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Un Giorno l`Amore disse all`Amicizia: «Perché esisti tu se ci sono già

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Un Giorno l`Amore disse all`Amicizia: «Perché esisti tu se ci sono già
Notiziario degli ex aspiranti - Marzo 2012
Un Giorno l’Amore disse
all’Amicizia:
«Perché esisti tu se ci
sono già io?»
L’Amicizia rispose:
«Per portare un sorriso
dove tu hai lasciato una
lacrima».
Essere Fratelli. Scambiare il Pane
Don Enrico Peretti
Quando arrivava la Quaresima
era tutto un fervore di iniziative!
C’era si l’obiettivo di raccogliere
offerte per i missionari e i poveri
in genere (non mancavano neppure accanto a noi!). Ma ciò che davvero colpiva
era l’invito ad essere attenti gli uni agli altri, per
soccorrere nelle difficoltà, accompagnare nelle
fragilità.
Quanta gioia mi dava questa continua emulazione! Era una gara serena e mai esibita di farci
del bene l’un l’altro.
Ricordo che in quinta ginnasio rinunciai al panino con l’uvetta, la merenda del pomeriggio, per
darlo ad un compagno che mi pareva ne avesse
più bisogno di me. Non era un grande sacrificio,
ma mi faceva sentire attento e fratello, capace
come Gesù di portare felicità dove ce n’era bisogno.
Anche nel fare i compiti gli insegnanti ci affidavano l’un l’altro per accompagnarci. Riuscendo abbastanza bene in latino mi fu indicato
di fare i compiti insieme ad un compagno che
riuscì in quel periodo a fare meglio. Era già un
divertimento studiare insieme, ma la gioia di vedere gli amici soddisfatti dei risultati raggiunti
era una ricompensa che avrebbe moltiplicato il
valore di ogni sacrificio! Ci volevamo bene, eravamo come fratelli insieme anche se venivamo
da paesi diversi.
2
Il tempo era scandito dalla gioia della fraternità ed ognuno mirava a costruire quell’ambiente
così ricco che sentiva come la propria famiglia.
I nostri educatori ci spingevano fiduciosi a crescere nella generosità, ed erano felici dei nostri
piccoli sacrifici fatti per amore degli amici.
Erano anche i tempi della generosità verso i poveri. Come il vecchio Vittorio, e suo fratello che
non parlava e non sapeva gestirsi da solo. Era
una gioia andare da lui ogni giovedì per pulirgli
la casa con i pavimenti in terra battuta, spaccare
la legna, ridere e ascoltare le sue storie strampalate (lo chiamavano “El vecio dei prai”, il vecchio dei prati perché distante dal paese, solo con
suo fratello viveva del poco frutto dei suoi campi e della carità dei vicini. Eravamo contenti, ci
sembrava di costruire il mondo. E il nostro stare
insieme era la fraternità che avevamo sempre desiderato.
E quando questa generosità ci era richiesta per
preparare i giochi dei ragazzi più piccoli era la
gioia più grande: non c’erano orari la sera per le
cacce al tesoro da preparare, per le gimkane, le
accademie o le serate di divertimento dal Giro
dell’oca al rischiatutto! Ci piaceva questo metterci a servizio sapendo che questo ci faceva più
grandi, quasi responsabili della comunità che ci
era data!
L’avevamo imparato da don Bosco, dalla lettura delle Memorie dell’oratorio che ci veniva proposta come pensiero di buonanotte. Ne riporto
un brano che mi aveva commosso e motivato.
La carità “creativa”: lo scambio del pane
“Giovannino lavora: ogni giorno conduce al
pascolo la mucca della stalla. Suo compagno è
un ragazzino svelto e vivace come lui, un certo Secondo Matta che, scalcagnato e povero, ha
per colazione solo un tozzo di pane nero. Giovannino invece ha sempre pane bianco, cotto al
forno da mamma Margherita. La differenza salta
subito agli occhi. E una mattina Giovanni dice
all'amico:
Vuoi che cambiamo il pane?
Perché?
Perché il tuo mi piace di più.
D’accordo
Da quel giorno il più povero dei due affonda i
denti nel pane bianco di Giovannino. Ecco come
il ragazzo dei Becchi risolve, per parte sua, la
questione sociale: senza nemmeno pensarci, alla
scuola della bontà.”
A questa scuola siamo cresciuti e vogliamo ancora rimanere.
In questo inizio di Quaresima vi lascio alcuni
spunti di riflessione per rivivere perché la memoria della nostra bella fanciullezza trovi modo di
esprimersi anche oggi
Nella lettera per la Quaresima 2012 papa Benedetto ci lascia tre messaggi
 Diventare responsabili verso i fratelli
Ci ricorda l’importanza della responsabilità
verso gli altri, della reciprocità e del dono di sé
perché la fede e la carità sono inseparabili, da
sole non sono vere. L’attenzione verso i fratelli
è l’espressione della vita cristiana, dell’uomo di
fede, che si impegna per gli altri e si fa carico di
ogni altro.
