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Le scuole grandi
Le scuole grandi Scuole grandi: S. Maria della Carità (1260) S. Maria della Valverde (XIII sec.) S. Giovanni Evangelista (XIII sec.) S. Marco (XIII sec.) S. Rocco (metà XV sec.) S. Teodoro ( metà ‘500) 1527: 5.200 membri 1 Scuole Grandi di S.Maria della Valverde, S.Marco, S. Giovanni ev., S. Rocco, S. Maria della Carità, S. Teodoro Scuole Grandi = Scuole dei Battuti (flagellanti). Confraternite laiche nate dal movimento penitenziale dei flagellanti del 1260. Parte di un vasto processo di riforma della Chiesa medievale (XII-XIII sec.), volto a ristabilire la povertà delle origini apostoliche della chiesa convogliato dalla gerarchia ecclesiastica, anche attraverso gli ordini mendicanti, al proprio interno. Le confraternite sono un elemento importante di disciplinamento delle spinte eversive emerse all’interno del laicato, al quale vengono offerte nuove responsabilità. Sono strumenti della devozione popolare 2 Senso di incertezza e di caducità della vita umana che ispira tutti gli statuti (mariegole) delle Scuole La vita umana è considerata solo un lungo esilio in terra straniera che è anche un tempo di prova: l’uomo sarà giudicato per quanto ha fatto. Solo il giorno del giudizio la vita di ciascuno potrà essere valutata. La preghiera è quindi l’unico rimedio possibile. Le Scuole dovevano preparare alla morte, mantenere il legame con i defunti, commemorandoli e favorendo la loro ascesa al paradiso attraverso le preghiere e le messe. Le Scuole devono contribuire quindi alla salvezza dei morti e dei vivi. I meriti della confraternita vanno a costituire un fondo “comune“ di meriti a cui tutti possono attingere. Origine teologica: Giacomo, capitolo V: valore alto alla preghiera del giusto e alla fede di ciascun credente. Composte quasi esclusivamente da laici. I preti solo per il culto 3 Le scuole si trasformano nel corso del XVI secolo in espressione del sentimento ufficiale del governo veneziano. Ruolo fondamentale nelle processioni e nelle cerimonie pubbliche. Celebrazione di Lepanto. Ruolo nell’interdetto. Compattano la popolazione attorno alle scelte del governo. Processione del Corpus Domini del 1606: Il giorno della solennità del Corpus Domini fu fatta a San Marco la processione. ma con insoliti e grandissimi apparati di solari, di argentarie e di reliquie, in modo che ha superato la memoria di tutte le processioni fatte in tal giorno, et in essa v’intervennero tutte le religioni et il clero solito andar alle processioni, sebbene alcune d’esse religioni non in tanto numero. Le scuole grandi in particolare fecero molti bei solari, con alcune rappresentationi che alludevano alla pretentione ragionevole della Republica con il Papa, perché figurorono un Christo con due Farisei sopra un solaro con un motto che diceva: ‘Recidite quae sunt Cesaris Cesari, et que sunt Dei Deo’. In un altro solaro fecero Moisè et Aron dinanzi Dio col motto che diceva: ‘Segregate mihi tribum Levi etc. . In un altro fecero Christo con tutti li dodici apostoli, ‘Reges gentium dominantur eorum, vos autem non sic’, e tutte queste persone rappresentate erano de giovani vestiti con habiti e barbe postizze, portati essi solari dalli fratelli delle scole. Anco li padri dei frati fecero alcune rappresentationi, come nel particolare una chiesa cadente sostenuta dal Doge di Veneria, appresso deI quale erano san Domenico e san Francesco, che aiutavano esso Doge veneto a sostener la chiesa. Fu anco sopra un altro solaro vestito da Doge, con barba simile a quella del Serenissimo Doge presente, un giovine che stava genochiato da vanti un san Marco, che lo benediva. Fu anco fatta una Venetia che haveva la fede avanti di sé, et era appoggiata ad alcuni leoni col motto che accennava la sua costanza nella fede. Insomma il spettacolo fu degno e memorabile. Storia anonima dell’Interdetto 4 Libello popolare dell’Interdetto: contro papa Paolo V che si comporta come un cattivo Guardiano che abbia sovvertito le regole della Scuola e si sia appropriato del suo denaro “E che autorità gavevi vu, se ben se stà fatto Vardian della Scuola, et che tegnì la chiave della Giesia, de comandar in casa de fradei e depennar un parente per gnente, che ga pagà la so luminaria sempre e ben?”