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Il modello di Barro`Gordon e lhincoerenza temporale
Il modello di Barro-Gordon e l’incoerenza temporale Luigi Marattin 30 Aprile 2009 1 Introduzione Alla …ne della scorsa lezione abbiamo illustrato - utilizzando la "cornice" del modello AS-AD, ora completamente microfondato e pertanto utilizzabile per l’analisi della politica monetaria - le scelte della BCE e della FED nell’estate 2008, poche settimane prima del fallimento della banca d’a¤ari americana Lehman Brothers. In quel periodo, il versante …nanziario della crisi era oramai chiaro1 , ma ancora non si avvertivano in maniera chiara e netta gli e¤etti negativi sull’economia reale (consumo, investimenti e produzione). Sul piano reale, valeva ancora lo shock di o¤erta dei primi sei mesi del 2008, in cui il prezzo delle materie prime2 aveva provocato una …ammata in‡azionistica in tutte le economie occidentali. La Federal Reserve (FED) e la Banca Centrale Europea (BCE) reagirono in modo opposto a tale shock di o¤erta. La prima abbassò i tassi di interesse (spostando la AD verso destra), scegliendo quindi di stabilizzare la produzione, seppur al costo di maggiore in‡azione. La seconda alzò invece i tassi di interesse (spostando la AD verso sinistra), scegliendo di stabilizzare l’in‡azione, al costo di una produzione ancora minore. Come abbiamo detto (e come vedremo meglio), in linea di principio non c’è nulla di aprioristicamente sbagliato in tali scelte divergenti: quando si è colpiti da uno shock di o¤erta c’è sempre un trade-o¤ tra stabilizzazione dell’in‡azione o della produzione3 , e quale strada si sceglie dipende dalle preferenze della banca centrale. Al limite, come ricordato la volta scorsa, possiamo sottolineare che la scelta della BCE fu opinabile sulla base di una considerazione di buon senso: nel luglio 2008 era ormai chiaro che presto si sarebbero visti sull’economia reale i contraccolpi della crisi …nanziaria, e che si sarebbero manifestati tramite una forte riduzione della domanda aggregata. Il 1 La crisi …nanziaria era esplosa in tutta la sua evidenza nell’agosto 2007. particolare il petrolio raggiunse la vetta di più di 160 dollari al barile. 3 Useremo intercambiabilmente i termini "stabilizzazione della produzione" con "stabilizzazione dell’occupazione/disoccupazione", per ovvi motivi (legge di Okun: movimenti della produzione aggregata si trasmettono in movimenti dell’occupazione/disoccupazione). 2 In 1 consumo, infatti, sarebbe stato danneggiato dallo scoppio della bolla immobiliare (e quindi la diminuzione della ricchezza dei consumatori), e gli investimenti avrebbero risentito della stretta di liquidità che ha paralizzato (e continua a paralizzare a tutt’oggi) il circuito del credito dagli intermediari …nanziari alle imprese. Nell’avvicinarsi di tale shock negativo di domanda, non si sentiva davvero il bisogno di una manovra restrittiva di politica monetaria, visto che ai primi segnali di crisi - si sarebbe dovuto correttamente reagire con una serie di manovre espansive (cosa che poi puntualmente accadde: da allora, la BCE ha ridotto i tassi di interesse di 300 punti base in otto mesi)4 . Ma allora perchè la BCE in quell’occasione ha insistito così tanto per tenere l’in‡azione sotto controllo? La risposta è abbastanza semplice. Non voleva perdere la reputazione di banca centrale anti-in‡azionistica , visto che in quel momento il tasso di in‡azione nell’area euro era quasi il doppio dell’obiettivo di medio periodo. Ma perchè è così importante stabilire una reputazione di banca centrale anti-in‡azionistica? La risposta a questa domanda ci viene fornita dal modello di Barro-Gordon (1982), sviluppato dopo l’intuizione originaria di Kydland e Prescott (1977). 2 L’incoerenza temporale La possibilità di ottenere aumenti successivi della produzione aggregata (e quindi diminuzioni della disoccupazione) attraverso maggiore in‡azione (cioè spingendo la AD sempre più verso destra) si può rappresentare in uno spazio u (in‡azione e disoccupazione) tramite la cosiddetta "curva di Phillips": FIGURA 1: PHILLIPS CURVE Partendo da una situazione in cui la produzione aggregata è uguale al potenziale (Y = Y ), attuando una serie di manovre espansive di politica monetaria si assorbe la disoccupazione al costo di maggiore in‡azione; cioè, ci si sposta lungo la retta negativamente inclinata, chiamata Phillips Curve di breve periodo.5 Sappiamo già dalle lunghe discussioni delle prime due lezioni che tale fenomeno è solo temporaneo: nel lungo periodo l’aumento delle aspettative di in‡azione6 sposta la Phillips curve verso l’alto (così come, nel gra…co AS-AD, sposta la AS verso l’alto) e si ritorno al livello potenziale della produzione. Che corrisponde, in uno spazio u, al livello naturale della disoccupazione. Proprio come nel lungo periodo la AS è verticale, infatti, anche la 4 Un’ulteriore critica alla manovra della BCE del 3 luglio 2008 consiste nella considerazione che lo shock in‡attivo dei primi mesi dell’anno era quasi interamente da ricondursi a in‡azione importata (=aumento esogeno del costo delle materie prime), di fronte a cui un "ra¤reddamento" della domanda aggregata interna (indotto dalla politica monetaria restrittiva) ben poco avrebbe potuto. 5 Quello che accade, in un gra…co AS-AD in uno spazio y, è lo spostamento progressivo della AD verso destra a causa delle politiche monetaria espansive. 6 Lo spostamento verticale della Phillips curve quando aumentano le aspettative di in‡azione è visibile, algebricamente, dalla stessa sua espressione: = e + k(y y ). Come detto più volte, quando aumenta l’intercetta la funzione si sposta nel piano. 