. Con il merletto creo i disegni all’interno.
In questi anni ho sperimentato molto: ho
provato a lavorare con il filo d’oro, ma mi sono resa conto che non riuscivo a dare una
forma precisa alle figure. Ho cercato quindi
i filati migliori e li ho trovati in Germania:
filo dorato o argentato lavabile a 60 gradi».
Iolanda, prima di creare un pizzo, passa
serate intere a disegnare e a creare intrecci.
«Trovata la forma migliore, la fisso sulla carta dove andrò poi a realizzare il merletto,
che parte dalla tradizione
ma deve essere attualizzato
se si vuole che piaccia alle
giovani generazioni. Oggi
il pizzo non è più solo
bianco o grezzo, ma colorato o metallizzato. L’importante è che colga le tendenze della moda: solo in
questo modo può essere
applicato sugli accessori, le
scarpe e l’abbigliamento».
Iolanda si sta organizzando per vendere su internet le sue creazioni e farsi
conoscere anche all’estero.
«Ho sempre molte soddisfazioni quando presento i
miei lavori: mi fanno i complimenti esperti del costume e anche direttori di riviste specializzate. L’innovazione paga sempre».
Il Comune di Offida da
parecchi anni sta cercando di creare il merletto
doc. Al riguardo si è costituita un’associazione che vuole dar vita a
una scuola specializzata per formare le ragazze del paese: invece di lavorare in fabbrica,
imparerebbero a creare pizzi. Quest’arte potrebbe inoltre garantire all’alta moda italiana
una produzione di qualità e di quantità, per
rendere ancora più prestigioso e inimitabile il made
in Italy. Un vanto per tutto il borgo è il vestito da
sposa disegnato da Valentino e creato da alcune merlettaie offidane nel 1997,
indossato da Naomi
Campbell in una sfilata a
Londra. «Si parla sempre
di quel vestito, ma non si
può rimanere ancorati al
passato: bisogna guardare
avanti. Finora la scuola del
merletto è stata solo una
promessa: ci vuole coraggio e decisione per aprire
nuovi orizzonti», dice Iolanda Ottavi.
Chi non si rinnova rischia di scomparire. Se
Offida non saprà cogliere
la sfida, nessuno sostituirà
le ultime merlettaie vocianti per le stradine. Rimarrà
solo il silenzio e il loro ricordo nei versi di una poesia: (…) La storia del bianco merletto/ che a
cerchi, a losanghe e a strisce s’inizia,/ si snoda e finisce nel ritmo di un gioco perfetto
(…). Allora, un po’ stanche, ma gaie/ (le gote un tantino più accese)/ da tutte le vie del
paese/ rincasano le merlettaie.
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GLI ARTISTI
DEL BORGO
Ecco gli artigiani-artisti
della grande tradizione
del merletto di Offida:
씰 Iolanda Ottavi
Corso Serpente Aureo 40;
Via Roma 104, 63035
Offida; tel. 320.70.35.058;
[email protected]
www.iolandaottavi.com
씰 Co. Ar. Me.
(Cooperativa Artigiane
Merlettaie a tombolo),
Via Roma 1, 63035 Offida;
tel. 0736.88.01.17
씰 Oikos
Società Cooperativa A R.l.
Lavorazione Merletto
Tombolo (Per la promozione
del merletto a tombolo),
Via Roma, 17 63035 Offida
(AP); tel. 0736.88.86.09
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