. Il papa era tenuto a rispettare la Mariegola (il regolamento) e a convocare il Capitolo Generale ogni dieci anni (richiamo alle dottrine conciliari) XIV secolo: le scuole grandi da confraternite di devozione diventano anche istituti di beneficenza (fratellanza e mutuo soccorso) all’origine carità ai confratelli poveri. poi organizzazione sempre più efficiente, a beneficio di poveri ed ammalati (raccolta di denaro e impiego). Raccolta di donazioni e contributi. Costruzione di piccoli ospedali e ospizi. A fine ‘300 ormai l’attività filantropica è divenuta essenziale nell’organizzazione delle Scuole. 5 Governo Capitolo generale: tutti i membri effettivi (tre volte all’anno). Ma ormai a metà ‘400 non c’è più (aristocratizzazione): San Rocco Guardian Grande e compagni = banca (16 persone tra cui Guardian grande, Vicario, Guardian da Mattin, scrivano, e 12 degani) Dal 1521 (C. dei X) alla banca viene aggiunta la Zonta di 12 (che aumenta il numero di chi è coinvolto nell’amministrazione) Sindaci Mariegola: statuto o insieme delle regole secondo cui funzionava la Scuola. Tra gli iscritti già dal ‘300 si afferma una gerarchizzazione tra ricchi e poveri. L’ uguaglianza teorica, di fatto non è mai esistita. Patrizi ammessi alle scuole da inizio ‘400. Hanno solo ruolo onorario: non possono avere cariche né amministrare i beni delle scuole. “Dispensati” dalla flagellazione in cambio del pagamento della “luminaria”, tassa annuale. Godono di ricchi funerali. Per questo spesso chiedono di essere ammessi anche in punto di morte o da morti (contro mariegole). Partecipano spesso alle processioni della Scuola. Giovanni Botero, porrà le Scuole Grandi tra le istituzioni veneziane che modificano il sistema di caste perché mettono sullo stesso piano nobili e cittadini, e sono amministrate da chi non gode di diritti politici. 6 Nel ‘400 la “dispensa” dalla flagellazione venne concessa sempre più spesso anche ai non patrizi segno di gerarchizzazione ed evoluzione in enti caritativo-assistenziali (nonostante provvedimenti contrari). Si crea in tutte le scuole una categoria di “fratelli di disciplina”, di fatto i più poveri che, in cambio della partecipazione a funerali, ricevevano le elemosine della scuola. Nel 1532 i Dieci arrivano a stabilire che i fratelli assistiti dalla Scuola (case, elemosine etc.) hanno l’obbligo di assistere ai funerali pena decadenza. Di fatto già a fine ‘400 le Scuole dispensano elemosine in proporzione allo scrupolo con cui il beneficato adempie alle pratiche devote richieste. In tal modo il fasto di funerali e processioni invece di essere letto come spreco di denaro può essere visto come un sistema per creare posti di lavoro saltuari. Di qui l’importanza dell’osservanza delle pratiche religiose e di devozione (atteggiamenti irregolari) 7 Col passare del tempo, e l’ulteriore arricchirsi dei patrimoni delle Scuole (commissarie), cade anche quest’aspetto. Nel ‘500 il fatto di appartenere ad una scuola garantiva la possibilità di sopravvivere a chiunque, senza clausole: la scuola può mantenere tutti i confratelli e anche provvedere ad esterni. Compilazione di elenchi delle due categorie: ricchi e poveri (“quelli che vengono al Capitolo da quelli de disciplina”). Il passaggio da ricco a povero è libero, l’inverso richiede il parere della banca. Espansione cinquecentesca delle Scuole Incremento demografico fino alla peste del 1575-77 Finanziamento con tasse d’iscrizione. In totale 5-6000 iscritti pari al 3,5% della popolazione della città Ma al 10% della popolazione maschile adulta (56.000) Tramite i maschi l’azione delle scuole arriva alle famiglie 8 Difficoltà di stabilire la provenienza sociale degli iscritti alle scuole. San Rocco 1490-1540: 1800 nuovi iscritti 62% con indicazione di professione San Marco 1550-1590: 2500 nuovi iscritti 47,5% con indicazione di professione Professione dichiarata per i nuovi iscritti alla Scuola Grande di San Rocco (14901540) e della Scuola Grande di San Marco (1550-90) S.Rocco % S. Marco % Professioni e impieghi statali 13 0,7 78 3,1 Commerci di lusso, libri, arti, musica 92 5,1 80 3,1 Spezie e droghe 35 1,9 15 