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PROF.SSA PORTAS NERINA ISTITUTO AMSICORA I.P.I.A. OLBIA Le sostanze stupefacenti o droghe, sono le sostanze in grado di indurre variazioni nel funzionamento del cervello in modo da alterare lo stato lucidità mentale. Diversi sono i decessi causati dall’abuso di droghe. Ashleigh Aston Moore: nata 30 settembre 1981 – morta 10 dicembre 2007. Attrice canadese di The Odissey è morta per una overdose accidentale di eroina. II cervello è un organo complesso. In alcuni individui è biologicamente predisposto a essere iperstimolato dalle sostanze stupefacenti. Per queste persone il rischio di diventare tossicodipendenti si moltìplica: loro diranno "è una mia libera scelta", in realtà sarà una scelta obbligata, perché il loro cervello diventa immediatamente dipendente dalla droga. Attenzione! Tutto questo non puoi saperlo prima! L'unico modo per non cascare in trappola, è tenersi lontano dalla droga. Dall’analisi dei dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, nonostante ci sia una maggior consapevolezza nei confronti della pericolosità di queste sostanze la situazione, invece di migliorare peggiora, emerge infatti che: 3 studenti su 4 hanno già fatto uso, almeno una volta nella vita, di droghe, alcol, psicofarmaci e gioco d’azzardo. Tra le droghe a detenere il primato è la marijuana; è la più consumata nel 2013, ben 580 mila studenti l’hanno provata,75 mila ragazzi fumano quotidianamente marijuana il 60% degli intervistati ne ha fatto uso almeno 10 volte nel corso di un anno. L’eroina e la cocaina non sono da meno, anzi; nel 2013 hanno fatto uso di cocaina 28 mila ragazzi, l’1,2 % del totale, i consumatori abituali sono 16 mila. Per quanto riguarda la cocaina, sono i ragazzi a farne maggiore uso, solo 1,3% di chi l’ha provata era costituito da ragazze il 20% da maschi. Se infine si vanno a indagare più nel dettaglio le preferenze si scopre che: l’83% dei giovani ha usato una sola sostanza illegale; i poli-consumatori invece sono circa 100 mila, circa il 4,3% dell’intera popolazione studentesca I risultati emersi, come si intuisce, sono sconcertanti, i ragazzi non hanno alcun tipo di inibizione e anzi, tendono a sperimentare vari mix di droghe provando anche il fai da te (vernici, ricariche per accendini, smacchiatori, insetticidi, disinfettanti, benzine, etc. ). Esistono addirittura le cosiddette“droghe furbe” che sono commercializzate come prodotti naturali ( vendute nei negozio al dettaglio specializzato nella vendita di sostanze psicoattive legali) ma hanno gli stessi nefasti effetti delle sostanze illecite, Facilità di reperibilità ed evidente disponibilità economica dei ragazzi favoriscono ulteriormente questa piaga che, come possiamo osservare, è destinata a sfornare una generazione di drogati. UN PROBLEMA SPESSO SOTTOVALUTATO: quello del consumo di marijuana tra gli adolescenti. Anche se il dibattito sulla sua legalizzazione o meno vede impegnati schiere di opinionisti ed esperti, almeno su una cosa vi è un consenso unanime: i ragazzi non dovrebbero consumarla. Le statistiche riportate in un recente studio del Lancet parlano chiaro: la marijuana ha gravi effetti sulla salute e il futuro dei giovani. Uno studio che ha raccolto i dati di 3 grandi studi avvenuti in Australia e Nuova Zelanda, ha investigato l’associazione tra la frequenza del consumo di cannabis prima dei 17 anni e i risultati raggiunti a 30 anni, e ha trovato che: il 60% ha meno probabilità di diplomarsi al liceo o all’università i ragazzi sono più inclini a commettere suicidio sono 4 volte più inclini a diventare dipendenti da cannabis sono 3 volte più inclini ad usare droghe più pesanti per chi ha già un comportamento borderline (Il disturbo borderline di personalità è definito come disturbo caratterizzato da vissuto emozionale eccessivo e variabile, e da instabilità riguardanti l'identità dell'individuo. Uno dei sintomi più tipici di questo disturbo è la paura dell'abbandono. I soggetti borderline tendono a soffrire di crolli della fiducia in se stessi e dell'umore, ed allora cadere in comportamenti autodistruttivi e distruttivi delle loro relazioni interpersonali. Alcuni soggetti possono soffrire di momenti depressivi acuti anche estremamente brevi, ad esempio pochissime ore, ed alternare comportamenti normali) può innescare comportamento psicotici I ragazzi non percepiscono la marijuana come una