RICEZIONE/PUNTO E BATTUTA/PUNTO Relatore: Maresca Mario
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RICEZIONE/PUNTO E BATTUTA/PUNTO Relatore: Maresca Mario
Federazione Italiana Pallavolo Comitato Provinciale di Pordenone Viale Libertà, 75 – 33170 Pordenone CORSO ALLIEVO ALLENATORE 2011/2012 COME GESTIRE IL GIOCO NELLE FASI RICEZIONE/PUNTO E BATTUTA/PUNTO Relatore: Maresca Mario Domenica 06 maggio 2012 - ore 14.00 -18.00 – Palestra Scuola Primaria – Fagnigola (PN) INDICE La fase Ricezione/Punto……………………………..……………………….……………...pag. 2 La fase Battuta/Punto ……………………………………….………………..………….….pag. 5 1 1. LA FASE RICEZIONE – PUNTO (liberamente tratto dalle dispense del Comitato F.I.P.A.V. di Bari) Le nuove regole della pallavolo hanno portato delle variazioni a questa fase dovute a: 1. 2. 3. 4. La liberalizzazione del primo tocco L’introduzione del libero Il “Net” sulla battuta Il sistema del Rally Point System Se analizziamo la fase Ricezione-Punto avremo che essa sarà suddivisa nei seguenti momenti: 1. Ricezione 2. Costruzione 3. Copertura 4. Attacco da ricezione Ognuno di questi momenti dovrà essere scomposto e analizzato. 1.1 LA RICEZIONE Il fondamentale tecnico della ricezione varia a seconda che la battuta da ricevere sia: • • • Floating con i piedi a terra Floating in salto In salto Rotante Di conseguenza si dovrà adeguare il tipo di fondamentale tecnico in quanto si dovranno cambiare certe “abilità”, quali: • • • Le abilità di traslocazione Le abilità di controllo Le posizioni di partenza e la suddivisione delle competenze tra i compagni di squadra In caso di battuta “floating con i piedi a terra” una delle domande che più di frequente potremmo porci sarà: “Cosa dobbiamo osservare per anticipare la traiettoria della battuta, cioè, possiamo leggere in anticipo l’eventuale traiettoria lunga o corta della palla ?”. Il primo problema è: quando il ricevitore comincia lo spostamento? La risposta è dopo che parte il colpo. Per capire se la traiettoria della battuta è lunga o corta: Se chi riceve vede la prospettiva della palla sullo sfondo ferma, allora dovrà ricevere una palla corta, se vede la palla salire, allora dovrà ricevere una palla lunga. La battuta “floating in salto” è più veloce, pertanto costringe il ricevitore a spostamenti sulle gambe più veloci e a maggiori aggiustamenti del piano di rimbalzo. La ricezione della battuta “in salto rotante” (o forte) può essere fatta a tre o a quattro. Ricevendo in quattro si riducono gli spazi e si responsabilizzano meno i giocatori, ma aumentano 2 le zone di conflitto. Questo è appunto il problema maggiore della ricezione di tale battuta, ed è per questo motivo che bisogna essere estremamente precisi nell’attribuzione delle competenze. Dal punto di vista metodologico la ricezione è, oltre alla battuta ovviamente, l’unico fondamentale che ha una scaletta con punti di riferimento ben definiti: • BISOGNA SEMPRE ANDARE DALL’ANALITICO AL SINTETICO E DA QUESTO AL GLOBALE! Inoltre l’aspetto più difficile nell’allenare questo fondamentale riguarda la capacità di mantenere l’attenzione per lungo tempo. Potrebbero servire a tal proposito: • • • esercitazioni a punteggio. alternare il lavoro di battuta ricezione con un lavoro meno noioso (ad.esempio: difesa) lavorare con il metodo delle “battute a sequenza” (corta – lunga) 1.2 LA COSTRUZIONE Alla fase di ricezione segue la costruzione, e questo implica l’analisi del ruolo del palleggiatore. Nello specifico, l’allenamento del palleggiatore dovrà essere effettuato anch’esso con metodo: • Analitico Mentre si lavora in forma analitica con i ricevitori, mediante esercitazioni sia statiche con l’ausilio di palloni di diverso peso, sia tramite esercitazioni dinamiche proponendo spostamenti di vario genere all’interno del perimetro di gioco. • Sintetico Associando esercitazioni per i ricevitori con la costruzione “mirata”. • Globale Con esercizi di battuta-ricezione-costruzione-attacco. Nell’allenamento del palleggiatore sarà importante: • • Rispettare il criterio di progressione delle difficoltà. Adattare le abilità tecniche del palleggiatore (intese come capacità individuale di costruire particolari traiettorie) alle capacità della squadra. 