0,6 Commercianti, sensali, mercanti non definiti 32 1,7 4 0,2 Arsenalotti, marinai, barcaioli 69 3,8 231 9,2 Tessili e abbigliamento 450 25 314 12,6 Calzature e pelle 38 2,1 63 2,5 Alimentari e vino 135 7,5 89 3,6 Edilizia e arredamento 51 2,8 143 5,7 Lavorazione legno e metallo 74 4,1 53 2,1 Utensileria domestica 32 1,8 34 1,4 Barbieri, chirurghi, dentisti 16 0,9 14 0,6 Sagrestani 20 1,1 5 0,2 Servitori, fattorini 36 2 51 2 Facchini, scaricatori, manovali 29 1,6 14 0,6 1.122 62,1 1.188 47,5 TOTALI 9 Gasparo Contarini, De Magistratibus et republica Venetorum ... “È commessa anchora nella fede di quegli [cittadini originari] gran quantità di danari da doversi dispensare a poveri. Conciosia cosa che ne’ tempi antichi furono da cotanta stima queste Schole, che molti, i quali per testamento havevano lasciato che le sue robbe si distribuissero nell’uso de’ poveri, fecero questi principalmente tuttori, per arbitrio de i quali si dispensassero que’ danari. Onde è fatto, che alcune di queste Schole concedano ogni anno la copia di queste facoltà, le quali in questi usi si deono dispensare, a i Procuratori di San Marco, il quale magistrato si come è solo di gentil huomini, così è di molta grandezza. A questo honore, cioè a questa presidenza di Schole, niuno de’ gentilhuomini può pervenire, quantunque sieno del numero de i confrati, ma solamente gli huomini plebei possono ottenere quella dignità, acciò che in questa parte anchora il popolo imitasse la nobiltà. Impero che questi capi delle Schole riferiscono in un certo modo nel popolo la dignità de’ Procuratori…… Ma acciò che in modo alcuno queste così fatte Schole, et questi Capi, non fussero di noia cagione alla Republica tutti sono ritenuti sotto la potestà del Consiglio de’ Dieci, acciò che cosa veruna non possino mutare, overo ragunarsi insieme oltre i tempi ordinari eccetto per arbitrio di quegli et per licenza impetrata dal Consiglio de’ Dieci. Gli honori di questa maniera nella nostra Republica sono ordinati a gli huomini plebei dell’uno et dell’altro ordine, acciò che del tutto privi non fussero della potestà publica et de i civili uffici, ma in questo modo soggiacessero al desiderio dell’honore et alla ambitione, senza sollicitar punto con disturbo veruno lo stato de’ nobili, con la qual temperanza di governo la nostra Republica ha conseguito quello che niuna delle illustri antiche non ha potuto conseguire giamai... “. Scuole per i cittadini originari e per privilegio (di antica iscrizione) come compensazione dell’esclusione dai diritti politici 10 1410 (Consiglio dei Dieci) le cariche di Guardian Grande, Vicario, Guardian da Mattin e Scrivano riservate a cittadini originari (o cittadini per privilegio che occupassero da almeno 20 anni incarichi di rilievo) 1483 (Consiglio dei Dieci) Estensione a tutte le cariche delle Scuole In teoria erano esclusi dalle cariche nelle scuole i funzionari pubblici (leggi 1422, 1426, 1504, 1556, 1638) Ma in pratica molte deroghe. Scuola di San Giovanni Evangelista Elenco dei Guardiani (1500-1650) 22 segretari ducali 26 possidenti 13 mercanti 5 avvocati, 3 notai, 3 medici, 4 non specificati 11 Le scuole replicano le caratteristiche delle istituzioni politiche riservate ai patrizi Regole per impedire aristocratizzazione delle strutture di governo: Contumacia Norme contro il broglio Sfiducia nei giovani per le cariche importanti 1544: 50 anni Guardian Grande, 45 per il Vicario, 40 Guardian da Matin, 36 Scrivano, 25 degani Fine ‘400-prima metà ‘500: Lotte di potere all’interno delle scuole, dimostrate anche dagli scontri per le elezioni alle cariche. Ma emergono anche dall’opera Il Sogno dil Caravia poema satirico opera di Alessandro Caravia, pubblicato nel 1541, che attacca le Scuole per Essersi allontanate dal loro scopo iniziale di asssitenza ai poveri (semplicità primitiva sostituita da ipocrisia e vanagloria) Sfarzo delle sedi Corruzione amministrazione Aver costituito il luogo in cui le ambizioni dei cittadini originari possono aver sfogo Aver contravvenuto a tutte le buone regole presenti nelle mariegole (Carità) Esser divenute covi di fazioni in lotta tra loro per il predominio nel governo e nel sistema elettorale. 