minaccia, perché secondo loro non ha gli stessi effetti dell’alcol o l’eroina. SCETTICISMO -Lo scetticismo, purtroppo, è duro da sradicare, nonostante i dati riportati da fonti autorevoli come il The Lancet. Molti ragazzi infatti hanno davanti l’esempio di consumatori quotidiani di marijuana brillanti e ben inseriti nel contesto sociale. Un’esperta su questo tema, osserva che spesso, tutto comincia come emulazione del successo socialeche chi fa uso di marijuana ottiene, senza considerare i successivi contraccolpi negativi. Sarah Stollenwerk, consulente per l’abuso di droghe presso il Centro Giovanile della North West Community sostiene che prima, in termini di età, comincerà il consumo di marijuana più ci sarà la probabilità di incorrere in gravi problemi.“Chi comincia da piccolo potrebbe non avere la capacità di evitare di scivolare nella dipendenza” ha riferito la donna. Purtroppo questi non sono casi isolati. Secondo lo studio di Monitoring the Future: il 13% di ragazzi di 13 anni ammette che sarebbe felice di consumare un po’ di marijuana I ragazzini sono incoraggiati in questa pratica dagli alunni delle classi superiori che li riforniscono o li indirizzano a qualcuno che può fornire loro la droga. CONCLUSIONI - Il suggerimento del dottor Silinis è che i ragazzi non consumino droga o che, almeno, ne rimandino l’uso a quando saranno più grandi. “Il cervello degli adolescenti è molto suscettibile agli effetti nocivi della cannabis”. Fanno parte di questa categoria le sostanze in grado di esercitare azione stimolante sul sistema nervoso centrale. Generalmente hanno effetti di vaso-costrizione, tendono a produrre un innalzamento della pressione sanguigna, del polso e/o della respirazione, eventualmente anche delle capacità di attenzione, e/o della reattività emotiva o della percezione. La cocaina è l’alcaloide attivo delle foglie di coca arbusto che cresce in america centrale come nella Colombia, Perù e Bolivia. La cocaina è uno stimolante molto potente che agisce direttamente sul cervello. Lo spaccio di questa droga avviene attraverso un commercio illegale internazionale. La sua vendita avviene sotto forma di polvere bianca, fine e cristallina, miscelata a sostanze inerti quali talco o zucchero, o con altre droghe come anestetici locali, per esempio la procaina(farmaco anestetico a uso locale ha effetto paralizzante) o altri stimolanti come le anfetamine. L'assunzione della cocaina, avviene di solito attraverso una cannuccia o un pezzo di carta arrotolato, alcuni la mettono sotto la lingua o la strofinano sulle gengive, altri la fumano oppure la iniettano. La cocaina instaura nel cocainomane una fortissima dipendenza psicologica COME CI SI TRASMORMA I DANNI CHE PROVOCA LA COCAINA NEL CERVELLO La maggior parte dei consumatori assume la cocaina per via nasale, in una manciata di secondi l’impressione di un profondo benessere raggiunge tutto il corpo ci si sente più lucidi e disinibiti. La cocaina agisce sulle aree del nostro cervello che influenzano l'energia, la memoria, la vigilanza, l'umore e il piacere. Ma può provocare anche tremori, ipertensione, tachicardia e febbre, difficoltà a mangiare e a dormire. In casi particolari, qualche problema con il cuore. Chi la usa tende poi a sopravvalutare se stesso, le sue capacità e a sottovalutare le conseguenze, magari rischiose, di ciò che fa: un vero pericolo se si guida o se si è in situazioni in cui è meglio tenere a bada l'aggressività. Anche perché comportamento e linguaggio possono in un attimo diventare violenti. Quando l'effetto finisce e c'è il "down", ci si sente stanchi, senza energie, si entra in depressione. E con il tempo e l'aumento delle dosi, in fase di "down " si arrivano a non provare più piacere per nulla. La cocaina porta all'abuso. In poco tempo cresce l'esigenza di prenderne ancora, fino al punto che, se dosi e frequenza aumentano, non si riesce più a farne a meno. (DIPENDENZA) Chi esagera si sente stressato, insonne, mangia male e, alla lunga, può avere problemi con le sue prestazioni sessuali: scompare il desiderio e si può arrivare all'impotenza. Il consumatore cronico è spesso ansioso, irritabile, sospettoso e suscettibile. In casi estremi può arrivare alla paranoia, al delirio e avere allucinazioni che sfociano in psicosi vere e proprie. La cocaina, sniffata, fumata o innietata in pochi secondi passa nel sangue e giunge in un’area profonda del cervello che