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Competence Center Solvency 2 La roadmap verso la Risk Based Insurance Milano, 17 Novembre 2010 1 Agenda 1 Il modello ERM 2 Applicazione del modello ERM alle assicurazioni 3 Gli standard emergenti 4 Relazioni fra i rischi e le modalità di misurazione 5 Osmosi del rischio IT 6 Conclusioni 2 Il modello ERM 3 Cos’è l’ERM Enterprise Risk Management (ERM) ha come sinonimi Strategic Risk Management (SRM) o Governance, Risk and Compliance (GRC). Le principali caratteristiche dell’ERM consistono in: E’ un processo che coinvolge l’intera Azienda “vissuto e interpretato” dalle persone a tutti i livelli aziendali Applicato nella definizione della strategia aziendale Applicato attraverso tutta l’azienda, ad ogli livello ed unità, e comprende la visione a livello aziendale del “portafoglio dei rischi” Progettato per identficare gli eventi potenziali che, nel caso accadano, coinvolgeranno l’azienda e saranno da gestire all’interno del proprio quadro di propensione al rischio Capace di predisporre una ragionevole copertura al management e all’alta direzione. Fonte: COSO Enterprise Risk Management – Integrated Framework. 2004. COSO. 4 Cos’è l’ERM IL COSO FRAMEWORK Improve current control model Agree common objectives Define a common language Integrate with strategic management Integrate with business planning Complete performance measurement Align with compliance function Classify potential events and group them into event types Individuate interdependencies Define a common process and methods Estimate exposures and risk appetite Identify correlations to enable appropriate effective measurement Set-up responses (alternatives) Define checkpoints to follow up risk response Define preventive and systems-based control model Define communication process and reports across the company and stakeholders using the previously agreed common language Define monitoring process and disclosure across the company and stakeholders using the previously agreed common language Source: COSO Enterprise Risk Management – Integrated Framework. 2004. COSO. 5 Cos’è l’ERM • definire e valutare le performances rispetto agli obiettivi; • approvare le strategie di business e le modalità con le quali raggiungere gli obiettivi all’interno di raggi d’azione definiti; • governare il rischio dell’impresa minimizzandone gli effetti potenziali negativi sulle risorse umane, sui processi di funzionamento, sulla solidità finanziaria, sulla clientela e sui partner. RI SK E NC L IA mp ren s io ne CO MP co cond ivisio ne mu co ne zio a nic CULTURA • identificare, valutare e analizzare rigorosamente i rischi; • quali potenziali ostacoli al raggiungimento degli obiettivi • quali potenziali ostacoli al corretto funzionamento dei processi ed al loro miglioramento continuo; • quali potenziali cause di danni alle risorse umane, alla solidità finanziaria, alla clientela ed ai partner. • sviluppare e sostenere la conformità dell’impresa e dei processi di funzionamento alle leggi, ai regolamenti, alle normative esterne ed interne; • individuare e risolvere le non conformità GOVERNANCE Nuovo orientamento del modello organizzativo incentrato sul forte presidio del rischio e dell’aderenza a disposizioni regolamentari e normative. 6 Applicazione del modello ERM alle assicurazioni 7 Ambito di applicazione Il modello ERM risponde alle misure di 2° pilastro di Solvency II. 8 Ambito di applicazione Deve essere fornita documentazione: 1. Il modello ERM risponde ai principi di ORSA 2. 3. 4. 5. 6. 