Questo ci chiede di non lasciarci andare al
quieto vivere, al disinteresse, all’allontanamento
dall’ammonire, dal richiamare, dall’essere vigilanti, dal “fare la carità” in tutte le sue dimensioni.
“Gli uni agli altri”: il dono della reciprocità.
Una società come la nostra può diventare sorda
sia alle sofferenze fisiche, sia alle esigenze spirituali e morali della vita. Non così deve essere tra
noi che siamo stati educati nella vita cristiana ed
abbiamo fatto l’esperienza di vivere da fratelli!
La nostra esistenza è legata con quella degli
altri, sia nel bene che nel male; sia nel peccato
di cui portiamo le conseguenze, sia nelle opere
di amore che fanno crescere la gioia di molti ed
hanno anche una dimensione sociale.
Dobbiamo chiederci se siamo sordi alle sofferenze fisiche, alle esigenze spirituali e morali del
nostro mondo… Se siamo attenti alle difficoltà in
particolare dei giovani, spesso arroganti e presuntuosi, ma fragili e deboli, in attesa di una parola buona o di un gesto di attenzione e di affet-
to. Da quanto non troviamo il tempo di stare e di
parlare con i nostri figli? Da quanto non diciamo
ai nostri familiari che vogliamo loro bene?
“Per stimolarci a vicenda nella carità e
nelle opere buone”: camminare insieme nella
santità
Pensare che tutti siamo chiamati a volere bene
senza misura e che questa è la gioia di chi davvero è adulto, è uomo di fede. È leale con i valori
ce lo hanno costruito. Questo vuol dire che tutti
siamo chiamati alla santità, camminando nello
Spirito ascoltando Lo nella nostra coscienza.
Purtroppo è sempre presente la tentazione di
accontentarci, di dire “abbiamo già dato” non
ascoltando l’invito a metterci ancora in gioco,
rifiutando di «trafficare i talenti» che ci sono donati per il bene nostro e altrui.
Dobbiamo comprendere che l’aspirazione al
benessere o alla stabilità non impedisce di volere bene concretamente, facendo ancora e sempre
al nostra parte?
Continuare ad essere fratelli, certo in una famiglia più grande, è l’unica felicità. Prendersi
cura, rinunciare a qualcosa per condividere per
costruire un pezzo di Paradiso, diventare cittadini del Regno di Dio. E non c’è neanche bisogno
del permesso di soggiorno: siamo tutti figli. E
fratelli.
La Pasqua ci trovi sempre più amici.
Condividiamo nella rivista le nostre riflessioni.
3
Grazie papà
A marzo si festeggia il papà, qui vogliamo ringraziare il nostro padre spirituale: don Bosco
C'è una persona a cui vorrei dire grazie:
 che mi ha insegnato a vivere lealmente,
 che mi ha insegnato ad amare e non ad odiare
 che c’è sempre nei momenti più tristi ma anche nei più belli
 che mi sa consolare quando piango
 che sa ridere con me delle cose semplici
 che crea la mia sicurezza
 che mi ama incondizionatamente così, semplicemente essendo
te stesso, mi hai mostrato il modo migliore di essere.
Credendo nei miei sogni mi hai reso una persona orgogliosa di se stessa.
Grazie papà.
Fraternità San Giovanni Bosco
Padre Gerardo
4
Padre Gerardo è stato la guida spirituale del nostro amico Michele Garramone, lo ha aiutato a
superare i momenti difficili. Riportiamo un brano tratto dal suo blogg.
Il Signore faccia sorgere una ragazzini verrebbero salvati dal materialismo e
“Fraternità San Giovanni Bosco” dall'ateismo pratico! C'è da sperare che il Signore
che coniughi la spiritualità salesiana faccia sorgere una “Fraternità San Giovanni
Bosco” che coniughi la spiritualità salesiana con la
con la liturgia tradizionale.
Ci sono vari ordini religiosi legati liturgia tradizionale. Per portare i giovani a Cristo
alla “Messa in latino”, appartenenti servono lezioni di Catechismo fatte seriamente,
a varie spiritualità: benedettina, francescana, una liturgia celebrata decorosamente, uno stile
carmelitana, domenicana, ecc. Si sente molto di vita coerente ed edificante, la preghiera e lo
la mancanza di un ordine religioso tradizionale spirito di sacrificio e di penitenza, ed anche un
sia pur piccolo locale per “oratorio”. Altro che la
legato al carisma di Don Bosco.
Molti ragazzini mi fanno tanta pena, poiché non Messa col prete mascherato da clown!
