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STRANE MANOVRE - cnt- terzo polo digitale

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STRANE MANOVRE - cnt- terzo polo digitale
IN
QUESTO
NUMERO
- DTT: LCN, strane manovre, tutto deciso in barba al CDS?
- DTT: canone frequenze, salta emendamento, si torna in stallo
- PAYTV: accord Sky-Siae, intese restrittive per il mercato
- DTT: Berlusconi vende il 7,79% di Mediaset e fa cassa
Settimanale di informazione sul settore
radiotelevisivo dell’Associazione
Coordinamento Nazionale Televisioni
Terzo Polo Digitale
www.coordinamentonazionaletelevisioni.it
Anno IX N. 7 del 21/02/2015
- TV LOCALI: settore allo stremo aspetta un condono fiscale
- RADIO: ascolti, pubblicati i dati del 2° trimestre 2014
- TV-TLC: Ben Ammar tra i possibili consiglieri di Vivendi
- DTT: guerra LCN, il gruppo RCS conquista il canale N. 59
- FREQUENZE: pubblicata la delibera AGCom 44/15/CONS
- UE: in corso la revisione della Direttiva sull’Audiovisivo
- DTT: Telecom terzo monopolista delle frequenze
- DIRITTI TV: calcio, assegnazione coppa Italia e Supercoppa
NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO
STRANE MANOVRE
DEEJAYTV CONSOLIDA LA SUA POSIZIONE N. 9
E’ GIA’ TUTTO DECISO IN BARBA AL CONSIGLIO DI STATO?
Continuano i colpi di scena in materia di numerazione canali (LCN).
Nel corso della lotta tra grandi players per conquistare le migliori
posizioni che ha visto Sky acquistare il N. 27 e Discovery il N. 9,
arrivano notizie su sospette riorganizzazioni interne proprio in capo
a Discovery che ha sborsato la modica cifra di 17 mln di Euro per
assicurarsi DeeJayTV con annessa LCN N. 9. Pare che i vertici di
Discovery abbiano reso noto l’intenzione di plasmare in futuro un
prodotto generalista e del tutto equilibrato, ancora una volta con
intenzione di restare a tutti i costi tra le tv generaliste nazionali
anche se il Consiglio di Stato aveva palesemente dichiarato NON
generaliste sia MTV che DeeJayTV.
RISPETTARE LE PRONUNCE DEL CONSIGLIO DI STATO
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Le dichiarazioni di Discovery nel riorganizzare il palinsesto di DeeJayTV ancora una volta confermano
dubbi su quanto sta accadendo “dietro le quinte”. Prima di tutto come è possibile sborsare 17 mln di euro,
e poi ora procedere ad un adattamento del palinsesto se è chiaramente assodato come DeeJayTV non
sia legittimata ad occupare la posizione N. 9 sul telecomando in forza di una sentenza dei supremi giudici
amministrativi? Simili operazioni lascerebbero ampio sospetto che forse tutto sia già scritto? Qualunque
manager in questo momento di incertezza e di attesa della nuova normativa LCN, e con tanto di sentenza
del Consiglio di Stato, non spenderebbe neanche un euro con il rischio di perdere a breve ciò su cui si è
investito (il N. 9 appunto). Sarebbe diverso, invece, se si disponesse di una qualche sicurezza sul futuro.
Non dimentichiamo, inoltre, che oltre al carattere generalista su cui c’è discussione, l’altro criterio per
essere legittimati a stare nel primo range di numerazione è quello di “ex analogica”, vale a dire di operare
sull’etere prima dell’avvento del digitale terrestre, cosa che ne’ DeeJayTV ne’ MTV facevano.
Il CNT-TPD ribadisce che, nel rispetto della giustizia amministrativa, urge varare al più presto il nuovo
Piano LCN osservando le pronunce dei giudici e ristabilendo, quindi, legittimità per le Tv locali leader in
analogico pre switch off, e per le tv nazionali generaliste ex analogiche che sono state discriminate a
favore di MTV e DeeJayTV.
