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La coscienza e l`agire morale tra oggettività e
La coscienza e l’agire morale tra oggettività e soggettività La coscienza nella Sacra Scrittura La coscienza Nei Padri della Chiesa e in San Tommaso La coscienza nei documenti del Magistero Definizione teologica della coscienza La coscienza nella filosofia contemporanea Metodologia del seminario Tre indirizzi di indagine e di studio proposti agli studenti: Filosofico (Abbagnano N., Diz. Di Fil.; Storia della Filosofia; Antiseri D.- Reali G., Storia della Filosofia). Per autori specifici si consiglia di approfondire Romano Guardini, Etica; Rosmini; Lonergan B. La coscienza, Hannah Arendt, Alcune questioni di filosofia morale, Einaudi 2006; La vita della Mente. Scritturistico (Delhaye,P., la coscienza morale del cristiano, DesclEE – Editori Pontifici, Roma 1968; Pontificia commissione biblica, Bibbia e morale, LEV 2008; G. Kittel (ed.), Grande lessico del Nuovo Testamento (Brescia: Paideia, 1965-1992) I-XVI; G. F. Hawthorne, Dizionario di Paolo e delle sue lettere (Cinisello Balsamo: San Paolo, 1999); . Schnackenburg, Il messaggio morale del Nuovo Testamento (Supplementi CTNT 1, 2; Brescia: Paideia, 1989, 1990); W. Schrage, Etica del Nuovo Testamento (Introduzione allo studio della Bibbia. Supplementi 4; Brescia: Paideia, 1999). G. Segalla, Un’etica per tre comunità. L’etica di Gesù in Matteo, Marco e Luca (Studi biblici; Brescia: Paideia, 2000). Magisteriale I documenti del Magistero; in particolare Gaudium et spes 16, Veritatis splendor; Catechismo della Chiesa Cattolica; Catechismo degli adulti (“coscienza” in Nuovo Dizionario di Teologia morale, Cinisello Balsamo Milano; Tremblay R., Cristo e la morale in alcuni documenti del Magistero (Temi di morale fondamentale), Roma, Ed. Dehoniane, 1996, Benedetto XVI, Gesù di Nazareth Vol. 1, Rizzoli 2007. A conclusione di ogni indirizzo il docente fornirà una bibliografia accurata. Per chi volesse già iniziare si può consultare la bibliografia generale sopra citata. La coscienza un chiarimento terminologico 1. Termini classici per designare la coscienza συνείδησις e coscientia nella filosofia classica e nella Sacra Scrittura Nella filosofia antica come in Platone la coscienza rappresenta il pensiero o l’opinione: “il dialogo interno dell’anima con se stessa”, nel senso della consapevolezza dei nostri stati essa è ricordo, opinione, ragionamento, cioè l’insieme delle attività cognitive in genere (coscienza teorica). Ma nella Repubblica Platone usa il termine equivalente a συνείδησις, cioè coscienza come giudice morale delle proprie azioni: «Quando un uomo crede di sentire avvicinarsi la morte.... Ripassa ed esamina le ingiustizie che ha potuto commettere. Se trova nella sua condotta molte iniquità, di risveglia infine dal suo sonno... Ha paura e vive una orribile attesa. Se al contrario non ha alcun errore da rimproverarsi (τω δέ µηδέν έαυτώ ἂδιχον ξυνειδὸτι), ha in sé una dolce speranza, benefica nutrice della sua vecchiaia, come dice Pindaro. Poiché questo poeta ha detto molto bene che quando un uomo ha condotto una vita giusta e santa “la dolce speranza lo accompagna, gli riscalda il cuore e nutre la sua speranza”». (Rep. I, 330d-331°) Sulla scia di Platone e di Plotino nella Sacra Scrittura la coscienza è il cuore, cioè il centro vitale dell’uomo dove egli solo con se stesso o con il suo Dio ha la percezione del bene e del male e di conseguenza è capace di ragionare e giudicare su ogni sua azione. Giobbe 27,6: Il mio cuore non mi condanna (Rom 2, 14-16). Nell’A.T. il termine συνείδησις ricorre solo due volte, l’ebraico non conosce un equivalente, in Paolo nelle sue lettere è invece frequente. La coscienza un chiarimento terminologico 2. Termini moderni per designare la coscienza Bewusstsein e Consciousness (coscienza psicologica o teoretica) Possiamo definirla come “l’intuizione più o meno completa, più o meno chiara, che lo spirito