Ma noi poveri fedeli laici, che altro possiamo
conoscono quasi nulla della Religione Cattolica,
non sanno nemmeno recitare le principali fare se non pregare il Padrone della messe
preghiere. La colpa non è tanto loro, ma piuttosto affinché susciti qualcuno che costituisca questa
di coloro che hanno la responsabilità della loro nuova milizia?
educazione. Poverini, mi sembrano abbandonati a
Chissà se prima di morire avremo la gioia di
se stessi e ai vizi. Se un essere umano si allontana veder nascere un nuovo ordine religioso di questo
da Dio, incomincia a vivere come una bestia, stampo. Chiediamolo alla Santissima Vergine
ossia solo per mangiare, dormire e soddisfare i Ausiliatrice con molti Rosari e tanta fiducia e
piaceri della carne.
vedremo le meraviglie della Grazia, da militanti
Per evangelizzare la gioventù ci sarebbe bisogno o almeno da trionfanti lassù in Cielo.
di una legione di preti come Don Bosco. Quanti
Non si sa quali risultati verranno dalla tua azione. Ma se non fai nulla, non ci sarà mai alcun
risultato. Diffondi questa idea. Trasforma il mondo, a cominciare da te. Sii il cambiamento che
vuoi per il mondo. (Mahatma Gandhi)
Fraternità, dono e promessa
Dino Spadavechia
Fraternità o fraterna amicizia o
fratellanza è l'espressione del legame morale che unisce i fratelli. Etimologicamente, il significato originale della parola deriva dal latino
fraternitas che si riferisce al rapporto tra fratelli
o tra popoli amici.
La fraternità designa perciò un sentimento profondo all'interno di un rapporto ed ha una particolare tensione emotiva. La parola fraternità
è stata una delle tre parole che apparivano nella
bandiera della Rivoluzione Francese: legalité, liberté, fraternité.
Quindi la Rivoluzione Francese del 1789 è stata compiuta anche in nome della fraternità, oltre che della libertà e dell’uguaglianza. Ma poi,
dopo la Rivoluzione Francese, Saint Just, diventato ministro degli interni, emanò un provvedimento col quale la parola fraternità venne messa
al bando. Ma perché? Perché la parola fraternità
dà fastidio agli uni e agli altri.
Molti confondono la fraternità con la solidarietà. È un errore tragico perché la fraternità
comprende la solidarietà, ma non è vero il contrario. Siamo talmente diseducati alla fraternità
che pensiamo sempre che se uno è nel bisogno
per aiutarlo ci vogliono più soldi, dimenticando
che il portatore di bisogni è anche portatore di
risorse.
Il vero bene è aiutare le persone a dare. Molti
problemi della società di oggi non si risolvono
non per mancanza di soldi, ma per mancanza di
fraternità.
La fraternità genera la reciprocità, tende
ad unire. Liberamente vengo a te affinché anche
tu sia messo nelle condizioni di reciprocare. Nel
Vangelo c’è scritto che c’è più gioia nel dare che
nel ricevere. Il poeta latino Seneca, già 2000 anni
fa, diceva: “Non c’è odio più funesto di chi non
è in grado di reciprocare. Per noi il principio
di fraternità, che vuol dire che io ti do affinché
anche tu possa dare” è stato ed è ancora oggi un
valore o meglio un tesoro che ci ha formato, plasmato e fortificato. È così insita in noi la fraternità, che neanche il tempo è riuscito a scalfirla.
Il nostro grande sogno, è che l’umanità viva in
fraternità.
Che gli esseri umani si incontrino, siano di popoli, di religioni, di classi differenti…
Che possano sempre abbracciarsi e volersi bene
come fratelli e sorelle.
Se le nostre mani e i nostri cuori si incontreranno,
con l’aiuto di Dio, potremo trasformare il mondo.
Se ci faremo “piccoli”.
Se avremo un cuore umile, diventeremo amici dei
poveri, e la nostra vita avrà quella gioia che da sempre cerchiamo: la gioia di donare noi stessi.
La fratellanza è nello stesso tempo un dono di
Cristo ed una promessa.
Non mi manca quello che tu eri,
mi manca quello che eravamo noi. (Alda Merini)
5
Quaresima, tempo di…
Giuseppe Di Gioia
Quaresima: tempo privilegiato, tempo forte…
Quaranta giorni a Pasqua.
Quaranta: un numero… magico nella Bibbia.
Quaranta: periodo più o meno lungo in cui Yahweh prova la fedeltà del suo popolo.
Quaranta giorni e quaranta notti dura il diluvio universale per purificare il mondo dalle
colpe commesse dagli uomini.
Quaranta giorni aspetta Noè prima di scendere sulla terra asciutta ed instaurare una nuova alleanza
(arcobaleno) tra Dio e gli uomini.
