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Un pezzo di storia ticinese a Locarno
45 Il Fondo Gianini al Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI Un pezzo di storia ticinese a Locarno di Wolfgang Sahlfeld* e Ornella Monti** w L’Istituto ha spesso cambiato denominazione: Scuola Normale, Scuola Magistrale (così lo chiamano ancora molti locarnesi), Alta Scuola Pedagogica, Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI). Molti pezzi della sua ricca storia si sono persi: c’era la Mostra didattica, smantellata a quanto pare alla fine degli anni ’60, c’erano i fondi storici della Magistrale, c’era insomma una storia. Ma qualcosa si è incrinato nel rapporto dell’Istituto con la sua storia. Molta, troppa memoria è stata frettolosamente rimossa, purtroppo in senso non solo metaforico: ad esempio lo studio degli ex libris ci dice che dei circa 160 manuali, quaderni di scuole e allievi e altri materiali che il Canton Ticino mandò nel 1883 all’Esposizione nazionale di Zurigo, solo una cinquantina sono stati conservati. Altro materiale fu accantonato in numerose scatole di banane sotto la palestra. Nel 2010 Elia Martini, bibliotecario al Centro di documentazione del DFA, le ha recuperate e, in collaborazione con i docenti DFA Wolfgang Sahlfeld e Marcel- lo Ostinelli, ha dato vita ad un progetto per studiare, catalogare e valorizzare quel materiale. In biblioteca erano rimaste poche cose, tra cui la biblioteca di Francesco Gianini, vicedirettore della Scuola Normale morto a soli 48 anni nel 1908, che la sua vedova aveva poi donato al diret- tore della Scuola Normale Mario Jäggli. Questo primo nucleo ha dato al Fondo il suo nome. Attualmente, dopo il grande recupero del 2010 e diverse acquisizioni, il Fondo Gianini contiene circa 2’400 documenti storici tra manuali scolastici, libri di pedagogia, quaderni di allievi, mano- scritti di personaggi della scuola ticinese, programmi, leggi e regolamenti scolastici, ecc. Il Centro di documentazione accetta volentieri altre donazioni. (Sul sito del DFA www.supsi.ch/dfa è pubblicato un elenco dei materiali particolarmente ricercati, ma chi abita nel Locarnese può anche venire direttamente in Piazza San Francesco. Che cosa viene fatto con questo materiale? È stato necessario fargli fare un grande balzo in avanti, dai polverosi libri e quaderni alle moderne tecnologie digitali. L’équipe del Centro scuola e società del DFA – che si occupa dell’esplorazione scientifica del fondo e di ricerca storico-educativa – ha creato un sito web che permette la consultazione di praticamente tutti i programmi scolastici ticinesi e anche di altre fonti. Tra queste, una chicca di particolare interesse per i locarnesi: la risoluzione con cui, nel lontano 1845, il Comune di Locarno istituisce il primo Asilo infantile. Val la pena citare alcue righe di questo documento: “Ma se tanta è l’utilità fisica, morale ed intellettuale dell’asilo infantile, perchè non participano di questo beneficio i figli del benestante e del ricco? Questo oggetto è stato argomento di una seria disamina, risultato della quale fu di ritenere in massima anche l’ammissione dei figli non poveri. Con ciò si otterrà un doppio vantaggio – di aprire un’altra fonte di sopperimento alle spese dell’asilo e di far scomparire quella barriera che separa il ricco dal povero; (…) La Municipalità e il Comitato provvisorio attivamente si occupano della sua organizzazione: ma l’impulso più operoso ed efficace dipende dalla cristiana generosità dei Cittadini. Locarno, Settembre 1845”. Così ragiona, nel lontano 1845, il vi- cesindaco Pietro Romerio, firmatario del documento la cui versione integrale è disponibile ora sul web (www.supsi.ch/go/ storiascuola). L’anno scorso è stata inoltre avviata una collaborazione con la prestigiosa piattaforma on-line www.e-rara.ch: per ora vi sono integralmente consultabili 18 documenti del Fondo Gianini e un centinaio verrà digitalizzato nel corso di quest’anno. Tutta questa attività di documentazione e catalogazione è il presupposto indispensabile per l’approfondimento del nostro sapere sulla storia della scuola ticinese, sapere prezioso in questi tempi di grandi cambiamenti. * docente presso il Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI ** responsabile del Centro di documentazione del Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI “L’eco delle voci”: un successo corale (rd) w Alla presenza di circa 200 persone, fra i quali il sindaco di Bellinzona Marco Bianda che ha portato il saluto della città, si svolta sabato 19 marzo la manifestazione canora “L’eco delle voci” voluta dalla FTSC in coordinazione con il Coro delle Rocce di “base” nel Locarnese. L’intento dell’evento era quello di coinvolgere e interessare il più possibile i cori affiliati alla Federazione Ticinese Società di Canto proponendo un ascolto unico nell’ambito del canto popolare d’autore. La scelta è caduta sul compositore udinese Marco Maiero del coro Vôs de mont, formazione maschile di ben 37 coristi. Un scelta non casuale ma già prevista dalla FTSC nell’ambito di un workshop canoro condotto proprio dal maestro su alcuni suoi canti. Momento di studio didattico e canoro svoltosi nella sala al Ciossetto di Sementina con la presenza di 32 canto- ri provenienti da diversi cori sia misti che maschili o femminili. Il concerto di gala, sabato in Collegiata a Bellinzona, ha permesso di ascoltare i canti del maestro Marco Maiero che ha deliziato il pubblico presente, maestri e cantori di cori e corali diverse, in un percorso canoro unico ed eseguito con estrema bravura dai suoi cantori. I brani proposti: Maggio, Fûc, Un,due,tre, sblifs, Kz , Carezze, Daûr San Pieri (Dietro San Pietro) solo per citarne alcuni rappresentano il percorso poetico e compositivo dell’autore. Momenti intensi e attimi di poesia di un repertorio ormai apprezzato e condiviso da moltissimi cori anche ticinesi. La domenica pomeriggio è poi stata caratterizzata dal concerto ad hoc delle coriste e coristi che, dopo lo studio si sono presentati al pubblico nella chiesa parrocchiale di Monte Carasso in un’unica nuova e coraggiosa formazione diretta dal- lo stesso Marco Maiero. Un momento non meno significativo, suggestivo oltre che emotivo che, con le parole del presidente della FTSC Flaminio Matasci, «… ha saputo concretizzare un sogno, quello di riuscire a unire voci e modi diversi di cantare in un momento assolutamente magico nel quale il maestro Marco Maiero ha saputo fondere l’animo e l’entusiasmo di ciascun cantore attraverso l’apprendimento di ben cinque suoi canti in pochissime ore di studio. Workshop in cui Maiero ha comunicato e condiviso in un’unica simbiosi la tecnica espressiva al messaggio poetico di ciascun canto». Esperienza nuova “L’eco delle voci” che non è solo un titolo, ma la conferma di una realtà canora ben radicata nel tessuto culturale, forza viva e rappresentativa della vita sociale ticinese che la FTSC auspica di poter riproporre in altri ambiti del canto e della musica in generale. 47