12 Dagli anni ’70 del ‘500 si presenta invece il fenomeno opposto: quello della difficoltà a trovare persone disposte ad accettare cariche nelle Scuole Grandi 1586: (Dieci) decreto contro chi rifiuta le cariche. Pena: esclusione da cariche future, 200 d. (Guardian Grande), 100 (Vicario), 50 (Guardian da Matin) Età minima da 50 a 40 anni (G.), da 40 a 30 (V.), 25 G. da M. 1605: aumento delle pene (400, 300, 200) specie per S. Teodoro che non ha grande patrimonio Vengono tralasciate molte altre regole restrittive (esclusione funzionari governativi, debito con la Scuola) San Rocco 1613: grave crisi nel reperimento di governatori. I confratelli prendono apposta in affitto case per i poveri della Scuola pur di sfuggire all’incombenza di guardiano e decano 13 Tutto ciò è sintomo di un malessere diffuso in tutte le scuole: Ormai la situazione si è capovolta: Le cariche nelle scuole in passato avevano adempiuto alla funzione di surrogato istituzionale per i cittadini originari della esclusione dal Maggior Consiglio A cinquant’anni dall’opera del Caravia le stesse cariche erano divenute faticosi ed onerosi obblighi, responsabilità da evitare Le spese per i titolari delle cariche erano divenute eccessive rispetto al prestigio che se ne poteva ricavare Le norme sulla contumacia di fatto rendevano necessaria l’esistenza di un numero di persone assai vasto es: a San Teodoro a metà ‘500 in 14 anni fu necessario che 200 persone si alternassero per ricoprire 400 cariche. L’obbligo per le Scuole di fornire uomini da remo alla flotta veneziana appesantisce ulteriormente i compiti degli amministratori Guerre 1538-40 e 1570-73 bene, poi capitali in Zecca anticipati 14 Problema importante: decidere fino a che punto il tributare lodi a Dio potesse passare attraverso architetture meravigliose e cerimonie fastose e complesse. e fino a che punto ciò non costituisse una sottrazione di risorse al compito di servire Cristo attraverso l’assistenza al povero, sua immagine terrena. 1597-1602: Scuola di S. Rocco vuole costruire un altare splendido per la consacrazione. Per ricordare il sacrificio di Cristo i confratelli decidono di sacrificarsi con un’autotassazione. Nel 1602 hanno raccolto 4.825 ducati, l’equivalente di quanto in un anno si spendeva per tutta l’attività caritativa della Scuola nel periodo 1590-1614 Non contenti, decidono di prendere a prestito altri 1.457 ducati per il trasporto dei marmi da Carrara L’autorità politica ha sempre tentato di scoraggiare l’ostentazione del lusso e le spese eccessive che prosciugano i patrimoni dei privati: leggi suntuarie In particolare ciò avviene nei confronti delle Scuole, in quanto ciò allontana dagli obiettivi caritativo assistenziali e riserva di fatto le cariche ai più ricchi tra i confratelli 15 1543: Consiglio dei Dieci “E’ accresciuta in tanto la spesa che superfluamente si fa nelle Schuole Grandi di questa nostra cità, sì de apparati come de pasti, che è hormai redutta in una abominatione di sorte, che non se li provedendo bona parte del danaro delle Schuole che die andar in helimosine a poveri si consumeria in tali abusi, et nel restante, spendendo li Guardiani et presidenti di esse Scole etiam del suo proprio denaro a pompa, fra breve spacio de tempo non si troverà chi voglia intrarli, per non poter o non voler concorer di spender con li soi precessori” 1553: Scuola di San Rocco “si fanno ancora tante eccessive spese de borsa propria, che si offende a Maiestà de Iddio, et si danno causa de mormorar a quelli si vegono, quali non ponno creder se non che siano danari della Schuola, et che dovendosi disponer in poveri si consumano in pompe humane, cosa che leva la devotion al luoco, et a rimover li animi di quelli che forse hanno intention di lasiarli, onde sono poi astretti li Clarissimi Signori Nostri a farne opportuna provision con incargo nostro, che meglio sarebbe le trattasseno e moderasseno questi abusi tra nui medesimi de non lassar andar più avanti questa pessima consuetudine, che un giorno sarà causa non si trovino chi vogliano accettar li carghi, non essendo tutti nelle facultà eguali, sì che si possi concorrer a spexe eccessive, et sono poi anche cose che excitano et invidia tra fratelli, ove non