controlla il piacere. Ogni volta che viviamo un’esperienza gratificante i neuroni di questa area producono dopamina; il messagero chimico responsabile delle senzazioni piacevoli che proviamo. La cocaina interviene su questo meccanismo stimolando questi neuroni a produrre dopamina. Una volta che questa sostanza esercita la sua funzione stimolante la cocaina ne impedisce il riassorbimento. In questo modo si sviluppa una grande quantità di dopamina che rimane in circolo e scatena nel cervello una forte sensazione di euforia. La grande quantità di dopamina trattenuta nelle sinapsi Elimina i recettori e i neuroni senza più recettori muoiono riducendo la sostanza grigia del cervello e del cervelletto. Questo fenomeno porta alla devastazione dell’organismo fino a causarne la morte. Immagini mediante tecnica PET. La prima figura a sinistra mostra il normale metabolismo cerebrale in un soggetto sano che non consuma cocaina (l’attività metabolica funzionante del cervello è rappresentata dai colori giallo e rosso nella corteccia cerebrale). La figura a sinistra mostra invece il ridotto metabolismo cerebrale in un soggetto consumatore di cocaina. La riduzione metabolica (aree in blu/verde) corrisponde ad un’alterazione dei recettori e neurotrasmettitori cerebrali con conseguente diminuzione del normale flusso metabolico (attività cellulare) soprattutto nella corteccia cerebrale. Con le droghe si sa come funziona. Si comincia bene, si pensa di poterne uscire quando si vuole e poi magicamente ci si trova sommersi da un mare di guai. Questo succede ai poveri disgraziati che per procurarsi la dose fanno i salti mortali. L'astinenza comincia poco dopo aver smesso e provoca depressione, sonnolenza, inquietudine, tremori, dolori ai muscoli e una gran voglia di consumare di nuovo. L'overdose può portare alla morte per arresto cardiaco, convulsioni o paralisi respiratoria. Effetti collaterali e rischi si moltiplicano se la cocaina viene fumata o iniettata in vena, perché arriva più velocemente al cervello (usando siringhe in comune, c'è poi anche il pericolo di infezioni come l'HIV o l'Epatite). Il mix con alcol o altre droghe aumenta i rischi. La cocaina è illegale: per la legge è come l'eroina. Lo spaccio è punito dalla legge con il carcere fino a 20 anni e una multa fino a 260.000 euro circa. Il crack Viene ricavato, tramite processi chimici, dalla cocaina. uno stupefacente altamente pericoloso in grado di indurre elevata dipendenza e rapida assuefazione psicologica e fisica, inoltre è in grado di aumentare gli istinti violenti e disinibire i principali centri di controllo del sistema nervoso centrale. Spesso porta all'alienazione sociale o a forme di psicosi. Gli effetti del crack hanno una salita immediata, intensa e molto breve (3-4 min.). Gli effetti desiderati sono quelli di sensazioni di forza ed energia, scioltezza comunicativa, euforia e vivacità. Il rovescio della medaglia è un down molto pesante: la persona può sentirsi molto depressa e apatica, può sperimentare stati paranoici, nervosismo e irritabilità,insonnia o sonno eccessivo, diminuzione delle sensazioni di piacere e la voglia di rifumare può ripresentarsi esageratamente forte. Si dice ecstasy ma si parla in realtà di varie sostanze diverse tutte prodotte in laboratorio. La più importante è l'Mdma, un derivato dell'anfetamina. Si trova in giro in pasticche colorate di forme differenti e non si sa mai con precisione cosa c'è dentro. L'Mdma agisce soprattutto sulla serotonina, una sostanza del nostro cervello che interviene sull'umore, sul sonno e sull'appetito. Studi scientifici hanno dimostrato che può danneggiare in maniera significativa alcune cellule del nostro cervello. Chi la usa cerca una via veloce per emozioni forti, parole fluenti e rapporti facili con tutti, specie con l'altro sesso. Ma subito l'ecstasy fa battere il cuore più in fretta, rende la bocca arida, le mascelle tese e dilata le pupille. Alza la pressione del sangue, ed è un rischio ulteriore per chi ha problemi al cuore, reni o per chi soffre di epilessia. Presa durante una notte di sballo sfrenato contribuisce a far salire la temperatura del corpo e può portare al colpo di calore: un pericolo per la vita. Se poi si bevono alcolici i rischi aumentano. Quando l'effetto finisce ci si sente depressi e irritabili. Così storditi che una curva può sembrare più distante di quello che è. Chi esagera, così come chi