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Longevity risk: identificazione e misurazione
Longevity risk: identificazione e misurazione Susanna Levantesi Facoltà di Ingegneria dell’informazione, Informatica e Statistica Università Sapienza [email protected] Roma, 24 marzo 2015 Agenda ► Trend demografici ► Il longevity risk ► Identificazione e classificazione del longevity risk ► Misurazione del rischio tramite modelli di proiezione della mortalità Modelli deterministici Modelli stocastici Slide 2 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Trend demografici e longevity risk • Cambiamento strutturale della popolazione Trend Demografici Invecchiamento della popolazione Longevity risk Slide 3 • Aumento del peso degli anziani sulla popolazione • Aumento speranza di vita • Diminuzione natalità • Aumento progressivo della speranza di vita • Incremento del numero degli esposti al rischio di sopravvivenza • Incertezza Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Piramidi delle età Fonte: ISTAT 90-94 Maschi Femmine 90-94 80-84 80-84 70-74 70-74 60-64 60-64 50-54 50-54 40-44 40-44 30-34 30-34 20-24 20-24 10-14 2010 0-4 3000000 2000000 1000000 90-94 0 Maschi 1000000 2000000 3000000 Femmine 3000000 2000000 1000000 90-94 70-74 70-74 60-64 60-64 50-54 50-54 40-44 40-44 30-34 30-34 20-24 20-24 0-4 3000000 2000000 1000000 Slide 4 0 1000000 2000000 3000000 2020 0-4 80-84 2030 Femmine 10-14 80-84 10-14 Maschi 0 Maschi Femmine 10-14 2050 0-4 3000000 2000000 1000000 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione 1000000 2000000 3000000 0 1000000 2000000 3000000 Piramidi delle età ► La piramide delle età (o della popolazione) fornisce una rappresentazione grafica che descrive la distribuzione per età di una popolazione ► Dall’evoluzione temporale delle piramidi per età si evidenzia: Una riduzione della base della piramide a causa di un forte decremento del tasso di natalità; Uno spostamento verso l’alto del peso delle classi di età centrali; Un allargamento del vertice della piramide, attribuibile ad un significativo allungamento della speranza di vita alla nascita. Slide 5 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione L’evoluzione delle classi di età della popolazione Maschi 80+ 90+ 80+ 90 + Fonte: ISTAT Femmine Fonte: ISTAT 80+ 90 + Slide 6 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione L’esperienza di mortalità nell’ultimo secolo ► Negli ultimi decenni l’evoluzione della mortalità ha comportato una consistente diminuzione dei decessi alle età adulte ed anziane aumento della vita media ► Conseguente impatto sulla forma della curva dei sopravviventi Rettangolarizzazione della curva dovuta ad una concentrazione dei decessi intorno alla moda ad età avanzate Curva dei decessi: spostamento del punto di Lexis (moda) verso le età estreme espansione della funzione di sopravvivenza Slide 7 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione L’esperienza di mortalità nell’ultimo secolo Rettangolarizzazione ► Espansione Utilizzo di un approccio dinamico allo studio della mortalità: mortalità come funzione sia dell’età che dell’anno di calendario Slide 8 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Evoluzione della curva di sopravvivenza Sopravviventi alle varie età, anni 1931-2006, maschi 100000 Tavole SIM 90000 1931 80000 1951 1961 sopravviventi 70000 1971 60000 1981 1992 50000 1996 40000 1999 2000 30000 2002 20000 2004 2006 10000 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105 110 età Fonte: ISTAT Slide 9 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Evoluzione della curva dei decessi Decessi alle varie età, anni 1931-2006, maschi 5000 4500 1931 4000 1951 1961 3500 1971 decessi 3000 1981 1992 2500 1996 2000 1999 2000 1500 2002 1000 2004 2006 500 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100105 110 età Fonte: ISTAT Slide 10 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Speranza di vita a 65 anni Previsioni popolazione, ISTAT 2010-2050 (scenario basso, centrale, alto) 29 27,9 28 27,4 26,9 27 26,4 25,8 26 Femmine 23,9 24 23 22 23,4 22,4 22,1 21,7 22,0 22,3 Sc. centrale 23,6 23,3 22,7 22,6 22,9 18,6 18,3 17,9 Sc. centrale 22,2 21,8 21,4 21,0 20,5 20,4 19,9 18 19,4 18,8 18,1 18,4 Sc. basso 23,1 21,1 19,5 Sc. alto 24,1 22,5 Maschi 24,1 23,6 21 19 23,8 23,2 21,9 20 Sc. basso 24,8 24,4 24,3 26,0 25,3 25,1 25 25,7 19,4 18,7 19,7 20,0 20,2 19,0 17 Slide 11 2050 2045 2040 2035 2030 2025 2020 2015 2010 16 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Sc. alto Longevity risk: definizione ► Il longevity risk è un rischio caratteristico di enti (compagnie