1.3 LA COPERTURA A questa fase bisognerà dare la giusta importanza, soprattutto per abituare il futuro atleta a effettuare una efficace azione di copertura. In particolare bisognerà prestare attenzione a: • • • • analisi del fondamentale e relativa tecnica individuale di esecuzione analisi del movimento della squadra dare delle competenze per ruolo dare delle competenze per zone Il metodo di allenamento dell’azione di copertura può essere duplice: • Sintetico In gruppi contro il muro (anche come azione di riscaldamento specifico). • Globale Durante il 6 contro 6 incentivando o punendo chi effettua o non effettua l’azione di copertura (vedi metodi a punteggio wash). 3 1.4 L’ATTACCO Quando si parla di attacco da ricezione bisogna sempre partire dall’analisi del “sistema di attacco” che dovrà avere le seguenti priorità: 1. 2. 3. Eseguire bene le azioni basilari Eseguire bene le azioni del centrale Classificare le rincorse dei laterali In quanto il volley è sport di situazione, dobbiamo codificare in partenza, a seconda della ricezione, gli schemi e i tempi di attacco. In particolare: • In caso di ricezione # la priorità del primo tempo deve essere in relazione sia al tempo dell’alzata sia alla distanza tra centrale e palleggiatore; la priorità delle palle costruite sulle bande deve essere in relazione alla velocità della costruzione. • In caso di ricezione + la priorità del primo tempo deve essere in relazione a come giocare il primo tempo, se forzarlo o meno a seconda delle abilità del palleggiatore e del centrale (si potrebbe anche optare per una mezza al centro); la priorità delle palle costruite sulle bande deve mirare ad “aprire” il più possibile il gioco. • In caso di ricezione 0 l’obbligo è la palla alta. In tal caso bisogna sempre fornire: 1. 2. 3. 4. Un obiettivo al palleggiatore (palla precisa possibilmente all’attaccante migliore) Un obiettivo a chiunque altro costruisca (palla alta) Un obiettivo all’attaccante Un obiettivo alla copertura Infine, per far si che tutto ciò possa funzionare bisognerà: 1. Sviluppare le abilità degli schiacciatori di banda in ordine a • Lunghezza e altezza del colpo di attacco • Manualità (intra, extrarotazione del colpo o pallonetto) • Tempo di attacco (anticipare o ritardare il colpo) • Capacità di leggere e usare il muro 2. Sviluppare le capacità dei centrali in ordine a • Tempo di attacco (anticipare o ritardare il salto) • Direzioni del colpo (intra, extrarotazione del colpo o pallonetto) • Uso della rincorsa • Capacità di leggere e usare il muro. 4 2. LA FASE BATTUTA – PUNTO (liberamente tratto dalle dispense del Comitato F.I.P.A.V. di Bari) L’avvento dell’RPS ha portato ad una maggiore importanza della fase di Battuta-Punto (o Break Point). Con il regolamento precedente, infatti, un errore in questa fase comportava la perdita del servizio, ma non la perdita di un punto, contrariamente a quello che succede con l’RPS. Considerando che la perdita del punto non deve essere sempre considerato come un proprio errore, ma può essere dovuto anche alle abilità dell’avversario, l’eventuale errore della propria squadra va considerato sempre sotto l’aspetto sia tecnico sia tattico. • Dal punto di vista tecnico se analizziamo la fase Battuta-Punto avremo che essa sarà suddivisa nei seguenti momenti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. • Battuta Muro Difesa Ricostruzione Copertura Contrattacco Dal punto di vista tattico, invece, dovremo: 1. Curare l’organizzazione muro-difesa 2. Curare l’organizzazione del contrattacco in caso di palla ricostruita 3. Curare l’organizzazione dell’attacco in caso di palla recuperata da azione di copertura 2.1 LA BATTUTA La battuta va analizzata sotto l’aspetto sia tecnico sia tattico. • • L’obiettivo tecnico della battuta riguarda il come battere, e ha una potenziale efficacia a prescindere dalla zona o dal giocatore su cui verrà indirizzata. L’obiettivo tattico della battuta è strettamente collegato al bagaglio tecnico del singolo giocatore: PIU’ E’ ALTO MAGGIORI TIPI DI BATTUTE POTRA’ EFFETTUARE!! La tattica di battuta deve, inoltre, essere inquadrata nell’ottica