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San Michele Arcangelo Il Mistero del Bastone di
Acerenza Il Mistero del Bastone di San Canio, che vince le leggi della fisica. La Scienza ha detto che “non è spiegabile”. San Canio è vescovo africano quando, nel 292 d.C. , sotto l’imperatore Diocleziano, viene scatenata la famosa persecuzione contro i Cristiani. E’ arrestato e tradotto davanti al Prefetto di Cartagine, Pigrasio. E’ interrogato e torturato in maniera crudele (sulle sue ferite viene colato piombo fuso) e la sua Fede incrollabile porta il Prefetto a condannarlo alla decapitazione. Mentre viene condotto al patibolo, segni spaventosi: tuoni, fulmini, terremoti, spingono il Prefetto a farlo abbandonare in balia del mare. Fortunosamente, ma secondo la Passio, con l’aiuto degli Angeli, raggiunge la costa campana. Qui compirà numerosi miracoli, verrà di nuovo perseguitato, ma morirà di morte naturale. Le sue spoglie, dalle rovine di Atella (l’attuale S. Arpino – Aversa) distrutta da Genserico nel 445, vengono traslate nella cattedrale di Acerenza e, in seguito, trovate nel 1080 dal vescovo Arnaldo, nascoste così bene, per evitarne ... ... la profanazione durante l’invasione dei Saraceni, da perdere la memoria del nascondiglio. Lo stesso arcivescovo, però, fa deporre il Bastone Pastorale del Santo dentro l’antico altare in pietra ed è ancora oggi visibile attraverso un’apertura circolare che si trova sulla sinistra del medesimo. E’ un bastone ligneo diritto, lungo cm 145 e di circa 5 cm. di diametro. E’ nodoso, ad eccezione dei primi 10 cm., e poggia su un piano accidentato e ruvido. Questo bastone sfida le leggi della fisica in quanto, fenomeno mai spiegato, ed inspiegabile, si muove spontaneamente per cui a volte è vicino all’apertura ed è toccabile con le dita, altre, invece, è a metà o in fondo all’abitacolo, per cui non è toccabile. Ancora più miracoloso è il fatto, attestato in diversi tempi, che il bastone “leviti”. A tal proposito esiste addirittura un atto notarile stilato dal notaio Francesco Paolo Saluzzi, dal quale si evince che il 30 maggio 1779, e negli otto giorni seguenti della festa del Santo, nella cattedrale di Acerenza si verificano eventi prodigiosi. E precisamente nella notte fra il 30 e il 31, dopo aver aperto lo sportellino posto a protezione del luogo nel quale era custodito il sacro bastone, al lume di una candela si poté osservare la venerata reliquia sospesa a mezz’aria. La notizia dell’evento prodigioso si diffuse rapidamente facendo riversare in chiesa una moltitudine di gente che, dopo circa un’ora e un quarto, altrettanto miracolosamente, lo vide calare verso il basso e ciò anche alla presenza di un prelato materano che si trovava al seguito di mons. Francesco Zunica, arcivescovo di Acerenza e Matera. L’ultima “testimonianza” circa la levitazione del bastone è molto recente. Infatti, consultando il registro dei visitatori, posto all’ingresso della cattedrale, si legge: Pur non conoscendo la storia del bastone di San Canio, oggi ho avuto il grande onore di vederlo levitare. Ancora oggi è possibile, quindi, venerare e vedere la sacra reliquia tutti i giorni nella cattedrale di Acerenza. Migliaia di persone (me compreso e compresa la mia famiglia) hanno potuto constatare che il bastone si muove ancora oggi ed è totalmente sigillato in un antichissimo altarino in pietra (unico blocco). Solitamente, prima della confessione ed in stato di peccato mortale (questa sembra essere la tesi più accreditata), il bastone si ritrae e non è possibile toccarlo; dopo la confessione o dopo la Santa Messa, inserendo nuovamente la mano nell'unico foro, è possibile toccare il bastone; ma non è sempre