2 Phillips Curve è verticale nel lungo periodo. Il livello naturale di disoccupazione (così come il suo "gemello", cioè il Pil potenziale, strutturale, di lungo periodo, a prezzi ‡essibili) è interamente determinato dalle condizioni strutturali dell’economia, e non può essere permanentemente ridotto tramite l’utilizzo della politica monetaria espansiva. La quale, alla …ne, crea solo più in‡azione (infatti, l’ordinata sulla Phillips curve di lungo periodo - e quindi il livello …nale dell’in‡azione - dipende da quanto espansiva è stata la politica monetaria all’inizio; cioè, gra…camente, da "quanto ci si è spinti verso sinistra" lungo la Phillips curve di breve periodo prima che essa cominciasse a spostarsi a causa dell’aumento delle aspettative di in‡azione). Fin qui tutte cose conosciute. Dove sta la novità? Come al solito, vediamolo da tre punti di vista: 1) L’intuizione 2) La geometria 3) L’algebra 2.1 L’intuizione Le volte scorse abbiamo a¤ermato che la rivoluzione delle aspettative razionali negli Anni Settanta spostò l’attenzione, tra le altre cose, su due elementi …no a quel momento trascurati: a) l’importanza delle aspettative degli agenti economici b) la dimensione intertemporale (=dinamica) dell’economia 3 Una completa incorporazione di a) e b) all’interno dell’analisi della politica monetaria portò - dapprima Kydland e Prescott e poi Barro e Gordon all’introduzione del concetto di incoerenza temporale nella conduzione della politica economica che porta l’in‡azione ad essere sistematicamente più alta di quello che potrebbe essere ( comporta cioè la presenza di un cosiddetto in‡ation bias). In un contesto caratterizzato da a) e b), infatti, accadono i seguenti eventi: c) un obiettivo di in‡azione annunciato dalla banca centrale in un dato momento diventa subottimale nei momenti successivi all’annuncio, perchè la banca centrale è preda della tentazione di spingere la produzione al di sopra del potenziale (e quindi la disoccupazione al di sotto del suo tasso naturale), muovendosi lungo la curva di Phillips di breve periodo. d) gli agenti, essendo a conoscenza di questa "tentazione" della banca centrale, formando le loro aspettative in maniera razionale scontano …n dall’inizio che l’atteggiamento di politica monetaria sarà diverso da quello annunciato e formano le proprie aspettative di in‡azione in maniera conseguente. Il risultato di c)+d) porta l’economia ad un equilibrio socialmente subottimale (cioè diverso dall’e¢ cienza paretiana; diverso cioè da quello che si sarebbe potuto raggiungere in condizioni di ottimalità), caratterizzato da un’in‡azione più alta (in‡ation bias)7 . Cerchiamo di rendere c) e d) ancora più chiari facendo uso di una metafora e¢ ace. Un governo annuncia pubblicamente che in caso di dirottamento aereo non negozierà mai con i terroristi, ad ogni costo. Un mese dopo, un aereo con 400 passeggeri viene preso in ostaggio; i dirottatori chiedono 5 euro di riscatto, altrimenti uccideranno tutti i passeggeri del volo. A questo punto il governo scopre che il suo annuncio originario non è più ottimale: pagando una somma ridicola, infatti, ottiene un bene…cio molto maggiore, cioè la salvezza di ben 400 vite umane. Tutto considerato, infatti, è ora ottimale pagare il riscatto. E così fa. Tuttavia, le reti terroristiche di tutto il mondo ora sanno che il governo è disponibile a trattare, e che il suo annuncio originario era un blu¤. Il mese successivo, quindi, dirottano un altro aereo e stavolta richiedono un riscatto di 100 euro. E così via. Quello che è accaduto è che i terroristi sapevano …n dall’inizio che quella annunciata dal governo era una strategia non credibile, e quindi sapevano bene che, se avessero dirottato e¤ettivamente un aereo, al governo sarebbe convenuto trattare. Usciamo dalla metafora. 7 La situazione - per coloro che ricordano la teoria dei giochi di base dal corso di microeconomia - è simile a quella del dilemma del prigioniero: la soluzione del gioco non è Pareto-e¢ ciente (cioè non si risolve nel miglior risultato per entrambi i giocatori) a causa dell’interazione strategica non-cooperativa tra i due. Non a caso, il modello di Barro-Gordon si può rappresentare tramite la teoria dei giochi, in cui i due giocatori sono la banca centrale e il settore privato (=gli agenti economici). 4 La banca centrale (che per semplicità assumiamo controllare direttamente il tasso di in‡azione, saltando quindi sia il passaggio dell’o¤erta di moneta che quello - più rilevante - del tasso di interesse) annuncia un obiettivo di in‡azione zero. Gli agenti economici ci credono, e formano le loro aspettative di conseguenza: i lavoratori, cioè, chiedono rinnovi contrattuali allo stesso valore del salario nominale del periodo precedente, e così fanno le imprese per quanto concerne il prezzo del proprio prodotto8 . Una volta che il settore privato si è formato le proprie aspettative, la banca centrale scopre che ora per lei non è più ottimale rispettare la promessa: infatti, essa massimizza il benessere sociale creando un po’di "in‡azione a sorpresa". Spingendo, cioè, la AD sopra al potenziale, e quindi la disoccupazione sotto il tasso naturale. Oppure, gra…camente, muovendosi lungo la curva di Phillips di breve periodo. Quello che accade infatti è che, essendo i prezzi vischiosi nel breve periodo (perchè le aspettative di in‡azione sono già state formate), la banca centrale può stampare moneta (=ridurre il tasso di interesse) senza che l’aumento istantaneo dei prezzi