consuma poco, ma spesso, può avere crisi d'ansia, di panico o di paranoia, che possono riproporsi anche molto tempo dopo aver consumato. Col tempo può entrare in depressione e avere problemi a dormire (anche per settimane) e a mangiare. Con l'ecstasy può venire voglia di riprovarci: una volta, due, tre. Finché non diventano troppe. E allora può sembrare che la notte non sia più notte, senza Vecstasy. Per cui la si prende ancora pensando che vada tutto liscio ma non sempre è così. Anche perché può diventare necessario prenderne di più per ottenere lo stesso effetto e questo non fa che aumentare i rischi. Col tempo quel che si ricerca sfuma, mentre crescono i problemi. Gli effetti dell'ecstasy variano da persona a persona in particolare, l'Mdma può tirare fuori disturbi che non si sospettava di avere: ecco perché, per qualcuno, anche solo una pasticca può essere pericolosa. Il mix con altre droghe o con alcolici aumenta i rischi. In Italia, dove l'ecstasy è illegale ed è equiparata per legge all'eroina, alcuni decessi sono stati collegati al suo abuso. “ Bolgia” in un locale di Osio dove la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, dopo aver ingerito dell’ecstasy, è morto il diciottenne Nakky Di Stefani Sono un gruppo di sostanze con una lunga storia, ripescate di recente da chi consuma ecstasy e compagne. Si trovano in pasticche, in capsule o in polvere. Nel nostro cervello agiscono su alcune sostanze che contribuiscono a regolare sonno, umore e appetito. Chi le consuma vuole una scorciatoia per sentirsi pieno di energia, sveglio e vigile. Ma le anfetamine accelerano il cuore e il respiro, rendono difficile il sonno e, alla lunga, diminuiscono l'attività sessuale. Aiutano a non sentire fame e fatica, ma non difendono l'organismo dalla mancanza di cibo e di riposo. Anni fa, al Tour de France, un ciclista famoso morì pedalando perché le anfetamine lo avevano "aiutato" a non fermarsi per tempo. Quando l'effetto finisce ci si sente come svuotati: spossati, irritabili, depressi; sensazioni che si fanno più intense se c'è stata una storia d'uso per molti giorni. La tentazione di allontanare da se questi effetti può portare a riprenderle ancora. Chi consuma può aver problemi a capire cosa è in grado di fare, le conseguenze di ciò che fa e gli eventuali rischi. In casi estremi, il comportamento può diventare violento, la capacità di autocritica annullarsi e si può arrivare all'isolamento e alla paranoia. Le anfetamine possono dare dipendenza. Quando si smette dopo Quando si smette dopo aver consumato troppo e a lungo, scatta l'astinenza: ci si sente gravemente depressi, stanchi e molto assonnati. Se vengono iniettate e si usano siringhe in comune, c'è il rischio di infezione da HIV e epatite. Il mix con alcolici e altre sostanze aumenta i rischi, in particolare i comportamenti possono diventare facilmente aggressivi e violenti. Le anfetamine sono illegali e per la legge sono equiparate a eroina e cocaina. I più potenti di questa classe, quelli cui il nome si riferisce il più delle volte, sono gli oppiacei. Si intende con questo nome molecole affini a un principio attivo ricavato dal Papavero da oppio, la morfina. La caratteristica principale di questa sostanza è la sua forte affinità molecolare con enzimi naturali prodotti dall'organismo umano, le endorfine, che hanno un effetto di regolazione sul sistema nervoso centrale. I narcotici sono sostanze dotate di proprietà analgesiche, sedative e miorilassanti. Agiscono non solo sul cervello ma su tutto il sistema nervoso centrale, su ricettori specifici centrali e periferici dei sistemi deputati alla trasmissione del dolore, come sulla emotività e la sfera degli istinti. Rientrano in questa categoria la morfina ed i suoi derivati come l'eroina. . La cannabis deriva dalla pianta della canapa indiana. Come sostanza psicoattiva vengono usate solo alcune parti, prevalentemente i fiori femminili (marijuana) e la loro resina (hashish) fumati, inalati o ingeriti. Ingrandimento del fiore femminile di Cannabis Sativa; ben evidenti sono i "cristalli" di resina Il principale agente psicoattivo della cannabis è il THC. L’hashish ("fumo"), si presenta come materiale scuro, compatto, aromatico, la marijuana ("erba") come foglie secche, Normalmente viene fumata: effetto in 15 minuti, per qualche ora. QUALI SONO GLI EFFETTI DELLA MARIJUANA E DELL’HASHISH SUL CERVELLO? Gli scienziati hanno appreso