LA SAGA INFINITA DEL CANONE FREQUENZE
SI TORNA IN STALLO
SALTA L’EMENDAMENTO SUL MILLEPROROGHE
Siamo sempre di più il “paese dei balocchi”, o meglio il
paese del conflitto di interessi. La politica gioca con la vita
delle televisioni locali: decidono, cambiano, fanno e
sfanno, creando enorme confusione e incertezza nel
settore, un agire totalmente regolato da convenienzeinteressi-intrecci un mescolamento tra politica e
economia (dei grossi capitali). E’ questo che sta
succedendo sul tema dei canoni dovuti allo Stato per
l’utilizzo delle frequenze in ambito televisivo che molto ha
avuto a che vedere con le vicende del famoso ‘Patto del
Nazareno’. Ma vediamone nei dettagli il percorso.
IL PERCORSO INIQUINATO DAL CONFLITTO DI INTERESSI
• FASE UNO: ‘PATTO DEL NAZARENO’, LO SCONTO A MEDIASET
In pieno accordo tra Governo e corrente politica che fa capo a Silvio Berlusconi (patron di Mediaset)
arrivava più di un mese fa la stangata eclatante a sorpresa da parte dell’AGCom: modificare drasticamente
i criteri di calcolo non più agendo sul fatturato - (finora gli editori nazionali hanno versato come canone
l’1% del loro fatturato mentre le tv locali, un importo massimo di 17.776 euro) - ma prevedendo una quota
fissa.
Apriti cielo. In base al ricalcolo accadeva che Rai e Mediaset (guarda caso) avrebbero pagato da 3 a 13
milioni di euro ciascuno piuttosto che 26 la Rai e 13 Mediaset. Grossa lievitazione dei costi, invece, per
Persidera (ex Timb), Rete A, ReteCapri e DeeJayTV (Discovery) con un conto di quasi due milioni di
euro per ogni mux, e per tutti gli operatori di rete locali. La delibera approvata non all'unanimità dall'AGCom
lo scorso settembre aveva decisamente cambiato il quadro, rimettendo gli oneri sugli operatori di rete con
(addirittura) una riduzione del gettito complessivo per lo Stato almeno in una prima fase da un minimo di 9
milioni a un massimo di 48 a regime.
Immediate, quindi, le proteste da parte degli operatori fuori dal duopolio Rai-Mediaset, per non parlare
dell’intero comparto locale che, con facili conteggi, sarebbe stato destinato alla morte definitiva. Persino il
sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli aveva reputato eccessivamente sproporzionato il
provvedimento temendo evidentemente ripercussioni in sede europea vista la procedura di infrazione
comunitaria ancora pendente sull’Italia. La Commissione UE aveva, infatti, subito avvertito il MISE che il
provvedimento dell’AGCom non andava bene.
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• FASE DUE: PRENDERE TEMPO DOPO ILCLAMORE MEDIATICO-POLITICO
Da qui la prima svolta: stretti da il ‘patto del Nazareno’ e dal troppo rumore mediatico-politico, la strada
migliore è stata la solita: prendere tempo prevedendo, intanto, un acconto, ossia il pagamento del 40% su
quanto versato nel 2013. E così è stato, per il momento appunto.
• FASE TRE: ROTTURA DEL ‘PATTO DEL NAZARENO’, ANNULLATO LO SCONTO A MEDIASET
L’improvviso cambio di rotta… per l’improvvisa rottura del ‘patto del Nazareno’ dopo l’elezione del Capo
dello Stato: spunta un veloce un emendamento previsto nel ‘Milleproroghe’ dove veniva imposto il ritorno ai
canoni del 2013 e un passaggio di competenze in materia dall’AGCom al MISE-Com. Della serie, quando
si vuole un provvedimento parte velocissimo senza intoppi. Stavolta, però, le proteste sono di Mediaset che
la prende come una punizione per la presunta rottura dell’intesa Renzi-Berlusconi, e questo
confermerebbe quindi i sospetti sollevati in precedenza in tema di sconto-accordo.