dell’intera squadra. Il giocatore in campo deve, cioè, sapere che ad un determinato tipo di scelta del battitore deve corrispondere un’adeguata tattica di muro e viceversa. In questa ottica al primo posto va collocata la ricerca del giocatore su cui battere in funzione dei seguenti punti: • la prima scelta cade sempre sul peggior ricettore (in assoluto o in quel momento della gara); • per mettere in difficoltà anche uno scarso ricettore non possiamo accontentarci di tirargli addosso la battuta deve essere veloce e deve obbligare ad uno spostamento. Ci sono però situazioni in cui, o per parità di livello dei ricettori o per problemi creati da particolari schemi d'attacco, dobbiamo fare scelte tattiche diverse. I casi principali con ricezione a tre sono due: 1. Battuta sul ricettore-attaccante ancora oggi una battuta efficace sull'attaccante che scende a ricevere crea grossi problemi ed è quindi spesso sfruttata. 5 2. Battuta sul centrale di prima linea la battuta corta sul primo tempo avversario crea sempre grandi problemi e, se eseguita con attenzione, non ha grossissime percentuali di rischio. Nell'allenamento e nell'esecuzione in partita di tale servizio, il problema consiste nel mettere sicurezza al battitore, facendo leva sul concetto, soprattutto all'inizio, che l'errore consisterà nell'eseguire una battuta sui 5 metri e non in rete. Il problema principale che tale servizio, anche se ricevuto correttamente, può creare consiste nel ridurre il tempo di rincorsa dell'attaccante il quale, anche alzando la traiettoria della ricezione, faticherà ad anticipare. Tra gli aspetti poco considerati sotto l’aspetto della tattica di battuta, grande importanza, invece, rivestono: • Le traiettorie di ingresso della palla nel campo avversario. • Quando rischiare la battuta e quando no. Infine va considerata anche, nell’ambito della fase battuta-punto della propria squadra, il rendimento della fase ricezione-punto avversaria, che è condizionata da: • • • • Qualità della ricezione Caratteristiche del palleggiatore Rendimento dell’attacco avversario nei vari momenti della partita Efficienza della correlazione muro-difesa della propria squadra. 2.2 IL MURO Gli obiettivi del muro devono vertere su: • • • • Inibire alcune traiettorie Ammortizzarne altre Dare riferimenti precisi ai difensori Non dare riferimenti all’attaccante avversario Per essere efficace tecnicamente il muro deve: • • • Scegliere quando saltare Scegliere quanto saltare Scegliere la zona da coprire (ideale fare segnalazioni) Alla luce di queste considerazioni partiamo dal concetto di guida del muro che nella pallavolo moderna consiste nell'attuazione di una serie di compiti individuali: 1. scelta del sistema tattico di muro 2. comunicazione con la difesa 3. posizionamento e tempo di salto 4. gestione del piano di rimbalzo Il primo di questi aspetti, squisitamente di natura tattico, deve essere stabilito in partenza. Il secondo aspetto deve essere inculcato nella mentalità dei giocatori. Il terzo e il quarto sono di natura strettamente tecnici e riguardano il fondamentale individuale (posizionamento e gestione del piano di rimbalzo) e le capacità di valutazione (tempo di salto). Una volta stabilizzato il fondamentale individuale di muro, l’allenamento specifico non è facilmente riproducibile tramite allenamenti analitici, per cui il lavoro sintetico e globale risulta più adatto allo scopo. La tattica di muro è fortemente influenzata dalla tattica di battuta (se si dispone di un servizio 6 efficace, sia sotto l’aspetto tecnico che tattico, si condiziona la distribuzione del gioco avversario) e dalla ricezione avversaria: 1. pertanto, su ricezione “0” si deve subito individuare l’attaccante principale su cui più facilmente verrà effettuata la costruzione e scegliere se murare a due o a tre. 2. su ricezione positiva ( # oppure + ) si dovrà scegliere sulle seguenti soluzioni: • Opzione • Lettura • Sovraccarico (o assistenza) Queste scelte sono solitamente gestite dal centrale. Criteri per il posizionamento e per i tempi di salto La preparazione per un buon posizionamento deve iniziare dall'osservazione della ricezione, successivamente