molto sul modo in cui il THC agisce sul cervello per produrre i suoi numerosi effetti. Quando qualcuno fuma marijuana, il THC si trasferisce rapidamente dai polmoni nel sangue, e la sostanza è trasportata agli organi attraversando il corpo, compreso il cervello. Nel cervello, il THC si connette a specifiche aree delle cellule nervose chiamate recettori di cannabinoidi ed influenza l'attività di queste cellule. Alcune aree del cervello hanno numerosi recettori di cannabinoidi; altre ne hanno pochi o non ne hanno affatto. Molti di questi recettori si trovano nelle aree del cervello che influenzano il piacere, la memoria, il pensiero, la concentrazione, la percezione del tempo e la coordinazione dei movimenti. Cervello di un ragazzo di 17 anni che non usa Cannabis. Sistema limbico Cervello di un ragazzo di 17 anni che usa cannabis. Striscia azzurra mostra la morte dei neuroni. Lo spessore della corteccia cerebrale si riduce di 3mm. Rilassante, euforizzante, leggermente allucinogena. Fa venire fame. Dilata la sensazione del tempo, rende sospettosi; rallenta i riflessi ma ci si sente più veloci. Può provocare nausea, ansia, cali di pressione fino allo svenimento. Provoca "deja vù “:esso consiste nella sensazione erronea di aver già visto un'immagine o di aver già vissuto precedentemente un avvenimento o una situazione che si sta verificando, e "false illuminazioni": idee che sembrano profonde ma delle quali ci si dimentica completamente. Provoca dipendenza psicofisica. L'uso continuato fa perdere la memoria, favorisce disturbi psichici e provoca la cosiddetta "sindrome demotivazionale": si è distratti, non si riesce a fare progetti, non si riesce a studiare, si diventa indifferenti a tutto e non si fa nulla per risolvere i propri problemi. L'hashish viene "tagliato" con mille schifezze: paraffina, fango, pomata per le scarpe. Per accelerare i tempi del raccolto alcuni trafficanti seccano le piante con ammoniaca. L'effetto è come un sasso in mezzo al petto, con difficoltà a respirare. È illegale: chi "fuma" rischia una multa e la sospensione di patente e passaporto; il possesso di grandi quantità prevede la prigione fino a 6 anni e multe fino a 260 mila Euro. Col termine di narcotici si indicano sia gli oppiacei, derivati naturali dell'oppio, sia gli oppioidi, che sono sostanze sintetiche. Tutte queste sostanze agiscono sul Sistema Nervoso Centrale provocando alterazioni che possono, in tempi più o meno brevi, condurre alla dipendenza. L'oppio è uno stupefacente ottenuto incidendo le capsule immature del papaver somniferum e raccogliendone la linfa che trasuda, che poi viene lasciata rapprendere all'aria in una resina scura che viene impastata in pani di colore bruno, che emanano un odore dolciastro e hanno un sapore amaro. L'oppio è molto ricco di sostanze alcaloidi. L'azione analgesica ed euforizzante, sfruttata in medicina e a scopo ricreativo dai tossicodipendenti, è dovuta soprattutto alla morfina. La farmacopea ufficiale italiana ammette l'uso terapeutico di oppio ma specifica che il suo contenuto di morfina deve essere compreso fra il 9,8% e il 10,2%. Una dose eccessiva di oppiacei può essere mortale, a causa del loro effetto depressivo del sistema cardio-circolatorio e sui centri della respirazione. L'overdose da oppiacei può portare a scompenso respiratorio, shock e collasso cardiocircolatorio. Tutti gli oppiacei, benché siano sostanze estremamente pericolose, non sono però tossiche a livello cellulare o tissutale. Perciò a differenza di altre droghe - come ad esempio l'alcol - non provocano danni permanenti all'organismo. Gli oppiacei sono una classe di farmaci importantissimi e insostituibili in medicina, per il loro utilizzo analgesico. L'eroina è un derivato della morfina e provoca dipendenza dieci volte superiore alla morfina. L'eroina da strada è una sostanza farinosa marroncina o bianca, non è mai pura, ma tagliata con vari additivi o diluenti come lattosio, chinino, amido, talco, cacao, stricnina e zucchero. Una iniezione di eroina produce una potente euforìa "flash" che dura solo pochi minuti, seguita da una stato di rilassamento e benessere nel quale svaniscono ansia e dolori. Queste sensazioni inducono il consumatore a ripetere l'esperienza con conseguente adattamento dell'organismo e aumento della dose per ottenere lo stesso effetto, con il rischio di andare incontro a overdose. In questo caso il tossicodipendente