vani…chi l’e¤etto positivo sull’o¤erta di moneta reale (=senza che l’in‡azione attesa vani…chi l’e¤etto negativo sul tasso di interesse reale). Così facendo, la politica monetaria ha e¤etti reali, si riesce a ridurre la disoccupazione al prezzo di un po’ più di in‡azione (determinata dal fatto che alcuni prezzi sono ‡essibili anche nel breve). Il problema sta nel fatto che il settore privato è a conoscenza di questa tentazione della banca centrale, e anticipa il tutto (poichè forma le aspettative in maniera razionale) …ssando …n dall’inizio le proprie aspettative di in‡azione al livello dove poi tanto si andrà a parare. Alla …ne, si …nirà con lo stesso livello di produzione (e quindi di disoccupazione) che si avrebbe avuto in ogni caso (perchè nel lungo periodo si torna sempre lì), ma con maggiore in‡azione (guidata, infatti, dalle aspettative degli agenti dovute alla scarsa credibilità della politica monetaria). Tornando alla metafora, potete capire bene quale possa essere una soluzione al problema dell’incoerenza temporale: essere credibili quando si a¤erma che non si negozierà mai con i terroristi, qualunque riscatto dovesse chiedere e qualunque numero di ostaggi ci sia. Se si riesce a far passare questo messaggio, nessun terrorista dirotterà un aereo sapendo che comunque non riuscirà ad ottenere nulla. E come rendere credibile questo annuncio? Chiedendo perdono per la disumanità dell’esempio (però utile ai …ni didattici), c’è un solo modo: intervenire alla radice della tentazione del governo. Dopo il primo dirottamento, infatti, il governo ha ceduto al ricatto perchè gli importava della vita dei 400 cittadini oggi, subito. Ogni considerazione sui danni futuri che sarebbero dipesi dal cedere al ricatto (cioè richieste enormi da parte dei dirottatori) era troppo lontana nel tempo, a fronte della prospettiva immediata di perdere 400 vite umane. Per sradicare tutto ciò - e far sì che i guadagni di lungo periodo abbiano la priorità - occorre che al governo non importi nulla 8 Notate che tutto questo è riconducibile alla nostra "cornice" teorica della volta scorsa in quanto il fatto che lavoratori e imprese possano …ssare il prezzo del proprio bene/lavoro di¤erenziato è compatibile col concetto di concorrenza monopolistica introdotto nella scorsa lezione. 5 del consenso di breve periodo, e sia quindi disposto a far morire 400 persone oggi al …ne di non dover pagare in futuro somme esorbitanti a fronte dei nuovi dirottamenti che si sarebbero susseguiti. Tornando alla politica monetaria, tutto ciò si traduce nel fare in modo che alle autorità di politica monetaria non sorga neanche la tentazione di assorbire un po’ di disoccupazione spingendo la produzione al di sopra del potenziale; ad essa, infatti, non deve importare nulla dei guadagni di popolarità e di consenso derivanti dall’aver salvato un po’più di disoccupati rispetto a quanto le condizioni strutturali dell’economia potessero consentire. Occorre che la banca centrale si concentri esclusivamente sui costi di lungo periodo, e cioè sulla più alta in‡azione che un atteggiamento di questo tipo alla …ne comporterà per l’economia (e per i disoccupati stessi!). In altre parole, la credibilità della banca centrale si conquista tramite la sua indipendenza dal potere politico. E, come detto già più volte, questa intuizione teorica ha comportato negli ultimi vent’anni la creazione di banche centrali indipendenti nella maggior parte delle economie sviluppate. 2.2 La geometria Per avere un’interpetazione geometrica del fenomeno dell’incoerenza temporale dobbiamo recuperare un minimo di microeconomia di base. Nella fattispecie, la teoria del consumatore. Questa prevede che la scelta ottimale di consumo (relativa due beni normali, chiamiamoli x1 e x2 ) sia ottenuta massimizzando le proprie preferenze su entrambi i beni, essendo nel contempo sottoposti ad un vincolo di bilancio (=la somma del valore nominale del consumo di entrambi i beni deve essere uguale alle risorse disponibili). Dal punto di vista gra…co: a) le preferenze del consumatore sono espresse da curve di indi¤erenza9 convesse. La loro forma è tale perchè il saggio marginale di sostituzione (=a quante unità del bene x2 sono disposto a rinunciare pur di ottenere un’unità in più del bene x1 e rimanere sullo stesso livello di soddisfazione/utilità) - espresso dalla tangente alla curva di indi¤erenza - è decrescente. Infatti, ad alti livelli di consumo del bene x2 sono disposto a rinunciare a molte sue unità (tanto ne ho già molte!) in cambio di una unità di x1 (ne ho così poco!). Più diminuisco il consumo di x2 (=più mi sposto verso destra lungo la curva di indi¤erenza), meno sarò disposto a rinunciarvi per avere un’unità di x1 , il cui consumo nel frattempo sta crescendo. b) il vincolo di bilancio del consumatore è espresso da una retta negativamente inclinata, la cui inclinazione è pari al rapporto tra i prezzi dei due beni (e cioè p2 e p1 ). 9 Le preferenze del consumatore sono rappresentabili in questo modo sotto una serie di condizioni matematiche che consideriamo rispettate. 