• FASE QUATTRO: SALTA L’EMENDAMENTO, SI TORNA IN STALLO
Data la situazione nuovamente incerta sulle intese tra Governo e Forza Italia, con presunti riavvicinamenti
misti a fratture forse insanabili, si torna sulla difensiva, sul “prendere tempo” e, quindi, sullo stallo. In attesa
di ridefinire bene come si predisporranno le forze politiche in tema di riforme, l’emendamento al
‘Milleproroghe’ è stato eliminato. Ritirando, quindi, l’emendamento per il pagamento dei canoni bisogna far
riferimento al decreto Ministeriale dello scorso gennaio, che prevede il versamento di un acconto pari al
40% di quanto pagato nel 2013.
• FASE CINQUE: EMENDAMENTO PRONTO ALL’USO OPPURE SARA’ L’INFERNO
Quello di cui sopra sarebbe un decreto ‘tampone’ in attesa che l’esecutivo predisponga una nuova norma
che permetta di superare la delibera AGCom dello scorso settembre, che ha introdotto il nuovo sistema di
calcolo per i canoni delle frequenze in linea con la Legge ‘Passera-Monti’, considerata però dal Governo
ormai superata. La situazione, comunque resta al momento in stand-by, ma non potrà durare a lungo.
Secondo alcune voci il Governo potrebbe ripresentare l’emendamento nel decreto su banche e
investimenti. Tutto dipenderà da come si delineerà il quadro politico per il varo delle riforme.
Certo è che se il provvedimento dell’AGCom passasse, non solo si riaprirebbe un contenzioso con la
giustizia amministrativa, ma la Commissione UE stavolta non farebbe sconti.
LE INTESE RESTRITTIVE DI MERCATO
L’ACCORDO SKY-SIAE
Siae e Sky Italia hanno siglato un accordo di licenza per
l'utilizzo dei contenuti di repertorio tutelati dalla Siae, Società
degli Autori ed Editori, su tutti i servizi e i canali di Sky Italia e Fox International Channel Italy. Questa
partnership nasce da una comune visione degli sviluppi del mercato audiovisivo, in cui il consumatore
sceglie liberamente come e quando vedere ciò che preferisce e gli operatori offrono i medesimi contenuti
su tutte le diverse piattaforme distributive, anche con differenti modelli di business.
NON SI PUO PARLARE DI PLURALISMO SE NON VENGONO
GARANTITI DIRITTI DI ACCESSO ALLE TV LOCALI
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Il mercato televisivo italiano continua a “restringersi” sempre di più, sia esso quello a pagamento logorato
dal monopolio di Sky sul satellite, sia quello free sul digitale terrestre. Con questo ennesimo accordo la
visione di un mercato dei contenuti è sempre più offuscata da una library eccessivamente potente detenuta
da pochi grandi operatori che dispongono ormai di pacchetti molto ricchi dei più variegati temi. Fino a
quando non si pongono in essere azioni a tutela degli operatori più piccoli non si potrà mai parlare di
pluralismo. In piena crisi è necessario aprire ai piccoli e medi operatori indipendenti la possibilità di
accesso a contenuti liberi da ogni cavillo di ordine burocratico-legale e soprattutto economico. Nel pieno
rispetto degli autori e della concorrenza, sarebbe necessario creare una fetta di “zona franca” e non
continuare a veder prosciugare gli archivi delle tv locali costrette sempre di più a rifugiarsi in prodotti di
scarsissima qualità. Per sostenere, anzi, per salvare il settore si deve agire su più fronti, ed uno di questi è
proprio quello dei contenuti.
MONOPOLIO MEDIASET
BERLUSCONI VENDE IL 7,79%
DI MEDIASET E FA CASSA
PER 390 MLN DI EURO
Berlusconi vende Mediaset. Non tutta la società ma una bella
fetta del capitale del gruppo televisivo, il 7,79%, viene messa sul
mercato e ceduta a investitori istituzionali italiani ed esteri. È un
accelerated bookbuilding la procedura scelta da Fininvest per collocare i 92 milioni di azioni che, ai prezzi
di borsa, vale più di 390 milioni. Al termine Fininvest passerà dall'attuale 41,28 al 33,4% del gruppo di
Cologno Monzese. Manterrà quindi il potere di condizionare le assemblee straordinarie. Per dirla con le
parole della società “potrà continuare ad assicurare a Mediaset la stabilità di un azionariato di riferimento”.