ha assunto una quantità di sostanza superiore a quella che il suo organismo può tollerare. L'uso di una sostanza antagonista dell'eroina, chiamata Naloxone (Narcan) permette la ripresa della normale respirazione strappando il soggetto al coma o alla morte. La brusca sospensione dell'assunzione di eroina determina l'insorgenza della crisi di astinenza, che porta il tossicomane alla spasmodica ricerca della dose quotidiana. Tutti i consumatori di eroina corrono il rìschio, con lo scambio di siringhe, di contrarre I'AIDS, infezioni a carico del cuore, del sangue, epatiti, ascessi del fegato, cervello e polmoni, e a loro volta trasmettere con scambio di siringhe e rapporti sessuali non protetti l'infezione ad altri. Le sostanze da taglio possono causare malattie gravissime come cecità nel caso della stricnina, embolia nel caso del talco. Il cobret è eroina molto grezza, scarto del processo di produzione dell’eroina (una dose contiene dal 15 al 25% di sostanze psicoattive) e si presenta come una polvere che ha l’aspetto dello zucchero di canna è venduta in palline avvolte in cellophane. Il Cobret bruciando dà origine a volute di fumo che ricordano la “coda del drago” ed offre per pochi euro una fortissima dipendenza. La ketamina è un anestetico generale utilizzato prevalentemente per scopi veterinari, agisce deprimendo il Sistema Nervoso Centrale, riducendo la frequenza cardiaca/respiratoria e la pressione arteriosa. A dosaggi superiori a quelli necessari per l'anestesia produce anche effetti allucinogeni che inducono una sensazione di dissociazione tra mente e corpo. La sostanza, che si presenta sotto forma liquida o di polvere biancastra è normalmente sniffata ma può anche essere ingoiata o assunta con iniezioni intramuscolari. L'effetto e la durata dell'esperienza, dopo l'assunzione, oltre che dalla purezza e dalle modalità di assunzione della ketamina (sniffata produce effetti in pochi minuti) dipendono molto anche dalla predisposizione della persona e dal contesto. Comunemente provoca un leggero stato di euforia, seguito da una sensazione di distacco tra mente e corpo che porta a difficoltà nella coordinazione dei movimenti e più in generale a difficoltà nel controllo dei vari sensi; condizioni che portano al disorientamento, alla perdita del senso di identità e ad un distacco quasi totale dalla realtà. Ad alti dosaggi è possibile arrivare a stati mentali vicini al coma che provocano NDE (esperienze vicine alla morte). Queste sensazioni possono provocare stati di ansietà o crisi di panico. Con un uso continuato di ketamina, oltre ad una lenta scomparsa degli effetti psichedelici che lasciano solo l'effetto sedativo della sostanza, non si escludono danni permanenti al sistema nervoso. In caso di overdose si possono avere arresti cardiaci e gravi danni cerebrali. Conosciuta come "acido", la dietilamide dell'acido lisergico è l'allucinogeno più diffuso in Italia e nel mondo. E' spacciato in francobollini colorati o pillole (micropunte) in cui, come capita con l'ecstasy, non si sa mai bene cosa c'è dentro. Il "viaggio", il "trip" che provoca può durare fino a 12 ore. L'LSD interviene sulle percezioni sensoriali: "colora" i suoni, fa "vedere" gli odori e "sentire " i colori. L'LSD modifica la percezione della realtà, fa vedere cose che non ci sono, provoca illusioni e così si fatica a distinguere cos'è reale e cos'è immaginario. Il tatto è esaltato e si può perdere il senso del tempo. Emozioni intense, anche contrastanti, si sovrappongono una sull'altra e cambiano in continuazione. Ci si sente confusi, i riflessi sono alterati e si può avere difficoltà a capire dove si è e cosa si sta facendo. A volte non lo si capisce proprio, perché la facoltà di giudizio può essere modificata. In questi casi, allora, può diventare pericoloso fare anche una cosa banale come attraversare la strada. L'LSD può far salire la temperatura del corpo, aumentare la pressione del sangue, provocare tachicardia e dare un senso di vertigine e nausea. Gli effetti dell'acido cambiano, e di molto, a secondo del posto in cui ci si trova e di come stanno corpo, cuore e mente in quel particolare momento. Può capitare facilmente che anche una lontana traccia d'inquietudine o un posto sbagliato facciano cambiare la dirczione del "viaggio ". In particolare si possono verificare stati d'ansia acuta o reazioni di panico ("bad trip" il "brutto viaggio") che si auto