6 Rappresentando a) e b) su un gra…co, abbiamo quindi: FIGURA 2: TEORIA DEL CONSUMATORE Poichè più consumo - di entrambi i beni - maggiore utilità traggo, quanto più le curve di indi¤erenza sono lontane dall’origine, tanto maggiore sarà il mio livello di utilità. Quindi IC3 comporta un livello di utilità maggiore di IC2, la quale a sua volta rappresenta un livello di utilità maggiore di IC1. Tuttavia, devo fare i conti con quello che mi posso permettere, cioè il vincolo di bilancio. IC3 rappresenta combinazioni di consumo che non mi posso permettere (=sono fuori dal mio budget), IC1 invece mi lascerebbe con dei soldi non utilizzati (=è all’interno del mio feasible set). IC2 invece (nella fattispecie, il punto A) è la scelta ottimale perchè mi massimizza l’utilità dato il vincolo di bilancio; in quel punto, cioè, la pendenza della curva (=il rapporto tra le utilità marginali di x1 e x2 ) e la pendenza del vincolo di bilancio (= pp12 ) sono uguali. In altre parole, giusto per il gusto di vedere confermate le cose accennate nella lezione precedente, il punto A è la soluzione del seguente problema di ottimizzazione del consumatore: max U (x1 ; x2 ) x1 ;x2 Y s:t: = p1 x1 + p2 x2 dove Y è il reddito complessivo del consumatore. 7 (1) (2) La massimizzazione del Lagrangiano (L = U (x1 ; x2 ) (Y p1 x1 + p2 x2 )) - dove è appunto il moltiplicatore di Lagrange - mi dà la condizione del prim’ordine: U1 p1 = U2 p2 (3) Cioè, il rapporto tra le utilità marginali deve essere uguale al rapporto tra i prezzi. Ricordate il problema dell’agente rappresentativo nel modello macroeconomico microfondato intertemporale? La condizione di ottimalità (Euler equation) era: Pt U 0 (ct ) = (1 + it ) 0 U (ct+1 ) Pt+1 (4) Anche in questo caso, il rapporto tra le utilità marginali (non dei due beni, ma dei due periodi stavolta!) è uguale al rapporto tra i prezzi (dove il tasso di interesse fornisce il "collegamento" tra i due periodi, essendo il rendimento del risparmio che sopravvive tra il primo ed il secondo periodo). Torniamo al nostro gra…co, e riassumiamo. Abbiamo disegnato le preferenze dei consumatori con curve di indi¤erenza convesse che quanto più sono lontane dall’origine tanto più alta sarà l’utilità che rappresentano; questo è reso possibile dal fatto che x1 e x2 sono due "beni" (in inglese "goods"), cioè tanto più ne consumo - di entrambi - tanto meglio è. E se volessimo rappresentare con lo stesso schema le preferenze della banca centrale anzichè quelle dei consumatori? Come vedremo nella sottosezione seguente (quando introdurremo l’algebra) la banca centrale non massimizza una funzione di utilità individuale con due beni ma, in maniera del tutto equivalente, minimizza una funzione di perdita sociale con due "mali" (in inglese, "bads"): in‡azione e disoccupazione. Entrambe, infatti, sono dannose per l’economia. Ecco che allora le curve di indi¤erenza avranno due caratteristiche di¤erenti rispetto al caso precedente: a) Saranno concave (e non convesse) b) Quanto più saranno vicine all’origine (e non lontane) tanto meglio sarà, visto che rappresentano le preferenze della banca centrale verso due "mali" e non verso due "beni" (quindi meno ne "consumo" meglio è). E quale sarà l’equivalente del vincolo di bilancio del consumatore? Pensiamoci. Nel caso precedente, era una relazione che considerava il rapporto esistente tra i due beni x1 e x2 , vale a dire il fatto che la spesa complessiva su uno, sommata alla spesa complessiva sull’altro dovesse per forza di cose uguagliare (nel punto ottimo) le risorse complessive Y: Nel nostro caso, quindi, cerchiamo una relazione tra i due "mali" ( e u) che ci dica come essi sono legati: in pratica, cosa fa uno quando l’altro si muove. Come capirete, tale vincolo (che la banca centrale deve a¤rontare quando si trova a operare la sua scelta) è rappresentato dalla curva di Phillips: 8 t = e t + k(yt y ) (5) dove k è un parametro composto dai deep parameters (preferenze, tecnologia e - soprattutto - rigidità nominali). Poichè abbiamo scelto di rappresentare questo problema in uno spazio u (e non y) allora dobbiamo riscrivere (5) in funzione della disoccupazione u; o meglio, della deviazione della disoccupazione dal suol livello naturale u . Per farlo dobbiamo semplicemente ricordare la legge di Okun: ut u = z(yt y ) (6) Se y = y , infatti, la disoccupazione sarà pari al suo livello naturale (u = u ) : In presenza di un output gap positivo (y > y ) la disoccupazione verrà riassorbita al di sotto del tasso naturale, mentre in presenza di un output gap negativo (y < y ) la disoccupazione crescerà al di sopra di u : Il parametro z ci indica semplicemente l’elasticità della disoccupazione ai movimenti della produzione reale. Per ottenere la curva di Phillips espressa in funzione della disoccupazione (e non della produzione) non devo fare altro che inserire (6) in (5): k (ut u ) (7) z Per semplicità, possiamo assumere (nella 6) che i movimenti della produzione aggregata assorbano la disoccupazione in misura "uno a uno": cioè un 1% di crescita del Pil aggiuntivo provoca una riduzione della disoccupazione di parti ammontare10 . Possiamo quindi scrivere: t = e t t = e t k (ut u ) (8) che ci dà quindi la curva di Phillips espressa in funzione delle deviazioni della disoccupazione dal suo livello naturale. E che rappresenta il vincolo che la banca centrale deve a¤rontare nella minimizzazione della sua funzione di perdita sociale, composta dai due "mali" (in‡azione e disoccupazione). Gra…camente, tale vincolo è una retta la cui inclinazione (negativa) è pari a k: Disegnando quindi il problema della banca centrale, otteniamo: FIGURA 3: LE PREFERENZE DELLA BANCA CENTRALE La scelta ottimale quindi - proprio come accade nel caso della teoria del consumatore - si veri…ca quando la curva di indi¤erenza (ora concava) è tangente al vincolo di bilancio; quindi nel punto B, che ci consegna la combinazione ottimale di in‡azione e disoccupazione. 1 0 In realtà, il parametro z è un importante indicatore della ‡essibilità del mercato del lavoro: quanto maggiore, tanto più ‡essibile il mercato. 