si conservi lo amor come conviene a fraterne” 16 Spese effettuate dalle Scuole per Elemosine e Processioni 1551-1615 Media annua Processioni Media annua Periodo Elemosine 1551-1555 2.828 566 2.438 488 1556-1560 3.673 735 1.208* 403 1561-1565 3.326 665 2.212 442 1566-1570 3.337 667 2.531 506 1571-1575 3.697 739 3.835 767 1576-1580 4.152 830 3.722 744 1581-1585 4.226 845 3.426 685 1586-1590 4.738 948 3.439 688 1591-1595 4.809 962 4.923 985 1596-1600 6.022 1.204 6.027 1.205 1601-1605 5.840 1.168 6.295 1.259 1606-1610 5.773 1.155 6.072 1.214 1611-1615 6.005 1.201 3.362 * 1.121 * La fonte fornisce i dati solo per tre dei cinque anni 1590-1627: Metà entrate per assistenza e 1/3 -1/4 per processioni Scuola Carità Cerimonie Data % San Marco 1590 54,51 Ammontare 1.239 % 34,45 Ammontare 783 Rendita 2.273 San Giovanni Ev. Misericordia 1611 1614 1614 51,39 43,09 27,01 1.060 2.065 1.043 28,61 25,64 58,17 590 1.229 2.247 2063 4.793 3.863 1627 48,25 1.897 22,61 889 3.932 17 Ma vi furono senza dubbio operazioni dai contorni molto dubbi. Costruzione dell’Albergo della Scuola di San Rocco (criticata dal Caravia) Spese abnormi, anche per rivalità tra fazioni interne che spinsero i vari guardiani a modificare successivamente più volte i piani di costruzione. Si parlò anche di 80.000 ducati di spesa complessiva Ma in realtà tra 1516 e 1564 si spesero 47.000 ducati per l’edificio e 2.500 per le decorazioni interne. Equivalente al totale speso dalla Scuola e dalle commissarie per elemosine tra 1551 e 1572 Altre spese per teleri di Tintoretto e altre decorazioni_ 5.500 duc. 18 Il patrimonio delle Scuole Soprattutto attraverso l’esempio ben documentato di San Rocco Inizialmente doni dei fedeli, specie pellegrini che vengono a vedere il corpo di San Rocco. Culmine anni ’20 e ’30 del ‘500. Poi la devozione si affievolisce e con essa le entrate. A fine ‘500 le tasse d’iscrizione e il ricavato delle offerte è solo il 5% delle entrate 19 Il patrimonio delle Scuole Primo grande lascito: Maffio Donà 1528 Tra 1509 e 1616 60 testamenti istituiscono commissarie a beneficio della Scuola di San Rocco Alcuni generici, di cui era beneficiaria la scuola, e venivano utilizzati per tutte le sue attività caritative, a discrezione della banca altri avevano come commissari i capi della Scuola (anche assieme ad estranei) ed erano destinati a specifiche attività (commissaria “satellite”) Legati condizionati indiretti: passano alla scuola solo in caso di estinzione della famiglia. Molto spesso: lasciti per doti (fondazioni dotali) Il patrimonio delle Scuole Manca un’indagine dettagliata sui modi in cui le singole Scuole Grandi, e tanto più le S.G. nel loro complesso, dispensavano il loro denaro per attività caritative. Esempio della Scuola di S.Rocco tra 1551 e 1620 Periodo Carità 1551-60 17534 63% 1561-70 27719 100% 1571-80 25036 90% 1581-90 37770 136% 1591-1600 48479 175% 1601-10 47938 173% 1611-20 41945 151% 20 Carità 50000 45000 40000 35000 30000 25000 Carità 20000 15000 10000 5000 0 1551- 1561- 1571- 1581- 1591- 1601- 161160 70 80 90 1600 10 20 Il patrimonio delle Scuole Massimo impegno nel ventennio 15911610 Due brusche cadute in occasione delle guerra di Cipro e Gradisca (quasi nulla negli anni 1616, 1617, 1618): tasse di guerra 21 Il patrimonio delle Scuole Il denaro è investito principalmente in beni immobili (case date ad affitto) e titoli del debito pubblico. Scuola di San Marco 1590 1611 1855 196 Beni immobili in Città 481 922 Tenute e daie in Terra Ferma 318 698 2654 1816 Prestiti e titoli TOTALE Scuola di San Marco 3000 2500 Prestiti e titoli 2000 Beni immobili in Città 1500 1000 Tenute e daie in Terra Ferma 500 0 1590 1611 161415 22 Le scuole piccole Le Scuole piccole Le caratteristiche delle Scuole piccole sono molto simili a quelle delle Scuole Grandi. La vera differenza sta nel fatto che non sono scuole dei battuti hanno un patrimonio assai meno consistente anche se vi sono molti esempi di Scuole Piccole ricche: S. Orsola e S. Giorgio degli Schiavoni (Carpaccio) 23 Le Scuole piccole Bibliografia R. Mackenney, Devotional Confraternities in Renaissance Venice, in “Studies in Church History”, 22, 1986, pp. 75-86 Id., Continuity and Change in the scuole