di assicurazione / enti di previdenza) che erogano prestazioni in caso di vita (ed in particolare rendite) ad un soggetto assicurato / iscritto ► Può essere definito a livello individuale o aggregato (cfr. Stallard, 2006) ► Longevity risk (aggregato): rischio che i percettori di rendita vivano in media più a lungo di quanto previsto nelle basi tecniche ► Si manifesta laddove la mortalità osservata è sistematicamente inferiore a quella osservata ► E’ la conseguenza dell’incertezza insita nel fenomeno della mortalità e della sua rappresentazione tramite un modello di proiezione Slide 12 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Longevity risk: definizione e caratteristiche ► Rischio sistematico derivante dall’incertezza presente nella rappresentazione del fenomeno attraverso una determinata proiezione ► Rischio “non pooling” (non diversificabile) interviene nella stessa direzione per tutta la collettività assicurata Slide 13 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Identificazione del rischio: rischio individuale e aggregato ► ► Il longevity risk aggregato ha carattere di rischio sistematico Il longevity risk individuale è un rischio di fluttuazioni casuali: deriva dagli scostamenti aleatori tra i tassi di mortalità attesi e quelli osservati che non derivano da scostamenti sistematici, ma sono insiti nella natura stocastica della mortalità; Si può ridurre aumentando la dimensione del portafoglio: al crescere dei rischi esposti frequenze teoriche e osservate convergono. Fluttuazioni casuali Slide 14 Deviazioni sistematiche Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Longevity risk: conseguenze ► Influenza fortemente enti previdenziali, casse di previdenza, fondi pensione e prodotti assicurativi di rendita Estensione del periodo di pagamento della rendita e conseguente incremento della passività attuariali E’ presente nella fase di accumulo nei fondi a prestazione definita E’ presente nella fase di decumulo (erogazione della rendita) nei fondi a contribuzione definita ► In passato le proiezioni della mortalità hanno sottostimato la tendenza all’aumento della longevità della popolazione ► Necessità di adottare tavole proiettate di mortalità per il calcolo dei valori attuariali delle rendite Da tavole di mortalità statiche basate su un solo anno di calendario a tavole dinamiche che incorporano la proiezione della mortalità Slide 15 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Impatto del longevity risk sul valore delle rendite ► Principali conseguenze sui soggetti erogatori di rendita: Estensione del periodo di pagamento della rendita Incremento della passività attuariali per effetto della diminuzione delle probabilità di morte Valore attuariale rendita vitalizia a 65 anni Maschi 16,5 Valore attuariale rendita vitalizia a 65 anni Femmine 19,5 + 5.0% + 3.4% 16,0 19,0 15,5 18,5 15,0 - 5.0% 18,0 14,5 17,5 14,0 17,0 13,5 - 3.6% 16,5 Scenario Q(0.5%) Alto Scenario Mediana Centrale Scenario Q(99.5%) Basso Scenario Q(0.5%) Alto Elaborazione dell’autore Slide 16 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Scenario Mediana Centrale Scenario Q(99.5%) Basso Impatto del longevity risk sul valore della riserva ► Tasso atteso di riserva in t = [1,40] Generazione nata nel 1942 (65 anni nel 2007) Probabilità di sopravvivenza calcolate con il modello Lee-Carter Maschi Femmine 18,0 Scenario Alto Scenario Centrale Scenario Basso 16,0 14,0 12,0 20,0 Scenario Alto Scenario Centrale Scenario Basso 18,0 16,0 14,0 12,0 10,0 10,0 8,0 8,0 6,0 6,0 4,0 4,0 2,0 2,0 0,0 0,0 1 5 9 13 17 21 25 Tempo t 29 33 37 1 6 11 16 21 Tempo t Elaborazione dell’autore Slide 17 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione 26 31 36 Rappresentare il longevity risk ► Trend decrescenti della mortalità impongono l’adozione di tavole proiettate di mortalità per calcolare i valori attuariali delle rendite ► Utilizzo di proiezioni stocastiche per quantificare esplicitamente l’incertezza della mortalità proiettata ► Necessità di formulare differenti ipotesi sull’evoluzione della mortalità scelta di un insieme di significativi scenari di mortalità (tavole di mortalità) ► Due diversi approcci nella costruzione di scenari futuri: deterministico (singolo scenario) stocastico (multi - scenario) Slide 18 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione La tavola di mortalità ► : numero atteso di individui viventi all’età x in una data popolazione (inizialmente costituita da individui di età 0) ► Tavola di mortalità: sequenza decrescente di ► ► ► Se i dati derivano da osservazioni longitudinali del numero di individui