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Species/Specie
Specie • • • • • • • • Classificazione tassonomica Dominio Regno • Sottoregno • Superphylum Phylum (o Tipo o Divisione) • Subphylum (o Sottotipo o Sottodivisione) • Infraphylum • Superclasse Classe • Sottoclasse • Infraclasse • Superordine Ordine • Sottordine • Infraordine • Superfamiglia Famiglia • Sottofamiglia • Tribù • Sottotribù Genere • Sottogenere Specie • Sottospecie • Forma (zoologia) o Varietà (botanica) Il concetto di specie è alla base della classificazione degli organismi viventi, trattandosi del livello tassonomico obbligatorio gerarchicamente più basso. La scelta di un criterio univoco ed universale per identificare le specie è però difficile. Tuttavia si può ovviare alle difficoltà quando si considera attualmente la specie come l'unità tassonomica fondamentale. Esistono, perciò, vari concetti utilizzati: cioè la specie può essere, tipologica, morfologica, biologica e cronologica. Specie biologica E' la più diffusa, usata in zoologia, la biologica si basa sugli esperimenti che provano la discendenza fertile degli incroci. La specie è rappresentata da quegli individui che incrociandosi tra loro generano potenzialmente una prole illimitatamente feconda. Il concetto di illimitatamente e feconda sono a fondamento della classificazione. È noto a tutti che l'asino e la cavalla generano il mulo, che è sterile. Meno famoso può essere l'esempio di alcune tartarughe, che, accoppiandosi, dànno alla luce piccoli in grado di generare fino alla seconda o alla terza generazione, poi quest'ultima si evidenzia infertile. Si scopre così che quelle tartarughe, non dando origine a prole illimitatamente feconda, appartengono a specie diverse. Tuttavia tale definizione, per quanto rigorosa, non è rigidamente applicabile in campo botanico. Molte forme vegetali, pur presentando evidenti diversità, tali da non poter essere considerate della medesima specie, si incrociano originando ibridi illimitatamente fertili. In questi casi codesta definizione tassonomica non è più valida, e si ricorre a diverse classificazioni, basate sulle diversità somatiche e/o filogenetiche. 1 Specie tipologica La tipologica è la specie fondata su un tipo, definito olotipo, cioè su un esemplare che la rappresenta e che dovrebbe essere in un museo pubblico a disposizione degli studiosi. L'esemplare quindi può servire per i confronti; ma non è sempre così, perché ad es. può perdersi. In questo caso può essere rimpiazzato da un neotipo. Quindi, per definizione, il concetto di specie tipologica non implica necessariamente il fissismo di Linneo, perché al tipo se ne possono aggiungere altri, paratipi, che danno l'idea della variabilità. Questo concetto, sebbene oggi comunemente utilizzato in tassonomia, è formalmente incompleto e di utilizzo più pratico che teorico, in quanto criticato aspramente da Lamarck in poi, che con la teoria nominalistica mette in discussione l'idea stessa di archetipo. Specie morfologica La morfologica è la specie basata su caratteri morfologici. Viene generalmente usata per le specie attuali e per quelle fossili. Quando si hanno a disposizione molti esemplari (minimo 50) i caratteri rappresentabili da numeri possono essere indagati con metodi statistici; per es. curve a campana. In passato strettamente connessa al concetto di specie tipologica oggi è sempre più rimpiazzata, perlomeno nelle specie viventi, da studi di ordine molecolare e genetico. È infatti ovvia la difficoltà di applicazione di tale definizione a sibling species e a specie con dimorfismo accentuato molto marcato. Una concezione più moderna è quella della specie fenetica, che applica algoritmi di analisi delle similitudini e dei caratteri comuni, rendendo questa metodologia in grado di analizzare anche esseri inanimati. Utile per i fossili, anche questa definizione non tiene conto delle relazioni filogenetiche tra i rami evolutivi e le specie. Specie cronologica La cronologica è basata sul concetto "tempo" ed è il classico campo di studi sulla paleontologia sistematica e biostratigrafia, vedi prove paleontologiche dell'evoluzione. Specie filofenetica La filofenetica è basata sulla combinazione della metodologia fenetica con la teoria evolutiva, considerando nell'analisi delle similitudini anche le relazioni filogenetiche. Sottospecie Nella gerarchia della classificazione degli organismi viventi, la sottospecie si colloca un gradino più in basso della specie. Viene utilizzata per indicare organismi della stessa specie ma con delle differenze minime, che non sono sufficienti per considerarli una specie completamente diversa. Razza (Zoologia) o Varietà (botanica) Col termine razza viene inteso un gruppo di individui, animali o vegetali appartenenti ad una stessa specie ed accomunati da caratteri comuni che si differenziano, in modo più o meno marcato, da altri gruppi di individui appartenenti alla stessa specie. La specie, considerata come insieme, si divide in sottoinsiemi (sottospecie, razze), distinguibili da elementi fisici caratterizzati dall'ereditarietà. La nascita e la conservazione della razza è dovuta a processi evolutivi (selezione naturale, isolamento geografico…). Individui di razze diverse possono, in quanto appartenenti alla stessa specie, dare luogo ad ibridi con capacità riproduttive immutate. La nozione di razza è controversa ed ha suscitato un ampio dibattito scientifico trascinatosi sino ad 2 oggi, soprattutto quando la stessa viene utilizzata per definizioni concernenti la specie umana, suddividendola sulla base di caratteristiche intellettive e fisiche correlate tra loro o quando le definizioni e i fenotipi vengono classificati come ereditari ed immodificabili. Di fatto, il termine viene correntemente usato nel caso di animali domestici, per indicare varietà prodotte artificialmente e che devono conservare determinati standard. Anche per le specie naturali può essere utilizzato per identificare gruppi in qualche modo omogenei tra loro all'interno delle specie, ma non è generalizzabile a tutti i casi. In particolare, non è applicabile ad una specie geneticamente omogenea come quella umana. Utilizzando un'interpretazione ampia del concetto di razza su basi genetiche, entro la specie umana si dovrebbero accostare gli europei agli africani, separandoli da altri gruppi. Sono di grande importanza le implicazioni culturali, politiche e sociali originate dalle diverse teorie elaborate nella storia nell'ambito del concetto di razza applicata alla specie umana. Il concetto di razza non è legato necessariamente al razzismo, al nazismo, all'apartheid, in cui la razza viene usata come criterio discriminante tra gli indidivui correlandola a presunte superiorità derivanti dalle differenze fisiche o intellettuali. Alcuni usano il termine con un significato in sociologia: per razza intendono un gruppo esteso di persone che per motivi geografici o di altra natura hanno vissuto tra di loro per un lungo periodo di tempo, finendo per sviluppare caratteri somatici peculiari e facilmente riconoscibili. Inoltre col tempo hanno acquistato una coscienza di gruppo e vengono considerati dagli altri come un'unità razziale. 3