piccole of Venice, c.1250-c.1600, in “Renaissance Studies”, 8 (1994), pp. 388-403 F. Ortalli, “Per salute delle anime e delli corpi” Scuole piccole a Venezia nel tardo Medioevo, Venezia, Marsilio, 2001 Fonte: F. Ortalli, “Per salute delle anime e delli corpi” Scuole piccole a Venezia nel tardo Medioevo, Venezia, Marsilio, 2001 24 Localizzazione delle 58 scuole piccole prese in esame nella tabella precedente Fonte: F. Ortalli, “Per salute delle anime e delli corpi” Scuole piccole a Venezia nel tardo Medioevo, Venezia, Marsilio, 2001 Le Scuole piccole Le strutture organizzative delle Scuole piccole ricalcano quelle delle Scuole Grandi: Banca: Gastaldo (o guardiano, più raro) Vicario Scrivano Degani Talvolta struttura parallela femminile Capitolo generale 25 Le Scuole piccole Altre similitudini con le Scuole Grandi Composizione sociale: molto varia (anche patrizi e chierici) Obblighi di carattere devozionale: funzioni, funerali e processioni Indipendenza dalla struttura parrocchiale. E dal controllo ecclesiastico Sottoposte al controllo pubblico: consiglio dei Dieci. L’impegno nell’attività caritativa: soprattutto verso gli iscritti. Forma di assicurazione Le Scuole piccole Elementi distintivi: Il ruolo delle donne: Solo 6 scuole tra quelle esaminate escludevano le donne nelle mariegole. Quasi tutte le confraternite sono miste, oppure tendono a diventarlo. Struttura di governo parallela (gastalde e degane) Un caso particolare di Scuola di sole donne: Beata Vergine dell’Umiltà: amministrano la Pietà Cariche non riservate ai cittadini originari 26 Le Scuole piccole Rapporto Scuole Grandi Scuole Piccole per numero di iscritti A fine ‘300: circa 200 scuole piccole. Ciascuna 100 iscritti (in media)= 20.000 in totale (4-6 volte le scuole grandi). Scuola della beata Vergine della Celestia ha 1400 iscritti. Le Scuole piccole La composizione delle Scuole piccole persone provenienti da tutte le parrocchie della città. esempio di S. Martino i primi 100 iscritti maschi provengono da 39 parrocchie il 58% da Castello e il 22% da San Marco esempio di S. Girolamo I i primi 100 iscritti maschi provengono da 42 parrocchie 43% da Cannaregio e 22% San Marco Esempio diverso: donne di San Martino: l’80% viene da Castello e il 58% da San Martino stessa. Ma tutti i sestieri sono rappresentati 27 San Girolamo Cannaregio* 43 8 S. Marco 23 9 S. Polo 14 7 Castello 12 10 S. Croce 6 6 Dorsoduro 2 2 100 42 Totale Cannaregio* S. Marco S. Polo Castello S. Croce Dorsoduro San Martino Cannaregio S. Marco S. Polo Castello* 5 3 22 11 6 4 58 12 S. Croce 1 1 Dorsoduro 8 8 100 39 Totale Cannaregio S. Marco S. Polo Castello* S. Croce Dorsoduro 28 Cannaregio 4 4 S. Marco 7 7 S. Polo 4 3 Castello 82 9 S. Croce 2 2 Dorsoduro 1 1 100 26 Totale Cannaregio S. Marco SPolo Caste11o S. Croce Dorsoduro Provenienza dalle diverse contrade dei confratelli delle Scuole di San Girolamo (rosso) e San Martino (blu) Fonte: F. Ortalli, “Per salute delle anime e delli corpi” Scuole piccole a Venezia nel tardo Medioevo, Venezia, Marsilio, 2001 29 30 Finanze 31 “Il modo di fare la guerra oggi è ridotto ad una specie di traffico o commercio in cui chi ha più denaro vince” Marchese di Aytona, 1630 “Per la guerra sono necessarie tre cose: primo il denaro, secondo il denaro, terzo il denaro” Montecuccoli 32 Finanze (Venezia) Entrate ordinarie: dazi di entrata ed uscita dal porto di Venezia dazi sul consumo (sale, vino, etc.) Entrate straordinarie (guerra) Prestiti Mutui imposte dirette Finanze (Venezia) XII-XIII secolo: 1. Mutui volontari: chiesti (a pochi contribuenti ricchi) per spese straordinarie, quando i contribuenti sono già pressati da prestiti forzosi molto gravosi. Interessi alti Solo dal ‘400 documentati prestiti da banchi privati (ma usati che prima) 33 Debito pubblico 2. Prestiti forzosi (documentati dal 1187, ma diventano prassi acquisita, parallela ai prestiti volontari dal 1207 Dal 1262 regolati strettamente: interesse del 5% e ripartizione in base alla capacità contributiva, verificata attraverso dichiarazioni del contribuente (beni mobili e immobili) Il debito pubblico Conseguenze: 1. La finanza pubblica viene sottratta al vincolo di un gruppo definito di prestatori 