ha dei suoi atti” (A. Lalande). Nel senso psicologico la coscienza è la consapevolezza che l’uomo ha dei suoi stati, è il caso in cui diciamo che un uomo è cosciente nel senso di essere presente a se stesso, desto non è addormentato né svenuto. Questa definizione psicologica della coscienza di uso molto comune e popolare è tuttavia molto diversa dalla coscienza morale e dalla sua definizione in senso filosofico. Gewissen e coscience (coscienza morale o pratica) Si Tratta la capacità che ha l’uomo o il soggetto di dare giudizi normativi, spontanei ed immediati sul valore morale di azioni pratiche ben determinate. «Quando questa coscienza si applica ad atti futuri dell’agente essa riveste la forma di una voce che comanda o che proibisce (Coscienza antecedens); quando si applica agli atti passati, si traduce in sentimenti di gioia (soddisfazione) o di dolore (rimorso) (Coscienza consequens)» (A. Lande). La coscienza in senso filosofico Secondo Abbagnano il concetto filosofico è più complesso e supera quello psicologico: «è quello del rapporto dell’anima con se stessa, di una relazione intrinseca all’uomo “interiore” o “spirituale”, per il quale egli può conoscersi in modo immediato e privilegiato e perciò giudicarsi in modo sicuro e infallibile». Spiega il nostro autorevole autore: «Si tratta perciò di una nozione in cui l’aspetto morale - la possibilità di auto-giudicarsi - si connette strettamente con l’aspetto teoretico, la possibilità di connettersi in modo diretto ed infallibile». N. Abbagnano, Diz. di Filos., Utet, 2011, 225ss. La coscienza morale in alcuni filosofi e teologi Romano Guardini (1885-1968) Hannah Arendt (1906-1975) La coscienza è sempre in relazione al bene concreto nella situazione concreta (esperienza) La coscienza è consapevolezza di sé, autoevidenza di esistere in riferimento all’esperienza situazionale sempre in rapporto alla scoietà «C’è in me qualcosa che per sua natura risponde al bene come l’occhio alla luce: Coscienza» La coscineza è in relazione al bene La cosceinza morale è la conseguenza del pensiero. L’uomo in dialogo con sé comprende il bene e il male La coscienza non è né temperamento (emozione) né prodotto sociale La coscienza è scintilla animae (interiorità) Grazia ed esperienza del bene Antonio Rosmini (1785-1855) La coscienza è giudizio sull’azione in riferimento alla legge e deve essere sempre formato Bernard Lonergan (1904-1984) La coscienza è spinta intellettiva verso il bene compreso a partire dalla storia delle proprie esperienze La coscienza è il dianamismo umano che La coscienza è un giudizio cerca il suo compimento pratico sul proprio operare verso l’intelligibile, il reale, il bene, il santo La coscienza non è aver Questo giudizio viene preso La legge morale è guida alla coscienza di tutte le esperienze a livello di interiorità in coscienza ma non è dell’uomo ma coscienza di essere rapporto alla legge naturale sufficiente alla in un luogo e di dare un inizio e alla legge positiva comprensione del bene all’azione «Ora questo bene non è campato in La coscienza è sempre coscienza aria, quasi estraneo, in uno spazio politica inaccessibile. Il bene è in relazione con me; mi tocca. » Cioè conspevolezza sociale, essa individua il bene, ma non lo La cosienza è questa consapevolezza prescrive. Ha bisogno di essere che il bene esiste e come una voce formata la interpella: «Accoglimi, intedimi, voglimi, attuami» Vi può essere contraddizione tra il giudizio di coscienza e la scelta pratica. L’uomo retto è colui che supera tale contraddizione La coscienza morale ha bisogno di un effettiva comprensione del bene che avviene solo attraverso il giudizio delle esperienze della propria storia personale. Opere da consultare Romano Guardini, Etica, Morcelliana 2003; id. La coscienza. Il bene, il raccoglimento; Morcelliana, 2009. Hannah Arendt Alcune questioni di filosofia morale, Einaudi 2006; id. La vita della mente, IL Mulino, 2009, 369-470. Antonio