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La crisi economica che stiamo vivendo ha comportato nella maggior

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La crisi economica che stiamo vivendo ha comportato nella maggior
La crisi economica che stiamo vivendo ha comportato nella maggior parte degli Stati europei un forte
aumento della disoccupazione unito ad una riduzione delle retribuzioni e seguito da tagli alla spesa
pubblica non risparmiando cultura, ricerca e istruzione. I giovani sono tra i più colpiti da questi effetti e la
nostra generazione si trova nella concreta prospettiva di vivere in condizioni economiche e sociali più dure
della precedente, di non trovare un lavoro e di non poter guardare con speranza al futuro.
Anche se la crisi ha avuto origine negli Stati Uniti, l’area colpita più duramente è quella dell’Euro, e la
sopravvivenza stessa della moneta unica è in pericolo; i mercati, gli operatori economici e gli stessi governi
delle potenze extraeuropee, giudicano l’Unione monetaria troppo fragile in assenza di un’unione fiscale,
economica e politica.
Noi siamo convinti che un eventuale crollo dell'Eurozona porterebbe con sé la fine del progetto di
unificazione politica degli europei, e segnerebbe l'impossibilità di garantire la stabilità nel continente e di
dare prospettive future ai giovani europei.
Se quindi, da un lato, constatiamo che gli Stati nazionali europei e l'attuale Unione europea non si sono
dimostrati in grado di promuovere lo sviluppo e la crescita necessari per la ripresa economica e per il
futuro dei giovani, ponendo in essere come unico e insufficiente intervento il rigore di bilancio, dall’altro
crediamo che solo più uniti di quanto non siano ora gli europei possano farcela, e che quindi la soluzione
debba essere più Europa.
Con il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'unione economica e monetaria,
noto come fiscal compact, e con quello che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, gli Stati hanno
dimostrato che è possibile percorrere una via alternativa al metodo comunitario rendendo realizzabile
un'integrazione più rapida tra quei paesi che la desiderano.
Al tempo stesso, è evidente, come ricorda anche la Corte Costituzionale di Karlsruhe, che l’ulteriore
trasferimento di competenze e di poteri di controllo in tema di bilancio dagli Stati alle istituzioni
dell’Unione, in assenza di profonde riforme istituzionali del sistema europeo, accresce in modo
insostenibile il deficit democratico e non permette ancora l’avvio di una vera, e indispensabile, politica
economica europea.
Per questo, come ormai sostengono molti esponenti di spicco delle istituzioni (basti ricordare il Presidente
Napolitano), molti rappresentanti delle forze politiche, molti esperti di economia, molti illustri uomini di
cultura, è venuto il momento di costruire gli Stati Uniti d’Europa. Come recita l’Appello che questa sera il
Consiglio provinciale e il Consiglio comunale di Pavia si accingono ad approvare: “E’ urgente una nuova
iniziativa politica dei paesi dell’eurogruppo per porre le basi per la realizzazione di una Federazione
europea attraverso un metodo democratico costituente: occorre mostrare agli europei e al resto del mondo
che il rilancio del progetto politico europeo è possibile e che esiste la volontà di governare
democraticamente e a livello sopranazionale l’uscita dalla crisi.”
Esprimiamo quindi, con questa dichiarazione congiunta dei diversi gruppi universitari organizzati presenti
in Università, il nostro sostegno all’Appello che vi accingete ad approvare e il nostro apprezzamento per il
valore politico di questa iniziativa. Dobbiamo impegnarci tutti per rendere possibile la nascita di un’Europa
democratica, unita, solidale, che dia nuovo slancio al nostro continente e speranza ai giovani. Di questo, in
primo luogo, deve farsi carico la politica, e siamo orgogliosi che ciò avvenga questa sera.
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