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Umberto, il Mago dei Fiori a SDM

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Umberto, il Mago dei Fiori a SDM
INTERVISTA numero 3.qxd
17/10/99
16.34
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2
Umberto, il Mago dei Fiori a S.D.M.
due p a r o l e
con...
E’ diventato ormai un
amico e una presenza
costante per i giovani
di San Donato. . . ma la
vita per lui non e’ stata
facile fino ad ora!
C
UMBERTO, VUOI INIZIARE RACCONtandoci qualcosa della
tua giovinezza?
«Vivevo a Baggio, un quartiere alla
periferia di Milano, con mia madre e
le mie due sorelle, mi sono diplomato in Ragioneria e ho iniziato a lavorare in un’azienda poligrafica, che
purtroppo è fallita nel ‘79.
Nel frattempo mia madre si è
ammalata e sono stato costretto a
cercare lavori saltuari, sempre in
tipografie e anche in un’azienda di
prodotti chimici».
La vostra era una famiglia unita?
«Fino a che le mie sorelle non
hanno preso una loro strada, e sono
andate a vivere da sole, siamo riusciti a tirare avanti abbastanza tranquillamente, ma quando mi sono
trovato solo con mia madre, le cose
si sono fatte più difficili.
Lavoro non riuscivo a trovarlo e così
nel frattempo ho ripreso gli studi e
ho preso un diploma di segretario
d’azienda, che però non ha risolto i
miei problemi occupazionali.
Poi nel ‘90 mia madre è purtroppo
morta di malattia, e io a quel punto
ero veramente solo.
Sono riuscito a vivere nella casa di
Baggio ancora 2 anni, dopodiché,
oberato dai debiti e dalle intrusioni
dei delinquenti nella mia abitazione,
sono stato costretto a lasciarla.
Fortunatamente la mia compagna
è tornata a vivere con i genitori, ma
per me è iniziata una dura vita da
senzatetto».
È a quel punto che hai deciso
di mettere a frutto la tua pas sione per la magia?
«Esatto. Avevo conosciuto la cartomanzia a 15 anni da un’amica di
mia madre, e a vent’anni ho iniziato
a studiarla assiduamente.
Devi sapere che maghi si nasce o si
diventa... ebbene io lo sono diventato con studio e applicazione,
IAO
Umberto ci manda un augurio dal cortile della Biblioteca Civica sandonatese
imparando a leggere il destino e i
segni del bene e del male, che
cerco di controllare con l’energia
della magia e della preghiera alle
forze del sole e della natura.
Forte di questi studi ho iniziato a leggere le carte in zona Brera, con discreto successo, tanto da aver avuto
come clienti anche persone celebri
(Meneghin, Bergomi, Arbore, Celentano), e aver esercitato a Venezia,
Como, Rimini e Riccione».
Non ti basta questa attività per
avere una casa tua?
«Purtroppo le attività di veggenza
richiedono una dose enorme di
energia fisica e mentale e così i ritmi
di lavoro necessari per mantenere
un alto livello di professionalità sono
molto lenti, e non sufficienti a
guadagnare abbastanza da trovare
una casa in affitto.
Mi rigenero dopo le sere di veggenza con lo sport, calcio con gli amici
e lunghe pedalate in bibicletta, e
con la vicinanza dei miei amici a
San Donato, tra i quali Giovanna e gli
amici della Biblioteca e del “Losco”».
Qual è il tuo “sogno nel cassetto”?
«L’unica situazione che mi permetterebbe di abbandonare la vita di
strada sarebbe quella di riuscire a
lavorare in uno studio di magia, e
non più sui marciapiedi della zona di
Brera, e magari col tempo avere la
possibilità di affittare un paio di locali
dove vivere ed esercitare la mia professione. Perché a questo punto
sono entrato in contatto con le forze
del bene e del male in modo così
profondo da concepire la mia vita
essenzialmente nel campo della
magia e della cartomanzia».
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