viventi alle età 1,2,…, ω, si ha una tavola di generazione (o coorte): richiede l’osservazione di ω+1 anni Se i dati forniscono i tassi di mortalità alle varie età osservate su un anno specifico, si ha una tavola di periodo (basata su una coorte fittizia o sintetica): Per si ha la sequenza: Numero atteso di decessi tra le età x e x+1: ► Slide 19 Deve valere la condizione: Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Tavole di mortalità e probabilità di morte ► Dalla tavola di mortalità sono direttamente ricavabili le probabilità di morte/sopravvivenza: Probabilità di morte annuali: Probabilità di sopravvivenza annuali: Probabilità di sopravvivenza pluriennali: Mortality odds: Probabilità di morte in funzione degli odds: Slide 20 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Tavole di mortalità proiettate ► Una tavola di mortalità proiettata è ottenuta sulla base di procedure statistiche di stima dei tassi di mortalità osservati età Passato Anno base proiezione anno di calendario P e r i o d o Profilo della mortalità Slide 21 Futuro Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Approccio deterministico ► Consente ai soggetti che erogano le rendite di valutare esclusivamente il rischio di fluttuazioni casuali della mortalità intorno ai valori attesi ► Scelta di scenari “medi” (riduzione media della mortalità) e di scenari “estremi” (riduzione molto elevata o molto bassa della mortalità) ► Scenario testing: analisi di sensitività delle principali variabili attuariali in funzione dei trend futuri di mortalità Slide 22 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Approccio stocastico ► Assegnazione di una distribuzione di probabilità sull’insieme di scenari ritenuti possibili ► Consente ai soggetti che erogano le rendite di valutare sia le fluttuazioni casuali che le deviazioni sistematiche della mortalità Insieme discreto di scenari Slide 23 Insieme continuo di scenari Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Longevity risk during the decumulation phase and strategies to manage it Approccio stocastico ► Per modellizzare e misurare il longevity risk necessario un modello stocastico di proiezione della mortalità quantifica esplicitamente l’incertezza della proiezione ► Risultati della proiezione con un modello stocastico: stime puntuali dei tassi futuri di mortalità intervalli di confidenza Slide 24 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Misurazione del longevity risk I modelli di proiezione della mortalità ► Modelli deterministici basati su leggi di mortalità Permettono di ben rappresentare le principali caratteristiche di uno scenario di mortalità Ad esempio: Gompertz, Makeham, Weibull, Heligman-Pollard ► Modelli estrapolativi Deterministici Stocastici Slide 25 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Modelli estrapolativi Modelli estrapolativi deterministici • Interpolazione dei trend di mortalità osservati in passato • Ipotesi: i trend osservati si ripeteranno in futuro estrapolazione dei trend • La natura stocastica della mortalità non viene considerata Un database con molti anni di calendario può presentare trend di mortalità più o meno forti in base al periodo che si considera attenzione alla scelta del periodo di riferimento per la proiezione Fonte: Pitacco - Denuit - Haberman - Olivieri A. (2009) “Modelling Longevity Dynamics for Pensions and Annuity Business”. Slide 26 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Modelli estrapolativi Modelli estrapolativi stocastici • I tassi di mortalità osservati sono estrazioni di variabili casuali che rappresentano la mortalità passata • I tassi di mortalità proiettati sono stime di variabili casuali che rappresentano la mortalità futura • Si definiscono un insieme di ipotesi circa la mortalità e un legame tra osservazioni e proiezioni Slide 27 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Il modello Lee–Carter (1992) ► I tassi centrali di mortalità hanno una forma log-bilineare: Decessi Esposti al rischio dove: descrive il comportamento della mortalità al variare dell’età descrive per ogni età come la mortalità reagisce al variare di indice della variazione della mortalità nel tempo termine di errore errori indipendenti ed identicamente distribuiti con distribuzione N(0, ) ► Parametri individuati attraverso i vincoli: ► I parametri stimati sono poi modellizzati e proiettati come una serie temporale stocastica utilizzando i modelli ARIMA. Slide 28 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione e Estensione del modello Lee – Carter Brouhns et al. (2002) ► Il modello LC assume implicitamente