7. delle aree sottoposte a ORSA (Own Risk and Solvency Assessment) dei processi, metodologici e organizzativi, con i quali si determina il coefficiente di capitale con le relative responsabilità, funzioni e strutture aziendali preposte al processo Metodi e modalità con le quali sono valutati, controllati e mitigati i rischi Gli stress test impiegati e i loro risultati L’ammontare complessivo del coefficiente patrimoniale e le condizioni finanziarie in virtù delle quali si assume il rischio, approvato dal top management La descrizione del processo di autovalutazione (self assessment) ed il risultato dell’ultimo effettuato; La frequenza ed i contenuti dei report di internal audit 9 Gli standard emergenti 10 Gli standard emergenti LO STANDARD ISO 31000 Tutte le attività di un’organizzazione comportano rischi. Il Risk Management aiuta a prendere decisioni tenendo in considerazione l’incertezza ed i suoi effetti per il raggiungimento degli obiettivi e stabilisce ciò che si deve fare. Il processo di risk management prevede l’applicazione di metodi logici e sistematici per: • • • • • Condividere e comunicare attraverso il processo di gestione dei rischi; Stabilire il contesto ed il perimetro; Identificare, analizzare valutare e trattare il rischio associato ad ogni attività, processo, funzione, progetto, prodotto, servizio o asset; Monitorare ed aggiornare l’esposizione al rischio; Registrare appropriatamente i risultati e produrre adeguato reporting. Lo standard riconosce la varietà della natura dei rischi ed il livello di complessità e fornisce linee guida sui principi di implementazione del Risk Management. Per applicare le linee guida in una situazione specifica, lo standard definisce come un’organizzazione dovrebbe agire per comprendere lo specifico contesto nel quale implementare il risk management. ISO 31000, Risk management — Principles and guidelines on implementation 11 Gli standard emergenti LO STANDARD ISO 31000 a. Creare valore b. Essere parte integrante del processo organizzativo c. Essere parte del processo decisionale d. Indirizzare esplicitamente l’incertezza e. Essere un processo sistematico, strutturato e puntuale f. Basato sulle migliori informazioni disponibili g. Specificatamente «customizzato» h. Considera i fattori umani e culturali i. Trasparente e ricettivo j. Dinamico, iterativo e reattivo ai cambiamenti k. Facilita il miglioramento continuo e lo sviluppo dell’organizzazione Principi (clause 4) Mandato e committment Disegno del framework di RM Miglioramento continuo del framework Processi (clause 6) Implementazione del framework Monitoraggio e review del framework Framework (clause 5) ISO 31000, Risk management — Principles and guidelines on implementation 12 ISO 31010 Gli standard emergenti LO STANDARD ISO 31000 Mandato e committment Disegno del framework di RM Miglioramento continuo del framework Implementazione del framework Monitoraggio e review del framework a. Inquadrare e stabilire il contesto (comprendere l’organizzazione, il suo contesto operativo, la sua propensione al rischio, la sua capacità di «sostenerlo») b. Definire la policy di Risk Management c. Integrare la policy nei processi organizzativi d. Definire le modalità di valutazione economica del rischio e del ritorno di investimento delle strategie di mitigazione (VA) e. Sviluppare le risorse e le competenze f. Stabilire e implementare i processi di comunicazione interna e le modalità di reporting g. Stabilire e implementare i processi di comunicazione interna e le modalità di reporting Framework (clause 5) ISO 31000, Risk management — Principles and guidelines on implementation 13 Gli standard emergenti LO STANDARD ISO 31010 Inquadrare e stabilire il contesto Risk assessment Risk identification Comunicazione e consultazione Risk analisys Monitoraggio e review Risk evaluation Trattamento del rischio ISO 31010, Risk management — Risk Assessment Techniques 14 Gli standard emergenti LO STANDARD ISO 31010 Il risk assessment è quella parte del risk management che fornisce un processo strutturato che identifica quali obiettivi aziendali sono soggetti a rischio e lo analizza in termini di probabilità di accadimento e conseguenze attese prima di decidere se è necessario intervenire. Il risk assessment tenta di rispondere alle seguenti questioni fondamentali: •Che cosa può accedere e perché (tramite la risk identification) •Quali sono le conseguenze •Qual è la probabilità di accadimento (nel futuro) •Esistono (e quali sono) le possibilità di mitigare le conseguenze , riducendo la probabilità di accadimento, l’impatto o entrambi? •Il livello di rischio è accettabile o tollerabile o