alimentano e crescono. Scatta la paura di perdere il controllo che diventa in un attimo paranoia e si possono scatenare veri e propri deliri di persecuzione. Il consumo anche solo di un francobollo in cui ci sia molto LSD può provocare depressione, paranoia, psicosi e "flashback": a distanza, anche di molto tempo, il "viaggio" ritorna improvviso e inaspettato. Anche se si consuma poco, personalità più vulnerabili possono rimanere a lungo squilibrate con danni permanenti. Proprio per questo c'è chi sostiene che, usandola anche una volta sola, possa far male e dare conseguenze psichiatriche. Il mix con alcol e altre droghe fa aumentare i rischi e gli effetti non ricercati. L'LSD è illegale: per la legge è come l'eroina o la cocaina. La droga di questi tempi si trova ovunque. Nei piccoli paesi, nelle discoteche, nelle grandi città, nelle spiagge, nelle piazze e in alcuni bar. Ma da dove arriva? Alcune droghe sono sostanze naturali , usate da sempre in Asia e in America centro-meridionale e recentemente diffuse anche nei Paesi industrializzati. Fra le droghe naturali troviamo: la Marijuana (derivata dalla cannabis) che è nata in Jamaica ma può essere coltivata anche in Italia. In Thailandia ci sono dei campi di papaveri (da cui si estrae l’oppio, componente base dell’eroina) in cui i contadini che ci lavorano sono sempre sotto sorveglianza “militare”. Molto diffusa in questi ultimi anni sul mercato europeo è la cocaina, derivata dalle foglie di coca, una pianta originaria delle regioni montuose dell’America meridionale. Altre sono invece sostanze sintetiche, cioè create in laboratorio, ad esempio l’ecstasy, il crack e l’LSD. Ci sono anche droghe, poco conosciute come la droga dei poveri, cioè attack messo in un sacchetto e poi aspirato. ALCOOL L’alcool la droga più utilizzata. Costa poco, è reperibile ovunque, in qualsiasi momento, ed è socialmente accettato. Ovunque, dove le persone si incontrano si beve alcool. Dove si festeggia spesso ci si ubriaca. L'abuso di alcool viene menzionato raramente, ma le cifre di morti per malattie ed incidenti stradali e sul lavoro alcool-correlati parlano da sole. I GIOVANI SONO UN TARGET DI POPOLAZIONE ESTREMAMENTE VULNERABILE AI RISCHI LEGATI AL CONSUMO DI BEVANDE ALCOLICHE. Negli ultimi decenni si è assistito ad un aumento graduale del consumo di alcol da parte di adolescenti e pre-adolescenti, aumento influenzato anche da pressioni sociali, mediatiche e pubblicitarie. Da un consumo mediterraneo, in cui il vino veniva consumato ogni giorno durante i pasti, si è passati a un consumo realizzato prevalentemente fuori pasto, il cui obiettivo non è il piacere della bevanda alcolica legata ai sapori del cibo, ma la ricerca dell’effetto secondario dell’assunzione alcolica, che per i giovani si esplicita nella percezione di essere maggiormente disinvolti, loquaci, disinibiti e maggiormente integrati nel gruppo dei pari. ALCOL E ADOLESCENZA L’adolescenza rappresenta il momento forse più critico dell’intero percorso di vita. UN ADOLESCENTE DEVE ELABORARE E COSTRUIRE UNA PROPRIA IDENTITÀ DEFINITA E DISTINTA IN GRADO DI PORSI NEI CONFRONTI DEL MONDO IN MODO AUTONOMO, COERENTE E RESPONSABILE. Per realizzare quest’importante obiettivo di crescita, gli adolescenti possono intraprendere diversi percorsi e hanno quindi differenti possibilità di azione sulla base anche delle loro caratteristiche personali e dalle opportunità o vincoli offerti dai contesti di vita. Alcuni di questi percorsi possono configurarsi come maggiormente a rischio perché espongono i ragazzi a elevate probabilità di compromettere il loro futuro. I comportamenti a rischio Il consumo di alcol e di altre sostanze psicoattive può rispondere al bisogno che il ragazzo sente di considerarsi adulto, rafforzando la propria identità in un momento in cui altri aspetti più essenziali dell’essere adulti non sono ancora realizzabili. Attraverso i comportamenti a rischio, la trasgressione il superamento dei limiti, l’adolescente può trovare un modo per identificarsi e differenziarsi dagli adulti, soprattutto dai genitori e per affermare, in forma più marcata, se stessi, la propria autonomia e la propria indipendenza. Non bisogna sottovalutare i comportamenti a rischio poiché possono rappresentare a lungo andare l’anticamera per l’instaurazione di abitudini non salutari e pericolose per lo sviluppo fisico, psichico e sociale dell’adolescente. SONO