9 A questo punto, il concetto dell’incoerenza temporale dovrebbe esservi chiaro anche gra…camente. Poniate il caso che, partendo dalla situazione di equilibrio del punto A, la banca centrale annunci = 0 (cioè, che rimarrà nel punto A). Gli agenti economici sanno perfettamente (perchè godono di aspettative razionali) che quella non è la scelta ottimale della banca centrale: in quel punto, infatti, la curva di indi¤erenza non è tangente al vincolo di bilancio! Questa condizione si veri…ca solo nel punto B, che infatti sarà il punto scelto dalla banca centrale una volta che l’annuncio è stato fatto e che le aspettative di in‡azione sono state formate (notate, infatti, che è una curva di indi¤erenza preferita, in quanto è più vicina all’origine). Quello che accade da B in poi è chiaro: l’"in‡azione sorpresa" (generata dalla banca centrale dopo che l’annuncio è stato creduto) viene incorporata nelle aspettative di in‡azione del periodo seguente ( e ) e pertanto spostano la curva di Phillips di breve periodo (il vincolo di bilancio) verso l’alto, …no al punto in cui essa è tangente alla nuova (e più alta) curva di indi¤erenza. E così via. Dove …nisce il tutto? Solo quando si ritorna sulla curva di Phillips di lungo periodo, in cui - essendo la disoccupazione tornata al livello naturale - le aspettative di in‡azione sono confermate. FIGURA 4: L’INFLATION BIAS Il processo di aggiustamento delle aspettative …nisce nel punto C: la disoccupazione è tornata al suo livello naturale, e l’economia so¤re di un’in‡azione più alta del dovuto: il segmento AC è appunto de…nito in‡ation bias. Ovviamente, 10 in presenza di aspettative razionali, la gradualità del processo d’aggiustamento è puramente ipotetica: l’economia, in realtà, "salta" direttamente al punto C, in quanto gli agenti sono a conoscenza degli incentivi della banca centrale a deviare dall’annuncio fatto, e adeguano immediatamente le proprie aspettative di in‡azione (che, come noto, in‡uiscono sull’in‡azione vera e realizzata). Ma da cosa esattamente dipende la consistenza dell’in‡ation bias? (o, equivalentemente, la lunghezza del segmento AC?). Da due cose: 1) Il livello del tasso naturale di disoccupazione 2) Le preferenze della banca centrale 1) è chiaro: dove "…nisce il processo di aggiustamento" dipenderà da quanto presto le curve di indi¤erenza "incontrano" la curva di Phillips di lungo periodo: più basso sarà il livello naturale di disoccupazione (= più alto sarà il Pil potenziale) minore sarà l’in‡ation bias …nale. Ancora una volta, è confermata l’importanza dei caratteri strutturali dell’economia. 2) è leggermente meno chiaro, ma lo sarà tra un attimo. Cominciamo anche qui dall’intuizione: è chiaro che tanto più una banca centrale è preoccupata dell’in‡azione (piuttosto che della disoccupazione) tanto più basso sarà l’in‡ation bias. E ovviamente, viceversa: tanto più una banca centrale ha a cuore la salvaguardia dei livelli occ upazionali nel breve periodo, tanto più alto sarà l’in‡ation bias. Come lo vediamo gra…camente? La …gura seguente ci mostra come sono fatte le curve di indi¤erenza di una banca centrale particolarmente preoccupata per l’in‡azione: 11 FIGURA 5: UNA BANCA CENTRALE PREOCCUPATA DI Perchè? Perchè pur di ridurre è disposta ad accettare un consistente aumento di u; lo vediamo dall’inclinazione della curva di indi¤erenza. Una banca centrale, invece, preoccupata più della disoccupazione che dell’in‡azione avrà le seguenti curve di indi¤erenza: FIGURA 6: BANCA CENTRALE PREOCCUPATA DI u Infatti, per ridurre l’in‡azione non è disposta ad accettare un grande aumento della disoccupazione (ancora una volta lo vedo dall’inclinazione molto ripida, stavolta, della curva di indi¤erenza). Se proviamo a disegnare il "processo di aggiustamento" verso la curva di Phillips di lungo periodo di entrambe le banche centrali esaminate, vediamo che - gra…camente - la seconda (quella maggiormente preoccupata della disoccupazione, anzichè dell’in‡azione) raggiunge un in‡ation bias più alto. 2.3 L’algebra Per la trattazione algebrica continueremo ad assumere z = 1; quindi le due variabili oggetto dell’attenzione della banca centrale sono la produzione aggregata (y) e l’in‡azione ( ) : Stiamo quindi assumendo che produzione e disoccupazione siano in relazione inversamente proporzionale "uno a uno" (quando y aumenta sopra il potenziale, u diminuisce di pari ammontare sotto il tasso naturale). 12 Se quello che abbiamo detto …nora ha un senso, qui dobbiamo introdurre un altro cambiamento rispetto ai modelli visti nelle prime due lezioni. Ci siamo più volte chiesti, in questa dispensa, quale sia la politica monetaria ottimale per la banca centrale, dato il vincolo che a¤ronta e date (soprattutto) le aspettative del settore privato. Questo implica che non stiamo più manovrando la politica monetaria in maniera esogena, muovendo il tasso di interesse (o la massa monetaria) e veri…cando l’e¤etto sull’economia nel breve e nel lungo periodo. Chiederci quale sia la politica monetaria ottimale da parte della banca centrale implica il risultato di un problema di ottimizzazione rispetto ad una variabile di scelta; proprio come abbiamo fatto, per le decisioni di consumo/risparmio e di …ssazione del prezzo, per consumatori e imprese. Per far questo, operiamo una sempli…cazione: poichè la politica monetaria (tramite i suoi strumenti, che saranno speci…co oggetto d’analisi nelle prossime lezioni) alla …ne in‡uenza il tasso di in‡azione (oltre naturalmente, nel breve periodo, alla produzione aggregata), assumeremo - "saltando i vari passaggi" - che la variabile di scelta della banca centrale sia proprio il tasso di in‡azione : Un suo aumento, ovviamente, è il risultato di una politica monetaria espansiva, mentre una sua diminuzione è la conseguenza di una politica monetaria restrittiva. L’altra considerazione da fare riguarda la forma del problema di ottimizzazione: non più una massimizzazione di una funzione di benessere, bensì una minimizzazione di una funzione di perdita11 . La banca centrale, cioè , mini1 1 Dal punto di vista matematico, il problema implica sempre l’azzeramento della derivata prima rispetto alla variabile di scelta, a condizione però che ora la funzione sia convessa (e che quindi la derivata seconda sia negativa). E’facile veri…care che questa condizione è rispettata nella funzione di perdita sociale. 