2. I prestiti diventano presto una parte consistente dei grandi patrimoni dei veneziani 34 Il debito pubblico Il debito pubblico cresce rapidamente nei decenni successivi (difficoltà a restituire le somme prestate) 1262: creazione del Monte Vecchio = consolidamento del debito è il primo debito pubblico consolidato d’Europa Mercato dei titoli, con alte quotazioni fino al 1347 (anche 102%) Gli interessi sono pagati col gettito dei dazi Il debito pubblico 1379: primo elenco dei contribuenti (conservato): guerra di Chioggia 6.294.000 ducati 2.128 contribuenti (1 capofamiglia su 8) (1.209 nobili e 919 popolari) 38 enti religiosi 35 Il debito pubblico L’andamento del debito: 1350-1376: prevale il deficit 1377-81: (guerra di Chioggia) profonda crisi finanziaria: il valore dei titoli crolla Prestiti forzosi: ¼ della ricchezza della città (2.500.000 duc.) Il debito pubblico L’andamento del debito dopo la guerra di Chioggia 1396 => il valore risale al 60% 1403: 66% Il pagamento degli interessi, sospeso durante la guerra di Chioggia, riprende nel 1382 36 Valore dei titoli del debito pubblico anno Guerra di Chioggia valore del titolo 1375 92,5% 1380 30% 1381 18% 1382 40% 1385 34% 1389-91 43% 1396 60% 1403 66% Valore dei titoli del debito pubblico 1375-1403 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 1375 1380 1381 1382 1385 1389-91 1396 1403 37 Il debito pubblico Conquista della Terraferma temporaneo miglioramento dei conti vendita beni dei Carraresi e Scaligeri Entrate dalla terraferma Es: 1406= 59.000 ducati (cittadini veneziani: inizio penetrazione) dal 1411: guerra contro Sigismondo d’Ungheria e patriarca d’Aquileia Il ulteriore aggravio del debito soprattutto a partire dal 1425 prelievo sale fino al 288% dell’imponibile stimato Gli interessi scendono dal 5% al 4% e poi al 3% Totale stimato del debito consolidato, 1279-1423 Anno Lire a grossi 1279 400.000 1291 900.000 1299 1.500.000 1313 2.800.000 1334 1.800.000 1343 1.100.000 1353 3.100.000 1363 3.700.000 1373 6.000.000 1379 8.500.000 1381 12.300.000 1386 12.800.000 1390 11.000.000 1393 12.500.000 1395 10.000.000 1402 9.500.000 1404 14.000.000 1413 23.000.000 1423 15.600.000 38 Il debito pubblico Dal 1453 si cominciano a studiare nuovi sistemi di imposizione. Il sistema di prestiti volontarie forzosi alimentati dai tassi di interessi favorevoli e dalla restituzione tramite le imposte indirette è ormai in crisi Si va verso l’imposta diretta a perdere Valore dei titoli del debito pubblico: 1347-1454 120% 100% 80% 60% 40% 20% 13 47 13 75 13 80 13 81 13 82 13 85 13 90 13 96 14 03 14 08 14 13 14 17 14 20 14 21 14 25 14 31 14 36 14 41 14 46 14 51 14 54 0% 39 La decima Inizio guerra col Turco: spedizione in Morea (1463-1479). Perdita di Negroponte, Argo e Scutari 15 giugno 1463: istituzione della decima 1. 2. PERSA (imposta diretta) A RESTITUIR (prestito che alimenta il debito pubblico) Due all’anno in media La decima Dichiarazioni di decima Commissioni Catastici Dieci Savi alle decime di Rialto Redecime: 1463 – 1514 – 1537 – 1566 – 1581 -1661 – 1711 -1740 40 Valore dei titoli del debito pubblico: 1347-1481 120% 100% 80% 60% 40% 20% 74 14 65 14 54 14 46 14 36 14 25 14 20 14 13 14 03 14 90 13 82 13 80 13 13 47 0% Il Monte Nuovo Guerra di Ferrara (1482-84) 8.269.000 ducati di debito pubblico consolidato (equivalenti a circa 7 anni di entrate complessive) “Nuovo modo”di fare prestiti (21 aprile 1482) Tre decime all’anno Massimo 550.000 duc., col 5% di interesse (27.500 duc.) Nasce il Monte Nuovo (Monte Vecchio) Ravviva l’interesse dei prestatori e fissa un tetto 41 Il debito pubblico 1509: prima della guerra di Cambrai Monte Vecchio in abbandono (8.700.00 duc., con quotazione -20%) Monte Nuovo benissimo (3.000.000 duc. con quotazione 100%) Decime imposte sui contribuenti veneziani (1464-1481) 1480 1478 1476 1474 1472 1470 1468 1466 1464 0 1 2 3 4 5 42 Fine ‘400 Entrate annue 1.100.000 ducati 20%: imposte dirette su immobili Venezia e terraferma, su attività commerciali e pro’ dei vecchi imprestiti (M.Vecchio) 80%: imposte indirette sulla produzione e sul consumo Quotazioni dei titoli del Monte Nuovo (1495-1506) 120 100 80 60 40 20 0 feb. 1495 giu. 1496 gen. 1497 lug. 1499 mag. 