che gli errori casuali siano omoschedastici (medesima varianza rispetto all’età) ● ipotesi poco realistica per età elevate, dove è presente una maggiore variabilità della mortalità a causa dell’esiguo numero di decessi ► Proposta di Brouhns et al. (2002): tassi centrali di mortalità modellizzati tramite il modello Lee-Carter: con decessi distribuiti come una Poisson: ► Rispetto al Lee-Carter originario: introduzione di una variazione casuale del numero di decessi di tipo Poisson al posto del termine di errore additivo . Ipotesi realistica per età elevate. Slide 29 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Osservazioni sul modello Lee-Carter ► Il modello ha bisogno dei vincoli sui parametri beta e kappa per poter essere calibrato, altrimenti pone problemi di identificabilità dei parametri ► La normalizzazione dei parametri ottenuta attraverso i vincoli su beta e kappa, comportano che il parametro alpha sia pari alla media del logaritmo dei tassi centrali di mortalità nel tempo ► Il parametro beta potrebbe essere negativo per alcune età, indicando che la mortalità per quelle età tende ad aumentare, mentre diminuisce ad età differenti Slide 30 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Il modello Cairns-Blake-Dowd-1 ► Analisi empiriche sui dati di mortalità suggeriscono che il logaritmo naturale degli odds, , assume una forma lineare rispetto all’età x per un periodo temporale di t anni ► Cairns et. Al. (2006) hanno quindi proposto il seguente modello che include 2 fattori temporali: Ovvero: La funzione ► può anche essere scritta come: logit q x (t ) Dove k1 e k2 sono due processi stocastici che costituiscono una serie temporale bivariata e governano la proiezione dei tassi di mortalità. Slide 31 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Il modello Cairns-Blake-Dowd-1 ► Non pone problemi di identificazione dei parametri (no vincoli) ► In genere k1 decresce nel tempo così come nel modello LeeCarter, mostrando come i tassi di mortalità diminuiscono nel tempo per tutte le età ► Se durante il periodo di osservazione dei dati gli incrementi di mortalità sono più elevati alle età giovanili rispetto alle età anziane, allora k2 aumenta nel tempo ► Rispetto al modello di Lee-Carter il modello Cairns-BlakeDowd-1 (CBD-1) mostra cambiamenti dei tassi di mortalità non perfettamente correlati con le età. Slide 32 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Proiezione della mortalità e serie temporali ► Step 1: calibrazione del modello parametrico (Lee-Carter, CBD, ecc.) sulla matrice di dati di mortalità per età e anno di calendario ► Step 2 (per i parametri funzione del tempo): utilizzo di un modello per le serie temporali di tipo ARIMA (p,d,q) per modellizzare e proiettare i parametri ARIMA: autoregressive integrated moving average (modello autoregressivo a media mobile integrato) • p = ordine autoregressivo • d = ordine di differenziazione • q = ordine della media mobile Approccio simulativo che permette di rilevare gli errori generati dalla serie temporale Approccio che permette il calcolo di intervalli di confidenza Slide 33 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Proiezione della mortalità e serie temporali ► I modelli ARIMA (p,d,q) ► Esempi di modelli ARIMA per il parametro temporale k : arima (0,1,0): (Random walk with drift) ► ► arima (1,1,0): arima (1,1,1): drift (deriva) del processo Slide 34 errori del processo con Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Modello Lee-Carter: proiezione di kt ► Se né il coefficiente di autocorrelazione né quello di autocorrelazione parziale dell’indice kt sono significativamente diversi da 0: è appropriato utilizzare un ARIMA (0,1,0) = random walk with drift errori i.i.d ► Dinamica del parametro temporale: ► Stima dei parametri del processo ARIMA: Drift (deriva del processo) ► secondo una N(0, ) Varianza del processo Proiezione del parametro kt : Slide 35 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Modello CBD-1 : proiezione di kt[1] e kt[2] ► Dinamica dei parametri k1 e k2 : ► Matrice di varianze e covarianze: ► Stima del drift del processo ARIMA: Slide 36 Drift (deriva del processo): Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Effetto coorte ► In alcuni Paesi si osservano tassi di mortalità che sembrano influenzati non solo da età e anno di calendario, ma anche dall’anno di nascita della coorte. ► Per evidenziare questo effetto si possono analizzare i tassi di incremento annuo della mortalità Fonte: Cairns et al. (2007). A quantitative comparison of stochastic mortality models using data from England & Wales and the