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Un grande albero
L’archetipo dell’albero Patrizia Moschin Calvi Definizione di albero quale si trova nell’enciclopedia: pianta a fusto e rami legnosi, capace di superare a completo sviluppo l'altezza di 3-5 m. Simbolo di vita, a tutti i livelli, rappresenta il pilastro centrale, l’asse attorno a cui si organizza l’universo, naturale e soprannaturale, fisico e metafisico, quel Cosmo vivente che ininterrottamente si rigenera, agente privilegiato della comunicazione tra i tre mondi: gli abissi, la terra e il cielo. Divinità associate alla fecondità, che spesso sono rappresentate in forma di albero o emergenti da alberi o collegate a essi. La dea egizia Hathor, considerata anche la Signora del sicomoro del sud, che costituiva fonte di ristoro per i defunti. Mosaico del XII sec. Il simbolismo dell'albero è presente anche nei testi biblici (l'albero della conoscenza del bene e del male, l'albero della vita, nell'Eden); la tradizione e l'iconografia cristiana, inoltre, hanno spesso rappresentato la Croce come albero della vita, simbolo che ha avuto ampia diffusione nel periodo medievale. Mosaico absidale della chiesa di S. Clemente a Roma, sec. XII. Leggenda di Barlaam, Benedetto Antelami, lunetta del Battistero di Parma, 1196 ca. L’Albero di Jesse sull’altare di S. Leonardo nella Cattedrale di Venafro (Isernia). Questo motivo iconografico viene spesso legato a quello dell'albero genealogico o albero di Jesse che nella genealogia di Matteo rappresenta il lignaggio di Gesù mostrandone la discesa da Jesse, padre del re Davide. È possibile pensare legittimamente che l’idea di concepire l’albero come immagine della vita sia nata dall’epoca in cui l’uomo ha compreso che le sue proprie radici si estendono al di là della realtà visibile e palpabile … Non sapremo mai dove e quando l’immaginazione umana abbia piantato il più antico Albero della vita. La nascita dell’uomo religioso si perde nella notte dei tempi. È quindi certo che i testi su cui si basano le grandi religioni pongano un albero all’inizio della storia del genere umano, quando l’uomo incontra per la prima volta il mistero della creazione … M. Chagall, L’albero della vita, Sarrebourg (Francia), 1976. Miniatura dell’inizio del XIII secolo, Oxford, Bodleian Library. L’albero cosmico rappresentava il pilastro centrale, l'asse intorno al quale si organizzava l'universo. "Nel più lontano passato, molto prima che l'uomo facesse la sua comparsa sulla terra, un albero gigantesco s'innalzava fino al cielo. Asse dell'universo, attraversava i tre mondi". Yggdrasill in un manoscritto islandese del XVII secolo In lui il cosmo si rigenera in perpetuo. Fonte di ogni vita, l'albero dà riparo e nutrimento a migliaia di esseri. Tra le sue radici strisciano i serpenti, gli uccelli si posano sui suoi rami. Anche gli dei lo sceglievano per soggiornarvi. Molto c'è ancora da dire intorno al frassino Yggdrasill. Dalle sue foglie scende l’idromele, nettare di vita, un'aquila è appollaiata sui rami dell'albero e possiede molta saggezza … … Quattro cerve, simbolo della morte e rigenerazione ciclica del mondo, saltano tra i rami del frassino e ne mordono le foglie acuminate. “Quindi parlò Gangleri: Dove si trova la residenza principale o più sacra per gli dèi? Rispose Hàr: Si trova presso il frassino di Yggdrasill. Là gli dèi devono tenere il loro consiglio ogni giorno. Quindi parlò Gangleri : Cosa c'è da dire di questo luogo? Allora disse Jafnhàr : il frassino è di tutti gli alberi il più grande e il migliore; i suoi rami si allungano per tutto il mondo, fin sopra il cielo”. Presso i Celti abbondano esempi del culto degli alberi. Il luogo di culto era il nemeton, il bosco sacro. Un melo fiorito Erastus Salisbury Field, 1805-1900, The Garden of Eden, 1865 “Il Signore Iddio fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi piacevoli all’aspetto e buoni da mangiare e l’albero della vita in mezzo al giardino …” Tra i vari alberi piacevoli a vedersi, e buoni come fonte di cibo, che Dio aveva fatto spuntare nel giardino di Eden, anzi proprio in mezzo al giardino, c’era l’albero della vita. Mangiando il frutto dell’albero della conoscenza del Bene e del Male, Adamo ed Eva hanno contravvenuto a un divieto formale, hanno voluto superare la condizione che Dio aveva previsto per loro. Albero della conoscenza dipinto da Lucas Cranach il vecchio Allora il serpente disse alla donna: “No, voi non morrete, anzi Dio sa che il giorno in cui ne mangerete vi si apriranno gli occhi e sarete come Dio: conoscitori del bene e del male”. Botero, Adamo ed Eva Dio cacciò dunque l’uomo e pose a oriente del giardino dell’Eden i cherubini. Frederic Leighton, Il giardino delle Esperidi, 1892. “Poi mi mostrò il fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che procedeva dal trono di Dio e dell’Agnello …” (Apocalisse 22,1-2). L’Albero della Vita nell’affresco dell’abbazia di Sesto al Reghena. Cristo, il Nuovo Adamo, è crocifisso sul melograno, simbolo di vita e di fecondità. Roma, San Giovanni in Laterano, abside, mosaico Per tutto il Medioevo e in tutte le nazioni cristiane fu largamente diffusa una leggenda popolare che espone, con moltissimi particolari pittoreschi, il rapporto misterioso che unisce la Croce del Cristo all’Albero della Vita. L’arcangelo Michela L’arcangelo Michele. Morte di Adamo, Piero Della Francesca in Storie della vera Croce, basilica di S. Francesco, Arezzo (1458-1459) Mosè fa sgorgare l’acqua dalla roccia Intraprendendo la costruzione del Tempio … Al re rivelò la ragione del suo gesto: con quel legno, un giorno, sarebbe stata fatta la Croce del Salvatore degli uomini. cedro cipresso palma ulivo Golgotha Quando l’imperatore Costantino riportò la vittoria, dopo aver scorto nel cielo una croce luminosa sotto la quale era scritto, a lettere d’oro : “In questo segno vincerai”, e si fu convertito, mandò a Gerusalemme la madre Elena affinché ritrovasse la Santa Croce. Scoperta della vera croce, Giambattista Tiepolo Reliquia della vera croce (Roma) Nel tredicesimo secolo san Bonaventura assimila in modo più diretto Croce di Cristo e Albero della Vita: “La Croce è un albero di bellezza; consacrato dal sangue di Cristo, è colmo di tutti i frutti”. Vittore Crivelli, L’albero della redenzione, 1490 ca. Parigi Musee Jacquemart-Andrè. Simone dei Crocifissi, Sogno della Vergine, 1350-55, Ferrara, Pinacoteca Nazionale. Nell’immagine di Nicolas Froment Il roveto ardente, che si trova nella cattedrale di Aix en Provence, e fa parte di un trittico, si può vedere Mosè cui un angelo ingiunge di togliersi i calzari prima di avvicinarsi ad un enorme roveto in cima al quale troneggia Maria con il Bambino in braccio. Nell’affresco di Melchior Steidl, nel santuario di Nostra Signora di Loreto che è a Schonenberg, possiamo vedere rappresentata l’Immacolata, con la corona di dodici stelle, che troneggia sul globo, mentre schiaccia il serpente, innalzata nella gloria. L’albero rovesciato simboleggia la discesa del molteplice dall’Uno. Il simbolo può rappresentare anche il Sole che dispensa i suoi raggi alle creature. La radice è il principio della manifestazione, mentre i rami sono la manifestazione nel suo sviluppo. Secondo il cristianesimo vi vengono espressi diversi aspetti importanti; anzitutto ci ricorda la parola di Gesù: "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla" (Gv 15,5). L'albero è rovesciato perché ci ricorda che la nostra attività nel mondo deve avere le sue radici in cielo (baobab, detto anche albero rovesciato). Per Eliade l’Albero Ashvattha della tradizione indiana è la manifestazione del Brahman nel Cosmo. Per altri studiosi l’albero rovesciato con