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LETTERA DI UN CITTADINO ONESTO E PADRE DI UN FIGLIO

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LETTERA DI UN CITTADINO ONESTO E PADRE DI UN FIGLIO
31/10/2015
il dibattito news | IL PADRE GIUSEPPE SI RIBELLA CONTRO LE INGIUSTIZIE SUBITE DAL SUO ONESTO E CORAGGIOSO FIGLIO GIOAC…
Sabato 31 Ottobre 2015
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IL PADRE GIUSEPPE SI RIBELLA CONTRO LE INGIUSTIZIE SUBITE DAL
SUO ONESTO E CORAGGIOSO FIGLIO GIOACCHINO.
29.10.2015
| di Francesco Gangemi
LETTERA DI UN CITTADINO ONESTO E PADRE DI UN
FIGLIO VITTIMA DELLA FAMIGLIA BASILE ALLE
ISTITUZIONI ONESTE
Cari mestieranti della legge,
se siete onesti e conservate ancora uno stimolo
ideale nello svolgimento del vostro compito, non vi
farà piacere sentirvi chiamare in questo modo.
Eppure dovreste interrogarvi profondamente su
ciò che voi rappresentate oggi in Italia. Mi chiedo
se la legge è quell’assurdo capace di non arrivare
mai a nessuna giustizia, denunzie, rinvii, indagini
archiviate, accordi tra avvocati alle spalle dei più
deboli, tra tutori dell'ordine, (per i poveri cristi)
sotterfugi fino a una provvidenziale prescrizione.
Questa legge non è la vostra legge. E' la legge dei
magistrati che frequentano i circoli della Palermo bene, molto amici dei potenti, è
la legge dei magistrati asserviti, che come tanti funzionari, dirigenti, giornalisti o
semplici impiegati non hanno neanche bisogno di prendere ordini, perché nel loro
DNA vi è l’istinto all’obbedienza e alla fedeltà incondizionata. Cari magistrati
onesti, chiedetevi se nel servire in silenzio, con competenza e dedizione l’istituzione
che rappresentate, non avete finito per servire la casta che dalle norme che
rendono impossibile perfino una parvenza di giustizia trae linfa vitale per acquisire
maggiori privilegi e per contrapporsi con più efficacia all’altra casta, quella dei
politici. E tra caste, come sempre, ci si scontra e ci si accorda sottobanco. Sarà per
questo che un comune cittadino, uno che voglia vivere dignitosamente senza
doversi sottomettere a nessuno, ritrova negli occhi puliti di un magistrato quel
senso della cittadinanza, della legalità, su cui si fonda lo Stato… lo Stato, vi
ricordate quanta fatica nel pronunciare questa parola da parte di chi ha perso i
propri cari nella lotta alla MAFIA. Ci sarà' qualcuno disposto e ne sono convinto,
forse aspetta il momento giusto, ad ascoltarla e a cercarla quella verità, che mio
figlio rincorre da tre anni? O almeno, considerate le competenze territoriali, a
chiarire perché quella verità deve rimanere nascosta, forse perché' esiste il
coinvolgimento di troppi rappresentanti delle Istituzioni? Ai magistrati onesti
vorrei ancora ricordare che, pur nella delicatezza del loro compito, cui richiedono
giustamente riservatezza e rispetto delle regole, sono parte di questa società che ha
bisogno di ritrovare sì fiducia nelle istituzioni, prima ancora nelle persone. È a voi
che mi rivolgo, per dirvi di fare attenzione, perché oggi rischiate di essere solo
mestieranti della legge.
Sono Giuseppe Mattiolo, una storia a Palermo, tanto che mi fu dato il soprannome
di kojah, per la somiglianza, l'astuzia, l'attitudine al servizio (come il personaggio
del telefilm americano interpretato da Telly Savalas, poliziotto astuto, senza capelli
che consumava continuamente dei lecca, lecca). Oggi settantasettenne, con
esperienza provata in pensione come Guardia Particolare Giurata, iniziato
nell'anno 1965, dove per trentasette anni ho prestato servizio in un piccolissimo
Istituto di Vigilanza all'epoca, del Commendatore Luciano Basile, padre
dell'avvocato Rosario che si dilettava a gare automobilistiche non avendo il minimo
interesse alla vigilanza privata, poi trasformatasi negli anni a grande interesse
vedasi l'escalation e capo di un colosso chiamato i.v.r.i, questo vi farà' capire da
quanto tempo conosco questa famiglia e, quante cose so su questi personaggi che si
sono accaniti con mio figlio Gioacchino che ha rimarcato le mie stesse orme,
scoprendo fatti di notevole rilevanza, di (MAFIA), per questo più di una volta è
stato minacciato da colleghi che hanno citato personaggi di spicco della Mafia, che
ho arrestato nell'ambito del mio servizio, ora al 41 bis. Altri no, per essere servito
su di un piatto d'argento, per questo nel 1985 reduce di conflitti a fuoco, negli anni
così chiamati di piombo, sono stato vittima di tentato omicidio assieme alla mia
famiglia, l'allora Questore di Palermo, Montesano, mi diede per un certo limite di
tempo la tutela per la gravità dei fatti. Il mondo è corrotto, come so che non lo è del
tutto, che esistono persone che fanno osservare la legge senza farsi corrompere, ho
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il dibattito news | IL PADRE GIUSEPPE SI RIBELLA CONTRO LE INGIUSTIZIE SUBITE DAL SUO ONESTO E CORAGGIOSO FIGLIO GIOAC…
conosciuto ed ho avuto il piacere di chiacchierare con Magistrati del calibro di