Quaranta anni il popolo ebraico vaga nel deserto tra prove, tradimenti, pentimenti e attestazioni di
fedeltà al suo Dio, prima di raggiungere la Terra Promessa.
Quaranta giorni Cristo rimane nel deserto, sottoposto a dure prove (le tentazioni) brillantemente
superate, prima di iniziare ufficialmente la missione pubblica.
Quaranta giorni (quaresima) ci vengono dati per dimostrare a Dio, al prossimo, a noi stessi se
siamo cristiani autentici o all’acqua di rosa.
La Quaresima inizia col racconto di Gesù nel deserto: la strada è tracciata.
Fraternità
Gian Contardo Colombari
Gian Contardo è venuto a conoscenza del nostro gruppo grazie
a Luigi Leone e desidera far parte della nostra famiglia, ecco il suo pensiero
6
Vincolo spontaneo che trascende i legami di sangue e che va oltre il tempo e lo
spazio.
Barche che scorrono nel letto di un solo fiume e non in canali forse paralleli ma
comunque separati.
Convitto di affetto in cui chi rallenta o cade o è oppresso da un peso non ha bisogno di
chiedere sostegno, perché un attimo dopo il manifestarsi della difficoltà e del bisogno
ha già mille braccia pronte a sorreggerlo.
Compagnia di anime che, nel loro cammino terreno, vivono la gioia di amare gli altri, coltivando il
reciproco amore come una pianta che cresce solo se viene innaffiata da tutti.
Costruire la casa della famiglia dell’Umanità prendendo come esempio la Casa del Padre, lavorando
per l’unione armoniosa, mettendo insieme le persone con spirito di unione ed eliminando le divisioni,
le crepe nei suoi muri.
Sentirsi tutti fratelli in Cristo e figli di Dio.
Gian Contardo.
“O Signore, accresci in noi il senso della fraternità con tutti gli esseri viventi, con i nostri piccoli
fratelli a cui Tu hai concesso di soggiornare con noi su questa terra.
Facci comprendere che essi non vivono soltanto per noi, ma anche per se stessi e per Te; facci
capire che essi amano al pari nostro, la dolcezza della vita e si sentono meglio al loro posto, di
quanto noi ci sentiamo al nostro”: (San Basilio di Cesarea)
Il vecchio e il cane
Ecco una simpatica storiella proposta da Luigi Leone
Un vecchio camminava per una strada con il
Il viaggiatore riempì la ciotola e diede una lunsuo cane. Si godeva il paesaggio, quando ad un ga sorsata, poi la offrì al cane.
tratto si rese conto di essere morto. Si ricordò
Continuarono così finché non furono sazi, poi
quando stava morendo e che il cane che gli camtornarono dall’uomo seduto all’albero.
minava al fianco era morto da anni.
- Come si chiama questo posto? - chiese il viagSi chiese dove li portava quella strada. Dopo
giatore.
un poco giunsero a un alto muro bianco che co- Questo è il Paradiso.
steggiava la strada e che sembrava di marmo.
- Beh, non è chiaro. Laggiù in fondo alla strada
In cima a una collina s’interrompeva in un alto
uno mi ha detto che era quello, il Paradiso.
arco che brillava alla luce del sole.
- Ah, vuol dire quel posto con la strada d’oro e la
Quando vi fu davanti, vide che l’arco era chiucancellata di madreperla?
so da un cancello che sembrava di madreperla e
che la strada che portava al cancello sembrava di - No, quello è l’Inferno.
- E non vi secca che usino il vostro nome?
oro puro.
Con il cane s’incammino verso il cancello, - No, ci fa comodo che selezionino quelli che
dove a un lato c’era un uomo seduto a una scri- per convenienza lasciano perdere i loro migliori
amici.
vania. Arrivato davanti a lui, gli chiese:
- Scusi, dove siamo?
Così quando a volte ci chiediamo perché gli
- Questo è Il Paradiso, signore, – rispose l’uo- amici continuino a mandarci barzellette senza
mo.
aggiungere una parola.
- Uaho! E non si potrebbe avere un po’ d’acqua?
Forse questo può spiegarlo.
- Certo, signore. Entri pure, dentro ho dell’acqua
Quando si ha molto da fare, ma si vuole restare
ghiacciata.
lo stesso in contatto, che cosa si fa? Si mandano
- L’uomo fece un gesto e il cancello si aprì.
barzellette.
- Non può entrare anche il mio amico? - disse il
Anche per far sapere a qualcuno che ci si riviaggiatore indicando il suo cane.
corda ancora di lui, che lui è ancora importante,
- Mi spiace, signore, ma gli animali non li accet- che lui è ancora amato, che cosa si fa?
tiamo.
Si manda una barzelletta.