è necessario intervenire? Lo standard esprime le «good practices» correnti e le caratteristiche peculiari, in termini di applicabilità e risultati attesi. ISO 31010, Risk management — Risk Assessment Techniques 15 Gli standard emergenti LO STANDARD ISO 31010 SA = Strongly Applicable A = Applicable NA = Not Applicable ISO 31010, Risk management — Risk Assessment Techniques 16 Gli standard emergenti LO STANDARD ISO 31010 SA = Strongly Applicable A = Applicable NA = Not Applicable ISO 31010, Risk management — Risk Assessment Techniques 17 ERM: come sono posizionato? Initial Repeatable Defined Managed Optimized Strategy Organization Process Systems Integrare la gestione del rischio come una componente chiave della strategia La gestione del cambiamento culturale come priorita’ con riporto del CRO al top mgnt Stabilire processi comuni per individuare e gestire il rischio Risk management systems devono essere integrati per fornire informazioni e strumenti analitici di supporto alla funzione ERM Assenza di un modello di riferimento. ERM non è attivo, ma è presente una struttura istituzionalizzata di Risk Management. I rischi sono gestiti da esperti della struttura di RM. La struttura di Risk Management lavora “in silos” e la correlazione fra I rischi non è ancora appropriatamente definita. Le risorse sono poco informate. I processi per informare e coinvolgere il top management non sono codificati e il top management è informato per mezzo di report estemporanei a richiesta. I sistemi lavorano in silos per scopi specifici. L’automazione è incompleta. Assenza di un modello di riferimento o di un framework. ERM non è attivo, I rischi sono ancora gestiti dalla funzione RM, ma vengono prodotti periodicamente reports. All’interno del Risk Management ci sono I fondamentali di approccio al rischio in modo integrato e nonpiù per silos. I processi base sono stati stabiliti e c’è un certo livello di formalismo e procedure attive. I sistemi lavorano a livello di struttura di Risk Management e l’integrazione opera a questo livello. E’ stato definito un modello di riferimento, ma non è ancora avviato a livello di impresa. ERM è definito, ma di fatto non ancora attivo. Metodi qualitativi e quantitativi sono codificati ed applicati dal Risk Management. Sono stati definiti tutti i processi, documentati e standardizzati, ma l’integrazione deve ancora essere implementata. I dati sono raccolti e memorizzati in un DB e definiti i KRI. I sistemi operano e sono integrati a livello di struttura di Risk Management, ma raccolgono dati da tutte le strutture e li memorizzano in un DB. ERM è avviato e l’integrazione fra I processi è stata attuata ed implementata. Il Risk Management opera a livello di Tutti i processi sono stati integrati dal punto di vista del impresa e i manager di tutte le rischio. Le correlazioni fra essi funzioni collaborano nel risk sono state documentate e assessment, risk analisys e nelle misurate. I KRI sono valorizzati strategie di mitigazione. in modo integrato e correlato fra loro. C’è un unico sistea informativo integrato a livello di sistema informativo aziendale. Gli eventi sono raccolti e misurati con continuità. ERM è avviato, l’integrazione completata e parte della strategia di business e di erogazione dei prodotti/servizi. E’ in funzione un sistema organizzativo (con un comitato istituzionalizzato e con specifici processi di funzionamento) per il miglioramento continuo del modello di ERM, processi e metodi qualitativi e quantitativi. Il sistema informativo di ERM è migliorato costantemente e le misure, sia quantitative che qualitative, sono continuamente raffinate ed allineate con la strategia ed il business. 