Ayala, Borsellino, Commissari di Pubblica sicurezza come: Boris Giuliano,
Montana, Cassarà, La Barbera, Salerno, Contrada, tutte persone con cui ho
collaborato per situazioni inerenti al servizio che svolgevo antirapina come
Comandante della Sicilia. Andando a ritroso nel tempo, ricordo di fatti abbastanza
gravi, di arresti all'interno del menzionato Istituto di vigilanza di concussioni di
guardie, e rapinatori incalliti, ancora guardie che si prodigavano a fare scassi al
posto di vigilare, tant'è vero, che negli anni 90 il Prefetto di Palermo, Damiano,
segnalò al Basile Rosario di fare scendere il Tenente Mattiolo, a riordinare e
stanare le guardie giurate che compivano atti criminosi. Di questo vi è traccia
perché ci furono degli arresti. Poiché ho una memoria storica e lo ripropongo,
posso scrivere e raccontare tanti di quei fatti scabrosi, inerenti a quando lavoravo
da far venire la pelle d'oca, come quando il Filippo Basile neofita, m'incaricò
nell'anno del Signore e, qui ci fu il campanello di allarme, su una grande rapina
nei caveau di una Banca, per accertare se noi come istituto di vigilanza, perché la
banca era piantonata da nostro personale, di un coinvolgimento dello stesso. Non
vado oltre a raccontare questo fatto, perché avrei il piacere che le forze di Polizia
con cui ho lavorato in modo proficuo, elogiato ed encomiato, di cui ho stima, mi
chiamassero per sapere questa porcata, fatta di traditori e di personaggi che
volevano eliminarmi, come intendono farlo con mio figlio e, cosa che non sono
riusciti a fare, visto che ero un personaggio a stretta collaborazione con le forze di
polizia di un certo spessore giacché punto di riferimento, che posso in qualsiasi
momento smentire in tutte le sedi giudiziarie, chi dicesse il contrario solo per
continuare a depistare chi come noi lavora per la legge e nella legalità, ahimè in via
di estinzione, il caso di mio figlio non si allontana molto dal mio. Cambia la musica,
il testo e sempre lo stesso. Signori Basile, forse a voi v'è sembrato che il sottoscritto
con il mio silenzio, si sia disinteressato alla questione di mio figlio, ormai divenuta
vergognosa, scandalosa per tutta lo stivale Italiano isole comprese e oltre oceano, vi
siete sbagliati di grosso, da anni ormai osservo con attenzione tutti gli errori che
state commettendo, cui resto alquanto basito, schifato, e mi vergogno di essere
stato un vostro dipendente, in un'azienda che non riconosco più, in un Rosario
Basile che con le sue amicizie cerca in tutti i modi di ostacolare chi scrive la verità
(vedasi giornalista) sui fatti accaduti e tra l'altro documentati con prove e supporti,
intimidazioni del tutto fuori luogo, e ostative nel percorso lavorativo, maldicenze,
continue calunnie, servendosi di piccoli esseri che ora lavorano da voi indossando
la divisa con disonore e facendo sfigurare tutta la categoria delle Guardie
Particolari Giurate oneste, continuo a meravigliarmi delle coperture che tutti
notiamo, gli interessi saranno forti, noi c'è ne fottiamo. Vi siete permessi con un
accordo di finto licenziamento di mettere fuori dall'organico, mio figlio Gioacchino,
rovinandogli la famiglia, voi non conoscete vergogna, vero signor Rosario? le dico
che ogni figlio è nel cuore di ogni padre, specialmente s'è vittima di un sistema
creato da un suo simile cioè dal suo piccolo figlio Filippo, sprovveduto, inesperto di
vigilanza e sicurezza privata, da creare un caos di natura falsa, diffamando mio
figlio sin dal 2002, avvalendosi di dipendenti lecchini e succhia inchiostro di cui io
come detto prima, sono un archivio che cammina con le idee chiare, ricordo
perfettamente tutto, compreso le sue lunghe serate fra amici di destra e sinistra, cui
lei si avvale, le dico che non abbiamo paura delle sue amicizie, perché' ben presto
scoppierà' un caso superiore a quello della Saguto e di Mafia Capitale, dove i vostri
agganci vi abbandoneranno compresi quelli nuovi cui rende evidente, andando al
bel paese o in Brasile. A voi mi rivolgo signori Magistrati onesti, per quello che
succede nella terra degli amici degli amici con il colletto bianco, assunzioni e
favoritismi, dove tutto si ferma, dove la gente è lasciata sola alla merce' dei balordi
per comodità di qualche corrotto, per questo motivo io da padre andrò' fino in
fondo, da anni ci sono indagini su questa famiglia Basile, e da anni continuano a
coprirli, come se nessuno vedesse cosa accade, hanno tirato tanto la corda che la
Sicilia ormai gli sta stretta, pensando di allontanarsi al nord, ma la legge arriva
ovunque e comunque, io non ho agganci ma ho l'onestà, la dignità, e non dimentico
nulla neanche l'incontro avuto prima del licenziamento di mio figlio con questo
signore, per porre fine a quanto stava accadendo. La GIUSTIZIA TRIONFERA'!
Gioacchino, figlio d'arte è incappato in una ragnatela enorme di abusivismo e,
illegalità d'individui come voi senza scrupoli, che ben presto avrò il piacere di
leggere sui giornali per tutte le porcate che avete fatto.
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