- L’uomo pensò un istante, poi fece dietro front e
Così la prossima volta che ricevete una barzeltornò in strada con il suo cane.
letta, non pensate che vi hanno mandato soltanto
Dopo un’altra lunga camminata, giunse in cima
un’altra barzelletta, ma che oggi il vostro amico
a un’altra collina in una strada sporca che portadall’altra parte del computer ha pensato a voi e
va all’ingresso di una fattoria, un cancello che
vi ha mandato un sorriso…
sembrava non essere mai stato chiuso.
Non c’erano recinzioni di sorta.
Ci sono cose che le
parole non riescono
Avvicinandosi all’ingresso, vide un uomo che
ad esprimere, solo lo
leggeva un libro seduto contro un albero.
sguardo può vederle,
- Mi scusi, chiese, non avrebbe un po’ d’acqua?
e l’amore confermare.
(Agostino Degas)
- Sì certo. Laggiù c’è una pompa, entri pure.
- E il mio amico qui? – disse lui indicando il
cane. – Vicino alla pompa dovrebbe esserci una
ciotola.
Attraversarono l’ingresso ed effettivamente
poco più in là c’era un’antiquata pompa a mano,
con a fianco una ciotola.
7
Prestiamo attenzione gli uni agli altri
a cura di Mario Tricarico
«Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda
nella carità e nelle opere buone» (Eb10,24)
Di fronte a un tema così affascinante, che si colloca per di più proprio all’inizio della
Quaresima, mi sento ancora una volta spiazzato dalla parola del Santo Padre. Anche questa volta ho mandato a quel paese i miei pensieri e invito tutti, oltre al primo punto che
riporto, di leggerlo nella sua integralità. Tanti certo l’avranno già fatto. Questo ci aiuterà
meglio a capire i nostri rapporti e ad aiutarci in essi nella fraterna carità.
“Ubi caritas et amor, Deus ibi est”. La fraternità è una manifestazione della Carità; quell’atteggiamento amorevole che per primo il Creatore ha avuto verso la sua creatura.
C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e
perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi.
Grazie sempre a tutti. Un grazie davvero fraterno e particolare a quelli con cui ho modo di dialogare
e confrontarmi anche telefonicamente.
Auguri di una proficua e Santa Quaresima.
Mario ci ha inviato anche il messaggio del Santo Padre
Benedetto XVI
per la Quaresima 2012,
cliccate il link qui sotto per andare sul sito dove c’è l’intero messaggio:
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/lent/documents/hf_ben-xvi_
mes_20111103_lent-2012_it.html
Michele Garramone ci ha consigliato un link dove è possibile vedere dei filmati di Chiara Luce
Badano (proclamata Beato nei giorni in cui c’era il nostro raduno a Torino). Chiara faceva parte del
“Movimento dei Focolarini”, un movimento che
http://www.youtube.com/watch?v=ZpLDu3HwnzE&feature=related
Vi consigliamo il blog di Gian Contardo Colombari:
http://giancontardo.ilcannocchiale.it/?r=205238
8
Se desideri vedere l'arcobaleno, devi imparare ad amare la pioggia (cit. Coehlo)
Benvenuti in Paradiso!
Qua non c’è lavoro, né scuole,
né ospedali, né denaro…
Caspita!
L’Italia!
- Buongiorno amico, esci che ci prendiamo il
caffé insieme.
- SEEEEEEE… COL CAVOLO CHE ESCO.
Il 16 marzo don Michele Ambriola
compie 60 anni di vita salesiana,
al nostro ‘burbero’ insegnante dal
cuore grande va il nostro ricordo
con i migliori auguri.
Raccontare noi stessi
post pubblicato sul blog di Gian Contardo Colombari il 24 ottobre 2011
Raccontare noi stessi,
il nostro scorrere nel tempo,
il nostro saltare da un giorno all’altro
come da una zattera all’altra
nel mare della vita:
giorni che sono granelli di sabbia,
che scorrono, scorrono, scorrono.
Raccontare noi stessi
su pagine e pagine,
anch’esse granelli di sabbia,
che scorrono, scorrono, scorrono.
Raccontare noi stessi
ricorrendo a teorie di frasi
che intrecciamo in filamenti
che sono frammenti,
molecole di memoria
che vogliamo affidare
a quell’abisso oscuro
che chiamiamo Eternità:
frammenti di scritti
o di affabulazione
che sono proiezione
del nostro desiderio
di sopravvivere oltre l’Oltre.
Raccontare noi stessi,
fissare su carta o su hard disk
le nostre idee
e le nostre azioni,
i nostri sentimenti
e le nostre riflessioni,
col rischio sempre incombente
di mentire a noi stessi
per presentarci migliori
di quanto siamo stati o siamo
all’incerto appuntamento
coi posteri o con l’oblio.
