L`Approfondimento_De Castro. L`Accordo di febbraio una
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L`Approfondimento_De Castro. L`Accordo di febbraio una
Dopo l'accordo sulle prospettive finanziarie dello scorso 8 febbraio chiusosi con 373 miliardi di euro da destinarsi all'agricoltura per i prossimi sette anni, il negoziato tra Parlamento e Consiglio entra nel vivo. Su cosa sta spingendo il Parlamento? DE CASTRO: L’ACCORDO DI FEBBRAIO, UNA DELLE PAGINE PIU’ BRUTTE DELL’UNIONE Su Nunzia De Girolamo, una persona competente, disponibile e pronta ad avviare un percorso di cooperazione per difendere le istanze della nostra agricoltura Professore ordinario di Economia Agraria e ex Ministro dell’Agricoltura del Governo Prodi, Paolo De Castro è l’attuale Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo. E’ considerato il “padre italiano” di Agenda 2000, la grande riforma comunitaria della politica agricola che ha dato forma all’intervento comunitario per lo sviluppo rurale, ed un forte difensore dell’agricoltura di qualità e di origine. Al Parlamento europeo, De Castro aderisce al gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici. L’accordo siglato lo scorso febbraio ha rappresentato una delle pagine più brutte dell’Unione, con una proposta di taglio significativa per il capitolo agricoltura - rispetto a quanto chiesto dal Parlamento e alla stessa proposta del 2011 dell’esecutivo UE - e, più in generale, con un bilancio per la prima volta in perdita. Seppur nella difficilissima congiuntura economica in cui ci troviamo, l’Europa ha bisogno di politiche che superino l’austerity e che investano nella crescita e nello sviluppo. Ed è lungo questo ragionamento che, sulla base di una risoluzione recentemente approvata dall’Aula di Strasburgo, il Parlamento ha chiesto ai capi di Stato e di governo di lavorare affinché vengano introdotti dei margini di flessibilità tra i diversi capitoli del bilancio pluriannuale dell’Unione e che si preveda una revisione dello stesso bilancio dopo due anni. Come si puo' conciliare la tutela dell'ambiente con il bisogno impellente di crescita? La “componente ambientale” è imprescindibile nella definizione della politica agricola europea dei prossimi anni. Una condizione che abbiamo ribadito con forza all’interno delle relazioni sulla Pac 2020 approvate prima in commissione e successivamente fatte proprie dall’Aula lo scorso marzo. Certamente, accanto a ciò, dobbiamo tutti essere consapevoli che questa dimensione deve lavorare in sinergia con la dimensione economica e sociale dell’agricoltura Rispetto alla proposta del Commissario Ciolos, poco incentrata sul sostegno al lavoro e all’impresa, con il lavoro portato avanti in Parlamento siamo intervenuti proprio per riequilibrare questi aspetti. La nostra proposta, definisce infatti una politica agricola realmente rispondente alle esigenze degli agricoltori europei, che semplifica e rende maggiormente flessibili le misure previste. Il tutto, in un’ottica di crescita concreta per il settore e di tutela e sostenibilità ambientale. Per l'Italia è molto importante che gli aiuti agricoli siano legati alla produzione e non alla superficie coltivata. Il Parlamento europeo sostiene questa posizione? La proposta del Parlamento sul dossier dei nuovi pagamenti diretti introduce, tra le tante modifiche, anche un nuovo criterio per la ripartizione delle prossime risorse finanziarie ai vari Stati dell’Unione, la così detta “convergenza esterna”. Ciò si tradurrebbe per il nostro Paese in un aumento, rispetto alla proposta della Commissione, di circa di circa 44 milioni di euro annui a regime. Ma al di là delle risorse complessive che comunque resteranno consistenti, soprattutto in una fase di crisi economica come quella che l’Europa sta attraversando, credo che le tante modifiche del Parlamento riportino l’agricoltura italiana ma, più in generale, quella mediterranea al centro della riforma. Mi riferisco ad esempio a tutti quegli interventi di flessibilità indispensabili per i Paesi come il nostro che ancora non hanno regionalizzato il sistema d’incentivi, così come alla semplificazione e alla riduzione del carico burocratico nella componente ambientale con l’esclusione delle colture mediterrane - come l’olivo, gli agrumi, la frutta, e la vite - oppure all’inclusione del tabacco tra le produzioni beneficiare del sostegno accoppiato. Quali sono i tempi della riforma? Si può ancora arrivare ad un accordo sotto presidenza irlandese quindi entro fine giugno? Siamo arrivati alla fase decisiva del negoziato. Dopo il via libera ai testi legislativi del Parlamento e del Consiglio, si è aperta lo scorso 11 aprile la fase dei triloghi con il confronto interistituzionale. Il lavoro compiuto nell’ultimo anno dalla Commissione Agricoltura del PE ha sostanzialmente modificato la proposta dell’esecutivo, semplificandola, rimettendo al centro il lavoro e l’impresa e coniugando in maniera efficace sostenibilità economico-sociale e ambiente. La proposta del Consiglio agricoltura UE in parte riprende questa impostazione, ma su alcuni capitoli importanti, con particolare riferimento al dossier sull’Ocm unica e all’allineamento delle regole al Trattato di Lisbona, le posizioni delle due istituzioni sono ancora distanti tra loro. Certamente, il lavoro straordinario fatto nelle ultime settimane, lascia aperta ogni possibilità di raggiungere un’intesa politica entro la fine della Presidenza di turno irlandese. La settimana scorsa il neo Ministro alle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, ha incontrato i membri italiani della Commissione Agricoltura. Di cosa avete discusso? E’ stato un incontro molto costruttivo. Al neo Ministro, dopo avergli rivolto i migliori auguri per la nomina e per il lavoro che lo attende nei prossimi mesi, abbiamo illustrato lo stato dell’arte della riforma. È stata un’occasione importante nella quale abbiamo riscontrato una grande volontà da parte del Ministro. Ci siamo trovati di fronte una persona competente, disponibile e pronta ad avviare un percorso di cooperazione con il Parlamento Europeo per difendere le istanze della nostra agricoltura. Un approccio che potrà rappresentare un elemento di forza nelle prossime tappe decisive del negoziato, a partire dal Consiglio informale dei Ministri UE dell’agricoltura che si terrà a Dublino la prossima settimana.