Una mirror box per curare la sindrome dell`arto fantasma
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Una mirror box per curare la sindrome dell`arto fantasma
Una mirror box per curare la sindrome dell’arto fantasma C avanti nelle interfacce di comando», spiega l’ingegner Massimo Improta, capo reparto ausili del Centro protesi. Si studiano sistemi di rilevamento ottico o a infrarossi, ma anche interfacce azionabili con la testa o con un piede. Nell’officina di Vigorso si sta sperimentando inoltre la guida tramite joystick, che permette ai pazienti di guidare rimanendo sulla sedia a ruote. Due veicoli sono stati adattati per permettere l’ingresso della sedia a ruote direttamente dal retro: una volta posizionato, il guidatore può utilizzare il joystick per comandare l’auto. Un primo sistema prevede l’utilizzo del joystick solo per girare le ruote e una serie di comandi vocali per tutto il resto, ma «stiamo sperimentando un joystick a quattro vie – continua Improta –: in avanti si accelera, indietro si frena, a destra e a sinistra si girano Qualcosa del genere avviene an- le ruote». che nel reparto ausili del Centro, dove I progetti per il futuro sono però i tecnici Inail stanno fornendo a un paziente tetraplegico un “integra-mouse”: ancora più ambiziosi: lo stesso sistema, si tratta di un dispositivo che consente modificato, potrebbe infatti essere utial paziente di comandare un computer lizzato per guidare con il mento. Anche con le labbra, soffiando invece di clic- sul versante dell’automobilità, infine, ci sono soluzioni realizzate appositamencare. Ma non basta: al computer è colle- te per i pazienti di Vigorso. Come il gato un braccio robot in grado di rac- trattore adattato per essere guidato da cogliere oggetti. Per il momento si può chi è in sedia a ruote. «Ce l’ha chiesto installare su una scrivania, ma si sta la- un nostro paziente – conclude Improta vorando per applicarlo alla sedia a ruo- – che voleva sorvegliare i lavoratori aste. «Stiamo facendo importanti passi sunti nel suo campo». giarla. Anche qui però è fondamentale l’allenamento, e le indicazioni dei pazienti che testano le nuove protesi sono preziose. In altri casi, i tecnici di Vigorso hanno progettato dispositivi “su misura” per i pazienti. È il caso della protesi di arto superiore, che comprende anche l’articolazione della spalla. «Non ci sono protesi di questo tipo sul mercato – spiega l’ingegner Enrico Boccafogli –, perché per le aziende non ci sarebbe un ritorno economico. Quella realizzata a Vigorso di Budrio è probabilmente una delle poche in tutto il mondo». 17 omputer e robot sono routine al Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio. Eppure, una delle novità più interessanti arriva da un oggetto che ha poco di tecnologico: una mirror box, una scatola ricoperta di specchi, che però potrebbe rivelarsi utile per migliorare la qualità di vita dei pazienti che hanno subito un’amputazione. Nell’80% dei casi questi pazienti riferiscono una sensazione di arto fantasma che sembra aver origine dalla parte del corpo amputata. Di solito il “fantasma” sparisce nel giro di poco, ma in alcuni casi la sensazione può prolungarsi per anni ed essere accompagnata da dolore (punture, scosse elettriche, formicolii, bruciori o crampi). Trattata con diverse terapie (dai farmaci all’ipnosi), la sindrome dell’arto fantasma potrebbe trovare una risposta nei neuroni specchio, quelli che si attivano durante l’esecuzione o l’osservazione di un gesto. Sfruttando questi neuroni si potrebbe riuscire a rimuovere il dolore causato dall’arto fantasma: è questa l’ipotesi alla base della mirror box therapy, che a Budrio è stata sperimentata su 24 pazienti amputati di arto inferiore, come spiega il dottor Amedeo Amoresano, fisiatra del Centro: «Posizionando l’arto sano davanti alla mirror box si crea nel cervello l’illusione di avere ancora entrambi gli arti: questo provocherebbe una sorta di corto circuito cognitivo, cancellando il “fantasma”». Sui 24 iniziali, solo 12 pazienti hanno affrontato un numero sufficiente di sedute (due hanno interrotto, dicendosi spaventati dall’illusione creata dalla mirror box). I risultati però sono positivi: tutti e 12 i pazienti parlano di un miglioramento del dolore fantasma, e con esso della qualità del sonno e della gioia di vivere. Ora al Centro protesi le sedute con la mirror box sono state interrotte e la sperimentazione si sta concentrando nelle valutazioni di follow up. Ma i risultati, per il momento, sono senza dubbio incorraggianti. [P.S.]