8 marzo Festa
della Donna
Nel cercare parole originali per fare gli auguri alle
nostre donne (compagne, figlie, madri, sorelle…), si
ricadeva in frasi scontate, già dette, abbiamo allora
deciso di far “parlare” l’arte con il bellissimo quadro
di Vladimir Volegov, pittore russo che incominciò a
dipingere all’età di tre anni!
(foto di Mariavittoria Micheletto)
9
Vivere la fratellanza
Ezia Spadavecchia
10
Fratellanza significa vivere
e crescere insieme nella grande famiglia umana.
Solo se sappiamo vivere con
l’altro possiamo gustare il
concetto di fratellanza, cioè la vera uguaglianza fra gli uomini. Questa uguaglianza non sta nella parità sociale, politica o
economica, ma nell’uguaglianza di ogni
anima agli occhi di Dio e nel medesimo
diritto a cercarlo e a conoscerlo
Vivere la fratellanza significa, a mio parere, amare tutti con lo stesso amore che si
prova per la propria famiglia e per i propri
cari. Più il nostro amore diventa universale più l’onnipresenza di Dio pervade la
nostra coscienza.
È necessario, prima di tutto, vivere in
armonia con sé stessi e con le persone
che vivono accanto per essere più preparati per andare d’accordo con il resto del
mondo.
Solo se sappiamo stare insieme con gli
altri, la bellezza dell’umano brilla perché
ne scaturisce una convivenza densa di
contenuti, di valori, di affettività che promuovono la maturità, l’impegno ad amare
e lasciarsi amare, a riflettere su tutto quello che avviene nella nostra vita.
Vivere la fratellanza vuol dire spezzare la logica dell’avere e del profitto che
spesso rimpicciolisce la persona e apre le
porte delle nostre case per lasciare entrare
un soffio di vita e di festa.
La vita è bella se la si vive con i nostri
fratelli, in armonia con tutti, anche con
coloro che si presentano sporchi, alterati
mentalmente, responsabili di colpe commesse, disperati e abbattuti per qualche
disgrazia. Eppure le persone sofferenti e
sconosciute ci possono aiutare a uscire
dai nostri intimismi.
Ci vorrà ancora tempo per riuscire ad
abbattere alcune barriere mentali che ci
fanno essere più nemici che amici, più
lontani che vicini. Necessitano almeno
due virtù: la bontà e il coraggio. La prima
virtù serve a dire agli esclusi che la loro
presenza è necessaria per formare la famiglia umana e la seconda virtù serve per
non avere paura di chi è diverso. Sono i
suoi limiti e le sue trasgressioni a renderci
significativi e utili.
Non t’amo di meno
Lasciami amare tutti
Lasciami libera
di volare su ogni fiore
gustare il loro candore
ammirare di ognuno il valore
Caccia via il tuo dolore
Non t’amo di meno
Permettimi
di sorridere, di ascoltare
di abbracciare chiunque;
il mio amore per te
non va a diminuire.
Perché questo inutile soffrire?
Lascia che il mio cuore
batti per tutti,
come batte per te
Vieni a scaldarti i
nsieme ad altri
Abbandona l’intolleranza
e gusta la fragranza
della fratellanza.
Ezia Spadavecchia
A favore del mondo
per il bene
Renato Biancardi
Nella complessità informativa
e di scelte personali, religiose e
sociali un cosa emerge: l’accettazione dell' altro nella sua diversità costituita dalle sue esperienze.
L’importante è che sia sincero cioè ci sia
coerenza tra pensieri e azione.
Non sappiamo del perché di queste diversità scaturite da approvazioni di messaggi
che son giunti magari da annunciatori e promotori di modalità di vita.
Certo è che dobbiamo essere ricercatori
ed amanti della verità che ci fa liberi.
Sentiamoci uomini e donne uniti come
amici con ideali per un mondo migliore rispetto a quello che abbiamo trovato;
non preoccupati per i nostri interessi ma
di quanto realmente riteniamo bene per il
mondo cercando di essere servi intelligenti,
saggi, sapienti e umili di fronte al Mistero
della vita.
11
Codice della fraternità
Ogni uomo che ti passa vicino è tuo fratello.
Le persone alle quali stai abitualmente accanto
lo sono ancora di più.
Avvicinale come se le avessi conosciute da
sempre.
Vai tu per primo incontro ad esse togliendole
dall’imbarazzo.
Comprendi quanti sono irritati o adirati, ma
non lasciarti influenzare dal loro stato di nervosismo.
Gli uomini, troppo spesso, non sono cattivi, ma
frustrati nell’affetto: consenti loro, aiutandoli discretamente, di potersi aprire.
Sappi sorridere molto, giacché il sorriso crea
un ambiente.
Sii uomo del sorriso, ma non del compromesso.
Sforzati di acquistare un sano senso dell’umorismo: il mondo è già troppo serio ed ha bisogno
di essere sdrammatizzato.
