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Il “NO!” al lavoro li ha resi liberi
Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia dall’ Internamento dalla Guerra di Liberazione e loro familiari Ente Morale DPR 30-5-1949 PAOLO DESANA (Casale Monferrato, 7 gennaio 1918 - 19 gennaio 1991) giornalista, atleta, filodrammatico, matura la sua fermezza morale negli ambienti della “Gioventù Cattolica” e fin da giovane rivela sentimenti antifascisti. Il “NO!” al lavoro li ha resi liberi Il caso dei 360 Internati Militari Italiani a Colonia Paolo Desana Il 9 settembre 1943, quale tenente in zona d’operazioni in Francia, è catturato dai tedeschi a Villeneuve-Loubet. Rifiutatosi di collaborare, è internato prima in Germania e poi in Polonia. Ripete il suo NO! anche dopo il decreto del 20 luglio 1944 che, con la civilizzazione degli IMI, impone il lavoro anche per gli ufficiali. Inizia così il suo calvario nei lager. Il 2 agosto 1944, insieme al gruppo dei 360 ufficiali di cui fa parte, viene deportato nell’AK 96 della Glanzstoff di Colonia. Desana, considerato un sobillatore, viene condannato alla fucilazione. La pena viene commutata in detenzione, prima a Lüneburge e poi nel KZ-AEL di Unterlüss. Nell’ex lager di Wietzendorf Desana avvierà, insieme al ten.col. Pietro Testa, la raccolta di un ampio dossier sulla drammatica esperienza vissuta dagli IMI, documentazione di cui si è persa ogni traccia. Desana nel dopoguerra inizia la propria attività politica tra le file della Democrazia Cristiana, nel Comune di Casale Monferrato prima e, successivamente, come assessore all’agricoltura della provincia di Alessandria. Nel 1958 viene eletto senatore nel collegio di Casale Chivasso, rimanendo in carica fino al 1963, riuscendo a far approvare la legge 930 sulla DOC (denominazione di origine controllata) dei vini italiani. Dopo un lungo silenzio, negli anni ’80 diventa il punto di riferimento di molti reduci, e costituisce il GUISCo - Gruppo Ufficiali Internati dello Straflager di Colonia (Gruppo che aderirà negli anni ’90 all’ANRP) promuovendo una nuova fase di ricerche e di studi sulla vicenda degli IMI e in particolare sul lavoro coatto. Info e adesioni: [email protected] – tel 06/7004253 Per gli uomini è previsto l’obbligo di indossare giacca e cravatta L’accesso alla sala è consentito fino al raggiungimento della capienza massima Mercoledì 20 gennaio 2016 ore 16:00 - 19:00 Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” Sala degli Atti Parlamentari Piazza della Minerva, 38 - Roma “E si vorrebbe che noi ufficiali abbassassimo la nostra dignità e volontariamente ci prestassimo al lavoro?... Ebbene, anche se ciò potranno fare perché hanno in mano la forza, non potranno però ottenere un’adesione volontaria con la dichiarazione firmata che ci impegna a non fuggire. Lavori forzati, dunque? E sia.” La “Resistenza senz’armi” degli oltre 600mila militari italiani internati in Germania dopo l’8 settembre del 1943 si può definire tale in base a due scelte da loro compiute. La prima è il rifiuto di continuare a combattere inquadrati nella Wehrmacht o nel costituendo esercito della Repubblica di Salò, una scelta dettata da motivazioni diverse - il rifiuto della guerra, il giuramento prestato al Re, la dignità della divisa oltraggiata dai tedeschi, un’idea di Patria altra rispetto a quella incarnata fino a quel momento dal fascismo -, ma che rappresenta un oggettivo disconoscimento della legittimità politica, morale e militare della Rsi. La seconda è il rifiuto della “civilizzazione”, cioè del lavoro volontario prestato in abiti civili. Ciò costrinse i tedeschi a imporlo come lavoro coatto, cui non molti poterono sottrarsi. Tra questi il caso più significativo, per i tempi anticipati e per i modi in cui si manifestò, è quello dei “360 di Colonia” e del loro Ufficiale anziano, Paolo Desana. Le memorie multiple da lui raccolte costituiscono un materiale prezioso per approfondire la questione del lavoro nel contesto dell’internamento, a partire dal capovolgimento di quel principio di cui i nazisti si erano indebitamente appropriati, “Arbeit macht frei”: il rifiuto di lavorare per il Reich, il NO degli Internati Militari Italiani come scelta consapevole e motivata, è proprio ciò che li ha resi liberi! programma Saluti Sergio ZAVOLI Andrea DESANA Michele MONTAGANO Enzo ORLANDUCCI Introduce e coordina Luciano ZANI Interventi Elena AGA ROSSI Fabrizio BATTISTELLI Nicola COLACINO Emilio GARDINI Lutz KLINKHAMMER Brunello MANTELLI Michela PONZANI Enrica TEDESCHI