Rosmini, Trattato della coscienza morale, 1839; id.Principi della scienza morale, Città Nuova Editricie. Bernard Lonergan; B. J.F. Lonergan, Insight: Uno studio del comprendere umano, ed. it. a cura di S. Muratore e N. Spaccapelo, Città Nuova, Roma 2007, 427-430. Come introduzione si veda Frederick E. Crowe, Bernard J.F.. Progresso e tappe del suo pensiero, Città Nuova Editrice 1995, 159-168. Giuseppina De Simone, Per una sintesi teologica-filosofica. L’importanza di Bernard LOnergan in C. Taddei Ferretti (a cura di), Bernard J.F. Lonergan tra filosofia e teologia, Istituto Italiano per glistudi filosofici, Napoli 2010, 81-88. Frederick E. Crowe, Bernard J.F.. Progresso e tappe del suo pensiero, Città Nuova Editrice 1995, 159-168. Significato di Coscienza nella cultura contemporanea Coscienza come consapevolezza di sé (ho coscienza di me stesso) Coscienza come facoltà intellettuale (cum-scienza) Coscienza come sentimento personale (aver coscienza di, sentire) Coscienza come giudice (rimorzo, campanello di allarme) Coscienza come espressione della collettività (coscienza ecclesiale) In sintesi con coscienza si indicano due riferimenti fondamentali: Soggetto Collettività In positivo Recupero della centralità del soggetto Recupero della dimensione comunitaria In negativo Rischio del Soggettivismo Rischio del collettivismo La coscienza un chiarimento terminologico 3. Definizione teologica di coscienza Gaudiem et Spes 16, Testo principe per le posteriori definizioni della coscienza date dal Magistero e dai teologi moralisti moderni. «Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell'intimità del cuore: fa questo, evita quest'altro.L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire è la dignità stessa dell'uomo, e secondo questa egli sarà giudicato (17). La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità (18).Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell'amore di Dio e del prossimo (19). Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale. Quanto più, dunque, prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme oggettive della moralità. Tuttavia succede non di rado che la coscienza sia erronea per ignoranza invincibile, senza che per questo essa perda la sua dignità.Ma ciò non si può dire quando l'uomo poco si cura di cercare la verità e il bene, e quando la coscienza diventa quasi cieca in seguito all'abitudine del peccato». Per il commento e l’attualizzazione contemporanea di questo testo si veda: C. Maccari, La coscienza come risposta dell’uomo alla chiamata di Dio. Proposta di lettura etico-esistenziale di Gaudium et spes 16 in Convivium Assisiense, V [nuova serie] (2003) 2, p. 117-149. C. Maccari, L’’agire’ pastorale del cristiano in Convivium Assisiense, VI [nuova serie] (2004) 2, p. 271-294 Definizione teologica della coscienza morale In sintesi possiamo ricavare dal Maigistero: La coscienza morale del cristiano è L’unione dell’esperienza spirituale (L’uomo si trova solo con Dio e con se stesso) e dell’esperienza morale (Fa questo fuggi quest’altro) dell’uomo, il quale si comprende come persona, soggetto di valori e di senso, nella risposta alla chiamata di Dio, consapevolmente compresa, liberamente assunta e perciò responsabilmente attuata. Significato teologico della coscienza morale CCC CDA VS (1776-1802) (Cap 23) (54-64) «Il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo» «Attesta l’autorità della verità in riferimento al bene» «La coscienza è il luogo della chiamata personale di Dio e della libera risposta di ogni uomo» «La coscienza, la verità, la legge e la libertà non sono in contrapposizione» «Nella coscienza l’uomo scopre una legge naturale» «La coscienza morale è un giudizio della ragione» «La coscienza cristiana è l’uomo nuovo in Cristo». «Attesta l’autorità della verità in riferimento al bene» Concilio Vat. II GS 16 «Nella fedeltà alla coscienza i «La coscienza comprende cristiani si uniscono agli altri la