sarà necessario osservare il palleggiatore per individuare la distribuzione dell'alzata, quindi seguire la rincorsa dell'attaccante per il punto e il tempo di salto e, infine, cercare la palla per il corretto utilizzo del piano di rimbalzo. Questa sequenza di punti di riferimento è fissa per cui è possibile standardizzarne l'osservazione. • • • Il centrale che salta in lettura, spesso in forte ritardo, deve recuperare il tempo facendo uscire le mani prima possibile per cui aspetta a braccia distese. In caso di forte ritardo una soluzione potrebbe consistere nel flettere dorsalmente la mani per cercare il muro passivo. Il centrale che salta a opzione, invece, lo fa al massimo e deve compattare il piano di rimbalzo prima del colpo d'attacco. Le giocatrici laterali, che murano prevalentemente contro i secondi tempi e contro le palle alte, devono saltare successivamente al salto dell'attaccante con caricamenti più o meno accentuati. 2.3–2.4–2.5–2.6 DALLA DIFESA AL CONTRATTACCO Una volta organizzato il muro si passerà ad organizzare la difesa e il contrattacco. Principi importantissimi da non scordare mai: • La squadra che contrattacca vince sempre • Alla base del contrattacco c’è l’organizzazione difensiva La difesa deve avere sempre delle competenze specifiche: • • • • • • • • Quali sono le posizioni di attesa e relative competenze Quali sono le posizioni di chi difende la diagonale Quali sono le posizioni di chi difende la parallela Quali devono essere le correlazioni tra i due (o tre) difensori di diagonale Cosa deve fare il giocatore di posto 6 e quali sono le sue competenze Chi deve avere competenze sui pallonetti Chi deve avere competenze sulle “pallette” lente a scavalcare il muro e sui pallonetti lunghi Cosa succede in caso di difesa del palleggiatore Una volta che abbiamo bene in mente come intendiamo organizzare il muro e la difesa, dobbiamo far capire ai nostri giocatori cosa è e come deve essere finalizzato il contrattacco. Nell’organizzazione del contrattacco il primo obiettivo deve essere quello di avere un primo tempo credibile. 7 1. Lo spostamento del centrale (che va allenato sistematicamente) è in relazione alla traiettoria di uscita della palla dal difensore: • • • • Con palla estremamente veloce deve saltare sempre sul palleggiatore Con palla lenta deve giocare in scorrimento sulla rete Con palla alta ma sui 3 metri circa “deve dettare” il primo tempo al palleggiatore Su palla lenta potrebbe giocare in combinazione 2. In conseguenza della scelta del centrale le bande devono sapere che tipo di attacco realizzare e chiamare la rincorsa al palleggiatore (la differenza nell’attacco tra situazione di ricezione e situazione di break è generalmente questa: in ricezione il palleggiatore chiama la rincorsa, nel break lo fa l’attaccante). Quanto detto riguarda l’ottimale, ma spesso la palla che viene difesa obbliga ad un solo tipo di attacco. In tal caso l’attaccante chiamato in causa deve conoscere le tecniche per giocare: • • • • Il muro-out La palla sulla diagonale stretta ad eludere il muro La palla infilata La “palletta” avvolta a scavalcare il muro nelle zone specifiche (da allenare) Ma soprattutto la cosa importante è sbagliare il meno possibile: • “La palla perfetta talvolta si può sbagliare, la palla difficile non si deve sbagliare mai!” Infine, ricordarsi sempre che per avere un buon contrattacco bisognerà lavorare moltissimo sulla tecnica di difesa: • “Il grande intervento difensivo è una eccezione, non la norma, e come tale va allenato” Analogamente possiamo però affermare che l’efficacia di un sistema difensivo non si valuta solo dal grande intervento, dalla spettacolarità ed eccezionalità di questo, in quanto rappresenta un momento episodico in una partita, bensì dalla qualità e quantità degli altri interventi apparentemente, ma solo apparentemente, normali !!!! Il presente materiale è di proprietà del prof. Maresca Mario, ne è pertanto consentito l’uso esclusivamente nell’ambito del Corso Allievo Allenatore 2011/2012, organizzato dal Comitato Provinciale della F.I.P.A.V. di Pordenone. Qualsiasi uso diverso è perseguibile legalmente. ÑÜÉyA `tÜ|É `tÜxávt 8