così! Sono stati condotti studi tecnici da esperti ed il fenomeno non è "fisicamente o scientificamente spiegabile". San Canio è vescovo africano quando, nel 292 d.C. , sotto l’imperatore Diocleziano, viene scatenata la famosa persecuzione contro i Cristiani. E’ arrestato e tradotto davanti al Prefetto di Cartagine, Pigrasio. E’ interrogato e torturato in maniera crudele (sulle sue ferite viene colato piombo fuso) e la sua Fede incrollabile porta il Prefetto a condannarlo alla decapitazione. Mentre viene condotto al patibolo, segni spaventosi: tuoni, fulmini, terremoti, spingono il Prefetto a farlo abbandonare in balia del mare. Fortunosamente, ma secondo la Passio, con l’aiuto degli Angeli, raggiunge la costa campana. Qui compirà numerosi miracoli, verrà di nuovo perseguitato, ma morirà di morte naturale. Le sue spoglie, dalle rovine di Atella (l’attuale S. Arpino – Aversa) distrutta da Genserico nel 445, vengono traslate nella cattedrale di Acerenza e, in seguito, trovate nel 1080 dal vescovo Arnaldo, nascoste così bene, per evitarne ... ... la profanazione durante l’invasione dei Saraceni, da perdere la memoria del nascondiglio. Lo stesso arcivescovo, però, fa deporre il Bastone Pastorale del Santo dentro l’antico altare in pietra ed è ancora oggi visibile attraverso un’apertura circolare che si trova sulla sinistra del medesimo. E’ un bastone ligneo diritto, lungo cm 145 e di circa 5 cm. di diametro. E’ nodoso, ad eccezione dei primi 10 cm., e poggia su un piano accidentato e ruvido. Questo bastone sfida le leggi della fisica in quanto, fenomeno mai spiegato, ed inspiegabile, si muove spontaneamente per cui a volte è vicino all’apertura ed è toccabile con le dita, altre, invece, è a metà o in fondo all’abitacolo, per cui non è toccabile. Ancora più miracoloso è il fatto, attestato in diversi tempi, che il bastone “leviti”. A tal proposito esiste addirittura un atto notarile stilato dal notaio Francesco Paolo Saluzzi, dal quale si evince che il 30 maggio 1779, e negli otto giorni seguenti della festa del Santo, nella cattedrale di Acerenza si verificano eventi prodigiosi. E precisamente nella notte fra il 30 e il 31, dopo aver aperto lo sportellino posto a protezione del luogo nel quale era custodito il sacro bastone, al lume di una candela si poté osservare la venerata reliquia sospesa a mezz’aria. La notizia dell’evento prodigioso si diffuse rapidamente facendo riversare in chiesa una moltitudine di gente che, dopo circa un’ora e un quarto, altrettanto miracolosamente, lo vide calare verso il basso e ciò anche alla presenza di un prelato materano che si trovava al seguito di mons. Francesco Zunica, arcivescovo di Acerenza e Matera. L’ultima “testimonianza” circa la levitazione del bastone è molto recente. Infatti, consultando il registro dei visitatori, posto all’ingresso della cattedrale, si legge:Pur non conoscendo la storia del bastone di San Canio, oggi ho avuto il grande onore di vederlo levitare. Ancora oggi è possibile, quindi, venerare e vedere la sacra reliquia tutti i giorni nella cattedrale di Acerenza. Migliaia di persone (me compreso e compresa la mia famiglia) hanno potuto constatare che il bastone si muove ancora oggi ed è totalmente sigillato in un antichissimo altarino in pietra (unico blocco). Solitamente, prima della confessione ed in stato di peccato mortale (questa sembra essere la tesi più accreditata), il bastone si ritrae e non è possibile toccarlo; dopo la confessione o dopo la Santa Messa, inserendo nuovamente la mano nell'unico foro, è possibile toccare il bastone; ma non è sempre così! Sono stati condotti studi tecnici da esperti ed il fenomeno non è "fisicamente o scientificamente spiegabile".