Nessun disimpegno quindi, a dispetto delle ricorrenti voci di vendita del gruppo.
PROBABILE POTENZIAMENTO DELLA PAY PREMIUM PER AFFOSSARE
DEFINITIVAMENTE IL PLURALISMO NELLA DTT A PAGAMENTO
L'obiettivo della dismissione lo spiega in una nota la holding che fa capo a Berlusconi: “La liquidità che si
renderà disponibile con questa operazione consentirà tra l'altro a Fininvest di proseguire nel rafforzamento
della struttura finanziaria e patrimoniale della società e di agevolare eventuali investimenti in un'ottica di
diversificazione del portafoglio azionario”. Ovviamente c'è chi scommette che le nuove risorse verranno
investite nella partita della pay tv Mediaset Premium, destinata, secondo ipotesi peraltro smentite, a nozze
con Sky. Mediaset, infatti, non ha mai voluto cedere il passo sul fronte pay cedendo alla forza di Sky, anzi,
stando alla scelta di “farsi un buco in petto” con l’acquisto dei diritti per la Champions League 2015-2018,
ha pienamente fatto capire al mercato di non mollare assolutamente e di voler puntare al vertice
garantendosi il monopolio assoluto nel digitale terrestre pay.
FERMATE LA MORSA DEL FISCO
TV LOCALI ALLO STREMO
ASPETTANO UN CONDONO
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Nonostante i ripetuti appelli che stiamo rivolgendo al Governo di
settimana in settimana, facendo presente la situazione di mercato in cui
si trovano le tv locali, ormai esasperate, martoriate e decimate, non
arriva ancora una mossa concreta e radicale. Nel frattempo Equitalia
non si ferma e prosegue la sua azione esattoriale indiscriminata con il rischio di cancellare completamente
un intero settore storicamente di elevato valore economico, culturale e professionale. La colpa la si
vorrebbe imputare alla crisi economica ma, piuttosto, sembra chiaro che il maggiore imputato è il Governo
che ha varato cattive normative e gestito malissimo il passaggio al digitale terrestre arrivando al disastro di
oggi. Nessuna parte politica può essere innocente, destra, sinistra, centro, maggioranza e opposizione, tutti
hanno responsabilità per essere arrivati a questa situazione.
Ora, quindi, unico rimedio sarebbe quello di prendere provvedimenti al contrario, o almeno a tampone per
un’emorragia inarrestabile: concedere urgentemente un condono fiscale e ridare ossigeno agli editori in
modo da tentare di farli ripartire. Come già detto, si tratterebbe di un provvedimento ‘una tantum’ e avrebbe
la benedizione anche della Commissione UE che già mesi fa, in generale, si era espressa a favore per
contribuire a far ripartire gli investimenti in questo pesante momento di crisi internazionale.
ASCOLTI RADIO
PUBBLICATI I DATI DEL 2° SEMESTRE 2014
Pubblicati i nuovi dati Eurisko relativi al 2° semestre 2014, che
registrano un calo generalizzato degli ascolti sul medium
radiofonico (oggi a 33.883.000).
1. Al primo posto, come sempre, troviamo RTL 102,5 con 6.744.000 ascoltatori nel giorno medio
(sostanzialmente stabile, registrando un -61.000 su un valore assoluto così alto da rendere la
variazione impercettibile),
2. Seconda Radio Italia Solo Musica Italiana con 4.499.000, cresciuta per demerito altrui, avendo
registrato -51.000 rispetto ai primi 6 mesi del 2014.
3. Al terzo posto per analogo motivo RDS (4.457.000 utenti).
4. Quarta Radio Dee Jay, con 4.436.000 (dopo aver perso ulteriori 253.000).
5. Lieve discesa per Radio 105 (gruppo Finelco), che registra 4.390.000 (55.000 ascoltatori in meno).
Rai Radio Uno (3.955.000, stabile).
