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montaggio elastici arbalete su boccole
MONTAGGIO DEGLI “ELASTICI AL METRO” SU BOCCOLE Dopo aver visto sul sito l’articolo sul montaggio degli elastici al metro su testata con sedi filettate di Fernando Abella, ho parlato con l’amico Giorgio Bettin del metodo che uso io per montare gli elastici sulle boccole. Eccomi ad illustrarlo a tutti quelli che ne fossero interessati!! Per montare gli elastici al metro su boccole utilizzo un estrattore che mi sono costruito da solo, costituito da due piastre metalliche ciascuna con un foro centrale filettato e due fori laterali. Le dimensioni non sono importanti. I fori filettati servono uno per alloggiare la boccola l’altro per far avanzare una vite che permetterà il montaggio dell’elastico sulla boccola. I fori laterali servono per assemblare l’estrattore con una coppia di viti e bulloni. Lo spessore delle piastre può essere molto inferiore a quello che si vede in figura, che ho costruito per montare gli elastici su un vecchio modello di arbalete della Omer, il T20, il quale utilizza boccole con filettatura metrica diametro 16 mm a passo fino (1 mm) mentre lo standard attuale della totalità delle gomme imboccolate è M14 passo standard, così era divenuto sempre più difficile reperire nei negozi di pesca le gomme di ricambio… Per prima cosa si procede allo smontaggio di una boccola da una gomma vecchia. Si taglia con un coltello bagnato la gomma al filo della boccola (caspita … era una gomma da 20 mm piena di buco!! Per questo l’arbalete non tirava un granché), e questa si avvita nel foro dell’estrattore; si montano le due piastre insieme (con la parte di boccola più grossa all’interno delle due piastre) e si comincia a far avanzare la vite fino a quando la sfera di acciaio (io ho trovato quella, se trovate qualche altra cosa fatemi sapere) non uscirà delicatamente. Devo confessarvi che avevo provato in altri modi a estrarre la pallina, usando: ¾ un trapano !!! LA SFERA NON ESCE E LITIGHI CON TUA MOGLIE PER VIA DELLO SPORCO CHE FAI IN CASA !!! ¾ un coltello affilato !! FAI UNA FATICA DEL DIAVOLO, NON ESCE E MAGARI TI FAI ANCHE MALE !!! ¾ con una fiamma ossidrica (su una boccola metallica ovviamente, era quella del trapano e del coltello) !!! CASPITA LA PALLINA STAVOLTA È USCITA. E’ PARTITA E HA FATTO TRENTA METRI – MENO MALE CHE ERO ALL’APERTO E CHE NON HA PRESO NESSUNO !!! Con l’estrattore l’operazione invece è dolce e sicura !! Facendo fare avanti e indietro alla vite dopo un po’ esce anche lo spezzone di elastico ormai non più vincolato dalla sferetta. A questo punto smonto l’estrattore lasciando però la boccola avvitata. Inizia la fase più delicata, far entrare l’elastico al metro nella boccola. Io utilizzo il seguente metodo: lego con la sagola l’elastico con tre mezzi colli o tre “volte” come si dice dalle mie parti (insomma un nodo parlato e mezzo – guardate la figura); l’elastico deve essere tagliato a 90°, senza coni o altro; la legatura si riesce a fare anche a meno di 1 mm dall’estremità; per stringere il nodo non occorre tirare a morte perché il nodo parlato ha la possibilità di “girare”. Generalmente tengo il capo corto della sagola in bocca tra i molari, l’altro capo arrotolato sulla mano destra e, tenendo in trazione la sagola, con la mano sinistra faccio ruotare l’elastico controllando che il nodo non scapoli !! Vedrete come si restringe la sezione dell’elastico !! (nel caso della figura ho dovuto stringere parecchio poiché l’elastico ambra è un 21 mm con un foro centrale minimo e ho dovuto legare un capo alla sedia e l’altro ad un cacciavite). A questo punto con un paio di forbici vado a tagliare la gomma che sporge oltre il nodo (il cosiddetto ombrello). Aiutandovi con