FORTISSIMO!!!! BUONA PARTE DEGLI ADOLESCENTI SCELGONO MODI POSITIVI PER AFFERMARE E SPERIMENTARE SE STESSI, COME: assumersi la propria responsabilità; partecipare alla vita sociale; prendere decisioni sul proprio futuro; Praticare attività fisica; Impegnarsi nell’ambito intellettuale e scolastico; sperimentare tipi di abbigliamento non convenzionale e anticonformista. I DANNI CAUSATI DALL’ALCOL SULLO SVILUPPO DEGLI ADOLESCENTI Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per gli adolescenti fino a 16 anni è raccomandata la totale astensione dall’alcol, tale dato è coadiuvato dai risultati della ricerca scientifica da cui emerge che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio quattro volte maggiore di sviluppare alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21 anni. L’adolescenza è un periodo di cambiamenti strutturali e funzionali a livello cerebrale. Durante tale periodo infatti si sviluppa maggiormente la corteccia frontale e prefrontale, che è quella zona del cervello destinata alla regolazione delle emozioni, alla capacità di risolvere problemi e ad autoregolarsi. Più nello specifico in tale fase evolutiva vengono a strutturarsi quelle funzioni cognitive esecutive che permettono l’acquisizione di abilità individuali di eseguire processi cognitivi di grado elevato come la pianificazione degli obiettivi, l’astrazione, la memoria operativa, il controllo dell’attenzione, la flessibilità del pensiero, l’auto-controllo e la capacità di utilizzare feedback nella regolazione dei comportamenti. Le sostanze psicoattive in genere e dunque anche l’alcol determinano effetti neurobiologici persistenti che favoriscono l’indebolimento della funzione della corteccia pre-frontale, l’area che controlla la motivazione, il comportamento e Anche dal punto di vista dell’apparato gastroenterologico il consumo di alcol prima dei 16 anni è vivamente sconsigliato, gli adolescenti infatti prima di tale età non sono forniti del corredo enzimatico predisposto alla scomposizione e metabolizzazione dell’etanolo contenuto nelle sostanze alcoliche, provocando in tal modo gravi effetti sul Sistema Nervoso Centrale dovuti a stati di intossicazione acuta. Per questa ragione infatti la Legge Italiana vieta la somministrazione di alcolici ai minori di anni 16. Inoltre è da specificare che esistono molteplici differenze tra maschi e femmine, quest’ultime infatti hanno meno capacità di metabolizzare l’alcol e sono più vulnerabili agli effetti tossici dell’etanolo per vari motivi: peso corporeo inferiore ai maschi, corredo enzimatico non adeguato, minore quantità di acqua nell’organismo, organi più piccoli. HOME In Italia si continua a discutere sul fatto di rendere legali (come accade in altri Stati europei) oppure di mantenere illecite le sostanze stupefacenti. Alcuni hanno sostenuto e sostengono che per combattere la criminalità che prospera sulla droga sarebbe necessario legalizzare la vendita delle sostanze stupefacenti, in modo che i tossicodipendenti possano acquistarle senza far ricorso al mercato clandestino. Altri hanno invece sostenuto la necessità di proibire non solo la vendita ma anche l’uso della droga, per affermare il principio che nessuno ha il diritto di tenere comportamenti che minacciano la sua salute fisica o psicologica Fondamentale è la prevenzione. Al sabato sera, in discoteca, tanti ragazzi non sanno dire “NO” e vengono spesso contagiati dalla “pasticco-mania”. Altri invece partono da subito con l’idea di “drogarsi” o “cannarsi”. Ma noi ci chiediamo, pensano che questo sia l’unico modo per divertirsi? Le forze dell’ordine hanno provato ad impedire questo fenomeno, ma esso cresce di giorno in giorno. Infatti, quasi tutti i mesi ci sono dei ragazzi che muoiono a causa degli stupefacenti. HOME SOSTANZE CHIMICHE: NICOTINA – danneggia l’apparato circolatorio. CATRAME – contiene molte sostanze cancerogene che causano il cancro. MONOSSIDO DI CARBONIO – (co) si lega in modo stabile all’emoglobina riducendo la capacità respiratoria. SOSTANZE IRRITANTI – danneggiano la mucosa e le cellule cigliate della trachea e dei bronchi faticano a eliminare il muco. Polmoni di un fumatore abituale Polmoni di un non fumatore Cancro al polmone Ad oggi si riconosce come fattore causale principale del cancro del polmone il fumo di sigaretta tabacco, sia in forma attiva che passiva. Il cancro al polmone causa, in Italia, circa 3.000 morti all’anno