13 mizza le deviazioni della produzione aggregata (y) e dell’in‡azione ( ) dai loro rispettivi valori-obiettivo (che chiameremo rispettivamente y OB e OB ). In altre parole, la banca centrale minimizza la seguente funzione di perdita sociale: i 1h 2 OB 2 (9) yt y OB + t 2 dove (dispiace dover usare così spesso questa lettera per cose diverse siamo ormai alla terza diversa interpretazione - ma non voglio confondervi nel caso guardiate la trattazione sul libro, rispetto a cui già alcune cose abbiamo cambiato) è il peso relativo assegnato all’in‡azione nella funzione di perdita; in altre parole, indica quanto la banca centrale ha a cuore l’in‡azione rispetto alla produzione (o, se preferite, alla disoccupazione). Ricordando la discussione precedente, quindi mostra le preferenze relative della banca centrale. La funzione è quadratica perchè necessita di essere una parabola, al …ne di avere un minimo/massimo propriamente de…nito; come noto, se la derivata seconda è positiva, la funzione è convessa (e azzerando la derivata prima, quindi, si trova e¤ettivamente un minimo). Se invece preferiamo massimizzare la funzione, allora dobbiamo fare in modo che la derivata seconda sia negativa, in modo da avere una funzione concava e quindi un massimo; facciamo cio’semplicemente mettendo un segno "meno" di fronte alla funzione. In altre parole, le due seguenti espressioni sono equivalenti: L= min x max x Noi ci atterremo alla prima de…nizione, minimizzando - appunto - la (9). Assumeremo per semplicità (e per ricondurci al punto A delle …gure precedenti) che l’obiettivo della banca centrale sia OB = 0: Il vincolo che a¤ronta è la curva di Phillips, l’equazione (5). Per chiarezza ulteriore (che aiuta nel caso vogliate fare i calcoli, semplicissimi in questo caso), esprimiamola con la produzione come variabile dipendente, quindi: 1 e ( t (10) t) k Come mai ora l’inclinazione è positiva, quando invece in tutte le …gure precedenti il vincolo era rappresentato da una retta negativamente inclinata? Semplice. In quelle …gure, eravamo in uno spazio u, (e le due variabili sono legate in modo negativo dalla curva di Phillips), mentre ora - come detto all’inizio della sottosezione, ragioniamo in uno spazio y , dove il legame è positivo. Per ricondurre il tutto all’analisi gra…ca, dobbiamo solo ricordare che y e u sono legati da un rapporto inversamente proporzionale, e quindi (guardando la 10), il legame …nale tra e u sarà appunto negativo. Ricordiamo che y è il Pil potenziale, yt y = 14 quello che si veri…cherebbe se tutti i prezzi fossero perfettamente ‡essibili (e determinato, quindi, unicamente da fattori di carattere strutturale). E’importante notare che sia la (9) che la (10) non sono speci…cazioni di comodo ad-hoc; è possibile derivare entrambe da una rigorosa struttura microeconomica. Per quanto riguarda la funzione di perdita sociale, è possibile ottenerla da una espansione del secondo ordine della funzione di utilità dei consumatori. La curva di Phillips (o curva AS) è derivabile, come abbiamo visto, all’interno di un modello DSGE microfondato, partendo dalla massimizzazione dei pro…tti dell’impresa. Tuttavia, la (10) può anche essere derivata in maniera più semplice e stilizzata, che aiuta ancor più la compresione del modello Barro-Gordon. Trovate la derivazione, e i passaggi necessari, nella sezione 3.2.1. (pag.107-111) del capitolo 3 del libro "Economia Monetaria" di Bagliano e Marotta. Il problema di ottimizzazione della banca centrale è quindi il seguente: 1h yt 2 min yt y s:t: 1 = ( k e t) t y OB 2 + 2 t i (11) (12) Nel caso volessimo considerare (come fa il libro) la presenza di shock stocastici alla curva di o¤erta (5) - e cioè possibilità che l’in‡azione aumenti per cause diverse dall’aumento della domanda aggregata, come ad esempio un aumento del prezzo del petrolio - allora devo fare due cambiamenti minimi a (11) e (12): - inserire lo shock stocastico " (come al solito a media zero e varianza costante) nella curva di Phillips, e quindi nella (12) - inserire il valore atteso (simbolo Et ) prima della parentesi quadra nella (11): ora infatti la banca centrale a¤ronta un vincolo in cui ci può essere un disturbo stocastico all’in‡azione realizzata. L’inserimento del suppli-side-shock è utile per le estensioni del modello di Barro-Gordon, che noi accenneremo solo in classe. Ai più attenti non sarà sfuggita la discrepanza tra y (il potenziale di crescita dell’economia, date le caratteristiche strutturali della TFP) e y OB (l’obiettivo di produzione aggregata adottato della banca centrale). Anche dal punto di vista matematico, abbiamo bisogno di un legame tra queste due variabili per poter sostituire (12) in (11) e risolvere il problema. Qui sta il cuore del ragionamento. Assumeremo