18 I KRI operano a livello di impresa e l’Azienda riceve reports periodici nei quali ha una vista stratificata a livello di impresa dell’esposizione e quantificazione del rischio. Relazioni fra i rischi e le modalità di misurazione 19 Schema di contesto rischio operativo rischio reputazionale Processi di ERM rischio non conformità rischio legale rischio assunzione rischio riservazione perdita totale potenziale analisi e valutazione di ogni singolo rischio Aggregazione, Correlazione e calcolo affidabilità (intervallo di confidenza, 99,5 percentile) intervallo temporale (in genere 1 anno con proiezione su 3) rischio mercato rischio credito rischio liquidità Strumenti di ERM rischio appartenenza 20 capitale regolamentare (SOLVENCY 2) Schema logico di riferimento migliora controllo migliora mappatura dei processi riduce alimentano Key Performance Indicator processo riduce perdita (non solo economica) eventi Reporting riduce guida Mitigazione Key Risk Indicator rischio alimentano supporta alimenta induce probabilità di accadimento impatto potenziale raffina Risk database misure, analisi, statistiche estrazioni classificazione risk driver(s) monitoraggio risk factor(s) raffina miglioramenti (processo, prodotto, ...) guidano alimentano alimentano 21 Schema logico di riferimento Risk identification FUNZIONE RUOLO GOVERNANCE E’ INFORMATA ORGANIZZAZIONE ESEGUE RISK MGNT, ATTUARIATO ESEGUE COMPLIANCE. SUPPORTA mappatura dei processi • E’ il processo con il quale si stima la probabilità e l’impatto di OGNI rischio (percepito) • Opera UN rischio alla volta • Assegna gli attributi rilevanti ad ogni rischio (cause, effetti, note, comportamenti, Leggi matematiche, caratteristiche, ecc.) esempio processo complessità del prodotto risk driver(s) complessità del processo rischio errori di transazione probabilità di accadimento impatto potenziale • valutazioni soggettive (self assessment) • se si dispone di dati (nelle fasi iniziali è molto difficile) si possono usare anche evidenze oggettive classificazione risk driver(s) eventi risk factors errori di regolamento Solvency 2 • valutazioni soggettive basate sull’esperienza, anche se si disponesse di dati e report • in questa fase sono iniziali, ovvero “pensati”. Mancano ancora i riscontri delle analisi che li inquadrano compiutamente (o li smentiscono) 22 controlli insufficienti risk factors numero di controlli/ numero prodotti venduti Key Risk Indicator Schema logico di riferimento • E’ il processo con il quale si combinano e studiano gli effetti di PIU’ risk assessment assieme (considera il contesto complessivo), ovvero: un insieme di rischi su un insieme di processi che cosa è accaduto e potrebbe accadere? • Usa anche modelli matematici per capire le caratteristiche dei comportamenti combinati • Si usano sovente simulazioni (es. Montecarlo), perchè si potrebbero avere pochi dati a disposizione Risk analysis & evaluation FUNZIONE RUOLO GOVERNANCE E’ INFORMATA ORGANIZZAZIONE SUPPORTA RISK MGNT, ATTUARIATO ESEGUE COMPLIANCE. E’ INFORMATA Reporting mappatura dei processi perdita (non solo economica) eventi processo Key Risk Indicator rischio supporta alimenta probabilità di accadiment o impatto potenziale classificazione risk driver(s) risk factors raffina raffina Risk database misure, analisi, statistich e estrazioni alimentano alimentano 23 monitoraggio Schema logico di riferimento Risk treatment FUNZIONE RUOLO GOVERNANCE DECIDE, INDIRIZZA ORGANIZZAZIONE ESEGUE RISK MGNT, ATTUARIATO SUPPORTA COMPLIANCE ESEGUE • E’ il processo con il quale si esaminano i Risk Assessment e le Risk Analysis e si individuano le misure con le quali intervenire per ridurne: la probabilità di accadimento e/o gli effetti potenziali Reporting mappatura dei processi riduce processo riduce perdita (non solo economica) eventi guida riduce Mitigazione Key Risk Indicator rischio supporta alimenta induce probabilità di accadimento impatto potenziale raffina Risk database misure, analisi, statistiche estrazioni classificazione risk driver(s) miglioramenti (processo, prodotto, ...) guidano alimentano alimentano 24 risk factors monitoraggio Visione d’assieme responses s es roc bp su appetite business impacts STAKEHOLDERS PROCESS mitigation activity prevention RISKS σθ (Xm) 2 ε PROCESS MAPPING AND RISKS/IMPACT CORRELATIONS REPOSITORY RESPONSES AND MITIGATIONS REPOSITORY MEASURE AND MODELS REPOSITORY EVENTS AND LOSSES REPOSITORY MANAGE analize behaviours n UCL 2 1,400 1,200 1,332 0,800 Valore Valore Media Dev std UCL LCL UWL LWL