1500 ott. 1501 feb. 1502 feb. 1503 ag. 1504 ag. 1505 giu. 1506 43 Il debito pubblico Agnadello: crisi gravissima (mancano entrate Terraferma, diminuiscono quelle di Venezia) Si ricorre ad ogni tipo di misura di finanza straordinaria (vendita cariche, etc.) Congelamento pagamento interessi M.V. e M.N. ⇒ 1509: istituzione del Monte Nuovissimo ⇒ 1526: istituzione del Monte del Sussidio ⇒ Appare evidente la necessità di trovare un’alternativa stabile al sistema dei prestiti forzosi basati sulla decima Decime imposte ai contribuenti veneziani (1500-1514) 16 14 12 10 8 6 4 2 15 00 15 01 15 02 15 03 15 04 15 05 15 06 15 07 15 08 15 09 15 10 15 11 15 12 15 13 15 14 0 44 Il debito pubblico Depositi in Zecca Sperimentati nel 1528, introdotti nel 1538 (guerra veneto-turca) 1. deposito vitalizio al 14% per 100.000 duc.. dà una rendita annua vitalizia del 14%. Alla morte il capitale resta alla Zecca • 2. depositi variabili, a tempo determinato Volontari (non più forzosi come i Monti) Interessi più alti Il debito pubblico 11 Risultati 1544-1570: riduzione del debito e degli interessi (3%) Monte nuovo liquidato a fine 1552 Monte nuovissimo e del Sussidio dal 1543 Peso interessi a lungo termine sul bilancio statale: 20% metà ‘500 10% 1569 45 Il debito pubblico 12 Guerra di Cipro (1570-71) Massiccia richiesta di credito Interessi al 6%, poi al 7% 8% sui titoli a 20 anni 14% sui titoli a 17 anni Entrate della Repubblica 1550-1635 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0 1550 1.600.000 1560 1.670.000 1569 1.900.000 1580 1.900.000 1587 2.000.000 1595 2.200.000 1602 2.440.000 1609 2.550.000 1623 3.760.000 1550 1560 1569 1580 1587 1595 1602 1609 1623 1635 1635 3.400.000 46 Più di due anni di entrate statali Debito pubblico 14 Titoli del debito pubblico sempre più presenti nei libri contabili dei privati e degli enti laici ed ecclesiastici veneziani 700.000 ducati di spese per interessi (Zecca e monti) passano nelle tasche dei veneziani => I grandi patrimoni pagano meno di tasse di quanto quadagnino dagli interessi del debito pubblico 47 Debito pubblico 15 I detentori di titoli sono azionisti dello stato Il debito pubblico diventa un elemento di stabilità costituzionale Debito pubblico 16 Progetti di affrancazione del debito pubblico (anni ’70): il carico del pagamento degli interessi è troppo alto 515.000 depositi in Zecca 200.000 debito consolidato Monti 700.000 ducati in totale Un terzo delle rendite nette dello Stato Proteste per i vantaggi che traggono i patrizi dal passivo dello stato (interesse pubblico-utile privato) 48 Debito pubblico 1577: progetto di Zuan Francesco Priuli di affrancazione dei Depositi in Zecca (approvato dal Consiglio dei Dieci) 120.000 duc. annui tratti dalle fonti finanziarie già esistenti tanse e decime + il risparmio degli interessi porteranno all’azzeramento del debito in 20 anni L’affrancazione avrebbe sollevato tutti i sudditi, levando “quella mala impressione che è in molti, che li principali nobili di questa città” divenissero “patroni” delle entrate pubbliche, godendosele senza pagare alcuna imposta. In favore invece di una finanza pubblica fondata sull’imposta diretta ordinaria Investimento nei commerci Debito pubblico 17 1577-1584 (sette anni invece di venti) L’operazione è completata con la restituzione di 5.000.000 ducati Grandissima potenzialità della finanza pubblica 49 Debito pubblico 1595: parte l’affrancazione del Monte Nuovissimo e Monte del Sussidio (2.400.000 ducati) 1600: si procede all’affrancazione del Monte Vecchio Al 2,5-5% per il mercato Al 7-15% per i proprietari originari 4.000.000 di ducati per tutti i Monti Debito pubblico Ma conseguenze sociali e finanziarie Spinta ad investire diversamente Poco verso attività commerciali e manifatturiere Prestiti livellari Proprietà fondiarie in terraferma Ma difficoltà di investimento Specie enti ecclesiatici Legge 1605: proibisce acquisto proprietà fondiarie 50 Bilanci della Repubblica: entrate e uscite 9.000.000 8.000.000 7.000.000 6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.000.000 2.000.000 1.000.000 13 43 15 00 15 50 15 65 15 79 15 87 16 02 16 21 16 25 16 37 16 65 16 73 17 10 17 40 17 50 17 60 17 70 17 80 17 92 0 51