percezione dei principi uomini per cercare la verità» della moralità» «Formazione della coscienza» «Grradualità nella responsabiilità personale» «Essa è testimonianza di Dio stesso all’uomo» La coscienza nella Bibbia Nella Bibbia è principalmente indicata con i termini cuore (giudizio) e prudenza (discernimento). Gesù stesso la indica così in Mc 7,21-22 e Mt 6,19-21 anche Mt 19,8. (La durezze di cuore è una cattiva coscienza. Coscienza come prudenza, cioè discernimento operato con intelligenza e volontà, (Pr 16,21; 3,13-16 15,24). Anche nel N.T. (M7 7,24-27; Fil 1,9-11; Rom 12,2; 1Cor 1,17-25; Giac 3,13-18). Nell’A.T. ritroviamo l’identificazione cuore-coscienza in Is 29,13; Ez 6,9; Zac. 7,12; 2Sam 24,10 (Davide). In San Paolo una trattazione completa sulla coscienza Nella lettera ai Romani Rom 2,14-16: La coscienza, Synéidesis, (si veda anche il termine già usato nell’A.T. Sal. 119,132; testimonia la presenza della legge naturale. E’ punto di riferimento alla verità; Rom 9,1; 1Cor 10,25-29, è testimone delle nostre azioni 2Cor 1,12; 2 Cor 5,11; è giudizio sui propri atti (Rom 12,2). La coscienza deve essere retta e vera (Atti 23,1; Atti 24,14-16, questa coscienza retta è vera è custode e annunzio della fede (1Tim 3,8-9; 1Tim 1,18-19) La coscienza in San Tommaso Coscienza Fondamentale Synderesis: i principi primi della legge naturale (La Somma Teologica, I-II, q.79, a 12, p. 724) Coscienza attuale Synéidesis (Coscientia, cum alio scientia): scienza unita ad altro, cioè all’atto, è il giudizio sull’atto da compiere o compiuto. (La Somma Teologica, I-II, q.79, a. 13, p. 725). Secondo San Tommaso la coscienza non è solo giudizio o atto, ma è la conoscenza (dinamica) della legge naturale (Cf I-II q.90ss., G. Cappelli, La legge morale naturale in «Convivium» 1996), applicata all’atto morale da compiere. I cireteri etici-teologici della coscienza Il cirterio induttivo: coscienza come esperienza. Il cirterio antropologico-cristologico: coscienza come risposta alla chiamata Il criterio della legge di Cristo: coscienza come decisione morale personale Il criterio della reciprocità delle coscienze: coscienza come cultura. Il criterio della regola aurea: coscienza come luogo dell’esperienza etica fondamentale. ( C. Maccari, la coscienza come risposta alla chiamata di Dio, in «Convivium Assisiense» 2- 2003, 117-149. In conclusione che cos’è la coscienza morale? Definizione generale di coscienza morale La coscienza morale non è una facoltà del soggetto La coscienza morale è il soggetto stesso quando nei suoi giudizi (interiorità-trascendenza), e nelle sue decisioni (esperienza), coinvolge la sua libertà, la sua consapevolezza e la sua responsabilità. Concretamente la coscienza morale è Un Giudizio di ragione pratica suscitato dalla capacità di autodeterminazione del soggetto posto nell’esperienza concreta del soggetto Giudizio di ragione pratica Volontà Autodeterminazione Ragione Desiderio Passioni Sentimenti Scala di Valori Virtù principi morali leggi morali Autorealizzazione Per il cristiano dovrà essere sempre una ragione illuminata dalla fede Indicazioni pastorali per una educazione della coscienza morale del credente Educare significa guidare l’altro a condurre la propria vita in piena libertà, consapevolezza e responsabilità Educare è sinonimo sempre di sofferenza e crescita, distacco, e allontanamento. Educare ai valori universali e perenni La Famiglia e la Parrocchia sono i luohi privilegiati del cammino di formazione morale (Cf CEI, “Orientamenti Pastorali” 2010-2020, Cap. IV.) 5 passi pastorali per una corretta formazione alla coscienza morale 1. Partire sempre dall’esperienza del soggetto 2. Proporre la regola d’oro come fondamento della moralità 3. Educare alla reciprocità delle coscienze 4. Educare alla vita di Cristo come «misura» dell’agire morale del credente e modello di una umanità compiuta (GS 22; 41) 5. Educare al discernimento morale e alla decisione morale personale