United States. North American Actuarial Journal 13: 1-35. Slide 37 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Il modello di Renshaw-Haberman (2006) ► Il logaritmo della forza di mortalità (o del tasso centrale di mortalità) è modellizzato come: Rappresenta una versione age-period-cohort (APC) del modello Lee-Carter :parametro che rappresenta l’effetto coorte (t-x=anno di nascita) : descrive per ogni età come la mortalità reagisce al variare dell’effetto coorte : descrive per ogni età come la mortalità reagisce al variare del parametro temporale ► Parametri individuati attraverso i vincoli: Slide 38 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione I modelli di Cairns-Blake-Dowd (2007) ► Cairns et. al. (2007) hanno proposto due varianti del modello CBD-1 che includono l’effetto coorte parametro che rappresenta l’effetto coorte ► CBD-2: CBD-3: Questi modelli pongono problemi di identificazione dei parametri. Per ovviare a tale problema i parametri sono trasformati utilizzando fattori di trasformazione che li rendono individuabili. Slide 39 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione I criteri di scelta del modello di proiezione della mortalità ► Cairns et al. (2008) suggeriscono i criteri per scegliere tra i vari modelli di proiezione della mortalità: Slide 40 Tassi di mortalità positivi Modello coerente con i dati storici Dinamiche future a lungo termine del modello biologicamente ragionevoli Stime dei parametri robuste rispetto al periodo di dati e intervalli di età impiegati Previsioni del modello robuste rispetto al periodo di dati e intervalli di età impiegati Livelli di previsione dell’incertezza e traiettorie centrali plausibili e coerenti con le tendenze storiche e la variabilità dei dati di mortalità Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione I criteri di scelta del modello di proiezione della mortalità Slide 41 Modello semplice da attuare mediante metodi analitici o veloci algoritmi numerici Modello relativamente parsimonioso Modello utilizzabile per generare percorsi campione e calcolare intervalli di previsione Modello che consente di integrare l'incertezza del parametro nelle simulazioni Almeno per alcuni Paesi, modello che incorpora un effetto stocastico di coorte Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Scelta del periodo di calibrazione del modello ► La maggior parte degli studi attuariali basano la calibrazione dei modelli di proiezione della mortalità su statistiche relative al periodo 1950-ad oggi. Tale periodo rappresenta meglio l’aspettativa per il futuro rispetto ad un periodo più lungo: 1900ad oggi. ► La mortalità diminuisce per tutte le età in maniera più forte nel periodo1950–2000 rispetto al periodo 1900–2000. ► La qualità dei dati di mortalità, in particolare per le età elevate, è discutibile nel periodo 1900–1950 ► Le cause di morte sono differenti per i due periodi, prima e dopo il 1950 (prima le malattie infettive, dopo le malattie cardiocircolatorie e i tumori). Slide 42 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Scelta del periodo di calibrazione ottimo: un esempio ► Booth et al. (2002) hanno proposto una procedura per individuare il periodo di calibrazione ottimo che identifichi il periodo più lungo per cui il parametro che indica la mortalità stimata, kt, sia lineare ► La scelta del periodo di calibrazione è basta sul rapporto tra: media delle devianze del fit ottenuta con il modello Lee–Carter sul fit lineare complessivo. ► Tale rapporto è calcolato in base all’anno di partenza e scegliendo il periodo di calibrazione per cui tale rapporto è minore rispetto ai periodi che iniziano in anni precedenti. Slide 43 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Criteri quantitativi ► Diagnostica del modello in base ai residui ► Dinamica del modello in base ai parametri temporali ► Plot del residui del modello (solitamente standardizzati) Scelta del modello ARIMA (ACF, PACF) Stima dei parametri Diagnostica del modello in base ai residui Indicatori di bontà del fitting del modello Slide 44 Bayes Information Criterion (BIC) Akaike Information Criterion (AIC) Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Criteri quantitativi di scelta del modello: BIC e AIC ► Bayes Information Criterion (BIC): criterio obiettivo di scelta del modello basato sulla qualità statistica del fit BIC = l ( ρˆ ) − 0.5 K ln( N ) ► ρ : insieme dei parametri da stimare con la funzione di verosimiglianza ρ̂ : stima di massima verosimiglianza del vettore dei parametri l ( ρˆ ) : funzione di massima log-verosimiglianza dei parametri N : vettore del numero