y OB > y ; cioè che l’obiettivo della banca centrale sia più alto del Pil potenziale. Se ci pensate - e se tornate alla …gura 3 - questo è esattamente il motivo che spinge la banca centrale a generare l’"in‡azione di sorpresa", cioè a muoversi lungo la curva di Phillips di breve periodo. Infatti essa considera desiderabile spingere la produzione al di sopra del potenziale (o, equivalentemente, la disoccupazione al di sotto del suo tasso naturale), e non si 15 accontenta di rimanere nel punto A, dove aveva annunciato (tramite l’annuncio di = 0) di voler rimanere. Questo è possibile solo in quanto la banca centrale mira ad un livello (o tasso di crescita) del Pil più alto del potenziale. Ma perchè questo accade? E, soprattutto, perchè è un’ipotesi ragionevole? Ricordate cos’è il Pil potenziale (o il tasso di crescita di esso; il ragionamento, ovviamente, non cambia).E’il livello della produzione "consentito" dalle caratteristiche strutturali dell’economia, rappresentate dalla TFP. Come abbiamo ricordato, questa variabile racchiude tutta una serie di fattori stutturali: progresso tecnologico, concorrenzialità dei mercati, qualità del capitale umano, capitale sociale, infrastrutture, beni pubblici, e¢ cienza della legislazione e della pubblica amministrazione, stabilità politica, tutela dei diritti di proprietà. Tutto quanto permette ai fattori produttivi (capitale e lavoro) di operare al meglio delle loro potenzialità. E’ molto comune che tutti i fattori sopra menzionati non siano perfetti; o meglio, che non siano tali da consentire un livello di y pari a quello Pareto-e¢ ciente (e cioè risultato di un equilibrio generale walrasiano). Senza bisogno di addentrarci in considerazioni di¢ cili - quali quelle relative a sindacare i livelli di tecnologia o di e¢ cienza della pubblica amministrazione - so¤ermiamoci sul grado di concorrenzialità dei mercati. La presenza di mercati non competitivi (oligopoli, monopoli o anche la concorrenza monopolistica esposta nella lezione precedente) è un fattore di distorsione rilevantissima; come noto, il livello della produzione in questi casi è inferiore a quello ottimale (Paretoottimale), generato da una condizione di concorrenza perfetta walrasiana. Lo abbiamo accennato anche algebricamente, sul …nire della dispensa precedente: il mark-up (l’eccesso del prezzo sul costo marginale) - che indica il grado di non-concorrenzialità dei mercati - è un fattore che abbassa il Pil potenziale y : Quindi, il Pil potenziale - a causa delle distorsioni e delle deviazioni dall’equilibrio walrasiano - è spesso troppo basso; o perlomeno, è riconosciuto essere come tale dalle autorità di politica monetaria, che non a caso sono sempre foriere di raccomandazioni ai governi per implementare le cosiddette "riforme strutturali" in grado di aumentare il potenziale di crescita. Quindi, esse si pongono come obiettivo - a volte anche senza saperlo, data la di¢ coltà a riconoscere e stimare in tempo reale il potenziale di crescita - una crescita del Pil superiore. In formule, tutta questa discussione si traduce in: y OB = y + 12 con (> 0) ad indicare centrale dal potenziale. (13) appunto la deviazione dell’obiettivo della banca Ora abbiamo davvero tutto quello che ci serve per risolvere il problema di ottimizzazione della banca centrale. In coerenza con quanto esposto nelle sezioni precedenti, esponiamo quindi due casi: a) Politica monetaria discrezionale 1 2 Il libro lo de…nisce k, ma noi abbiamo già utilizzato questa lettera per de…nire la - microfondata - inclinazione della curva di Phillips. 16 b) Politica monetaria con "commitment" (secondo un impegno preso, secondo regole) Nel caso a), la politica monetaria ottimizza (risolvendo il problema (11)-(12)(13)) ogni periodo, sentendosi quindi libera di fare quello che ritiene meglio man mano che le cose succedono, senza bisogno di rispettare impegni presi precedentemente. Gra…camente, quindi, è libera di spostarsi dal punto A al punto B visto che questo è (come vedremo tra un attimo) il risultato del problema di ottimizzazione. Nel caso b), la politica monetaria annuncia un obiettivo di in‡azione e si impegna a rispettarlo in ogni caso. I due casi sono anche contraddistinti dalla seguente (decisiva) di¤erenza. In a), la banca centrale sceglie l’in‡azione dopo che le aspettative di in‡azione sono state et formate (sulla base dell’annuncio della banca centrale stessa); questo vuol dire -algebricamente - che nel problema di ottimizzazione la banca centrale può considerare et come dato, cioè come non più modi…cabile. Questo è esattamente (tornate con la mente alla sezione "l’intuizione") il fattore che permette alla banca centrale di deviare dall’annuncio dato: visto che il settore privato si è già formato le sue aspettative - contratti di lavoro e prezzi vischiosi sono già stati …ssati - allora vale la pena creare "in‡azione di sorpresa" per poter spingere la produzione sopra al valore potenziale, visto che questo è il mio obiettivo. In b), invece, la banca centrale sceglie il suo livello di in‡azione sulla base dell’annuncio fatto (prima che le aspettative si formino, dunque), e si impegna a rispettarlo. Vediamo entrambi i casi, algebricamente. 