6. Rai Radio Due con soli 2.270.000 (-129.000).
7. Tiene bene la seconda radio Finelco Virgin Radio con 2.285.000 (-18.000).
8. Radio 24 radicata a 1.965.000 (-17.000).
LE ALTRE NOVE EMITTENTI
Corrono a breve distanza tra loro Kiss Kiss (1.759.000, raro segno positivo con +42.000), R 101
(1.714.000, pure in crescita di 55.000 unità), Radio Capital con segno negativo (1.702.000, con ben
87.000 ascoltatori in meno) insieme alla terza nota dolente per Elemedia, m2o (1.678.000 = -52.000).
Concludono la classifica Rai Radiotre con 1.261.000 (-110.000), Radio Maria a quota 1.222.00 (mai così
in basso con -160.000), una RMC (Finelco) bisognosa di cure con 1.158.000 ascolti (-64.000) e le
nazionali per titolo giuridico Radio Radicale a 209.000 (-66.000) e Radio Padania a 128.000 (+16.000).
INTRECCI E AFFARI TV-TLC
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Spunta il nome di Tarak Ben Ammar tra i possibili nuovi
consiglieri di Vivendi, il gruppo francese dei media e delle
tlc che si appresta a diventare il primo azionista di
Telecom Italia. Il possibile ingresso nel board di Vivendi
di Ben Ammar, che è anche socio di Silvio Berlusconi,
andrebbe quindi nella direzione di supportare
l'integrazione tra tlc e tv per la diffusione dei contenuti.
L'approdo di Vivendi nell'azionariato di Telecom Italia
come primo socio è tuttavia ancora condizionato ai via
libera da parte delle Autorità brasiliane che stanno
guardando con attenzione agli effetti dell'operazione Gvt.
Quanto sinteticamente esposto darebbe più o meno idea di come sia forte l’intreccio tra società televisive e
tra colossi Tv e TLC, in tutto pericolo per la concorrenza e pluralismo. Non dimentichiamo, inoltre, che a
Ben Ammar farebbe capo il portafoglio di emittenti nazionali sportive di SportItalia sul digitale terrestre che
proprio recentemente avevano recriminato una migliore posizione LCN sul telecomando.
LA GUERRA DEL
TELECOMANDO
TRA BIG PLAYERS
IL GRUPPO RCS “CONQUISTA” IL CANALE 59
Mentre il telecomando versa ancora nella piena incertezza con una normativa annullata da Tar e Consiglio
di Stato (ma ancora in vigore prima del varo delle nuove regole fissate, si spera, entro il mese di maggio),
prosegue l’azione dei grossi editori nazionali per guadagnarsi posizioni migliori in termini di visibilità. Dopo
Sky e Discovery, si concretizza lo sbarco di RCS sul N. 59, cosa che aveva già mandato in bestia Tarek
Ben Ammar che pretendeva migliore posto per la sua SportItalia troppo dispersa come LCN.
0,6% di share, entro il 2015, questo è l’obiettivo ambizioso del gruppo RCS. I 14 giornalisti di redazione,
guidati da Claudio Arrigoni e Andrea Monti, sono pronti per l’impresa. La nuova emittente non si
occuperà solamente dello sport più amato dal pubblico italiano: molto spazio verrà dato anche al ciclismo,
dal momento che RCS organizza grandi eventi quali il Giro d’Italia, la Milano-Sanremo, La Tirreno-Adriatico,
il Dubai Tour e l’Abu Dhabi negli Emirati Arabi e al basket. Risultato? Digitale terrestre sempre più dominato
dai grossi gruppi editoriali.
DTT: FREQUENZE NON ATTRIBUITE AD OPERATORI
NAZIONALI PER VEICOLAZIONE CONTENUTI LOCALI
L’AGCOM VARA LA DELIBERA N. 44/15/CONS
CON LA PROCEDURA PER L’ASSEGNAZIONE
Con la delibera 44/15/CONS l'AGCom ha disposto l'avvio delle
procedure per la pianificazione delle frequenze attribuite a
livello internazionale all'Italia e non assegnate a operatori di
rete nazionali per il servizio televisivo digitale terrestre ai sensi
dell’articolo 1, comma 147, lettera d) della legge 23 dicembre
2014, n.190. Si tratta dei canali UHF 58 e 59 del digitale
terrestre appartenenti alla riserva interna, non attribuiti
precedentemente.