acqua saponata o con lo sgrassatore universale della vostra signora si riesce a far entrare l’elastico nella boccola tirando entrambi i capi della sagola (a mano senza pinze, ma se siete delicati usate le pinze!!). Può capitare che la sagola si sleghi dall’elastico … soprattutto se ne volete montare uno di grande diametro. Ci vuole un poco di pazienza. Come dicevo questa è la fase critica! Occorre inserire l’elastico almeno fino a 1 cm oltre la boccola. Tirando la sagola in obliquo e ruotandola generalmente si riesce a farla scapolare dall’elastico senza doverla tagliare (nel caso in figura però ho dovuto tagliare la sagola perché l’avevo stretta troppo). A questo punto una spruzzatina di sapone nel foro dell’elastico e si rimonta l’estrattore posizionando la pallina. Si fa avanzare la vite e la sferetta va nella sua sede. Si smonta il tutto e si taglia la gomma in eccesso - l’elastico è pronto per essere avvitato sul fucile. Generalmente mi limito a montare una sola boccola sull’elastico; sull’altro capo vado a montare un’ogiva da legare per evitare il cosiddetto effetto paracadute, anche se con questo metodo si riesce ad avere una discreta precisione nella lunghezza dell’elastico da boccola a boccola. Per legare l’ogiva agli elastici utilizzo lo stesso nodo descritto sopra, con lo stesso accorgimento della rotazione e del sapone. Stavolta però vado a fare un po’ più di forza legando la sagola ad un punto fisso e tirando l’altro capo con l’aiuto di pinze o legandolo ad un cacciavite. In ultimo taglio la gomma in più con le forbici, fino a lasciare solo un piccolo monconcino, taglio la sagola e ne brucio i capi, metto una goccia di Superattak sul nodo per avere la certezza assoluta del bloccaggio !! (ma non serve!) Questo modo di legare gli elastici permette di avere una legatura estesa (si danno tre “mezzi colli” perché con quattro il nodo non gira), di forma cilindrica e di diametro molto piccolo; il constrictor knot non “girando” si serra meno (anche se tiri a morte utilizzando il Dyneema e lubrifichi, mentre se usi una treccia di nylon probabilmente si romperà prima di arrivare ad avere uno strozzamento elevato). Ho sperimentato anche il monofilo di nylon per legare le ogive. Occorre solo adottare l’accorgimento di dare quattro “volte” o “mezzi colli” invece di tre. Il risultato è esteticamente gradevole – ricorda i colli delle donne giraffa della Birmania - e permette di ridurre ulteriormente l’ombrellino di gomma dopo il nodo. Unico inconveniente è che bisogna tagliare il monofilo con un coltellino arroventato cercando di ottenere l’ingrossamento della sezione del monofilo … senza danneggiare gli elastici e il nodo e senza farvi male!!! E l’attak non attakka!! (ma tanto non serve). In figura vedete entrambe le soluzioni (monofilo nero diametro 1.20 mm - treccia nylon bianca 1 mm). Il metodo esposto per il montaggio degli elastici è sicuramente valido e semplice per le boccole del vecchio T20. Non l’ho sperimentato per le boccole più piccole per le quali prevedo qualche difficoltà nella fase di inserimento di elastici di diametro da 19, 20 o 21 mm. A parte il vecchio fucile della Omer ormai ho solo fucili ad elastici circolari !! Chiedo scusa per le immagini non di qualità dal momento che ho trovato solo una mezz’oretta da solo a casa, ma con il pargolo pronto ad abbandonare i propri giocattoli per i miei pezzi di ferro e caucciù!! A dimostrazione che le operazioni da fare sono effettivamente semplici! Per le modalità di legatura dell’ogiva devo citare il Maestro Giorgio che utilizza il nodo a quattro “mezzi colli” in monofilo (almeno credo) nei suoi arbalete e Andrea dell’Emporio che invece nei suoi allestimenti usa il parlato semplice con la tecnica a girare. Fernando Ferluga