2.3.1 L’equilibrio con politica monetaria discrezionale Risolviamo il problema (11)-(12)-(13)) nel seguente semplice modo: - sostituiamo i vincoli (12)-(13) nella funzione-obiettivo (11) e ottimizziamo ponendo la derivata prima rispetto alla variabile di scelta ( t ) uguale a zero - ricordiamoci che le aspettative sono razionali; quindi una volta trovata la condizione del primo ordine (che contiene et , che come abbiamo detto è una variabile esogena al momento dell’ottimizzazione perchè le aspettative sono già state formate), devo sostituire a et il valore di risultante dall’ottimizzazione. Il settore privato, infatti, (ed è questa l’essenza delle aspettative razionali) - poichè conosce il modello di funzionamento dell’economia - si aspetta esattamente il livello di in‡azione che sa veri…carsi, a causa dell’incentivo della banca centrale a deviare dall’annuncio. Alla …ne, il livello di in‡azione presente nell’economia sarà13 : 1 3 Se studiate sul capitolo 3 consigliato, tenete presente questo "schemino di conversione" (dove a sinistra abbiamo le variabili nel libro, e a destra quelle in questa dispensa): = k1 , k = e ha lo stesso signi…cato in entrambe. 17 D = (14) k Il livello di in‡azione presente nell’equilibrio con politica monetaria discrezionale D sarà più alto: a) quanto maggiore : Cioè, ricordando la (13), quanto maggiore sarà l’ambizione della banca centrale di spingere la produzione al di sopra del potenziale (=la disoccupazione al di sotto del tasso naturale) b) quanto minore k: Cioè, ricordando la (5), quanto meno sensibile sarà l’in‡azione a movimenti della produzione aggregata al di sopra del potenziale. c) quanto minore : Cioè, ricordando la (11), quanto meno la banca centrale è preoccupata dell’in‡azione (e cioè, quanto più a cuore la massimizzazione dell’occupazione nel breve periodo). D è detta in‡ation bias, e rappresenta il punto C nella …gura 4. Coerentemente con l’analisi gra…ca, esso dipende dalle preferenze della banca centrale ( ), dall’inclinazione del vincolo di bilancio (k) e dalla posizione del potenziale (espresso in qualche modo dal parametro ). 2.3.2 L’equilibrio con commitment In questo caso, la banca centrale si "lega le mani", cioè si vincola a rispettare l’annuncio di in‡azione zero ( = 0) che aveva fatto. Quindi, indirettamente, la banca centrale sceglie l’in‡azione prima che le aspettative si formino e si vincola a rispettare tale impegno. Il problema è quindi: min yt y y OB e t s:t: 1 = ( t k = y + = t = 1h yt 2 e t) R t y OB 2 + 2 t i (15) (16) (17) (18) (19) Rispetto al problema precedente, abbiamo semplicemente aggiunto il vincolo (19), che formalizza quanto appena detto: la banca centrale si impegna a scegliere un tasso di in‡azione t = R t (dove R sta per "regole", o commitment) e che viene creduto dal settore privato ( t = R t = t ). Quindi, matematicamente, sono legittimato ad inserire anche (19) - assieme agli altri vincoli - nella funzione-obiettivo (15) PRIMA della massimizzazione, in quanto la banca centrale si impegna a considerare (19) come un vincolo vero e proprio. 18 Sostituendo tutti i vincoli nella funzione-obiettivo trovo: 1 2 min 2 + 1 2 2 t (20) la cui condizione del primo ordine è: t essendo 0 < < 1 (e quindi =0 (21) 6= 0), l’unica soluzione è: t = e t = R =0 (22) In questo caso quindi l’economia non ha in‡ation bias, perchè il livello annunciato dalla banca centrale (in questo caso, per semplicità, uguale a zero) è creduto dal settore privato (perchè la banca centrale è credibile nel suo annuncio), ed è quello che si realizza. In entrambi i casi, alla …ne y = y , quindi il confronto tra i due equilibri lo devo fare solo nei confronti dell’in‡azione. D R = = k 0 (23) (24) da cui deriva che D > R . La politica monetaria discrezionale comporta un livello di in‡azione sistematicamente più alto. I più attenti tra voi, confrontando (23) e (24) noteranno anche un’altra cosa: c’è un modo molto semplice di rendere D = R = 0, ed è quello di avere = 0. Questo può voler dire due cose: - semplicemente, la banca centrale rinuncia ad avere come obiettivo un livello (o tasso di crescita) del Pil maggiore di quello che l’economia può permettersi, date le sue caratteristiche strutturali - si cerca di annullare il gap tra Pil potenziale e Pil Pareto-ottimale, cercando di ridurre il più possibile le distorsioni della concorrenza e aumentare la TFP. Per poter raggiungere l’equilibrio di commitment occorre che la banca centrale sia credibile nel suo annuncio di politica monetaria: cioè che gli agenti lo credano, e che essa poi si impegni a rispettarlo. Per farlo, sono stati individuati due modalità utili e complementari: a) la banca centrale deve costruirsi una reputazione anti-in‡azionistica, per poter essere credibile quando annuncia un obiettivo di in‡azione b) la banca centrale deve essere il più possibile indipendente dal potere politico. Sia a) che b) spiegano quanto avvenuto negli ultimi 20 anni: la tendenza a creare/rendere indipendenti le banche centrali, e l’"ossessione" verso la costruzione 19 di una banca centrale particolarmente "dura" nei confronti dell’in‡azione. Questo, in particolare, fornisce anche una spiegazione alla decisione "dubbia" della BCE del 3 luglio 2008, con cui abbiamo aperto questa dispensa. Un fatto di policy-making complementare può essere osservato guardando l’espressione per l’in‡ation-bias: nominando un banchiere centrale più conservatore rispetto al resto della società (cioè caratterizzato da un più alto), si riesce a ridurre l’in‡ation-bias. Questo (evidenziato da Kenneth Rogo¤ nel 1985) spiega perchè, quando si deve nominare un governatore della banca centrale, si cerca sempre di scegliere la persona con una solida reputazione anti-in‡azionista, se necessario anche più anti-in‡azionistica rispetto al resto della società. E’uno dei casi - scegliete voi se pochi o tanti... - in cui la mancanza di rappresentatività e democrazia è un bene per la società. 20