radici e rami molteplici è il segno della coesistenza nell’archetipo dell’albero dello schema della reciprocità ciclica. Dracaena cinnabari (fam. Agave, o ombrello rovesciato) Platone avrebbe affermato che l'uomo è una pianta rovesciata, le sue radici si stendono verso il Cielo e i rami verso la Terra. La stessa tradizione si trova nella dottrina esoterica ebraica: ‘L'Albero di Vita si estende dall'alto verso il basso e il sole lo illumina interamente’. Sempre secondo Eliade lo stesso avviene nella tradizione islamica dell‘Albero della vita o della felicità. Così, all’inizio della loro esistenza comune, in qualità di glifo dell’Essere Immortale, l’Albero ed il Serpente erano veramente delle immagini divine. L’Albero era rovesciato e le sue radici prendevano origine in Cielo ed emanavano dalla Radice Senza-Radici dell’Essere Assoluto. L’albero di creazione, con le radici in cielo, R. Fludd, Utriusque Cosmi II, Francoforte, 1621. Il suo tronco cresceva e si sviluppava attraversando i piani del Pleroma; esso proiettava i suoi rami rigogliosi in tutti i sensi, prima sul piano della materia appena differenziata, poi dall’alto al basso fino a toccare il piano terrestre. È perciò che l’Albero Ashvatta della Vita e dell’Essere, la cui distruzione conduce all’immortalità, è descritto nella Bhagavadgîtâ come avente le proprie radici in alto ed i 517 rami in basso. Le radici rappresentano l’Essere Supremo o la Causa Prima, il Logos, ma è necessario andare al di là di queste radici per unirsi con Krishna che, come dice Arjuna, è “più grande di Brahman, ed è la Causa Prima... l’indistruttibile, ciò che è, ciò che non è, e ciò che trascende entrambi.” Sin dall’antichità la colonna vertebrale venne associata alla simbologia dell’Albero in cui scorre la linfa vitale. da Ermete Trismegisto, Corpus Hermeticum. Ognuno di noi possiede questa bacchetta magica, canale in cui scorre l’energia vitale dell’essere umano … La colonna vertebrale si prefigura quindi come Albero della Vita perché il suo fine ultimo e il suo vero utilizzo trascendono la dualità delle conoscenze umane. Modello generale di neurone come albero rovesciato. Miniatura custodita alla British Library di Londra, che rappresenta l’albero della vita custodito in paradiso e protetto da 4 cherubini con la lancia, come descritto nel Genesi. In questo senso, tornò attuale il concetto dell'asse universale elaborato dalle antiche tradizioni precristiane: l'ideazione dell'albero cosmico, negli scritti del grande Origene, divenne figura dell'albero della vita … La derivazione dell'uso moderno da queste tradizioni, tuttavia, non è stata provata con certezza anche se sembra che sia nata a Tallinn, in Estonia, nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, Raekoja Plats, attorno al quale giovani scapoli uomini e donne ballavano insieme alla ricerca dell'anima gemella. Il teologo luterano Oscar Cullmann sostiene che l'albero di Natale accoglie, certamente, i miti dell'albero, simbolo del rinnovarsi della vita, delle antiche genti europee, ma direttamente esso trae la sua origine dagli alberi innalzati, e ornati di frutti e altri simboli cristiani, davanti alle cattedrali: durante queste cerimonie, quasi liturgiche, si mettevano in scena episodi biblici. Successivamente gli alberi da frutto vennero sostituiti da abeti, poiché questi ultimi avevano una profonda valenza "magica" per il popolo. Avevano specialmente il dono di essere sempreverdi, dono che secondo la tradizione venne dato loro proprio dallo stesso Gesù, come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici. A riprova di questo sta anche la tradizione, introdotta durante il pontificato di Giovanni Paolo II, di allestire un grande albero di Natale nel luogo che è il cuore del cattolicesimo mondiale, piazza San Pietro a Roma. L’archetipo dell’albero fine prima parte