12
Quando l’estate tornerà il mare
guarderà il nostro anno in più e i
nostri passi lenti a cercare conchiglie
più colorate. Ne raccoglieremo
qualcuna e la metteremo
accanto a quelle degli altri
anni: tutte insieme faranno
la nostra storia e il sentiero
del nostro cammino verso
l’amore.
E mentre un’onda ci toccherà
il cuore, felici della nostra
sempre più forte e nuova
“alleanza” scriveremo sulla
sabbia “ti amo”.
Allora tutto ci dirà che un
amore di conchiglie non è
stato inutile e quel giorno la
storia dell’uomo avrà fatto
un passo avanti verso la
fratellanza.
Gli onomastici, i compleanni e le altre feste,
sono tutte occasioni per creare momenti di fraternità.
A chi ti chiede qualcosa se è un suo diritto: fai
subito ciò che ti è possibile non rendere difficile
ciò che è facile non far cadere dall’alto ciò che è
semplice.
Se domanda un favore; se ti è possibile, fallo
volentieri: se realmente non puoi, rispondi scusandoti con sincerità; in ogni caso, non mostrarti
disturbato.
A chi nulla ti chiede o nulla vuole, riserva il
dono di una preghiera più viva.
Spesso solo attraverso la fraternità umana potrai arrivare a quella cristiana e a quella spirituale, ma non arrestarti ai primi gradini
dell’amore:prosegui sempre più in alto.
Raduno a Carmiano
1º Aprile 2012
Carissimi
abbiamo finalmente la data: il primo raduno a Carmiano si terrà il 1° aprile
in onore di Costantino CIURLIA, nostro compagno, che tanto ha bramato per
ritrovarci tutti qui dove ci siamo nutriti della gioia di don Bosco.
Vi ricordo che l’Istituto di Carmiano ha rappresentato una fase importante
della nostra prima formazione di identità e personalità, una occasione di amicizia
e solidarietà, contributo talvolta di decisivo per la tua futura professione ed
inserimento nel mondo del lavoro, una esperienza spirituale e… molto altro.
Persuaso che non tutti i compagni saranno contattati, ti invito a passar parola a
quanti conosci. Venite con il vostro bagaglio di ricordi, ma soprattutto con il carico
del tuo operativo entusiasmo, fantasia, idee e proposte.
I familiari saranno i benvenuti.
Nella speranza di vedervi tutti vi abbraccio in don Bosco
Leonardo Spadavecchia
13
-------Messaggio originale-------
------Messaggio originale-------
Da: Alfredo Tondi
Da: Peppino Resta
Ciao Dino,
ho appena riaperto il PC, che ormai è quasi
sempre in panne. Pare che ci sia la scheda video che non va e ogni tanto mio figlio riesce
a farlo andare, devo decidermi ad aggiustarlo
definitivamente.
Ho letto con piacere le tue ultime mail e
non ti nascondo che mi farebbe piacere rivederci un po’ di noi a Carmiano. Solo che non
so quanto posso esserti di aiuto, soprattutto
perchè ultimamente il lavoro mi sta prendendo moltissimo, sono continuamente in giro,
per sostituzioni, e alle volte rientro a casa
solo la sera.
Ti giuro, non è una scusa, ma veramente il
lavoro è diventato pesante, la mia azienda ci
sta veramente spremendo e ogni giorno è una
battaglia, con la speranza poi che anche sto
computer non mi lasci a terra.
Spero comunque di farmi sentire quanto
prima. Anzi, ora che ci penso, vedo se mi
faccio mandare qualche volta a Carmiano per
lavoro per vedere di persona com’è la situazione per quanto riguarda l’istituto. Non ti
prometto niente, ma vedrò cosa si può fare.
A presto.
Un abbraccio
Alfredo
Carissimo Dino
con te con tanti amici tuoi e miei c’è tanto
in comune… purtroppo puoi pensare che
lontano dagli occhi lontano dal cuore… non è
così perché né il telefono né internet possono
distaccarci… ma l’affetto e la stima non
passano mai!
Il lavoro in Parrocchia è notevole ma
soprattutto sparso e a volte disordinato.
Della foto ricordo tutti: Costanzo,
Santoliquido, Vivo, Abbondanza (purtroppo
deceduto), De Nuccio… e altri della lista
Solidoro, Castellano, Melcarne, Labella, e i
miei paesani: Del Priore, Abbruzzese…
Un abbraccio a te e a tutti e buona festa di
D. Bosco!
-------Messaggio originale-------
14
Da: Ruggiero Piccolo
Caro Dino,
quest’anno penso che ancora non ce la farò
a star presente alla riunione di Carmiano…
anche se mi piacerebbe tanto rivedere quella
casa!
Abbraccio a tutti.