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Le procedure attraverso un beauty contest saranno svolte dalla Direzione Infrastrutture e Servizi di
Media dell'AGCom. La graduatoria per gli operatori di rete si fonderà su diversi criteri, quali l'idoneità
tecnica alla pianificazione e allo sviluppo della rete, la sostenibilità economica, patrimoniale e finanziaria e
la capacità di realizzare l'infrastruttura diffusiva in tempi certi. Alla gara possono partecipare sia i player
locali che i nazionali, con obbligo di trasporto locale, purché non risulti un numero sufficiente e idoneo dei
primi istanti.
IL CNT-TPD RICORDA CHE NEL PROPRIO SITO
WWW.COORDINAMENTONAZIONALETELEVISIONI.IT
È POSSIBILE CONSULTARE E SCARICARE TUTTI I NUMERI DEL ‘CNT-INFORMA’ GRAZIE
AD UN ARCHIVIO ON-LINE CHE CONTIENE LE EDIZIONI DEGLI ULTIMI TRE ANNI
DIRETTIVA SULL’AUDIOVISIVO
IN CORSO LA REVISIONE DELLA DIRETTIVA ENTRO IL 2016
“E’ appena iniziato il processo di revisione della direttiva Ue sull'audiovisivo. Si sta lavorando sull’idoneità
normativa della direttiva, sulla semplificazione delle norme, sulla riduzione degli oneri amministrativi. Le
aree su cui focalizzare l’attenzione sono tre: le norme sul Paese di origine, quelle sull’ambito di
applicazione, e la regolamentazione tra broadcaster e operatori”. Lo ha detto Giuseppe Abbamonte, a
capo della direzione “media&data” di Dg Connect, citato sul Corriere delle Comunicazioni.
Abbamonte passa in rassegna tutte le questioni aperte sulla direttiva, sottolineandone gli aspetti critici e
che hanno sollevato perplessità. Quanto alla norma sul Paese di origine, “stabilisce - spiega - che sulla
base del diritto vigente nel paese in cui ho sede posso trasmettere i miei programmi in Europa. Alcuni
Paesi dicono che questa norma distorce i principi della concorrenza: l’esempio è che alcuni produttori
dagli Usa, come Netflix, si stabiliscono in Lussemburgo e applicano le norme in vigore in quel Paese, che
non ha recepito in pieno alcuni principi Ue come quelli sulle limitazioni dei programmi che possono
incitare alla violenza o all'odio, o quelle che impongono quote di promozione delle opere europee”.
Pagina
7
Nel focus anche l’ambito di applicazione nello spazio geografico e materiale: “Le norme si applicano alle
aziende che hanno uno stabilimento nell'Unione europea - spiega Abbamonte - Questo vuol dire che
provider russi o magrebini che possono venire a trasmettere in Ue senza dover sottostare alle regole che
valgono per i produttori di contenuti europei”. E infine i soggetti a cui si applica la direttiva: “Si applica a
tutti i fornitori di servizi audiovisivi, anche a quelli su Internet. Ma per i servizi lineari, per i broadcaster
tradizionali, le norme sono più stringenti. I requisiti per applicare la direttiva sono quelli della responsabilità
editoriale: ma gli user generated content - sottolinea - che non sono intermediati, sfuggono
completamente al quadro regolamentare”.
ANCHE L’AGCOM NEL GRUPPO DI LAVORO
“Le soluzioni possono essere due: aumentare le regole per i servizi non lineari, o diminuire se non
liberalizzare completamente i contenuti lineari - conclude Abbamonte - Ma questo comporterebbe
soltanto una frammentazione delle norme, perché a regolare il settore sarebbero a quel punto le norme
vigenti in ogni singolo Paese. A novembre 2014 il Consiglio ha chiesto una revisione urgente della
normativa, e la Commissione Ue potrebbe presentare una propria proposta nel 2016. Intanto alla
questione sta lavorando ERGA, il gruppo europeo che riunisce le autorità nazionali, un campo in
cui AGCom è particolarmente attiva”.
