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Comunicati alla stampa - Società Italiana di Virologia

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Comunicati alla stampa - Società Italiana di Virologia
S
I
V
Società
Italiana di
Virologia
Comunicazioni della Società Italiana di Virologia (SIV) alla stampa sul virus Zika
Consigli per i viaggiatori di ritorno da zone in cui sia presente il virus Zika
Attualmente il virus Zika sta circolando in Brasile e in più di altri 20 stati. Si stima che
possano essere stati infettati dai 2 ai 4 milioni di persone. Per i viaggiatori di ritorno da
questi paesi si pone la questione su come si possa escludere una infezione da virus Zika e
se il virus possa essere trasmesso per via sessuale.
A causa del focolaio epidemico di virus Zika in America meridionale e Centrale, il 1°
Febbraio 2016 l’OMS ha proclamato lo stato di emergenza sanitaria globale. In generale le
infezioni da virus Zika hanno un decorso lieve e sono asintomatiche nel 70-80% dei casi.
Nei casi restanti, 3-12 giorni dopo la puntura della zanzara compaiono febbre, dolore agli
arti, ai muscoli, congiuntivite, senso di debolezza e un’eruzione cutanea pruriginosa.
Riguardo ai crescenti casi di microcefalia che sono emersi negli ultimi mesi in Brasile, il
Prof. Palù, presidente della Società Europea di Virologia, ricorda che vi sono state alcune
centinaia di casi sospetti, tra i circa 4000 segnalati, ma solo pochi sono stati effettivamente
associati ad un’infezione da virus Zika. Il Prof. Palù mette, quindi, in guardia da conclusioni
affrettate: “Riguardo il virus Zika ci sono ancora molti aspetti irrisolti per poter parlare di
una relazione causa-effetto tra infezione e microcefalia”.
La diagnosi dell’infezione viene effettuata attraverso il rilevamento della presenza di RNA
virale nel sangue: “Tuttavia questo tipo di indagine, secondo le nostre conoscenze attuali,
è affidabile solo nei primi giorni di malattia in cui il virus è presente nel sangue. Tale
indagine è verosimilmente affidabile per un tempo un po’ più lungo nel caso delle urine,
così come accade per altri flavivirus simili allo Zika”, così afferma il Prof. Palù. La prova
della presenza di materiale genetico virale può quindi essere ottenuta solo in laboratori
specializzati. Da poco è anche a disposizione un test per la rilevazione di anticorpi
specifici per il virus Zika, che sono rilevabili nel sangue anche per molto tempo dopo la
fine dell’infezione e potrebbero servire come prova di una infezione pregressa. Tuttavia il
prof Palù e il Prof. Mertens (Presidente della GfV, Università di Ulm) riportano che “Questo
nuovo sistema non è stato ancora del tutto validato e non permette ancora una diagnosi
sicura”.
Sulla base delle conoscenze attuali, considerando che il virus è stato rilevato anche nel
liquido seminale, non si può escludere che il virus Zika possa essere trasmesso per via
sessuale da uomini con infezione acuta. La Dr.ssa Modrow (Esperta della GfV, Università
di Regensburg) consiglia ai viaggiatori di ritorno da zone endemiche per cui non può
essere esclusa un’infezione acuta da virus Zika, di utilizzare, a scopo precauzionale, il
preservativo per una finestra di tempo che va dalle tre alle quattro settimane,
indipendentemente dal fatto che la partner sia incinta o meno. Non esistono al momento
studi che possano stabilire per quanto tempo il virus sopravviva nel sangue e nel liquido
seminale.
Ulteriori informazioni sui rischi per le donne in gravidanza nelle regioni endemiche e in
Europa vengono descritte dalla SIV nel suo report. La SIV ritiene che sia necessario un
programma di sorveglianza per la valutazione del rischio di importazione del virus Zika.
Zika virus e rischi per l’Italia
I virus Dengue e Zika utilizzano lo stesso vettore per replicarsi e persistere
nell’ecosistema, la zanzara della specie Aedes aegypti. La globalizzazione e i
cambiamenti climatici hanno fatto in modo che una specie imparentata (Aedes albopticus
– nota come zanzara tigre), che può trasmettere il virus Dengue (oltre al virus della Febbre
Gialla e al virus Chikungunya), si sia insediata anche nell’Europa meridionale. Al
momento, tuttavia, considerato che la trasmissione di virus Zika da parte della zanzara
tigre non è stata dimostrata, la Società Italiana di Virologia non vede alcun pericolo
imminente di diffusione locale di virus Zika in Italia.
“Non c’è finora alcuna prova di presenza del virus Zika nelle specie di zanzare residenti in
Italia” così afferma il Prof. Palù, Presidente della Società Europea di Virologia e Direttore
della UOC di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova. I pochi casi di
persone infettate da virus Zika registrati nel nostro Paese riguardano casi di importazione
del virus direttamente da altri Paesi a seguito di viaggi in zone interessate dalla presenza
del virus.
E’ quindi importante focalizzarsi sullo studio della biologia e della patogenesi dell’infezione
da virus Zika e sullo sviluppo di diagnostici, farmaci e vaccini. A tale scopo, l’Unione
Europea ha recentemente stanziato 10 milioni di Euro per la ricerca.
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