frequenza frequenza Media Dev std UCL LCL UWL LWL Jan 331,0075 104,2484 129,6677 493,2514 -284,755 363,5838 -155,087 Feb 55,16791 104,2484 129,6677 493,2514 -284,755 363,5838 -155,087 Mar 31,53994 104,2484 129,6677 493,2514 -284,755 363,5838 -155,087 Apr 15,49783 104,2484 129,6677 493,2514 -284,755 363,5838 -155,087 May 88,02876 104,2484 129,6677 493,2514 -284,755 363,5838 -155,087 Jan 1,423638 0,718208 0,485464 2,174599 -0,73818 1,689136 -0,25272 Feb 0,647108 0,718208 0,485464 2,174599 -0,73818 1,689136 -0,25272 Mar 0,241632 0,718208 0,485464 2,174599 -0,73818 1,689136 -0,25272 Apr 0,322751 0,718208 0,485464 2,174599 -0,73818 1,689136 -0,25272 May 0,955911 0,718208 0,485464 2,174599 -0,73818 1,689136 -0,25272 MEASURE AND MODELS 0,754 0,676 0,600 0,564 0,400 directives REGIONE DI INTERVENTO REGIONE DI SORVEGLIANZA 1,211 UWL 1,0210,981 1,000 0,868 0,787 0,668 0,882 NORMALITA’ 0,475 LWL 0,200 REGIONE DI SORVEGLIANZA Ge nn Fe aio bb r M aio ar Ap zo ri M le ag g G io iu g Lu no gl Ag io o Se sto tte m Ot bre t No obr ve e D mb ic re em br e Pm [|Xm-θ|≥ε ] ≤ disclose ERM integrated DB 0,000 LCL REGIONE DI INTERVENTO t estimate exposures Media data coming from operations, external environment and sources -100,00% 97,45% 26,24% Differenza %sul valore (DVP) 10,45% 127,20% 10,45% Proiezione %sulla frequenza (PFP) 1,48% 1,46% 53,17% 95,00% 121,46% 1410,75% Proiezione %sul valore (PVP) 25 9,70411 938,98 2,14103 75,9697 4,39173 1276,17 Differenza %sulla frequenza (DFP) ORGANIZATION Osmosi del rischio IT 26 Impatto del rischio IT 27 Particolarità del rischio IT E’ un rischio primario per l’IT, ma è fattore causale per il business e l’organizzazione Raramente viene registrato come tale dall’utente (registra su ET7, talvolta su ET4, sporadicamente su ET6) Non ci sono in generale linee guida chiare che esprimano cosa si deve registrare come ET6 Le serie storiche hanno poco significato, la tecnologia evolve più rapidamente e si rischia di prendere in considerazione contesti non più in uso Incidente IT Perdita business Perdita IT 28 Soluzioni per la valutazione del rischio IT NON HO I DATI! (poco male… e non è vero!) Predisporre un self assessment per area funzionale applicativa Integrarlo con dati rivenienti da fonti collaterali (ticket, DB incidenti, ecc.) Rilevare le informazioni con profondità temporale limitata (es. ultimi 6 mesi) e validare il self assessment con i dati oggettivi Utilizzare una simulazione con proiezione 5-6 anni per determinare il VAR IT esempio 29 Conclusioni 30 Conclusioni L’ERM è un paradigma organizzativo che pone la visione del rischio a livello di impresa e lo interpreta come l’elemento principale di incertezza che influisce sulle strategie ed i valori economici conseguenti. Si pone come obiettivo la sua identificazione, misura e governo. Gli organi di vigilanza e le normative internazionali (Solvency II e, prossimamente «Basilea3» pongono sempre maggiore attenzione sul governo del rischio. Esistono standard internazionali predisposizione dell’ERM. che possono aiutare molto nella Sono disponibili strumenti software abilitanti all’implementazione dell’ERM MA 31 Conclusioni Il rischio è contro-intuitivo. In altri termini, bisogna crederci… ma con la consapevolezza che esistono SEMPRE margini di errore (che però possono essere misurati!) Gli strumenti software offrono 1/4 della soluzione. Ci vogliono poi: •1/4 di organizzazione •1/4 di consapevolezza •1/4 di pragmaticità •Pazienza quanto basta Lo scetticismo non è una buona ragione. Gli strumenti che si impiegano sono (forse) inconsapevolmente ritenuti «di nicchia». Non è così, tutto ciò che usiamo nella vita di tutti i giorni (auto, farmaci, vaccini, spesa al supermercato, ecc.) li utilizza. Metodi e strumenti sono più «facili» di quanto si possa pensare. La difficoltà è nel dosaggio (non pretendere tutto, subito e con accuratezza inutile). Dimostrare l’efficacia con un pilota. Il resto evolve «quasi» naturalmente… 32 CeTIF (Centro di Tecnologie Informatiche e Finanziarie) Università Cattolica Milano Via San Vittore 18, 20123 – Milano [email protected] 33