TELECOM TERZO
MONOPOLISTA
DELLE FREQUENZE
Telecom Italia e Telecom Italia Media (società controllata e soggetta a direzione e coordinamento di
Telecom Italia, che ne detiene direttamente e indirettamente il 77,71% del capitale ordinario e il 2,25% del
capitale di risparmio) hanno approvato le linee essenziali del progetto di integrazione tra le due società da
attuarsi nella forma di una fusione per incorporazione di Telecom Italia Media in Telecom Italia che sta
lavorando da qualche mese al delisting della controllata delle frequenze televisive. Telecom Italia Media è
la media company di Telecom Italia in cui fino a due anni erano concentrate le attività televisive del gruppo
tlc. Gli asset sono stati dismessi prima con l'assegnazione al gruppo Cairo di La7 e La7d, poi con la
vendita a Viacom della quota di maggioranza di MTV.
In TiMedia restava la partecipazione del 70% di Persidera, joint venture delle frequenze televisive creata
nel 2014 con il gruppo L'Espresso. Per quest'ultima attività era sta avviata in autunno una procedura di
cessione poi sospesa a causa di offerte non soddisfacenti. E' adesso solo Telecom Italia a detenere la
quota di controllo di Persidera.
IN BREVE
IMPIANTI TELEVISIVI
DATABASE CONSULTABILE:
ADERISCI ALLA
NOSTRA ASSOCIAZIONE
Questo momento delicato per le emittenti
locali e nazionali indipendenti vede il
CNT-TPD fortemente attivo sul campo
allo scopo di tutelarle. Gli editori che lo
volessero, possono aderire allo nostra
associazione collegandosi al sito:
www.coordinamentonazionaletelevisioni.it
dove poter scaricare il modulo di
adesione. Uniti si vince.
http:www.sviluppoeconomico.gov.it/pro
grammi_televisivi/home.html.
Pagina
8
Allo stesso indirizzo sono pubblicati
anche i dati relativi ai monitoraggi dei
programmi televisivi, effettuati dagli
Ispettorati Territoriali, direttamente
sul territorio, almeno ogni due mesi.
DIRITTI SPORTIVI TV
COPPA ITALIA E SUPERCOPPA
La Lega Nazionale Professionisti
Serie A, ha pubblicato l' Invito alla
presentazione
di
offerte per
l’acquisizione in licenza di Diritti
Audiovisivi relativi alla Competizione
della Coppa Italia e della Supercoppa
Italiana delle Stagioni Sportive
2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018, in
ossequio alle previsioni del Decreto
Legislativo 9 gennaio 2008, n. 9 e alle
Linee Guida approvate dall’AGCom con
delibera n. 150/14/CONS del 9 aprile
2014 e dall’Autorità garante della
concorrenza e del mercato con
provvedimento in data 9 aprile 2014.
E' superfluo dire che coloro che
acquisiranno i diritti saranno i soliti
monopolisti, il terzetto Sky, Mediaset,
Rai, in un mercato ormai completamente
schiavo della anti concorrenza.
Comunicazione per i destinatari di “CNT Informa”: In base all’art. 13 del Decreto Legislativo N°196 del 2003, i vostri recapiti vengono utilizzati
esclusivamente ai fini di questo servizio di informazione e non sono, pertanto, comunicati e/o diffusi a terzi. Nel caso non desideriate ricevere più il “CNT
Informa”, ed essere cancellati dal suo elenco, inviate un fax al N. 0818370421 oppure una e-mail all’indirizzo [email protected]
Direttore Responsabile: Manfredi Pagano
Reg.Tribunale di Napoli N. 4/07 del 17/01/2007
SEDE: Piazza Municipio, 80 - 80133 NAPOLI
C.N.T. Terzo Polo Digitale - Informa - Spedizione gratuita via e-mail
e-mail: [email protected]
Sito: www.coordinamentonazionaletelevisioni.it
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