Ruggiero
D. Peppino Resta
-------Messaggio originale------Da: Danza Matteo
Oggetto: R: ad un amico
Caro Leonardo,
ho rivisto con molto piacere le foto che ti ha
passato Filippo, il cuore mi piange di gioia a
rivedere tanti carissimi amici, li ho riconosciuti quasi tutti anche se per lo più sono suoi
compagni di corso.
Un ricordo particolare va a don Liberatore,
che è stato per un faro anche quando sono
uscito. Tra i tanti che ho riconosciuto ci sono:
Salvatore De Nuccio, Ciro Lorusso, il carissimo Vincenzo Abbondanza e così tutti gli
altri.
Grazie a te Leonardo per avermi fatto rivivere momenti cosi cari e felici della mia
infanzia.
Un abbraccio
Matteo
Non ti chiedo miracoli o visioni, ma la forza per affrontare il quotidiano.
Preservami dal timore di poter perdere qualcosa della vita. Non darmi ciò che desidero,
ma ciò di cui ho bisogno. Insegnami l’arte dei piccoli passi. (A.d.S-E)
-------Messaggio originale------Da: Ferrara Nicola
Oggetto: Fraternità
Cari amici,
come sempre Dino stimola la nostra mente con
argomenti profondi e quanto mai di attualità.
Queste riflessioni servono, oltre che a tenerci in comunicazione, anche a rinverdire alcuni concetti che i nostri genitori ed insegnanti
spesso ci hanno spiegato e che forse altrettanto
spesso facciamo finta di non ricordare.
Se non erro da ragazzi abbiamo vissuto
nell’oratorio o nelle varie attività tanti momenti di fraternità, ne è testimonianza la nostra
amicizia che dura da tanti anni, seppur aiutata
da “un collanDINO”.
Eppure la quotidianità ed i mezzi di comunicazione ci mettono di fronte a situazioni tali
che spesso non sappiamo cosa dire, o peggio,
cosa fare.
Personalmente quando mi trovo in difficoltà
nel cercare una soluzione a qualche problema
del genere, e vi assicuro che mi capita spesso, faccio fede ad un ricordo ed insegnamento
avuto tempo fa, quando avevo tutti capelli nerissimi, non da un teologo o tantomeno da un
filosofo ma da due persone analfabete, i miei
genitori!
Durante gli anni sessanta quando ci fu il terremoto in Sicilia mio padre era ricoverato in
ospedale, a Matera, ebbe modo di conoscere
un signore di una certa età e solo, che era stato
ospitato in quella struttura temporaneamente,
non ci pensò due volte ed insieme a mia madre
decisero di portarlo a casa nostra, nonostante
fossimo già in otto, dove è stato accolto e trattato da noi come un secondo nonno, pur conoscendo di lui solo il nome e la sua drammatica situazione, restandoci per più di un mese!
E dire che mio padre allora aveva un lavoro
saltuario!
Dirò una cavolata, ma spesso filosofi, teologi
e noi stessi siamo abituati a pensare troppo!!
Un abbraccio “fraterno”
Nicola
-------Messaggio originale------Da: Giovanni Tata
Caro Dino,
Grazie molto per le bellissime fotografie della nostra infanzia.
Quando pensi di fare il raduno degli ex allievi a Carmiano?
Sento che in Italia fa molto freddo. Il mese scorso mi sono fermato
a New York al mio ritorno dall’Italia e faceva un freddo cane. Ti
mando alcune fotografie.
Un abbraccio,
Giovanni
Un po’ di relax, finalmente
15
Il tempo vola... i bimbi crescono
ed i padri invecchiano...
ma noi teniamo duro.
AUGU RI
Simone Vito Sante ....................................... 5
Novelli Luigi ................................................. 8
Caponio Giuseppe . ..................................... 8
Nicoletti Raffaele ......................................... 9
Cantacesso Raffaele ..................................... 13
Leone Giuseppe . .......................................... 19
Di Lorenzo Vito . ......................................... 19
Bianco Giuseppe, Caponio Giuseppe,
Cecere Giuseppe, Chirico Giuseppe,
Ciurlia Costantino, De Luca Bosso
Giuseppe, De Nuccio Salvatore, Del
Mastro Giuseppe, Di Gioia Giuseppe,
Di Luzio Giuseppe, Fazio Gaspare
Giuseppe , Fusco Giuseppe, Genovese
Salvatore, Giancane Vito Giuseppe,
Granato Giuseppe, Leone Giuseppe,
Malorgio Salvatore, Marinelli Giuseppe,
Monitillo Giuseppe, Montrone
Emanuele, Musarò Giuseppe, Nuzzo
Costantino, Pati Giuseppe, Pepe
Giuseppe, Resta don Giuseppe, Talò
Salvatore, Zaino don Giuseppe
Codice IBAN:
IT 97 C 03058 01604 100570714443
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