delle osservazioni K : numero effettivo dei parametri stimati Akaike Information Criterion (AIC): AIC = l ( ρˆ ) − K Slide 45 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Modello Lee-Carter: applicazione alla popolazione italiana ► Popolazione italiana maschile di età 20-89 negli anni di calendario1974-2008 ● Decessi ● Esposti al rischio Parametri stimati del modello Lee-Carter Slide 46 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Residui del modello Lee-Carter Slide 47 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Tassi centrali di mortalità storici modellizzati e probabilità di morte proiettate Slide 48 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Proiezioni della mortalità qx annuali qx(t) per la coorte nata nel (65 anni nel 2008) tpx Slide 49 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Misurare il longevity risk Individuazione di grandezze che rappresentino lo stato di “salute” o di “sofferenza” dei soggetti erogatori di rendite • Funzione di perdita Scelta di un’adeguata “misura di rischio” • • • • Varianza Coefficiente di variazione Quantili, VaR, TVaR Probabilità di rovina Definizione di un orizzonte temporale di analisi e delle modalità di indagine • Annuale, pluriennale,…. • Alla scadenza, su tutto l’intervallo temporale Slide 50 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Misurare il longevity risk: approccio deterministico ► Portafoglio composto da una coorte di contratti di rendita immediata a premio unico ► Valore attuale aleatorio al tempo 0 delle prestazioni Portafoglio di N0 contratti j-mo assicurato Importo annuo della rendita ► Vita residua del j-mo assicurato all’età iniziale x0 Valore atteso e varianza : scenario di mortalità ipotizzato j-mo assicurato Portafoglio di N0 contratti Slide 51 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Misurare il longevity risk: approccio deterministico ► Coefficiente di variazione : scenario di mortalità ipotizzato Portafoglio di N0 contratti La rischiosità del portafoglio diminuisce all’aumentare del numero di contratti Slide 52 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Misurare il longevity risk: approccio stocastico ► Valore atteso e varianza : insieme degli scenari di mortalità ipotizzati con probabilità ρ j-mo assicurato Fluttuazioni casuali intorno al valore atteso Deviazioni sistematiche dei valori osservati da quelli attesi Portafoglio di N0 contratti Slide 53 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Misurare il longevity risk: approccio stocastico ► Coefficiente di variazione Portafoglio di N0 contratti Misura la parte del rischio di mortalità che non è rimovibile semplicemente aumentando la grandezza del portafoglio (parte sistematica del rischio) Slide 54 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Misurare il longevity risk: approccio stocastico ► Il Value at Risk della riserva matematica α=99.5% Percentile della riserva matematica calcolata all’epoca t (Vt) con un livello di confidenza pari a 99.5%=α ► Il Tail VaR (o Expected Shortfall) della riserva matematica Strumento utile per valutare la severità delle perdite che superino il VaR ad un fissato livello di confidenza α=99.5% Media dei valori dei VaR della riserva matematica all’epoca t che risultano superiori ad un fissato livello di confidenza (99.5%) Slide 55 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione VaR e Tail VaR (o Expected Shortfall (ES)) L = generica distribuzione delle perdite Slide 56 Levantesi S. - Longevity risk: identificazione e misurazione Bibliografia ► Brouhns, N., Denuit, M. and Vermunt, J. K. (2002). A Poisson Log-Bilinear Approach to the Construc- tion of Projected Life Tables. Insurance: Mathematics and Economics 31: 373-393. ► Cairns, A.J.G., Blake, D., Dowd, K., Coughlan, G.D., Epstein, D., Ong, A., Balevich, I. (2007). A quantitative comparison of stochastic mortality models using data from England & Wales and the United States. North American Actuarial Journal 13: 1-35. ► Cairns, A. J. G., Blake, D., Dowd, K., (2008). Modelling and management of Mortality Risk: a review. Scandinavian Actuarial Journal 2-3: 79-113. ► Cairns, A. J. G., Blake, D., Dowd, K., Coughlan, G. D., Epstein, D., Khalaf-Allah, M. (2011): Mortality density forecasts: An analysis of six stochastic mortality models, Insurance: Mathematics and Economics, 48, 355–367. ► Coughlan et al. (2007). LifeMetrics: A toolkit for measuring and managing longevity and mortality risk . Technical Document. JP Morgan, London. ► Currie I. D., Durban, M. and Eilers, P. H. C. 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