Prolusione del Padre Rettore - Istituto Paritario Bianchi dei Padri
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Prolusione del Padre Rettore - Istituto Paritario Bianchi dei Padri
Napoli, Istituto Bianchi, 2 aprile 2014 PREMIAZIONE SCOLASTICA Eccellenza Reverendissima, Molto Reverendi Padri, Illustrissimi Professori, Cari Ragazzi, Signore e Signori, è con immensa gioia che do a tutti voi il mio benvenuto alla Premiazione degli Alunni meritevoli dell’anno scolastico 2012-2013. Il mio saluto va innanzi tutto all’Ospite d’onore di questa serata: Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Sergio Pagano, barnabita, Vescovo titolare di Celene, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, che ha voluto onorarci con la sua presenza. A Sua Eccellenza mi lega, oltre che l’appartenenza al medesimo Ordine religioso, una lunga — ormai quarantennale — amicizia: nel lontano 1974 fummo compagni di noviziato e, negli anni seguenti, ci ritrovammo insieme per una parte degli studi teologici. Poi le nostre strade si separarono: mentre l’obbedienza mi chiamava a lavorare nelle scuole della Congregazione, lui entrò a servizio della Sede Apostolica, divenendo, nel 1997, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano e venendo elevato, dieci anni dopo, all’episcopato, ordinato Vescovo dallo stesso Pontefice Benedetto XVI. Sono molto contento che abbia accettato l’invito a presiedere questa cerimonia. Grazie, Eccellenza! Saluto cordialmente anche il Molto Reverendo Padre Pasquale Riillo, già Rettore di quest0 Istituto e attuale Superiore provinciale dei Barnabiti dell’Italia Centro-Sud; il Molto Reverendo Padre Dante Toia, Rettore del Collegio Denza di Posillipo; il Dott. Bruno Chignoli, Presidente dell’Associazione Ex-Alunni e il Dott. Sandro Luciano, Presidente dell’A.Ge.S.C. Bianchi. Il mio saluto va quindi ai quattro Principi degli studi e ai 90 Alunni premiati, 48 con la medaglia d’oro e 42 con la medaglia d’argento. A loro vanno le nostre congratulazioni — Bravi! — e alle loro Famiglie le felicitazioni per avere dei figli capaci di raggiungere certi traguardi. Spesso ci lamentiamo dei giovani d’oggi, ma poi ci accorgiamo che ci sono ancora tanti bravi ragazzi, che lavorano sodo e sono in grado di conciliare le giuste esigenze della loro età con l’impegno costante della propria formazione umana e culturale. Certo, l’ottenimento di una medaglia per il profitto negli studi non costituisce, di per sé, una garanzia di successo nella vita. Tanti altri elementi interverranno, in positivo e in negativo, a determinare l’esito dei loro sforzi attuali. Tuttavia l’impegno e le capacità dimostrate nell’assolvimento dei doveri scolastici costituisce una premessa importante per la riuscita nella vita e, in ogni caso, è per noi adulti — genitori ed educatori — motivo di soddisfazione e di serenità: succeda quel che succeda, almeno sappiamo che questi sono ragazzi seri, su cui si può fare affidamento. La Premiazione scolastica è, in un certo senso, la “vetrina” di un Istituto: la Scuola mette in mostra i suoi “pezzi” di maggior pregio. Questi ragazzi sono il nostro vanto (come lo sono delle loro Famiglie); essi ci fanno capire che il nostro lavoro — un lavoro spesso stressante e poco gratificante — non è inutile. Se è vero che ci sono tanti ragazzi che vivono la scuola come una imposizione, una disgrazia inevitabile, talvolta una vero e proprio tormento, ce ne sono tanti altri per i quali la scuola costituisce una palestra di vita: capiscono che il lavoro scolastico — il duro e faticoso lavoro scolastico — non è un sadico strumento di tortura inventato da qualche maniaco che ha il gusto di veder soffrire i giovani, ma è l’occasione per crescere, per allenarsi alla vita, per formarsi come uomini e donne che un giorno dovranno dare il loro attivo contributo alla società. Ormai sono tanti anni che lavoro nella scuola: sinceramente devo dire che non provo alcuna meraviglia quando vedo alunni distratti e disinteressati (talvolta mi capita di pensare: come vi capisco!); ciò che mi riempie di sempre rinnovato stupore è quando vedo ragazzi che, mentre parli, ti seguono con la massima attenzione, desiderosi di apprendere e interessati a quel che dici. Ed è in quei momenti che capisci che non puoi approfittare della loro fiducia, non puoi plagiarli, non puoi indottrinarli, ma devi formarli, devi cioè plasmare la loro personalità, devi educarli all’autonomia e al senso critico, perché poi sappiano, da soli, districarsi nel labirinto della vita che li attende. E visto che stiamo mettendo in mostra i nostri gioielli, permettete che condivida con voi qualche soddisfazione che ci sta riservando quest’anno scolastico. Voi sapete che il Bianchi, da qualche tempo, sta attraversando una certa crisi. Non tanto una crisi qualitativa (il livello qualitativo della nostra Scuola, grazie a Dio, rimane sempre piuttosto alto), quanto una crisi quantitativa: il calo degli Alunni in questi anni è stato notevole. Non è una crisi che riguarda soltanto il Bianchi, ma tocca, in misura diversa, tutte le scuole cattoliche e, diciamo pure, tutte le scuole, anche quelle di Stato. Pensate, per esempio, al declino del liceo classico, generalizzato su tutto il territorio nazionale. Ebbene, non possiamo certo dire di essere usciti dalla crisi, che ancora si fa sentire, e forte; ma mi pare di percepire dei segnali positivi estremamente incoraggianti. Le iscrizioni alla scuola primaria e alla scuola secondaria di primo grado per il prossimo anno scolastico hanno segnato una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni. Segno, questo, che il Bianchi continua a godere a Napoli di una buona fama, nonostante le Cassandre che lo davano per spacciato da tempo; e segno anche che le novità recentemente introdotte — mi riferisco in particolare alla scuola bilingue a tempo pieno — rispondono a una effettiva esigenza delle famiglie e dell’ambiente napoletano. Ora si tratta di continuare sulla strada intrapresa col rinnovamento della scuola primaria, estendendo gradualmente le novità anche alla scuola secondaria. Auguro a tutti di trascorrere una piacevole serata. Dio ci benedica e la Madonna ci accompagni. IL RETTORE Padre Giovanni Scalese